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"
Potrebbe spiegare l'abbondanza di calcio nelle galassie e la concentrazione di positroni al loro centro, finora attribuita al decadimento di materia oscura Un nuovo tipo di supernove è stato osservato da un gruppo internazionale di ricercatori - fra cui Paolo Mazzali della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell'Osservatorio INAF di Padova - che ne danno notizia in un articolo pubblicato su Nature. Si tratta della supernova (SN) 2005E, che esplose circa 110 milioni di anni fa nella galassia a spirale NGC 1032, nella costellazione del Cetus.

Per quelle che sono le conoscenze attuali, le supernove possono avere due origini: o derivano dall'esplosione di una stella gigante giovane che collassa violentemente sotto il peso della propria massa, oppure sono il prodotto dell'esplosione di vecchissime stelle nane bianche.

La supernova osservata dai ricercatori non sembrava però poter rientrare in nessuno di questi due scenari. Da un lato, la quantità di materiale proiettato all'esterno dalla supernova era troppo esiguo per provenire dall'esplosione di una stella gigante, e inoltre la sua posizione era molto distante dalle "nursery" galattiche in cui si formano nuove stelle, indicando che doveva avere avuto molto tempo per allontanarsi dal luogo di nascita.

D'altra parte la composizione chimica rilevata non corrisponde a quella che si osserva nelle supernove dell'altro tipo.

Normalmente le nane bianche che esplodono come supernove di tipo Ia sono costituite principalmente da carbonio e ossigeno, e il materiale espulso riflette tale composizione chimica. La supernova in questione aveva invece un livello insolitamente elevato degli elementi calcio e titanio, solitamente prodotti di reazioni nucleari che coinvolgono l'elio e non ossigeno e carbonio.

"Non avevamo mai visto uno spettro come questo", osserva Mazzali. "E' stato subito chiaro che la composizione chimica unica di questa esplosione era una chiave di grande importanza per comprenderla." Da dove proveniva l'elio? Le simulazioni suggeriscono che nel fenomeno siano state coinvolte due nane bianche una delle quali avrebbe sottratto elio all'altra, fino ad arrivare a una soglia oltre la quale è avvenuta l'esplosione. "La stella donatrice è stata probabilmente completamente distrutta nel processo, ma non siamo sicuri circa il destino della stella saccheggiatrice", ha detto Avishay Gal-Yam, uno dei coordinatori dello studio.

Secondo gli autori, questa supernova, insieme ad altre sette che erano state osservate in precedenza, sia pure con maggiore difficoltà, potrebbero essere le rappresentanti di un nuovo tipo di supernova in realtà più comune di quanto finora sospettato, che potrebbero spiegare due questioni rimaste senza risposta: l'abbondanza di calcio che si rileva nelle galassie, un elemento essenziale per lo sviluppo della vita sulla Terra, e la concentrazione di positroni, le antipartricelle dell'elettrone, al centro delle galassie.

Questi ultimi potrebbero essere il risultato del decadimento del titanio 44, radioattivo e prodotto in abbondanza da questo tipo di supernove, in scandio 44 più un positone, che poi decade a sua volta in calcio 44. Finora l'ipotesi della presenza di una così elevata quantità di positoni era attribuita al presunto decadimento della sfuggente materia oscura al centro delle galassie."

da lescienze


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MessaggioInviato: 25/05/2010, 18:03 
Grazie ubatuba, tieni sempre aggiornato il Forum ...!



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MessaggioInviato: 25/05/2010, 23:25 
Ottimo articolo, ubatuba, davvero un ottimo report.


In due parole: l' abbondanza di calcio nelle galassie e la quantità di positroni al centro di esse, deriverebbe da un nuovo tipo di supernove.

Finora per i positroni si ipotizzava un ruolo della materia oscura, mentre ora abbiamo un nuovo possibile responsabile, le stelle supernove.

Le stesse supernove che riempiono lo spazio di una materia fondamentale per la vita, il calcio.


