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MessaggioInviato: 04/06/2009, 13:27 
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2di7 ha scritto:

Evocando indirettamente la possibilità che corpi di vittime possano essere scomparsi perché mangiati da pesci, il ministro della difesa Nelson Jobim - in una conferenza stampa - non ha escluso che nelle acque calde dell'oceano dove è precipitato l'aereo ci possano essere pescecani o squali. Il ministro ha anche ricordato che i corpi umani non dilaniati e con il "ventre integro" quando affondano ritornano in superficie "tra 48 ore e sei giorni dopo" il disastro "per effetto dei gas prodotti dagli organi interni" in decomposizione. Quelli con "il ventre perforato invece - ha aggiunto - non riemergono".

Fonte ANSA


Che storia ragazzi..... [V] [:(]



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MessaggioInviato: 04/06/2009, 15:45 
Ecco come esce Il Giornale:

Cita:
È scomparso nel nulla, come a Ustica
MilanoÈ prudente. Ma non nasconde un certo ottimismo sulla caccia alle cause del disastro: «Io, a distanza di anni dall’inabissamento del Dc-9 dell’Itavia, riuscii a recuperare la prima scatola nera. E negli anni Novanta pure la seconda, a 3.700 metri di profondità nel Mar Tirreno».
Rosario Priore è il giudice istruttore che a lungo studiò il disastro del 27 giugno 1980 in cui perirono 81 persone. Oggi la tragedia dell’Airbus fa tornare d’attualità quel dramma.
Perché?
«Quel che colpisce è l’istantaneità. Di colpo l’aereo è sparito nel nulla. Nemmeno una voce, nemmeno una comunicazione, nemmeno un mayday. Oggi come allora».
Secondo «Le Monde», la dispersione dei resti in un’area molto estesa indica un’esplosione in quota.
«Andrei con cautela. Certo, anche a Ustica, che poi non era Ustica perché il velivolo precipitò semmai vicino Ponza, i rottami furono trovati in un rettangolo molto esteso».
Questo dato potrebbe far propendere per un attentato?
«Sì, è un elemento a favore di questa tesi. Ma attenzione: un’esplosione in quota può avere anche altre spiegazioni, può pure essere provocata da un insieme particolarmente sfortunato di concause».
Dunque?
«La verità è che in questo momento non abbiamo certezze cui appoggiarci. E poi che attentato sarebbe?».
Non c’è rivendicazione.
«È tutto molto strano se si tratta di una bomba. E poi contro il Brasile, che non mi pare un obiettivo sensibile?».
La Francia?
«Sì, forse è più facile immaginare un attacco a Parigi, ma brancoliamo nel buio».
Senza scatole nere sarà molto dura?
«No, le indagini si fanno con le scatole nere ma anche con le immagini prese dai satelliti. E soprattutto, con i rottami. Noi, con due successive campagne, la prima condotta dai francesi con un batiscafo, la seconda dagli inglesi con un minisommergibile guidato a distanza, riuscimmo a recuperare quasi il 90 per cento dei resti».
Addirittura?
«Pensi che ritrovammo perfino i gettoni che i passeggeri avevano in tasca. Persino le ossa spolpate incastrate nei rottami dell’aereo. Noi stabilimmo con certezza che il velivolo era andato in pezzi all’istante, ma non solo quello».
Che altro?
«Per fare un esempio, le mascherine dell’ossigeno, completamente inutili in quella devastazione, erano scese regolarmente sulle teste dei poveri passeggeri. Posso dire che gli inglesi e i francesi furono molto bravi: si trattò di campagne costose e faticose, ma fruttuosissime. E credo che con le tecnologie di oggi si possa fare molto di più: il sottomarino francese Nautile, a quanto leggo, può arrivare a seimila metri».
Che cosa salterà fuori?
«Nel mare si trova di tutto. Noi fra l’altro, in fondo al Tirreno, c’imbattemmo in una nave romana colma di anfore, un galeone spagnolo, un aereo tedesco abbattuto nella Seconda guerra mondiale».
Che fine hanno fatto?
«Sono ancora in fondo al mare».
Le scatole nere?
«Le trovammo».
Fortuna?
«No, calcoli complessi. Si segue la scia dei rottami e alla fine, lo dico con un po’ di presunzione, si va quasi a colpo sicuro. Adesso che trasmettono un segnale di richiamo, trovarle è ancora più facile».
Poi bisogna leggerle.
«Sono indistruttibili. La prima mi diede un sacco di elementi. L’altezza dell’aereo, la velocità. Poi saltò fuori dalle registrazioni interne alla cabina di pilotaggio quel fonema, “gua”, probabilmente pronunciato dal comandante».
«Gua»: che vuol dire?
«Abbiamo fatto molte ipotesi. Ritengo che avesse visto un aereo, un caccia, un attimo prima dell’impatto».
Ma perché cadde il Dc-9?
«Ci fu una manovra compiuta da alcuni caccia che inseguivano un Mig che a sua volta si nascondeva sotto il Dc-9. Su cosa sia accaduto, si possono fare solo ipotesi: missile, near collision. O altro ancora. Certo, noi fummo aiutati dai radar. Qua, in mezzo all’oceano, invece, i radar non vedono. E anche le ricerche dei rottami sono più difficili. Ma con pazienza si può andare lontano».


