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MessaggioInviato: 10/04/2010, 19:20 
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jessica ha scritto:

IN MERITO AL CROLLO DELLE TORRI NON PENSATO CHE GLI SBUFFI VISTI DURANTE I CROLLI ALTRO NON FURONO CHE LA PRESSIONE ACCUMULATA DAI PIANI CHE STAVANO CADENDO AL DI SOPRA?

E POI A PROPOSITO DELLE ESPLOSIONI UDITE, INVECE DI ESSERE DELLE BOMBE, NON POTEVANO ESSERE ESPLOSIONI DI BOMBOLE DI GAS O DI CALDAIE PER IL METANO E TUBATURE CONNESSE?

NON CI AVETE MAI PENSATO PRIMA? [8]


bombole che esplodono in sequenza?...i piani non sono portanti di portante c'era solo la struttura interna....gli schianti non sono botti...e' differente. [;)]



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« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori,essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »


ex Tecnico di volo militare....in pensione.....studi aeronautici
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MessaggioInviato: 10/04/2010, 22:32 
Non si sentono esplosioni in sequenza durante il crollo.



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MessaggioInviato: 10/04/2010, 22:36 
11/9 un sismologo: c'erano esplosivi
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ ... hichpage=1



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« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
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MessaggioInviato: 10/04/2010, 22:53 
Cita:
Dryaad ha scritto:

Cita:
NOcoverUP ha scritto:

ma ragazzi c'è una prova inconfutabile, è l'edificio numero 7 .....
è crollato senza essere toccato, per giunta è crollato esattamente come gli edifici che vengono fatti implodere dal dentro.
poi c'è una telecamera che ha ripreso tutto nell'area del pentagono, ora ditemi perchè se la telecamera ha ripreso tutto e potrebbe smentire una volta per tutte l'ipesi del complotto... rispondetemi perchè non cì fanno vedere sto filmato ???

bho io sinceramente penso che chi ancora adesso con queste prove e milioni di video è scettico è solo perchè ha paura di prendere coscienza che si è comandati da mentecatti spietati e pronti a tutto pur di avere il potere e i soldi.




quotone,,,

ma chi è stato a Ground Zero e vede dove è caduto il 7 rispetto ai 2 grattacieli? Il 7 hanno pure dichiarato di averlo tirato giù, ma poi sono esplose le solite speculazioni


Ma come fa a non essere stato toccato dal crollo della torre sud????




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92,47 KB
Notare che questa e` la parte che non vi fanno mai vedere, la parte che si affaccia alle gemelle




Last picture is from http://www.jnani.org/mrking/writings/91 ... age001.jpg

The first two picture are stored in my folder, the source was mentioned the first time



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MessaggioInviato: 11/04/2010, 15:29 
Perché non parliamo delle Termopili? [8)]



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MessaggioInviato: 19/04/2010, 12:29 
L’IRAN COINVOLGE L’ONU SULL’ UNDICI SETTEMBRE
apr 18th, 2010

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Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... settembre/

Alcune agenzie di stampa ci informano dell’esistenza di una lettera che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha inviato questo 13 aprile al segretario dell’ONU Ban Ki Moon. I primi dispacci segnalano che l’Iran richiede un’indagine dell’ONU sugli attacchi dell’undici settembre, oltre alla condanna degli attentati interni all’Iran organizzati da Jundallah, organizzazione terrorista finanziata dalla NATO.

Tutto è stato comunque cambiato quando la rivista Foreign Policy –appartenente alla Brookings Institution - ha pubblicato sul suo sito, presentandola come integrale, una copia della lettera iraniana senza alcun riferimento alla richiesta riguardante l’undici settembre. A quel punto molti media hanno fatto marcia indietro ed hanno velocemente cambiato a loro volta la versione dei fatti. Una tale manipolazione è un sicuro segnale della preoccupazione dei custodi della versione del governo USA sugli eventi dell’ undici settembre.

