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Il mistero dell’antica rete di tunnel sotterranei
che collega la Scozia alla Turchia


Immagine

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... olleg.html
http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/ ... urkey.html

Gli archeologi hanno scoperto in Baviera migliaia di tunnel sotterranei dell'Età della Pietra che si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia, lasciando i ricercatori perplessi sulla loro funzione originaria.

Furono utilizzati come tombe, come spazi rituali o come nascondigli per difendersi dai predoni? Gli archeologi stanno iniziando a esplorare le volte sotterranee per svelare i segreti degli enigmatici tunnel.

Il ricercatore tedesco Heinrich Kusch sostiene che la vasta rete di gallerie scavata dagli uomini della pietra congiunge centinaia di insediamenti neolitici sparsi in tutta Europa e il fatto che così tanti tunnel sono sopravvissuti 12 mila anni, indica che la rete originaria deve essere stata immensa.

“Solo in Germania abbiamo trovato 700 metri di questa rete di tunnel sotterranei”, spiega Kusch al Daily Mail (http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/ ... urkey.html). “In Austria abbiamo trovati altri 350 metri. I tunnel di tutta Europa potrebbero essere migliaia. Si tratta di cavità ampie solo 70 centimetri, appena sufficienti a permettere il passaggio di una persona. I tunnel sono intervallati da piccole camere di stoccaggio e posti a sedere”.

La scoperta del dedalo di gallerie è avvenuta grazie ad una mucca! Beate Greithanner, una produttrice di latte di Glonn, una cittadina vicino Monaco, si trovava a pascolare i suoi bovini sui prati rigogliosi della Doblerg, una collina in Baviera circondata da altissime cime montuose innevate. Improvvisamente, un cratere si aprì sotto una delle sue mucche, inghiottendo l'animale fino ai fianchi.

Il giorno dopo l'incidente, il marito di Beate esaminò il buco. Era strano, così infilo la testa dentro per scrutarne l'interno. L'uomo pensava di aver trovato il nascondiglio per una sorta di tesoro. Mentre si calava nel buco per indagare ulteriormente, si rese conto di trovarsi in un tunnel stretto e umido che scendeva verso il basso.

Da quel momento, i Greithanner si sono resi conto che la loro proprietà insiste su un labirinto di tunnel, conosciuto come 'Erdstall', termine che nella tradizione popolare indicava la dimora dei 'goblin'.

Di lì a poco, numerosi geologi si sono presentati nella proprietà dei Greithanner, determinati ad andare a fondo del mistero. Tre membri di un team denominato 'Gruppo di lavoro per la Erdstall Research' hanno trovato all'interno del tunnel un pezzo di legno, reperto utilissimo per determinare l'età del tunnel.

Un altro gruppo proveniente dall'Ufficio di Stato per la Conservazione Storica della Germania ha delimitato il sito con il nastro colorato. Poi ha effettuato una scansione con un radar di terra scoprendo che la galleria è crollata sul retro, cercando di capire le sue dimensioni reali. Secondo quanto riportato dallo Spiegel (http://www.spiegel.de/international/zei ... 75348.html), è la prima volta che un ente archeologico tedesco mostra interesse per un fenomeno antico estremamente insolito.

Ma a cosa servivano questi tunnel?

Labirinti sotterranei simili a quelli trovati in Germania sono stati rinvenuti in tutta Europa, dall'Ungheria alla Spagna, ma nessuno è in grado di spiegare il motivo per cui sono stati costruiti.

Molte gallerie sono collegate ad antichi siti neolitici. Gli imbocchi dei tunnel a volte si trovano nelle cucine di antiche case coloniche, nei pressi di chiese o cimiteri, o nel bel mezzo delle foresta. L'atmosfera al loro interno è buia e opprimente, tanto quanto lo sarebbe la tana di un animale.

I tunnel certamente non potevano avere uno scopo pratico, come abitazioni o per conservare i cibi, se non altro per quanto siano stretti in alcuni punti. Inoltre, la mancanza di escrementi animali fa escludere che possano essere stati utilizzati come ricovero per il bestiame.

Fino a poco tempo fa, le cavità sono state esplorate solo da archeologi dilettanti. Il pioniere delle esplorazioni di Erstall è Lambert Karner (1841-1909), un sacerdote. Secondo i suoi diari, si trascinò all0interno dei tunnel 400 volte, illuminando i luoghi solo con la tremolante luce di una candela, annotando 'strani passaggi tortuosi' attraverso i quali è possibile passare solo strisciando come un verme.

Alcuni esperti ritengono che la rete di gallerie era un modo escogitato dagli antichi per proteggersi dai predoni, altri invece credono che i tunnel venissero usati come le autostrade moderne, in modo che le persone potessero viaggiare in maniera sicura, indipendentemente da guerre o epidemie. In alcuni casi, i ricercatori credono che la rete di gallerie sia l'accesso ad un mondo sotterraneo più vasto ancora da scoprire.

Ad ogni modo, stupisce che uomini dell'età della pietra possano aver scavato una rete così vasta di tunnel sotto l'Europa. Sebbene l'archeologia lascia credere che gli uomini di quell'epoca fossero estremamente primitivi, incredibili scoperte, come il tempio di Gobekli Tepe antico di 12 mila anni, le Piramidi di Egitto e altre strutture come Stonehenge, mostrano che i nostri antenati era in possesso di conoscenze astronomiche e tecnologiche molto più avanzate di quanto si sia creduto fino ad oggi.

La scoperta della vasta rete di cunicoli sotterranei mostra che l'uomo dell'Età della Pietra non passava le sue giornate solo cacciando animali e raccogliendo bacche, ma si dedicava ad opere di ingegneria che richiedevano ingenti risorse intellettuali e progettuali. Tuttavia, il vero scopo dei tunnel rimane un mistero.

Città sotterranee: miti e realtà

Da secoli si raccontano storie di grotte e tunnel nelle profondità della terra, passaggi sotterranei che conducono a regni di demoni e mostri. È possibile che queste leggende nascondano una sorprendente verità? Forse ci sono davvero luoghi misteriosi e inspiegabili sotto i nostri piedi, luoghi le cui origini potrebbero non essere di questo mondo.

Strutture sotterranee, e persino intere città, sono sempre state narrate nella maggior parte dei miti e delle religioni del mondo. Alcune di esse sono state scoperte, altre, invece, sono ancora descritte solo nei libri sacri dell'umanità. Si narra di reti sotterranee che collegano luoghi diversi del pianeta e che talvolta si estendono per migliaia di chilometri, attraversando interi paesi.

Secondo le tradizioni, questi siti sotterranei erano per lo più accessi al mondo sotterraneo. Sebbene nella considerazione contemporanea gli 'inferi' siano considerati come un luogo immaginario o spirituale nel quale esistono entità malvagie, le tradizioni religiose li consideravano un luogo geografico concreto realmente esistente.

Non sempre il mondo sotterraneo viene considerano come la meta della punizione di coloro che in vita si sono comportati male, ma come un luogo con ingressi fisici, guardie ed edifici, che pochi mortali hanno potuto visitare.

Uno delle città sotterranee più famose è Agartha, luogo leggendario che dovrebbe trovarsi al centro della Terra. Nella leggenda nata in Asia centrale, Agartha viene descritta come un vasto complesso di grotte abitato dagli 'Asura', una progenie di demoni malvagi nemici degli Dei.

Nella mitologia indù si tramanda di una razza chiamata 'Naga', creature intelligenti dall'aspetto serpiforme e dal volto umano, i quali vivono all'interno di grotte sotterranee. Queste creature vengono descritte come 'figli degli Dei', immortali e capaci di volare.

Nella mitologia Maya si parla della città sotterranea di Xibalba, 'la terra dove il sole va giù' e che è abitata da 'eroi e divinità'. L'ingresso a questo mondo si pensa essere in Guatemala e la descrizione delle strutture della città e dei suoi abitanti è descritto nel libro 'Popol Vuh'.

Nell'antico Egitto si faceva riferimento ad un immenso tempio sotterraneo, composto da più di 3 mila stanze, piene di dipinti e geroglifici, un labirinto perduto ancora da trovare.

In Grecia, abbiamo il mito degli 'inferi' (dato poi acquisito anche dal cristianesimo, con un significato differente), un regno in cui vivevano divinità ed eroi. Plutone era il Dio degli Inferi, luogo diviso in diversi settori, tra cui l'Elysium e il Tartaro.

In ultimo, è importante considerare la misteriosa città di Derinkuyu (http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... docia.html) scoperta nel 1963. Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l'aria anche ai livelli più profondi. Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20.000 persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame.

Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri.



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 24/06/2013, 00:42 
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La visione di René Guénon sul fantastico regno perduto dell'Agarttha

Secondo alcuni autori esoterici come Saint-Yves d'Alveydre (Mission de l'Inde, 1910) e Ferdinand Ossendowski (Bêtes, Hommes et Dieux, 1921), esisterebbe un regno sotterraneo, ubicato indicativamente nell'interno dell'Asia centrale, abitato da non ben identificati esseri umani, o forse da una stirpe parallela a noi umani, che sarebbe depositario del sapere originario del mondo.

Questo regno, denominato Agarttha (l'inviolabile), avrebbe come capitale la città di Shamballa e avrebbe come re Brahmatma (o Re del Mondo), assistito da due viceré: Mahatma e Mahanga.

La tradizione dell'Agarttha risalirebbe principalmente alla filosofia del buddismo tibetano, ma i suoi echi si ritroverebbero anche in altre religioni asiatiche.

Anche l'occultista Helena Blavatsky (1831-1891), aveva indicato nell'Agarttha il regno originale, dove sarebbero nascoste le tradizioni millenarie dalla creazione del mondo fino a noi. Il re Brahmatma sarebbe pertanto il depositario del sapere supremo, intermediario tra Dio e gli esseri umani.

Colui che più cercò da un punto di vista fisico la misteriosa Agarttha fu l'esoterico armeno G. I. Gurdjieff (1866-1949).

Nel 1885, all'età di soli 19 anni, Gurdjieff era già a Costantinopoli, approfondendo le sue conoscenze sul sufismo. Quindi lo troviamo in Medio Oriente, studiando il cristianesimo esoterico, e la tradizione degli Esseni.

Dal 1887 al 1907 Gurdjieff viaggiò ininterrottamente attraverso l'Egitto, l'Irak e l'Asia Centrale. Faceva parte di un gruppo di persone che si autodenominavano "i cercatori della verità".

Sembra che intorno al 1900 riuscì a venire in contatto con alcuni monaci facenti parte della "Confraternita Sarmoung", in un monastero ubicato nelle montagne dell'Hindu Kush, nell'Afganistan settentrionale.

Nel 1907 lo si ritrova a Taskent, dove prestò servizio in un ospedale, curando tossicodipendenti e alcolisti.

Ma cosa era realmente la "Confraternita Sarmoung"?

