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MessaggioInviato: 23/02/2014, 14:14 
La Gialappa’s Band ha commentato, con i soliti toni ironici e scanzonati, il 64° Festival di Sanremo per RTL 102.5; da qui la polemica con Repubblica.it che afferma che gli utenti del web si sono rivoltati contro il famoso trio per il loro modo di prendere in giro e “criticare” i protagonisti sul palco. Ecco come hanno risposto al giornale che fa capo al gruppo De Benedetti:

Immagine

Cita:
Non avremmo mai immaginato di dovere dare ragione a Beppe Grillo, ma la qualità dell'editoria in questo paese ha davvero raggiunto livelli molto bassi. Ieri Repubblica.it ha riportato in modo falso e tendenzioso la notizia sulle polemiche che si sono scatenate in rete, in seguito ad alcuni nostri commenti durante la cronaca in diretta da Sanremo. Non è vero che il web si è scatenato contro di noi, mentre in pochi ci hanno difeso, in realtà è accaduto esattamente il contrario.

Abbiamo subito un attacco raid down organizzato in pochi minuti attraverso la rete, da persone che non stavano neppure seguendo la trasmissione, quindi, sulla base di pezzi di frasi riportate, montate ad arte e stravolte nel senso, ma si è trattato di poche centinania di persone, mentre altre migliaia, che invece stavano seguendo la trasmissione e hanno capito perfettamente il senso delle battute, ci hanno difeso e mostrato la loro solidarietà.

Ci è sembrato quantomeno inopportuno che una testata nazionale riportasse una notizia manipolandola ad arte, senza neppure interpellare i diretti interessati. Fortunatamente, è ancora possibile leggere testate che descrivono i fatti senza cambiare il senso degli eventi, come quella di seguito linkata. Chiudiamo qui questa spiacevole polemica, sperando che il nuovo sport nazionale del cyber tiro al piccione passi presto di moda.



http://www.voismagazine.it/dp/2014/02/2 ... -facebook/



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MessaggioInviato: 03/03/2014, 00:36 
La stampa italiana continua a sorprendere.

Immagine

Ecco la prima pagina de La Nazione: "Crimea nel caos", la didascalia alla foto: "Scontri nella città del Mar Nero"... Peccato che la foto è relativa agli scontri di Kharkov, dove ieri i fascisti avevano occupato la sede regionale dell'Amministrazione Statale e sono stati cacciati dalla popolazione.

Vogliamo rassicurare i giornalisti del quotidiano toscano: la Crimea non è affatto nel caos e i soldati russi non sono solo accolti dalla popolazione, ma godono del'appoggio della marina ucraina e delle locali forze dell'ordine.

La Repubblica Autonoma di Crimea, ma forse seguite da poco gli eventi, non ha mai visto di buon occhio quello che stava avvenendo a Kiev e nei giorni del golpe ha chiesto esplicito aiuto ala Russia.



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MessaggioInviato: 07/03/2014, 16:30 
Un po' di sana propaganda di regime di Repubblica...

L'euro torna super! oltre 1,39 dollari - Gli Usa creano più lavoro del previsto

La moneta unica risale sopra la soglia di 1,39 per la prima volta dall'ottobre del 2011. Il mercato sconta il miglioramento della ripresa del Vecchio Continente e la decisone della Bce di non adottare misure straordinarie. A febbraio l'economia americana ha aggiunto 175mila occupati, contro previsioni per 149mila.

http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... ef=HREC1-2

Ma che cazz..volo stanno dicendo!?!?!?

[?] [8)] [?]

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MessaggioInviato: 16/03/2014, 15:28 
Pubblicato in data 14/mar/2014

Non servono permessi per diffondere l'intervista in rete. Rendetela virale.
Fallo sapere a tutti, i media non ne parleranno mai.
Proteggi i tuoi figli, essi sono il futuro.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=325409



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MessaggioInviato: 17/03/2014, 23:06 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Pubblicato in data 14/mar/2014

Non servono permessi per diffondere l'intervista in rete. Rendetela virale.
Fallo sapere a tutti, i media non ne parleranno mai.
Proteggi i tuoi figli, essi sono il futuro.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=325409



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MessaggioInviato: 18/03/2014, 13:07 
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=lQ6nMx7fSp8[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 19/03/2014, 16:40 
mercoledì 19 marzo 2014

L'innata tendenza al conformismo della stampa mainstream

La frase del titolo è di Marcello Foa.

Leggi qui:

Neonazisti a Kiev? Sì ma a fin di bene (come scrivere la verità senza cambiare il « frame »)



da: http://accademiadellaliberta.blogspot.it/2014/03/tre-articoli-assolutamente-da-leggere.html

Vedi anche


http://www.byoblu.com/post/2013/03/22/gli-spin-doctor-i-giornalisti-e-il-frame.aspx


Ultima modifica di Wolframio il 19/03/2014, 16:41, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/03/2014, 14:00 
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Il Papa striglia i media

"Basta con la disinformazione, la calunnia e la diffamazione"
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CITTA' DEL VATICANO - "Per me i peccati dei media più grossi sono quelli che vanno sulla strada della bugia e della menzogna, e sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione". Lo ha detto papa Francesco parlando "a braccio" durante l'udienza alle radio e tv cattoliche della rete Corallo.

Per il Papa, comunque, "queste due ultime", cioè la calunnia e la diffamazione, "sono sì gravi, ma non tanto pericolosi come il primo", la disinformazione. "La calunnia è peccato mortale - ha spiegato - ma si può chiarire e si può arrivare a conoscere che quella è appunto una calunnia".

"La diffamazione è peccato mortale - ha proseguito -, ma si può arrivare a dire questa è un'ingiustizia, questa persona ha fatto quello in quel tempo poi si è pentito, ha cambiato vita". "Ma la disinformazione - ha aggiunto - è dire la metà delle cose, quelle che sono per me più convenienti, e non dire l'altra metà: così quello che vede la tv o sente la radio non può fare un giudizio perché non ha gli elementi, non glieli danno".

"Da questi tre peccati per favore fuggite: disinformazione, calunnia e diffamazione", ha quindi raccomandato Bergoglio agli operatori delle emittenti del network Coral


22.03.2014 - 13:11

http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/103412/ ... media.html



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MessaggioInviato: 22/03/2014, 14:18 
Cita:
Wolframio ha scritto:


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Il Papa striglia i media

"Basta con la disinformazione, la calunnia e la diffamazione"
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CITTA' DEL VATICANO - "Per me i peccati dei media più grossi sono quelli che vanno sulla strada della bugia e della menzogna, e sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione". Lo ha detto papa Francesco parlando "a braccio" durante l'udienza alle radio e tv cattoliche della rete Corallo.

Per il Papa, comunque, "queste due ultime", cioè la calunnia e la diffamazione, "sono sì gravi, ma non tanto pericolosi come il primo", la disinformazione. "La calunnia è peccato mortale - ha spiegato - ma si può chiarire e si può arrivare a conoscere che quella è appunto una calunnia".

"La diffamazione è peccato mortale - ha proseguito -, ma si può arrivare a dire questa è un'ingiustizia, questa persona ha fatto quello in quel tempo poi si è pentito, ha cambiato vita". "Ma la disinformazione - ha aggiunto - è dire la metà delle cose, quelle che sono per me più convenienti, e non dire l'altra metà: così quello che vede la tv o sente la radio non può fare un giudizio perché non ha gli elementi, non glieli danno".