La lettera autentica, della quale abbiamo pubblicato la versione integrale che ci ha rilasciato la presidenza iraniana, dice così:

“Eccellenze, ci aspettiamo da voi perlomeno una commissione d’inchiesta indipendente che sia credibile per i Paesi della regione, che svolga un’indagine completa sui colpevoli degli attacchi dell’undici settembre come scusa per attaccare il Medio Oriente, sulle intenzioni della NATO di una presenza militare in Afghanistan ed Iraq, sui metodi usati, e sul risultato della loro presenza e del loro impegno, i cui risultati siano presentati all’Assemblea Generale.”

Dopo alcune consultazioni con altri Stati membri dell’ONU, l’Iran ha deciso di riferire la faccenda al Segretario Generale ed è determinato a sottometterla direttamente al giudizio dell’Assemblea Generale, se il primo tentativo dovesse rivelarsi senza successo, come c’è da aspettarsi.

Nel 2002 Thierry Meyssan aveva persuaso la Lega Araba e il Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo ad intraprendere misure all’interno dell’ONU per fare piena luce sugli eventi dell’undici settembre, ma alla fine si erano tirati indietro sotto la pressione degli USA.

Fonte: http://www.voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article164980.html
Traduzione a cura di TEMUJIN per Comedonchisciotte.org



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 19/04/2010, 13:24 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


L’IRAN COINVOLGE L’ONU SULL’ UNDICI SETTEMBRE
apr 18th, 2010

Immagine

Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... settembre/

Alcune agenzie di stampa ci informano dell’esistenza di una lettera che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha inviato questo 13 aprile al segretario dell’ONU Ban Ki Moon. I primi dispacci segnalano che l’Iran richiede un’indagine dell’ONU sugli attacchi dell’undici settembre, oltre alla condanna degli attentati interni all’Iran organizzati da Jundallah, organizzazione terrorista finanziata dalla NATO.

Tutto è stato comunque cambiato quando la rivista Foreign Policy –appartenente alla Brookings Institution - ha pubblicato sul suo sito, presentandola come integrale, una copia della lettera iraniana senza alcun riferimento alla richiesta riguardante l’undici settembre. A quel punto molti media hanno fatto marcia indietro ed hanno velocemente cambiato a loro volta la versione dei fatti. Una tale manipolazione è un sicuro segnale della preoccupazione dei custodi della versione del governo USA sugli eventi dell’ undici settembre.

La lettera autentica, della quale abbiamo pubblicato la versione integrale che ci ha rilasciato la presidenza iraniana, dice così:

“Eccellenze, ci aspettiamo da voi perlomeno una commissione d’inchiesta indipendente che sia credibile per i Paesi della regione, che svolga un’indagine completa sui colpevoli degli attacchi dell’undici settembre come scusa per attaccare il Medio Oriente, sulle intenzioni della NATO di una presenza militare in Afghanistan ed Iraq, sui metodi usati, e sul risultato della loro presenza e del loro impegno, i cui risultati siano presentati all’Assemblea Generale.”

Dopo alcune consultazioni con altri Stati membri dell’ONU, l’Iran ha deciso di riferire la faccenda al Segretario Generale ed è determinato a sottometterla direttamente al giudizio dell’Assemblea Generale, se il primo tentativo dovesse rivelarsi senza successo, come c’è da aspettarsi.

Nel 2002 Thierry Meyssan aveva persuaso la Lega Araba e il Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo ad intraprendere misure all’interno dell’ONU per fare piena luce sugli eventi dell’undici settembre, ma alla fine si erano tirati indietro sotto la pressione degli USA.

Fonte: http://www.voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article164980.html
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MessaggioInviato: 19/04/2010, 13:29 
Non se ne po' più ... [8)]



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Ultima modifica di Ufologo 555 il 19/04/2010, 13:46, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/04/2010, 14:07 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Non se ne po' più ... [8)]


Eh lo so..... ma sai.... a noi piace inseire
le notizie che vengono ignorate dai media.

Di topics interessanti, tuttavia, ce ne sono a iosa...
se questo non ti piace, ce ne faremo una ragione [;)]



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MessaggioInviato: 19/04/2010, 14:29 
La ragione me la sono fatta già l'11 Settembre ....[:D]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 19/04/2010, 14:30, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/04/2010, 20:34 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


L’IRAN COINVOLGE L’ONU SULL’ UNDICI SETTEMBRE
apr 18th, 2010

cut....



