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MessaggioInviato: 06/02/2012, 11:47 
Potrebbe essere ciò che resta dei Neanderthal?


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MessaggioInviato: 06/02/2012, 12:13 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Potrebbe essere ciò che resta dei Neanderthal?


Il “Progetto Genoma Neanderthal” del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, che ha preso il via nel 2006 sotto la guida di Svante Paabo, ha dimostrato che l’ibridazione tra Neanderthal e Sapiens è avvenuta e che ancora oggi alcune persone di origine europea ed asiatica ne conservano le tracce all’ interno del proprio DNA.

Quindi erano due linee evolutive diverse e non una discendente dell' altra.

Forse allora la questione del fattore RH potrebbe essere legata alla linea evolutiva; i Neanderthal avevano un RH- ed i Sapiens un RH+.
L' ibridazione ha portato ai risultati evidenziati dal Progetto Genoma Neanderthal.

P.S.- Io sono RH B- : sono un...Neanderthal ? [:252]



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"… mi raccomando: non lasciatene passare una a ciarlatani e incompetenti… la loro pochezza intellettuale e la loro inadeguatezza è palese, ma ancora peggiore è la loro bassezza sotto il profilo umano. Nessun rancore, invidia, gelosia – voglio essere chiaro!- deve dirigere le vostre azioni e iniziative. Solo l’ amore per la corretta informazione". (Carlo Sabadin).


Bye

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MessaggioInviato: 06/02/2012, 12:25 
Se il fattore Rh- fosse ascrivibile all'Homo neanderthalensis non si spiegherebbe la sua presenza massiccia al di là dell'oceano. Inoltre essendo l'RH- un fattore recessivo esso è presente solo in individui omozigoti ossia entrambi almeno portatori del genotipo RH-.

Mentre invece il fattore Rh+ presente nei primati, anche evolutivamente parlando deve mantenersi tale fino all'introduzione di un genotipo diverso che alteri il fenotipo del soggetto. Come il fattore Rh- sia stato introdotto nel percorso evolutivo umano rimane un mistero considerando che anche il tanto ricercato anello mancante doveva necessariamente essere caratterizzato da fattore Rh+ discendendo dall'homo erectus.

Pertanto il fattore Rh+ è ascrivibile anche all'Homo neanderthalensis in quanto appartenente allo stesso ramo evolutivo dell'homo erectus di discendenza dei primati, possessori nella loro impronta genetica delle proteine determinanti la presenza di anticorpi "rhesus".

Certamente è insorto un qualche tipo di mutazione genetica, ma a quale pro? Quale vantaggio competitivo fornisce il fattore Rh-? Sostanzialmente nessuno, anzi al contrario lo stesso appare recessivo, evidenziando il fatto che sul pianeta Terra è il fattore Rh+ quello "forte" dal punto di vista evolutivo.

La mutazione genetica che a un certo punto ha generato l'homo sapiens potrebbe essere di origine naturale (virus), artificiale (manipolazione genetica), artificiale con tecnologia avanzata (introduzione tra gli homo erectus di un ceppo virale debitamente programmato per realizzare nel corso dei secoli l'evoluzione desiderata).

Evoluzione temporanea considerando l'aspetto recessivo del fenotipo. Infatti oggi registriamo una grande maggioranza di fenotipi Rh+. E questo va di pari passo con la "corruzione" dell'umanità descritta nei testi sacri che nel passaggio tra l'età dell'oro e la storia recente, tende a ritornare allo stato animale allontanandosi dal DNA divino la cui traccia resta conservata nell'elemento genetico 'fattore Rh'.


http://zret.blogspot.com/2010/05/la-gen ... na-un.html



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MessaggioInviato: 06/02/2012, 13:14 
Vi potrà interessare anche il seguente articolo http://www.chisiamo.info/news-antropologia.htm che tra le altre cose cita il popolo degli Ainu.

"Resta da chiarire anche come mai la forma del cranio è stretta e allungata, "cauicasoide", non affine a quella degli indiani d'America ma piuttosto agli Ainu. Sarà forse la soluzione dell'enigma sull'identità dell'uomo e degli americani. Lo studio sarà facilitato dalle Tac tridimensionali."

Beh, personalmente ho un pensiero sugli Ainu e che gli stessi rappresentino una sorta di "Sumeri" in oriente dove i Sumeri rappresentano quel gruppo di persone selezionate dagli Antichi Astronauti dopo il Diluvio per avviare quel processo di Rinascita descritto nelle mie teorie e che avrebbe infine condotto alla storia da noi conosciuta.

