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Grigio
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Lo Storico dai mille nomiLo Storico dai mille nomi

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MessaggioInviato: 13/06/2009, 08:17 
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Teschio ha scritto:

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-Angel- ha scritto:

Il link è sbagliato, puoi postare quello giusto che sono interessato? [:)]



it.wikipedia.org/wiki/Società_segreta_dei_nove_uomini_sconosciuti


Fai copia e incolla sulla barra degli indirizzi, purtroppo il forum mette il link diretto in modo errato.

[;)]


a si, cosi funziona. Grazie mille!


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MessaggioInviato: 13/06/2009, 14:30 
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giancarlo selvatico ha scritto:

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leo48 ha scritto:

Le date indicate nei post precedenti fanno pensare che l'esplosione
sia avvenuta al periodo dell'ultimo passaggio di Nibiru che siano stati
loro a distruggere Mohenjo Daro, Creta ed altre civiltà?.
leo48


bazzecole ,ma non pensate anche voi che quello che è successo a Mohenjio Daro possa in qualche modo assomigliare alla distruzione di Sodoma e Gomorra?


E' celebre l'episodio biblico di Sodoma e Gomorra, le due città punite per la disubbidienza a certi "angeli divini", che dopo aver salvato Lot dalla prepotenza degli abitanti di Sodoma (Genesi 19, 1-29), abbagliandoli con "armi divine", comunicano al loro fedele uomo, Lot appunto, di abbandonare la città, poichè i Nefilim hanno deciso di distruggerla entro quella notte. Quegli esseri lo incitano: "Su, prendi tua moglie e le tue due figlie qui presenti ed esci per non essere travolto nel castigo della città!" e gli urlano, una volta usciti: "Fuggi! Si tratta della tua vita! Non guardare indietro e non fermarti nell'ambito della valle; fuggi sulla montagna, per non essere travolto!". Ma Lot indugia, sostiene: "io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e muoia". Così, Lot e gli "angeli" si accordano affinchè la distruzione si rimandi fino a quando Lot non raggiunga il monte. Quando Lot arriva al monte, è scritto che: "I Nefilim fecero piovere sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco, proveniente dal cielo. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti della città e la vegetazione del suolo". La moglie di Lot, però, che rimase indietro, si voltò e divenne una "colonna di sale", travolta dal fuoco. Si tratta di radiazioni? Prosegue: "Abramo andò di mattino presto dove si era fermato dinanzi ai Nefilim, per guardare dall'alto il panorama di Sodoma e Gomorra e di tutta la terra del circondario e vide che saliva un fumo, come il fumo della fornace". Fungo atomico? Ma allora, è possibile che Sodoma e Gomorra vennero bombardate con ordigni nucleari dalla civiltà dei Nefilim? In effetti, nelle tavolette sumere si narra della distruzione da parte degli Annunaki (corrispondenti ai Nefilim degli ebrei) di due città ribelli... tra cui Aratta. Poichè nè Sodoma nè Gomorra sono state rinvenute, è possibile che Moenjo-Daro e Harappa siano in realtà le equivalenti delle città bombardate, o che comunque la nube radioattiva raggiunse quei luoghi e gli abitanti furono costretti a fuggire: il cosiddetto "vento malvagio" narrato nei testi sacri dei Sumeri, che raggiunse anche Ur.



A dire il vero Sodoma e Gomorra, secondo la Bibbia, furono distrutte perché erano città abitate solo da "peccatori" (senza ulteriori specificazioni).
Furono mandati due Angeli in casa di Lot, a Sodoma, per vedere se almeno lui era giusto, in mezzo a una popolazione di corrotti.
Allora tutti i maschi della città, vecchi e giovani, si presentarono alla porta di Lot per chiedergli di mandare fuori i due angeli, che avevano assunto l'aspetto di uomini, affinchè loro tutti potessero violentarli a turno....
Lot, per calmarli, non seppe fare meglio che dire loro: "non preferireste le mia figlie? Sono vergini, ve le dò in sostituzione..."
Ma i Sodomiti, che evidentemente avevano tutti quanti certi gusti, si arrabbiarono molto perchè Lot non voleva soddisfarli, e lo minacciarono di fare a lui peggio che ai suoi ospiti.
Allora i due Angeli sono intervenuti e li hanno resi tutti ciechi, per poi dire a Lot di scappare, perché presto le due città sarebbero state distrutte.
L'episodio, poi, è stato utilizzato dalle tre religioni monoteistiche per far credere che Dio odia e punisce gli omosessuali (oggigiorno la critica biblica seria respinge l'idea che si possa giustificare la condanna dell'omosessualità con il racconto di Sodoma).
Cosa sia stato a distruggere Sodoma e Gomorra non è stato ancora chiarito. Ci sono diverse tesi, fra cui la più accreditata sarebbe stata che la regione è una zona vulcanica, e quindi in realtà sarebbe stata una particolare forma di vulcanismo a distruggere le città.
Penso che si potrà fare luce sull'episodio solo quando verranno trovate le rovine delle due città, e per il momento questo non è ancora avvenuto, anche perché sembra che non sia affatto facile esplorare il fondo del Mar Morto, dove appunto si troverebbero i loro resti....