LOL! Che buffonata [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)]
[:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)]


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MessaggioInviato: 19/04/2010, 20:50 
[:17]



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MessaggioInviato: 20/04/2010, 01:31 
Cari miei...... ma quando tra una decina d'anni
i veri responsabili di questo atroce delitto verranno
processati, dove andrete a fare i buffoni?



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MessaggioInviato: 20/04/2010, 10:24 
Appunto, lo chiederò a te ...[8D]



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MessaggioInviato: 20/04/2010, 19:32 
Questo interessantissimo brano lo dedico a due cari amici del forum...
A Ufologo e a BlitzKrieg......... [:)]

Nella speranza che i loro paraocchi possano aprirsi un tantino e possano
far entrare ancora un pò di luce rispetto a quella che attualmente li illumina.....


Con affetto..... [^]





Tratto dal libro:

RIVELAZIONI NON AUTORIZZATE
Il sentiero occulto del potere

di Marco Pizzuti

(tratto da: http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... -Pizzuti-/ )

Capitolo X

IL CASO PEARL HARBOR

Riguardo allo storico attacco di Pearl Harbor, i libri di scuola, i film, i documentari e tutti i reportage storici allineati alle versioni ufficiali ci hanno raccontato solo una verità di comodo. Attraverso i canali d'informazione istituzionali è stato ripetuto fino alla nausea che nel 1941 un brutale attacco aereo giapponese a sorpresa annientò la flotta americana del Pacifico, lasciando sul campo migliaia di vittime innocenti. Tale versione dei fatti venne diramata dalla Casa Bianca allo scopo di scatenare l'indignazione del popolo americano. Da qui, a legittimare la sua chiamata al fronte come un dovere morale, il passo è stato molto breve.

Sono passati molti anni da quel drammatico 7 dicembre 1941, ma la storia continua a riemergere inquietante, come il cadavere di un omicidio che non vuole affondare. Le numerose inchieste pubbliche e private condotte su Pearl Harbor sembrano infatti avere raccolto ormai sufficiente materiale probatorio per ricostruire una volta per tutte il vero corso degli eventi in questione.

La censura della storia

II Giappone, contrariamente a quanto viene convenzionalmente accettato nella letteratura istituzionale didattica mondiale, venne deliberatamente provocato a reagire militarmente da Roosevelt (Gran Maestro massone del 33°) in tutti i modi possibili. Tale strategia d'azione fu definita nero su bianco nel riservatissimo piano McCollum, uno scottante documento che alcuni ricercatori sono riusciti a rendere di pubblico dominio.

Nel corso del tempo, inoltre, sono emerse numerose prove che dimostrano come i servizi dell'Intelligence americana riuscirono a decriptare tempestivamente tutti i piani dell'imminente attacco giapponese. La strage di Pearl Harbor, quindi, poteva essere evitata e con essa naturalmente anche la partecipazione dell'America alla guerra. A confermarlo, ci sono persino le testimonianze rese da alti ufficiali della marina americana (come quella dell'ammiraglio Husband Kimmel o del generale Richardson). Ed è proprio da questi ultimi infatti che è partita la "prima pietra dello scandalo". Le loro versioni sulla vicenda sono oggi disponibili in molte dettagliatissime pubblicazioni, a cominciare, da "// giorno dell'inganno" di Robert B. Stinnet (pluridecorato USA per il valore militare 1942-1946).