Mi permetto di rilevare che la sua abbondanza nelle galassie va decisamente a favore dell' ipotesi che le condizioni per la vita possano esserci anche al di fuori della Terra.

Saluti,

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 07/01/2014, 10:51 
Nuove suggestive osservazioni con il telescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) catturano per la prima volta i resti di una recente supernova ricca di polvere appena formata. Se una quantità sufficiente di questa polvere riesce a completare il rischioso passaggio verso lo spazio interstellare, potrebbe spiegare come molte galassie abbiano acquisito il loro aspetto scuro e "polveroso".

Le galassie possono essere luoghi decisamente polverosi e si pensa che le supernove siano una delle principali fonti di questa polvere, soprattutto nell'Universo primordiale. Ma finora le dimostrazioni dirette della possibilità di produrre polvere da parte delle supernove sono state poche e non erano in grado di giustificare le abbondanti quantità di polvere viste nelle galassie giovani e distanti. Ma ora le osservazioni di ALMA stanno cambiando questa situazione.
La polvere cosmica è formata da grani di silicati e grafite - minerali abbondanti anche sulla Terra. La fuliggine di candela è molto simile alla polvere di grafite cosmica, anche se la dimensione dei grani nella fuliggine è dieci o più volte maggiore di quella tipica dei grani di grafite cosmici.

Abbiamo trovato una massa di polvere incredibilmente grande concentrata nella zona centrale del materiale espulso da una supernova relativamente giovane e vicina", ha detto Remy Indebetouw, astronomo all'Osservatorio Nazionale di Radio Astronomia (NRAO) e Università della Virgina, entrambi con sede a Charlottesville, USA. "È la prima volta che siamo in grado di produrre un'immagine della zona in cui si forma la polvere, un passo importante per comprendere l'evoluzione delle galassie".

Un'equipe internazionale di astronomi ha usato ALMA per osservare i resti incandescenti della Supernova 1987A (la luce della supernova è arrivata nel 1987 sulla Terra), che si trova nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana in orbita intorno alla Via Lattea a circa 160 000 anni luce dalla Terra. La SN 1987A è la più vicina esplosione di supernova dopo quella storica osservata da Keplero nella Via Lattea nel 1604

Gli astronomi hanno previsto che quando il gas si raffredda dopo l'esplosione si formano grandi quantità di polvere poichè gli atomi di ossigeno, carbonio e silicio si legano tra loro nelle regioni interne e fredde del resto di supernova. Finora però, le osservazioni di SN 1987A con i telescopi infrarossi, effettuate nei primi 500 giorni dopo l'esplosione, avevano rivelato solo una piccola quantità di polvere calda.

Con la risoluzione e sensibilità senza precedenti di ALMA, l'equipe di ricerca è stata in grado di ottenere un'immagine della polvere fredda, molto più abbondante, che risplende debolmente nella banda millimetrica e sub-millimetrica. Gli astronomi stimano che il resto di supernova ora contenga una quantità di polvere appena formata pari a circa il 25 per cento della massa del Sole. Hanno scoperto anche che si sono formate notevoli quantità di monossido di carbonio e di silicio.

"SN 1987A è un luogo speciale poiché la supernova non si è mescolata ancora con l'ambiente circostante e perciò quello che vediamo si è formato lì", ha detto Indebetouw. "I nuovi risultati di ALMA, i primi nel loro genere, rivelano un resto di supernova pieno zeppo di materiale che semplicemente non c'era qualche decina di anni fa".

Le supernove, però, possono creare ma anche distruggere i grani di polvere.
Quando l'onda d'urto dell'esplosione iniziale venne irradiata nello spazio, produsse brillanti anelli di materiale incandescente, come si è visto nelle prime osservazioni con il telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA. Dopo aver colpito questo guscio di gas, espulso dalla stella progenitrice, una gigante rossa, verso la fine della propria vita, una parte di questa potente esplosione è rimbalzata verso il centro del resto di supernova. "A un certo punto, questa onda d'urto di ritorno andrà a schiantarsi su questi grumi fluttuanti di polvere appena formata". dice Indebetouw. "È probabile che una frazione di questa polvere venga spazzata via a questo punto. È difficile prevedere esattamente quanta - forse solo poca, probabilmente metà o due terzi." Se una buona parte della polvere sopravvive e riesce a raggiungere lo spazio interstellare, potrebbe spiegare le grandi quantità di polvere rivelate nell'Universo primordiale.

