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Stellare
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 Oggetto del messaggio: Antica Esplosione Nucleare ???........
MessaggioInviato: 29/03/2010, 13:33 
vorrei postare questo articolo sembra irrealistico,sempre basandoci sulle ns conoscenze,ma x chi guarda senze preclusioni.... inoltre se qualcuno ha letto il mahabarata o il ramayana si dovra'convenire che in certe situazioni sembra proprio di assistere a una guerra nucleare

"Uno strato di ceneri pesanti radioattive in Rajasthan, India, copre un'area di otto km quadrati, circa 15 km ad ovest di Jodhpur. Gli scienziati stanno studiando il sito, dove una lottizzazione era in costruzione.

Da qualche tempo è stato stabilito che vi è un tasso molto elevato di difetti alla nascita e di malati di cancro in una zona in costruzione. I livelli di radiazioni registrati sono così alti che il governo indiano ha ritenuto opportuno isolare la regione. Gli scienziati hanno portato alla luce una città antica, dove si presentano le tracce di un'esplosione atomica che risale a migliaia di anni fa, da 8.000 a 12.000 anni, che distrusse la maggior parte degli edifici e probabilmente uccise mezzo milione di persone. Una stima dei ricercatori valuta che la bomba nucleare utilizzata fosse circa delle dimensioni di quelle esplose sul Giappone nel 1945.

Il Mahabharata descrive chiaramente una esplosione catastrofica che scosse il continente. "Un proiettile unico carico di tutta la potenza dell'Universo... Una colonna incandescente di fumo e fiamme brillanti come 10.000 soli, esplose in tutto il suo splendore... era un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere una razza intera.

"I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, il vasellame si ruppe senza alcuna causa apparente, e gli uccelli diventarono bianchi.
Dopo poche ore, tutti i prodotti alimentari erano stati infettati. Per uscire da quel fuoco, i soldati si gettarono nel fiume."

Lo storico Kisari Mohan Ganguli dice che gli scritti sacri indiani sono pieni di tali descrizioni, che suonano come un'esplosione atomica simile a quelle di Hiroshima e Nagasaki. Dice di riferimenti alla lotta di carri nel cielo e ad un'arma finale. Una battaglia antica è descritta nel Drona Parva, una sezione del Mahabharata. "Il passaggio racconta di battaglie in cui le esplosioni delle armi finali decimano interi eserciti, fanno strage di una folla di guerrieri con cavalli ed elefanti ed armi, portati via come se fossero le foglie secche degli alberi", dice Ganguli.

"Invece di funghi atomici, lo scrittore descrive un'esplosione verticale con le sue nuvole di fumo fluttuanti come aperture di una serie di ombrelloni giganti. Non ci sono commenti in merito alla contaminazione degli alimenti e dei capelli delle persone che cadono".

L'archeologo Francesco Taylor dice che le incisioni in alcuni templi vicini, che è riuscito a tradurre, suggeriscono preghiere per essere risparmiati dalla grande luce che stava per causare la rovina della città. "E' abbastanza incredibile immaginare che alcune civiltà possedessero la tecnologia nucleare prima di noi. La cenere radioattiva aggiunge credibilità agli antichi racconti indiani che descrivono la guerra atomica."

L'attività di costruzione è stata fermata, mentre il gruppo di cinque membri conduce l'inchiesta. Il caposquadra del progetto è Hundley Lee, che ha avviato l'inchiesta, dopo che un alto livello di radiazioni è stato scoperto.
fonte rense.com


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MessaggioInviato: 30/03/2010, 09:18 
Conoscevo questa storia,sinceramente lo sempre trovata curiosa ed interessante,infatti ho cercato delle controprove che non ho trovato,cioè trovare cause naturali in grado di lasciare la scena del delitto in quelle stesse medesime condizioni.


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MessaggioInviato: 30/03/2010, 11:21 
a tale riguardo consiglio di leggere questa interessantissima discussione (http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=1379) dell scorso Maggio, da leggere tutta perchè molto interessante!!! [8D]



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MessaggioInviato: 30/03/2010, 23:36 
cmq quello scritto nel mahabarata,se non si considerasse che e'stato scritto secoli fa,si ha una rappresentazione di un ipotetica guerra nucleare,naturalmente il tutto rappresentato con le conoscenze del tempo,come riscontro posso dire che una simile congettura si trova scritta anke nel corano,quindi come si deduce vi e'un altra fonte nel considerare il caso