Secondo alcune tradizioni antiche, i monaci appartenenti a detta congrega avrebbero posseduto conoscenze anteriori al diluvio universale.

Ecco quindi che avrebbero assunto la funzione dell'Arca, (con il simbolismo dell'arcobaleno), ovvero di traghettare, trasportare il mistero della nostra origine attraverso il diluvio e altri sconvolgimenti che sono accaduti nel corso dei secoli.

Il fatto che la capitale di Agarttha, Shamballa, sia, secondo alcune tradizioni, ubicata nelle viscere della catena montuosa dell'Hindu Kush, (secondi altre tesi sarebbe ubicata nel sottosuolo del deserto dei Gobi), fa pensare che Gurdjieff avesse come suo obiettivo non solo quello di approfondire le conoscenze della "Confraternita Sarmoung", ma anche quello di introdursi nel leggendario regno di Agarttha.

Non sappiamo se ci riuscì.

In ogni caso in seguito si dirigerà a Mosca e poi in Francia, dove iniziò ad elaborare i suoi insegnamenti, volti al raggiungimento dell'armonia, che lui individuava come "Quarta via".

L'approccio del filosofo francese René Guénon (1886-1951) al concetto di Agarttha è diverso.

Innanzitutto Guénon indica che le tradizioni relative ad un ipotetico regno sotterraneo si ritrovano in vari popoli della Terra. Secondo lui queste tradizioni sono da ricollegarsi al "simbolismo della caverna" e quindi a quello del Cuore, che per antonomasia è il ricettacolo del sangue, il centro dell'Essere Umano e dell'Universo.

Fa notare Guénon che anche nella tradizione ebraica vi è l'indicazione di una misteriosa città detta "Luce" (Genesi XXVIII, 19). Vicino all'entrata per la città sotterranea "Luce" vi è un albero, che simboleggia la Vita e la Conoscenza, come i due alberi del Giardino.

Per Guénon il titolo di "Re del Mondo", fa risalire a tradizioni vediche con Manu, il legislatore primordiale, ma anche a miti degli antichi Egizi con Menés o dei Greci con Minos.

Questo titolo, per il filosofo francese non designa una persona o entità reale, ma indica un principio, che fa da tramite, tra il mondo del trascendente e il mondo materiale. A tale proposito ricordiamo il titolo di "pontefice" o "costruttore di ponti", seguendo un termine prettamente massonico, che indica colui che media tra il mondo soprasensibile e quello materiale.

Inoltre Guénon fa notare che, c'è stata nel medio-evo la ricerca di un regno puro da un punto di vista cristiano, dove le tradizioni originali erano mantenute intatte: era la ricerca del leggendario regno del Prete Gianni, ubicato a volte proprio nell'Asia Centrale altre volte presso l'attuale Etiopia.

L'attento studio di René Guénon delle tradizioni e delle simbologie dell'Asia Centrale porta ad individuare le tre entità che guidano l'Agarttha: Brahmatma, Mahatma e Mahanga.

Per Guénon essi non sono altro che i Re Magi del Vangelo, e anche Saint-Yves d'Alveydre stesso dice che i Re Magi venivano da Agarttha.

Ecco quindi che Mahanga offre l'oro a Cristo e lo saluta come Re; il Mahatma, gli offre l'incenso e lo indica come Sacerdote; il Brahmatma offre a Cristo la mirra (che richiama all'incorruttibilità o il soma vedico) e lo saluta come Maestro Spirituale.

Ecco che inizia a delinearsi la chiave del pensiero di Guénon: per lui l'Agarttha è l'equivalente del Giardino nelle tradizioni vediche, ma anche induiste e buddiste.

Giardino o Centro del Mondo, e quindi "caverna", dove sono nascoste le tradizioni, Cuore.

Così come il Giardino è divenuto inaccessibile all'uomo, che si è macchiato del peccato, ecco che l'Agarttha è inaccessibile agli uomini, ma è lì che le tradizioni originali e il segreto della nostra origine e della nostra creazione sono mantenute intatte.

Tornando al titolo di "Re del Mondo", Guénon fa anche notare che nella tradizione ebraica, Melquisedek è considerato re e sacerdote allo stesso tempo.

Il suo nome significa "re della giustizia", ma è considerato anche come "re di Salem" ovvero "re della pace". Questi due attributi sono anche quelli del "Re del Mondo" ovvero di Brahmatma.

Guénon, con acuta saggezza, indica che Melquisedek riunisce le tre funzioni dei Re Magi in una sola: infatti lui è ricordato come Adoni-Tsedek, "Signore della Giustizia", Kohen-Tsedek, "Sacerdote della Giustizia" e infine Melki-Tsedek, "Re della Giustizia", e questi tre aspetti (che richiamano anche al concetto di Trinità), possono essere considerati come le funzioni di Brahmatma, Mahatma e Mahanga.

Il sincretista Guénon segnala che secondo le tradizioni tibetane l'Agarttha veniva denominato "Paradesha" all'inizio dell'era del Kali-Yuga. In sanscrito, Paradesha significa "regione suprema" o centro del mondo. Questa parola fu poi utilizzata dai Caldei (Pardes) e dagli Europei (Paradiso).

In ultima analisi per René Guénon l'Agarttha non è un luogo reale, ed è pertanto inutile andare a cercarlo. Vi sono però notevoli similitudini tra le varie religioni e correnti filosofiche che si riferiscono a centri spirituali, più o meno occulti e inaccessibili. Per Guénon l'unica spiegazione è che l'analogia tra queste differenti interpretazioni derivi dalle emanazioni di un antichissimo centro di culto e conoscenza primordiale, dal quale si sono poi sviluppate le differenti religioni.



http://www.antikitera.net/news.asp?id=12538&T=5


Ultima modifica di vimana131 il 24/06/2013, 00:43, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/07/2013, 19:03 
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Thethirdeye ha scritto:

Il mistero dell’antica rete di tunnel sotterranei
che collega la Scozia alla Turchia


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http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/ ... urkey.html

Gli archeologi hanno scoperto in Baviera migliaia di tunnel sotterranei dell'Età della Pietra che si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia, lasciando i ricercatori perplessi sulla loro funzione originaria.

Furono utilizzati come tombe, come spazi rituali o come nascondigli per difendersi dai predoni? Gli archeologi stanno iniziando a esplorare le volte sotterranee per svelare i segreti degli enigmatici tunnel.

Il ricercatore tedesco Heinrich Kusch sostiene che la vasta rete di gallerie scavata dagli uomini della pietra congiunge centinaia di insediamenti neolitici sparsi in tutta Europa e il fatto che così tanti tunnel sono sopravvissuti 12 mila anni, indica che la rete originaria deve essere stata immensa.

“Solo in Germania abbiamo trovato 700 metri di questa rete di tunnel sotterranei”, spiega Kusch al Daily Mail (http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/ ... urkey.html). “In Austria abbiamo trovati altri 350 metri. I tunnel di tutta Europa potrebbero essere migliaia. Si tratta di cavità ampie solo 70 centimetri, appena sufficienti a permettere il passaggio di una persona. I tunnel sono intervallati da piccole camere di stoccaggio e posti a sedere”.

La scoperta del dedalo di gallerie è avvenuta grazie ad una mucca! Beate Greithanner, una produttrice di latte di Glonn, una cittadina vicino Monaco, si trovava a pascolare i suoi bovini sui prati rigogliosi della Doblerg, una collina in Baviera circondata da altissime cime montuose innevate. Improvvisamente, un cratere si aprì sotto una delle sue mucche, inghiottendo l'animale fino ai fianchi.

Il giorno dopo l'incidente, il marito di Beate esaminò il buco. Era strano, così infilo la testa dentro per scrutarne l'interno. L'uomo pensava di aver trovato il nascondiglio per una sorta di tesoro. Mentre si calava nel buco per indagare ulteriormente, si rese conto di trovarsi in un tunnel stretto e umido che scendeva verso il basso.

Da quel momento, i Greithanner si sono resi conto che la loro proprietà insiste su un labirinto di tunnel, conosciuto come 'Erdstall', termine che nella tradizione popolare indicava la dimora dei 'goblin'.

Di lì a poco, numerosi geologi si sono presentati nella proprietà dei Greithanner, determinati ad andare a fondo del mistero. Tre membri di un team denominato 'Gruppo di lavoro per la Erdstall Research' hanno trovato all'interno del tunnel un pezzo di legno, reperto utilissimo per determinare l'età del tunnel.

Un altro gruppo proveniente dall'Ufficio di Stato per la Conservazione Storica della Germania ha delimitato il sito con il nastro colorato. Poi ha effettuato una scansione con un radar di terra scoprendo che la galleria è crollata sul retro, cercando di capire le sue dimensioni reali. Secondo quanto riportato dallo Spiegel (http://www.spiegel.de/international/zei ... 75348.html), è la prima volta che un ente archeologico tedesco mostra interesse per un fenomeno antico estremamente insolito.

Ma a cosa servivano questi tunnel?

Labirinti sotterranei simili a quelli trovati in Germania sono stati rinvenuti in tutta Europa, dall'Ungheria alla Spagna, ma nessuno è in grado di spiegare il motivo per cui sono stati costruiti.

Molte gallerie sono collegate ad antichi siti neolitici. Gli imbocchi dei tunnel a volte si trovano nelle cucine di antiche case coloniche, nei pressi di chiese o cimiteri, o nel bel mezzo delle foresta. L'atmosfera al loro interno è buia e opprimente, tanto quanto lo sarebbe la tana di un animale.

I tunnel certamente non potevano avere uno scopo pratico, come abitazioni o per conservare i cibi, se non altro per quanto siano stretti in alcuni punti. Inoltre, la mancanza di escrementi animali fa escludere che possano essere stati utilizzati come ricovero per il bestiame.

Fino a poco tempo fa, le cavità sono state esplorate solo da archeologi dilettanti. Il pioniere delle esplorazioni di Erstall è Lambert Karner (1841-1909), un sacerdote. Secondo i suoi diari, si trascinò all0interno dei tunnel 400 volte, illuminando i luoghi solo con la tremolante luce di una candela, annotando 'strani passaggi tortuosi' attraverso i quali è possibile passare solo strisciando come un verme.

Alcuni esperti ritengono che la rete di gallerie era un modo escogitato dagli antichi per proteggersi dai predoni, altri invece credono che i tunnel venissero usati come le autostrade moderne, in modo che le persone potessero viaggiare in maniera sicura, indipendentemente da guerre o epidemie. In alcuni casi, i ricercatori credono che la rete di gallerie sia l'accesso ad un mondo sotterraneo più vasto ancora da scoprire.

