Cita:
Yitro ha Kushi ha scritto:
9) Mi spieghi perchè "secondo il mondo kabbalistico ebraico" Enoch e Seth hanno molto in comune???
10) chi sono i patristi????
Siamo seri per cortesia
Ti assicuro che nessuno è più serio di me su tali argomenti.
Chi sono i patristi?... Sono coloro che hanno dato vita alla letteratura patristica. Anche se il termine può far storcere il naso ai "puristi", tuttavia esso è entrato nel "gergo" (verificare, prego)
Il mondo kabbalistico ebraico è il mondo della gnosi ebraica. Secondo antichissime credenze, sia Seth che Enoch/Enosh erano depositari di una conoscenza segreta, pervenuta loro direttamente da D-o. Questa conoscenza (in greco 'gnosis') costituiva la cosiddetta 'verità gnostica' presso le sètte del tipo di quella di Giovanni il Battista.
Per gli gnostici del tempo di Gesù, arrivare a conoscere tale verità, grazie al 'training' impresso dal maestro gnostico (nel caso di Gesù, Giovanni il Battista) ed alle proprie capacità, significava "risorgere dai morti", laddove i 'morti' erano tutti coloro che ancora ignoravano la verità gnostica (ilici e psichici). Gli studiosi che sono addentro nelle conoscenze delle tradizioni e della teosofia gnostica, sanno perfettamente che per gli gnostici l'ignoranza era considerata la 'morte dei viventi'. Coloro che avevano raggiunto il traguardo della conoscenza della verità gnostica, entravano nella categoria degli "spirituali" (o "pneumatici") ed erano anche detti i "Perfetti" (Gesù fu un Perfetto).
Dal momento che i 'perfetti' erano in grado, in virtù della loro 'gnosis', di portare anche gli altri seguaci (appellati gli 'eletti') alla gnosis, e quindi alla salvezza della loro anima (pneuma: da cui 'pneumatici', vale a dire coloro che avevano 'salvato' la loro anima; costoro erano anche detti 'spirtuali'), essi erano anche indicati come SALVATORI. Non è un caso, quindi, che Gesù di Nazareth era definito, di volta in volta, anche 'il Perfetto' ed 'il Salvatore'. Prima di lui, gli stessi attributi erano applicati anche a Giovanni il Battista.
Con l'acquisizione della 'conoscenza', i Perfetti raggiungevano la salvezza ed erano in grado di far si che anche gli altri seguaci (gli eletti) potessero raggiungere la condizione del 'salvato'. Ed è per questo che essi venivano anche detti "Salvatori" (Gesù fu un Salvatore, così come lo fu anche il suo maestro Giovanni il Battista)
Per la cronaca, Gesù 'risorse dai morti' (cioè raggiunse la conoscenza della verità gnostica) intorno al 33. Maria Maddalena (una delle due) a quel tempo fungeva da sacerdotessa (*) della setta guidata da Giovanni il Battista e, come tale, spettava a lei il compito di annunciare al resto dei discepoli l'avvenuta "resurrezione" di Gesù. I vangeli canonici ci dicono che questo è proprio ciò che avvenne, anche se aggiungono che tale evento si ebbe dopo la morte di Gesù sulla croce: EVENTO MAI VERIFICATOSI, dal momento che il Talmud rabbinico ci informa che Gesù venne giustiziato mediante lapidazione. Altre fonti extrarabbiniche confermano indirettamente quanto riportato dal Talmud.
Dalla Pistis Sophia apprendiamo che Gesù rimase ancora 11 anni con i suoi discepoli, dopo la sua "resurrezione": il che significa che intorno al 44-45 egli abbandonò la Palestina. Questo evento è anche ricordato nel vangelo di Giovanni, dove è riportato che Gesù, dopo aver appreso della morte di Giovanni, attraverso i seguaci di quest'ultimo, prese una "barca" e si ritirò in una località desertica.
In realtà non si trattò di una semplice barca, ma di una nave e la località "desertica" fu in realtà una località lontana dalla Palestina. I seguaci di Giovanni, infatti, non andarono semplicimente ad informarlo della morte del loro maestro, ma a minacciarlo duramente, in quanto lo ritennero in qualche modo corresponsabile di ciò che era accaduto al loro amato maestro (non a caso presso i Mandei della Mesopotamia, estremo epigono della setta che 2000 anni fa, circa, venne guidata da Giovanni il Battista, Gesù è considerato un traditore ed un ingannatore). Sia nella letteratura pagana, sia nella letteratura gnostica, vi sono evidenze che confermano che Gesù venne minacciato.