"Da questi tre peccati per favore fuggite: disinformazione, calunnia e diffamazione", ha quindi raccomandato Bergoglio agli operatori delle emittenti del network Coral


22.03.2014 - 13:11

http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/103412/ ... media.html




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MessaggioInviato: 22/03/2014, 14:24 
in quando a disinformazione direi che stanno messi MOOOOOOOOOLTO bene pure loro



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MessaggioInviato: 22/03/2014, 14:56 
Sono come le scimmie che si tolgono i pidocchi a vicenda

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MessaggioInviato: 30/03/2014, 00:01 
I barbatrucchi dell'informazione

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=svXM37jim1s[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 16/04/2014, 09:26 
Mainstream - Armi di Distrazione di Massa

Armi di Distrazione di Massa

"Il ruolo di sbarramento che svolge l'artiglieria nella preparazione dell'attacco della fanteria in futuro sarà assunto dalla propaganda rivoluzionaria. Si tratta di spezzare psicologicamente il nemico prima che le truppe comincino ad entrare in azione." - Adolf Hitler

Tutto ciò che dobbiamo sapere sul ruolo vitale dei principali mezzi d'informazione nel perseguimento della ricerca della verità e nel proseguimento delle campagne mediatiche rivolte contro o a favore dei Governi, lo possiamo imparare osservando come funziona il gioco delle tre carte.

Si tratta di un gioco evidentemente truffaldino in cui il cartaio dispone tre carte su di un tavolino pieghevole, ci mostra che una di esse è la regina di picche, le capovolge e le sposta rapidamente. Siamo sicuri di sapere dov'è la regina e abbiamo visto il tizio prima di noi vincere facilmente un paio di volte, così scommettiamo i nostri soldi. Se quel tipo dall'aria un pò tonta può vincere, possiamo farlo anche noi. Eppure, incredibilmente, abbiamo puntato sulla carta sbagliata. Abbiamo perso. Abbiamo fatto la figura del pollo.

I polli del gioco delle tre carte non possono vincere, perché è risaputo che è tutto un imbroglio, eppure, mentre ce ne andiamo, vediamo che si è formata una fila di altri polli, con gli occhi sgranati, la bocca aperta, le mani in tasca, affascinati da quello spettacolo e pronti a tirar fuori i soldi non appena il cartaio riesce ad acchiapparli. Perché? Perché anche loro hanno visto vincere quello stesso tizio dall'aria un pò tonta. quello che non sanno è che si tratta di un complice.

I complici sono altri imbroglioni che inducono i polli a partecipare al gioco truccato con una messinscena volta a convincerli che non c'è alcun inganno e che se continuano a giocare, alla fine vinceranno. La funzione di un buon complice è anche quella di distogliere l'attenzione della polizia da quell'azione illegale. In tribunale, dove i cartai del gioco delle tre carte sono considerati imbroglioni e ladri, i complici sono considerati "corresponsabili" e quindi passibili della stessa pena se incriminati e giudicati colpevoli dopo un processo [26].

I grandi mezzi d'informazione altro non sono che dei complici, il cui successo nello svolgere questa funzione non ha pari nella storia di raggiri, truffe e fregature, come si può giudicare dall'efficacia con cui continuano a venderci inganni talvolta talmente ovvi da indurre sempre più persone ad avvicinarsi alle così dette "versioni non ufficiali" [26].

La plateale distorsione della verità e la sistematica manipolazione delle fonti di informazione sono parte integrante della pianificazione bellica; uccidere un uomo è una cosa di poco conto, uccidere le sue opinioni produce effetti di gran lunga più duraturi.

Uno dei grandi progressi di questo secolo è stato, senza ombra di dubbio, il graduale passaggio dalla guerra convenzionale alla guerra con i media, cioè a quella che, in gergo tecnico, viene definita disinformazione.

Nel momento storico in cui viviamo, la frase scritta da Adolf Hitler in "Mein Kampf", ci sembra persino ottimista.

Dal dopoguerra in poi, infatti, le truppe sarebbero entrate in azione per oltre quarant'anni, per essere sostituite completamente e definitivamente, verso la fine degli anni Novanta, dai media.

E così, contrariamente alla visione "profetica" lasciataci da Adolf Hitler, anche l'attacco finale sarebbe stato sferrato attraverso i mezzi d'informazione.

La differenza tra gli anni Quaranta ed oggi è data dalla trasformazione genetica che ci porta a vivere la guerra senza nemmeno accorgercene. Siamo costantemente sotto il fuoco dei media, bombardati di messaggi ed in balia di forze che tentano di imporci i nostri stessi valori, il progresso, la pace, la democrazia.

Eppure ci stiamo abituando a questo. Lo scenario che si sta disegnando, nostro malgrado, è uno scenario artificiale, una iperrealtà mediatica e mediata che va sostituendosi in modo irreversibile al mondo reale.

La televisione, i telefoni, le radio e le reti di computer sono dei potenti strumenti politici, poiché la loro funzione non è quella di produrre o di distribuire beni materiali ma di influenzare le idee e le percezioni umane.

Dopo l'era della "guerra convenzionale", siamo entrati, così, in modo indolore, nell'era della disinformazione e, altrettanto inavvertitamente, stiamo per entrare in quella della disinformazione/intrattenimento, cioè del disinfotainment [1].

E' difficile tirare le somme di questo breve giro d'orizzonte, si incapperebbe, di sicuro, nell'errore di fare della disinformazione; le possibilità offerte dai nuovi canali di comunicazione, combinate con le tecniche di destrutturazione dell'informazione e con nuovi sistemi di pianificazione strategica, potranno creare ancora, in futuro, infinite vie per la disinformazione.
La cosa più "interessante", però, è che, fra poco, non ce ne sarà più bisogno perché il Panopticon, con il tempo, è arrivato a rendersi invisibile fino a farci credere che non esista; parafrasando Charles Boudelaire si può affermare che "la mossa più intelligente, più bella, più astuta della disinformazione è quella di far credere che non esiste.".

E questo è il culmine del sistema della disinformazione, ovvero l'illusione di vivere in un regime di pace nonostante la guerra. Invece, l'attitudine alla persuasione, alla colonizzazione culturale e religiosa del prossimo, ad oggi, è ancora in costante crescita e, come se non bastasse, dispone di nuovi e sempre più potenti media [2].

Propaganda

"Nulla sarebbe ciò che è perché tutto sarebbe ciò che non è; ed anche il contrario, ciò che è, non sarebbe e ciò che non sarebbe, lo sarebbe." - Alice nel Paese delle Meraviglie, di Lewis Carroll

Non uno, ma ben tre fantasmi si aggirano per l'Occidente agitando i sogni degli ingenui: la propaganda, la persuasione e la disinformazione.

Non sempre è chiara la differenza fra questi tre strumenti "bellici" e varrà la pena di fornire qualche definizione. E' molto utile, in questo caso, procedere per categorie contigue ed omogenee, diciamo così per opposizioni concettuali. Con il "gioco dei contrari", ad esempio, sarà più agevole inquadrare i limiti di un concetto e molti dei suoi risvolti.

Cominciamo dalla propaganda. Una delle più note definizioni è quella fornita da Jacques Ellul, definizione che si muove intorno alle finalità ed alla modalità, con un'interpretazione psicologistica che però non soddisfa del tutto: "la propaganda è l'insieme dei metodi utilizzati da un gruppo organizzato allo scopo di far partecipare attivamente o passivamente alla sua azione una massa di individui psicologicamente unificati attraverso manipolazioni psicologiche ed inquadrati in un'organizzazione." [3].

Più interessante è l'approccio di alcuni teorici che mettono la propaganda in opposizione all'educazione. Per H. D. Lasswell, uno dei primi specialisti americani in questo campo, l'educatore differisce dal propagandista soprattutto perché tratta di argomenti che non sono oggetto di controversia per il suo uditorio [4].

E dunque la propaganda si potrebbe definire come un'attività "educativa" che, tuttavia, nello svolgersi, ha bisogno di costruire il consenso del suo pubblico.