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MessaggioInviato: 04/06/2009, 15:48 
questa è l'ultima notizia pubblicata, ragazzi quì gatta ci cova!!!!!




Cita:
Airbus 330 Air France - E' sempre più giallo .


Si avvolge sempre piu' di mistero la fine dell'Airbus 330 dell'Air France in volo da Rio a Parigi.

Nuovi elementi di indagine sono arrivati oggi dagli esperti che continuano a congetturare sulle pagine della stampa le cause della fine, ma il 'giallo' della fine dell'aereo si infittisce sempre di piu'.

Un nuovo scenario lo apre stamane Le Monde che, citando fonti vicine all'inchiesta, fa sapere che l'aereo "volava a una velocita' inadeguata" e che una concatenazione di eventi catastrofici avrebbe condotto a una disintegrazione in volo.

Sull'onda di questa ipotesi oggi il gruppo Airbus dovrebbe anche pubblicare una raccomandazione, convalidata dal Bea, Bureau d'enquetes et d'analyses, destinata a tutte le compagnie aeree che utilizzano l'A330.

La societa' aeronautica ricordera' infatti che, in caso di condizioni meteorologiche difficili, gli equipaggi devono conservare la stessa potenza dei reattori e l'assetto corretto per riuscire a mantenere in linea l'aereo.

L'ipotesi di un'esplosione in volo non viene avallata dal ministro brasiliano Nelson Jobim l'ha esclusa per via della "lunga macchia di kerosene trovata in mare nella stessa zona dei detriti" che renderebbe improbabile un incendio o una esplosione".

Ma un'altra fonte vicina all'inchiesta ascoltata da Le ****ro ha rievocato stamane la pista di una disintegrazione sulla base della dispersione dei frammenti "su una distanza di piu' di 300 chilometri".

Ma, ha smentito Paul-Louis Arslanian, presidente del Bea "a diversi giorni dall'incidente le correnti e il cattivo tempo hanno favorito la dispersione degli elementi".

Ipotesi che pero' ha ripreso piede sulla testimonianza di un pilota di Air Comet in volo da Lima a Madrid nei pressi e nel momento dell'incidente. In un rapporto destinato a Air France il pilota ha affermato di aver visto un "lampo di luce bianca", esattamente alle 3.15, sopra Cayenne, in Guyana francese, in prossimita' di una "tormenta con attivita' elettrica a est".

El Mundo, che pubblica il rapporto, non esclude la pista dell'esplosione per una bomba a bordo.

Intanto si fa luce anche sui messaggi di allarme dell'aereo Air France. La cronologia viene riportata dal quotidiano brasiliano "Jornal da Tarde". Un primo alle 4:00 in cui il comandante informava della presenza di una forte turbolenza. Uno alle 4:10 che segnalava che il pilota automatico era stato scollegato.

Poi altri due messaggi alle 4:10 e le 4:12, che segnalavano errori nei sistemi per la raccolta e nella visualizzazione di informazioni. Alle 4:13 emergono problemi al sistema principale e ad altri ausiliari collegati al controllo degli spoiler o ai meccanismi di frenata. Infine alle 4.14 l'ultimo messaggio sull'aumento della velocita' verticale dell'Airbus, che, secondo la ricostruzione del giornale, potrebbe indicare la depressurizzazione della cabina, o addirittura che l'aereo era gia' caduto in mare.

