Da m0rgause
STONEHENGE
La danza dei giganti è un esercito di pietre isolate l’una dall’altra
come radi denti di una bocca senile
erette al centro di una pianura simile al deserto di un pianeta alieno.
Qui la mia ombra, imprigionata tra due soldati di pietra
è quella di una inutile pigmea.
Canta lo storno, l’uccello sacro ai Druidi.
Pare che i giganti intreccino le mani per fermarmi:
una freccia nel buio
un soffio gelido alla nuca.
Dalle pietre emana freddo che sale da sotterranee oscure profondità
dove pulsa il cuore del Drago Rosso
la Magia dell’essere e del divenire.
Merlino, sprofondato nel diamante del giorno, mi mostrerai finalmente
le tue magie?
La regina addormentata nella bara, protetta dal solco tracciato
dal dio
nel tumulo di neve e il il Tempo chiuso nella sua torre?
Anello di pietre, una porta nel nulla è il centro vuoto attraversato
dalle Ombre,
dove la debole luce d’occidente proietta la mia, che si agita e si abbassa
fino a scomparire.
Un tempo qui ci furono giganti che danzavano in cerchio
irridendo agli dei:
fu la vendetta divina a trsformarli in pietra.
Ora il cielo lentamente si prosciuga di colore
lasciando una stella lucente a brillare in un mare fluido di verde.
Lo spazio intorno a me è denso d’eternità:
il respiro dell’erba si confonde con quello del vento.
Un tempo qui ci furono giganti che danzavano in cerchio
irridendo agli dei:
fu la vendetta divina a trasformarli in pietra.
Pilastri muti con gli occhi chiusi che sorreggono
il cielo.
I loro sogni ci appaiono come spettri nella nebbia.
Urlando la rabbia dei Sabbhah , le Streghe vestite di pietra chiamano Nimrod ,
Il Tuono, la voce del Drago che i Giganti forgiarono tra i diamanti della Grande Madre.
E gli Dei cadono come statue di sabbia.
J Curwen
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