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MessaggioInviato: 31/03/2010, 00:09 
questi sono alcuni versi del mahabarata rigurdante appunto tale presunto avvenimento
"Considerate questi versi antichi (6500 a.C. al più tardi) del Mahabharata:
“… un unico proiettile
carico di tutta la potenza dell’Universo.
Una colonna incandescente di fumo e fiamme
luminosa come mille soli
salì in tutto il suo splendore…
un’esplosione verticale
con nuvole di fumo fluttuanti…
… la nuvola di fumo,
innalzandosi dopo la prima esplosione,
si aprì in onde circolari,
come l’apertura di ombrelloni giganti …
… era un’arma sconosciuta,
un fulmine di ferro,
un gigantesco messaggero di morte,
che ridusse in cenere
l’intera razza dei Vrishni e Andhaka.
… I cadaveri erano così bruciati
da essere irriconoscibili.
I capelli e le unghie caddero;
le ceramiche si ruppero senza causa apparente,
e gli uccelli diventarono bianchi.
Dopo poche ore
tutti i prodotti alimentari erano contaminati…
… per uscire da quel fuoco
i soldati si gettarono nei torrenti
per lavare se stessi e le loro attrezzature”.

Sino al bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, l’uomo moderno non poteva immaginare nessuna arma tanto orribile e devastante come quelle descritte negli antichi testi indiani. Eppure essi descrivono molto accuratamente gli effetti di un’esplosione atomica. L’avvelenamento radioattivo fa cadere capelli e unghie. Immergersi in acqua dà qualche sollievo, anche se non è una cura.
Quando gli scavi di Harappa e Mohenjo-Daro raggiunsero il livello delle vie delle città, furono scoperti scheletri sparsi per la città, molti dei quali si stringevano le mani e si trovavano per le strade come se qualche istantanea, orribile tragedia si fosse verificata. La gente era sdraiata, insepolta, per le strade della città. E quegli scheletri sono di migliaia d’anni fa, anche in base ai tradizionali metodi di datazione archeologici. Che cosa mai potrebbe causare una cosa simile? Perché i corpi non si decomposero o non furono mangiati da animali selvatici? Inoltre, non vi è alcuna causa apparente di una morte violenta.
Quegli scheletri sono tra i più radioattivi mai trovati, al pari di quelli di Hiroshima e Nagasaki. In un certo sito, gli studiosi sovietici trovarono uno scheletro che aveva un livello di radioattività 50 volte superiore al normale. Altre città sono state trovate nel nord dell’India, che riportano indicazioni di esplosioni di grande entità. Una di tali città, trovata tra il Gange e le montagne di Rajmahal, sembra sia stata sottoposta a calore intenso. Immense masse di mura e le fondamenta della città antica ssono fuse in blocchi compatti, letteralmente vetrificati! E poiché non vi è alcuna indicazione di una eruzione vulcanica a Mohenjo-Daro o in altre città, l’intenso calore atto a fondere vasi d’argilla può essere spiegato solo da un’esplosione atomica o da qualche altra arma sconosciuta. Le città furono spazzate via completamente.
Gli scheletri sono stati datati al 2500 a.C. col metodo del carbonio 14, ma dobbiamo tenere a mente che la datazione al carbonio comporta la misurazione della quantità di radiazioni residue. La possibilità che si siano verificate esplosioni atomiche farebbe sembrare i reperti molto più recenti.

È interessante notare che il capo del Progetto Manhattan, lo scienziato Dott. J. Robert Oppenheimer, era noto per avere familiarità con la letteratura in sanscrito antico. In un’intervista condotta dopo aver guardato il primo test atomico, egli citò il Bhagavad Gita:
” ‘Ora sono diventato Morte, il distruttore dei mondi.’ Suppongo che ci siamo sentiti in quel modo”. Quando gli fu chiesto in un’intervista alla Rochester University, sette anni dopo il test nucleare di Alamogordo, se quella fossela prima bomba atomica mai esplosa, la sua risposta fu: “Beh, sì, nella storia moderna”.
Città antiche, i cui mattoni e muri in pietra sono stati letteralmente vetrificati e fusi insieme, si trovano in India, Irlanda, Scozia, Francia, Turchia e in altri luoghi. Non esiste una spiegazione logica per la vetrificazione delle fortificazioni di pietra e delle città, ad eccezione di un’esplosione atomica. Un altro segno curioso di un’antica guerra nucleare in India è un gigantesco cratere vicino a Mumbay. Il cratere Lonar, quasi circolare, misura 2.154 metri di diametro, si trova 400 chilometri a nord-est di Mumbay ed ha almeno 50.000 anni d’età, e potrebbe essere collegato alle guerre nucleari dell’antichità. Nessuna traccia di alcun materiale meteorico, è stata mai trovata nel sito o nelle vicinanze, e questo è l’unico modo conosciuto al mondo capace di produrre un cratere da “impatto” nel basalto. Indicazioni di un grande e intenso shock (con una pressione superiore a 600.000 atmosfere), il calore improvviso (indicato da sferule di vetro basaltico) possono essere accertate dall’analisi del sito.