(fonte AGI - http://www.agi.it )



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MessaggioInviato: 04/06/2009, 15:59 
la questione si sta facendo sempre più intricata e sembra anche che si vogliano smuovere poco le acque, per fortuna però che questa volta l'informazione sembra funzionare a modo!



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MessaggioInviato: 04/06/2009, 16:05 
Qualcuno mi spiega cosa vuol dire:
1) "L'aereo procedeva a una velocità sbagliata (non si sa se inferiore o superiore a quella giusta), secondo fonti vicine alla commissione di inchiesta." Stop.
2) "Un pilota spagnolo ha visto un immenso bagliore bianco nel cielo (che poi si è diviso in sei segmenti?)"

Queste sono le info che ci proprina il telegiornale che possono voler dire tutto e niente, secondo me. Per fare confusione vanno benissimo, insieme alla classica frase fatta "il giallo si fa sempre più fitto".

Dalla 1) non si capisce assolutamente niente. Il pilota con 11.000 ore di volo volava a una velocità "inadeguata" (quanto)? O era la tempesta che ce l'ha spinto?
E cosa avrebbe comportato questa velocità "inadeguata"?

Dalla 2) non si capisce se l'osservazione di questo pilota sia compatibile con una normalissima esplosione (allora ditelo chiaramente) o con qualcos'altro di più particolare (cosa?). Boh.

Chi volesse rivedere i servizi può farlo da qui.

@Arturo: perché dici gatta ci cova? Cmq anch'io ho l'impressione che, almeno per ora, le informazioni viaggino senza troppi intoppi.


Ultima modifica di FoxMulder il 04/06/2009, 16:11, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/06/2009, 00:05 
Mi aggancio a quanto ha scritto FoxMulder...
Da profano del volo ci capisco molto poco...
Qualche esperto?

PARIGI - L'Airbus A330 precipitato sull'Atlantico mentre era sulla rotta Rio de Janeiro - Parigi, volava a una velocità «sbagliata», secondo quanto rende noto oggi il quotidiano francese Le Monde sul suo sito Internet. Le Monde cita «fonti vicine all'inchiesta».

DISINTEGRATO - È inoltre fortemente probabile - sempre secondo quanto riferisce Le Monde.fr - che, a causa della velocità troppo errata, forse troppo bassa, l'aereo si sia disintegrato in volo. I resti, dispersi su più di 300 chilometri ne sarebbero la prova. Una tale disintegrazione - si fa osservare - sopraggiunge di solito in caso di violento fenomeno atmosferico o di attentato terroristico. Un'ulteriore testimonianza in questo senso verrebbe dall'ultimo messaggio emesso dall'aereo, che ha segnalato lo stato di «cabina in velocità verticale» che indica un'improvvisa decompressione, causa o conseguenza di una disintegrazione avvenuta in volo. Altri messaggi erano stati inviati dall'Airbus nei minuti precedenti, segnalando la presenza di gravi disfunzionamenti ai comandi elettrici che avrebbero deteriorato i sistemi di controllo della stabilità dell'apparecchio.

«UN LAMPO DI LUCE» - Intanto un pilota del volo Lima-Madrid di Air Comet, che lunedì si trovava a transitare proprio nell'area in cui è scomparso l'Airbus francese, ha invece detto di avere notato un «lampo di luce bianca» alle 3.15 ora italiana del 1 giugno nel cielo sopra Cayenne, in Guyana francese, in prossimità di una «tormenta con attività elettrica a est». Della vicenda parla il quotidiano spagnolo El Mundo. Il volo Air France proprio in quel momento avrebbe dovuto viaggiare sull'Equatore a 30 gradi ovest di longitudine. Il rapporto è stato trasmesso all'Air France e di fatto tira di nuovo in ballo la pista dell'esplosione. Il lampo, come anche osservato dal copilota e da una passeggera dell'aereo Air Comet, «ha seguito un traiettoria verticale e discendente e si è dissolto in sei segmenti». L'aereo di Air Comet era esattamente a sette grandi al nord dell'Equatore nel meridiano 49 ovest, stessa ubicazione stimata dell'A330 nel momento della sua scomparsa, intorno al meridiano 30 ovest. Il comandante ha anche aggiunto nella sua notazione di non aver ricevuto alcuna comunicazione in frequenza di emergenza o aria-aria nè prima nè dopo l'accaduto.