Ad ogni modo, stupisce che uomini dell'età della pietra possano aver scavato una rete così vasta di tunnel sotto l'Europa. Sebbene l'archeologia lascia credere che gli uomini di quell'epoca fossero estremamente primitivi, incredibili scoperte, come il tempio di Gobekli Tepe antico di 12 mila anni, le Piramidi di Egitto e altre strutture come Stonehenge, mostrano che i nostri antenati era in possesso di conoscenze astronomiche e tecnologiche molto più avanzate di quanto si sia creduto fino ad oggi.

La scoperta della vasta rete di cunicoli sotterranei mostra che l'uomo dell'Età della Pietra non passava le sue giornate solo cacciando animali e raccogliendo bacche, ma si dedicava ad opere di ingegneria che richiedevano ingenti risorse intellettuali e progettuali. Tuttavia, il vero scopo dei tunnel rimane un mistero.

Città sotterranee: miti e realtà

Da secoli si raccontano storie di grotte e tunnel nelle profondità della terra, passaggi sotterranei che conducono a regni di demoni e mostri. È possibile che queste leggende nascondano una sorprendente verità? Forse ci sono davvero luoghi misteriosi e inspiegabili sotto i nostri piedi, luoghi le cui origini potrebbero non essere di questo mondo.

Strutture sotterranee, e persino intere città, sono sempre state narrate nella maggior parte dei miti e delle religioni del mondo. Alcune di esse sono state scoperte, altre, invece, sono ancora descritte solo nei libri sacri dell'umanità. Si narra di reti sotterranee che collegano luoghi diversi del pianeta e che talvolta si estendono per migliaia di chilometri, attraversando interi paesi.

Secondo le tradizioni, questi siti sotterranei erano per lo più accessi al mondo sotterraneo. Sebbene nella considerazione contemporanea gli 'inferi' siano considerati come un luogo immaginario o spirituale nel quale esistono entità malvagie, le tradizioni religiose li consideravano un luogo geografico concreto realmente esistente.

Non sempre il mondo sotterraneo viene considerano come la meta della punizione di coloro che in vita si sono comportati male, ma come un luogo con ingressi fisici, guardie ed edifici, che pochi mortali hanno potuto visitare.

Uno delle città sotterranee più famose è Agartha, luogo leggendario che dovrebbe trovarsi al centro della Terra. Nella leggenda nata in Asia centrale, Agartha viene descritta come un vasto complesso di grotte abitato dagli 'Asura', una progenie di demoni malvagi nemici degli Dei.

Nella mitologia indù si tramanda di una razza chiamata 'Naga', creature intelligenti dall'aspetto serpiforme e dal volto umano, i quali vivono all'interno di grotte sotterranee. Queste creature vengono descritte come 'figli degli Dei', immortali e capaci di volare.

Nella mitologia Maya si parla della città sotterranea di Xibalba, 'la terra dove il sole va giù' e che è abitata da 'eroi e divinità'. L'ingresso a questo mondo si pensa essere in Guatemala e la descrizione delle strutture della città e dei suoi abitanti è descritto nel libro 'Popol Vuh'.

Nell'antico Egitto si faceva riferimento ad un immenso tempio sotterraneo, composto da più di 3 mila stanze, piene di dipinti e geroglifici, un labirinto perduto ancora da trovare.

In Grecia, abbiamo il mito degli 'inferi' (dato poi acquisito anche dal cristianesimo, con un significato differente), un regno in cui vivevano divinità ed eroi. Plutone era il Dio degli Inferi, luogo diviso in diversi settori, tra cui l'Elysium e il Tartaro.

In ultimo, è importante considerare la misteriosa città di Derinkuyu (http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... docia.html) scoperta nel 1963. Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l'aria anche ai livelli più profondi. Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20.000 persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame.

Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri.



Molto interessante la questione.... finalmente qualche dato reale su cui si possa lavorare riguardo i regni sotterranei...
Una cosa in particolare mi ha colpito: il fatto che questi tunnel siano in grande così stretti da risultare disagevoli per le persone di statura normale.... si può pensare che siano state costruite da e per popolazioni neolitiche che fossero molto più basse.
Forse davvero "il Piccolo Popolo", i Nani delle antiche leggende di cui sono piene le leggende di gran parte d'Europa....
E un'altra cosa bisogna dire: un'ulteriore dimostrazione che, a parte le leggende degli Americani Nativi, i miti sui regni sotterranei hanno una matrice essenzialmente europea, non certo asiatica....


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Enkidu ha scritto:
Una cosa in particolare mi ha colpito: il fatto che questi tunnel siano in grande così stretti da risultare disagevoli per le persone di statura normale.... si può pensare che siano state costruite da e per popolazioni neolitiche che fossero molto più basse.
Forse davvero "il Piccolo Popolo", i Nani delle antiche leggende di cui sono piene le leggende di gran parte d'Europa....

Infatti questo è un elemento che fa riflettere.....

La mia domanda comunque rimane la stessa....
Perchè adoperarsi per un progetto come questo?

Voglio dire... questi tunnel si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia...
e con gli strumenti di cui potevano disporre...... è un lavoro che ha davvero dell'incredibile..... [8]



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Thethirdeye ha scritto:

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Enkidu ha scritto:
Una cosa in particolare mi ha colpito: il fatto che questi tunnel siano in grande così stretti da risultare disagevoli per le persone di statura normale.... si può pensare che siano state costruite da e per popolazioni neolitiche che fossero molto più basse.
Forse davvero "il Piccolo Popolo", i Nani delle antiche leggende di cui sono piene le leggende di gran parte d'Europa....

Infatti questo è un elemento che fa riflettere.....

La mia domanda comunque rimane la stessa....
Perchè adoperarsi per un progetto come questo?

Voglio dire... questi tunnel si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia...
e con gli strumenti di cui potevano disporre...... è un lavoro che ha davvero dell'incredibile..... [8]


Quello che vorrei sapere io inoltre è se ci sono alcuni di questi cunicoli anche qui in Italia, e dove.... e se tali cunicoli possono essere collegati ai nostri miti italici di regni sotterranei.....


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Enkidu ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

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Enkidu ha scritto:
Una cosa in particolare mi ha colpito: il fatto che questi tunnel siano in grande così stretti da risultare disagevoli per le persone di statura normale.... si può pensare che siano state costruite da e per popolazioni neolitiche che fossero molto più basse.
Forse davvero "il Piccolo Popolo", i Nani delle antiche leggende di cui sono piene le leggende di gran parte d'Europa....

Infatti questo è un elemento che fa riflettere.....

La mia domanda comunque rimane la stessa....
Perchè adoperarsi per un progetto come questo?

Voglio dire... questi tunnel si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia...
e con gli strumenti di cui potevano disporre...... è un lavoro che ha davvero dell'incredibile..... [8]


Quello che vorrei sapere io inoltre è se ci sono alcuni di questi cunicoli anche qui in Italia, e dove.... e se tali cunicoli possono essere collegati ai nostri miti italici di regni sotterranei.....

Secondo alcuni, ma non ho avuto modo di approfondire la cosa più di tanto,
uno di questi accessi si troverebbe sull'Isola Bisentina.

Il varco di accesso in Italia pare si troverebbe nel lago di Bolsena, il più grande lago europeo di origine vulcanica. Questo fu, non a caso, un luogo molto sacro al misterioso popolo degli Etruschi. Ci sono due isole che emergono dal lago, ed è nell’Isola Bisentina, che si celerebbe uno di questi misteriosi ingressi.


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MessaggioInviato: 10/07/2013, 00:59 
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Atlanticus81 ha scritto:
Helena Blavatsky in "La Dottrina Segreta" parla di un misterioso onnipresente personaggio citato nelle leggende orientali che "esercita la sua potestà spirituale sull'intero mondo. Siede sulla soglia di luce, egli vi guarda dentro dall'interno del cerchio di tenebre che non oltrepassa; né abbandonerà il suo posto fino all'ultimo giorno del ciclo della sua vita."

La scrittrice seguendo le indicazioni di un avventuriero italiano incontrato a Lima, effettuò un sopralluogo nei pressi del confine peruviano alla ricerca dell'accesso ad alcuni locali sotterranei ove si dice sia custodito il tesoro Inca. Poté così ammirare una roccia a perpendicolo con impressi dei segni che forniscono l'indicazione per scoprire il segreto ingresso dei sotterranei.

Pieni di mistero i racconti degli Apaches che parlano di gallerie attraverso le quali i loro avi fuggirono dai nemici e si rifugiarono nell'America Meridionale. Percorrendole si arriverebbe a Tiahuanaco in un viaggio lungo alcuni anni. Gallerie scavate "da esseri vicini alle stelle usando raggi che disgregano le rocce".

Secondo la scrittrice nei sotterranei a Cuzco ritrovò un sepolcro, una camera con due porte formate da lastroni che si spostano su perni e cardini opportunamente celati. Una serie di tunnel che si snodano sottoterra coprendo enormi distanze: seicento chilometri da Cuzco a Lima, mille quattrocento circa fino alla Bolivia. La rete piega successivamente verso la cordigliera e va a perdersi nel deserto di Atacama, un tempo fertile pianura e quindi i locali sotterranei proseguiranno oltre.

Ai lettori che non credono Madame Blavatsky accenna all'esistenza di una mappa conservata nella sede della Società Teosofica di Madras in India. Una carta ove sono segnalate con precisione le gallerie, il sepolcro, la camera del tesoro e le porte segrete.
Ma senza la collaborazione dei governi, per cercare di ridurre i numerosi ostacoli, primo quello del ricambio di aria nelle gallerie chiuse da secoli, oltre a quello reale dei banditi, sarebbe impossibile accedere alla camera del tesoro di Arica.

Al confine fra Perù e Bolivia tre picchi delle Ande formano un triangolo, in uno di questi monti esiste l'accesso segreto ai tunnel che dirigono verso nord; celato e protetto da uno dei lastroni menzionati prima. Impossibile trovarlo perché la chiusura è talmente precisa che si camuffa con le pietre della montagna; inutile qualsiasi tentativo per accedere al tesoro.

È la nota "Strada degli Inca", la più famosa galleria del Sud America a sud di Lima, che traversa Cuczo, Tiahuanaco e prosegue fino al deserto di Atacama.

Un vecchio quechua, che aveva visitato il tunnel, le disse che la zona era infestata da banditi e contrabbandieri, e solo perché aveva con loro buoni rapporti fu in grado di raggiungere i parenti a Santa Cruz di Quiché, passando dai sotterranei che conducono ad una misteriosa città situata sotto la Cordigliera. Qualunque bianco che vi metta piede sarà ucciso, disse il vecchio alla scrittrice.

Anche John Lloyd Stephens, avvocato che amava viaggiare alla ricerca delle vestigia Maya, cita la stessa galleria nel suo libro. Proprio a Santa Cruz del Quichè un prete gli parlò di una città sperduta al di là della vetta della Sierra, in una grande pianura, conosciuta dagli indios, ove viveva una razza straniera, sfuggita all'invasione spagnola rifugiandosi nella parte sotterranea della città.