Secondo i "teorici del complotto" un pò più "paranoici" o "fissati", uno degli scopi del "Council on Foreign Relations" (CFR), consisterebbe proprio nel creare un filone di letteratura scolastica atto a promuovere i benefici di un "governo mondiale" e attirare l'iscrizione di ricchi intellettuali, i quali avrebbero potuto influenzare la direzione della politica estera americana [19].

Esisterebbe un centro-laboratorio dove intellettuali, storici, linguisti, psicologi, lavorano a trasformare il significato della storia [20]. Si tratterebbe di quel "ministero della Verità" raccontato da Goerge Orwell che, riscrivendo i giornali ed i libri di storia, realizzerebbe il mirabile detto del partito del Socing: "Chi controlla il passato controlla il futuro." [21].
Gli "architetti" dell'unificazione non solo hanno riscritto la storia in favore dei potenti di oggi, cosa questa che tutti i vincitori hanno sempre fatto, ma in funzione dei concetti fondamentali sui quali deve trovare la propria logica il progetto di unificazione [22].

Chi crede che i tempi in cui Hollywood agiva direttamente come una macchina di propaganda del Governo siano finiti con la realizzazione, durante la Seconda Guerra Mondiale, di fumetti anti-giapponesi da parte della "Warner Bros.", non ha fatto caso ai personaggi che si celano ora dietro lo schermo argentato: paladini della droga, pezzi grossi del Pentagono ed agenti dei servizi segreti.

Non si parla del patriottismo incallito che spinge le persone a raffigurare meglio il proprio Paese e le proprie istituzioni, per patriottismo si intende dire che lo Stato utilizza il qui pro quo per influenzare direttamente le Opere cinematografiche e televisive, arrivando, in alcuni casi, ad imporre modifiche alle sceneggiature [25] e ad influenzare e manipolare, in maniera subdola e subliminale, le menti di noi osservatori.

Persuasione

"Ho fatto in modo che la scuola non interferisse con la mia istruzione." - Mark Twain

L'arma principale di cui dispone la propaganda è, senza ombra di dubbio, la persuasione, la più ingenua e la più scoperta fra le tecniche impiegate per distruggere le opinioni.
La massima espressione della persuasione è costituita dalla pubblicità, la forma di persuasione "tecnologicamente" più avanzata ed al cui modello stanno conformandosi tutte le forme di comunicazione [30].

Il primo ad attaccare questa forma mentis incarnata da quelli che allora si chiamavano rètori, fu Platone nel "Gorgia": "Il rètore è, senza dubbio, in grado di parlare contro tanti su tutto, sì da persuadere, in breve, la massa su tutto quello che vuole." [5].

In "In Trust Us We're Experts", Stauber e Rampton hanno raccolto alcuni dati convincenti che descrivono la scienza della creazione dell'opinione pubblica in America, facendo risalire la moderna influenza del pubblico all'inizio del secolo scorso e mettendo in rilievo il lavoro di tipi come Edward L. Bernays, da molti considerato il "padre della persuasione" ed oggetto di studi parte di personaggi come Josef Goebbels, Ministro per la propaganda di Adolf Hitler.

All'inizio del XX secolo, lo zio di Edward L. Bernays, il famoso psicoterapeuta Sigmund Freud, sta portando avanti le sue teorie sulla mente inconscia dinamica ed attiva, quella che, secondo lo psicoterapeuta, prende le decisioni. Come teorizzato da Sigmund Freud, negli anni, comincia ad emergere che la mente consta in larga misura di un inconscio il quale, molto probabilmente, alimenta il conscio con ciò che diverrà pensiero [33]. Queste ricerche sono state inizialmente portate avanti da Benjamin Libet nel 1967 e verificate più e più volte, l'ultima delle quali da John-Dylan Haynes del "Bernstein Center for Computational Neuroscience" di Berlino: "Studiando il comportamento del cervello al momento della decisione conscia, i ricercatori hanno individuato i segnali i quali hanno permesso loro di capire che gli studenti avevano deciso di muoversi circa dieci secondi prima di rendersene conto. Nel settanta per cento dei casi i ricercatori erano anche in grado di predire quale pulsante gli studenti avrebbero premuto." [34].

Si tratta del subconscio che Edward L. Bernays cerca di sfruttare. Ha definito il suo approccio "ingegneria del consenso", basandosi sul lavoro dello zio Freud e dunque attribuendo alle sue tecniche il termine scientifiche. In "Propaganda", il suo libro più autorevole, Bernays afferma che la manipolazione delle masse è assolutamente necessaria affinché una democrazia e la sua economia funzionino [35].

Edward L. Bernays paragona la massa ad "un gregge che ha bisogno di venire guidato", ed ha la stessa visione delle folle che si può riscontrare anche in altre Opere, fra cui la famosa "Psicologia delle masse", di Gustav Le Bon.

Edward L. Bernays, però, non si limita ad affermare, come Gustav Le Bon, che le civiltà sono state create e guidate da una piccola aristocrazia intellettuale, mai dalle folle e che queste, in quanto istintive ed indisciplinate non hanno che la forza di distruggere, finendo, inevitabilmente, per essere dominate da elementi che hanno dell'anima delle folle una conoscenza istintiva, spesso sicurissima e che, conoscendola bene, ne diventano facilmente i padroni. Bernays non si limita ad affermare che "la democrazia è retta da una minoranza intelligente che sa come guidare e controllare le masse", egli è certo che "la manipolazione scientifica dell'opinione pubblica è necessaria per superare il caos e il conflitto in una società democratica" e che risultati migliori si otterranno se il controllo delle masse avverrà a loro insaputa.

Nel suo libro "Propaganda", Edward L. Bernays affronta, senza tanti giri di parole, quella che il professor C. Wright Mills definisce "élite al potere", affermando che "La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini organizzate delle masse costituisce un importante elemento di una società democratica. Coloro i quali manipolano questo impercettibile meccanismo sociale formano un Governo invisibile che costituisce il vero potere esecutivo del Paese. Noi siamo governati, le nostre mentalità plasmate, i nostri gusti modellati, le nostre idee suggerite in gran parte da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. Questo è il logico risultato del modo in cui la nostra società democratica è organizzata. Un vasto numero di esseri umani deve cooperare in questa maniera se si vuole vivere insieme come società che funziona in modo tranquillo. In quasi ogni azione della nostra vita quotidiana, sia questa nell'ambito della politica o degli affari, nel comportamento sociale o nel pensiero etico, siamo dominati da un numero relativamente piccolo di individui [...] che comprendono i processi mentali e gli schemi sociali delle masse. Sono loro che manovrano i fili per controllare l'opinione pubblica." [24].

Bernays ha cercato di sviluppare una forma di comunicazione che, usando i sui stessi termini, potesse essere impiegata per controllare le masse ignare. Per farlo, ha portato avanti le teorie di Freud in modi che ancora non sono stati raggiunti dalla psicologia moderna. L'approccio di Bernays consiste nel mettere in pratica le idee di Freud in modi che ancora non sono stati raggiunti dalla psicologia moderna. L'approccio di Bernays consiste nel mettere in pratica le idee di Freud in maniera scientifica. Ha fatto dunque ricorso a scienziati comportamentali per studiare le reazioni umane a vari stimoli. Vari gruppi sono stati testati per analizzarne la reazione a certe parole, immagini ed altro; a partire da questa sofisticata analisi, sono stati sviluppati messaggi pubblicitari e condotti dei test.

In breve, Bernays ha rivoluzionato il mondo della pubblicità, delle attività promozionali e delle pubbliche relazioni, cambiando per sempre il significato da attribuito alla parola propaganda, in precedenza "rivelazione veritiera atta a contrastare l'ignoranza e la disinformazione", trasformandolo nel senso moderno che la maggior parte di noi guarda con giusto sospetto.