ALTRA IPOTESI - Nella ridda delle ipotesi anche quella di un ministro brasiliano che ha definito «improbabile» che l'aereo Air France scomparso sull'Atlantico lunedì mentre trasportava 228 persone da Rio de Janeiro a Parigi, sia esploso dato che accanto ai detriti dispersi in mare sono state rinvenute anche chiazze di combustibile. «La presenza di olio o di carburante - ha detto il ministro della Difesa brasiliano, Nelson Jobim - significa che è improbabile che ci sia stato un incendio o un'esplosione, ma questa non è che un'ipotesi». Alcuni esperti dell'Air Farnce avevano invece sostenuto mercoledì la tesi dell'esplosione in volo. Sollecitato ad esprimersi sull'ipotesi di un attentato, il ministro - parlando in una conferenza stampa a Brasilia - ha poi dichiarato che «non c'è alcun indizio» che lo lasci pensare.

I CORPI DEI PASSEGGERI - Evocando indirettamente la possibilità che corpi di vittime possano essere scomparsi perché mangiati da pesci, il ministro Jobim non ha escluso che nelle acque calde dell'oceano dove è precipitato l'aereo ci possano essere squali. Il ministro ha anche ricordato che i corpi umani non dilaniati e con il «ventre integro» quando affondano ritornano in superficie «tra 48 ore e sei giorni dopo» il disastro «per effetto dei gas prodotti dagli organi interni» in decomposizione. Quelli con «il ventre perforato invece - ha aggiunto - non riemergono».

NUOVI RESTI IN MARE - Intanto, la Forza aerea brasiliana (Fab) ha reso noto che l'equipaggio di un aereo R99 che perlustrava la zona dell'Oceano Atlantico, a circa 650 chilometri dalla costa, ha avvistato un «pezzo metallico di sette metri che potrebbe essere di un'ala o della fusoliera» dell'Airbus A330 scomparso. Un portavoce dell'aeronautica brasiliana ha annunciato l'avvistamento anche di una decina di rottami metallici ed una macchia di olio estesa per circa 20 chilometri.


04 giugno 2009 Corriere on line



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MessaggioInviato: 05/06/2009, 08:04 
Disastro aereo: rottami non sono dell'airbus
05 Giugno 2009 07:39 ESTERI

RIO DE JANEIRO - I materiali raccolti nelle acque dell'Atlantico dalla Marina brasiliana non appartengono all'Airbus 330 dell'Air France, scomparso mentre era in volo da Rio a Parigi. "Al momento, non e' stato recuperato alcun materiale dell'aereo", ha detto il direttore del controllo del traffico aereo brasiliano. Resta dunque il mistero sulle cause del disastro, costato la vita a 228 persone. Gli oggetti recuperati, tra cui due boe di salvataggio appartenevano probabilmente a una nave. Un elicottero Lynx della Marina brasiliana aveva raccolto in mare anche un supporto per carichi di 2,5 metri quadrati, ma l'oggetto era fatto di legno e non di alluminio come quelli utilizzati sugli aeromobili. (Agr)

[xx(] [:0]


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MessaggioInviato: 05/06/2009, 08:56 
Chissa' che fine avra' fatto......


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MessaggioInviato: 05/06/2009, 10:06 
Va bene che l'oceano è grande ma credevo fosse più facile ritrovare i resti di un aereo di quelle dimensioni.

Ma i resti ritrovati di quale aereo sono? [8]



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MessaggioInviato: 05/06/2009, 10:17 
Non mi intendo di quel tipo di aerei attualmente volo solo con un "misero" deltaplano a motore.
La velocità di un veivolo è determinata dalla portanza alare e dalla potenza del motore.
Se si viaggia ad una determinata velocità ed entri in una corrente d'aria che viaggia ad una SUA velocità ( mettiamo a 100 km/ora ) rispetto a chi sta a terra quel veivolo viaggia ad una velocità MAGGIORE di 100 km.
Ma per chi sta ALL'INTERNO di quel flusso d'aria di 100 km/ora...lui non sente ALCUN TIPO di variazione al rapporto Portanza/potenza motore.
Pertanto le affermazioni che l'aereo possa aver avuto dei cedimenti strutturali dovuti ad una "maggiore velocità" a causa di perturbazioni metereologiche è secondo me assolutamente ERRATA !
Quel tipo di aerei son progettati per andar in mezzo alle tempeste e a farsi bersagliare dai fulmini.[:D]
...c'è altro !

ciaoenzo


Ultima modifica di kingleo il 05/06/2009, 10:18, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/06/2009, 10:54 
Cari amici,
riporto integralmente la notizia così come apparsa oggi sull'ANSA (http://ansa.it/opencms/export/site/visu ... 14622.html).
E' incredibile!!!!! Questo aereo è veramente scomparso!!!!!!!!