Stephens riuscì a rinnovare l'interesse per il mondo sotterraneo tanto da spingere alcuni studiosi ad entrare in una galleria vicino a Santa Caterina. A grande profondità trovarono una città. Di questa città parlarono anche due proprietari terrieri del luogo che affermarono di aver camminato per tre giorni nei tunnel prima di trovare la metropoli illuminata e popolata. In questa regione si parla di una razza che vive sottoterra e di veicoli volanti che alcuni ritengono siano quei dischi volanti che appaiono nei nostri cieli.

Un gigantesco sistema di gallerie di sezione rettangolare o quadrata che presentano un soffitto rivestito con uno strato vetroso, pareti che sembrano smaltate, sicuramente opera dell'uomo, è stato visitato anche da Däniken nel triangolo compreso fra S.Antonio, Yaupi e Gualquiza, nella zona del Rio Santiago. Risalirebbero a migliaia di anni prima dell'avvento dell'impero Inca, ma ben conosciute da quel popolo.

Si stendono per migliaia di chilometri sotto il Perù e l'Equador. Al suo interno sembra sia difficile l'orientamento, anche la bussola non funziona, gira in continuazione. Däniken parla di schermature metalliche o sconosciute radiazioni, ma non riporta dati di eventuali misurazioni a riguardo. Vi sono molte ossa coperte di polvere dorata.

In una sala enorme, di centodieci metri per centotrenta, è stato rinvenuto un tavolo con sette "cubi" facenti le funzioni di sedie, tutti completamente d'oro. Su di essi vi sono raffigurati diversi animali: orsi scimmie, bisonti, elefanti, coccodrilli, cammelli, giaguari, serpenti, lupi, lumache, granchi.

Nella sala sono stati rinvenuti fogli d'oro poco più di un millimetro di spessore, tutti con incisioni.

Molti reperti si possono osservare nella raccolta di Padre Crespi a Cuenca, conosciuta anche come "museo dell’oro", ove spiccano un modello di velivolo dal muso uguale ai B52 americani e il "dio delle stelle" rappresentato con quattro dita alle mani e piedi. Lo scrittore ne segnala migliaia.

Sembra che gli oggetti ritrovati possano essere datati dal 90.000 al 40.000 a.C. Quello che vi sarebbe inciso è a dir poco scioccante, ma le autorità del luogo non hanno nessun interesse a prelevare e custodire il tutto.

Ferdinand Hossendowsky, geologo ed esploratore russo, scrive nel suo "Bestie, uomini e dei", pubblicato nel 1923: "Più di sessantamila anni fa un Santo scomparve nel sottosuolo con un'intera tribù e non riapparve mai più. Nessuno sa dove si trovi questo luogo. Il popolo sotterraneo ha raggiunto le vette della conoscenza. Oggi è un grande regno popolato da milioni di uomini, e il Re del Mondo è il loro sovrano. Egli conosce tutte le forze della natura, legge in tutte le anime umane e nel gran libro del loro destino. Egli governa non visto ottocento milioni di uomini sulla superficie della terra ed essi eseguono ogni suo ordine Questo regno è chiamato Agharti. Si sviluppa attraverso una rete planetaria di gallerie sotterranee. Ho udito un lama in Cina riferire che tutte le caverne d’America sono abitate dall'antico popolo scomparso nel sottosuolo. Nella cavità del sottosuolo esiste una luce particolare che provoca la crescita di vegetali e dona una lunga vita."

Secondo Roerich "Come un diamante risplende la luce sulla Torre di Shamballa. Lì risiede, il re del Mondo infaticabile, sempre vigile per il bene dell'umanità. E la potenza del suo pensiero penetra anche nelle terre più lontane. La sua luce potentissima può annientare ogni tenebra. La gente di Shamballa a volte emerge nel nostro mondo."

Storie, teorie e ipotesi semplicistiche per spiegare arcani misteri, a volte collegati fra loro; miti e leggende di antichi popoli e terre scomparse.
Storie alle quali Adolf Hitler credeva fermamente tanto da sguinzagliare agenti e archeologi alla ricerca del mondo di Agarthi. Circondato da persone dedite all'occultismo e a pratiche esoteriche che lo persuasero a ricercare negli antichi reperti l'occulto potere necessario per la conquista del mondo.

Dietro suggerimento dell'occultista Krohn scelse la svastica come emblema del partito, invertendo la direzione delle braccia e trasformandola in un simbolo negativo.

Conquistata l'Austria s'impadronì della lancia che aveva trafitto il costato di Cristo custodita a Vienna e la nascose in un posto segreto a Norimberga.

Jacques Bergier, nel suo libro "Il Mattino dei Maghi", sostiene che Hitler ordinò molte spedizioni alla ricerca dell'Agarthi e del Santo Graal. Il fatto non è provato, ma è certo che i russi trovarono nella Berlino conquistata, i corpi di molti tibetani con indosso la divisa tedesca. Un mistero rimasto insoluto.

Si dice che fosse un potente mago, un invasato, un praticante dell'occulto; si racconta perfino che fosse in contatto con extraterrestri, perché affermò di aver visto la nuova razza; una razza potente di cui lui stesso ebbe paura, e perché Dietrich Eckardt, poeta e giornalista, educatore spirituale dello statista, affermò che aveva fornito al capo nazista i mezzi per comunicare con "loro". Quale oscuro significato si cela dietro alla parola "loro"? Chi?

Fantasie di narratori o storie con qualche fondamento? Alcuni particolari descritti nell'illustrare le vicende si ritrovano nei casi di abduction, e appare singolare la soppressione di astrologi e sensitivi che non lavoravano per lui.

Solo nel 1965 venne reso noto che durante la guerra, esattamente nel 1944, tale Antonin Horak, esperto speleologo al comando di un gruppo di partigiani cecoslovacchi, aveva casualmente scoperto, vicino a Lubocna, a 49° 2’ nord, 20° 7' est, una lunga galleria, che in un tratto apparì come di solido cemento. Non riuscì a prelevare nessun campione da quelle pareti lisce e levigate, sulle quali rimbalzavano i proiettili. Da quanto risulta nessuno ha ancora esplorato il tunnel.

Robert Charroux scrisse nel 1969: "Le dottrine teosofiche insegnano che i Signori di Venere fondarono la Grande Loggia dell'Iniziazione non appena ebbero raggiunto la Terra; la loro attuale dimora è chiamata simbolicamente con l'antico nome di Shamballa. La leggenda del Regno Sotterraneo dove sono custoditi gli archivi segreti del mondo e dove vivono i Maestri è una gloriosa realtà."

Il nostro pianeta è percorso da numerosi tunnel, moltissimi dei quali comunicanti fra loro, la cui costruzione si attribuisce alla razza dei giganti che si dice popolasse la terra prima di noi. Quei giganti che istruirono i primi uomini; classificati dalla dottrina esoterica come la terza razza.
Il più importante complesso sotterraneo americano è rappresentato dalle caverne del Loltun. Al suo interno statue gigantesche scolpite su stalagmiti e stalattiti in un epoca molto remota da coloro che vengono indicati dai maya come i "Puuc". Vi sono rappresentati uomini altissimi con la barba; la più alta misura tre metri e sembra provvista di ali. In ogni caso è senza dubbio la raffigurazione di un gigante che ricorda la figura di Viracocha.

Esistono gallerie che collegano le isole dell'arcipelago Hawaiano; altre se ne contano in California e Virginia, in Asia, Oceania e Svezia, in Cecoslovacchia nelle Baleari e a Malta.

Una galleria unisce la Spagna con il Marocco, è stata esplorata solo per cinquanta chilometri. Sono tutti concordi nell'asserire che le scimmie di Gibilterra siano giunte dal Marocco proprio attraverso questo passaggio.

Racconti classificabili "ai confini dell'impossibile", descrivono l'esistenza di gallerie che mettono in comunicazione vari punti del globo lontanissimi fra loro. Per qualcuno sono state costruite senza disporre di strumenti elettronici di misurazione, o ultrasuoni.

Sembra siano stati trovati sul pianoro di Roosevelt fra Amazzonia e il Mato Grosso, giganteschi dischi di pietra su cui sono incisi simboli indecifrabili e alcuni caratteri cuneiformi. Si ritengono calcolatori astronomici, ma richiamano alla mente i dischi descritti da Zacharia Sitchin nei suoi libri.

Vi sarebbero incise le regole e le coordinate per effettuare un atterraggio, quello delle navi provenienti dal pianeta Nibiru.

Nella zona di Kabul, regione di Bamiam sorgeva una città al centro di una valle circondata da gallerie e sorvegliata da cinque statue di diverse misure, rispettivamente di 54 metri la prima, 38 metri la seconda, 18 metri la terza, 4 metri la quarta e due metri la quinta. Le origini risalirebbero a tempi antichissimi e si accomunano facilmente alle cinque razze di cui si parla in molte saghe religiose, si dice che esse raffigurino le misure di coloro che hanno abitato la terra dai giganti fino a noi.

Quando i sovietici s'interessarono al "pozzo senza fondo" dell'Azerbaigian, scoprirono un labirinto di gallerie corrispondenti a quelle della regione caucasica, con graffiti rappresentanti la svastica, la spirale e il segno dell'infinito. Molti tunnel tracciati nell'interno delle montagne non poterono essere esplorati perché interrotti da frane. Fu rinvenuta una vastissima piazza dentro una caverna alta più di venti metri, scavata da esseri intelligenti. I tibetani le attribuiscono ad un antico ignoto popolo scampato ad un immane cataclisma oltre dodicimila anni fa. Alcuni ricercatori le associano al mito di Shamballa.

A Malta le gallerie sono percorse da rotaie larghe 10 o 15 centimetri il cui scopo è sconosciuto. Passano sotto le tombe fenice e sono a tre livelli. La loro origine è antichissima e probabilmente collegavano l'isola con quelle vicine, forse anche all'Italia e all'Africa. Lo si può dedurre perché spariscono nel mare o si fermano sull'orlo di precipizi in direzione di quei continenti.

I denti umani rinvenuti a La Valletta indicano che più di diecimila anni fa l'uomo popolava Malta; ma resta un mistero la mancanza di scheletri risalenti all'epoca delle grandi costruzioni.

Nel santuario di Manaidra, edificato con massi ciclopici, si sono trovati cumuli di vasi neolitici. Ivan Lissner scrive che sembrano il gioco distrutto di un gigante.

Nell'isola di Gozo, classificata come sorella di Malta, sono stati trasportati massi e lastroni da molti chilometri di distanza per edificare i templi, dei quali restano solo le rovine note come "la Gigantea". Pietre alte più di cinque metri, lunghe otto, larghe quattro.
Anche le rovine di Hajar Kim sono composte da pietre colossali: colonne di cinque metri, tavole lunghe sette. Trasportarle da un punto ad un'altro sarebbe tuttora difficile.