Se Bernays è acclamato da molti quale "padre delle pubbliche relazioni", è ad Ivy Lee, un ex giornalista, che viene riconosciuto lo sviluppo di tale settore così come lo intendiamo oggi. La forza del sistema delle PR diviene ben presto chiara anche ai Governi, che si accorgono di come i giornalisti, se prontamente informati dalle agenzie, siano spinti a non indagare per conto loro. Se si confrontano le agenzie di PR con le notizie che effettivamente vengono pubblicate sui quotidiani, si vedrà che vengono spesso riprese alla lettera o quasi, e di solito senza indicare ai lettori che ciò che appare come un servizio giornalistico indipendente è in realtà un comunicato di un'agenzia di pubbliche relazioni [28].

La verifica delle fonti e l'utilizzo del senso critico sono ormai capacità atrofizzate dall'assumere passivamente il punto di vista delle poche agenzie che informano centinaia di paesi. Considerando come assolute alcune fonti e ignorandone altre, l'informazione è già alterata in origine, derivando da un unico punto di vista, che nel contesto appare oggettivo.
Solo in rarissimi casi, attraverso uno o più mezzi di comunicazione, trapela qualche debole critica al sistema ma si tratta di quelle che, in gergo tecnico, sono definite "fessure controllate", cioè critiche fatte ad hoc per generare nello spettatore fiducia nei media, ma che risultano per finire vaghe e discordanti [29].

La persuasione è una modalità della comunicazione, fortunatamente non l'unica. Gli studiosi dell'argomentazione, ancora oggi, contrappongono la persuasione alla convinzione. Una distinzione che spesso, per i logici è irrilevante, ma che comunque illumina su alcune funzioni.

C. Perelman ed L. Olbrechts-Tyteca, dedicano diverse pagine del loro testo più famoso a questa distinzione fondamentale che, tuttavia, ammettono essi stessi, è molto labile perché viene fatta risalire al tipo di pubblico cui ci si rapporta [6].

Questa posizione risale ad Immanuel Kant per il quale la persuasione, insieme alla convinzione, è una delle due tipologie della credenza: "Quando essa è valida per ognuno che soltanto possegga la ragione, allora il fondamento di essa è oggettivamente sufficiente, e allora la credenza si dice convinzione. Se essa ha il suo fondamento nella natura particolare del soggetto, è detta persuasione. La persuasione è una semplice apparenza, poiché il fondamento del giudizio che è unicamente nel soggetto, viene considerato come oggettivo. [...] Una persuasione io posso tenermela per me, se pure io mi ci trovo bene, ma essa non può, né deve, volersi rendere valida al di fuori di me." [7].

I due capiscuola della nuova retorica poc'anzi citati mostrano un atteggiamento funzionalista nell'affermare che è la natura del pubblico cui ci si rivolge ciò che determina in larga misura sia l'aspetto che l'argomentazione assumerà, sia il carattere e la portata che verranno ad essa attribuiti. Il che significa già intendere la comunicazione come sistema.

Uno dei massimi esperti in materia, Cialdini, osserva la persuasione con lo stile di un antropologo, limitandosi a classificare alcune categorie nei comportamenti di gruppo. Ma questo non aiuta necessariamente ad analizzare tutte le funzioni del sistema.

E' molto utile notare come da Aristotele in poi, una certa corrente di pensiero abbia interpretato il rapporto fra persuasore e persuaso in un senso molto simile alla concezione informatica delle architetture client-server, in cui, cioè, il persuasore farebbe leva su qualcosa che è già presente nella mente del suo interlocutore.

In questo contesto si inseriscono le "tecniche di costruzione della realtà". E' in questo contesto che agisce, per esempio, la teoria dell'agenda-setting. "L'ipotesi dell'agenda-setting non sostiene che i media cercano di persuadere [...]. I media, descrivendo e precisando la realtà esterna, presentano al pubblico una lista di ciò intorno a cui avere un'opinione e discutere [...]. L'assunto fondamentale dell'agenda-setting è che la comprensione che la gente ha di gran parte della realtà sociale è mutuata dai media." [8].

Ecco quindi nascere termini come "gatekeeper", ovvero selezionatore di notizie e "newsmaking", nota anche come teoria della notiziabilità.

E' evidente che ci sia sempre uno stretto legame tra la ricerca scientifica e lo sfruttamento di questa ricerca per fini che non hanno nulla a che vedere con gli interessi della collettività. C'è sempre un'influenza diretta da parte di chi utilizza in questo modo gli avanzamenti della scienza nell'orientarne le scelte. Anche in questo campo la disinformazione può giocare un ruolo molto importante creando un effetto di copertura.

Il problema che si pone, a questo punto, è cercare di stabilire se siano nate prima le tecniche di costruzione della realtà o le loro teorizzazioni [16].

Prima di analizzare in che modo le tecniche della disinformazione possano distruggere la realtà, bisogna stabilire, quindi, quale sia la realtà, o meglio cosa sia. Ludwig Wittgenstein, neopositivista logico, afferma che "Il mondo è tutto ciò che accade.".

L'opinione pubblica è fondamentale per la stabilità di un sistema, e nel nostro sistema viene formata attraverso il bombardamento mediatico. Per mantenere la stabilità, nell'attuale assetto politico-economico, occorre che l'opinione pubblica sia piegata a ciò che è funzionale al sistema e non apprenda alcune verità. Ciò rende il potere mediatico notevolmente importante. Il controllo da parte del potere avviene oggi all'interno delle nostre case, attraverso la televisione od Internet; la manipolazione dell'informazione è sempre più sistematica, progettata per essere efficace e per rimanere nascosta agli occhi dei cittadini. Le agenzie internazionali che forniscono le informazioni, sono supportate da agenzie di propaganda che pianificano non soltanto cosa rendere noto ma soprattutto "come" dare informazione. La quantità di notizie viene sfoltita, ridotta o manipolata per mantenere la stabilità di un sistema, o per sovvertirlo [29].

Secondo il ragionamento di Ludwig Wittgenstein, l'uomo crea delle raffigurazioni dei fatti che sono un modello della realtà ed ogni raffigurazione, per poterla rappresentare, deve avere in comune con la realtà la forma logica e, quindi, la logica è la forma della realtà [17].

Quanto più i media determinano i fatti, tanto più la nostra visione del mondo è determinata dai media. Quello che fanno i media è fornirci anche la struttura logica dei fatti ed è quindi ragionevole affermare che il mondo è tutto ciò che accade nei media.

La conseguenza evidente di questa affermazione è che, per modificare la nostra visione del mondo, basta modificare la forma logica con cui il mondo viene descritto attraverso i media. Questo significa che, attraverso i media, si possono diffondere non solo informazioni false ma anche e soprattutto gli strumenti per costruire o modificare la visione del mondo [18].

Il potente e ubiquitario schieramento dei mezzi di comunicazione odierni, che ha annullato le distanze e quasi azzerato i tempi di diffusione delle notizie, funge, come è evidente, da sonora cassa di risonanza, avvertita in tutto il mondo, delle posizioni dell'Establishment dominante, imbavagliando, di fatto, su ampia scala, qualsiasi informazione non controllata.

Stampa e televisione costituiscono dunque veicoli eminenti e indispensabili per la violazione delle folle. La tecnica è sperimentatissima: presentare in continuazione una colluvie di notizie, portando alla luce ogni genere di informazioni, in modo da creare una specie di rumore di fondo continuo in grado di occultare le vere informazioni, accessibili soltanto a chi ne possiede la chiave di decodifica, prestandosi così al ruolo strumentale di trasmissione di messaggi fra iniziati sotto le mentite spoglie di notizie più o meno insignificanti.