Cita:
BRASILE, 'RESTI NON SONO DELL'AIRBUS'
I resti recuperati dalla Marina brasiliana non appartengono all'Airbus dell'Air France precipitato nell'Atlantico lunedì scorso. Lo ha reso noto oggi un responsabile dell'aviazione brasiliana. "Al momento non abbiamo recuperato nessun materiale dell'aereo", ha dichiarato il generale Ramon Borges Cardoso, direttore del dipartimento di controllo dello spazio aereo dell'Aeronautica brasiliana. Cardoso ha precisato che i rottami recuperati sino ad ora - un pezzo di sostegno che si supponeva fosse parte della stiva dell'Airbus - appartengono probabilmente ad una nave. Cardoso ha poi precisato che anche la macchia d'olio estesa per circa 20 chilometri in mare non può appartenere all'aereo, "che ha una capacità massima di 50 litri per ciascun motore", una quantità minima rispetto all'estensione della chiazza.



DISASTRO AEREO: IPOTESI DISINTEGRAZIONE
PARIGI - Nuove piste emergono sulla catastrofe aerea che lunedì scorso ha colpito l'Airbus A330 di Air France con 228 passeggeri a bordo. Disintegrazione? Esplosione? Nessuna risposta sicura al momento, soltanto ipotesi. Una cosa però sembra certa: l'aereo viaggiava a una velocità "erronea", cioé troppo ridotta. Nelle ultime ore si sono accavallate le fughe di notizie da "fonti vicine all'inchiesta" che si svolge in Francia. L'eccessiva perdita di velocità e il susseguirsi di eventi catastrofici potrebbero essere all'origine della disintegrazione dell'apparecchio.

A quanto si è appreso, Airbus starebbe per pubblicare nelle prossime ore una raccomandazione, convalidata dal Bea, l'ufficio francese incaricato dell'inchiesta. La nota, secondo quanto indicato dal quotidiano francese Le Monde, sarà un avvertimento ai piloti: "In caso di condizioni meteorologiche ostili, gli equipaggi non devono rallentare troppo la velocità, ma, al contrario, mantenere la spinta dei reattori e l'assetto corretto affinché l'aereo rimanga in linea". In dichiarazioni rese in Brasile alla tv Globo da piloti, meteorologi ed esperti sembra che l'Airbus si sia infilato a 860 km orari in una gigantesca tempesta, in un nembo alto 18 chilometri, che non ha lasciato scampo. L'aereo, dicono gli esperti potrebbe aver ceduto all'impatto a 1.000 km orari, considerando anche il vento contrario di 10 km/h, di grossi chicchi di grandine. Un pilota spagnolo che volava non lontano ha riferito sul quotidiano spagnolo El Mundo di aver visto "in lontananza un forte e intenso lampo di luce bianca".

Tuttavia le nuove informazioni sulla velocità ridotta dell' aereo lasciano spazio a diverse speculazioni: "Se il Bea emette una raccomandazione, significa che sanno ciò che è accaduto e hanno l'obbligo di pubblicarlo per evitare il ripetersi di simili incidenti", ha dichiarato Jean Serrat, ex pilota più volte intervistato dai media francesi in questi giorni. "La prima cosa che si deve fare quando ci si imbatte in una turbolenza è ridurre la velocità per attenuare gli effetti, ma se il rallentamento è eccessivo, l'aereo cede", ha sottolineato Serrat. La Bea smentisce tuttavia di possedere informazioni esaustive circa l'accaduto, dichiarando che "in caso d'incidente, è normale che venga pubblicata una raccomandazione mentre è in corso l'inchiesta". Già questa mattina altri indizi sono emersi come prova della disintegrazione dell'apparecchio: i resti dell'aereo, dispersi in mare in un raggio di oltre 300 chilometri gli uni dagli altri, e lo stato di "cabina in velocità verticale", l'ultimo segnale emesso dall'aereo che indica un'improvvisa depressurizzazione, causa o conseguenza di una disintegrazione avvenuta in volo.