Cita:

virò verso Seth????.......
Hai mai sentito parlare della setta dei "sethiani"?
Che la figura di Giovanni il Battista fosse legata a quella mitologica di Enoch/Enosh risulta evidente dalla stessa letteratura mandea, dove Enosh è chiamato "Anosh". In pratica, Giovanni il Battista era ritenuto dai suoi seguaci il "messia" (cioè il 'messia' gnositco, del tutto diverso da quello atteso dall'immaginario comune iudaico-ortodosso)(**), in quanto ritenuto la "reincarnazione" di Enoch.
Questo aspetto era conosciuto dagli evangelisti, i quali mistificarono la "cosa" facendo credere che Giovanni era ritenuto la reincarnazione del profeta Elia, e questo perchè, secondo l'immaginario comune giudaico, il messia atteso sarebbe stato "unto" dal profeta Elia reincarnato.
Dunque, Giovanni il Battista, nell'intenzione dei falsari, era "l'Elia" che avrebbe dovuto "ungere" Gesù: cioè riconoscerlo ufficialmente quale presunto 'messia atteso'. Questo fu uno dei principali motivi che spinsero i falsari a mistificare l'oggetto della reincarnazione concernente Giovanni: non più Enoch/Enosh 'reincarnato', come era ritenuto dai suoi seguaci, ma "Elia", il personaggio biblico che l'immaginario comune giudaico ne aspettava la 'reincarnazione', in quanto dopo di lui era certa la venuta del messia liberatore, il quale doveva essere "unto" proprio da Elia. (nei vangeli canonici Giovanni/Elia 'unge' simbolicamente Gesù il nazareno quale messia 'universale')
Anche Gesù, dopo la sua separazione da Giovanni, era ritenuto dai suoi seguaci un messia, alla stessa stregua del Battista (vale a dire un 'messia gnostico'), in quanto ritenuto la reincarnazione di Seth. Nei vangeli, invece, con il solito dispositivo mistificatorio, si è fatto credere che Gesù fosse stato la reincarnazione di Giovanni il Battista: cosa pazzesca a credervi, dal momento che Giovanni morì quando Gesù era già adulto e non quando egli non era ancora nato, tanto da poterne affermare la presunta reincarnazione!
Comunque, anche se puerilmente mistificata, l'affermazione che Gesù era ritenuto l'incarnazione di "qualcuno" è estremamente importante, in quanto ciò costituisce la prova tangibile che i falsari fondatori erano al corrente del fatto che Gesù, dalla sua cerchia dis eguaci e conoscenti, era ritenuto una "reincarnazione". Senza neppure rendersene conto, gli stessi falsari hanno fornito anche l'evidenza che nel "milieu" gesuano era del tutto naturale la fede nella 'reincarnazione', dal momento che lo stesso Gesù fu un reincarnazionista, a motivo della componente 'pitagorica' della teosofia gnostica da cui proveniva e da cui si era formato psicologicamnete: quella della setta di Giovanni il Battista!
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7) tutta la questione di Caino e Canaan fai una confusione inenarrabile; i cainiti erano gnostici, non c'entra niente con la dicitura dei Cananei e di Simone il Cananeo. NON C'ENTRA NIENTE se non quando si copiano fonti un pò qui un pò lì come il sale sull'insalata. Enoch e Enosh non sono la stessa persona e il padre di Enoch è Yared.
Mi sembra che tu non abbia ancora afferrato ciò che io ho scritto abbastanza chiaramente (almeno credo). I 'cainiti', citati dai padri eresiologi, facevano riferimento alla figura mitologica di Enoch/Enosh, e questo prima ancora che si formasse una setta gesuana indicata dai padri falsari con il ternime "cainiti". I giudei ortodossi, che disprezzavano gli appartenenti a tale comunità, li definirono per spregio "cainiti", in quanto Enoch/Enosh fu il figlio di Caino.
