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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Lo dissero quasi subito che il WTC7 era stato abbattuto perché pericolante ...


Il WTC7 stava benissimo........[8D]


Immagine:
Immagine
87,71 KB


PREMESSA

Gli Stati Uniti hanno già sponsorizzato un colpo di stato in Siria nel 1949:

http://www.us-foreign-policy-perspectiv ... php?id=323

e pianificato un altro colpo di stato ai danni del governo siriano alla fine degli anni Cinquanta:

http://versounmondonuovo.wordpress.com/ ... -guardian/

Ora è la volta della Siria.

Il seguente piano fu respinto dal presidente J.F. Kennedy che, com’è noto, morì prematuramente l’anno successivo, mentre Il grande sponsor di questo piano, il generale Lyman Lemnitzer, fu nominato comandante in capo della NATO e fu in quella veste che ordinò di istituire Gladio e tutta la rete di eversori di estrema destra all’origine della strategia della tensione.
Cuba – Operazione Northwoods
Operazione Northwood – Pag. 1

Capi di Stato maggiore
Washington 25 D.C.
13 Marzo 1962

Memorandum per il segretario della difesa
Oggetto: Giustificazione per l’intervento militare degli Stati Uniti a Cuba (TS)

I Capi di Stato maggiore hanno preso in considerazione il Memorandum allegato per il capo delle Operazioni “Progetto Cuba” che risponde alla richiesta del suddetto ufficio per una breve, ma precisa descrizione dei pretesti che dovrebbero giustificare l’intervento militare Statunitense a Cuba.

I Capi di Stato maggiore raccomandano che il Memorandum proposto sia inoltrato come condizione preliminare da seguire in vista di un futuro sviluppo di ulteriori progetti. È supposto che ci saranno presentazioni analoghe da altre agenzie e che saranno utilizzate come basi per sviluppare un unico piano organizzato. I progetti individuali possono in tal caso essere considerati come base per i singoli casi.
Inoltre, si presume che sarà attribuito ad una singola agenzia la primaria responsabilità dello sviluppo degli aspetti militari e paramilitari del piano di base. È raccomandato che questa responsabilità riguardante le operazioni coperte e non, sia assegnata ai Capi di Stato maggiore.

Per i Capi di Stato maggiore:
L.L.Lemnitzer – Presidente dei Capi di Stato maggiore

1 Allegato
Memorandum per i Capi di Stato maggiore, “Progetto Cuba”.
Operazione Northwood – Pag. 2

Nota dei Segretari per i Capi di Stato maggiore su Northwoods (S)

Un resoconto* dell’oggetto sovrastante è presentato per una presa di visione da parte dei Capi di Stato maggiore.
F. J. Blouin
M. J. Tingeldo – Segretariato dei Capi di Stato maggiore

* Non riprodotto qui; disponibile su un altro documento di segreteria.
Operazione Northwood – Pag. 3

Capi di Stato maggiore
Decisione dei capi di Stato maggiore 1969/321
Nota dei Segretari su Northwoods (S)

Nota dei Segretari
Al loro incontro del 13 marzo 1962, i Capi di Stato maggiore hanno approvato le raccomandazioni del paragrafo 8 dei Capi di Stato maggiore 1969/321.

Nel suddetto documento il Comandante ha espresso la sua considerevole preoccupazione per quanto riguarda il Corpo della Marina in questo ambito e i provvedimenti del Titolo 10, Codice USA 141 (b), applicati ed eseguiti.
Questa decisione dovrà essere allegata come prima pagina al documento principale dei Capi di Stato maggiore 1969/321 di cui diventa ora parte.

F. J. Blouin
M. J. Tingeldo – Segretariato dei Capi di Stato maggiore
Operazione Northwood – Pag. 4

9 Marzo 1962
RESOCONTO DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA E DEI CAPI DI STATO MAGGIORE RAPPRESENTANTE IL GRUPPO DI SONDAGGIO CARAIBICO per i Capi di Stato maggiore su “Progetto Cuba” (TS)

Il Capo delle Operazioni, Progetto Cuba, ha richiesto che siano fornite le opinioni dei Capi di Stato maggiore a proposito del progetto entro il 13 Marzo 1962.
Operazione Northwood – Pag. 5

GIUSTIFICAZIONE PER L’INTERVENTO MILITARE USA A CUBA – IL PROBLEMA

Come richiesto* dal Capo delle Operazioni “Progetto Cuba”, i Capi di Stato Maggiore hanno il dovere di indicare una breve, ma precisa descrizione dei pretesti che a loro parere forniranno una giustificazione per l’intervento degli USA a Cuba.

FATTI RIGUARDANTI IL PROBLEMA

E’ riconosciuto che ogni azione che diventa un pretesto per l’intervento Statunitense a Cuba, condurrà ad una decisione politica che a sua volta porterà all’azione militare.
E’ stata presa visione del piano d’azione suggerito** dalla Marina Statunitense e riguardante il caso dell’area Guantanamo.
Per ulteriori episodi a cui fare riferimento si veda il Documento B.

DISCUSSIONE

Il piano d’azione suggerito, collegato al Documento A, è basato sulla premessa che l’intervento militare degli Stati Uniti sarà la conseguenza di un periodo di intensificate tensioni tra USA e Cuba che porranno gli Stati Uniti nella condizione di poter giustificare le proprie lamentele. L’opinione mondiale e le Nazioni Unite dovrebbero mostrarsi favorevoli, influenzate dal progresso dell’immagine internazionale di un governo Cubano impulsivo ed irresponsabile, rappresentante un’allarmante e imprevedibile minaccia alla pace dell’Emisfero Occidentale.
Malgrado la precedente premessa possa momentaneamente essere utilizzata, continuerà ad essere efficace solo fino a che sarà certo che l’intervento miliare Statunitense a Cuba non coinvolgerà direttamente l’Unione Sovietica. Non c’è ancora un mutuo accordo bilaterale che leghi l’URSS alla difesa di Cuba e Cuba non è ancora diventata un membro del Patto di Varsavia, né i Sovietici hanno situato alcuna base a Cuba, paragonabile alle basi Statunitensi collocate in Europa Occidentale. Quindi, dal momento che sembra esserci un fattore tempo importante nella risoluzione del problema Cuba, ogni progetto sarà approvato nell’arco dei prossimi mesi.

CONCLUSIONE

Il piano d’azione illustrato nel Documento A risponde in maniera soddisfacente all’attuale descrizione del problema. Tuttavia, questi suggerimenti dovrebbero rappresentare le condizioni preliminari del problema, in vista di un futuro sviluppo di ulteriori progetti con il contributo di documentazioni analoghe provenienti da altre agenzie, e provvedere a formare una base per lo sviluppo di un piano unico, integrato ed organizzato in fasi che focalizzi tutti gli sforzi concernenti l’obbiettivo di giustificazione dell’intervento militare Statunitense a Cuba.

RACCOMANDAZIONI

Si raccomanda che:

Il Documento A e i suoi allegati devono essere mandati al Segretario della difesa per l’approvazione e la trasmissione al Capo delle Operazioni, “Progetto Cuba”.
Questo documento NON deve essere mandato ai comandanti di comandi specifici o unificati.
Questo documento NON deve essere mandato agli ufficiali USA addetti alle attività della NATO.
Questo documento NON deve essere mandato al Capo della Delegazione USA del Comitato dello Staff dell’Esercito delle Nazioni Unite.

