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MessaggioInviato: 26/11/2014, 23:14 
E' solo un dinosauro...


...magari sincero nella difesa dei lavoratori

(anche se lui come sindacalista è una vita che ci campa su questo tema con le sole chiacchiere che non hanno impedito la precarizzazione)


ma totalmente incapace di comprendere la realtà odierna, il furto della sovranità ad opera della Unione Sovietica Europea.


Per ora è utile e condivisibile la sua battaglia sul lavoro, ma fosse pure premier non sa cosa serve per salvare questo Paese.

Una meteora destinata al cestino della Storia, a meno che non cominci a informarsi seriamente.


Per il resto penso sia in buonafede.

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 01/12/2014, 17:17 
Grazzini presenta e difende l'idea, lanciata recentemente assieme a Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Luciano Gallino e Stefano Sylos Labini per cui lo Stato italiano, pur restando nell'eurozona, dovrebbe, per rilanciare subito l'economia, emettere una "moneta parallela" nella forma di Certificati di Credito Fiscale (CCF). E' di oggi la notizia che Silvio Berlusconi ha difeso l'idea di una moneta parallela.
Abbiamo tra l'altro fatto notare a Grazzini che si tratta di una variante dei Me.Fo, escogitati nel 1934 dal Ministro del Tesoro nazista Hjalmar Schacht per aggirare i vincoli imposti dai Trattati di Versailles, e che i Me.Fo ebbero sì successo, ma nel contesto del ripudio di quei Trattati e della riconquista tedesca della piena sovranità politica.



http://sollevazione.blogspot.it/2014/11 ... dalla.html

potrebbe essere una soluzione x cercare di rilanciare la ns economia,di certo in quel periodo di rifiuto dei dettami del trattato di versailles,la germania usci dalla crisi ed in poco tempo la disoccupazione calo' drasticamente(come dal resto fece notare santoro)xo' c'e' da aggiungere che vennero pure lanciate tante opere pubbliche........x sostenere questo artificio....................... [;)] [:(!].......anke se sono dell'avviso che la cosa giusta sarebbe trattare x l'uscita dall'euro................ [:(!]


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 16:50 
Se l'Italia esce dall'Euro/2 #fuoridalleuro

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http://www.beppegrillo.it/2014/12/httpvocidallest.html