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MessaggioInviato: 13/06/2009, 19:01 
Cita:
Endiku ha scritto:

A dire il vero Sodoma e Gomorra, secondo la Bibbia, furono distrutte perché erano città abitate solo da "peccatori" (senza ulteriori specificazioni).
Furono mandati due Angeli in casa di Lot, a Sodoma, per vedere se almeno lui era giusto, in mezzo a una popolazione di corrotti.
Allora tutti i maschi della città, vecchi e giovani, si presentarono alla porta di Lot per chiedergli di mandare fuori i due angeli, che avevano assunto l'aspetto di uomini, affinchè loro tutti potessero violentarli a turno....
Lot, per calmarli, non seppe fare meglio che dire loro: "non preferireste le mia figlie? Sono vergini, ve le dò in sostituzione..."
Ma i Sodomiti, che evidentemente avevano tutti quanti certi gusti, si arrabbiarono molto perchè Lot non voleva soddisfarli, e lo minacciarono di fare a lui peggio che ai suoi ospiti.
Allora i due Angeli sono intervenuti e li hanno resi tutti ciechi, per poi dire a Lot di scappare, perché presto le due città sarebbero state distrutte.
L'episodio, poi, è stato utilizzato dalle tre religioni monoteistiche per far credere che Dio odia e punisce gli omosessuali (oggigiorno la critica biblica seria respinge l'idea che si possa giustificare la condanna dell'omosessualità con il racconto di Sodoma).
Cosa sia stato a distruggere Sodoma e Gomorra non è stato ancora chiarito. Ci sono diverse tesi, fra cui la più accreditata sarebbe stata che la regione è una zona vulcanica, e quindi in realtà sarebbe stata una particolare forma di vulcanismo a distruggere le città.
Penso che si potrà fare luce sull'episodio solo quando verranno trovate le rovine delle due città, e per il momento questo non è ancora avvenuto, anche perché sembra che non sia affatto facile esplorare il fondo del Mar Morto, dove appunto si troverebbero i loro resti....



Miti e storie,raccontati da opere e poemi epici, hanno percorso secoli e sono stati quasi sempre considerati frutto di fantasia.
Avviene pero’, che accanto alla lettura ufficiale, esistano correnti che supportate da dati scientifici, concorrono a dare a quei miti insperata credibilita’ e a noi una massiccia dose di dubbi. E’ quanto sta succedendo ad esempio a testi come la Bibbia,come siano andate le cose a Sodoma e Gomorra e quali siano state le cause della loro distruzione,solo Dio lo sa ,quello che la Bibbia ci dice sulla loro fine e per come puo essere interpretata,potrebbe avere dei riscontri molto assomiglianti alla distruzione di Mohejio Daro nella valle dell'indo.


Ultima modifica di giancarlo selvatico il 13/06/2009, 19:03, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 13/06/2009, 23:07 
Non credo. Infatti è solo Mohenjo-Daro che si suppone sia stata distrutta da un'esplosione atomica, e non anche Harappa.
Non vedo poi come sia possibile identificare Sodoma e Gomorra con Mohenjo-Daro e Harappa, in quando le prime si trovavano sul Mar Morto, cioè nella zona della Palestina e della Giordania, in Medio Oriente, mentre le altre due si trovano in Pakistan, in un paese completamente diverso.
Che poi Abramo sia stato nella valle dell'Indo.... beh, questa è la prima volta che sento una storia del genere... da dove è saltata fuori? Mi si può fornire una fonte attendibile?


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MessaggioInviato: 16/06/2009, 22:18 
Cita:
Endiku ha scritto:

Che poi Abramo sia stato nella valle dell'Indo.... beh, questa è la prima volta che sento una storia del genere... da dove è saltata fuori? Mi si può fornire una fonte attendibile?






http://www.antikitera.net/news.asp?numnews=2172


Ultima modifica di giancarlo selvatico il 16/06/2009, 22:19, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/06/2009, 10:42 
ho letto l'articolo e devo dire che è davvero interessantissimo.
mi permetto di postarlo per coloro che non volessero vedersi il link e per arricchire il nostro archivio. La fonte originale è il sito del ricercatore Alberto Arecchi http://www.liutprand.it :


Cita:
CHI ERA ABRAMO ? Trovate nuove connessioni con l'antica India
06 Marzo 2009 -