* Memorandum per il Generale Craig dal Capo delle Operazioni “Progetto Cuba”, con oggetto: “Operazione MONGOOSE”, datato 5 Marzo 1962, da un documento dell’ufficio del Generale Craig.

** Memorandum per il responsabile dei Capi di Stato Maggiore, dal Capo delle Operazioni Navali, con oggetto: “Istanze per provocare le Operazioni Militari a Cuba”, datato 8 Marzo 1962, da un documento nell’ufficio del Generale Craig.
Operazione Northwood – Pag. 6

MEMORANDUM PER IL SEGRETARIO DELLA DIFESA

Soggetto: Giustificazione per l’intervento militare USA a Cuba (TS).

• I Capi di Stato maggiore hanno preso in considerazione il Memorandum allegato per il capo delle Operazioni “Progetto Cuba” che risponde alla richiesta del suddetto ufficio per una breve, ma precisa descrizione dei pretesti che dovrebbero giustificare l’intervento militare Statunitense a Cuba.

• I Capi di Stato maggiore raccomandano che il Memorandum proposto sia inoltrato come condizione preliminare da seguire in vista di un futuro sviluppo di ulteriori progetti. È supposto che ci saranno presentazioni analoghe da altre agenzie e che saranno utilizzate come basi per sviluppare un unico piano organizzato. I progetti individuali possono in tal caso essere considerati come base per i singoli casi.

• Inoltre, si presume che sarà attribuito ad una singola agenzia la primaria responsabilità dello sviluppo degli aspetti militari e paramilitari del piano di base. È raccomandato che questa responsabilità riguardante le operazioni coperte e non, sia assegnata ai Capi di Stato maggiore.

* Memorandum per Gen Craig dal Capo delle operazioni, “Progetto Cuba”, soggetto, “Operazione MONGOOSE”, datato 5 marzo 1962, documento disponibile nell’ufficio di Gen Craig.
Operazione Northwood – Pag. 7

APPENDICE ALL’ ALLEGATO A

COPIA

MEMORANDUM PER I CAPI DELL’OPERAZIONE, PROGETTO CUBA

Soggetto: Giustificazione per l’intervento dei Militari US a Cuba

Viene qui di seguito fatto riferimento al Memorandum del Capo delle Operazioni, “Progetto Cuba”, per il Generale Craig, soggetto: “Operazione MONGOOSE”, datato 5 Marzo 1962, che aveva richiesto una breve, ma precisa descrizione dei pretesti che i Capi di Stato Maggiore dovrebbero fornire per una giustificazione dell’intervento militare USA a Cuba.
I progetti indicati negli allegati sono inoltrati unicamente come proposta iniziale idonea agli scopi del piano. Si suppone che ci saranno presentazioni analoghe da altre agenzie e che saranno utilizzate come basi per sviluppare un unico piano organizzato. I progetti individuali possono in tal caso essere considerati come base per i singoli casi.
Questo piano, che comprende progetti selezionati da suggerimenti allegati, o da altre fonti, dovrebbe essere sviluppato per concentrare tutti gli sforzi su di uno specifico, ultimo obiettivo che apporterebbe giustificazioni adeguate ad un intervento militare statunitense a Cuba. Questo piano comporterebbe una logica messa in scena di incidenti, combinata ad altri eventi non correlati, per camuffare l’obiettivo ultimo e creare quella necessaria impressione di imprudenza e irresponsabilità cubana nei confronti degli Stati Uniti e di altre nazioni, su vasta scala.
Il piano vorrebbe integrare e dividere in fasi il corso delle azioni da svolgersi.
Il risultato che deriverebbe dall’esecuzione di questo piano sarebbe un’apparente carenza difensiva statunitense nei confronti dell’avventato e irresponsabile governo cubano che produrrebbe un’immagine di Cuba come minaccia internazionale, capace di intaccare la pace di tutto l’emisfero occidentale.
Il tempo è un fattore importante per la risoluzione del problema cubano. Tuttavia il piano è talmente suddiviso in fasi da rendere operabili i progetti sopra menzionati già a partire dai prossimi mesi.
Poiché l’obiettivo ultimo è chiaramente l’intervento militare, è necessario che la responsabilità primaria dello sviluppo militare e paramilitare sugli aspetti del piano, per quanto riguarda le operazioni militari ufficiali e non, venga assegnato ai Capi di Stato Maggiore.

Operazione Northwood – Pag. 8

POSTILLA ALL’APPENDICE DA INSERIRE NEL TESTO CHE GIUSTIFICA L’INTERVENTO MILITARE STATUNITENSE A CUBA
(Nota: il corso delle azioni che seguono sono solo una teoria preliminare per futuri scopi strategici. Esse non sono né in ordine cronologico né in ordine ascendente. Insieme a simili incentivi di altre agenzie, esse intendono procurare un punto di partenza per lo sviluppo di un piano singolo, integrato e ben strutturato in fasi. Un piano del genere permetterebbe la valutazione di progetti individuali nel contesto di azioni cumulative e correlate, volte a legarsi inesorabilmente con l’obiettivo finale di un’adeguata giustificazione dell’intervento militare statunitense a Cuba).

Dal momento che sembrerebbe desiderabile usare provocazioni legittime come base di interventi militari americania Cuba, una copertura e un piano di raggiro che comprenda azioni preliminari essenziali (come sviluppato nel “Task 33 C”) potrebbero venire eseguiti come sforzo iniziale per provocare reazioni cubane. Molestie e azioni di disturbo verranno enfatizzate per convincere i cubani di un’imminente invasione. Durante l’esecuzione del piano il nostro assetto militare consentirà un cambiamento rapido da esercitazione a intervento pratico, sempre se Cuba ci procurerà le opportune giustificazioni.
Una serie di ben coordinati incidenti saranno programmati di modo da aver luogo all’interno e nel comprensorio di Guantanamo per diffondere la genuina convinzione che tali azioni vengano compiute da forze cubane ostili.

a) Incidenti per provare e fondare un attacco credibile (non in ordine cronologico):
1) Iniziare a spargere le voci (molte). Usare radio clandestine.
2) Infiltrare cubani amici in uniforme “al di là delle barricate” per inscenare un attacco alla base.
3) Catturare sabotatori cubani (amici) all’interno della base.
4) Iniziare piccole sommosse vicino al cancello principale della base (cubani amici).
5) Far esplodere depositi di munizioni nella base; appiccare incendi.
6) Bruciare aeroplani nella base aerea (sabotaggi).
7) Sparare colpi di mortaio dall’esterno della base fino al suo interno. Qualche danno alle installazioni.
8) Catturare squadre d’assalto che si avvicinano dal mare o nelle vicinanze della città di Guantanamo.
9) Catturare gruppi della milizia che assaltano la base.
10) Sabotare navi nel porto; grandi incendi – Naftaline.
11) Affondare navi vicino all’entrata del porto. Celebrare funerali per le false-vittime (potrebbe essere in luogo del (10)).


b) Gli Stati Uniti risponderebbero eseguendo operazioni offensive per assicurare acqua ed energia elettrica, distruggendo l’artiglieria e le piazzole adibite per i mortai che minacciano la base.

c) Cominciare operazioni militari americane su larga scala.