Una manipolazione planetaria dell'opinione pubblica che emerge con cruda chiarezza dalle attualissime parole che, nel 1914, John Swinton, redattore-capo del "New York Times", ha pronunciato nel discorso di congedo dai colleghi tenuto al banchetto in suo onore, presso l'"American Press Association", alla vigilia del suo collocamento a riposo. "Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente! Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so io: non c'è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate. Sono pagato 250 dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per il quale lavoro.

Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile. Se io autorizzassi la pubblicazione di un'opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di 24 ore, come Otello. Quest'uomo sufficientemente pazzo per pubblicare un'opinione sincera si ritroverebbe tosto su una strada alla ricerca di un nuovo impiego.
La funzione di un giornalista è di distruggere la Verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo paese e la sua gente per il proprio pane quotidiano o, ma la cosa non cambia, per il suo stipendio. Voi questo lo sapete e io pure, che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente! Noi siamo gli utensili e i vassalli di uomini ricchi che comandano dietro le quinte. Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo. Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi uomini. Noi siamo delle prostitute intellettuali." [27].

La persuasione, dunque, si è sostituita all'informazione ed è divenuta essa stessa informazione. E' superficiale, però, pensare che la disinformazione consista semplicemente nel fornire una "informazione incompleta"; può manifestarsi, ad esempio, con il sabotare sistematicamente la modalità di trasmissione e la modalità di ricezione del messaggio, fino ad arrivare a controllare il modo in cui esso verrà elaborato. In quest'ultimo caso si prepara il terreno fornendo gli strumenti ed interpretare in modo deformato l'informazione: forme errate di ragionamento, quelle che in retorica vengono definite "sofismi". E' principalmente per questo motivo che i cognitivisti che si occupano di queste tematiche osservano che "Le varie forme di sofismi sono state puntualmente insegnate per secoli nelle università, come parte integrante della logica e della retorica, al fine di proteggere le giovani menti dall'errore e dall'equivoco. Non si sa bene perché, questo insegnamento è poi scomparso, proprio mentre aumentavano enormemente la portata e la diffusione dei canali di persuasione." [31].

Il danno maggiore provocato dalle forme di ragionamento fallaci, non è tanto nella capacità di portare fuori strada chi riceve il messaggio così strutturato, quanto nell'abituare la gente a ragionare in modo distorto. Questo significa creare quei dispositivi che permettono di portare il pubblico ad elaborare la disinformazione autonomamente.

A questo punto non ci sarà più bisogno di produrre disinformazione in grandi quantità, sarà la gente stessa a generarla ed a riprodurla [32].

Disinformazione

"Bisogna moltiplicare le idee in modo che non vi siano guardiani sufficienti per controllarle." - Stanislaw Lec

Immaginiamo che nei laboratori di ricerca per la guerra batteriologica di un potente paese si stia studiando un'arma letale: l'ingegneria genetica ha permesso di creare un virus che si diffonde per contatto sessuale, ha un'incubazione invisibile, distrugge nell'organismo umano tutte le difese immunitarie e resiste a qualsiasi attacco farmacologico.

Immaginiamo che, per un malaugurato errore, il virus si disperda nell'area degli esperimenti e che vengano immediatamente prese delle misure di sicurezza prima che l'opinione pubblica possa essere informata non solamente del tipo di esperimenti svolti in quel laboratorio ma anche del pericolo che deriva dall'incidente.

Immaginiamo che, dopo una rapida analisi della situazione, si giunga alla conclusione che la diffusione del virus da questo momento sarà inarrestabile e che occorra creare una copertura totale con la disinformazione.

Immaginiamo che qualcuno abbia l'idea di "dirottare" rapidamente il virus in un altro paese, l'Africa, per poi informare l'opinione pubblica del fatto che "in Africa è scoppiata una nuova epidemia causata da un virus micidiale originato da contatti sessuali tra uomini e scimmie [...].".

Immaginiamo che, per trasportare l'epidemia nel modo più rapido possibile in Africa, il virus venga inserito, forse all'insaputa delle stesse case farmaceutiche, nei vaccini destinati a quel Paese e che poi vengano eliminati anche i responsabili di questa operazione.

Immaginiamo che poi vengano fatte sparire tutte le notizie riguardanti quegli esperimenti con un'operazione di "pulizia" degli archivi a livello mondiale e che, contemporaneamente, la stampa venga pilotata verso l'ipotesi della nascita di una nova epidemia in Africa [16].

Ora immaginiamo che gli attentati dell'11 Settembre 2001 siano una operazione di tipo false flag, un pretesto per poter eseguire un programma già deciso da tempo, un documento intitolato "Rebuilding America's Defenses: Strategy, Forces and Resources for the New Century", pubblicato dall'organizzazione chiamata "Project for the New American Century", conosciuta con l'acronimo di PNAC.

Immaginiamo che, nonostante la propaganda "spinga" verso l'entrata in guerra e gli scettici siano additati come anti patriottici, ci sia qualcuno che dubiti degli attentati.

Immaginiamo che, per mantenere alto il terrore in tutto il Paese e, nel contempo, scoraggiare l'avvio di pericolose commissioni d'inchiesta, inizi a circolare l'allarme antrace.

Immaginiamo che l'unico vero potenziale nemico dell'alleanza Bush-Pentagono-CIA sia il Senato degli Stati Uniti, per via dei suoi poteri investigativi e che il Senatore Tom Dascle, leader della maggioranza democratica, sia uno dei pochi uomini in grado di poter dare vita ad una commissione d'inchiesta [9].

Immaginiamo che l'analisi della sequenza del DNA dell'antrace utilizzato dimostri che è stato prodotto nei laboratori del "Medical Research Institute of Infectious Disease", a Fort Detrick, nel Mariland, di proprietà dell'esercito statunitense [10] e che l'"Università della California", in una meticolosa analisi [11], dimostri che la fonte delle lettere all'antrace, altro non sia che un programma governativo degli stessi Stati Uniti.

Immaginiamo che, negli Stati Uniti, ci sia una sola persona in grado di avere accesso a quella specifica qualità di antrace, un tale Dottor Hatfill che, naturalmente, avrebbe abbondantemente lavorato con la CIA e sarebbe stata una delle pochissime persone in tutti gli Stati Uniti in grado di armare le spore di antrace [23].

Immaginiamo che, dopo una rapida analisi della situazione, si giunga alla conclusione che la diffusione di notizie riguardanti i biologi coinvolti nell'"allarme antrace", in quanto colpevoli o potenziali scopritori di colpevoli, sarà inarrestabile e che occorra creare una copertura totale con la disinformazione.

Immaginiamo che, i biologi implicati nell'"allarme antrace", almeno altri 15, siano tutti morti in condizioni misteriose tra il 2002 ed il 2003 e che, per il Dottor Hatfill, si sia arrivati anche ad ipotizzare una "soluzione alla Lee Oswald" [12].

Immaginiamo, infine, che l'"allarme antrace" si riveli un incredibile business per l'industria farmaceutica [13] e che, l'unica azienda con la licenza per produrre il vaccino sia una certa "BioPort Inc.", operante nell'inesistente, al momento della creazione della società, mercato delle vaccinazioni di massa contro l'antrace e facente capo al famigerato "Carlyle Group", gruppo che tratta gli interessi congiunti della famiglia Bush e di quella Bin Laden [14].

Ci si augura che le cose non siano andate così, tuttavia abbiamo immaginato due dei tanti possibili usi della disinformazione, rendendoci conto di come essa sia in grado di distruggere la realtà.

E, se è possibile modificare il presente, è altrettanto possibile modificare il passato con quelle che Noam Chomsky definisce "tecniche di ingegneria storica" [15].