Le fonti delle informazioni che sono alla base delle accuse contro Roosevelt non sono costituite (come qualcuno potrebbe pensare) dalle malsane elucubrazioni di estremisti anti-americani, ma provengono direttamente dagli archivi militari USA o dagli stessi ufficiali della marina che prestarono servizio durante la guerra del Pacifico. La ragione di questa situazione per così dire "anomala" è in realtà molto semplice da spiegare. Il piano McCollum caldeggiato da Roosevelt ha rappresentato un crimine commesso contro tutte le nazioni che poi sono state chiamate alle armi. La prima vittima di questa tipologia di complotti è sempre stata il popolo, non da ultimo proprio quello americano, ammiragli compresi. Ecco perché tra i cosiddetti "anti-americani" che si oppongono alla versione ufficiale su Pearl Harbor compaiono anche i nomi "ingombranti" di autorevoli studiosi e testimoni a stelle e strisce. Molti di loro infatti compresero perfettamente che il vero nemico della pace non veniva dal lontano Pacifico, ma si annidava invece nella stessa America, tra i membri della Casa Bianca e gli abitanti dei lussuosi uffici di Wall Street.

Di conseguenza, le generiche accuse di antiamericanismo rivolte contro chiunque cerchi di portare a galla la verità su Pearl Harbor risultano essere veramente fuori luogo.

Viceversa, le prove contro il governo Roosevelt pesano come un macigno che nessun perito della commissione ufficiale d'inchiesta è riuscito a smuovere di un millimetro. La flotta USA avrebbe potuto tranquillamente essere messa in salvo, ma si fece l'esatto opposto, affinchè migliaia di soldati americani trovassero la morte sotto le bombe giapponesi, perché? La risposta è tanto chiara quanto scandalosa. Il vero obiettivo di Roosevelt era quello di creare il roboante casus belli di cui avevano bisogno i poteri forti per coinvolgere la nazione americana nel conflitto. E dallo stesso momento in cui venne deciso che le navi da guerra USA con tutto il loro carico umano sarebbero servite da esca, la base di Pearl Harbor venne deputata a questa funzione sacrificale. Quello che accadde dopo fu solo la cronaca di una strage annunciata...

Il Giappone quindi non solo si trovò a dover sopportare le gravi azioni di provocazione messe in atto con il piano McCollum, ma venne anche "indotto in tentazione" dallo stesso Roosevelt che "suggeriva" ai generali nipponici la soluzione della crisi con un colpo di mano. Come? Semplicemente "porgendo il fianco" della sua flotta al nemico. Le navi da guerra americane infatti vennero costantemente mantenute in zona di pericolo per ordine diretto del presidente. Il comando giapponese fu così spinto a credere di dover approfittare di un'occasione irripetibile per cercare di vincere una guerra ormai inevitabile contro il gigante americano. Ma cadde solo nella trappola...

Una regia occulta

Come verrà illustrato nel prosieguo, dietro le dinamiche degli eventi bellici è sempre possibile intravedere l'ombra cupa dei poteri forti, una realtà che emerge sconcertante tutte le volte che si effettuano dei reali approfondimenti. Raramente se ne parla in modo aperto, ma sono loro a manipolare tanto il corso della storia quanto il mondo dell'informazione. Sono talmente potenti che possono permettersi il lusso di insabbiare tutti i loro crimini senza mai apparire come primi attori. Le grandi inchieste ufficiali troppo spesso servono solo a manipolare l'opinione pubblica, mentre nello stesso tempo le fonti d'informazione non controllate (come le piccole case editrici o i siti internet) vengono demonizzate e messe alla berlina nel circolo mediatico di più larga diffusione.

Com'è cambiata l'America dopo Pearl Harbor

Prima del fatidico 7 dicembre 1941, l'ottantotto per cento della popolazione americana (sondaggio realizzato in America nel settembre 1940) era contraria a mandare i propri figli a morire per una guerra lontana e il signor Roosevelt, proprio come il signor Wilson, venne eletto presidente grazie alla promessa che non avrebbe mai trascinato la nazione in un conflitto. Ecco infatti cosa dichiarò pubblicamente ai suoi elettori:

"...e mentre sto parlando a voi, madri e padri, vi do un'altra assicurazione. L'ho già detto altre volte, ma lo ripeterò all'infinito. I vostri ragazzi non verranno mandati a combattere nessuna guerra straniera...".