In base al materiale rinvenuto inoltre si può asserire che i costruttori di quelle gigantesche opere erano anche esperti navigatori. L'ossidiana, la giada, non esistono a Malta, e furono importate con l'avorio. Da annotare che sull'isola non è stato ritrovato nessun attrezzo metallico.
Grotte e sotterranei artificiali, sui quali è stato posto un "off limits", percorrono il Perù.

Anni fa, nella zona di Tacna, in seguito a segnalazioni di strani avvistamenti, furono scoperte dal Centro Spedizioni Andine, due estesissime piattaforme di fronte ad un vulcano. Sono poste a 3.200 metri di altitudine, misurano 70 metri quadrati, formati da 270 blocchi di lava uniti fra loro, ove si possono notare alcuni segni neri che si ipotizza siano tracce lasciate dalle fiamme di veicoli spaziali. Si ricollegano a quelle scoperte sul monte Har Harkom nel Sinai.

Le leggende Andine narrano di un tunnel che da Descadezado Grande porterebbe al confine tra Perù e Cile, vicino al lago Titicaca. Secondo Simone Waisbard altre gallerie collegherebbero questo lago a Cuzco. Non vi sono state né smentite, né conferme da parte degli archeologi peruviani.

Si dice che la porta del sole nasconda l'ingresso di un gigantesco tunnel. Dal Lago Titicaca si aprono numerose gallerie che si estendono per tutta la regione e contengono ampie sale costruite artificialmente. Gargilaso della Vega dichiarò di averne esplorate alcune. Secondo le leggende indigene del luogo, vi si nascondeva un enorme serpente d'oro in grado di "salire al cielo". Era il serpente Amaru, che segna, sul loro calendario, l'inizio dell'anno e coincide con l'apparizione delle Pleiadi.
Storie che si perdono nel tempo trasformandosi e distorcendosi, che non facilitano la ricerca delle tracce di quella civiltà precedente alla nostra, chiamata oramai da tutti la "Prima", della quale siamo, o il frutto, o i sopravvissuti.
Certo il lago Titicaca è ancora il perno di varie leggende. Qui il dio Virachoca avrebbe lavorato alla creazione di una razza perfetta fallendo per ben quattro volte.
Queste le leggende, ma sul lago c'è ben altro.
L'imperatore Atahualpa mostrò a Pizzarro "l'impronta lasciata dal Sole quando prese lo slancio per salire in cielo". In quel punto vi è infatti una grande bruciatura sulla pietra, descritta dagli spagnoli nella loro relazione.

Un collegamento con le impronte di Tacna? Alla storia di Gargilaso della Vega e il suo serpente d'oro?

Lo scrittore Mc Carthy riferisce che le gallerie rappresenterebbero costellazioni, lo avrebbe dedotto dalle letture degli scritti di Cieza de Leon, sacerdote soldato, insigne cronista spagnolo.

Alcide D'Orbigny disse che ovunque si notavano bocche sotterranee e l'austriaco Tschudi esplorò tunnel che si estendevano in tutta la regione formando grandi sale costruite con cura.

A chi si chiede come mai non esistano resti di prodotti tecnologici avanzati, residui di lavorazioni di metalli come il ferro e acciaio, dobbiamo far notare che il numero di anni trascorsi, più di dodicimila, sarebbe oltremodo sufficiente a cancellare ogni traccia della nostra presenza e dei nostri prodotti tecnologici, su questo pianeta. Basti pensare che solo dopo cinquanta anni gli agenti atmosferici, la ruggine e altri agenti corrosivi, sommati all'abbassamento naturale del terreno, sono sufficienti a cancellare più del 50-60% dei prodotti metallici da noi usati oggi.
I nostri mattoni non avrebbero certamente resistito come lo hanno fatto le costruzioni megalitiche delle antiche civiltà, fino ai nostri giorni. Solo quelle pietre ci raccontano storie spesso incredibili.

Nel deserto di Gobi fra le rovine della città di Khara Khoto l'archeologo russo Koslow, rinvenne una pittura, databile a diciottomila anni prima, che ritraeva due giovani con uno stemma formato da un cerchio diviso in quattro parti, con al centro una grande "M"; la lettera greca "MU".
Nel 1868 Churchward studiò strani bassorilievi attribuiti da un monaco suo amico a due "Naacals" giunti da "Mu" a portare la saggezza. Nei sotterranei del monastero ne furono rinvenuti altri e sembra che, decifrandoli, Churchward leggesse la storia della creazione della Terra e dell'uomo.

Si racconta che la più grande colonia di MU fosse stata Uighur (Manciuria), circa diciannovemila anni fa l'Asia e l'Europa meridionale erano sotto il suo dominio. Secondo Churchward la città di Khara Khoto scoperta dal russo Koslov, sarebbe in effetti Uighur. Situata vicino a Cekè, a sud del Gashun Noor, tra due deserti, quello di Gobi e quello di Ala Shan, Khara Khoto avrebbe più di cinquemila anni. Sotto il primo strato sono emersi resti databili fra i dodicimila e i ventimila anni.

Nicholas Roerick, studioso di scienze orientali, parlò di gallerie che univano colossali città costruite sottoterra da esseri venuti dalle stelle.
Luoghi che racchiudevano i segreti dell'Universo che saranno svelati all'uomo solo quando sarà l'epoca di Maitreya, Il Signore della Nuova Era, portatore dell'ordine cosmico, le cui leggi hanno origine dagli altri mondi del cielo.

Molte le storie che parlano dei due continenti scomparsi sotto gli oceani, i cui abitanti si rifugiarono del mondo sotterraneo dell'Agarthi. Harold Wilkins riferisce di un mare interno dell'Asia Centrale che si era prosciugato formando il deserto di Gobi. In quel luogo era sorta una magnifica isola abitata "da uomini scesi dalla stella bianca".

Le leggende indiane e tibetane identificano la stella con Venere. Secondo il libro di Dzyan un "vascello del cielo venusiano" sarebbe atterrato sull'isola nell'anno 18.617.841 a.C. Un calcolo inesatto fatto su alcune discutibili tavole braminiche. Resta il fatto che da quel luogo avrebbe colonizzato l'intero pianeta civilizzandolo.

All'isola si giungeva attraverso gallerie sottomarine che la collegavano alla terra ferma. Ancora oggi fra le rovine si aprono ingressi di gallerie esplorate solo in parte.

L'esploratore Henrich Harrer scrive, in un suo libro, che tutto è narrato in una colossale raccolta di scritture religiose di 108 volumi, con 225 libri di commentari; scritte, nella lingua degli Dèi, da esseri provenienti da altri pianeti (Ruote) detti Dhyani. Ne parlò Madame Blavatsky affermando che ogni volume peserebbe circa più di venti chilogrammi.

I libri depositari di tutti i segreti e delle scienze; sono custoditi in luoghi elevati, avvolti in panni di seta sacri.

Il ricercatore Valentino Compassi ci ha raccontato di averne potuto ammirare uno, di grande mole, portato e sfogliato con l'aiuto di altre persone, con un titolo a lettere d'oro; in pratica conferma ciò che fu dichiarato da Peissel Michel nel 1937; un libro di 130 centimetri, avvolto nella seta, copia di un originale, con sulla coperta barre di dieci centimetri d'oro a formarne il titolo, con pagine in fogli d'oro, e altre nere con caratteri scritti in oro.

L'esploratore Ivan Lissner descrisse una via delle seta sotterranea, con entrata nel Turkestan, oltre il passo di Terek.

Passando da Khotan, si arrivava a Tun-Huang e a Sian-fu. Una via misteriosa percorsa dalle leggende, ove sarebbe sepolto Pan Chao, un guerriero cinese che scoccò le sue frecce contro i nove soli apparsi nel cielo. Giace accanto all'uomo di giada che poteva camminare nel cielo, e scatenava fulmini verdi.

Le sabbie del Takla Makan avvolgono quasi sempre la zona di Kashgar, nascondendo agli occhi degli uomini i "demoni del cielo" che dimorano in quel luogo.

A sedici chilometri da Tun-Huang le grotte dei mille Buddha; simili alle caverne di Yun-Kan, di Lung Men a Loyang e di Lou Lan.
Si dice che le grotte di Tun-Huang siano state scavate millenni orsono, e siano uno dei tanti ingressi per arrivare nell'Agharti e nel regno di Shamballa.

I manoscritti e i dipinti su seta si trovano nella Biblioteca Nazionale e al Louvre di Parigi, in parte al Museo Britannico. Molti irrecuperabili, ma sembra siano state trovate carte celesti e geografiche con terre oggi scomparse.

Nella grotta che porta il numero 58 si può ammirare un grande Buddha addormentato intorno al quale si affollano tanti individui; vi si possono riconoscere vari rappresentanti delle razze umane compresi gli Indiani Americani e stirpi sconosciute.

Il Kurdistan è un altro luogo ove si possono visitare ambienti sotterranei.

Fra il 1948 e il 1955 furono condotti alcuni scavi dal professor Robert Braidwood che riportarono alla luce il villaggio di Chemchemal, situato su di un labirinto di sei livelli.

Nel 1964 fu rilevato un sito sotto terra a Kaymakli, parzialmente inesplorato, composto da più piani comunicanti con rampe di scale, corridoi, pozzi di aerazione, tutti scavati nella pietra vulcanica.

La città sotterranea più grande della zona si trova a Derinkuyu, scoperta nel 1963, copre un aerea di sei chilometri quadrati, su diciotto livelli, di cui solo otto esplorati. Nei primi tre piani potevano vivere ben diecimila persone. È collegata con Kaymakli distante otto chilometri.
Questi sotterranei non sembrano certamente essere opera dei cristiani che volevano sfuggire agli arabi, come ufficialmente è stato dichiarato; la loro datazione risale al 9500 a.C..

Shamballa può essere ovunque, qualche anno fa nella foresta amazzonica è stata rinvenuta una città antichissima.

Secondo quanto asserito da Brugger nel libro "La cronaca di Akakor" esisterebbero tredici città sotterranee collegate fra loro da tunnel dove l'aria passa attraverso lunghi condotti e illuminati da specchi che riflettono la luce solare. Tredici città come i teschi di cristallo.

Erano i luoghi dove dimoravano gli Dèi giunti 15.000 anni fa, con le loro navi lucenti come l’oro; ambienti lasciati in eredità agli umani.
Mirella Rostaing ha scritto di aver saputo da un indio dell’esistenza di un passaggio segreto conosciuto come "Tampu Tocco", attraverso il quale si accede ai mondi esistenti nelle viscere della terra. Nelle grotte che si trovano sui monti della regione si troverebbe il passaggio che condurrebbe nelle valli sacre.