3) Un incidente “ricordando il Maine” potrebbe essere organizzato in diverse forme:
a) Potremmo far esplodere un nave americana nella baia di Guantanamo e incolpare poi Cuba.
b) Potremmo far esplodere una nave telecomandata (senza equipaggio) ovunque nelle acque cubane. Potremmo pianificare di causare tale incidente nelle vicinanze di Havana o Santiago come risultato spettacolare di un attacco cubano via mare o via cielo. Anche semplicemente la presenza di aerei o navi cubani, chiamate ad investigare circa le intenzioni della nave, potrebbero essere la prova che la nave sia stata effettivamente attaccata. La vicinanza ad Havana o Santiago aggiungerebbe credibilità specialmente in quelle persone che avessero sentito l’esplosione o che avessero visto l’incendio. Gli Stati Uniti potrebbero far seguire un’operazione di salvataggio aereo/navale coperta dai soldati americani volta ad “evacuare” i rimanenti membri dell’inesistente equipaggio. Articoli sull’incidente nei quotidiani causerebbero poi una positiva ondata di indignazione nazionale.
4) Potremmo sviluppare una campagna di terrore contro i Comunisti cubani nell’area di Miami, in altre città della Florida o addirittura a Washington.

Aggiungere all’appendice dell’allegato A

La campagna al terrore potrebbe puntare all’asilo dei rifugiati cubani negli Stati Uniti. Potremmo affondare il contenuto di una barca in viaggio verso la Florida (realmente o attraverso una simulazione). Potremmo tutelare la vita dei rifugiati negli Stati Uniti fino ad essere largamente pubblicizzati. Potremmo fare esplodere qualche bomba al plastico in punti strategici accuratamente scelti, facendo arrestare qualche agente cubano, rilasciando documenti precedentemente stesi per provare il coinvolgimento di Cuba stessa, il che potrebbe essere molto utile a dare l’idea di un governo irresponsabile.

5) Un ostruzionista cubano, politicamente schierato al fianco di Castro potrebbe essere spedito contro la vicina nazione caraibica (nello stile dell’invasione della Repubblica Dominicana del 14 giugno). Sappiamo che Castro sta sostenendo movimenti clandestini contro Haiti, Repubblica Dominicana, Guatemala e Nicaragua e molte altre nazioni probabilmente. A questi movimenti potremmo aggiungerne altri per poi renderli pubblici dando un’alta risonanza alla cosa. Per esempio potremmo trarre vantaggio dal fastidio che proverebbe l’aviazione della Repubblica Dominicana nel vedere il proprio traffico aereo disturbato da varie intrusioni. Aerei B-26 cubani o C- 46 potrebbero provocare incendi in raid notturni. E bombe incendiarie di provenienza sovietica potrebbero essere trovati sul luogo. Questo verrebbe subito preso per un messaggio criptato ai Comunisti nascosti nella Repubblica Domenicana e permetterebbe di intercettare i traffici di armi che passerebbero dalla spiaggia.

6) L’uso di aerei MIG dai piloti statunitensi potrebbe essere un ulteriore motivo di provocazione. Il bombardamento di aerei civili, l’attacco via terra e la distruzione degli aerei MIG “americani” sarebbero tutte azioni complementari utili allo scopo provocatorio.
Un F- 86 propriamente cammuffato potrebbe convincere i passeggeri che si tratti di un MIG cubano e non USA, specialmente se fosse il pilota stesso a farlo notare. L’inconveniente principale di questa procedura sarebbe il rischio inerente la sicurezza in cui si incapperebbe nel’ottenere e modificare un aereo. Tuttavia alcune discrete copie dei MIG potrebbero essere prodotte dagli Stati Uniti in circa tre mesi.

7) Tentativi di rapina in cielo e terra civili potrebbero essere effettuati per poi venire fintamente perdonati dal governo di Cuba. Nel contempo andrebbero incoraggiate misure di difesa (da parte dei militari americani) proprio contro questi atti.

8) E’ possibile creare un incidente che dimostri in maniera convincente che un velivolo cubano ha attaccato e abbattuto un volo di linea partito dagli Stati Uniti e diretto in Jamaica, Guatemala, Panama o Venezuela. La destinazione sarebbe scelta solo per fare in modo che la rotta del volo passi sopra Cuba. I passeggeri potrebbero essere un gruppo di studenti in vacanza oppure un qualsiasi gruppo di persone che hanno interessi comuni nello scegliere un volo a basso costo non programmato.

• Un velivolo a Eglin AFB verrebbe riverniciato e numerato come un duplicato esatto di un volo registrato di proprietà di una organizzazione della CIA nell’area di Miami. Nel tempo predestinato, il duplicato sarebbe sostituto all’attuale velivolo civile e a bordo verrebbero fatti imbarcare i passeggeri selezionati, tutti prima preparati con accurate identità false. L’attuale volo di linea registrato diventerebbe poi un volo-bersaglio.

• Al momento del decollo del volo-bersaglio, il velivolo sostitutivo verrebbe registrato come autorizzato a fare un volo di turismo nel sud della Florida. In un punto di rendezvous prestabilito, i passeggeri del volo di linea scenderebbero ad un’altitudine minima per dirigersi verso un campo d’atterraggio alternativo in cui evacuare l’aereo e farlo ritornare al suo stato originale. Nel frattempo il volo-bersaglio continuerebbe a volare rispettando le rotte archiviate. Quindi sopra Cuba il volo-bersaglio trasmetterebbe un segnale internazionale di “may-day” dicendo che si trova sotto attacco di un MIG cubano. La trasmissione verrebbe poi interrotta dalla distruzione del velivolo che sarebbe innescata da un segnale radio. Questo permetterebbe alle radio dell’emisfero occidentale di dire a tutto il mondo cosa è successo, quello che loro hanno sentito e non che gli Stati Uniti stanno cercando di “vendere” un incidente.

9) E’ possibile creare un incidente che faccia sembrare che un MIG comunista cubano abbia distrutto un aereo-scafo statunitense sopra acque internazionali senza essere stato provocato in alcun modo.

a. Circa 4 o 5 F 101 saranno inviati in viaggio da Homestead AFB, Florida verso le vicinanze di Cuba. La loro missione sarà di compiere voli segreti e simulare attacchi come per un esercizio di difesa aerea nel sud della Florida. Questi aerei dovranno compiere variazioni alla loro rotta a frequenti soste. Gli equipaggi avranno ordine di rimanere al massimo a 12 miglia dalla costa cubana; comunque sarà loro richiesto di portare munizioni reali nel caso in cui MIG cubani compiano azioni ostili.

b. Su uno di questi aerei, un pilota precedentemente informato dovrà compiere un Charley in coda a consistenti intervalli fra gli aerei. Una volta in prossimità dell’isola cubana questo pilota dovrà segnalare via radio che è stato colpito da un MIG e che sta precipitando. Nessun altra chiamata dovrà essere effettuata. Il pilota dovrà, quindi, volare verso ovest ad un’altezza minima e dovrà atterrare in una base sicura, verso un Eglin ausiliare. L’aereo sarà accolto da membri della base, velocemente riposto e rinumerato con un nuovo telaio. Il pilota che avrà effettuato la missione in quanto alias, si riapproprierà della sua identità e ritornerà al suo solito lavoro. Il pilota e l’aereo dovranno, quindi, sparire.

c. Esattamente nello stesso momento in cui l’ aereo-scafo verrà presumibilmente abbattuto, un sottomarino o una piccola imbarcazione distribuirà parti di F-101 , paracaduti, etc.., ad una distanza dalle 15 alle 20 miglia dalla costa cubana e ripartirà. I piloti tornando a Homestead dovranno avere una storia credibile per quanto sappiano. Navi e aerei di ricerca saranno inviati e parti di aereo ritrovate.