Se aggiungiamo che l'articolo descrive il cranio allungato riconoscibile anche in altri crani dolicocefali ritrovati sul pianeta o rappresentati artisticamente (il più famoso è quelli di Nefertiti) e che gli Ainu vengono descritti come un popolo dalle origini misteriose sia qui http://it.wikipedia.org/wiki/Ainu_(popolazione) che qui http://landsofshadow.medialighieri.it/g ... ggende.htm vediamo come i tasselli del puzzle vadano lentamente a comporre un quadro sinottico valido sulle origini delle civiltà antiche.



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MessaggioInviato: 06/02/2012, 13:19 
scienza, superstizione e... atlantide [xx(]
comunque del fattore RH se ne era già parlato nel forum.. purtroppo non riesco a trovare la discussione..

http://it.wikipedia.org/wiki/Anello_mancante


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MessaggioInviato: 07/02/2012, 00:08 
Ciao Atlanticus,
la teoria dell'ibridizzazione è affascinante e inquietante al tempo stesso che seguo con interesse anche nelle tue delucidazioni... ma non capisco un passaggio che citi, il seguente:
"...l'anello mancante corrisponde a un processo di ibridazione tra il DNA dell'homo erectus e il DNA di una razza superiore, probabilmente extra-terrestre".

Parli di erectus, ma non era una specie che aveva già iniziato un proprio processo evolutivo (comunque rapido) rispetto ai primati? questa autonomia evolutiva la collochi come evento del tutto naturale?

Ciao


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MessaggioInviato: 07/02/2012, 00:41 
Forse non ti è chiara una cosa dell'evoluzione... è vero che i caratteri più favorevoli alla vita, quando vengono alla luce, tendono a svilupparsi a danno degli sfavorevoli, ma essi non vengono in luce per "volere" divino, o quantomeno se c'è volere divino esso è ben confuso nel Caso. Infatti le modoficazioni genetiche sono enormi, e solo poche sono adatte alla vita, ancora meno quelle che la migliorano, tant'è che nella letteratura medica abbiamo migliaia di malattie genetiche, ma nessuna qualità straordinaria. L'evoluzione è un processo lento, e i geni "non sanno" che modificandosi un certo modo favoriranno se stessi e il proprio individuo portatore, essi mutano e basta, se la mutazione è fallace muiono e non è che se ne rendano conto. Semplicemente quel tipo di geni che hanno fallato sono morti, quindi non si sono riprodotti e lì termina la linea fallace. Quelli invece che comportano un vantaggio si propagano, ecco tutto.

Tuttavia, esiste un'altra categoria, ossia i geni cosiddetti dormienti, inutili, senza alcuno scopo. Essi in pratica non fanno alcun danno, ma non portano neppure un vantaggio. Eppure sfruttano il "passaggio" dei geni buoni, e poiché si affidano a questi, e non causano disordini che portano tutti alla scomparsa, ne usufruiscono. Quindi il negativo potrebbe essere semplicemente questo, una modificazione genetica che non comporta alterazioni, per di più recessiva, ma che può continuare a prosperare poiché la vita degli individui di cui fanno parte è normale e regolare come gli altri.



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MessaggioInviato: 07/02/2012, 10:11 
Cita:
Parli di erectus, ma non era una specie che aveva già iniziato un proprio processo evolutivo (comunque rapido) rispetto ai primati? questa autonomia evolutiva la collochi come evento del tutto naturale?


Io credo che fino alla comparsa dell'homo sapiens il genere homo abbia seguito il suo tranquillo percorso evolutivo in accordo con quanto sancito da Darwin e con quanto ricordato giustamente da Raziel nel suo precedente post riguardo ai meccanismi evolutivi.

Oppure come da te affermato in un tuo precedente post in un'altra sezione del forum (http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12190)le varie specie umane sono coesistite contemporaneamente andando via via estinguendosi come speci, soppiantate da altre più adatte, ma sostanzialmente sempre comunque in accordo con la teoria evolutiva. Possibile anche questo, e non smentisce del tutto Darwin.

Il fatto anomalo dal mio punto di vista è che, partendo dagli australopitechi ci sono voluti 4,2 milioni di anni prima di arrivare all'homo sapiens passanfo per i vari step evolutivi, tra cui l'homo erectus da me citato e poi, ecco il Sapiens con una massa cerebrale maggiore del 30% rispetto al suo predecessore.

E in questi 4,2 milioni di anni quanto è aumentato il livello tecnologico-sociale dell'uomo? Poco nulla rispetto a quanto è stato in grado di fare l'homo sapiens in soli 200.000 anni, grazie alle sue 'nuove' capacità e potenzialità.

Per cui, per me, fino all'homo Sapiens i nostri antenati si sono evoluti secondo il meccanismo sancito dalla teoria dell'evoluzione, sia fisicamente che, concetto più importante, tecnologicamente.

Poi accade qualcosa di misterioso (ibridazione tra homo erectus e X) generando i Sapiens.