Tunnel sono segnalati in Alaska sotto lo stretto di Bering, in prossimità della catena dei monti Chersky, gallerie recentemente scoperte e non completamente esplorate; lunghi tratti sotto la Mongolia e in Azerbaijan dove, secondo Kolosimo, studiosi russi scoprirono gallerie collegate con altre in Georgia e nel Caucaso. Vi sono sotterranei che continuano sotto il fondo dell'oceano; gallerie e città sotto la catena dell'Himalaya, sotto i monti dell'India.; perfino in Nigeria si parla di un tunnel che arriva fino all'Atlantico.

Non vi sono sepolti fiabeschi tesori ma, a volte, vi si trovano reperti talmente remoti che avvalorano il passaggio di una precedente civilizzazione; come il teschio appartenente al terziario trovato in California a quaranta metri di profondità in una miniera nascosta dalla lava e la strada sepolta sotto sei metri di sabbia desertica di cui Harold Wilkins riporta notizia.

La cosa più stupefacente riguardo a un mondo nascosto, o parallelo, giunge attraverso le vicende di un esploratore della Marina Militare Americana, l’ammiraglio Richard Byrd in seguito ad una serie di esplorazioni polari. "Volevo vedere questa Terra oltre il polo Nord. - dichiarò - Questa area oltre il polo è il centro del grande Sconosciuto".

Nel 1947 l'ammiraglio compì un volo esplorativo al Polo Nord e nel 1956 un altro al Polo Sud. Si verificarono due eventi proprio incredibili perché sembra che, per ben due volte, abbia percorso molti chilometri oltre i poli, sia al nord che al sud. All'epoca attraverso un comunicato radiofonico venne annunciato che membri della spedizione degli Stati Uniti erano penetrati per 2300 miglia in una terra oltre il Polo Sud.

Byrd dichiarò di aver puntato la rotta sul polo magnetico e di ritrovarsi ad osservare un repentino cambiamento delle condizioni climatiche e una mutazione generale della flora e della fauna. Per svariati chilometri sorvolò un territorio tropicale con laghi, montagne, alberi, effettuando una radiocronaca diretta dell'esplorazione. Parlò di una verde vallata fra i ghiacci, con mammut che pascolavano; di due Dischi volanti che lo costrinsero ad atterrare scortandolo in una città di cristallo.

Fu portato in un mondo sotterraneo e condotto al cospetto del capo di quel popolo, gli fu detto che si trovava nel mondo degli Ariani.

Sull'accaduto fu steso un fitto velo di segretezza. Le eventuali aperture ai poli possono dare credito a ipotesi di porte dimensionali. L’ammiraglio Byrd morì poco dopo la seconda esplorazione al polo Sud portandosi il segreto nella tomba.

Unica prova a conferma di un eventuale passaggio dimensionale al Polo, una misteriosa foto, scattata dal satellite "ESSA 7" il 23 novembre 1968, ove sarebbe chiaramente visibile una porta dimensionale, attraverso la quale si accederebbe al mondo descritto da Byrd, in quanto, secondo le dichiarazioni di alcuni ricercatori, si osserverebbe un Polo Nord privo di nevi, nuvole e con un foro al centro.

Già durante la guerra si erano segnalati strani fenomeni noti col nome di "sfere di fuoco". Di lì a poco si cominciò a parlare di UFO, e di conseguenza la storia riguardante un civiltà nascosta all'interno della terra fu abbinata ai dischi volanti.

In pratica questi ultimi verrebbero dal mondo sotterraneo, mezzi di locomozione adoperati all'interno dei tunnel, ogni tanto affiorerebbero in superficie apparendo nei nostri cieli. Una spiegazione semplicistica del fenomeno, forse la risposta più plausibile.

Il sottosuolo nasconde una civiltà avanzata, meglio organizzata economicamente, socialmente, culturalmente, che può aver sviluppato mezzi di trasporto più sofisticati per collegare le numerose città popolate da milioni di abitanti e, di conseguenza, aver costruito quelle macchine volanti chiamate "Vimana", mosse da quella energia ottenuta direttamente dall'atmosfera.

Questo il pensiero di O. C. Huguenin espresso nel suo libro "Dal Mondo Sotterraneo al Cielo: Dischi Volanti", condiviso da molti altri.
Brinsley Le Poer Trench, uno dei massimi esperti del settore, era favorevole all'ipotesi che i dischi volanti provenissero dal mondo interno.
Secondo Ray Palmer un'enorme quantità di prove indica che vi è un luogo sconosciuto di enormi dimensioni sotto la superficie da dove, forse, provengono i dischi volanti.

Raymond Bernard nel suo "Il Mondo Sotterraneo", del 1960, fornisce una spiegazione alla tragica scomparsa del capitano Mantell mentre inseguiva un disco volante. "La razza padroneggia una forma di energia superiore, chiamata 'Vril' da Bulwer Lytton, che aziona i loro velivoli; essi se ne servono a fini distruttivi solo per autodifesa".

Negli scritti di Hossendowsky si legge: "...la gente di Agarthi, in veicoli misteriosi e sconosciuti, sfreccia all'interno degli angusti passaggi all'interno del nostro pianeta".

Stando alle informazioni fornite dal comandante Paulo Strauss "il mondo sotterraneo è molto esteso, occupa un'enorme cavità nel cuore della Terra, in grado di contenere città e campi, dove vivono esseri umani e animali, il cui aspetto fisico è simile a quelli della superficie".
Fantasie e strumentalizzazioni settarie che predicono future catastrofi a devastare il pianeta e estinguere l'intera umanità, conseguenza dei gravi squilibri causati dall'uomo nell'ecosistema terrestre; ma forse anche coperture di verità scomode, o di segreti che devono rimanere tali.
Nel 1935 un tale di nome George White, lavorando in una miniera abbandonata nella Valle della Morte in California, si ritrovò in una sconfinata necropoli sotterranea in seguito al crollo del suolo su cui si trovava. Era illuminata da una strana luce verde; vide, allineati in nicchie o seduti, moltissimi cadaveri vestiti con indumenti mai visti, e molte statue d'oro. Fuggì in preda alla paura. Alcuni giorni dopo ritornò con alcuni amici, ma non fu capace di ritrovare il passaggio.

Lo strano della storia è che, un anno dopo, Tom Wilson disse ad un giornale che suo nonno aveva avuto un esperienza simile e aveva visto anche alcuni esseri viventi.

I monaci tibetani parlano di un popolo che vive sottoterra, salvatosi da un terribile cataclisma migliaia di anni fa. Si serve di una sconosciuta energia, che diffonde una luminescenza verde; questa energia favorirebbe la crescita dei vegetali e prolungherebbe la vita.
Padre Odorico da Pordenone, nel Capitolo XXXVII del suo libro, racconta di essere stato nella "valle, lunga circa otto miglia di terra, dove sono infiniti corpi di morti, e una immagine terribile che nessuno vide senza, poi, morirne". Forse il deserto di Lop visto da Marco Polo, o forse la regione del fiume Sita.

In India esiste una valle denominata la "Valle delle sette morti" che le autorità tengono segreta, chi ha tentato di addentrarvisi non è tornato o, se lo ha fatto, ha raccontato di misteriosi fuochi volanti e di fantasmi che uccidevano con lo sguardo. Il primo superstite, raccolto nel 1892 in preda ad una febbre altissima, aveva il corpo coperto da ustioni e non aveva più un capello in testa. Morì dopo tre giorni.

Si dice che basta accendere una fiamma per riempire la valle di rumori e vampe di fuoco. I superstiti delle spedizioni sono stati costretti a lasciare i compagni morti a terra, hanno avvertito soffocamento e stordimento, un senso di malessere per vari giorni; hanno visto i loro amici ballare come in preda alle convulsioni prima di suicidarsi.

Si giustificano questi fenomeni pensando a gas infiammabili e velenosi, in grado di bloccare i centri nervosi, soffioni di acido carbonico, piante velenose e serpenti. Potrebbero essere anche fenomeni residui causati dall'impiego di armi termonucleari, oppure ordigni ancora più potenti descritti negli antichi testi indiani.

Certo questa appare un'ipotesi fantastica, irreale; cara a chi la pensa come Däniken; ma l'alieno della porta accanto potrebbe essere "quello del piano di sotto".

Fonte: http://www.edicolaweb.net/edic120a.htm


A proposito di Helena Blavatsky e del libro "La Dottrina Segreta".....
http://www.istitutocintamani.org/libri/ ... genesi.pdf



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 11/07/2013, 02:03 
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Enkidu ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

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Enkidu ha scritto:
Una cosa in particolare mi ha colpito: il fatto che questi tunnel siano in grande così stretti da risultare disagevoli per le persone di statura normale.... si può pensare che siano state costruite da e per popolazioni neolitiche che fossero molto più basse.
Forse davvero "il Piccolo Popolo", i Nani delle antiche leggende di cui sono piene le leggende di gran parte d'Europa....

Infatti questo è un elemento che fa riflettere.....

La mia domanda comunque rimane la stessa....
Perchè adoperarsi per un progetto come questo?

Voglio dire... questi tunnel si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia...
e con gli strumenti di cui potevano disporre...... è un lavoro che ha davvero dell'incredibile..... [8]


Quello che vorrei sapere io inoltre è se ci sono alcuni di questi cunicoli anche qui in Italia, e dove.... e se tali cunicoli possono essere collegati ai nostri miti italici di regni sotterranei.....



Cita:
TRACCE DI UNA CIVILTÀ PERDUTA:
DA BLERA A BARBARANO
di Alessandro Marcon

Ignote realtà archeologiche in Lazio.



Ho trattato in precedenza della possibilità che il nostro pianeta sia stato colonizzato, in un passato tra i 30.000 ed i 40.000 anni fa, da una sconosciuta ed avanzatissima civiltà le cui tracce le possiamo trovare nella lavorazione di molti di antichi siti sotterranei, alcuni dei quali ora giunti alla luce, presenti in molte località del Lazio come in tutto il pianeta.
Uno sviluppo labirintico di cunicoli e gallerie che collega anche vasti ambienti sotterranei, caratterizzati da lavorazioni impossibili da eseguirsi con gli strumenti manuali storicamente noti ma stranamente simili alle tracce di scavo che lasciano i moderni macchinari di scavo, fra cui le frese meccaniche utilizzate per lo scavo di pozzi e gallerie. Forse sarà utile, per chi volesse accertare di persona la consistenza di quanto ipotizzato, visitare di persona alcuni di queste misteriose località per cui, certo di far cosa gradita ai lettori, comincerò a tracciare un itinerario attraverso alcuni dei posti maggiormente significativi posponendo, alle notizie storiche "ufficiali" la descrizione delle caratteristiche "anomale" che mi hanno fatto propendere ad avanzare tale ipotesi.