"Le prime galassie sono davvero incredibilmente polverose e questa polvere svolge un ruolo importante nell'evoluzione delle galassie", aggiunge Mikako Matsuura dell'University College di Londra, UK. "Oggi sappiamo che la polvere può essere creata in diversi modi, ma nell'Universo primordiale la maggior parte doveva provenire dalle supernove. Abbiamo finalmente trovato una prova diretta a sostegno di questa teoria".

http://www.eso.org/

x immagini

http://www.link2universe.net/2014-01-07 ... ova-1987a/


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MessaggioInviato: 30/01/2014, 13:33 
Supernova scoperta ieri nella galassia M99



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Mentre la recente supernova SN 2014J illumina ancora la galassia M82, un'altra stella è stata vista esplodere ieri nella galassia a spirale M99. Si tratta di una galassia a spirale distante circa 60 milioni di anni luce da noi, nella direzione della Costellazione della Chioma di Berenice. Il suo nome ufficiale è ora PSN J12184868+1424435, e la conferma è arrivata la notte del 28 Gennaio 2014, grazie a svariate osservazioni da tutto il mondo (inclusa l'Italia! Sopra vedete la fantastica immagine scattata da Michele Brusa che ringraziamento per l'avviso immediato!).

Michele Brusa, dell'Oservatorio Astronomico di Montevenere fa una fantastico riassunto di quelle che sono state le precedenti osservazioni di supernove in questa galassia:

SUPERNOVA IN M99 - Siamo nel luglio del 1967, quando Zwicky individuò per la prima volta una supernova in M99, esattamente a 80" E e 19" S dal nucleo visibile come una stella di magnitudine 14,0. Siamo ora nel 16 dicembre 1972, quando L. Rosino scoprì un'altra supernova a 15" E e 97" N dal nucleo di M99 (Ngc 4254), astro in esplosione di magnitudine 15,0 nel Blu. Infine un'ultima supernova ha fatto apparizione in questa galassia: si tratta di una supernova classifiata di tipo II (come le due precedenti) e di magnitudine 14,2 esattamente a 36" E e 16" S dal nucleo. Per finire, il 26 gennaio 2014 il Transient Survey (TNTS) ha scoperto quest'ultima localizzata a 14" W e 16" S. Tenendo conto di una media di 4 supernovae al secolo per questa galassia, e considerando che dista 60 milioni di anni luce (la supernova che vediamo ora in realtà è esplosa 60 milioni d'anni fa) si può calcolare facilmente che da allora fino ad oggi in realtà ne sono esplose circa altre 2.400.000 in M99!!! Cifre da capogiro, soprattutto tenendo conto che ad ogni esplosione, mondi interi, forse anche con forme di vita, cessano la loro esistenza

Seguiteci anche sulla pagina Facebook di Link2Universe per non perdervi alcun aggiornamento astronomico.