Nella costruzione dell'inganno si procede all'indietro, partendo dall'obiettivo finale che è l'illusione. L'illusione, però, non è l'obiettivo finale della strategia ma il suo strumento. L'illusione è l'obiettivo finale solo per il pianificatore dell'inganno.

La prima operazione che il pianificatore compie, dopo aver stabilito il target e l'illusione con cui vuole colpirlo, è la scelta del canale attraverso cui far arrivare l'inganno. In base a questa scelta verrà determinata la funzione voluta di copertura o di effetto e, di conseguenza, le caratteristiche dell'astuzia adeguata a crearla [2].

Note e Fonti:
[1] "Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realtà", di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 7,8
[2] Ivi, 31, 32
[3] "Storia della propaganda", di Jacques Ellul, Edizioni Scientifiche Italiane, 8
[4] "The study and practice of propaganda", in H. D. Lasswell, R. D. Casey e B. L. Smith, Propaganda and Promotional Activities, Oxford University Press, 3
[5] "Opere complete, Gorgia", di Platone, Edizione Laterza, 155
[6] "Trattato dell'argomentazione", di C. Perelman e L. Olbrechts-Tyteca, Editore Einaudi, 28 e segg.
[7] "Critica della Ragion Pura", di Immanuel Kant, Edizione Laterza, 8
[8.] "Agenda-Setting and Mass Communication Theory", "Gazette (International Journal For Mass Communication Studies)", Volume XXV, Numero 2, 96-105
[9] http://www.news.scotsman.com
[10] http://www.newsscientist.com
[11] http://www.ph.ucla.edu
[12] http://www.globalresearch
[13] http://www.healingcelebrations.comwww.tetrahedron.org
[14] http://www.skolnicksreport.com, http://www.whatreallyhappened.com, http://www.whatreallyhappened.com, http://www.rense.com, http://www.skolnicksreport.com, http://www.the1phoenix.net
[15] "Illusioni necessarie", di Noam Chomsky, Edizioni Eleuthera,
[16] "Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realtà", di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 13, 14
[17] "Tractatus logico-philosophicus", Edizioni Einaudi, di Ludwig Wittgenstein
[18] "Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realtà", di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 15, 16
[19] Tratto da novoordo.blogspot.com
[20] "La dittatura europea", di Ida Magli, Editore BUR Rizzoli, 18
[21] "1984", di George Orwell, Editrice Mondadori
[22] "La dittatura europea", di Ida Magli, Editore BUR Rizzoli, 18
[23] "Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sull'11 Settembre (e su tutto il resto) e non avete mai osato chiedere", di Roberto Quaglia, originariamente scritto per la rivista online http://www.delos.it ed aggiornato dall'Autore per "Tutto quello che sai è falso - Manuale dei segreti e delle bugie", a cura di Russ Kick, Editore Nuovi Mondi Media, 21, 22
[24] "Propaganda: della manipolazione dell'opinione pubblica in democrazia", di Edward L. Bernays, Bologna, Logo Fausto Lupetti, 2008
[25] "Hollywood: Macchina di Propaganda", di Russ Kick, tratto da "Tutto Quello che Sai è Falso - Manuale dei Segreti e delle Bugie", a cura di Russ Kick, 219
[26] "La grande truffa della 'Guerra alla droga'", di Michael Levine, scritto per "Tutto quello che sai è falso 2 - Secondo manuale dei segreti e delle bugie", a cura di Russ Kick, 25, 26
[27] "La verità dei Mass-Media", tratto dal libro "Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia", tratto da http://www.disinformazione.it
[28] "Creare le notizie", tratto da "Fidati! Gli esperti siamo noi", tratto da http://www.disinformazione.it
[29] "I telegiornali di Pulcinella", "La manipolazione dell'opinione pubblica nei Tg italiani", di Antonella Randazzo, tratto da http://www.disinformazione.it
[30] "La morte della pubblicità", di Bruno Ballardini, Editore Castelvecchi, 118
[31] "L'arte di persuadere", di Massimo Piattelli Palmarini, Editrice Mondadori, 82
[32] "Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realtà", di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 17, 18
[33] "Science" 158, "Unconscious Process and the Evoked Potential", di Benjamin Libet, 1597
[34] "Nature Neuroscience" 11, "Unconscious Determinants of Free Decisions in the Human Brain", di C. S. Soon, M. Brass, H. Heinze e J. Haynes, 543-545
[35] "Programmazione mentale - Dal lavaggio del cervello alla libertà di pensiero", di Eldon Taylor, Edizioni il punto d'incontro, 30, 31


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MessaggioInviato: 25/04/2014, 12:44 
LE MENZOGNE, L’UCRAINA E…COME CROLLANO GLI IMPERI

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Si sentono molte teorie su cosa esattamente abbia causato il crollo dell’Unione Sovietica C’è chi dice che sia stato Ronald Reagan con il suo programma di Star Wars, chi dice che sia stata la guerra in Afghanistan o il sindacato polacco di Solidarnosc. Altre teorie popolari parlano del fallimento dell’economia sovietica, del calo del prezzo del petrolio, dell’incapacità di produrre beni di consumo, dell’anelito di molti Soviet per la libertà e per i redditi in stile occidentale, dei problemi etnici-interni, di un complesso militare-industriale ipertrofico, di una burocrazia esagerata e corrotta, della corruzione del PCUS e della sua nomenklatura, del tradimento personale di Mikhail Gorbaciov ecc. ecc……

Ma mentre tutti questi fattori hanno contribuito ad indebolire il sistema sovietico, non credo però che bastassero per demolirlo, nemmeno messi tutti insieme. Quello che veramente ha abbattuto l’Unione Sovietica è stato qualcosa di completamente diverso: è stata una dissonanza cognitiva insopportabile o, per dirla più semplicemente, un senso generalizzato e prevalente dell’ ipocrisia (sulla realtà).

Ma prima di dire la mia sul ruolo dell’ipocrisia, permettetemi innanzitutto di chiarire il motivo per cui non credo che qualsiasi altra delle teorie che ho elencato sopra possa essere stata determinante per far crollare il regime: semplicemente perché l’URSS riuscì a sopravvivere molto a lungo a tempi ben più duri. Francamente, per tutto il periodo dal 1917 al 1946 la vita fu molto peggio che non nel periodo della “stagnazione ” di Breznev o dopo. Eppure, non solo l’Unione Sovietica sopravvisse, ma quasi da sola sconfisse la più grande macchina militare che l’Europa abbia mai creato – la Wehrmacht di Hitler – e riuscì anche a scoraggiare la Anglosfera dai suoi piani di attacco alla fine della guerra. Poi, più o meno vinse anche la “corsa allo spazio” (eccetto la corsa alla luna che l’URSS perse il 24 Ottobre 1960), ma si costruì quella che fu probabilmente la più potente forza militare convenzionale del pianeta, mentre scoppiava un boom economico interno. Sotto tanti punti di vista, l’URSS è una stata una potenza formidabile per un periodo di tempo molto lungo.
Ma poi qualcosa è andato storto molto, molto storto.

Personalmente, sono propenso a dare la colpa a Nikita Krusciov che, a mio parere, fu di gran lunga il peggior capo che l’Unione Sovietica abbia mai avuto.

Anche se questa è una ipotesi controversa, io credo che Krusciov e la sua cricca dei suoi sostenitori abbia ucciso Stalin avvelenandolo e che poi si sia impegnato in una massiccia campagna di propaganda per giustificare le loro azioni e per legittimare il loro dominio. Tutto cominciò con il famoso “discorso segreto” di Krusciov al 20° Congresso del PCUS e continuò per gran parte del tempo in cui governò Krusciov.

Krusciov che, personalmente odiava Stalin , mise in campo ogni verità e ogni menzogna possibile pur di demonizzare letteralmente Stalin. Peggio ancora, Krusciov oggettivamente unì le sue forze a quelle dei tanti trotskisti sparsi nel mondo, che avevano diffuso il mito dello “stalinismo” per decenni.