di Wolfgang Münchau, 2 Dicembre 2014

In Italia negli ultimi tempi si sta svolgendo un ampio dibattito sull’uscita dall’Eurozona. Finora solo i partiti d’opposizione rivendicano questa scelta. Ma anche loro prima o dopo andranno al governo.
Uno dei motivi per i quali abbiamo l’euro è l’ampio consenso politico di cui godeva in tutti i Paesi che più tardi ne avrebbero fatto parte. Non importa se al governo o all’opposizione, erano tutti d’accordo. Soprattutto il consenso dei partiti d’opposizione era importante, poiché nel corso di 15 anni sono andati tutti al governo, la SPD in Germania, i socialisti in Francia e in Spagna. Così l’Euro ha resistito, dalla sua introduzione quasi 16 anni fa, a molti cambi di governo.
Con la crisi dell’euro questo consenso non è più totale. In Germania governo e opposizione sono ancora quasi tutti a favore dell’euro. Anche in Francia formalmente è così. Lì solo il Front National è contrario.
Diverso è il caso dell’Italia. Lì tutti i partiti d’opposizione sono ora contrari all’euro. Pregiudizialmente ciò non significa granché. I socialdemocratici italiani hanno una grande maggioranza in Parlamento sotto il loro capo Matteo Renzi. E godono di un grande, anche se non più schiacciante, consenso popolare. Ma nelle democrazie le opposizioni prima o poi vanno al governo. E quindi è importante capire se un nuovo governo del genere metterebbe davvero in pratica la propria politica anti-euro.
Il Movimento Cinque Stelle, il più grande partito d’opposizione, prima delle elezioni europee si era pronunciato per un referendum sull’euro. Il partito è stato finora euroscettico, ma la sua posizione non era mai stata così dura come adesso. Il capo del partito, Beppe Grillo, ha annunciato poco tempo fa la sua netta opposizione. Il suo partito vorrebbe abbandonare l’Eurozona il più presto possibile.
Alle elezioni regionali in Emilia Romagna il partito di Renzi ha vinto, tuttavia la Lega Nord ha raggiunto quasi il 30%, risultato con cui nessuno aveva fatto i conti. La Lega non è solo favorevole a una divisione fra Italia Settentrionale e Italia Meridionale. Ultimamente è anche a favore dell’uscita dall’euro, e questa sua posizione è stata ricompensata dagli elettori.
L’abbandono dell’Italia sarebbe il peggiore di tutti gli scenari.
E questo ha invogliato Silvio Berlusconi. Completamente favorevole all’Europa, Berlusconi, naturalmente, non lo era mai stato. Ma, opportunista com’è, anche lui mette in discussione il futuro dell’euro. Di più: lui e il suo partito, Forza Italia, il secondo più grande partito italiano, hanno un piano ben congegnato. Berlusconi vuole riavere la sovranità monetaria introducendo all’interno del paese una valuta parallela che fluttui liberamente nei confronti dell’euro. Stipendi e salari, e ovviamente anche i prezzi nei negozi, sarebbero indicati in questa nuova valuta. In un primo momento si cambierebbero i vecchi euro in nuovi euro italiani secondo un rapporto uno a uno. In seguito si lascerebbe fluttuare la nuova valuta liberamente, con la conseguenza che il suo corso subirebbe un crollo immediato, probabilmente fra il 30% e il 50%. L’economia italiana in un colpo solo diventerebbe di nuovo competitiva.
Per il resto dell’Eurozona un’uscita dell’Italia rappresenterebbe il peggiore di tutti gli scenari di crisi. Ma effettivamente il paese non è più cresciuto dall’ingresso nell’euro. La disoccupazione è alta. La disoccupazione giovanile fa paura.
La prossima crisi in arrivo
Non si dovrebbe liquidare la strategia anti-euro dell’opposizione come pura demagogia o populismo. Un abbandono dell’euro risolverebbe tecnicamente il problema italiano in un colpo solo. Le imprese diventerebbero di nuovo competitive. I debiti dello Stato verrebbero anch’essi convertiti nella nuova valuta, altrimenti la decisione non porterebbe alcun frutto. I proprietari stranieri dei titoli di Stato italiani dovrebbero accettare una perdita.
Che l’euro, dopo un abbandono da parte dell’Italia, possa essere in grado di sopravvivere, è cosa tutt’altro che certa. Il sistema finanziario europeo sarebbe a quel punto in grave pericolo. I mercati probabilmente speculerebbero sul fatto che anche altri Paesi cercherebbero di allontanarsi. La Francia vorrebbe ancora essere incatenata alla Germania, qualora l’Italia lasciasse l’euro? La risposta è, probabilmente, addirittura "sì". Solo che non si può essere sicuri di questo, poiché in quel momento la situazione sarebbe poco chiara.
Ciò che noi ora viviamo in Italia sono le conseguenze di una strategia anti crisi che rimanda tutti i problemi e non risolve nulla. La prossima crisi è in arrivo. Sarà peggiore dell’ultima e richiederà ancora più sforzi. E prima o dopo uno di questi partiti anti-euro andrà al governo. E allora succederà.


Wolfgang Münchau



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 04/12/2014, 18:01 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Se l'Italia esce dall'Euro/2 #fuoridalleuro

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http://www.beppegrillo.it/2014/12/httpvocidallest.html