Vi furono antiche guerre nucleari? Alcuni archeologi pensano di sì.
La nostra ricerca indica che l’intera regione circostante i Grandi Laghi americani fu soggetta ad un bombardamento di particelle e ad un catastrofico irraggiamento nucleare, che produsse neutroni termici secondari dall’interazione con i raggi cosmici.
I neutroni produssero grandi e insolite quantità di Plutonio 239 e modificarono in modo importante le proporzioni naturali degli isotopi d’Uranio (235 U/238 U) nei materiali presenti sul luogo, nei sedimenti, nelle selci e in tutta la natura circostante.
Quei neutroni trasformarono il nitrogeno residuo (14 N) in radiocarbonio, in modo tale da alterare tutti i procedimenti che usiamo per le datazioni.”
Un manoscritto, composto in sanscrito dal Re (Raja) Paramara Bhoja di Dhar, Malwa(1000-1055 d.C.), tratta delle tecniche di combattimento, e in particolare di certi tipi di macchine da guerra. L’opera s’intitola Samarangana Sutradhara, o “Il Comandante in campo” (nome talvolta abbreviato “il Samar”) ed è un’opera enciclopedica sull’architettura classica indiana (Vastu Shastra).
In 83 capitoli, i temi trattati sono di urbanistica, architettura della casa, architettura del tempio e arti scultoree, insieme alle Mudra (le diverse pose delle mani, e le pose del corpo, così come le posizioni delle gambe), i canoni della pittura, e un capitolo sull’arte dei congegni meccanici yantra (capitolo 31).

Questo capitolo sugli yantra ha attirato l’attenzione della pseudoscienza e dell’ufologia in particolare. Ai versi 95-100 l’autore parla di aeromobili a forma di uccelli (Vimana), con diversi modi di propulsione, e ai versi 101-107 menziona una sorta di robot utilizzabili in qualità di guardie.
Il Re Bhoja usò spesso il termine sanscrito yantra, piuttosto del termine vimana (più familiare per noi), e dichiarò che le sue conoscenze si basavano su manoscritti Indù, che erano già antichi ai suoi tempi, nel sec. XI d.C.
Ecco alcuni estratti da quell’antico testo:

“Essi erano propulsi dall’aria e al loro interno c’era un motore a mercurio, con un apparato che riscaldava il ferro. Il potere latente nel mercurio li spingeva, come un soffio di vento. Riscaldata dal fuoco controllato, una polvere di tuono contenuta nel recipiente di ferro si sviluppava attraverso il mercurio. Se il motore metallico, realizzato in modo appropriato e riempito di mercurio e fuoco, era avviato nella parte superiore, esso sviluppava il proprio fuoco con un ruggito da leone.
… al suo interno si può collocare il motore al mercurio con il suo apparato per riscaldare il ferro. Grazie alla potenza latente nel mercurio, usata per il movimento, un uomo seduto all’interno può viaggiare su grandi distanze nel cielo, in un modo veramente stupefacente.
Se si usano i metodi indicati, si può costruire un Vimana grande come il tempio del Dio-in-movimento. Quattro forti contenitori di mercurio devono essere costruiti al suo interno.
Quando essi sono stati riscaldati ed esce il fuoco controllato dai contenitori di ferro, il Vimana sviluppa una potenza di tuono grazie al mercurio ed appare come una perla nel cielo”.