http://remanzacco.blogspot.it/2014/01/p ... alaxy.html

https://www.facebook.com/pages/Monteven ... 833?ref=hl


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MessaggioInviato: 28/04/2014, 17:53 
Nel 2010, un gruppo di ricercatori osservò una supernova, denominata PS1-10afx, più brillante di qualunque altro oggetto della stessa classe, senza che nessuno potesse spiegare questa anomalia. Un nuovo studio pubblicato su “Science” e firmato da Robert Quimby dell#65533;Università di Tokio ha risolto l#65533;enigma: si tratterebbe dell#65533;effetto di amplificazione dovuto alla presenza di una galassia massiccia lungo la direzione di osservazione, che agisce come una sorta di lente. L#65533;eccezionale bagliore aveva stupito molti astronomi, portando qualcuno a ipotizzare che si trattasse di una supernova di tipo nuovo, intrinsecamente più brillante, mentre altri propendevano per una “normale” supernova di tipo Ia, la cui emissione di radiazione veniva amplificata da una “lente” rappresentata da un oggetto massiccio, come, per esempio, un buco nero di grande massa nelle vicinanze. L#65533;effetto di lente gravitazionale è ben noto agli astronomi: si tratta di uno dei più straordinari effetti descritti dalla teoria della relatività generale di Einstein, secondo cui le grandi masse deformano lo spaziotempo, deviando di conseguenza i raggi di luce che passano nelle vicinanze. In opportune condizioni, queste deviazioni sono molto simili a quelle prodotte da una lente ottica. “Il gruppo che fece la scoperta, per esempio, propose che si trattasse di un nuovo tipo di supernova, non prevista da alcuna teoria”, ha spiegato Quimby. “A dire il vero, esiste un tipo di supernova molto raro che possiede una luminosità paragonabile; PS1-10afx era però differente, perché evolveva troppo in fretta, e la galassia in cui si trovava era troppo grande”.] Nel 2010, un gruppo di ricercatori osservò una supernova, denominata PS1-10afx, più brillante di qualunque altro oggetto della stessa classe, senza che nessuno potesse spiegare questa anomalia. Un nuovo studio pubblicato su “Science” e firmato da Robert Quimby dell'Università di Tokio ha risolto l'enigma: si tratterebbe dell'effetto di amplificazione dovuto alla presenza di una galassia massiccia lungo la direzione di osservazione, che agisce come una sorta di lente.

L'eccezionale bagliore aveva stupito molti astronomi, portando qualcuno a ipotizzare che si trattasse di una supernova di tipo nuovo, intrinsecamente più brillante, mentre altri propendevano per una “normale” supernova di tipo Ia, la cui emissione di radiazione veniva amplificata da una “lente” rappresentata da un oggetto massiccio, come, per esempio, un buco nero di grande massa nelle vicinanze.

L'effetto di lente gravitazionale è ben noto agli astronomi: si tratta di uno dei più straordinari effetti descritti dalla teoria della relatività generale di Einstein, secondo cui le grandi masse deformano lo spaziotempo, deviando di conseguenza i raggi di luce che passano nelle vicinanze. In opportune condizioni, queste deviazioni sono molto simili a quelle prodotte da una lente ottica.

“Il gruppo che fece la scoperta, per esempio, propose che si trattasse di un nuovo tipo di supernova, non prevista da alcuna teoria”, ha spiegato Quimby. “A dire il vero, esiste un tipo di supernova molto raro che possiede una luminosità paragonabile; PS1-10afx era però differente, perché evolveva troppo in fretta, e la galassia in cui si trovava era troppo grande”.

[Clicca e scopri il significato del termine: Queste difficoltà hanno spinto il gruppo di Quimby a formulare un#65533;ipotesi diversa, che contemplasse un fenomeno di lente gravitazionale, anche in assenza di un corpo massiccio evidente nelle vicinanze. La proposta aveva un effetto verificabile sperimentalmente, perché se ci fosse stata una lente gravitazionale ad amplificare la supernova, sarebbe dovuta essere ancora lì una volta che la luce della stessa supernova fosse venuta meno. Confrontando i dati raccolti durante il periodo del picco di emissione con quelli del periodo successivo, i ricercatori hanno trovato le prove della presenza di una galassia proprio nella direzione di vista di PS1-10afx e a una distanza tale da produrre l#65533;effetto di amplificazione della radiazione emessa.] Queste difficoltà hanno spinto il gruppo di Quimby a formulare un'ipotesi diversa, che contemplasse un fenomeno di lente gravitazionale, anche in assenza di un corpo massiccio evidente nelle vicinanze. La proposta aveva un effetto verificabile sperimentalmente, perché se ci fosse stata una lente gravitazionale ad amplificare la supernova, sarebbe dovuta essere ancora lì una volta che la luce della stessa supernova fosse venuta meno.