Anche nella storia dei Sapiens poi c'è un punto interrogativo da dipanare. Se in poco meno di 10.000 anni ci siamo evoluti tecnologicamente tanto da passare a cacciatori-raccoglitori fino a esplorare lo spazio e imbrigliare l'atomo, cosa abbiamo fatto nei 190.000 anni precedenti? e perchè non siamo stati in grado di uno sviluppo tecnologico rapido come quello registrato negli ultimi 10.000 anni?

Potenzialmente c'è spazio per 10 civiltà analoghe alla nostra prima dell'ipotetico diluvio universale avvenuto circa 11.000 anni fa (prove geologiche alla mano = fine glaciazione di Wurm) che avrebbe sostanzialmente cancellato tutto.

Grazie per i vostri contributi.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 07/02/2012, 10:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 07/02/2012, 14:20 
Ma vedi, il fatto è che NON è detto si debba sviluppare l'intelligenza, essa è solo una Possibilità, e ritengo anche molto remota.

Per centinaia di milioni di anni la natura si è appagata con specie animali, non intelligenti, vengono subito in mente in dinosauri, ma ce ne sono state molte altre, e anche più longeve come specie. Comunque prendiamo i dino, ebbene "sarebbe" potuto anche succedere che, con una piccola modificazione in senso intelligente, poi l'evoluzione, a valanga, avrebbe rapidamente donato la ragione ai rettili, ciò non è accaduto a mio parere oltre che per motivi ambientali e biologici, anche per una probabilità molto scarsa che ciò potesse/possa accadere. Finora, a quanto sappiamo, sulla Terra solo l'uomo ha avuto questa "fortuna", questo mi fa supporre che sebbene molti pianeti di classe M (abitabili) siano possibili, con specie animali, sarà molto più raro imbattersi in una civiltà. Nei momenti di peggiore scetticismo arrivo a pensare che, forse, ne esiste una sola per ogni galassia di medie dimensioni, noi in questo caso. Ma poi non mi spiegherei il fenomeno ufo (a meno di attribuirlo ad umani del futuro), e mi piace pensare che alcune civiltà aliene esistano, certo però non quel mare brulicante come si immagina qualcuno. Ritengo che la stragrande maggioranza dei pianeti abitabili sia priva di civiltà, forse persino di animali, e anche ci fosse una specie più intelligente, non è detto che essa sia intelligente quanto noi (o potrebbe esserlo molto di più), pensiamo ai neandertal, essi senza i sapiens avrebbero forse sviluppato una sorta di "civiltà". Ma non credo sarebbero andati molto oltre l'organizzazione tribale, eppure un visitatore alieno sarebbe probabilmente rimasto stupefatto nel vedere una specie così intelligente su un altro pianeta.
Le specie tanto intelligenti dal dare avvio a società altamente organizzate e tecnologiche, per me sono molte poche, ma è ovvio che negli spazi colossali che separano le stelle, essendoci migliaia di luoghi adatti, le probabilità di incontrarne qualcuna aumenta.



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MessaggioInviato: 07/02/2012, 16:13 
Cita:
Raziel scrive:
Le specie tanto intelligenti dal dare avvio a società altamente organizzate e tecnologiche, per me sono molte poche, ma è ovvio che negli spazi colossali che separano le stelle, essendoci migliaia di luoghi adatti, le probabilità di incontrarne qualcuna aumenta.


Anche io come te credo che la galassia non brulichi di vita extraterrestre; certamente in alcune stelle lontane esiste la vita, animale, magari intelligente, ma solo in rarissimi casi a un livello tecnologico tale da rendere possibile il viaggio interstellare o addirittura intergalattico, sempre che sia realmente possibile.

Però dissento da te (perdonami) quando reputi l'evoluzione e l'intelligenza umana esclusivamente frutto della fortuna e del caso. Mi sembra troppo banale e a suo modo anche un po' pretestuoso. Ci deve essere una spiegazione.

Inoltre, cosa ti fa dire che sulla terra siamo solo noi umani quelli intelligenti. Anche il concetto di intelligenza è relativo e visto i risultati che abbiamo ottenuto, forse sono tutte le altre specie animali ad essere più intelligenti di noi...

[;)]



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MessaggioInviato: 07/02/2012, 18:47 
Va bene, ammettiamo che gli alieni "ci abbiano creati"... Chi ha creato gli alieni? Esseri interdimensionali? Va bene... Chi ha creato gli esseri di luce? Insomma non se ne scampa, il caso e la fortuna alla fine tornano a galla, a meno di chiamare in causa il Creatore che tutto scruta e dirige...



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MessaggioInviato: 07/02/2012, 20:15 
Vorrei chiarire un punto:

Gli alieni ci hanno creato come homo sapiens. L'homo erectus è frutto dell'evoluzione. Il loro intervento ha accelerato la nostra evoluzione che avrebbe comportato milioni di anni. Forse, in accordo con la teoria evolutiva, l'h.erectus sarebbe naturalmente diventato una specie di Sapiens, ma in altri milioni di anni.