Nella sua Storia degli Ebrei, l'erudito e teologo ebreo Flavio Giuseppe (37 – 100 d.C.) scrive che il filosofo greco Aristotele aveva detto: "… Questi ebrei sono derivati dai filosofi indiani; sono chiamati dagli indiani Calani" (Libro I, 22).
Clearco di Soli ha scritto: "gli Ebrei discendono dai filosofi dell'India. In India i filosofi sono chiamati Calaniani e in Siria sono detti Ebrei. Il nome della loro capitale è molto difficile da pronunciare. Si chiama Gerusalemme".
"Megastene fu mandato in India da Seleuco Nicator circa trecento anni prima di Cristo. I suoi racconti stanno trovando ogni giorno nuove conferme da nuove ricerche. Egli dice che gli Ebrei "erano una tribù o setta indiana, chiamata Kalani…" (Godfrey Higgins, Anacalypsis, vol. I, p. 400). Martin Haug, Ph.D., ha scritto in The Sacred Language, Writings, and Religions of the Parsis, "si dice che i Magi chiamassero la loro religione Kesh–î–Ibrahim. Essi attribuivano i loro libri religiosi ad Abramo, che si diceva li avesse portati dal cielo" (p. 16).
Ci sono certe notevoli somiglianze, che sono più di pure coincidenze, fra il dio indù Brahma e la sua consorte Saraisvati e l'Abramo e la Sara ebrei.
Nel suo libro Moisés y los Extraterrestres, l'autore messicano Tomás Doreste ricorda che Voltaire era dell'opinione che Abramo fosse il discendente di qualcuno dei numerosi sacerdoti Brahmani che avevano lasciato l'India per diffondere i loro insegnamenti nel mondo intero; a sostegno della sua tesi ricorda la somiglianza dei nomi ed il fatto che la città di Ur, terra dei patriarchi, era vicino al confine della Persia, lungo la strada verso l'India, in cui quel Brahmano era nato.
Anche se in tutta l'India c'è soltanto un tempio dedicato a Brahma, questo culto è la terza setta più grande degli Indù. Il nome di Brahma era altamente rispettato in India e la sua influenza si espandeva, attraverso la Persia, sino alle terre bagnate dai fiumi Eufrate e Tigri. I Persiani adottarono Brahma e ne fecero una propria divinità. Successivamente avrebbero detto che il dio era arrivato dalla Bactria, una regione montagnosa situata a metà strada sul percorso verso l'India. (pp. 46–47). La Bactria o Battriana (una regione dell'antico Afghanistan) era la sede di una primitiva nazione ebrea denominata Juhuda o Jaguda, ed anche Ur–Jaguda. Ur significava "il luogo" o "la città". Di conseguenza, la Bibbia era corretta nel dichiarare che Abraham era venuto "da Ur dei Caldei". "Caldeo", più correttamente Kaul–Deva (santo Kaul), non era il nome di un'appartenenza etnica specifica, ma il titolo di un'antica casta sacerdotale indù di Bramani, che viveva nella zona ora compresa tra l'Afghanistan, il Pakistan e lo stato indiano del Kashmir.
"La tribù di Ioud o del Brahmino Abramo fu espulsa o lasciò il Maturea del regno di Oude in India e, stabilendosi a Goshen, o la casa del Sole o Heliopolis nell'Egitto, diede a quella località il nome del posto che aveva lasciato in India, Maturea". (Anacalypsis, vol. I, p. 405).
"Egli era della religione o della setta della Persia e di Melchizedek". (Ibidem, Vol. I, p. 364).
"I Persiani inoltre pretendono che Ibrahim, cioè Abraham, fosse il loro fondatore, così come gli Ebrei. Così vediamo che secondo tutta la storia antica i Persiani, gli Ebrei e gli Arabi sono discendenti di Abramo. (p. 85)… dicono che Terah, il padre di Abramo, fosse venuto in origine da un paese dell'Est chiamato Ur, dei Caldei o dei Culdei, per abitare in una regione denominata Mesopotamia. Qualche tempo dopo che abitava là, Abraham, o Abramo, o Brahma e sua moglie Sara o Sarai, o Sara–iswati, lasciarono la famiglia del loro padre ed entrarono in Canaan. L'identificazione d'Abramo e di Sara con Brahma e Saraiswati in primo luogo è stata precisata dai missionari Gesuiti". (Vol. I, p. 387).
Nella mitologia indù, Sarai–Svati è sorella di Brahma. La Bibbia presenta due versioni della storia d'Abramo. Nella prima versione, Abramo ammise di al Faraone aver mentito quando gli aveva presentato Sara come sua sorella. Nella seconda versione, disse anche al re di Gerar che Sara era realmente sua sorella. Tuttavia, quando il re lo rimproverò per aver mentito, Abramo rivelò che Sara era in realtà sia sua moglie sia sua sorellastra! "… ma effettivamente è mia sorella; è stata generata da mio padre, ma non è figlia di mia madre; ed è diventata mia moglie". (Genesi, 20,12).
Le anomalie non terminano qui. In India, un affluente del fiume Saraisvati è Ghaggar. Un altro affluente dello stesso fiume si chiama Hakra. Secondo le tradizioni ebree, Hagar era la serva di Sara; i musulmani dicono che era una principessa egiziana. Si notino le somiglianze di Ghaggar, Hakra e Hagar.
La Bibbia afferma anche che Ishmael, il figlio di Hagar, ed i suoi discendenti vissero in India.
"… Ishmael trasse il suo ultimo respiro e morì e si riunì alle sue parentele… Abitarono a Havilah (India), a Shur, che è vicino all'Egitto, e lungo tutta la strada che porta ad Asshur". (Genesi, 25,17–18).
È un fatto interessante che i nomi d'Isacco e d'Ismaele derivino dal Sanscrito: (Ebreo) Ishaak = Ishakhu (Sanscrito) = "amico di Shiva". (Ebreo) Ishmael = Ish–Mahal (Sanscrito) = "grande Shiva". Una terza mini–versione della storia d'Abramo lo trasforma in un altro "Noé". Sappiamo che un'inondazione guidò Abramo dall'India. "… Così disse il signore Dio d'Israele, i vostri padri abitavano anticamente dall'altro lato dell'inondazione, Even Terah, il padre d'Abramo e il padre di Nachor; ed hanno servito altri dei. Ed ho preso il vostro padre Abramo dall'altro lato dell'inondazione e l'ho condotto per tutta la terra di Canaan". (Giosuè, 24,2– 3.)
Genesi 25 accenna ad alcuni discendenti della sua concubina Ketura (nota: I musulmani sostengono che Ketura è un altro nome di Hagar): Jokshan; Sheba; Dedan; Epher. Alcuni discendenti di Noé erano Joktan, Sheba, Dedan e Ophir. Queste varianti mi hanno indotto a sospettare che gli autori della Bibbia stessero provando ad unire vari rami di giudaismo.
Verso il 1900 a.C., il culto di Brahm fu portato nel Medio e nel Prossimo Oriente da vari gruppi indiani, dopo una terribile pioggia e un terremoto che imperversarono sull'India del Nord, cambiando persino i corsi dei fiumi Saraisvati e Indo. Il geografo classico Strabone dice quanto l'abbandono dell'India nord–occidentale fosse stato quasi totale. "Aristobolo dice che, quando egli fu inviato in India per una certa missione, vide un paese di più di mille città, insieme ai villaggi, che erano stati abbandonati perché l'Indo aveva abbandonato il proprio letto naturale". (Strabone, Geografia, XV, I.19).
"L'essiccamento del Sarasvati intorno al 1900 a.C., che condusse ad uno spostamento importante della popolazione concentrata intorno al Sindhu e alle valli del Sarasvati, potrebbe essere l'evento che causò un'emigrazione verso ovest dall'India. Subito dopo quel tempo l'elemento Indico comincia a comparire dappertutto in Asia occidentale, in Egitto e in Grecia".
(Subhash Kak, Indic Ideas in the Graeco–Roman World, in IndiaStar online literary magazine, p.14)
Lo storico indiano Kuttikhat Purushothama Chon ritiene che Abramo fosse stato cacciato dell'India e dichiara che gli Ariani, incapaci di sconfiggere gli Asura (la casta mercantile che comandava un tempo nella valle dell'Indo, o Harappani), s'impegnarono per molti anni a combattere segretamente contro gli Asura, sino a distruggere il loro enorme sistema di laghi d'irrigazione, causando l'inondazione distruttiva, che Abramo e la sua famiglia se ne andarono e marciarono verso l'Asia Occidentale. (v. Remedy the Frauds in Hinduism).
Di conseguenza, oltre ad essere cacciati dall'India del Nord dalle inondazioni, gli Ariani costrinsero anche i commercianti indiani, gli artigiani e le classi istruite a fuggire in Asia Occidentale.
Edward Pococke scrive in India in Greece: "… in nessun caso simile sono accaduti eventi carichi di conseguenze di tale importanza, come negli eventi successivi alla grande guerra religiosa che, per un lungo periodo d'anni, infuriò in lungo e in largo per l'India. Quel confronto si concluse con l'espulsione d'ampi gruppi di popolazione; molti dei quali esperti nelle arti e civilizzati e molti di più guerrieri di professione. Stretti a nord dalle montagne himalayane, e bloccati verso sud a Ceylon, la loro ultima fortezza, invasero la valle dell'Indo ad ovest, e questi loro spostamenti generarono i germi delle arti e delle scienze europee. La vigorosa marea umana passò la barriera del Punjab e si diresse verso l'Europa ed il resto dell'Asia, per compiere la propria missione nell'evoluzione morale del mondo. L'ampiezza del movimento migratorio era così grande, il cambiamento dei nomi così completo e le informazioni – che abbiamo da parte dei Greci – riferite in modo talmente fuorviante, che nulla di meno di una negligenza totale dei principi teoretici e la risoluzione della ricerca indipendente, hanno dato la minima probabilità di chiarimento di tale mistero". (p. 28)