Ma nonostante queste dichiarazioni d'intenti volte solo ad accattivarsi il consenso di un'America pacifista, il procurato attacco giapponese e il conseguente bagno di sangue di Pearl Harbor provocarono un'ondata emotiva tale che l'opinione pubblica americana mutò repentinamente atteggiamento, optando, come cinicamente previsto, a favore dell'intervento militare. In sostanza, senza un episodio come quello di Pearl Harbor l'amministrazione americana non avrebbe mai potuto trascinare il Paese in guerra e il presidente Roosevelt avrebbe dovuto "suo malgrado" mantenere le promesse fatte alla nazione.

Il piano McCollum

Grazie al Freedom of Information Act promosso dal parlamentare USA John Moss, molti ricercatori indipendenti hanno potuto trovare accesso ad uno straordinario numero di documenti sulla guerra del Pacifico. Dallo studio accurato di questi è poi emersa tutta la verità sconcertante;

Si viene così a sapere che già il 7 ottobre del 1940, nel quartier generale della Marina di Washington, circolò un bollettino destinato a compromettere per sempre l’amministrazione Roosevelt nella premeditazione della guerra. Il dispaccio proveniva dall’ufficio dei servizi informativi ed era indirizzato a due dei più fidati consiglieri del Presidente, i capitani della Marina Walter S. Anderson e Dudley W. Knox. Al suo interno recava la sottoscrizione in calce del capitano di corvetta Arthur H. McCollum, un militare esperto dei costumi del “sol levante”. Quest’ultimo infatti, aveva trascorso diversi anni della sua vita in Giappone e ne conosceva perfettamente la cultura. Si poneva quindi come l’uomo adatto per studiare una strategia di provocazione.

McCollum elaborò così un piano che prevedeva otto diverse modalità d’azione per ingaggiare una guerra con il Giappone. Il documento si componeva di cinque pagine e in esso si faceva esplicito riferimento alla creazione di quelle condizioni che avrebbero costretto i giapponesi ad una reazione armata contro gli USA.

Una volta che questa si fosse verificata, la nazione americana si sarebbe ritrovata automaticamente impelagata nell’intero conflitto mondiale. Proprio ciò che volevano gli oscuri signori della guerra in doppiopetto e bombetta. La stipula del famoso patto tripartito (siglato a Berlino il 27 Settembre 1940), garantiva infatti alle forze dell’asse (Germania, Italia, Giappone) mutuo soccorso reciproco durante tutto il conflitto.

Le operazioni da seguire per raggiungere questo obiettivo sono qui di seguito sinteticamente elencate:

1. Accordarsi con la Gran Bretagna per l’utilizzo delle basi inglesi nel Pacifico, soprattutto Singapore.

2. Accordarsi con l’Olanda per utilizzare le attrezzature della base e poter ottenere provviste nelle Indie orientali olandesi (l’attuale Indonesia).

3. Fornire tutto l’aiuto possibile al governo cinese di Chiang Kai-Shek.

4. Inviare in Oriente, nelle Filippine o Singapore, una divisione di incrociatori pesanti a lungo raggio.

5. Spostare le due divisioni di sottomarini in Oriente.

6. Tenere la flotta principale degli Stati Uniti, attualmente nel Pacifico, nei pressi delle isole Hawaii.

7. Insistere con gli olandesi affinché rifiutino di garantire al Giappone le richieste per concessioni economiche non dovute, soprattutto riguardo al petrolio.

8. Dichiarare l’embargo per tutti i commerci con il Giappone, parallelamente all’embargo dell’impero Britannico.

- Il bollettino McCollum delle otto azioni è stato scoperto da Robert B. Stinnet t il 24 gennaio 1995 nella scatola n.6 di una speciale raccolta della Marina degli Stati Uniti, RG 38, Modern Military Record Branch degli Archives II.