di Wolfgang Münchau, 2 Dicembre 2014

In Italia negli ultimi tempi si sta svolgendo un ampio dibattito sull’uscita dall’Eurozona. Finora solo i partiti d’opposizione rivendicano questa scelta. Ma anche loro prima o dopo andranno al governo.
Uno dei motivi per i quali abbiamo l’euro è l’ampio consenso politico di cui godeva in tutti i Paesi che più tardi ne avrebbero fatto parte. Non importa se al governo o all’opposizione, erano tutti d’accordo. Soprattutto il consenso dei partiti d’opposizione era importante, poiché nel corso di 15 anni sono andati tutti al governo, la SPD in Germania, i socialisti in Francia e in Spagna. Così l’Euro ha resistito, dalla sua introduzione quasi 16 anni fa, a molti cambi di governo.
Con la crisi dell’euro questo consenso non è più totale. In Germania governo e opposizione sono ancora quasi tutti a favore dell’euro. Anche in Francia formalmente è così. Lì solo il Front National è contrario.
Diverso è il caso dell’Italia. Lì tutti i partiti d’opposizione sono ora contrari all’euro. Pregiudizialmente ciò non significa granché. I socialdemocratici italiani hanno una grande maggioranza in Parlamento sotto il loro capo Matteo Renzi. E godono di un grande, anche se non più schiacciante, consenso popolare. Ma nelle democrazie le opposizioni prima o poi vanno al governo. E quindi è importante capire se un nuovo governo del genere metterebbe davvero in pratica la propria politica anti-euro.
Il Movimento Cinque Stelle, il più grande partito d’opposizione, prima delle elezioni europee si era pronunciato per un referendum sull’euro. Il partito è stato finora euroscettico, ma la sua posizione non era mai stata così dura come adesso. Il capo del partito, Beppe Grillo, ha annunciato poco tempo fa la sua netta opposizione. Il suo partito vorrebbe abbandonare l’Eurozona il più presto possibile.
Alle elezioni regionali in Emilia Romagna il partito di Renzi ha vinto, tuttavia la Lega Nord ha raggiunto quasi il 30%, risultato con cui nessuno aveva fatto i conti. La Lega non è solo favorevole a una divisione fra Italia Settentrionale e Italia Meridionale. Ultimamente è anche a favore dell’uscita dall’euro, e questa sua posizione è stata ricompensata dagli elettori.
L’abbandono dell’Italia sarebbe il peggiore di tutti gli scenari.
E questo ha invogliato Silvio Berlusconi. Completamente favorevole all’Europa, Berlusconi, naturalmente, non lo era mai stato. Ma, opportunista com’è, anche lui mette in discussione il futuro dell’euro. Di più: lui e il suo partito, Forza Italia, il secondo più grande partito italiano, hanno un piano ben congegnato. Berlusconi vuole riavere la sovranità monetaria introducendo all’interno del paese una valuta parallela che fluttui liberamente nei confronti dell’euro. Stipendi e salari, e ovviamente anche i prezzi nei negozi, sarebbero indicati in questa nuova valuta. In un primo momento si cambierebbero i vecchi euro in nuovi euro italiani secondo un rapporto uno a uno. In seguito si lascerebbe fluttuare la nuova valuta liberamente, con la conseguenza che il suo corso subirebbe un crollo immediato, probabilmente fra il 30% e il 50%. L’economia italiana in un colpo solo diventerebbe di nuovo competitiva.
Per il resto dell’Eurozona un’uscita dell’Italia rappresenterebbe il peggiore di tutti gli scenari di crisi. Ma effettivamente il paese non è più cresciuto dall’ingresso nell’euro. La disoccupazione è alta. La disoccupazione giovanile fa paura.
La prossima crisi in arrivo
Non si dovrebbe liquidare la strategia anti-euro dell’opposizione come pura demagogia o populismo. Un abbandono dell’euro risolverebbe tecnicamente il problema italiano in un colpo solo. Le imprese diventerebbero di nuovo competitive. I debiti dello Stato verrebbero anch’essi convertiti nella nuova valuta, altrimenti la decisione non porterebbe alcun frutto. I proprietari stranieri dei titoli di Stato italiani dovrebbero accettare una perdita.
Che l’euro, dopo un abbandono da parte dell’Italia, possa essere in grado di sopravvivere, è cosa tutt’altro che certa. Il sistema finanziario europeo sarebbe a quel punto in grave pericolo. I mercati probabilmente speculerebbero sul fatto che anche altri Paesi cercherebbero di allontanarsi. La Francia vorrebbe ancora essere incatenata alla Germania, qualora l’Italia lasciasse l’euro? La risposta è, probabilmente, addirittura "sì". Solo che non si può essere sicuri di questo, poiché in quel momento la situazione sarebbe poco chiara.
Ciò che noi ora viviamo in Italia sono le conseguenze di una strategia anti crisi che rimanda tutti i problemi e non risolve nulla. La prossima crisi è in arrivo. Sarà peggiore dell’ultima e richiederà ancora più sforzi. E prima o dopo uno di questi partiti anti-euro andrà al governo. E allora succederà.