Non è caso o fortuna: è il processo di evoluzione Darwiniana che, attenzione, io non smentisco assolutamente.

E'la velocità con la quale siamo diventati quelli che siamo che mi lascia perplesso e a cui Darwin non è in grado di rispondere. Una possibile risposta a questa velocità risiede nella manipolazione genetica che ha aumentato d'amblè la nostra massa cerebrale in Sapiens prima e Sapiens Sapiens poi.

Ergo a loro non li ha creati nessuno. Sono il frutto di un percorso evolutivo durato decine di milioni di anni, (magari centinaia) che li ha fatti diventare quello che sono.



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MessaggioInviato: 07/02/2012, 21:15 
ma se "loro" si sono evoluti sino a diventare tanto intelligenti più di noi da soli (o se non loro chi per loro a loro volta), perché sostieni non possa essere successo a noi stessi. E' qui la falla più grande della tua convinzione a mio parere. Io non credo che la velocità sia un parametro adatto per sostenere un'ipotesi così ardita, l'evoluzione sappiamo è più o meno veloce, a seconda delle circostanze, alcuni cambiamenti sono addirittura visibili non nella durata della vita di un ricercatore, ma in quelle assai più breve di un esperimento.
Poi perché proprio dall'homo erectus, e non dall'homo abilis, o da quello di neandertal che poi si è estinto... io sinceramente non ho mai creduto nemmeno alla teoria dell'anello mancante, mi sembra una forzatura quasi a voler giustificare certe "apparizioni" di uomini scimmia, come gli yeti ad esempio.



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MessaggioInviato: 07/02/2012, 23:18 
Non vorrei monopolizzare un thread che aveva come tema l'approfondimento delle possibili prove di un'eventuale ibridazione alle origini della razza umana moderna, ma sarò lieto di continuare, se vorrai, la nostra dissertazione in altri spazi (pvt o mail) [:)]

Comunque, nel duplice tentativo di fornire una risposta ai tuoi dubbi del precedente post e contestualmente riportare il thread OT, vorrei proporre quelle che per me possono rappresentare indizi di una qualche "anomalia" nello schema del genere homo:
- velocità
- presenza di fattore RH- (di cui non si capisce l'origine)
- eritroblastosi fetale, direttamente legata alla presenza appunto del fattore RH-, che appare 'contronatura'
- aumento del 30% (!) della massa cerebrale nel passaggio da h.erectus a h.sapiens
- la coesistenza precedente ai sapiens di specie diverse di ominidi, non ultima i neanderthal, infine soppiantate tutte dal sapiens
- il fatto che i primati (oranghi, scimmie, etc.etc. che in teoria dovrebbero essere nostri parenti stretti) possiedono un patrimonio genetico di 48
cromosomi mentre l'uomo 46 e ciò pare in contrasto con i postulati evoluzionistici


Concludo con una frase del fisico Antonino Zichichi:

« "[...] Arrivati all' Homo Sapiens Neaderthalensis (centomila anni fa), con un cervello di volume superiore al nostro, la Teoria dell'Evoluzione Biologica della specie umana ci dice che, quarantamila anni fa circa, l' Homo Sapiens Neaderthalensis si estingue in modo inspiegabile. E compare infine, in modo altrettanto inspiegabile, ventimila anni fa circa, l' Homo Sapiens Sapiens. Cioè noi. Una teoria con anelli mancanti, sviluppi miracolosi, inspiegabili estinzioni, improvvise scomparse non è Scienza galileiana. [...]" »



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MessaggioInviato: 08/02/2012, 00:03 
Mi rendo conto di aver innescato una discussione ulteriore rispetto all'ibridizzazione in partenza ma appunto la mia riflessione è molto semplice, mi rimane comunque difficile immaginare una evoluzione da primate ad erectus, habilis... figuriamoci nell'accellerazione del sapiens! La ritenco una mutazione sempre forte che non so se si è mai verificata con qualsiasi razza animale da noi studiata, il cavallo è cosi grosso modo da 50milioni di anni se non erro.
seguivo su Quark tempo fa che l'evoluzione impressa alla scimmia è stata causata da un evento geologico nell'Africa centrale dove una parte iniziò a desertificarsi e perdere la foresta, ebbene in questa parte i primati rimasti EBBERO LA POSSIBILITA DI SOLLEVARSI SPESSO PER SCRUTARE L'ORIZZONTE data la bassa vegetazione. Fu questa la miccia che innescò poi tutto!! Da questo sollevarsi su due arti iniziarono sempre più ad utilizzarli fino a camminarvi letteralmente.

[8D]


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