Simone il "Cananeo", citato dai vangeli canonici, altri non fu che Simon Pietro (Simone lo zelota, detto "Cephas", fu un personaggio totalmente diverso da Simon Pietro). In quanto appartenente alla stessa setta di Giovanni il Battista e di Gesù, anche Simon Pietro fu a sua volta un "cainita": ecco perchè ho scritto che in origine l'attributo oggi presente nei vangeli canonici NON ERA Kanaites (da cui presuntamente "cananeo"), ma Kainites, cioè cainita! Si trattò, qualora non fosse ancora chiaro, di una amena, quanto rozza mistificazione da parte falsaria.
"..Enoch e Enosh non sono la stessa persona e il padre di Enoch è Yared."da Wikipedia:
Cita:
Enoch
Il primo a portare questo nome, in Genesi 4,17, è il figlio primogenito di Caino, del quale si dice: "Più tardi si mise a costruire una città che chiamò Enoch, dal nome di suo figlio". È probabile che il nome Enoch significhi sacrificio, ed indichi proprio quei sacrifici rituali in cui una vergine o un bambino venivano uccisi sulle fondazioni della nuova città, in modo che il loro fantasma furioso le infestasse e si opponesse a qualunque nemico.
Il secondo a portare questo nome è, in Genesi 5,21-23, il sesto discendente di Adamo lungo la linea di Set (la cosiddetta "grande genealogia dei Setiti" nel capitolo 5 della Genesi). Figlio di Iared, generò a sua volta Matusalemme.
Hai capito adesso come stanno le cose?.
Ci sono eruditi che sostengono che Enoch ed Enosh siano la stessa persona. Prova ne sia il fatto che nella letteratura mandea si trova "Anosh", molto più congruente con Enosh che non con Enoch, sebbene si abbia a che fare con la stessa persona (o, più esattamente, la stessa figura mitologica).
Cita:
6) Nessun "giudeo del lontano passato" (tipica espressione di quando si copia da internet ma non si sa di che epoca si stia parlando) chiamava i Cristiani nahashim (a parte che se ben ricordo è con la chet e non la hey); sai citare una fonte di ciò? No perchè non ne esistono! L'unica cosa vera è che esisteva una setta gnostica egiziana del tardo II secolo con questa nome, ma per data ambiente e idee non aveva nulla a che vedere né con l'ebraismo ortodosso né con il cristianesimo delle origini. Quando poi dici che vi sono fonti relative alle "autorità sacerdotali di Gerusalemme" che parlano di questa setta, guarda la spari grossa. Inoltre il nome non è proprio nachasiym perchè abbiamo solo fonti greche, che parlano piuttosto di naasseni. Ophites è solo una variante del nome nelle fonti eresiologiche cristiane (le fonti sono Ireneo e l'Elenchos dello pseudo-Ippolito, se può interessarti, non "giudei del lontano passato".
"..chiamava i Cristiani nahashim (a parte che se ben ricordo è con la chet e non la hey)"da Wikipedia:
Cita:
Nahash is a word that in several Semitic languages, means serpent.
It has long been thought to mean serpent in Ancient Hebrew, but it remains under debate.
It has been used as both an epithet and a personal name, to suggest warrior-like abilities.
Comunque, non credo sia il caso di sottilizzare se si sia trattato di una 'chet' o di una 'hey'. So che il mondo apologetico cattolico, nella più pura delle tradizioni "sofistiche", cerca di spostare il dibattito in tale sterile direzione, al fine di dimostrare, secondo le sue aspettative, l'incapacità dell'interlocutore a trattare temi esegetici.
Cita:
6) Nessun "giudeo del lontano passato"...[cut]...chiamava i Cristiani nahashim
E chi ha parlato di cristiani??... Mi sembra che tu stia ragionando come un fondamentalista, mosso più dal fanatismo religioso che da istanze razionali!.. Hai mai sentito parlare del "serpente di bronzo"?...O dei serpenti che nel deserto assalirono gli ebrei?... Prova a dare una ripassata....
"..sai citare una fonte di ciò? No perchè non ne esistono!"In base a quali criteri sai che non esistono?... Io ho notizie del fatto che una "versione" di questa setta (ma probabilmente la stessa) era ritenuta spregiativamente, dai giudei ortodossi, come adoratrice del serpente (da cui, appunto, 'nahashim')
Tieni presente che Ippolito ci informa che i Naasseni (nahashim in ebraico, 'ophites' in greco) facevano uso del vangelo di Tomaso. Sai dirmi in quale punto di questo vangelo si accenna al presunto serpente adorato dalla setta? E' dunque abbastanza ovvio che l'attributo "Naasseni/Nahashim/Ophites" fu un aggettivo spregiativo, coniato dai giudei ortodossi per spregio verso i componenti di tale setta.