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 21:13 
Lì Italia potrebbe agganciarsi al franco Svizzero per esempio.
Se si vuole uscire dall' euro possiamo solo sperare che i movimenti che stanno combattendo contro la moneta unica si uniscano nella battaglia.



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MessaggioInviato: 08/12/2014, 01:35 
E' belllo..... il PD, prima che il popolo possa asfaltare
l'intera classe dirigente, sta cercando la via di fuga.

A Palazzo Chigi stanno studiando l'uscita dall'euro

http://www.liberoquotidiano.it/news/opi ... ndo-l.html

Abbattere la moneta unica - E dunque non ci sono molte altre strade percorribili: bisogna abbattere la moneta unica. Altrimenti si abbatterà presto da sola: l’arresto della crescita della Germania (notizia economica delle ultime settimane) è la dimostrazione che tutto procede, come previsto verso il crack finale, già anticipato da tutti gli esperti e anche da un rapporto di Mediobanca dell’anno scorso. L’Italia aspetterà quel momento? O si muoverà prima? Se Renzi stesse davvero preparando un’opzione del genere, beh, forse sarebbe la cosa più intelligente che sta facendo in questo momento. Bisogna vedere però se glielo lasciano fare. O anche solo studiare. Pure il semplice pensiero di uscire dall'euro, in effetti, come insegna la storia italiana recente, può essere assai pericoloso per chi siede a Palazzo Chigi…


Non ha capito che verranno asfaltati lo stesso?



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MessaggioInviato: 11/12/2014, 14:56 
DIEGO FUSARO: Contro l'Europa della finanza e del precariato

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=gop76cBhbqw[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 11/12/2014, 15:51 
Cita:
greenwarrior ha scritto:

Se si vuole uscire dall' euro possiamo solo sperare che i movimenti che stanno combattendo contro la moneta unica si uniscano nella battaglia.



[;)]



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MessaggioInviato: 12/12/2014, 15:04 
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http://www.tzetze.it/redazione/2014/12/ ... index.html

"Il costo per tenere unita l'eurozona è stato una intera generazione perduta", ha dichiarato David Folkerts-Landau, l'economista capo di Deutsche Bank, di fronte ai giornalisti a Francoforte. Un'unione monetaria costruita in modo sbagliato e con strutture troppo diverse tra loro ha portato ad una crisi che si traduce in una elevata disoccupazione giovanile e in un bassissimo livello di crescita, si legge sul quotidiano tedesco FAZ. (Fonte)

Intanto, parte domani la raccolta firma del Movimento 5 Stelle per la legge popolare per indire il referendum per l'uscita dell'Italia dall'euro. "L'Italia - evidenziano i pentastellati - è in una situazione drammatica, travolta da povertà, corruzione e malaffare. Gli italiani come primo passo devono riprendersi il Paese e la sovranità su di esso, a partire da quella monetaria. È un giorno storico e per il suo successo abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Con l'euro siamo condannati al default economico".



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MessaggioInviato: 12/12/2014, 19:31 
Non è che la Germania, visti i movimenti in tutta Europa, si sta preparando per farci lo sgambetto a tutti e uscire dall' euro prima di noi?

Ricordiamo cosa venne detto: "I primi che usciranno dall' Euro saranno quelli che ci guadagneranno".

Temo che noi rischiamo di subirne passivamente la fine piuttosto che uscirne proattivamente.



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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beh che siamo "PASSIVI" direi che si è capito no? :)



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Nel commentare la situazione Panaghiotis Lafazanis, portavoce di Syriza, ha detto al Parlamento: "Siamo un paese sovrano e indipendente e prenderemo le nostre decisioni e diremo che la troika e i vari memorandum (il riferimento è ai documenti che sono stati firmati dalla Grecia e dai suoi creditori) non sono nell'interesse del paese. E andremo avanti con la cancellazione dei memorandum e fino a quando la troika non lascerà la Grecia. Questo è un impegno legato all'interesse del paese

http://www.wallstreetitalia.com/article ... imana.aspx


sarebbe una soluzione,possibile,ma con politici adeguati,nonostante il terrorismo che il premier greco samaras,cerca di incutere alla popolazione,....x cercare di uscire da un asituazione di stallo e' necessario aggrapparsi a tutto ed in ogni modo..................[;)]


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Se l'Italia esce dall'Euro

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http://www.beppegrillo.it/2014/11/se_litalia_esce.html