BARBARANO ROMANO, NOTIZIE STORICHE
Due chilometri a nord-est di Barbarano Romano vi è questo centro etrusco di cui ignoriamo il nome originario (Marturanum?). L’abitato antico e le necropoli sono racchiusi entro i confini di un Parco tra i più affascinanti d’Italia dove le testimonianze archeologiche si inseriscono armonicamente con il contesto naturale. La cittadina, le cui testimonianze più antiche risalgono al Villanoviano (X sec. a.C.), ebbe i suoi maggiori fasti tra il VII e il VI sec. a.C., testimonianze che ci accompagnano fino al III sec. a.C. Quasi assenti le testimonianze del periodo romano.
L’insediamento etrusco si sviluppava su un isolato pianoro che sprofonda sulle valli perimetrali percorse da due modesti corsi d’acqua che unendosi confluiscono nel Biedano. Un bagno romano che sfrutta una cisterna etrusca, qualche tratto di mura, diversi cunicoli sono gli scarsi resti. Imponenti e vaste le necropoli che l’attorniano occupando le alte rupi (VII - I sec. a.C.).
Si va dai grandi tumuli costruiti in blocchi o ricavati nel tufo, alle tombe a camera e a portico, che nella loro decorazione manifestano l’influsso culturale ceretano, alle tombe a dado; ad esse frammiste tombe a fossa, a nicchia, a loculo.
Le tombe più importanti sono nelle necropoli di Poggio Castello, Greppo Cenale (Tomba Thansinas), Caiolo (Cuccumella, tumulo del Caiolo, tomba del Carro, tomba della Regina, le Palazzine, le tombe a portico, la tomba del Cervo dal cui bassorilievo è derivato il logo del parco, la tomba Ciarlanti), Poggio S. Simone, Ara del Tesoro, Chiusa Cima (tumulo Cima con più tombe e ambienti scolpiti a cassettoni e tracce di pittura, tomba Costa, tomba Rosi) e Chiuse Vallerani (tomba M. Gabbrielli).

BARBARANO ROMANO, LE PREESISTENZE
Scendendo lungo la valle del Biedano, che unisce Barbarano Romano a Blera, si notano già diverse camere affacciate sulla rupe che mostrano una struttura estremamente regolare, svolgentisi a diversi livelli. Solo arrivando all’imbocco della vallata, si notano però, alte sulla rupe, diverse gallerie che si affacciano sullo strapiombo. In particolare una di queste, a sezione quadrata, di attribuzione etrusca, presenta al suo interno una serie regolare di nicchie identiche a quelle che si trovano lungo la via Tiberina, di attribuzione romana. Ci troviamo quindi ancora di fronte all’incongruenza, da parte della scienza ufficiale, di voler attribuire identici manufatti ad epoche e popolazioni diverse, mentre risulterebbe più logica l’attribuzione alla stessa popolazione e periodo storico. Dall’altra parte del vallone si nota, alto sulla rupe, un grande foro perfettamente circolare, di natura e funzione ignota, ma simile ad altri che possiamo trovare nel territorio, ad esempio a Sutri o alle Latomie di Solone, sulla Via Tiburtina, presso Roma, mentre, più in basso, si apre un cunicolo a sezione quadrata, forse quale antico proseguimento di quello notato in precedenza.
Risalendo verso il paese (strada a sinistra) sulla destra appare una grande nicchia di struttura completamente anomala.
Tali strutture, se consideriamo che con ogni probabilità erano in origine sotterranee, ci portano ad una datazione di parecchie migliaia di anni addietro, quando il vallone ancora non era stato scavato dalla naturale erosione delle acque e la zona che vediamo adesso aperta era percorsa da una serie di cunicoli dalle misteriose funzioni, scavati da una antichissima civiltà, tecnologicamente avanzata che ha abitato quello che allora era il sottosuolo di questa area.
In una altra area archeologica nei pressi, la necropoli di S. Giuliano, sull’altra sponda del torrente, alla destra del ponticello, troviamo una struttura molto particolare: la Tomba della Regina.
Questa è costituita da due camere adiacenti ricavate in un dado tufaceo, addossato alle pendici, entrambe contornate dal segno intagliato nella parete di tufo ad esse circostante. In particolare la camera di destra presenta una particolarità. Entrando e ponendosi al centro, se si emette un suono su di una bassa frequenza si udirà una risonanza che si propagherà quasi con rumore di tuono per tutta la vallata. Non si tratta di una eco, bensì di un effetto acustico dato proprio dalla struttura della camera, quindi voluto. La prova si ha percuotendo il pavimento che risuonerà come l’estradosso di una campana. Questa caratteristica fa ragionevolmente pensare che il locale non fu scavato per essere una tomba ma per funzioni diverse, probabilmente per uno scopo rituale, che doveva essere ripetuto nel tempo. Il suo scopo era quindi nel suono ed il suono aveva nell’antichità una funzione fondamentale.
Nell’antico Egitto il simbolo (Neb) stava a rappresentare "la porta" e specificatamente, dal punto di vista iniziatico, la Porta per antonomasia. Ecco perché troviamo questa forma nell’entrata d’accesso al Tempio, luogo del culto e dell’iniziazione, ad indicare la via ai diversi piani di coscienza.
Le sue proporzioni erano di 1: 3,1416, ossia il numero del "p", numero allacciato alla figura del cerchio, in quanto costante per il calcolo delle sue dimensioni.
Per passare tale soglia era fondamentale, dopo un lungo periodo di preparazione, l’uso di determinati suoni che aiutavano il distacco del corpo spirituale dell’iniziato dal corpo fisico.
Tale struttura, con queste caratteristiche, ci fa dubitare che fosse stata concepita originariamente come sepolcro, in quanto non avrebbe senso concepire un tale tipo di lavorazione avente tali precise caratteristiche per una camera che sarebbe stata destinata a d essere chiusa per l’eternità.
Sarebbe bensì traccia dell’applicazione di un antico sapere, retaggio di conoscenze superiori tramandate a gruppi di iniziati da un antica ed evoluta civiltà ormai scomparsa.

BLERA, NOTIZIE STORICHE
I dintorni di Blera sono tra i più ricchi e vari di testimonianze sia etrusche che pre-storiche.
Da segnalare fra le necropoli: "Pian del Vescovo" vicino al Ponte della Rocca, oltre la porta Marina, che si arroccano sulla rupe come un alveare, alla confluenza del Rio Canale con il Biedano.
Le tombe più antiche (VII-VI sec. a.C.) rasentano il ciglio del costone roccioso, mentre le più tarde (IV-III sec. a.C.) si incontrano man mano che si scende verso il corso del Biedano.
La più spettacolare è la tomba della Sfinge (ritrovata nel 1932 con i resti di una sfinge) formata da due camere: quattro letti nella prima e tre nella seconda. Il "Terrone", la "Casetta" con la monumentale Grotta Penta degna di nota per il notevole grado di conservazione di una tomba a dado con gradinata laterale e modanature, nonché per la presenza di due tombe dipinte (da cui il nome della località) che per struttura e decorazione presentano diretti influssi della cultura tarquiniese del IV secolo a.C.
Qui, più che altrove, riesce facile comprendere l’organizzazione urbanistica della città dei morti: "monumentali sepolcri cubici" su ordini paralleli e sovrapposti, collegati da gradinate e da preziose modanature, notevole; in questo contesto, è la presenza di un "tumulo circolare" in prossimità della "Fontana del Martarello". A questi si aggiungono i sepolcreti pertinenti all’abitato rinvenuto dalla missione svedese sul pianoro di "San Giovenale".
La più importante delle necropoli è quella di "Casale Vignale" di San Giovenale, interessata da tombe di varia tipologia coprenti un vasto arco cronologico (dall’ultimo quarto del VII sec. a.C. fino al III sec. a.C.). Ad essa si aggiungono i monumentali sepolcreti di "Porzarago", "Grotta Tufarina" e "Castellina Cammerata".
Verso il moderno ponte in cemento armato ed utilizzando un breve tratto di strada provinciale si giunge ad una suggestiva strada etrusca tagliata nel tufo detta "Cava Buia".
Tombe a camera di età arcaica sono visibili in alto, sul lato sinistro della strada. Prima di giungere nel fondovalle, la Cava Buia taglia un antico cunicolo, passa a fianco di una tomba a tumulo e consente, per un sentiero che si diparte sul lato destro, di raggiungere un monumentale "colombario" nei pressi della diga sul Biedano.

BLERA, LE PREESISTENZE
Senz’altro degno di nota "l’antico cunicolo" che si apre lungo il percorso della Cava Buia, chiara testimonianza di un’antica preesistenza.
Già dal suo ingresso (lato destro sulla Via Cava) è evidente la precisione dello scavo e, data la sua ristretta sezione, l’impossibilità di una sua esecuzione manuale tramite l’uso del piccone. Conferma ci viene data addentrandoci nel cunicolo che presenta il caratteristico scavo regolare ortogonale all’asse e che, contrariamente ad altri cunicoli esplorati in precedenza, prosegue con andamento e sezione regolari fino alla sua interruzione a causa di un crollo della volta, cosa che lascia comunque supporre un suo proseguimento verso le viscere della montagna. Il cunicolo a sinistra invece, dopo avere seguito un andamento perfettamente allineato con il precedente, dopo pochi metri si interrompe a strapiombo sulla vallata sottostante. Questo ci può far già ragionevolmente dedurre l’evoluzione subita dalla zona. Il cunicolo in questione è stato evidentemente "reciso" in due fasi storiche diverse. In epoca storica più recente dallo scavo della tagliata da parte degli etruschi, il che ci può dare una prima ipotesi di datazione che lo farebbe risalire ad epoca certamente anteriore a quella etrusca.
La seconda interruzione, molto più antica, a causa dalla formazione del vallone ci può far ragionevolmente pensare ad un percorso che era, in un origine remota, completamente sotterraneo. Ad avvalorare quest’ipotesi ritroviamo dall’altra parte della vallata un cunicolo del tutto simile che si affaccia dall’altra parte della rupe, quasi come fosse stato interrotto un antichissimo collegamento tra i due, a seguito dell’evoluzione idrogeologica della zona. Da segnalare (ci si arriva passando un cancello di legno sulla sinistra) la presenza di un vasto colombario, la cui origine e funzione si possono conformare a quanto in precedenza ipotizzato.
Proseguendo lungo la strada che si snoda sotto quest’ultimo cunicolo (la tagliata che porta a Pian del Vescovo) si possono notare antichissime tracce. Sulla parete destra, dopo una serie di camere semisepolte, spiccano alcune nicchie (i famosi "arcosolium") e a questo punto è da ritenere assurda la loro origine catacombale al II, III sec. d.C. e, vista la perfezione nella lavorazione, è da escludere anche in questo caso una lavorazione con strumenti manuali storici. Cosa ancor più notevole, il tipo di lavorazione che possiamo notare sulle pareti: quella caratteristica "graffiatura" circolare notata in altre occasioni e che è caratteristica impronta di fresa meccanica circolare.
Anche in questo caso c’è da avanzare una ragionevole ipotesi.
Il percorso, come il cunicolo soprastante, era anticamente sotterraneo e venne solo successivamente, quando la volta è crollata a seguito di millenni di erosione naturale, usata come percorso dalle popolazioni etrusche e storiche. Ci sarebbe da chiedersi: quante delle "Vie Cave" attribuite agli etruschi sono effettivamente opera loro? E quante invece solo riutilizzazione di antiche vie sotterranee scoperte dai millenni?
Giungendo infine alla necropoli di Pian del Vescovo, lasciando sulla destra il complesso rupestre, percorrendo lo stradello sotto la volta boscosa, a destra in basso lungo la strada, si apre un lungo passante di chiara origine artificiale, la cui tecnica di scavo, con l’uso di strumenti tradizionali, lascia molto perplessi; mentre anche qui si potrebbe avanzare l’ipotesi dell’uso di uno strumento meccanico.
Infine, anche dall’altra parte del paese, si affacciano delle gallerie la cui tipologia regolare le rende uguali a quelle ipotizzate come frutto di lavorazione da parte di macchine avanzate.
Per concludere, tutto quanto finora considerato, lascia pensare che l’intera area fu in epoca molto antica interessata da una vasta colonia ipogea della quale ancor oggi rimangono alcune significative tracce, testimonianze di un passato sconosciuto che meriterebbe di essere studiato.