Avvenne forse una guerra, alla fine dell’era Dryas?
I nuclei ghiacciati mostrano che alla fine dell’ultimo periodo glaciale le temperature salirono in modo consistente, per un millennio. Le tracce di rame, stagno e piombo mostrano forti incrementi.
L’era del Dryas antico terminò bruscamente con un drammatico innalzamento delle temperature. L’estinzione dei mammuth e della megafauna del Nord e Sud America avvenne in quel periodo. Nello stesso periodo, le concentrazioni d’uranio nei coralli salirono da circa 1,5 parti ad oltre 4 parti per milione. Le datazioni con il radiocarbonio, in quel periodo, si fanno caotiche. Gli studi degli strati di deposito sul fondo dei laghi confermano le irregolarità delle successioni cronologiche. Sono state trovate sabbie fuse, in particolare nel deserto egiziano.
Ognuno di questi elementi sembra sostenere la tesi di un’antica guerra nucleare.
Non c’è alcun dubbio sull’esistenza del Samarangana Sutradhara, del Mahabharata e di diversi altri antichi testi indiani che ne parlano.
Ci sono riferimenti a questi testi nelle pubblicazioni scientifiche e nei testi del governo indiano. Gli antichi testi coprono un’ampia gamma d’argomenti, dalla pianificazione urbana, la salute e l’igiene pubblica, con un’accurata descrizione della vaccinazione, sino alla dettagliata discussione di osservazioni meccaniche, metodi e teorie scientifiche. Essi descrivono procedimenti elettrici e meccanici, in piena sintonia con la nostra scienza moderna. Descrivono i Vimana, aeromobili di diversi stili, scientificamente realizzabili.
Si noti che chi li tradusse era una persona che non poteva comprendere i concetti compresi in quegli antichi documenti. Non c’erano parole, nella sua lingua, nel sec. XI d.C., atte a descrivere le cose meravigliose contenute di quegli antichi testi, ed egli cercò comunque di fare del proprio meglio. Dobbiamo ritenere che i testi originali fossero stati scritti poco tempo dopo una terribile guerra nucleare, nella quale due grandi civiltà si distrussero l’una con l’altra. I sopravvissuti (o piuttosto i loro discendenti) stavano cercando di registrare i loro ricordi, per le future generazioni. Poiché era passato un certo periodo di temlpo, e gli scrittori probabilmente non erano scienziati, non capivano esattamente quello che stavano narrando. Possono aver commesso errori, che possono anche essere stati amplificati dall’incomprensione, tanto più che quei testi sono stati ripetutamente ricopiati attraverso i secoli successivi.


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MessaggioInviato: 31/03/2010, 11:11 
Stasera sarò ospite a RADIOPADANIA, ore 22.30, con Alfredo Lissoni proprio per parlare di David Davenport e degli studi che fece a Mohenjo-Daro. Se siete interessati alla tematica vi aspettiamo.

E.B.



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MessaggioInviato: 24/04/2010, 21:45 
tutto cio'puo'generare l'ipotesi che nell'antichita'siano esistite armi che,considerando i tempi,sono da catalogare come dei giorni ns
"Leggende orientali narrano di una fiorente civiltà nota come i "Signori della Fiamma" che stanziavano nella regione del Gobi. Le gesta dei "Signori della guerra", quali Zeus, Odino, Lug, Indra, Jeaveh, sono state osannate ovunque; nella terra dei Celti, nell'India antica, all'ombra delle piramidi, generando storie che narrano di Nephilim; di Signori delle navi spaziali; di "barche di cristallo" che solcavano i mari Islandesi.
Dèi o semidèi; incontrastati signori dei cieli, i quali, per manifestare la loro potenza o la loro collera, facevano uso di armi, considerate dagli studiosi del secolo appena trascorso, non reali ma solo partorite dalla fantasia dei narratori.
Nei libri Indù si descrivono armamenti da considerare decisamente "moderni" e precursori dei tempi pensando che il loro uso risalirebbe a 5000, 7000 anni fa.
Nel tredicesimo volume di "The sacred Books of the Indù" (I libri sacri dell'Indù) editi dal Maggiore B.D. Basu nel 1923, a pagina 235 del quarto capitolo, è riportata la descrizione di un fucile e di un cannone, prima che ufficialmente venissero ideate tali armi. Vi si legge: "La piccola Nalika è uno strumento cilindrico usato dalla fanteria e dalla cavalleria, provvisto di un foro orizzontale all'origine (culatta), lungo due cubiti e mezzo, con un cuneo aguzzo nella parte anteriore, usato per contrassegnare l'obbiettivo. Produce fuoco con una pressione meccanica, contiene pietre e polvere pirica all'inizio; ha un buon manico di legno e un'apertura interna larga mezzo dito. È capace di colpire oggetti distanti. La grande Nalika, posta in un castello di legno, viene trainata da un carro. È utile per la vittoria." Seguono le istruzioni per l'uso.
Numerose le narrazioni di armi a dir poco "fantastiche", ma che le nostre cognizioni tecniche classificano possibili.
Nei libri più antichi, dal Ramayana al Mahabharata, risalente al 7000 a.C., al Drona Parva, al Mausola Parva, al Naryanastra Parva, all'Abhimanyu Badha Parva, le descrizioni che illustrano gli effetti delle armi usate non hanno bisogno di molti commenti e, purtroppo, sono tristemente familiari:

"Un unico proiettile caricato con tutta la potenza dell'universo. Una colonna incandescente di fumo e di fiamme, luminosa come diecimila soli, si levò in tutto il suo splendore. Un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere l'intera razza dei Vrishnis e degli Andhakas. I cadaveri erano ustionati al punto di essere irriconoscibili. I capelli e le unghie erano caduti; il vasellame era diventato bianco. Tutti i cibi si erano infettati. Per sfuggire a quel fuoco i soldati si gettarono nei fiumi per lavare se stessi e tutto il loro equipaggiamento. Vennero spazzati via uomini con cavalli ed elefanti e carri e armi come fossero foglie secche cadute dagli alberi. Una fitta oscurità avvolse all'improvviso la moltitudine. Tutti i punti cardinali erano immersi nelle tenebre. Un vento funesto cominciò a infuriare. Il sole parve ruotare in circolo; l'universo, inaridito dal calore, sembrava ardere per la febbre. Gli elefanti e le altre creature, ustionate dall'energia di quell'arma, si allontanavano correndo veloci."

Nel "Mausala Parva" troviamo anche la cronaca di quanto avvenne sulla Terra nei giorni che seguirono questi catastrofici eventi:

"Venti asciutti e impetuosi e una grandinata di ghiaia precipitò da ogni parte; carboni ardenti grandinavano sulla terra dal cielo. Gli uccelli cominciarono a volare formando circoli. L'orizzonte sembrava coperto di nebbia... ardenti cerchi di luce si vedevano ogni giorno intorno al sole e alla luna. Il disco del sole sembrava sempre coperto di polvere."

E sono riportate le preghiere per far cessare gli effetti devastanti:

"O Illustre fa che il triplice Universo, il futuro, il passato e il presente possano esistere. È nata una sostanza simile al fuoco che ancora adesso fa bruciare le colline, gli alberi e i fiumi e tutte le specie di erbe e di vegetazione riducendo ogni cosa in cenere."