Se tutti quei popoli immigrati e dominanti erano esclusivamente di origini indiane, perché mai la storia non ne fa menzione?
continua su ....http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=219

Fonte: liutprand.it, del 4 marzo 2009


Che dire! Fantastico e potrebbe spiegare molte cose tanto sulla civiltà di Mohenjo Daro quanto sul perchè il popolo ebraico possedesse conoscenze così elevate, sommandole anche a quelle detenute dalla casta sacerdotale egiziana di cui Mosé fece parte. [:D]


Ultima modifica di Arturo il 17/06/2009, 10:45, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/06/2009, 21:02 
Cita:
Arturo ha scritto:

Che dire! Fantastico e potrebbe spiegare molte cose tanto sulla civiltà di Mohenjo Daro quanto sul perchè il popolo ebraico possedesse conoscenze così elevate, sommandole anche a quelle detenute dalla casta sacerdotale egiziana di cui Mosé fece parte. [:D]



Sono contento che altre persone non scartino questa ipotesi riguardo alla storia di Abramo,purtroppo non ci sono molti riscontri a proposito per andarne a fondo all'argomento [:)]



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Sono contento che altre persone non scartino questa ipotesi riguardo alla storia di Abramo,purtroppo non ci sono molti riscontri a proposito per andarne a fondo all'argomento

Un mio amico diceva (ora non c'è più) quando si fà riposare la lingua e lavorare
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Eh sì.... non ci sono riscontri! Soprattutto non c'è nessun dato storico concreto! L'articolo crede di poter dimostrare una presunta origine indiana degli Ebrei solo dalla somiglianza di qualche nome e niente più.
Di fatto, poi, si tratta di somiglianze molto "ballerine" e tirate per i capelli. Che Brahma assomigli a Abraham e sua moglie Sara a Sarasvati è un'affermazione che non ha nessun riscontro.
Io posso dire di conoscere abbastanza bene la storia delle religioni e delle civiltà antiche per dire che non c'è nessun dato archeologico, storico o linguistico che possa far pensare a un'origine indiana degli Ebrei.
Gli Ebrei sono un popolo semitico, e per la Bibbia Abramo veniva dalla città di Ur, che era una città dei Sumeri. Gli storici e gli archeologi non hanno trovato, che io sappia, nessun valido motivo per dubitare che fosse quella la sua origine.
I popoli indiani non hanno nulla a che vedere con gli Ebrei, infatti non sono popoli semitici. L'unico legame che forse si potrebbe trovare, è con l'antica civiltà dell'Indo, nel senso che, se la cultura ebraica deriva in parte da quella sumerica, e se quella dell'Indo è imparentata a sua volta con quella sumerica, forse si possono trovare delle tracce di somiglianze fra civiltà dell'Indo e civiltà ebraica, ma devo dire che questa volta la sto stiracchiando io.
Non c'è nessuna somiglianza fra la religione ebraica e quella induista, che si fondano su concetti e dottrine completamente diversi.
I Persiani, per certi aspetti, possono essere considerati un trait d'union, ma per motivi anch'essi abbastanza stiracchiati. Gli antichi Persiani avevano una religione monoteistica, il Mazdeismo, che era imparentata in parte con l'Induismo (in parte, beninteso!) e che ha influenzato la formazione dell'Ebraismo e sicuramente anche del Cristianesimo, ma non c'è nessun motivo per pensare che la religione mazdea derivi da Abramo.
Essa deriva da Zarathustra, profeta persiano al cento per cento, e non c'è motivo per pensare che fosse ebreo, anche se i suoi seguaci hanno sicuramente influenzato gli ebrei.
Quindi, sinceramente, penso che non ci siano motivi storici per pensare che Abramo fosse un indiano anziché un Semita o forse un Sumero i cui discendenti si semitizzarono vivendo in Palestina.