Lasciatemi subito chiarire che io non sono affatto un ammiratore di Stalin, che lo considero un tiranno sanguinario e assolutamente spietato, benché abbia avuto il fascino personale del dittatore. Ma devo dire che Stalin non fu sicuramente peggio di Lenin, di Trotsky o di Krusciov e che, come statista, fu molto più abile di ogni altro leader sovietico. Quanto a Krusciov era stato il pupillo di Lazar Kaganovich,, una delle peggiori canaglie della storia sovietica, partecipò con convinzione a molte repressioni sanguinarie e, in generale, fu una persona assolutamente immorale, senza scrupoli e decisamente malvagia.

Comunque , con la sua campagna anti-Stalin, Krusciov fondamentalmente disse al popolo sovietico che quello che era bianco fino a ieri, ormai doveva considerarsi nero e che quello che era nero ora era bianco. Guardando un po’ più a fondo, questo servì a dimostrare che l’Unione Sovietica era governata da ipocriti assoluti, gente che non aveva nessuna convinzione personale e che non pensava ad altro se non al proprio potere personale.

Il veleno della disillusione e del cinismo iniettato da Krusciov e dalla sua cricca agì lentamente, ma inesorabilmente, e quando Leonid Breznev salì al potere, nel 1964 aveva già, discretamente, permeato tutta la società sovietica. Nel 1980 aveva ormai invaso tutti i livelli della società, dal più basso e dai più poveri fino ai funzionari più alti del partito. Senza entrare troppo nei dettagli , devo dire che il fatto che quasi nessuno fece qualcosa per evitare il crollo del sistema sovietico nel 1991 e nel 1993 fu il risultato diretto della erosione fatta da quel veleno nella società sovietica. Nel 1990 tutti sapevano che, non avevapiù nessuna importanza che gli ideali del comunismo fossero buoni (benché qualcuno ci credesse ancora e altri non ci credessero più), era tutta la società sovietica moderna che era stata costruita su unagigantesca menzogna e nessuno era più disposto a combattere per difenderla, tanto meno a morire per questa menzogna.

Quel marciume di disillusione e di cinismo caratterizzò gli anni 1990 e l’ “incubo democratico” degli anni di Eltsin. Oggi i russi dicono che quello era il momento in cui“ogni ragazzo russo voleva diventare un picciotto mafioso del Don e ogni ragazza una prostituta” – ovviamente non alla lettera, ma quella era l’aria che si respirava. Solo con l’avvento al potere di Putin questo veleno ha cominciato ad indebolirsi e la società russa ha ricominciato a scoprire i veri ideali e la fede nei valori per cui vale la pena combattere.

Come si può traslare tutto questo ragionamento con quello che succede oggi nel mondo occidentale e in Ucraina?

Veramente non è molto comp’licato. Io tendo a concordare con Alexander Mercouris, Mark Sleboda e Mark Hackard quando dicono che gli Stati Uniti, governati dapolitici incompetenti e poco istruiti (e non da diplomatici altamente professionali o da veri statisti) probabilmente avrebbero preferito che la Russia avesse fatto finta di niente e che avesse accettato quel regime tipo Bandera-stan insediatosi in Ucraina. Poi quando la Russia ha rifiutato di accettarlo e lo ha respinto, gli AngloSionisti ( l’impero del mondo occidentale) hanno fatto il loro primo errore di calcolo, anzi ancora peggio, hanno rinforzato drasticamente la loro retorica, insistendo sul fatto che il nero era bianco e che il nero era nero.

Per gli AngloSionisti una insurrezione armata neo-nazista, che prende il potere, infrangendo un accordo firmato meno di 24 ore prima, può essere la «espressione del popolo ucraino». I Baderisti possono essere definiti filosemiti e democratici, mentre chi abita in Ucraina orientale è un estremista che odia gli Ebrei, o è un agente dei russi.

Quando la gente in Ucraina occidentale, si butta in una campagna di terrore, omicidi e saccheggi, questa viene raccontata come una espressione della democrazia, quando il popolo dell’ est occupa gli edifici della SBU si definisce terrorismo.

Quando Yanukovich, negli Stati Uniti, è stato bloccato da manifestanti che chiedevano di non usare la forza contro il popolo e di non autorizzare, nemmeno ai poliziotti all’uso di armi bianche, quando il capo della giunta Iatseniuk affronta i manifestanti, e con moderazione encomiabile manda i carri armati, i pezzi di artiglieria e gli aerei da combattimento …..

Il referendum in Crimea invece è stato illegittimo perché l’avrebbero fatto puntando la pistola alla tempia della gente, mentre le prossime elezioni presidenziali saranno legittime anche se saranno organizzate e gestite in buona fede-neo-nazista, anche se due candidati sono stati aggrediti e non possono fare nessuna campagna elettorale.

Potrei andare avanti con gli esempi fino alla nausea, ma si arriva sempre allo stesso punto: quello che stanno dichiarando urbi et orbi gli AngloSionisti è fondamentalmente che il nero è bianco, che la terra è piatta , che 2 +2 = 3 ….. stanno facendo esattamente la stessa cosa che Krusciov fece con l’ URSS : stanno dimostrando alla loro stessa gente che non credono in niente e per loro è importante solo mantenere il proprio potere.

Ma queste cose già si sanno e non è necessario spiegarlo ancora meglio agli americani.

Secondo il mio parere personale il livello di disgusto della maggior parte degli americani verso il governo federale è già alle stelle. Certo, la maggior parte delle persone si sente impotente e crede che non ci sia nulla che si possa fare.

Quando votano per la pace ecco che ottengono più guerra .

Quando votano per meno tasse ecco che aumentano.

Quando votano per più diritti civili ecco che li restringono.

C’è un’intera generazione di americani là fuori che è disillusa e disgustata contro chi li governa, come lo erano i sovietici con chi li governava negli anni 1970 e 1980.

È interessante notare che, là fuori, c’è innegabilmente un forte movimento anti-regime di patrioti americani. Sono persone che hanno la saggezza di fare una distinzione tra, da un lato, il loro paese, la loro gente, gli ideali su cui fu originariamente fondata la società degli USA, e , dall’altro, il regime che sta a Washington DC insieme all’ 1% della popolazione (regime che lavora solo per gli interessi dell’ 1%).

Incredibile, no? L’Unione Sovietica aveva la sua nomenklatura formale, mentre gli Stati Uniti ne hanno un’altra, che rappresenta circa l’1 % della popolazione.

Vogliamo elencare dei paralleli più inquietanti ? Bene! Cominciamo :



1 ) Un bilancio militare gonfiato che porta ad un esercito inefficace
2 ) Una Intelligence disorganica, esagerata ed inefficace
3 ) Infrastrutture pubbliche fatiscenti
4 ) Un record mondiale nel rapporto abitanti e popolazione carceraria (US GULag )
5 ) Una macchina della propaganda di cui nessuno si fida più
6 ) Un movimento dissidente interno che il regime cerca di mantenere nel più oscuro silenzio
7 ) Un uso sistematico della violenza contro i cittadini
8 ) Un aumento delle tensioni tra le autorità federali e locali
9 )Una industria che esporta principalmente armi ed energia
10 ) Una popolazione che ha paura di essere spiata dai servizi di sicurezza interna
11 ) Una assimilazione sistematica del dissenso inteso come atto di spionaggio e di terrorismo
12 ) Una paranoia che vede nemici ovunque dentro e fuori dal paese
13 ) Un catastrofico eccesso di ricchezza che si estende su tutto il pianeta
14 ) La consapevolezza che l’intero pianeta odia chi comanda
15 ) Una stampa – serva e sottomessa – che non ha mai il coraggio di fare le vere domande
16 ) Un tasso altissimo di abuso di sostanze
17 ) Una generazione di giovani che non crede in nulla
18 ) Un sistema educativo in caduta libera ( … quello sovietico era molto meglio)
19 ) Un disgusto per la politica da parte del pubblico
20 ) Una corruzione generalizzata e prevalente a tutti i livelli di potere

Questi sono solo alcuni esempi che si valgono tanto per la URSS del 1980 come per gli USA del 2014. Ci sono anche un sacco di differenze, ovviamente, non c’è bisogno di elencarle qui, sono abbastanza evidenti.