(cut)

Capitolo XI

11 SETTEMBRE 2001

Come noto, la storia è sempre meno apprezzata dalle nuove generazioni che hanno come propri idoli i personaggi promossi dal circo mediatico, ovvero veline e calciatori. Pertanto è normale che il caso Pearl Harbour sia passato per così dire "in cavalleria", mentre non può dirsi altrettanto per la versione ufficiale dell'11 settembre. Grazie infatti a un roboante martellamento mediatico quasi quotidiano, le Torri gemelle e il fantomatico genio del male, Bin Laden, sono ormai parte integrante delle poche nozioni di storia contemporanea assorbite in maniera indelebile dall'uomo medio. Bisogna quindi riconoscere che mai prima d'ora le istituzioni del cosiddetto mondo occidentale si erano tanto prodigate "nell'accrescere il livello culturale" della popolazione. Il problema però è che la ricostruzione ufficiale non collima affatto con il reale corso degli eventi, e le spiegazioni fornite a riguardo dalla Casa Bianca a ben vedere fanno acqua da tutte le parti, compreso il presunto movente dei terroristi arabi... Il tam tam mediatico pertanto non può che essere definito mera propaganda; meglio quindi tornarci sopra e capire perché.

Un'importante premessa

Quando si indaga su un crimine, uno dei principali criteri seguiti dagli inquirenti per trovare il colpevole risiede nell'individuazione del soggetto che poteva trarre il maggior vantaggio dal reato. Si cerca il cosiddetto movente, e quindi chi poteva trarre beneficio dal crimine, un concetto che gli antichi latini sintetizzarono in una semplice domanda: cui prodest? (a chi conviene?).

La versione ufficiale individua il movente nel fanatismo criminale del cosiddetto fondamentalismo islamico, il quale avrebbe intenzione di distruggere il mondo occidentale per appagare deliranti dogmi di fede. La versione censurata dai mass-media, invece, come movente degli attentati chiama in causa gli enormi interessi economici dei monopoli energetici (il petrolio iracheno, per esempio, costituisce la seconda fonte di approvvigionamento mondiale per quantità e la prima per qualità, in quanto non richiede alcun sofisticato processo di raffinazione) e l'instaurazione di un nuovo ordine mondiale politico, in cui vengono enormemente limitate le libertà dei cittadini per conferire viceversa un immenso potere di controllo e di coercizione ai governi dei Paesi occidentali.

Cos'è cambiato

Vediamo poi come sono cambiati l'America e il mondo a seguito dell'11 settembre, cominciando tale tipo di verifica con l'ignorare volontariamente (per il momento) la controversia sulla dinamica degli eventi, analizzandone invece solo le oggettive conseguenze. Dopo l'11 settembre il governo USA presieduto da Bush ha approvato (era il 26 ottobre 2001) un provvedimento che calpesta di fatto tutti i principi base del diritto internazionale e della libertà individuale. Il Patriot Act1 infatti non solo ha introdotto il concetto criminale di guerra preventiva contro le altre nazioni, in barba a qualsiasi rispetto democratico della sovranità nazio¬nale, ma ha anche ristretto drammaticamente la privacy e le libertà individuali del cittadino. Solo per fare un esempio sull'attuale situazione giuridica internazionale, è come se venisse consentito alla polizia di arrestare le persone secondo un proprio criterio discrezionale e insindacabile di pericolosità, addirittura prima che il soggetto incriminato abbia posto in essere alcun reato.

Il Patriot Act, quindi, dal punto di vista giuridico è perfettamente assimilabile agli atti normativi in vigore nella Germania nazista. Con esso l'amministrazione Bush si è arrogata il diritto esclusivo e unilaterale di attaccare militarmente qualsiasi altro Paese ritenuto pericoloso dai suoi servizi segreti. Esattamente com'è successo dopo l’11 settembre per l'Iraq, un paese accusato di detenere "illegittimamente" armi di distruzioni di massa che in realtà non vennero mai trovate.

La conseguenza è che la popolazione irachena sta ancora pagando sulla sua propria pelle e con il proprio petrolio (vero motivo dell'occupazione) una guerra d'invasione e di repressione che trova la sua unica ragione formale in informazioni poi rivelatesi false. Una guerra infame e scandalosa, che ha permesso ai cosiddetti regimi "buoni" (Bush nei suoi discorsi alla Goebbels ha diviso il mondo tra paladini del bene e apostoli del male) di istituire carceri speciali come quelli di Guantanamo, dove le violazioni dei diritti umani sono praticamente all'ordine del giorno. Uno stato di cose che lo stesso Bush ha definito nei suoi discorsi "permanente" (e quindi irreversibile) a causa di una presunta infinita lotta al terrorismo islamico. Insomma, è un dato di fatto che il terrorismo, vero o presunto che sia, giova ai regimi dispotici e autoritari, che possono così "legittimare" davanti al popolo sia gravi giri di vite intorno alle libertà del cittadino che l'espansione via via incontrollabile del proprio potere.