Ultima modifica di Enkidu il 17/06/2009, 23:53, modificato 1 volta in totale.

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questione davvero molto affascinante che riserva ancora moltissime sorprese. sono molti anni che seguo e studio approfonditamente la cosa e ho avuto la fortuna di conoscere individui che furono amici di Davenport come nel caso di Giulio Perrone.
E' curioso vedere come sull'intera vicenda sia calata, o sia stata fatta calare, una cortina di silenzio impareggiabile. Ancora moltissimo deve essere detto e ancora tanto deve essere scritto. spero nel tempo di poter rendere partecipe il forum di qualche scoperta fatta e di contatti che hanno portato a nuove piste e a interessantissime conferme.

Enrico B.


Ultima modifica di EnricoB il 07/04/2010, 12:31, modificato 1 volta in totale.


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Be, non aspettiamo altro [:)]


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"Il Mahabharata descrive chiaramente una esplosione catastrofica che scosse il continente. "Un proiettile unico carico di tutta la potenza dell'Universo... Una colonna incandescente di fumo e fiamme brillanti come 10.000 soli, esplose in tutto il suo splendore... era un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere una razza intera.

"I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, il vasellame si ruppe senza alcuna causa apparente, e gli uccelli diventarono bianchi.
Dopo poche ore, tutti i prodotti alimentari erano stati infettati. Per uscire da quel fuoco, i soldati si gettarono nel fiume"
cosi'il mahabarata


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MessaggioInviato: 08/04/2010, 13:38 
Cita:
ubatuba ha scritto:

"Il Mahabharata descrive chiaramente una esplosione catastrofica che scosse il continente. "Un proiettile unico carico di tutta la potenza dell'Universo... Una colonna incandescente di fumo e fiamme brillanti come 10.000 soli, esplose in tutto il suo splendore... era un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere una razza intera.

"I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, il vasellame si ruppe senza alcuna causa apparente, e gli uccelli diventarono bianchi.
Dopo poche ore, tutti i prodotti alimentari erano stati infettati. Per uscire da quel fuoco, i soldati si gettarono nel fiume"
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MessaggioInviato: 09/04/2010, 00:29 
quella e' la parte piu'"strana"oserei dire di tutto il mahabarata con nozioni che danno piu'che un impressione di un fatto nucleare,cmq leggendo tutto il testo vi sono altri casi molto strani se rapportati a quel tempo


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MessaggioInviato: 18/04/2010, 19:26 
ARMAMENTI "MODERNI" NELL'ANTICHITA?

Leggende orientali narrano di una fiorente civiltà nota come i "Signori della Fiamma" che stanziavano nella regione del Gobi. Le gesta dei "Signori della guerra", quali Zeus, Odino, Lug, Indra, Jeaveh, sono state osannate ovunque; nella terra dei Celti, nell'India antica, all'ombra delle piramidi, generando storie che narrano di Nephilim; di Signori delle navi spaziali; di "barche di cristallo" che solcavano i mari Islandesi.
Dèi o semidèi; incontrastati signori dei cieli, i quali, per manifestare la loro potenza o la loro collera, facevano uso di armi, considerate dagli studiosi del secolo appena trascorso, non reali ma solo partorite dalla fantasia dei narratori.
Nei libri Indù si descrivono armamenti da considerare decisamente "moderni" e precursori dei tempi pensando che il loro uso risalirebbe a 5000, 7000 anni fa.
Nel tredicesimo volume di "The sacred Books of the Indù" (I libri sacri dell'Indù) editi dal Maggiore B.D. Basu nel 1923, a pagina 235 del quarto capitolo, è riportata la descrizione di un fucile e di un cannone, prima che ufficialmente venissero ideate tali armi. Vi si legge: "La piccola Nalika è uno strumento cilindrico usato dalla fanteria e dalla cavalleria, provvisto di un foro orizzontale all'origine (culatta), lungo due cubiti e mezzo, con un cuneo aguzzo nella parte anteriore, usato per contrassegnare l'obbiettivo. Produce fuoco con una pressione meccanica, contiene pietre e polvere pirica all'inizio; ha un buon manico di legno e un'apertura interna larga mezzo dito. È capace di colpire oggetti distanti. La grande Nalika, posta in un castello di legno, viene trainata da un carro. È utile per la vittoria." Seguono le istruzioni per l'uso.
Numerose le narrazioni di armi a dir poco "fantastiche", ma che le nostre cognizioni tecniche classificano possibili.
Nei libri più antichi, dal Ramayana al Mahabharata, risalente al 7000 a.C., al Drona Parva, al Mausola Parva, al Naryanastra Parva, all'Abhimanyu Badha Parva, le descrizioni che illustrano gli effetti delle armi usate non hanno bisogno di molti commenti e, purtroppo, sono tristemente familiari:

"Un unico proiettile caricato con tutta la potenza dell'universo. Una colonna incandescente di fumo e di fiamme, luminosa come diecimila soli, si levò in tutto il suo splendore. Un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere l'intera razza dei Vrishnis e degli Andhakas. I cadaveri erano ustionati al punto di essere irriconoscibili. I capelli e le unghie erano caduti; il vasellame era diventato bianco. Tutti i cibi si erano infettati. Per sfuggire a quel fuoco i soldati si gettarono nei fiumi per lavare se stessi e tutto il loro equipaggiamento. Vennero spazzati via uomini con cavalli ed elefanti e carri e armi come fossero foglie secche cadute dagli alberi. Una fitta oscurità avvolse all'improvviso la moltitudine. Tutti i punti cardinali erano immersi nelle tenebre. Un vento funesto cominciò a infuriare. Il sole parve ruotare in circolo; l'universo, inaridito dal calore, sembrava ardere per la febbre. Gli elefanti e le altre creature, ustionate dall'energia di quell'arma, si allontanavano correndo veloci."

Nel "Mausala Parva" troviamo anche la cronaca di quanto avvenne sulla Terra nei giorni che seguirono questi catastrofici eventi:

"Venti asciutti e impetuosi e una grandinata di ghiaia precipitò da ogni parte; carboni ardenti grandinavano sulla terra dal cielo. Gli uccelli cominciarono a volare formando circoli. L'orizzonte sembrava coperto di nebbia... ardenti cerchi di luce si vedevano ogni giorno intorno al sole e alla luna. Il disco del sole sembrava sempre coperto di polvere."

E sono riportate le preghiere per far cessare gli effetti devastanti:

"O Illustre fa che il triplice Universo, il futuro, il passato e il presente possano esistere. È nata una sostanza simile al fuoco che ancora adesso fa bruciare le colline, gli alberi e i fiumi e tutte le specie di erbe e di vegetazione riducendo ogni cosa in cenere."