Confrontando i dati raccolti durante il periodo del picco di emissione con quelli del periodo successivo, i ricercatori hanno trovato le prove della presenza di una galassia proprio nella direzione di vista di PS1-10afx e a una distanza tale da produrre l'effetto di amplificazione della radiazione emessa.

[Clicca e scopri il significato del termine: Il motivo per cui questa galassia-lente non sia stata mai rilevata prima è presto spiegato: essa è decisamente meno luminosa della galassia che ospitava la supernova. L#65533;elemento più interessante della scoperta è che si tratta della prima lente gravitazionale mai osservata in grado di amplificare una supernova di tipo Ia. “Abbiamo numerosi esempi di lenti gravitazionali #65533;deboli#65533;, ma qui si tratterebbe di un fenomeno di lente gravitazionale #65533;forte#65533;, in cui si formano diverse immagini della supernova: è questo il processo che determina un#65533;apparente luminosità aggiuntiva”, ha concluso Quimby.] Il motivo per cui questa galassia-lente non sia stata mai rilevata prima è presto spiegato: essa è decisamente meno luminosa della galassia che ospitava la supernova. L'elemento più interessante della scoperta è che si tratta della prima lente gravitazionale mai osservata in grado di amplificare una supernova di tipo Ia.

“Abbiamo numerosi esempi di lenti gravitazionali 'deboli', ma qui si tratterebbe di un fenomeno di lente gravitazionale 'forte', in cui si formano diverse immagini della supernova: è questo il processo che determina un'apparente luminosità aggiuntiva”, ha concluso Quimby.

http://www.lescienze.it/news/2014/04/28 ... e-2113459/


Ultima modifica di ubatuba il 28/04/2014, 17:54, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/08/2014, 13:42 
Un gruppo di ricercatori guidato da astronomi e astrofisici dell'Università di Warwick, ha scoperto che alcune delle più solitarie supernove nell'Universo sono prodotte da un fenomeno davvero estremo: la collisione tra due resti di stelle morte: nane bianche e stelle a neutroni. Il Dr. Joseph Lyman, dell'Università di Warsick, è l'autore principale della ricerca che è comparsa nel giornale Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

"La nostra ricerca esamina quelle che vengono chiamate "transienti ricche di calcio", ha spiegato il Dr. Lyman. "Si tratta di esplosioni luminose che durano alcune settimane, tuttavia, non sono tanto brillanti e non durante tanto a lungo quanto le tradizionali supernove, e questo le rende molto più difficili da scoprire e studiare in dettaglio."

Precedenti studi avevano mostrato che il calcio rappresentava fino a metà del materiale che veniva espulso durante simili esplosioni, rispetto alle normali supernove, dove rappresenta solo una piccola frazione. Questo significa che questi eventi molto curiosi potrebbero in realtà essere i produttori dominanti di calcio nel nostro universo!

"Uno degli aspetti più strani è dato dal fatto che sembrano esplodere sempre in posti molti insoliti. Per esempio, guardando ad una galassia, ci si aspetterebbe di vedere esplosioni in linea con la luce di fondo che si vede provenire dalla galassia stessa, dato che è lì che si trovano le stelle" spiega il Dr. Lyman. "Tuttavia, una grande frazione di queste stelle esplodono a enormi distanze dalle loro galassie, dove il numero di sistemi stellari è minuscolo."

"Quello che affrontiamo in questa pubblicazione è se ci sono sistemi sottostanti in cui questi transienti sono già esplosi. Per esempio, se potrebbero esserci galassie nane molto pallide in quelle zone, che potrebbero spiegare la loro strana posizione isolata. Noi presentiamo osservazioni che mostrano come in effetti non c'è nulla intorno a loro. Quindi la domanda che sorge è: come ci sono arrivate lì?