Cita:
"..Inoltre il nome non è proprio nachasiym perchè abbiamo solo fonti greche, che parlano piuttosto di naasseni. Ophites è solo una variante del nome nelle fonti eresiologiche cristiane (le fonti sono Ireneo e l'Elenchos dello pseudo-Ippolito, se può interessarti, non "giudei del lontano passato."
da Wikipedia:
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Ofiti
Con la denominazione di Ofiti (greco antico: O#966;#953;#962;, "serpente") o Naasseni (ebraico: nâhâsh, "serpente") si individuano tutti i sistemi gnostici, che veneravano il Serpente corruttore di Adamo ed Eva,
Non è necessario masticare spezzatino di volpe per risolvere che il termine "naasseni" non è altro che l'adattamento occidentale dell'ebraico "nahashim", plurale maschile di "nahash", cioè serpente. Qui c'è gente che l'ebraico lo conosce davvero e se sto dicendo una cavolata avranno modo di farmelo notare...Aspettiamo almeno il loro "verdetto".
"..che veneravano il Serpente corruttore di Adamo ed Eva"Questa spiegazione è 'figlia' di quella che i patristi diedero a suo tempo. Ovviamente si trattò di una spiegazione mistificata, così come mistificato è quasi tutto il contenuto della letteratura neotestamentaria. Coloro che scrissero tali scemenze furono sicuramente di estrazione greca, i quali, non conoscendo i reali antefatti del perchè i giudei ortodossi chiamassero gli appartenenti ad una determinata setta "nahashim", cioè serpenti, si inventarono che costoro fossero adoratori del serpente corruttore di Adamo ed Eva!
Cita:
5) osservanza mosaica piuttosto che abramitica... ma che vuol dire??????????
Vuol dire che l'ebraismo delle origini poggiava su due correnti principali: quella abramitica, a cui erano legate tutte quelle tradizioni, entrate poi nella mitologia biblica, legate all'origine mesopotamica di Abramo; mentre, al contrario, a quella mosaica erano legate tutte quelle tradizioni marcatamente egizie, legate alla figura di Mosè. Nell'ebraismo delle origini, tali correnti vennero "fuse" insieme e ad esse vennero aggiunti anche elementi locali canaanei, di squisita tradizione fenicia (i canaanei erano anche definiti i 'fenici del sud'). Questa è la storia. Molti eruditi israeliani sono oggi pronti ad ammettere che le cose andarono così.
Tuttavia, vi sono anche altri aspetti, chiamiamoli "scottanti", che solo pochi eruditi ebrei sarebbero disposti ad accettare (purtroppo la Bibbia non è solo un testo sacro, ma anche un "affare", visto che oltre un miliardo di persone nel mondo si interessano ad essa, rendendo sempre attuale l'immagine del popolo ebraico, con tutti i possibili ritorni).
Il grande Sigmun Freud, il quale aveva creduto di aver trovato la chiave del mistero circa l'origine dell'ebraismo, aveva esposto le sue conclusioni nel libro "Mosè ed il monoteismo". Tuttavia, egli venne praticamente "radiato" dalla comunità ebraica della diaspora ed apertamente ostracizzato. Questo per dirti che il pensiero laico israelita dovrà fare ancora molta strada, prima di poter riscrivere serenamente la vera storia del popolo ebraico, le sue vere origini, ed accettare come prove ineluttabili certi ritrovamenti archeologici in Israele, i quali mostrano chiaramente quale mistificazione venne fatta ad un certo punto della storia ebraica (v. Giosia ed i suoi "compari"). Si tratta per lo più di preziose conferme, in quanto tale verità è ASSOLUTAMENTE percepibile dalla semplice, ma attenta lettura dei vari passaggi biblici.
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4) la letteratura di Zosimo in cosa consiste? Sei in grado di citare almeno un titolo preciso di opera facente parte di questa letteratura? Perchè quella che conosco io riflette ambienti monastici molto tardi con qualche vaga reminiscenza di ambienti ebraici. Non vedo l'attinenza con i nostri temi.