Nel contenuto dell'Agnipurana, risalente al 6000 a.C., viene citato Vajra, splendente come il sole, coperto da cento cupole, i cui effetti si proiettavano a dieci miglia. Un'arma con un perimetro disseminato di postazioni a forma di cono che operava nelle quattro direzioni.
Conosciuta anche col nome di Dardo di Indra, Arma di Brahma, Occhio di Kapilla, veniva scagliata da un arco circolare e si neutralizzava con un'altra eguale. Probabilmente un meccanismo basato sulla riflessione che emetteva un raggio capace di "consumare ogni cosa".
Dal racconto emerge un dato curioso. Il lanciatore al momento del lancio toccava, ogni volta l'acqua e pronunciava una formula. Per questa ragione furono considerate "magiche"; ma se questa "formula" fosse stata una "password", cioè una parola di accesso a un meccanismo d'armamento e di lancio?
A metà degli anni novanta risale l'invenzione delle pistole intelligenti conosciute come Smart Guns, ideate per ridurre l'uso improprio di armi da parte dei bambini, o minori. Provviste di un chip, sparano solo se viene usato un codice sonoro, oppure componendo una combinazione alfanumerica su di un telecomando portato al polso, o un anello magnetico. È prevista anche un'impugnatura fornita di sensori che riconoscono le impronte digitali del legittimo proprietario liberando il grilletto. Sono state il frutto di anni di studi dei "Sandia National Laboratories". La Colt ha costruito una calibro 40 dotata di una radio trasmittente collegata ad un computer in grado di riconoscere il codice del proprietario.
Nell'antichità l'uso delle armi era sottoposto a rigide regole, tanto che Drona viene punito per aver contravvenuto a queste norme: "Con l'Arma di Brahma hai incenerito molti uomini sulla terra che non sono tenuti a conoscere queste armi."
Nella Scienza di Dhanur (Dhanurveda) sono descritte battaglie fra Dèi e Demoni ove si nominano ben 98 tipi di armamenti. Si tratta di ordigni nucleari, termo nucleari e al fosforo. Fra queste: il missile lanciafiamme "Sikharastra", i missili fiammeggianti "Agni Astras", la freccia "Kamaruchi" che va dove vuole, il missile "Lakshya" che si può seguire, la freccia "Shabdaveditva" che segue il suono, il fulmine di ferro che inceneriva gli eserciti, il "Marika" che ricorda le armi laser. Armi sferiche volanti che emettevano suoni altissimi e tuoni assordanti. Si nominano le "lance volanti" che distruggevano intere città fortificate.
Riguardo alla potenza bellica dell'India abbiamo trovato l'insolita testimonianza di Alessandro Magno.
Il grande condottiero nel 326 a.C. varcò l'Indo non riuscendo poi a passare il Gange e fu costretto a ritirarsi misteriosamente.
La storia ufficiale parla di malcontento e stanchezza nell'esercito, sfiancato dalle numerose battaglie; ma Alessandro, in una lettera inviata ad Aristotile, parla di "nubi e vampe di fuoco che cadono dal cielo contro il suo esercito". ("nivis nubes ignitae de aere cadebant quas ipse militibus calcare praeceat").
Ctesia, storico e medico greco (IV secolo a.C.), autore di una "Storia Indiana", lo storico Eliano (III secolo a.C.) e il filosofo Filostato (II secolo a.C.), affermano che gli eserciti Indiani erano in possesso di armi capaci di abbattere qualsiasi fortezza ed avevano ordigni che bruciavano uomini e armamenti.
La saga Celtica ci racconta dell'"occhio di Balor" e della lancia di luce chiamata "Gaebolg". Nelle battaglie fra Tuatha e Fomori si fa uso di armi classificate "magiche". Tra i Fomori troviamo Balor, un essere dotato di un solo occhio capace di lanciare strani lampi che abbattevano i nemici. Nella descrizione scopriamo che tale occhio si trovava sopra un grande elmo con una apertura protetta da una "pesante palpebra", che un servo apriva aiutandosi con un gancio. In pratica un proiettore di raggi mortali azionati da un bottone situato sullo stesso casco.
Viene descritta una lancia chiamata Gaebolg che in pratica era un tubo dalla cui estremità scaturiva un raggio uccidendo l'avversario a qualunque distanza esso si trovava. Non mancava la sua mira e si allungava a volontà. I caschi erano ornati da carbonchi e cristalli e queste pietre generavano i raggi mortali. Questo ci porta a considerare l'uso di armi laser.
Deduzione avvalorata da un aneddoto riportato nel racconto "Les fils de Tirenn". Lug invia alcuni uomini a rubare la lancia di un re e, per evitare che non bruciasse il locale nel quale veniva riposta, una sua estremità era tenuta in un recipiente colmo di acqua. Precauzione che si adotta per particolari generatori di raggi laser. Dentro il recipiente vi era sicuramente un liquido refrigerante.
Esistevano inoltre lance più corte, maneggevoli come spade, che generavano raggi ridotti. Fra queste armi tecnologiche la "spada di Nuada", la "lancia di Lug", la "mazza di Ollanthair". Vi erano anche particolari corazze di difesa che riflettevano i raggi e li rinviano alla sorgente. Un tipo di armatura descritta anche nei libri Indù nei combattimenti fra Devas e Asura.
Non dimentichiamo la misteriosa "Arma di Amon" di cui disponeva Ramses; un'arma che gli permise di uscire vincitore contro ben tremila carri da guerra lanciati contro di lui.
Nelle storie comuni a molti popoli parlano di creature celesti che parteggiano, ora per l'una, ora per l'altra parte, facendo uso di armi insolite per l'epoca. Si nominano il "braccialetto cielo-terra" impiegato da No-Cha, mentre, a bordo della sua "ruota di fuoco e vento", a capo delle schiere dei "dragoni argentei volanti", combatte Fenj-Lin e Chang-Kuo-Fung, impiegando anche raggi luminosi, draghi di fuoco, globi fiammanti e specchi irradianti.
In Egitto gli Dèi disponevano dei "raggi dell'Ureus" e degli "occhi solari".
L'arca stessa è adoperata come un'arma contro i nemici di Dio. Le mura di Gerico caddero quando le sette trombe di corno d'ariete suonarono. Armi soniche?
Sembra che nel Museo Egizio siano conservate, o almeno lo erano fino ad alcuni anni fa, in una teca della galleria 26, due trombe rinvenute nella tomba di Tut-Ankh-Amon. Una, stranamente non catalogata benché di qualità superiore delle altre, fatta d'argento e di rame. Fra il personale del Museo si racconta che nel 1954, nell'operazione di ripulitura, qualcuno provò a soffiarci dentro per provare che suono emettesse. Nello stesso istante nell'alto Egitto mancò l'energia elettrica.
Nel 1974 si ripete la revisione dell'oggetto e qualcun'altro, a conoscenza dell'evento precedente, per curiosità vi soffiò di nuovo e nei sobborghi del Cairo venne ugualmente a mancare l'energia. Alla centrale di controllo tutti gli indici precipitarono a zero senza spiegazione apparente ed i giornali riportarono la notizia del black-out. Non è mai stata eseguita un'indagine ufficiale, né si sono collegati i due fatti fra loro. Purtroppo non c'è notizia di un terzo episodio simile.
Esistono anche armi che utilizzano il suono, come l'"arpa di Dagda", uno strumento che volava nelle mani del dio quando questi la invocava, travolgendo tutto quanto si trovava sul suo percorso. I suoni prodotti dallo strumento provocavano il sonno, il riso o le lacrime.
Nelle storie che riguardano i Tuatha de Danann si descrivono "carri trainati da cavalli rossi" con un solo piede, attraversati nel corpo dal timone che funzionava, sia da elica, sia da bocca di un reattore. Carri che raggiungevano grandi velocità sia sul terreno, sia sull'acqua. Mezzi con tanto di pilota automatico, che possono essere riparati nel corso della battaglia per tornare da soli nell'area di combattimento.
Si narra di "vascelli d'argento" che navigano sotto l'acqua, di oggetti volanti che si combattono emettendo "spade di fuoco".
Nella Bibbia non mancano riferimenti ad armi simili:
# Il Signore verrà col fuoco. I suoi carri arriveranno come un uragano. Sfogherà la sua ira, realizzerà la sua minaccia con fiamme e fuoco. Farà giustizia armato di spada e di fuoco. (Isaia 66,15)
# Innumerevoli sono i carri di Dio, un esercito di migliaia di migliaia. (Salmi 68,18)
# Allora scenda un fuoco dal cielo e distrugga te e i tuoi 50 uomini. Subito scese dal cielo un fuoco e uccise l'ufficiale e i 50 uomini. (II libro dei Re 1,12)
Tanto meno non mancano nelle storie dell'India descrizioni di battaglie fra "macchine volanti" paragonate a nuvole di porpora formate da fiamme, che lanciano oggetti scintillanti, frecce di fuoco che cadono sulla terra, turbini simili a ruote infiammate. Mezzi aerei che appaiono ben diversi da quelli di cui disponiamo.
Il "Vymaanika Shastra", ossia "Pratiche Aeronautiche", un libro scritto in sanscrito, tradotto in inglese, si è rivelato un manuale d'istruzioni con dettagli tecnici, sconosciuti all'epoca, per la costruzione di "Vimana", veicoli spaziali nominati negli antichi poemi. Specifica come devono essere costruiti, quanti tipi ne esistono, quali metalli adoperare, quali conduttori, quale energia ricavare dalla luce dei fulmini. Si descrivono radar e schermi televisivi.
Si citano leghe metalliche che assorbendo la luce rendono invisibili le aeronavi.
Una lega ricavata amalgamando rame, zinco, piombo e ferro; questo secondo le nostre attuali conoscenze metallurgiche è letteralmente impossibile.
In India si conoscevano i sette livelli degli elettroni e come sistemarli intorno al nucleo dell'atomo. 5000 anni fa qualcuno conosceva molto bene la struttura dell'atomo e le leggi che regolano l'Universo.
In molti passi del Corano si riportano le distruzioni repentine di città:

"Vivida folgore che li colpì mentre avevano gli occhi aperti... un vento tempestoso e devastatore da non lasciare in piedi cosa su cui si abbattesse... nel deserto dell'Ahqaf Ar Raml oggi vi sono solo grandi distese vetrose e neri macigni cotti in continua corrosione... grava una interdizione su ogni città che distruggemmo. La sua gente non potrà tornare finché sarà data via libera a Gog e Magog."

L'emiro Dhul Quhanayn fece innalzare un muro di "lastre di ferro" contro Gog e Magog. È evidente che nel racconto si segnalano radiazioni.

Resoconti di narratori dalla fervida fantasia che stimolano sorrisini sarcastici?
Da queste "fantasie" sembrerebbe che qualcuno nel passato disponeva di "energia atomica" e la usava per scopi bellici. Di tali avvenimenti rimangono tracce fisiche che ci lasciano sconcertati.
Vincenti e Davemport a Mohenjo Daro trovarono una zona coperta da detriti anneriti ed i resti di manufatti di argilla che, esaminati dall'Istituto di Mineralogia dell'Università di Roma e dal CNR, risultarono sottoposti, per pochi secondi, ad una temperatura oltre i 1500 gradi, originando una fusione uguale a quella verificatasi a Hiroshima e Nagasaki. Escludendo, quindi, il normale scoppio o incendio di una fornace di mattoni sostenuto dalla scienza ufficiale.
Nella regione si tramanda un racconto ove si parla dei "signori del cielo", che, adirati con gli abitanti del regno, annientarono la città con una "luce brillante come mille soli che mandava un rombo di diecimila tuoni". Da quel giorno, si dice, chiunque passa per quei luoghi viene ucciso dagli spiriti cattivi.
Sempre riguardo ai Tuatha, nel libro "Les Mabinogion" si cita un'arma che produce un suono come il tuono, ne segue una nube luminescente gigantesca; una volta dissolta rivela case vuote, prive della presenza umana e animale. Assistono all'episodio quattro uomini che escono indenni dall'evento. Si tratta di un'esplosione atomica "propria", senza ricadute radioattive. L' evento sarebbe avvenuto 4000 anni fa.
Il collegamento alla fortezza irlandese di Toriniz, le cui mura sono vetrificate, è diretto. Tornano alla mente le rovine di Hattus, in Anatolia in riva al Kizilirmark, ove i mattoni si sono fusi formando una massa durissima. Nel deserto del Tlaca Macam (Khotan - Turkestan Orientale), fra i fiumi Kerija e Yurun, affiorano rovine vetrificate.
Nel deserto di Gobi sotto la sabbia si trovano strati vetrosi causati da alte temperature. Nel 1947 in Iraq venne effettuato uno scavo, dopo il livello sumero e quello di una civiltà agricola del 7000 a.C.; venne raggiunto il Magdaleiano (16.000 anni) e, oltre questo, ritrovato un piano di cristallo fuso del tutto simile a quello esistente nel deserto del New Messico, creatosi con lo scoppio della prima atomica.

Miti, leggende, racconti orali trascritti forse ingigantendoli, infiorettandoli; storie che fanno sorridere alcuni scienziati, come sorrisero quando Giulio Verne descrisse nel suo romanzo "Dalla Terra alla Luna", il lancio di un proiettile verso la Luna, pensando all'impossibilità del viaggio. Confrontando i dati tecnici dell'impresa, supposti dallo scrittore, con quelli stilati dalla NASA 104 anni dopo, restiamo sorpresi dalla strana corrispondenza.

Immagine

Possono tali avvenimenti essere descritti dalla fantasia dei popoli primitivi, o sono solo semplici coincidenze?

"Ho visto quelle zone dove la luce del sole non è ancora arrivata... sono giunto in quei luoghi dove i raggi del Sole non possono arrivare e ho trovato la luce splendente come diecimila soli." (Rig Veda)

Fonte
http://www.edicolaweb.net/edic192a.htm


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