Allegato B

Fatti rapportati al problema

1. I Capi di Stato Maggiore hanno preventivamente deciso che un intervento unilaterale americano a Cuba potrà essere effettuato nel caso in cui il regime cubano compia un attacco ostile nei confronti di proprietà o forze militari statunitensi. Ciò servirà come incidente sul quale basare un intervento esplicito.

2. Il bisogno di azioni effettive, nel caso che gli attuali sforzi sotto copertura per fomentare una ribellione interna a Cuba non trovino esito, era stato indicato dai Capi di Stato Maggiore il 7 Marzo 1962, come qui di seguito indicato :

“…la convinzione che una rivolta spontanea interna sia impossibile da attuare nei prossimi 9/10 mesi richiede una decisione degli USA volta a sviluppare una “provocazione” come giustificazione alle azioni militari statunitensi a Cuba.”

3. E’ chiaro che il Dipartimento di Stato sta preparando anche modi di agire volti alla stesura di giustificazioni riguardo un intervento militare statunitense a Cuba.

FONTE: http://www.didasfera.it/storia?unita=1346


Ultima modifica di greenwarrior il 28/09/2013, 12:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/09/2013, 12:35 
Allora, solo i documenti riguardanti gli UFO sono falsi in "rete"? mi domando; come il "Majestic - 12" [8)]
Boh; se qualcuno me lo spiega ... [^]



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MessaggioInviato: 28/09/2013, 16:54 
Incredibilmente, solo il 23 % degli americani crede che la storia del governo circa l’edificio 7 del World Trade Center – un grattacielo di 47 piani che implose per nessun motivo apparente , nel pomeriggio del 11 Settembre. (la cosa è veramente scioccante è che quasi un americano su quattro crede realmente all’affermazione del governo che il WTC -7 implose in 6 secondi e mezzo a causa di incendi negli uffici.)

I dati del sondaggio mostrano che non vi è ancora consenso tra il popolo americano su ciò che è realmente accaduto l’11 Settembre, nonostante il governo ed i media mainstream facciano sforzi a tutto campo per rafforzare la versione ufficiale e per nascondere l’intera questione dell’edificio 7.



Immagine

Cliccare su ogni singolo testo per raggiungere la fonte


New Poll Finds Most Americans Open to Alternative 9/11 Theories


New Poll Finds a Majority of Canadians Side with Ads Questioning 9/11


Learn About Building 7
WATCH: Architects & Engineers - Solving the Mystery of WTC 7 (15 minutes)

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=hZEvA8BCoBw[/BBvideo]Immagine


Ultima modifica di Wolframio il 28/09/2013, 17:20, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/09/2013, 17:48 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Lo dissero quasi subito che il WTC7 era stato abbattuto perché pericolante ...


Caro Massimo....
a voler essere pignoli, la CNN, disse addirittura PRIMA
che venisse tirato giù... che il WTC7 era crollato..... [:246]

Ci sono le prove INCONTROVERTIBILI di questo:

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=ltP2t9nq9fI[/BBvideo]



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Guarda, sono sincero (come sempre): non ci capisco ancora nulla; delle cose non tornano ma altre ...[8)]



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Quali sono le interpretazioni sui fatti occorsi il giorno 11 settembre 2001 a New York, a Washington ed in Pennsylvania?

1) Menzognera versione ufficiale (per i sudditi). Secondo il regime orwelliano ed i media asserviti al sistema, il giorno 11 settembre alcuni terroristi islamici di Al Qaida dirottarono due aerei di linea affinché si schiantassero contro le Torri gemelle etc. La Torre n. 7 crollò per solidarietà nel pomeriggio dello stesso giorno. Anche un'ala del Pentagono, la cui costruzione cominciò il giorno 11 settembre 1941, fu diroccata da un velivolo pilotato da un altro jihadista, più abile ai comandi del Barone rosso. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca precipitò in un campo presso Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che gli intrepidi passeggeri ed i componenti l'equipaggio avevano tentato, senza riuscirci, di riprendere il controllo del velivolo.

L'amministrazione di George W. Bush Junior non era al corrente del piano criminale né sapevano alcunché l'F.B.I., la C.I.A. e compagnia cantante. Il N.O.R.A.D. manifestò della falle gigantesche. Tutti furono colti di sorpresa e le reazioni furono quelle di un bradipo.

2) Spiegazione di compromesso (for dummies): persone con incarichi di responsabilità negli Stati Uniti erano a conoscenza del pericolo costituito dai “terroristi musulmani”, ma decisero di non agire. Individui estranei ad al-Qaida parteciparono alla pianificazione ed all'esecuzione degli attacchi.

3) Interpretazione definibile propriamente come "inside job" (operazione interna): il 9 11 fu architettato dai cosiddetti neo-conservatori, da think thank reazionari e perpetrato dai servizi segreti statunitensi o da una loro frangia "deviata". Due aerei distrussero il World Trade Center, mentre sul Pentagono si abbatté un missile.

4) Esegesi del 9 11 come "affare cosmopolita": l'attentato si deve ai servizi segreti internazionali, vale a dire C.I.A., Mossad, MI6, I.S.I.(servizi segreti del Pakistan) etc., quindi ad una struttura di "intelligence" diffusa in modo capillare in quasi tutto il mondo e di cui gli esecutivi nazionali sono del tutto succubi.

5) Interpretazione esoterica: il 9 11 fu concepito da una setta nefanda che perpetrò le scellerate azioni non tanto per ragioni di dominio politico e di egemonia economica, ma per imprimere un sigillo oscuro alla storia. Si generò così una potente egregora le cui tracce iconiche furono disseminate in produzioni cinematografiche, televisive e libri. Il 9 11 fu un rito abominevole capace di sprigionare le forze diaboliche evocate dagli Architetti della distruzione. Fu compiuto un sacrificio umano atto a disserrare le porte dell’Inferno.

Le esegesi 3, 4, 5 non si escludono a vicenda, perché sono un progressivo approfondimento della medesima lettura, mentre la n. 1 è incompatibile con le altre. Tuttavia insistere sulla n. 3 può essere indizio di disinformazione, poiché di fatto tende a scagionare entità sovranazionali, addossando ogni responsabilità sull'amministrazione Bush e sull’entourage di un presidente babbeo. In questo modo, si occulta e si minimizza il ruolo di apparati occulti di natura mondialista.

Il dibattito - e non è un dibattito ozioso - verte pure sulle cause che portarono al crollo dei due grattacieli newyorkesi: furono degli aerei o, come è ormai assodato, le Torri gemelle rovinarono, sbriciolandosi, perché erano state piazzate delle cariche esplosive? I velivoli appartenevano dunque ad una gigantesca montatura televisiva? Sì!

Per quanto ci riguarda, d'accordo con pochi ma coraggiosi ricercatori, riteniamo che il 9 11 fu ideato da anime nere, da insospettabili personaggi il cui quartier generale è...


http://zret.blogspot.it/2013/09/gli-arc ... zione.html


Ultima modifica di Lukas il 29/09/2013, 10:14, modificato 1 volta in totale.

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Lukas ha scritto:

Le esegesi 3, 4, 5 non si escludono a vicenda, perché sono un progressivo approfondimento della medesima lettura, mentre la n. 1 è incompatibile con le altre. Tuttavia insistere sulla n. 3 può essere indizio di disinformazione, poiché di fatto tende a scagionare entità sovranazionali, addossando ogni responsabilità sull'amministrazione Bush e sull’entourage di un presidente babbeo. In questo modo, si occulta e si minimizza il ruolo di apparati occulti di natura mondialista.