Le transienti ricche di calcio osservate fino ad oggi possono essere osservate a migliaia di parsec di distanza dalle proprie galassie, con un terzo degli eventi che avviene ad almeno 65.000 anni luce da una potenziale galassia ospite. Per scoprire la loro possibile origine, gli scienziati hanno usato il VLT (Very Large Telescope), dell'ESO, in Cile, ed il Hubble Space Telescope, della NASA ed ESA. L'obbiettivo era quello di osservare gli esempi più vicini a noi di queste transienti e cercare di capire se qualcosa rimane nella regione dopo l'esplosione.

Le osservazioni hanno permesso di escludere definitivamente l'ipotesi delle galassie nane o degli ammassi di stelle. Inoltre, è stata esclusa anche la possibilità che si tratti di sistemi binari dove una stella massiccia collassa ed il materiale viene strappato dalla stella vicina. I ricercatori non hanno trovato prove di compagne binarie o altre stelle massicce nelle vicinanze, e questo ha permesso di escludere le stelle massicce come progenitrici per le transienti ricche di calcio.

"Sembrava sempre più probabile che le stelle massicce iperveloci non potessero spiegare la posizione di queste supernove. Si doveva trattare di stelle con masse più piccole, e vite più lunghe, ma presenti ancora in qualche tipo di sistema binario dato che non conosciamo alcuna stella a bassa massa che è in grado di esplodere da sola come supernova, o creare un evento che sembri una supernova."

I ricercatori hanno comparato i loro dati a quello che sappiamo riguardo ai lampi a corta durata di raggi Gamma (SGRB). Anche queste esplosioni avvengono in regioni molto remote, senza alcuna galassia coincidente. I lampi SGRB avvengono quando due stelle a neutroni collidono, oppure quando una stella a neutroni collide con un buco nero. Anche se una stella a neutroni ed un buco nero non potrebbero spiegare le transienti ricche di calcio, il team ritiene che se la collisione fosse simile ma con una nana bianca al posto del buco nero, si potrebbe riuscire a spiegare questo fenomeno perché:

1) Fornirebbe abbastanza energia da produrre la luminosità vista nelle transienti ricche di calcio.
2) La presenza di una nana bianca fornirebbe il meccanismo necessario per produrre il materiale molto ricco di calcio.
3) La presenza di una stella a neutroni potrebbe spiegare perché questo sistema binario è stato trovato così lontano dalla propria stella.

"Quello che quindi proponiamo è che questi sono sistemi che sono stati espulsi dalla propria galassia. un buon candidato per questo scenario è proprio quello di un sistema binario tra una nana bianca ed una stella a neutroni. La stella a neutroni si forma quando una stella massiccia esplode come supernova. La supernova porta la stella a neutroni ad essere espulsa a velocità altissime (100 km/s). Questo sistema ad alta velocità può sfuggire alla gravità della propria galassia, e se il sistema binario sopravvive, la nana bianca e la stella a neutroni finiranno alla fine per collidere causando queste transienti esplosive."

I ricercatori hanno fatto notare che questi sistemi di nane bianche e stelle a neutroni dovrebbero anche produrre grandi lampi di raggi-gamma, motivando ulteriori osservazioni per riuscire a confermare quest'ipotesi. Inoltre, simili sistemi dovrebbero anche contribuire come significanti sorgenti di onde gravitazionali, potenzialmente rilevabili da futuri esperimenti che getteranno nuova luce sulla natura di questi sistemi esotici.

http://www.ras.org.uk/news-and-press/24 ... supernovae

http://www.link2universe.net/2014-08-19 ... solitarie/


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 Oggetto del messaggio: Re: re:nuovo tipo di supernove
MessaggioInviato: 26/08/2015, 16:43 
Immagine

Queste immagini di Hubble mostrano galassie elittiche egnate da lunghe linee di polvere scura, segno di una recente fusione di due galassie. Le "X" il figura indicano i punti in cui sono esplose delle supernovae associate alle galassie. Credits: NASA, ESA, and R. Foley (University of Illinois)

Gli studiosi sono stati affascinati negli ultimi tempi da una serie di stelle esplose inaspettatamente, tutti quanti sistemi isolati al di là dei tipici accoglienti confini delle loro galassie. Un nuovo studio su 13 resti di supernovae, integrato dall'archivio dati dello Hubble Space Telescope, sta aiutando gli astronomi a spiegare come mai alcune giovani stelle esplodano prima di quanto ci si aspetti e vengano lanciate dalla deflagrazione in un posto isolato lontano dalla loro galassia ospite.