Nel contenuto dell'Agnipurana, risalente al 6000 a.C., viene citato Vajra, splendente come il sole, coperto da cento cupole, i cui effetti si proiettavano a dieci miglia. Un'arma con un perimetro disseminato di postazioni a forma di cono che operava nelle quattro direzioni.
Conosciuta anche col nome di Dardo di Indra, Arma di Brahma, Occhio di Kapilla, veniva scagliata da un arco circolare e si neutralizzava con un'altra eguale. Probabilmente un meccanismo basato sulla riflessione che emetteva un raggio capace di "consumare ogni cosa".
Dal racconto emerge un dato curioso. Il lanciatore al momento del lancio toccava, ogni volta l'acqua e pronunciava una formula. Per questa ragione furono considerate "magiche"; ma se questa "formula" fosse stata una "password", cioè una parola di accesso a un meccanismo d'armamento e di lancio?
A metà degli anni novanta risale l'invenzione delle pistole intelligenti conosciute come Smart Guns, ideate per ridurre l'uso improprio di armi da parte dei bambini, o minori. Provviste di un chip, sparano solo se viene usato un codice sonoro, oppure componendo una combinazione alfanumerica su di un telecomando portato al polso, o un anello magnetico. È prevista anche un'impugnatura fornita di sensori che riconoscono le impronte digitali del legittimo proprietario liberando il grilletto. Sono state il frutto di anni di studi dei "Sandia National Laboratories". La Colt ha costruito una calibro 40 dotata di una radio trasmittente collegata ad un computer in grado di riconoscere il codice del proprietario.
Nell'antichità l'uso delle armi era sottoposto a rigide regole, tanto che Drona viene punito per aver contravvenuto a queste norme: "Con l'Arma di Brahma hai incenerito molti uomini sulla terra che non sono tenuti a conoscere queste armi."
Nella Scienza di Dhanur (Dhanurveda) sono descritte battaglie fra Dèi e Demoni ove si nominano ben 98 tipi di armamenti. Si tratta di ordigni nucleari, termo nucleari e al fosforo. Fra queste: il missile lanciafiamme "Sikharastra", i missili fiammeggianti "Agni Astras", la freccia "Kamaruchi" che va dove vuole, il missile "Lakshya" che si può seguire, la freccia "Shabdaveditva" che segue il suono, il fulmine di ferro che inceneriva gli eserciti, il "Marika" che ricorda le armi laser. Armi sferiche volanti che emettevano suoni altissimi e tuoni assordanti. Si nominano le "lance volanti" che distruggevano intere città fortificate.
Riguardo alla potenza bellica dell'India abbiamo trovato l'insolita testimonianza di Alessandro Magno.
Il grande condottiero nel 326 a.C. varcò l'Indo non riuscendo poi a passare il Gange e fu costretto a ritirarsi misteriosamente.
La storia ufficiale parla di malcontento e stanchezza nell'esercito, sfiancato dalle numerose battaglie; ma Alessandro, in una lettera inviata ad Aristotile, parla di "nubi e vampe di fuoco che cadono dal cielo contro il suo esercito". ("nivis nubes ignitae de aere cadebant quas ipse militibus calcare praeceat").
Ctesia, storico e medico greco (IV secolo a.C.), autore di una "Storia Indiana", lo storico Eliano (III secolo a.C.) e il filosofo Filostato (II secolo a.C.), affermano che gli eserciti Indiani erano in possesso di armi capaci di abbattere qualsiasi fortezza ed avevano ordigni che bruciavano uomini e armamenti.
La saga Celtica ci racconta dell'"occhio di Balor" e della lancia di luce chiamata "Gaebolg". Nelle battaglie fra Tuatha e Fomori si fa uso di armi classificate "magiche". Tra i Fomori troviamo Balor, un essere dotato di un solo occhio capace di lanciare strani lampi che abbattevano i nemici. Nella descrizione scopriamo che tale occhio si trovava sopra un grande elmo con una apertura protetta da una "pesante palpebra", che un servo apriva aiutandosi con un gancio. In pratica un proiettore di raggi mortali azionati da un bottone situato sullo stesso casco.
Viene descritta una lancia chiamata Gaebolg che in pratica era un tubo dalla cui estremità scaturiva un raggio uccidendo l'avversario a qualunque distanza esso si trovava. Non mancava la sua mira e si allungava a volontà. I caschi erano ornati da carbonchi e cristalli e queste pietre generavano i raggi mortali. Questo ci porta a considerare l'uso di armi laser.
Deduzione avvalorata da un aneddoto riportato nel racconto "Les fils de Tirenn". Lug invia alcuni uomini a rubare la lancia di un re e, per evitare che non bruciasse il locale nel quale veniva riposta, una sua estremità era tenuta in un recipiente colmo di acqua. Precauzione che si adotta per particolari generatori di raggi laser. Dentro il recipiente vi era sicuramente un liquido refrigerante.
Esistevano inoltre lance più corte, maneggevoli come spade, che generavano raggi ridotti. Fra queste armi tecnologiche la "spada di Nuada", la "lancia di Lug", la "mazza di Ollanthair". Vi erano anche particolari corazze di difesa che riflettevano i raggi e li rinviano alla sorgente. Un tipo di armatura descritta anche nei libri Indù nei combattimenti fra Devas e Asura.
Non dimentichiamo la misteriosa "Arma di Amon" di cui disponeva Ramses; un'arma che gli permise di uscire vincitore contro ben tremila carri da guerra lanciati contro di lui.
Nelle storie comuni a molti popoli parlano di creature celesti che parteggiano, ora per l'una, ora per l'altra parte, facendo uso di armi insolite per l'epoca. Si nominano il "braccialetto cielo-terra" impiegato da No-Cha, mentre, a bordo della sua "ruota di fuoco e vento", a capo delle schiere dei "dragoni argentei volanti", combatte Fenj-Lin e Chang-Kuo-Fung, impiegando anche raggi luminosi, draghi di fuoco, globi fiammanti e specchi irradianti.
In Egitto gli Dèi disponevano dei "raggi dell'Ureus" e degli "occhi solari".
L'arca stessa è adoperata come un'arma contro i nemici di Dio. Le mura di Gerico caddero quando le sette trombe di corno d'ariete suonarono. Armi soniche?
Sembra che nel Museo Egizio siano conservate, o almeno lo erano fino ad alcuni anni fa, in una teca della galleria 26, due trombe rinvenute nella tomba di Tut-Ankh-Amon. Una, stranamente non catalogata benché di qualità superiore delle altre, fatta d'argento e di rame. Fra il personale del Museo si racconta che nel 1954, nell'operazione di ripulitura, qualcuno provò a soffiarci dentro per provare che suono emettesse. Nello stesso istante nell'alto Egitto mancò l'energia elettrica.
Nel 1974 si ripete la revisione dell'oggetto e qualcun'altro, a conoscenza dell'evento precedente, per curiosità vi soffiò di nuovo e nei sobborghi del Cairo venne ugualmente a mancare l'energia. Alla centrale di controllo tutti gli indici precipitarono a zero senza spiegazione apparente ed i giornali riportarono la notizia del black-out. Non è mai stata eseguita un'indagine ufficiale, né si sono collegati i due fatti fra loro. Purtroppo non c'è notizia di un terzo episodio simile.
Esistono anche armi che utilizzano il suono, come l'"arpa di Dagda", uno strumento che volava nelle mani del dio quando questi la invocava, travolgendo tutto quanto si trovava sul suo percorso. I suoni prodotti dallo strumento provocavano il sonno, il riso o le lacrime.
Nelle storie che riguardano i Tuatha de Danann si descrivono "carri trainati da cavalli rossi" con un solo piede, attraversati nel corpo dal timone che funzionava, sia da elica, sia da bocca di un reattore. Carri che raggiungevano grandi velocità sia sul terreno, sia sull'acqua. Mezzi con tanto di pilota automatico, che possono essere riparati nel corso della battaglia per tornare da soli nell'area di combattimento.
Si narra di "vascelli d'argento" che navigano sotto l'acqua, di oggetti volanti che si combattono emettendo "spade di fuoco".
Nella Bibbia non mancano riferimenti ad armi simili:

Il Signore verrà col fuoco. I suoi carri arriveranno come un uragano. Sfogherà la sua ira, realizzerà la sua minaccia con fiamme e fuoco. Farà giustizia armato di spada e di fuoco. (Isaia 66,15)
Innumerevoli sono i carri di Dio, un esercito di migliaia di migliaia. (Salmi 68,18)
Allora scenda un fuoco dal cielo e distrugga te e i tuoi 50 uomini. Subito scese dal cielo un fuoco e uccise l'ufficiale e i 50 uomini. (II libro dei Re 1,12)
Tanto meno non mancano nelle storie dell'India descrizioni di battaglie fra "macchine volanti" paragonate a nuvole di porpora formate da fiamme, che lanciano oggetti scintillanti, frecce di fuoco che cadono sulla terra, turbini simili a ruote infiammate. Mezzi aerei che appaiono ben diversi da quelli di cui disponiamo.
Il "Vymaanika Shastra", ossia "Pratiche Aeronautiche", un libro scritto in sanscrito, tradotto in inglese, si è rivelato un manuale d'istruzioni con dettagli tecnici, sconosciuti all'epoca, per la costruzione di "Vimana", veicoli spaziali nominati negli antichi poemi. Specifica come devono essere costruiti, quanti tipi ne esistono, quali metalli adoperare, quali conduttori, quale energia ricavare dalla luce dei fulmini. Si descrivono radar e schermi televisivi.
Si citano leghe metalliche che assorbendo la luce rendono invisibili le aeronavi.
Una lega ricavata amalgamando rame, zinco, piombo e ferro; questo secondo le nostre attuali conoscenze metallurgiche è letteralmente impossibile.
In India si conoscevano i sette livelli degli elettroni e come sistemarli intorno al nucleo dell'atomo. 5000 anni fa qualcuno conosceva molto bene la struttura dell'atomo e le leggi che regolano l'Universo.
In molti passi del Corano si riportano le distruzioni repentine di città:

"Vivida folgore che li colpì mentre avevano gli occhi aperti... un vento tempestoso e devastatore da non lasciare in piedi cosa su cui si abbattesse... nel deserto dell'Ahqaf Ar Raml oggi vi sono solo grandi distese vetrose e neri macigni cotti in continua corrosione... grava una interdizione su ogni città che distruggemmo. La sua gente non potrà tornare finché sarà data via libera a Gog e Magog."

L'emiro Dhul Quhanayn fece innalzare un muro di "lastre di ferro" contro Gog e Magog. È evidente che nel racconto si segnalano radiazioni.