Il Mossad ha avuto certamente il suo tornaconto, se pensiamo al "cui prodest?"
Opto quindi per un fifty-fifty tra il punto 3 e il punto 4.... corroborati anche dal punto
5..... quello non possiamo di certo escluderlo... [8D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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11/9, ora l’America sa che il governo le ha mentito

Hanno davvero assassinato tremila innocenti per poi avere l’alibi per invadere il mondo? I retroscena sull’11 Settembre, ancora giudicati “puro delirio cospirazionista” dal mainstream, stanno facendo passi da gigante: di fronte all’aggressione della Siria, l’ex deputato Dennis Kucinich ha detto che gli Stati Uniti «diventeranno ufficialmente l’aeronautica militare di Al-Qaeda», ma l’America ne ha avuto abbastanza: nove americani su dieci erano contrari all’invasione. E a proposito dell’11 Settembre, un incredibile 84% delle persone oggi dice che il governo sta mentendo. «Disponiamo di precedenti documentati storicamente che dimostrano come il governo sia pronto a commettere i peggiori crimini contro la propria stessa popolazione». Grazie a “Consensus 9/11”, il board di tecnici indipendenti che ha smontato la verità ufficiale, emerge in tutta la sua minacciosa potenza la tesi peggiore, quella della strategia della tensione: senza esplosivo, le Torri Gemelle non sarebbero mai crollate. Lo dicono ex funzionari dell’intelligence, ingegneri, vigili del fuoco.

Immagine

Sconcertante, per dovizia di particolari, il reportage trasmesso l’8 settembre 2013 da “Russia Today”, il network televisivo “all news” di Mosca, in una trasmissione in lingua inglese molto seguita negli Usa, trascritta testualmente da “Global Research”, il centro studi canadese di geopolitica coordinato dal professor Michel Chossudovsky. «Alti funzionari – spiega il conduttore di “Rt”, Daniel Bushell – dicono che la Casa Bianca stia dietro il terrorismo contro la stessa popolazione americana», esibendo nuove prove sull’11 Settembre. «Per decenni, atti di terrorismo di cui si è attribuita la responsabilità ad “estremisti” sono stati in realtà pianificati e finanziati dalla Casa Bianca». Secondo l’ex capo della Cia, Bill Colby, l’organizzazione denominata Gladio – tristemente nota in Italia – ha rappresentato «un’operazione di primaria importanza». Nel corso di una testimonianza sotto giuramento, uno dei cospiratori ha confessato: «Tu devi attaccare i civili, la gente, le donne, i bambini, lontano da qualunque gioco politico, in modo che le autorità possano dichiarare uno stato di emergenza».

Immagine

Un affare «più grosso del Watergate», l’ha definito Dennis Saccher, dell’Fbi, riferendosi al supporto che gli Usa hanno dato ai leader di Al-Qaeda fino al 2001, mentre “Veterans Today” scrive che la cosa va avanti ancora oggi. L’ex funzionario dissidente dell’Fbi Siebel Edmonds ha svelato la verità sugli «innumerevoli meeting» in cui, regolarmente, rappresentanti del governoUsa e l’allora numero due di Al-Qaeda e oggi suo leader, l’egiziano Ayman Al-Zawahiri, si incontravano fino a poco prima del settembre 2001. Già a luglio di quell’anno, agenti dell’Fbi che si erano messi sulle tracce dei futuri attentatori delle Torri sono stati esclusi dalle indagini e minacciati di procedimento disciplinare. Nell’estate del 2001, dopo che alcuni agenti avevano arrestato Mohammed Khalifa, direttamente collegato al terrorista Ramzi Yousef (uomo incluso nella lista dei terroristi più ricercati dagli Usa), il segretario di Stato in persona intervenne perché Khalifa fosse immediatamente trasferito in Arabia Saudita, dove fu rilasciato.

Immagine

«Questo è esattamente quel che è in realtà Al-Qaeda: il burattino delle agenzie di intelligence dell’Occidente», sostiene Kevin Barrett, autore del libro “Questioning the War on Terror”. «Lo abbiamo sentito dire da Mohamed Heikal, che è il più importante commentatore politico del mondo arabo». Subito dopo l’11 Settembre, Heikal ha dichiarato che la storia ufficiale degli attentati alle Torri era semplicemente ridicola. «Heikal ha detto che quando lui era ai più alti livelli di governo in Europa, era la persona che aveva il compito, essenzialmente, di operare come infiltrato e dirigere, virtualmente, la cosiddetta Al-Qaeda. Ci ha detto che Al-Qaeda è piena di gente dell’intelligence saudita, americana, israeliana e naturalmente egiziana, e che come organizzazione terroristica, da sola, non sarebbe in grado di fare praticamente nulla». Secondo Nafeez Ahmed, uno dei più importanti studiosi di terrorismo, è sconcertante l’episodio vissuto in Turchia alla vigilia degli attentati: stupefatti, i poliziotti turchi, che l’uomo appena arrestato come “terrorista islamico” non pregasse mai e gradisse la carne di maiale. «Scusa, pensavamo che fossi un musulmano integralista». E lui, ridendo: «Ma no, è solo una strategia della tensione».

Motivazioni che quest’anno hanno portato gli analisti indipendenti e i parenti delle vittime a sfidare apertamente il governo Obama e il mainstream, esibendo a Times Square una grande insegna per denunciare il dettaglio più strano della strage di New York: il crollo della terza torre, chiamata Wtc-7, collassata in caduta libera «sgonfiandosi come un pancake» nonostante si trovasse a diversi isolati di distanza dagli edifici colpiti dagli aerei. «Questa è fisica di alta scuola», denuncia l’ingegnere strutturale Roland Angle nel video “ReThink911”. Rincara la dose un collega, Jonathan Smolens: «Un edificio non può collassare in caduta libera con quarantamila tonnellate di strutture di acciaio, e con tutti i suoi sistemi strutturali interni, se non viene fatto esplodere con una demolizione controllata». La versione del governo, ricorda “Rt”, è che il fuoco degli incendi sviluppatisi all’interno degli uffici ha fatto in modo che l’acciaio delle 84 colonne si indebolisse e cedesse allo stesso momento. Dunque, chi è stato?

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«Posso dirvi chi non è stato: di sicuro, non i 19 presunti dirottatori degli aerei», afferma Jon Cole, uno delle migliaia di esperti indipendenti che fanno parte di “Architects and Engineers for 9/11 Truth”. «È impossibile che quell’acciaio possa essere stato fuso dagli incendi degli uffici, o dal carburante degli aerei, o dal collasso stesso. È fisicamente impossibile, non può essere riprodotto in via sperimentale. Sfida le leggi della fisica. Se mettiamo da parte la politica, le nostre credenze e la religione, e ci limitiamo a utilizzare il metodo scientifico, il Wtc-7 è, di base, un classico caso di demolizione controllata in cui un edificio collassa su se stesso in caduta libera, e precipita dritto dritto sulla propria superficie di appoggio. Questa è l’unica spiegazione che possa essere coerente con tutte le prove disponibili: la nano-termite, le microsfere di ferro, le alte temperature rilevate nelle macerie, la caduta libera e l’accelerazione uniforme delle torri, che sono venute giù con velocità costante e uniforme, senza strattoni o scatti neanche quando le parti superiori cedevano su quelle sottostanti».