Questo è un mistero alquanto complicato, che riguarda sistemi stellari doppi, galassie che si stanno miscelando e buchi neri gemelli, ed iniziato nel 2000 con la scoperta della prima di questa classe particolare di supernovae secondo il leader dello studio Ryan Foley, dell'Università dell'Illinois di Urbana-Champaign.

Foley ha ipotizzato che queste stelle siano in qualche modo migrate alla loro sede finale. Per provare questa idea, sono stati studiati i dati provenienti dal Lick Observatory (California), dal W. M. Keck Observatory e dal Subaru Telescope (entrambi situati alle Hawaii), per determinare quanto velocemente le stelle stessero viaggiando. Con grande sorpresa, Foley ha scoperto che le stelle stavano sfrecciando all'incirca alla stessa velocità delle stelle che sono state espulse dalla nostra Via Lattea dal suo centrale buco nero supermassivo, ossia a più di 7 milioni di km/h.

Analizzando più da vicino le galassie da cui questi campioni di velocità provengono – dal'archivio immagini di Hubble – si è notato che molte sono galassie ellittiche massive che si stanno o si sono da poco fuse con altre galassie. Altre osservazioni hanno evidenziato la condizione per cui i nuclei di molte delle galassie presentano buchi neri supermassivi attivi alimentati dalla collisione. Molte delle galassie inoltre risiedono in ambienti densi nel cuore di ammassi galattici, area primaia in quanto a scontri. Infine, la collocazione delle supernovae in relazione alle antiche galassie indica che le stelle avrebbero dovuto essere vecchie; e se queste lo fossero state, allora dovevano per forza avere una compagna che ha provveduto a fornire il materiale sufficiente per l'esplosione della supernova.

In accordo con lo scenario ipotizzato da Foley, dopo la fusione di due galassie i loro buchi neri migrano verso il centro della nuova galassia, ognuno di essi trascinando una scia di stelle. Come i buchi neri danzano uno intorno all'altro, avvicinandosi lentamente, una delle stelle del sistema binario nell'entourage di un buco nero può essersi avvicinata troppo all'altro: molte di queste stelle vengono scagliate via, trascinando la propria compagna.

Dopo essere state scagliate al di fuori della galassia, le stelle binarie si muovono insieme sempre più vicine con le orbite in continua accelerazione, fino che ad un certo punto una delle due viene lacerata dalle forze di marea. Quando il materiale dalla stella morta ricade sulla superficie della compagna avviene l'esplosione che causa la supernova, in un lasso di tempo di circa 50 milioni di anni. Normalmente invece, questo tipo di stelle binarie impiega un tempo molto più lungo per fondersi, probabilmente più lungo dell'età stessa dell'universo – 13 miliardi di anni.

Noostante gli studiosi pensino di aver scoperto quali siano le cause di questo fenomeno, alcuni aspetti risultano ancora poco chiari, come il motivo per cui queste esplosioni risultino inaspettatamente deboli. Queste supernovae producono una quantità di calcio cinque volte superiore rispetto ad altre esplosioni stellari; normalmente le supernovae hanno abbastanza energia per creare elementi molto più pesanti quali ferro e nickel, a spese della produzione del più leggero calcio. Tutavia, per queste esplosioni atipiche, la catena di fusione si blocca a metà strada, rilasciando grandi quantità di calcio e poco ferro.

http://www.link2universe.net/2015-08-14 ... more-27624


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