Non sai in cosa consiste la letteratura di Zosimo e tuttavia sali in cattedra per dare lezioni agli altri?... Zosimo (o Zozimus) fu un monaco che scrisse un prezioso testo (prezioso per la moderna esegetica) che tratta dei "santi" che vivevano ad oriente, oltre il deserto, vicino ad un fiume che egli chiama "Eumele". Non sono necessari grandi sforzi mentali per risolvere che il fiume in questione era l'Eufrate e che i "santi" altri non furono che i discendenti dei seguaci di Giovanni il Battista (noti, fuori della Palestina, anche con i termini Hemerobattisti, Sampseni, Masbotei, Elcesaiti, Sabei e Mandei) e che in Giudea erano indicati con l'attributo "nasurei" (termine tutt'ora utilizzato dai Mandei della Mesopotamia), probabilmente per distinguerli dai "nazareni", i quali non erano gnostici, o perlomeno non lo erano nel modo in cui lo era Giovanni il Battista e la sua setta, dal momento che tale gnosticismo era intriso di elementi squisitamente ellenici, come ad esempio quelli relativi allo gnosticismo pitagorico.
L'esistenza delle due distinte sètte nazarene è testimoniata da Epifanio. I seguaci di Giovanni il Battista (o almeno la maggior parte di loro) si rifugiarono verso oriente, dopo la morte violenta di Giovanni. Essi, per un certo tempo, stazionarono nelle zone montuose a confine tra la Siria ed il Libano (allora Fenicia), poi, dopo la conquista del potere da parte degli ecclesiastici cattolici (IV secolo) furono costretti a spostarsi sempre più ad oriente, sino ad insediarsi stabilmente presso le zone paludose (le 'marshah') a ridosso del fiume Shatt-el-Arab.
Stessa sorte toccò agli "ebioniti", i quali, dopo la morte di Giovanni, avevano scelto di emigrare in Asia Minore: più specificatamente in Gerapoli di Frigia. Con l'avvento del potere cattolico, essi furono costretti a spostarsi verso oriente, per sfuggire le persecuzioni tese a sterminarli, in quanto portatori di una verità "scomoda". Costoro, come i nasurei/mandei del sud, finirono con l'insediarsi stabilmente ad Harran, dove diverranno noti come "Sabei" (da un termine arabo, "subban", il cui significato è analogo a quello degli Hemerobattisti, Sampseni e Masbotei, vale a dire "coloro che si bagnano quotidianamente").
Dato il forte carisma della figura di Giovanni il Battista presso le comunità mandee e sabee (di origine assolutamente comune), i seguaci di queste sette vennero definiti, dai primi monaci occidentali che ebbero contatti con loro, i "cristiani di S. Giovanni" o "giovanniti"; questo perchè i falsari che diedero origine al culto catto-cristiano fecero credere che Giovanni fosse stato anch'egli un cristiano o quantomeno un precursore del catto-cristianesimo, cosa in realtà assolutamente falsa, dal momento che Giovanni fu un genuino maestro gnostico e che con il cristianesimo non ebbe assolutamente nulla a che fare (come del resto lo stesso Gesù di Nazareth!!!...)
Cita:
3) Dici che Gesù per nascita non era della comunità, cioè arrivi alla conclusione quando manca la premessa, cioè la comunità, che non esiste.
Vedo che sei molto sicuro di te. Chissà quanto avrai studiato per arrivare ad una tale conclusione...
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2) che Giuda Tomaso sia un gemello di Gesù è favoletta degna della rivista Hera, da giornalismo sensazionalista senza alcun fondamento storico.
Già, Tomaso non era un gemello, era solo un "didymos"... Io penso che, parlando di favole, un "certo" mondo fondamentalista cattolico, che io ho ribattezzato "impropriamente" cattoidolatra, potrebbe offrire esempi a non finire!..
Un fratello di Gesù si chiamava Giuda. Nel vangelo di Tomaso si trova: "Queste sono le parole segrete che Gesù disse a Didimo Giuda Tomaso", rendendo chiaro, a chi è interessato a capire, che si sta parlando di una stessa persona, la quale era indicata con tre "nomi": due attributi, dello stesso significato, vale a dire Didimo e Tomaso, ed un nome vero, cioè Giuda.