Se non ci sono variazioni nella velocità di caduta, continua Cole, la ragione non può che essere questa: «Qualcosa, all’interno, ha fatto esplodere le torri, permettendo di accelerare uniformemente verso il basso: l’unica cosa che ha senso, dal punto di vista scientifico, è che le torri sono state fatte esplodere». Il tecnico ha preso di mira i siti web del “National Geographic” e “Popular Mechanics”, che hanno tentato disperatamente di dimostrare come 80 chili di nano-termite militare non avrebbero potuto spezzare le colonne d’acciaio della struttura delle torri. Jon Cole lo ha fatto, usandone appena mezzo chilo. La nota ricercatrice Elizabeth Woodworth, scesa in campo con il gruppo “Consensus 9/11”, conferma che il loro metodo è quello di utilizzare le migliori pratiche della comunità scientifica, e sui risultati non ha dubbi: il governo ha mentito, sempre “coperto” dalla pervicace reticenza dei media.

Immagine

«Se le persone sapessero di queste ricerche, e le conoscessero, le troverebbero convincenti. Non s’è mai visto nessuno che abbia esaminato queste prove e che non abbia condiviso le conclusioni dei nostri studi, senza più cambiare idea».

Quantomeno, “Consensus 9/11” è riuscito a far modificare la versione ufficiale del governo, che oggi ammette che la terza torre, il Wtc-7, sia effettivamente collassata in caduta libera. David Chandler, un abile sviluppatore di modelli, ha dimostrato che i piani superiori sono precipitati senza incontrare alcuna resistenza. «C’è un solo modo in cui ciò possa accadere, ed è quello di far sì che tutte le 84 colonne portanti siano rotte allo stesso momento esatto», spiega Elizabeth Woodworth. Un altro tecnico, il dottor Graeme Mc Queen, ha potuto avere accesso ai dati del corpo dei vigili del fuoco di New York registrati nei giorni dell’attentato. «Abbiamo quasi diecimila pagine di materiale importantissimo, che raccoglie le dichiarazioni di testimoni oculari, e tra questi – racconta Mc Queen – ho potuto individuare 118 persone che hanno distintamente percepito esplosioni». A parlare sono «vigili del fuoco che hanno dimestichezza con incendi ai piani alti, e che sono abituati a incontrare fumo, esplosioni, caldaie, e tuttavia anche loro usano parole come “bombe”: sono parole che non corrispondono alle cose che ci si aspetterebbe di trovare in un incendio».

Tra chi pretende uno straccio di verità, dopo 12 anni di versioni ufficiali che rasentano il ridicolo, c’è chi ha perso i propri parenti nella strage di Manhattan. Bob Mc Ilvane, ad esempio, vuole sapere perché l’autopsia del corpo di suo figlio Bobby ha stabilito che le ferite mortali per cui è morto nella Torre Nord non siano affatto coerenti con le fiamme di un incendio, ma con gli esplosivi. Eppure, la conduttrice di un programma popolarissimo come Rachel Maddow lo ha appena deriso, sostenendo che l’uomo non è solo “un cospirazionista”, ma forse anche un infiltrato di Al-Qaeda. «Tutte queste nefande cospirazioni su trame del governo per uccidere, complottare e nascondere l’autentica verità, voglio dire, questa roba sarà ridicola, come è sempre stata, ma è tanto ridicola quanto pericolosa», ha detto la Maddow nel suo show sulla rete “Nbc”. «Mio figlio è morto, ed è morto a causa di un’esplosione: posso provarlo oltre ogni ragionevole dubbio», protesta il padre di Bobby.

«Se però volessi dimostrarlo in un’aula di giustizia, queste prove non potrebbero essere accettate», aggiunge Bob Mc Ilvane ai microfoni di “Russia Today”, perché l’establishment non sarebbe in grado di reggere all’imbarazzo. «E qui è il punto in cui abbiamo il nostro problema: quando io dico, “bene, questo è stato un lavoro dall’interno, mio figlio è morto per un lavoro sporco della nostra amministrazione, perché qualcuno ha messo delle bombe e le ha fatte esplodere”». Se il suo primo “nemico” è la Casa Bianca, il secondo è l’anchorwoman Rachel Maddow. «Vorrei farla sedere in questa stanza, e farle vedere quello che ho fatto vedere a voi, e poi le direi: “Tu, brutta stronza, adesso dimmi che sono un teorico della cospirazione”. Questo veramente dimostra quanto faccia schifo il nostrosistema dei media. Non voglio definirla una passeggiatrice, ma è una passeggiatrice dell’informazione. Guadagna più di un milione di dollari, e dice quello che le ordinano di dire». Una giornalista di Philadelphia è stata molto franca col padre di Bobby. Gli ha detto: «Lo sai bene Bob, come reporter, io sono il problema, perché noi perdiamo il posto. Se io porto questa piccola cosa che tu mi hai appena detto al mio caporedattore, lui la cestinerà immediatamente. Quindi ti dico molto chiaramente che io non posso prendere la tua storia e scriverla. I padroni dei media non lo permetterebbero».

La stampa non ne parla, perché significherebbe instillare un dubbio nella testa delle persone. Di chi è la colpa di tutto questo? «Il popolo degli Stati Uniti ha le sue responsabilità – dice Bob Mc Ilvane – perché la gente vuole solo credere e sentirsi dire che siamo brava gente, che siamo un paese eccezionale, ed è proprio questo che fa il governo, è molto machiavellico». Il padre di Bobby va oltre, guarda al resto del mondo: «Ora abbiamo la nostra Guerra al Terrore senza fine. Io so che cosa stanno passando queste persone in Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, perché tutti loro stanno perdendo i loro bambini. E alla fine, di questo si tratta: tutti stanno perdendo i propri familiari. E’ inferno allo stato puro». Lo conferma Daniele Ganser, autore del libro “Gli eserciti segreti della Nato”. L’accusa: anche se i media continuano a non parlarne, è ormai provato e ufficialmente documentato che decenni di William Colby, ex direttore della Ciaattacchi terroristici contro la popolazione – compresi quelli realizzati da Gladio –sono stati in realtà organizzati dalla Cia, su ordine della Casa Bianca.

«Grazie ai dati – dice Ganser – la gente comincia a capire che questo è effettivamente avvenuto». Ma c’è ancora un ostacolo psicologico: «E’ molto difficile credere che queste cose stiano ancora accadendo, perché si tratta di cattive notizie». Non è affatto piacevole prendere atto del fatto che «il terrorismo può essere manipolato al fine di prendere il controllo della popolazione, e di guidarla come se fosse un gregge di pecore, letteralmente. E se qualcuno ti dice che sei una pecora, che ti hanno ingannato e manipolato con operazioni terroristiche sotto falsa bandiera, bene, si tratta di cose che nessuno davvero vuole sentirsi dire». Proprio su questo sanno di poter contare, in partenza, gli eventuali organizzazioni di stragi: se la verità è troppo enorme perché sia accettata, è più facile che venga rimossa – è più rassicurante. «Strategia della tensione in realtà significa che tu fai esplodere una bomba, e dici che è stato il tuo nemico a farlo». Purtroppo non sono soltanto analisi storiche, come quelle (anche giudiziarie) sulle tragedie che hanno torturato l’Italia. «Le prove di cui oggi disponiamo – assicura Ganser – ci dicono che questa strategia non è finita, e sta andando avanti ancora oggi».

http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... a-mentito/



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Atlanticus81 ha scritto:

11/9, ora l’America sa che il governo le ha mentito

Hanno davvero assassinato tremila innocenti per poi avere l’alibi per invadere il mondo? I retroscena sull’11 Settembre, ancora giudicati “puro delirio cospirazionista” dal mainstream, stanno facendo passi da gigante: di fronte all’aggressione della Siria, l’ex deputato Dennis Kucinich ha detto che gli Stati Uniti «diventeranno ufficialmente l’aeronautica militare di Al-Qaeda», ma l’America ne ha avuto abbastanza: nove americani su dieci erano contrari all’invasione. E a proposito dell’11 Settembre, un incredibile 84% delle persone oggi dice che il governo sta mentendo. «Disponiamo di precedenti documentati storicamente che dimostrano come il governo sia pronto a commettere i peggiori crimini contro la propria stessa popolazione». Grazie a “Consensus 9/11”, il board di tecnici indipendenti che ha smontato la verità ufficiale, emerge in tutta la sua minacciosa potenza la tesi peggiore, quella della strategia della tensione: senza esplosivo, le Torri Gemelle non sarebbero mai crollate. Lo dicono ex funzionari dell’intelligence, ingegneri, vigili del fuoco.