Un articolo di Jacques Sapir che ci riguarda da vicino prefigura quel di cui ormai tutti parlano (anche quelli che lo fanno solo a porte chiuse…) e che appare come inevitabile: un’uscita dell’Italia dall’euro entro la primavera prossima. Ma lungi dall’essere una catastrofe per il nostro paese, questo provocherebbe una rottura immediata dell’eurozona con nuove opportunità per tutti.

di Jacques Sapir

La possibilità di un’uscita dell’Italia dall’euro, uscita che potrebbe verificarsi alla fine della primavera 2015, viene citata sempre più spesso dalla stampa internazionale, italiana naturalmente, ma anche tedesca, americana e britannica. Il silenzio della stampa francese ne risulta ancora più assordante... Dobbiamo quindi capire il motivo per cui il processo di distruzione della moneta unica potrebbe iniziare proprio con l’Italia, e quali sarebbero le conseguenze per la Francia.

Una situazione divenuta insostenibile.
E’ ormai chiaro che la situazione dell’Italia nel contesto della moneta unica è diventata insostenibile. Dalla crisi del 2008 l’Italia è sprofondata in una situazione di stagnazione del PIL che sembra anche peggiore di quella della Spagna.

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La situazione è particolarmente critica se si guarda ai guadagni di produttività dell’Italia rispetto ai suoi concorrenti dell’eurozona a partire dal 1999. Si può constatare che l’Italia è in svantaggio, e non solo rispetto alla Germania e alla Francia, ma anche nei confronti della Spagna. In questo paese, tuttavia, la chiusura di molte aziende ha portato alla scomparsa di quelle meno produttive e, qui, il guadagno di produttività può direttamente essere attribuito all’effetto della contrazione della produzione.

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In realtà dei colloqui con i consiglieri economici del governo Renzi mostrano che questi ultimi sono ormai molto pessimisti sul futuro economico del paese. Essi credono che, a meno di una svolta importante nella politica economica tedesca quest’inverno, l’Italia non avrà altra scelta che lasciare l’Euro nell’estate 2015. Si noti che un partito, il Movimente 5 Stelle di Beppe Grillo, chiede un referendum sull’euro, e che questa idea sta guadagnando terreno negli ambienti politici italiani.
Una grande parte del commercio estero dell’Italia (il 55% degli scambi di merci, e quasi il 64% nel settore dei servizi) è con i paesi della zona euro. E’ quindi comprensibile che il declino, molto relativo, dell’Euro nei confronti del dollaro, la avvantaggi ben poco. L’economia italiana soffre di un problema di competitività all’interno della zona euro.

Le conseguenze per la Francia
Se l’Italia dovesse quindi prendere questa decisione, le conseguenze per l’economia francese sarebbero importanti. In ragione di una specializzazione dell’economia paragonabile a quella italiana, non è possibile per la Francia rimanere nella zona euro se l’Italia ne esce (e viceversa). Ma questa realtà economica rischia di scontrarsi con la caparbietà di un governo paralizzato dalla paura che la sua strategia politica possa a quel punto crollare. Dobbiamo ripetere qui che non ci sarebbe niente di peggio per la Francia che restare in una zona euro che dovesse ridursi a una zona del marco, nel caso che uno dei principali paesi, e l’Italia è la terza più grande economia dell’eurozona, dovesse uscirne. L’impatto negativo sulla competitività sarebbe certamente disastroso per l’industria francese.
Quindi, occorre pensare a uno scenario di questo tipo e chiedersi se questa non sarebbe, in effetti, un’importante opportunità per l’economia francese. Se la Francia e l’Italia escono insieme dalla zona euro, questo comporterà un’uscita a breve termine di Spagna, Portogallo, Grecia e Belgio. In effetti, si capisce subito che la Spagna, indebolita da profonde tensioni politiche, non potrebbe rimanere nell’euro se Italia e Francia ne uscissero. Ora, l’uscita della Spagna implica quella del Portogallo, e dopo questi quattro paesi la permanenza della Grecia nell’euro non è più giustificata. Dati i suoi legami con l’economia francese, è molto probabile che il Belgio seguirebbe dopo un paio di settimane di esitazione. Un’uscita dell’Italia provocherebbe il crollo della zona euro, e la Germania, molto probabilmente, riprenderebbe la sua moneta. Ma questo scenario, lungi dall’essere un disastro, aprirebbe immediatamente delle nuove opportunità e, in particolare, la possibilità – una volta stabilizzati i tassi di cambio di questi paesi – di ricostruire un’unione commerciale. Questa non dovrebbe essere basata su una moneta unica (un “Euro-Sud”), cosa che, come abbiamo già avuto occasione di dire, porterebbe a un forte impoverimento di Italia e Spagna, ma dovrebbe piuttosto fondarsi su delle regole di co-variazione dei tassi di cambio, assumendo che le rispettive parità dei paesi dell’unione potrebbe essere rivista in modo regolare (ogni anno) per riflettere le diverse dinamiche della produttività. E’ pertanto necessario monitorare da vicino l’evoluzione del dibattito in Italia nei prossimi mesi, e soprattutto come la stampa francese, sulla quale purtroppo non ci facciamo più illusioni, ne renderà conto.