Il Patriot Act per uno stato di polizia

II Patriot Act è in sostanza una legge liberticida, che riduce gravemente le garanzie giudiziarie e le cosiddette libertà inviolabili dell'uomo (la libertà di espressione, di circolazione ecc), con limitazioni che vanno a favore dei servizi segreti e della lobby di potere che li controlla. Tale declino dei valori democratici in direzione dei regimi dispotici tipici delle dittature non sarebbe mai stato possibile senza l'11 settembre. Il 26 ottobre del 2001, a un mese e mezzo dagli attentati, a New York il presidente Bush autorizzava con la sua firma una delle più controverse leggi statunitensi, la "USA Patriot Act" (Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Ter-rorism Act), come prima mossa di quella campagna contro il terrorismo internazionale che è poi diventata il motivo conduttore di tutta la politica statunitense.

La legge in questione ha fornito all'amministrazione un complesso e completo quadro normativo in grado di sostenere i suoi piani di militarizzazione, garantendo ampio spazio di manovra a dispetto delle tanto sbandierate "libertà civili" esistenti nel Paese "più democratico" del mondo. (capisci Ufologo?)

Il Patriot Act, pur se nato come legge di emergenza, è in realtà destinato a rimanere legge ordinaria per il popolo. Ma senza la tesi ufficiale sul terrorismo tali norme sarebbero subito apparse per ciò che sono, un colpo di stato contro la democrazia. Tra i tanti abusi previsti e consentiti dalla legge a danno del cittadino figura anche la possibilità di controllare, senza l'autorizzazione di un magistrato, i libri richiesti da una persona in una biblioteca, quelli comprati in una libreria, nonché i suoi dati medici e fiscali. In altri termini il "legittimo fine" della lotta al terrorismo viene perseguito con tutti i "mezzi" a disposizione.
Si è trattato comunque solo del primo provvedimento legislativo di una lunga serie. Nel corso degli anni successivi, infatti, l'amministrazione americana ha continuato a erodere spazi di libertà alla società civile; a questo proposito possiamo citare la "Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act" del 2004 e tutta una serie di "piccoli aggiustamenti" nel settore dei servizi segreti, che sono culminati con la creazione di un "super-servizio segreto". Grazie all'ondata emotiva scatenata dagli attentati e all'inevitabile confusione sull'accaduto è stata innanzitutto aperta, grazie al Patriot Act, una breccia importante nella sfera delle libertà individuali; in seguito tale opera è stata completata procedendo a piccoli passi apparentemente indipendenti tra loro. In questo modo si è potuto realizzare un progetto politico globale unico senza che la nazione si accorgesse che era tale sin dall'inizio.
Dal punto di vista internazionale, poi, il Patriot Act ha attribuito all'amministrazione USA il diritto esclusivo di aggressione preventiva sugli altri stati, infrangendo spudoratamente il principio civile secondo cui tutti gli stati vengono riconosciuti come soggetti giuridici uguali.

Dal 26 ottobre 2001 sembra proprio che chi governa il popolo americano sia di fatto l'unico al mondo a poter disporre ufficialmente di maggiori diritti rispetto a tutti gli altri capi di stato. In tal modo, dal punto di vista giuridico è stata creata una intollerabile anomalia che può trovare una reale giustificazione solo nell'enorme potenziale militare USA e nell'uso intimidatorio della forza che ne può fare il suo governo. È un po' come se lo studente più forte di una classe pretendesse di poter punire a pugni chiunque secondo lui abbia lasciato intendere un atteggiamento ostile... In tal caso, infatti, agli altri studenti non rimarrebbe che dover sperare nella buona fede del loro compagno più forte, esattamente come noi dobbiamo credere nostro malgrado e contro ogni evidenza alla versione ufficiale di Bush.




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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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