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Sconcertante, per dovizia di particolari, il reportage trasmesso l’8 settembre 2013 da “Russia Today”, il network televisivo “all news” di Mosca, in una trasmissione in lingua inglese molto seguita negli Usa, trascritta testualmente da “Global Research”, il centro studi canadese di geopolitica coordinato dal professor Michel Chossudovsky. «Alti funzionari – spiega il conduttore di “Rt”, Daniel Bushell – dicono che la Casa Bianca stia dietro il terrorismo contro la stessa popolazione americana», esibendo nuove prove sull’11 Settembre. «Per decenni, atti di terrorismo di cui si è attribuita la responsabilità ad “estremisti” sono stati in realtà pianificati e finanziati dalla Casa Bianca». Secondo l’ex capo della Cia, Bill Colby, l’organizzazione denominata Gladio – tristemente nota in Italia – ha rappresentato «un’operazione di primaria importanza». Nel corso di una testimonianza sotto giuramento, uno dei cospiratori ha confessato: «Tu devi attaccare i civili, la gente, le donne, i bambini, lontano da qualunque gioco politico, in modo che le autorità possano dichiarare uno stato di emergenza».

Immagine

Un affare «più grosso del Watergate», l’ha definito Dennis Saccher, dell’Fbi, riferendosi al supporto che gli Usa hanno dato ai leader di Al-Qaeda fino al 2001, mentre “Veterans Today” scrive che la cosa va avanti ancora oggi. L’ex funzionario dissidente dell’Fbi Siebel Edmonds ha svelato la verità sugli «innumerevoli meeting» in cui, regolarmente, rappresentanti del governoUsa e l’allora numero due di Al-Qaeda e oggi suo leader, l’egiziano Ayman Al-Zawahiri, si incontravano fino a poco prima del settembre 2001. Già a luglio di quell’anno, agenti dell’Fbi che si erano messi sulle tracce dei futuri attentatori delle Torri sono stati esclusi dalle indagini e minacciati di procedimento disciplinare. Nell’estate del 2001, dopo che alcuni agenti avevano arrestato Mohammed Khalifa, direttamente collegato al terrorista Ramzi Yousef (uomo incluso nella lista dei terroristi più ricercati dagli Usa), il segretario di Stato in persona intervenne perché Khalifa fosse immediatamente trasferito in Arabia Saudita, dove fu rilasciato.

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«Questo è esattamente quel che è in realtà Al-Qaeda: il burattino delle agenzie di intelligence dell’Occidente», sostiene Kevin Barrett, autore del libro “Questioning the War on Terror”. «Lo abbiamo sentito dire da Mohamed Heikal, che è il più importante commentatore politico del mondo arabo». Subito dopo l’11 Settembre, Heikal ha dichiarato che la storia ufficiale degli attentati alle Torri era semplicemente ridicola. «Heikal ha detto che quando lui era ai più alti livelli di governo in Europa, era la persona che aveva il compito, essenzialmente, di operare come infiltrato e dirigere, virtualmente, la cosiddetta Al-Qaeda. Ci ha detto che Al-Qaeda è piena di gente dell’intelligence saudita, americana, israeliana e naturalmente egiziana, e che come organizzazione terroristica, da sola, non sarebbe in grado di fare praticamente nulla». Secondo Nafeez Ahmed, uno dei più importanti studiosi di terrorismo, è sconcertante l’episodio vissuto in Turchia alla vigilia degli attentati: stupefatti, i poliziotti turchi, che l’uomo appena arrestato come “terrorista islamico” non pregasse mai e gradisse la carne di maiale. «Scusa, pensavamo che fossi un musulmano integralista». E lui, ridendo: «Ma no, è solo una strategia della tensione».

Motivazioni che quest’anno hanno portato gli analisti indipendenti e i parenti delle vittime a sfidare apertamente il governo Obama e il mainstream, esibendo a Times Square una grande insegna per denunciare il dettaglio più strano della strage di New York: il crollo della terza torre, chiamata Wtc-7, collassata in caduta libera «sgonfiandosi come un pancake» nonostante si trovasse a diversi isolati di distanza dagli edifici colpiti dagli aerei. «Questa è fisica di alta scuola», denuncia l’ingegnere strutturale Roland Angle nel video “ReThink911”. Rincara la dose un collega, Jonathan Smolens: «Un edificio non può collassare in caduta libera con quarantamila tonnellate di strutture di acciaio, e con tutti i suoi sistemi strutturali interni, se non viene fatto esplodere con una demolizione controllata». La versione del governo, ricorda “Rt”, è che il fuoco degli incendi sviluppatisi all’interno degli uffici ha fatto in modo che l’acciaio delle 84 colonne si indebolisse e cedesse allo stesso momento. Dunque, chi è stato?

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«Posso dirvi chi non è stato: di sicuro, non i 19 presunti dirottatori degli aerei», afferma Jon Cole, uno delle migliaia di esperti indipendenti che fanno parte di “Architects and Engineers for 9/11 Truth”. «È impossibile che quell’acciaio possa essere stato fuso dagli incendi degli uffici, o dal carburante degli aerei, o dal collasso stesso. È fisicamente impossibile, non può essere riprodotto in via sperimentale. Sfida le leggi della fisica. Se mettiamo da parte la politica, le nostre credenze e la religione, e ci limitiamo a utilizzare il metodo scientifico, il Wtc-7 è, di base, un classico caso di demolizione controllata in cui un edificio collassa su se stesso in caduta libera, e precipita dritto dritto sulla propria superficie di appoggio. Questa è l’unica spiegazione che possa essere coerente con tutte le prove disponibili: la nano-termite, le microsfere di ferro, le alte temperature rilevate nelle macerie, la caduta libera e l’accelerazione uniforme delle torri, che sono venute giù con velocità costante e uniforme, senza strattoni o scatti neanche quando le parti superiori cedevano su quelle sottostanti».

Se non ci sono variazioni nella velocità di caduta, continua Cole, la ragione non può che essere questa: «Qualcosa, all’interno, ha fatto esplodere le torri, permettendo di accelerare uniformemente verso il basso: l’unica cosa che ha senso, dal punto di vista scientifico, è che le torri sono state fatte esplodere». Il tecnico ha preso di mira i siti web del “National Geographic” e “Popular Mechanics”, che hanno tentato disperatamente di dimostrare come 80 chili di nano-termite militare non avrebbero potuto spezzare le colonne d’acciaio della struttura delle torri. Jon Cole lo ha fatto, usandone appena mezzo chilo. La nota ricercatrice Elizabeth Woodworth, scesa in campo con il gruppo “Consensus 9/11”, conferma che il loro metodo è quello di utilizzare le migliori pratiche della comunità scientifica, e sui risultati non ha dubbi: il governo ha mentito, sempre “coperto” dalla pervicace reticenza dei media.