Nella letteratura patrisitca si rinvengono echi del fatto che Gesù avesse comunicato a Giuda delle 'cose' segrete. Il termine "Thomas", che si rinviene nei testi greci, non ha alcun significato in tale lingua, dal momento che si tratta della traslitterazione della parola ebraica "Tomà", il cui significato, o almeno quello principale, è "gemello"... Capito l'antifona?....
Frasi come quella che si rinviene nel vangelo di Giovanni, cioè "Tomaso detto Didimo", fanno sbellicare dalle risate chi ha un minimo di "grano salis" ed una buona dose di humour, visto che il significato è "gemello detto gemello" (sic!).
Negli Atti di Tomaso si trova, tanto per ribadire la cosa, che Gesù somigliava a Tomaso come due gocce d'acqua...Sei ancora convinto che a raccontar favole sia io?...Piuttosto dovresti chiederti, se tu fossi animato da genuino ed imparziale spirito di ricerca, e non lasciare che altri "santi" missionari di Dio lo facciano per te, per quale motivo i padri "fondarori" decisero di oscurare tale aspetto della vicenda gesuana, vale a dire che uno dei fratelli di Gesù, nella fattispecie Giuda, era il suo fratello gemello?... Forse perchè in merito agli altri fratelli si poteva sempre dire (e far credere!) che si fosse trattato di "cugini" o di figli che "Giuseppe" avrebbe avuto da un precedente matrimonio, ma che a fronte di un gemello non si sarebbe potuto sapere come giustificare poi la verginità di Maria Vergine?...
Cita:
1) chi dice che esisteva una classe di fedeli ebraici che si chiamavano bar Abba? una fonte? non ce l'hai perchè non è vero.
Te lo dico io. Ma forse, se ti metti a studiare seriamente, potrai scoprirlo da solo!
Mi sbaglierò, tuttavia ho ragione di ritenere che almeno qualcuno degli amici israeliti abbia capito perfettamente a chi mi sto riferendo....
Per tradizione, antichissima, essi si definivano "benè Abba" (singolare 'bar Abba'). La fonte di ciò è nella Bibbia: basta rileggerla con un po' più d'attenzione!
Saluti
_________________________
Note:
(*) - nella tradizione patristica era noto che Maria Maddalena, una principessa, fosse di discendenza sacerdotale e sacerdotessa lei stessa. Ciò non può assolutamente corrispondere alla realtà del giudaismo ortodosso, fortemente maschilista; quindi è evidente che il riferimento a Maria Maddalena, quale sacerdotessa, deve essere inteso per tutt'altro contesto. Lo stretto legame tra la figura della Maddalena ed il mondo di Giovanni il Battista, è ampiamente documentato nella letteratura mandea. Per la cronaca, la Maddalena fu la sacerdotessa della setta di Giovanni il Battista, ed in tale veste confermò che Gesù era 'risorto dai morti', secondo la ben nota concezione teosofica del mondo gnostico, al quale, tanto Gesù che la Maddalena appartennero. Come gli studiosi ben sanno, nella tradizione gnostica l'ignoranza della "verità" (gnostica) era considerata la 'morte dei viventi' e pertanto i 'morti' da cui Gesù sarebbe 'risorto' erano appunto tutti coloro che ancora ignoravano la 'verità'. La 'gnosis' della verità avrebbe fatto anche di loro dei 'risorti'. Gesù venne riconosciuto 'risorto', dal mondo della setta gnostica a cui apparteneva, attorno all'anno 33. I falsari fondatori del culto catto-cristiano associarono a tale evento, puramente simbolico, anche la sua improbabile crocifissione (Gesù morì lapidato dai giudei oltre 30 anni dopo la sua presunta crocifissione)
(**) - questa diversità non venne percepita dalle autorità romane del tempo e ciò provocò la fine di Giovanni il Battista, il quale venne visto come uno dei tanti "messia" che precedentemente avevano cercato di guidare il popolo giudaico alla rivolta. Da notare che i fondatori del culto 'giudeo-cristiano' (85-90) fecero propria questa visione messianica del contesto gnostico giovanneo, dove la figura del 'messia' era intesa come quella del "Salvatore" di anime e non di un capo guerriero, il quale, secondo l'immaginario comune giudaico, avrebbe dovuto condurre il popolo eletto ad affrancarsi dalla dominazione straniera e rifondare il regno davidico: momento di sublime orgoglio nazionale per tutte le generazioni ebraiche, compresa l'attuale.
Veritas
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