http://www.edicolaweb.net/am_1001s.htm


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Thethirdeye ha scritto:

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Enkidu ha scritto:
Una cosa in particolare mi ha colpito: il fatto che questi tunnel siano in grande così stretti da risultare disagevoli per le persone di statura normale.... si può pensare che siano state costruite da e per popolazioni neolitiche che fossero molto più basse.
Forse davvero "il Piccolo Popolo", i Nani delle antiche leggende di cui sono piene le leggende di gran parte d'Europa....

Infatti questo è un elemento che fa riflettere.....

La mia domanda comunque rimane la stessa....
Perchè adoperarsi per un progetto come questo?

Voglio dire... questi tunnel si estendono in tutta Europa, dalla Scozia alla Turchia...
e con gli strumenti di cui potevano disporre...... è un lavoro che ha davvero dell'incredibile..... [8]


volendo tralasciare le considerazioni di carattere tecnico e tecnologico che ci vogliono per la realizzazione di quei tunnel ed in generale per l'enorme quantità di queste strutture in tutto il mondo (erano un rete?) mi chiedevo se la ragione delle dimensioni ridotte di questi passaggi foss da attribuire oltre che a specifiche esigenze tecniche (più è piccolo il tunnel meno materiale c'è da rimuovere ovviamente) anche a esigenze fisiche. L'altezza media magari era minore e quindi si è potuto fare tunnel così stretti. Ciò che per noi oggi è disagevole magari all'epoca era semplicemente fatto al risparmio potendo contare su esigenze di spazio minori...



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Bisogna capire anche a cosa servivano!

Siamo sicuri si trattassero di reti di trasporto per esseri umani (o non umani)?

Oppure servivano esclusivamente per il trasporto di merci o addirittura di energia? Per esempio trasferimento di "particelle"?



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anche questo è vero, diamo per scontato che fossero tunnel per persone, ma magari potevano essere semplicemente tunnel di servizio...



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Quel che vorrei capire è come si è arrivati a pensare che siano collegati fra di loro.... certamente nessuno li avrà percorsi per intero dalla Scozia alla Turchia...


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MessaggioInviato: 14/07/2013, 23:11 
nei testi esoterici sono sempre esistiti i regni sotterranei... come i regni degli elementali.

molti testi riportano l'esistenza "parallela" di regni popolati da entità legate all'umanità ma invisibili alla nostra vista "materiale".

Immagine

I testi più noti degli elementali sono quelli di PARACELO.

In riferimento al topic, gli esseri del regno "sotto-terra", ultraterreno, sono chiamati GNOMI che solitamente associamo a favole inventate, o a esseri appartenenti a mitologia fiabesca e leggende locali. Tuttavia sono esseri descritti nel minimo particolare da Paracelso. Probabilmente il nome originario non era gnomo ma un termine derivante da GENOMUS ovvero abitante della terra. Lo gnomo è nato ad un certo punto da una serie di leggende e favole, non si sa bene perché.NOn si conosce infatti l'origine della parola gnomo.

Secondo Paracelso sono esseri capaci di muoversi liberamente nell'elemento terra, conoscono tutti i segreti delle piante, dei minerali, e giacciono, vivono, si riproducono, costituiscono società e civiltà complesse sotto gli strati della terra.

Secondo le leggende invece sono entità spiritiche, eteree, legate all'elemento terra, possono apparire come esseri di piccola statura, con occhi grandi (tali perché abitando sotto terra e nell'oscurità hanno necessità di un organo visivo molto sviluppato). Gli occhi grandi sono dotati di bagliore, lucente, ovvero producono luce.

Esisterebbero una serie di Razze appartenenti agli "Gnomi": i Driadi responsabili della vegetazione della Terra; gli Elfi domestici, che vivono nelle intercapedini delle abitazioni; i Cluricauni esseri sotterranei che vivono del "godimento" dei terrestri;e ancora i Pixie, i Silvestri, i Satiri, i Durdali, i Lemuri, i Silvani, i Vulcani (esserii che vivono nei vulcani) gli Etnei, i MOntani, i Nani, i Troll e via dicendo.

^_^

Noto che purtroppo questi argomenti "alieni" vengono sempre interpretati lontano dalle conoscenze che appartengono all'umanità, nelle sue antiche tradizioni, nei suoi antichi testi, nelle leggende.... e nella tradizione esoterica.

Mi domande quando qualcuno metterà mano ai tanti testi esoterici che parano di "esseri" che stranamente hanno caratteristiche aliene, ma che gli appassionati moderni di alieni e ufo scartano a priori.

Io non scarterei con tanta leggerezza la saggezza popolare e le "leggende" folcloristiche che spesso raccontano verità nascoste dietro simbologie precise, e dirette a chi sa ascoltare e interpretare.



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MessaggioInviato: 14/07/2013, 23:19 
Questa una orazione conosciuta in ambienti di stregoneria e stregheria

un tempo si evocano gli spiriti della terra...
ora questa abitudine è stata dimenticata... forse un tempo gli esseri sottoterra erano visibili, concreti, e strettamente legati alla nostra vita spirituale.

Oggi invece stiamo sempre più andando verso la deriva della spiritualità!
Non cè limite in lniente, si uccide con superficialità ed ogni nostra azione è finalizzata ad un consumo e ad un rendiconto.

Ecco l'orazione, che porta in sé riferimenti simbolici a mio parere molto interessanti

o gnomi
voi
che avete la terra per dimora
e ne avete scavati gli abissi
per riempirli
della vostra ricchezza
voi
che fate colare i sette metalli
nelle vene della pietra
voi
che nascondete nello scuro regno
le pietre preziose
e la meravigliosa semenza
delle stelle
siate i dispensatori dei tesori
di cui siete custodi
voi
fantasmi della terra
che abitate la torre del piombo
fate fondere
il pesante metallo
nel crogiuolo del dubbio
e accendete
di nera luce
la nostra mente
per illuminare il sentiero selvoso
cosparso di fatui fuochi
voi
schiudete i vostri scintillanti occhi
come lucciole vaganti
perchè siano guida
nella insidiosa selva
illuminate l'ombra
di guizzanti faville
soffusa luce verde
della nostra mente
e sia così.



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MessaggioInviato: 14/10/2013, 00:35 
Cita:
Il mondo perduto esiste davvero: è sotto la Cina, ed è dotato di un sistema climatico indipendente

Nella provincia cinese di Chongqing un gruppo di quindici speleologi e fotografi, ha scoperto quello che oseremmo difenire un mondo perduto. Una grotta così vasta, da generare un proprio sistema meteorologico, con nubi, pioggia e nebbie intrappolate nel suo interno. Una vera e propria meraviglia della natura che ad oggi era stata ipotizzata soltanto da romanzi e pellicole cinematografiche. “Il complesso di grotte, a dire la verità, era già stato utilizzato da alcuni minatori che, tuttavia, non l’avevano accuramante esplorato“, ha riferito lo speleologo Robbie Shone a capo del progetto. Tutta la struttura misura 51.000 metri quadrati, dispone di fonti d’acqua con tanto di vegetazione, enormi stalattiti e stalagmiti. L’ingresso della grotta si trova in una piccola fenditura nelle rocce del Niubizi Tian Keng, un monte coperto da una vegetazione fittissima, non lontano dal piccolo villaggio rurale di Ranjiagou. La lunga esplorazione ha anche portato alla luce laghi e fiumi sotterranei, profondi crepcci e piscine naturali. Ci è voluto circa un mese per esplorare tutti i corridoi in profondità che non avevano mai visto la luce sino ad ora. Il team, sbalordito da tanta bellezza, ha avuto l’onore di essere la prima squadra a mettere piede in una caverna sino ad ora inesplorata, dove, tuttavia, i pericoli potevano essere dietro l’angolo.

Ma ciò che ha davvero stupìto gli speleologi è stata la scoperta di un vero e proprio sistema climatico indipendente, capace di generare nubi e piogge. “Non avevamo mai visto nulla di simile prima d’ora all’interno di una grotta“, affermano i ricercatori. Le nubi spesse e le nebbie si bloccano nella metà superiore, dove rimangono intrappolate e non possono fuoriuscire a causa del piccolo passaggio presente a 250 metri dal suolo. Tuttavia, è bene ricordarlo, il sistema di grotte scoperte non è l’unico ad avere vere e proprie nubi nel suo interno, dovute alla condensazione dell’aria umida a contatto con temperature più fredde, ma questo è probabilmente quello più vasto, dove talvolta si verificano vere e proprie precipitazioni. Il complesso misura 51.000 metri quadrati, la maggior parte dei quali accessibili, mentre alcune aree richiedono lunghe nuotate in profondità per accedervi.

Altre ancora, richiedono discese verticali attraverso le pareti della struttura. Un’escursione molto difficile e adatta a personale qualificato, dal momento che le grandi piogge di superficie potrebbero allagare facilmente l’ambiente dotato di un ampio drenaggio. La scoperta fa sognare il team, che ora spera di esplorare altri luoghi sotterranei ad oggi inesplorati. “Dove potremmo effettuare queste straordinarie scoperte, se non sulla Terra?”, si domandano i ricercatori. Di certo, questa scoperta fornisce ulteriori conferme, qualora ce ne fosse bisogno, di quanto sia straordinario il pianeta sul quale viviamo. Le viscere della terra ci riavvicinano alle storie scritte nei romanzi di fantascienza, da sempre considerati come semplice immaginazione. Ma mai, come ora, il mondo perduto è divenuto realtà.



http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8841.7


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