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Nino Galloni, Antonio M Rinaldi, e Marco Saba:
“Fuori dall’Euro. Ok, ma come?” (Video)


Un tris di gran valore: Nino Galloni, Antonio M Rinaldi, e Marco Saba che
spiegano in questo Video/Audio come si puo’ uscire dall’Euro, svelando i
dettagli tecnici ed operativi

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=jFnBxpxc9RY[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 04/01/2015, 16:03 
DIECI ANNI DI EURO: COSTO ACQUA +79,5% COSTO RIFIUTI +70,8% COSTO ELETTRICITA' +48,2% COSTO TRENI +46,3% (EURO FOLLIA)

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Tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate piu' che in Italia. Se a Madrid l'aumento medio e' stato del 23,7 per cento, in Italia l'incremento e' stato del 19,1 per cento. Tra i grandi Paesi d'Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9 per cento, mentre la Germania ha segnato un ritocco all'insu' dei prezzi solo del 4,2 per cento.

L'area dell'euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell'11,8 per cento: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi. I calcoli sono stati effettuati dall'Ufficio studi della CGIA che oltre a eseguire una comparazione tra l'andamento delle tariffe amministrate nei principali paesi d'Europa ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel nostro Paese.

Negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento dell'inflazione che in Italia e' stato del 20,5 per cento, l'acqua e' aumentata del 79,5 per cento, i rifiuti del 70,8 per cento, l'energia elettrica del 48,2 per cento, i pedaggi autostradali del 46,5 per cento, i trasporti ferroviari del 46,3 per cento, il gas del 42,9 per cento, i trasporti urbani del 41,6 per cento, il servizio taxi del 31,6 per cento e i servizi postali del 27,9 per cento. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8 per cento, ma si tratta di compagnie private, non si servizi pubblici

Sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi: "Nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne l'acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i piu' contenuti d'Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto ingiustificabili. A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c'e' stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente e' diminuita anche la quantita' di rifiuti prodotta. Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell'ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2 per cento in piu', contro una inflazione che e' aumentata solo dello 0,3 per cento".

L'analisi di Bortolussi si conclude esaminando le cause che hanno incrementato le altre voci tariffarie: "Gli aumenti del gas hanno sicuramente risentito del costo della materia prima e del tasso di cambio, mentre l'energia elettrica dell'andamento delle quotazioni petrolifere e dell'aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, sono stati condizionati dagli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va nemmeno dimenticato che molti rincari sono riconducibili anche al peso fiscale che grava sulle tariffe che, purtroppo, da noi tocca punte non riscontrabili nel resto d'Europa. Inoltre, nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti, e in molti casi pessimi. In linea di massima, oggi siamo chiamati a pagare di piu', ma la qualita' dei servizi resi non ha subito sensibili miglioramenti. Speriamo che la riduzione del prezzo del petrolio registrata in questi ultimi mesi comporti per l'anno venturo una contrazione delle tariffe, soprattutto di luce, gas e trasporti che sono le principali voci di spesa che gravano sui bilanci delle famiglie e delle piccole imprese italiane".

Resta il fatto che in 10 anni di euro invece di avere stabilizzato i prezzi e migliorato i servizi, l'Italia ha aumentato a dismisura i prezzi dei servizi e peggiorato la loro qualità.

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