Stasera si registra anche una dichiarazione del governatore dello stato di Rio de Janeiro, Sergio Cabral, che accusa Airbus e Air France di essere in parte responsabili: "Non si è trattato di una tragedia naturale", ha detto Cabral. "Non c'é altra spiegazione che un problema tecnico molto, molto grave". E mentre l'Air France ha dichiarato che ormai non c'é più "nessuna speranza" di trovare sopravvissuti, il Brasile ha iniziato a recuperare in mare frammenti dell'aereo: Un aereo-radar della Forza aerea del Brasile ha individuato dei pezzi, anche se finora non è stato avvistato alcun corpo. Finora nessuna traccia delle scatole nere.



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MessaggioInviato: 05/06/2009, 11:17 
Una tempesta di grandine di eccezionale violenza è considerata ormai in Brasile l'ipotesi più probabile per il disastro aereo occorso lunedì a un Airbus dell'Air France sull'Atlantico. In un dossier trasmesso nella notte dalla Tv Globo, piloti di Airbus che fanno la stessa rotta, meteorologi ed esperti di aeronautica civile e militare hanno finito per concludere, in particolare di fronte alle immagini dei satelliti meteorologici del momento e della zona in cui si trovava l'aereo, che la tempesta nella quale si è trovato l'Airbus era di tale violenza da non lasciargli scampo. Nuvole di 18 chilometri d'altezza di fronte, così alte che non c'era modo di evitarle, e grandine con chicchi grossi come palle da tennis.

"L'aereo viaggiava a 860 chilometri all'ora e affrontava un vento di 100 km orari, il che significa che la grandine, e soprattutto i chicchi più grossi, gli arrivavano addosso a qualcosa come 1.000 km l'ora, cioé come palle di cannone", ha dichiarato George Sucupira, comandante di aerei di linea con 16 mila ore di volo. "Il pilota - ha aggiunto Sucupira - lì non avrebbe dovuto entrarci, ma non sapeva cosa avesse davanti o non ha potuto evitarlo. Io ho la quasi certezza che l'Airbus sia rimasto distrutto da questa combinazione di fattori".

Interessante ed esaustiva ipotesi.
Però caduto deve essere caduto. Ma dov'è? A meno che la discesa verso l'oceano sia stata molto più graduale di quanto ipotizzato e i resti si trovino più avanti.


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MessaggioInviato: 05/06/2009, 11:34 
Suggerimento mio. Per non appesantire la discussione che sicuramente diventerà di decine di pagine, cerchiamo di non ripetere le notizie che sono state già date da messaggi precedenti (in questo caso la notizia della smentita che i resti siano dell'AF447, vedi reuters).

A proposito di come la gente tratta il concetto di certezza (una parola che andrebbe trattata con meno superficialità), allego 2 google alert sulla tragedia del volo AF447 che mi sono arrivati in successione.

Immagine:
Immagine
159,09 KB

Buffo no?

Tra l'altro per quanto concerne la (im)precisione dell'informazione segnalo che ho già sentito dai giornalisti parlare sia di velocità eccessiva (tg ieri sera) sia di velocità troppo ridotta. Per fortuna la maggior parte si è limitato a dire "sbagliata" o "inadeguata".



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Ma ve lo dico io cosa è successo.....
ormai la pista del soprannaturale è la più, come dire attendibile [8]

l'aereo è stato catturato da qualcosa....il problema è da che???
da un ufo oppure è entrato in un cunicolo di tarlo(o spazio temporale)
Vi ricordo anche che quella è la zona del TRIANGOLO DELLE BERMUDA

non può essere scomparso nel nulla un aereo essu [V] [V] [V] ma come è possibile....e poi non è neanche un aereo piccolo è un AIRBUS A320...


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 05/06/2009, 13:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/06/2009, 13:45 
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GIANLUCA1989 ha scritto:

Ma ve lo dico io cosa è successo.....
ormai la pista del soprannaturale è la più, come dire attendibile [8]

l'aereo è stato catturato da qualcosa....il problema è da che???
da un ufo oppure è entrato in un cunicolo di tarlo(o spazio temporale)
Vi ricordo anche che quella è la zona del TRIANGOLO DELLE BERMUDA

non può essere scomparso nel nulla un aereo essu [V] [V] [V] ma come è possibile....e poi non è neanche un aereo piccolo è un AIRBUS A320...
quoto !!!



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L'amore è l'unica verità tutto il resto è una mera illusione.
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