Resoconti di narratori dalla fervida fantasia che stimolano sorrisini sarcastici?
Da queste "fantasie" sembrerebbe che qualcuno nel passato disponeva di "energia atomica" e la usava per scopi bellici. Di tali avvenimenti rimangono tracce fisiche che ci lasciano sconcertati.
Vincenti e Davemport a Mohenjo Daro trovarono una zona coperta da detriti anneriti ed i resti di manufatti di argilla che, esaminati dall'Istituto di Mineralogia dell'Università di Roma e dal CNR, risultarono sottoposti, per pochi secondi, ad una temperatura oltre i 1500 gradi, originando una fusione uguale a quella verificatasi a Hiroshima e Nagasaki. Escludendo, quindi, il normale scoppio o incendio di una fornace di mattoni sostenuto dalla scienza ufficiale.
Nella regione si tramanda un racconto ove si parla dei "signori del cielo", che, adirati con gli abitanti del regno, annientarono la città con una "luce brillante come mille soli che mandava un rombo di diecimila tuoni". Da quel giorno, si dice, chiunque passa per quei luoghi viene ucciso dagli spiriti cattivi.
Sempre riguardo ai Tuatha, nel libro "Les Mabinogion" si cita un'arma che produce un suono come il tuono, ne segue una nube luminescente gigantesca; una volta dissolta rivela case vuote, prive della presenza umana e animale. Assistono all'episodio quattro uomini che escono indenni dall'evento. Si tratta di un'esplosione atomica "propria", senza ricadute radioattive. L' evento sarebbe avvenuto 4000 anni fa.
Il collegamento alla fortezza irlandese di Toriniz, le cui mura sono vetrificate, è diretto. Tornano alla mente le rovine di Hattus, in Anatolia in riva al Kizilirmark, ove i mattoni si sono fusi formando una massa durissima. Nel deserto del Tlaca Macam (Khotan - Turkestan Orientale), fra i fiumi Kerija e Yurun, affiorano rovine vetrificate.
Nel deserto di Gobi sotto la sabbia si trovano strati vetrosi causati da alte temperature. Nel 1947 in Iraq venne effettuato uno scavo, dopo il livello sumero e quello di una civiltà agricola del 7000 a.C.; venne raggiunto il Magdaleiano (16.000 anni) e, oltre questo, ritrovato un piano di cristallo fuso del tutto simile a quello esistente nel deserto del New Messico, creatosi con lo scoppio della prima atomica.

Miti, leggende, racconti orali trascritti forse ingigantendoli, infiorettandoli; storie che fanno sorridere alcuni scienziati, come sorrisero quando Giulio Verne descrisse nel suo romanzo "Dalla Terra alla Luna", il lancio di un proiettile verso la Luna, pensando all'impossibilità del viaggio. Confrontando i dati tecnici dell'impresa, supposti dallo scrittore, con quelli stilati dalla NASA 104 anni dopo, restiamo sorpresi dalla strana corrispondenza.
tratto da:
http://www.edicolaweb.net/edic192a.htm


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EnricoB ha scritto:

Stasera sarò ospite a RADIOPADANIA, ore 22.30, con Alfredo Lissoni proprio per parlare di David Davenport e degli studi che fece a Mohenjo-Daro. Se siete interessati alla tematica vi aspettiamo.

E.B.


C'è una registrazione radiofonica o meglio in termini moderni un postcad, grazie anticipate [:)]



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Hynekeniano ha scritto:

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EnricoB ha scritto:

Stasera sarò ospite a RADIOPADANIA, ore 22.30, con Alfredo Lissoni proprio per parlare di David Davenport e degli studi che fece a Mohenjo-Daro. Se siete interessati alla tematica vi aspettiamo.

E.B.


C'è una registrazione radiofonica o meglio in termini moderni un postcad, grazie anticipate [:)]


se non erro dovrebbe essere lui, vado al riferimento lasciato sul mio sito - http://www.alfredolissoni.net/rp310310.mp3



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Esistono Tracce di un’antichissima guerra nucleare
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Stai un po' a vedere che il buon Zacharia Sitchin ci aveva preso davvero!! [;)] [;)] [;)] [8)] [8)] [8)]


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Ne parlai già io, nel 2007, con "2000 a.C. distruzione atomica" ... [;)] http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ ... hichpage=5



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Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Esistono Tracce di un’antichissima guerra nucleare
http://www.universo7p.it/?p=203#.U10nyoP90nU.facebook



Le prove sono evidenti e schiaccianti, dobbiamo solo pazientare e prima o poi verrà riconosciuto dall'intera comunità scientifica la necessità di fare DAVVERO luce sulla nostra storia e le nostre origini, perchè ormai la bufala non regge più.



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Le descrizione vale anche per la caduta di un grande meteorite



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Cita:
Morlok ha scritto:

Le descrizione vale anche per la caduta di un grande meteorite


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L'antico testo parla di perdita di capelli, unghie e contaminazione dopo poche ore.

Non mi pare che vi siano ricadute radioattive per un impatto meteorico.

Viceversa, se si trattasse di una contaminazione di tipo chimico richiederebbe molto piu' tempo per diffondersi, attraverso l'ambiente e il cibo.

Inoltre un meteorite capace di causare un tale effetto (corpi carbonizzatti istantaneamente) dovrebbe avere una massa piuttosto consistente e quindi un impatto al suolo sarebbe inevitabile mentre l'unico cratere esistente in zona, il cratere Lonar dista almeno mille chilometri.



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