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«Se le persone sapessero di queste ricerche, e le conoscessero, le troverebbero convincenti. Non s’è mai visto nessuno che abbia esaminato queste prove e che non abbia condiviso le conclusioni dei nostri studi, senza più cambiare idea».

Quantomeno, “Consensus 9/11” è riuscito a far modificare la versione ufficiale del governo, che oggi ammette che la terza torre, il Wtc-7, sia effettivamente collassata in caduta libera. David Chandler, un abile sviluppatore di modelli, ha dimostrato che i piani superiori sono precipitati senza incontrare alcuna resistenza. «C’è un solo modo in cui ciò possa accadere, ed è quello di far sì che tutte le 84 colonne portanti siano rotte allo stesso momento esatto», spiega Elizabeth Woodworth. Un altro tecnico, il dottor Graeme Mc Queen, ha potuto avere accesso ai dati del corpo dei vigili del fuoco di New York registrati nei giorni dell’attentato. «Abbiamo quasi diecimila pagine di materiale importantissimo, che raccoglie le dichiarazioni di testimoni oculari, e tra questi – racconta Mc Queen – ho potuto individuare 118 persone che hanno distintamente percepito esplosioni». A parlare sono «vigili del fuoco che hanno dimestichezza con incendi ai piani alti, e che sono abituati a incontrare fumo, esplosioni, caldaie, e tuttavia anche loro usano parole come “bombe”: sono parole che non corrispondono alle cose che ci si aspetterebbe di trovare in un incendio».

Tra chi pretende uno straccio di verità, dopo 12 anni di versioni ufficiali che rasentano il ridicolo, c’è chi ha perso i propri parenti nella strage di Manhattan. Bob Mc Ilvane, ad esempio, vuole sapere perché l’autopsia del corpo di suo figlio Bobby ha stabilito che le ferite mortali per cui è morto nella Torre Nord non siano affatto coerenti con le fiamme di un incendio, ma con gli esplosivi. Eppure, la conduttrice di un programma popolarissimo come Rachel Maddow lo ha appena deriso, sostenendo che l’uomo non è solo “un cospirazionista”, ma forse anche un infiltrato di Al-Qaeda. «Tutte queste nefande cospirazioni su trame del governo per uccidere, complottare e nascondere l’autentica verità, voglio dire, questa roba sarà ridicola, come è sempre stata, ma è tanto ridicola quanto pericolosa», ha detto la Maddow nel suo show sulla rete “Nbc”. «Mio figlio è morto, ed è morto a causa di un’esplosione: posso provarlo oltre ogni ragionevole dubbio», protesta il padre di Bobby.

«Se però volessi dimostrarlo in un’aula di giustizia, queste prove non potrebbero essere accettate», aggiunge Bob Mc Ilvane ai microfoni di “Russia Today”, perché l’establishment non sarebbe in grado di reggere all’imbarazzo. «E qui è il punto in cui abbiamo il nostro problema: quando io dico, “bene, questo è stato un lavoro dall’interno, mio figlio è morto per un lavoro sporco della nostra amministrazione, perché qualcuno ha messo delle bombe e le ha fatte esplodere”». Se il suo primo “nemico” è la Casa Bianca, il secondo è l’anchorwoman Rachel Maddow. «Vorrei farla sedere in questa stanza, e farle vedere quello che ho fatto vedere a voi, e poi le direi: “Tu, brutta stronza, adesso dimmi che sono un teorico della cospirazione”. Questo veramente dimostra quanto faccia schifo il nostrosistema dei media. Non voglio definirla una passeggiatrice, ma è una passeggiatrice dell’informazione. Guadagna più di un milione di dollari, e dice quello che le ordinano di dire». Una giornalista di Philadelphia è stata molto franca col padre di Bobby. Gli ha detto: «Lo sai bene Bob, come reporter, io sono il problema, perché noi perdiamo il posto. Se io porto questa piccola cosa che tu mi hai appena detto al mio caporedattore, lui la cestinerà immediatamente. Quindi ti dico molto chiaramente che io non posso prendere la tua storia e scriverla. I padroni dei media non lo permetterebbero».

La stampa non ne parla, perché significherebbe instillare un dubbio nella testa delle persone. Di chi è la colpa di tutto questo? «Il popolo degli Stati Uniti ha le sue responsabilità – dice Bob Mc Ilvane – perché la gente vuole solo credere e sentirsi dire che siamo brava gente, che siamo un paese eccezionale, ed è proprio questo che fa il governo, è molto machiavellico». Il padre di Bobby va oltre, guarda al resto del mondo: «Ora abbiamo la nostra Guerra al Terrore senza fine. Io so che cosa stanno passando queste persone in Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, perché tutti loro stanno perdendo i loro bambini. E alla fine, di questo si tratta: tutti stanno perdendo i propri familiari. E’ inferno allo stato puro». Lo conferma Daniele Ganser, autore del libro “Gli eserciti segreti della Nato”. L’accusa: anche se i media continuano a non parlarne, è ormai provato e ufficialmente documentato che decenni di William Colby, ex direttore della Ciaattacchi terroristici contro la popolazione – compresi quelli realizzati da Gladio –sono stati in realtà organizzati dalla Cia, su ordine della Casa Bianca.

«Grazie ai dati – dice Ganser – la gente comincia a capire che questo è effettivamente avvenuto». Ma c’è ancora un ostacolo psicologico: «E’ molto difficile credere che queste cose stiano ancora accadendo, perché si tratta di cattive notizie». Non è affatto piacevole prendere atto del fatto che «il terrorismo può essere manipolato al fine di prendere il controllo della popolazione, e di guidarla come se fosse un gregge di pecore, letteralmente. E se qualcuno ti dice che sei una pecora, che ti hanno ingannato e manipolato con operazioni terroristiche sotto falsa bandiera, bene, si tratta di cose che nessuno davvero vuole sentirsi dire». Proprio su questo sanno di poter contare, in partenza, gli eventuali organizzazioni di stragi: se la verità è troppo enorme perché sia accettata, è più facile che venga rimossa – è più rassicurante. «Strategia della tensione in realtà significa che tu fai esplodere una bomba, e dici che è stato il tuo nemico a farlo». Purtroppo non sono soltanto analisi storiche, come quelle (anche giudiziarie) sulle tragedie che hanno torturato l’Italia. «Le prove di cui oggi disponiamo – assicura Ganser – ci dicono che questa strategia non è finita, e sta andando avanti ancora oggi».

http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... a-mentito/


Bene... molto bene...... [:)]



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 08/10/2013, 20:38 
Sono cose ovvie, peccato non le facciano vedere al grande pubblico. Qualunque ingegnere del mondo guardando oggettivamente le immagini non può negare la realtà dei fatti. E' fisica, e la fisica una è, almeno nell'universo macroscopico in cui viviamo e ci muoviamo.



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MessaggioInviato: 09/10/2013, 00:44 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:
E' fisica, e la fisica una è, almeno nell'universo macroscopico in cui viviamo e ci muoviamo.

Non c'è dubbio....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 09/10/2013, 13:55 
ricreare l'attentato in scala non toglierebbe ogni dubbio?



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Infatti; io ne avrei molti.[^]



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