Il mio punto principale è che URSS e USA non sono la stessa cosa, ma le somiglianze tra i due sistemi diventano sempre più inquietanti e numerose.

In conclusione e per farla breve : quello che gli AngloSionisti stanno difendendo apertamente e pubblicamente in Ucraina è esattamente l’ opposto di quello che dovrebbero difendere. Questo è un comportamento estremamente pericoloso per qualsiasi regime e l’Impero AngloSionista non fa eccezione a questa regola.

Gli Imperi spesso crollano quando la gente si disillude e si disgusta per l’enorme discrepanza tra quello che le élite dominanti dicono e quello che fanno e, di conseguenza, il problema che deve affrontare l’Impero non sono dei nemici troppo forti, ma solo il fatto che non troverà più nessuno che sia più disposto a difenderlo – nessuno più disposto a morire per difenderlo –

Basta leggere questa frase :

( in Ucraina ) “Barack Obama e il Partito Democratico appoggiano il razzismo e il fascismo “

Incredibile , no? Ma è vero, anche se questa breve frase ha tante di quelle tensioni al suo interno da far esplodere il cervello di molti americani, soprattutto di quelli democratici. Ho scritto “ in Ucraina ” tra parentesi per contestualizzare la frase ma, naturalmente, il contesto non ha nessuna importanza. Non si può parlare di politiche liberali in patria e sostenere il fascismo all’estero.

Non si può essere un anti-razzista che sostiene il razzismo, perché il razzismo è lo stesso ovunque si trovi. I valori se sono valori veri, di cui si è convinti, valgono per tutti e dappertutto. Non è possibile essere contrari alla tortura in un paese, ma approvare la tortura in un altro paese. E’ ridicolo. Pertanto mi permetto di ribadire la frase di cui sopra, questa volta senza il contesto tra parentesi :

- “Barack Obama e il Partito Democratico sono dalla parte del razzismo e del fascismo “

Sentiamo friggere il cervello, non è vero ? Ma naturalmente, lo stesso si può dire per McCain e il suo partito :

- ” John McCain e il partito repubblicano sono dalla parte del razzismo e del fascismo “

Fa male anche questo, no? …. e che ne dite di questo :

- ” L’UE è dalla parte del razzismo e del fascismo “

Oppure, meglio ancora :

- ” L’ADL e il Centro Weisenthal sono dalla parte del razzismo e del fascismo “

Oppure questa:

- “ Amnesty International e Human Rights Watch sono dalla parte del razzismo e il fascismo “

Piuttosto sorprendente, no? Ora proviamo ad associare quel concetto con quest’altro:

- ” Putin e la Russia sono dalla parte della democrazia, della libertà e dei diritti umani “

Beh! Questo darebbe veramente fastidio a un sacco di americani e di europei .

Ma è chiaro che questo non è il modo in cui vengono presentati gli eventi che accadono in Ucraina, e nemmeno quello in gli organi di informazione pubblici ed ufficiali presentano qualsiasi altro evento, con tutta la loro prosopopea da zombi-non-pensanti. Ma è altrettanto chiaro che non stiamo più parlando dell’URSS, e che tra la gente non ci sono solo zombi-istupiditi, ma c’è qualcuno che pensa, almeno un poco, con la propria testa. E succede che qualche volta faccia qualche battuta con gli amici: in Unione Sovietica le chiacchiere-politicamente-scorrette, di solito si facevano in cucina, negli USA si potrebbero fare davanti al barbecue (in Italia, al bar).

Naturalmente, non vedremo dimostrazioni di massa per le strade di Washington DC, la maggior parte delle persone continuerà a tirare fuori questi “pensieri criminali” in privato o tra amici fidati, ma tornando a quanto abbiamo detto e facendo un paragone tra l’URSS del 1990 e gli USA di oggi, possiamo ricordare che allora non non c’era un movimento “Occupy the Kremlin” mentre oggi negli Usa esiste un “Occupy Wall Street” molto diffuso in tutto questo enorme paese. E nemmeno ci fu un equivalente sovietico delle enormi proteste anti-WTO a Seattle. Quindi gli americano non sono più tanto passivi, come qualcuno pensa.

L’ Ucraina è lontana dagli USA, tanto che solo un sesto degli americani sa dove trovarla su una mappa. Ma le conseguenze del coinvolgimento e dell’elevata visibilità del regime degli Stati Uniti e dell’Impero AngloSionista saranno drammatiche, con l’andar del tempo. Oggi, nel suo intimo, non ci sarebbe più nessuno che vorrebbe assegnare ad Obama un premio Nobel per la pace, nemmeno se la formidabile macchina della propaganda occidentale, insieme alle più sofisticate tecniche di persuasione di Goebbels o di Suslov si muovessero insieme per nascondere per sempre la verità.

Questo il motivo per cui l’ “Impero” è tanto disperato per non riuscire ad ottenere una qualche vittoria in Ucraina. Se non riesce più ad essere rispettato, perlomeno dovrà essere temuto. Ma se l’Ucraina dovesse esplodere e la Russia dovesse ottenere oltre alla Crimea anche l’oriente del paese (cosa che sembra probabile) allora la forza di questo impero (anglo-sionista) non sarebbe più nemmeno temuta. E una volta successo questo, le sue aspettative di vita diventeranno molto, ma molto ridotte.

Quindi si: conoscere la verità rende l’uomo libero, e la verità è il più potente ammazza-imperi mai inventato. È riuscita ad abbattere l’URSS e riuscirà ad abbattere anche l’impero anglo-sionista.

È solo questione di tempo ormai.

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... li-imperi/



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MessaggioInviato: 29/04/2014, 15:27 
La bufala della cancellazione della storia dell'arte a scuola... che bufala non è!

L'ennesima brutta figura del giornalismo di regime (leggete i commenti del link per capirlo)

L'ennesima dimostrazione della cattiva informazione, fatta in malafede, da parte del mainstream mediatico al servizio del potere.

L'ennesimo attacco al nostro sistema di istruzione pubblica sempre più picconato nei suoi principi cardine... ovvero quello di creare dei "cittadini consapevoli"

IO non ho mai creduto al teorema di una scuola che dovesse servire per "entrare nel mondo del lavoro"... ho sempre auspicato una scuola che educasse ad essere "cittadini consapevoli" contro l'ignoranza. Purtroppo ci hanno abituato a credere che era più importante il "lavoro" rispetto al "senso critico"... e i risultati, nella società contemporanea, ahimè, si vedono tutti...

[V]

http://www.qelsi.it/2014/la-bufala-dell ... -a-scuola/

Cita:
La bufala della cancellazione della storia dell’arte a scuola

Immagine

Ha cominciato a diffondersi a macchia d’olio ai tempi dell’odiata ministro Gelmini, da allora viene sporadicamente riproposta. La bufala della storia dell’Arte cancellata, persino al Liceo, è uno dei tormentoni preferiti di facebook e twitter in questi giorni. Ed è sempre la stessa, solo un po’ aggiornata: ogni volta che il Ministro in carica decide di non reintegrare le ore cancellate, o meglio rimodulate, dalla riforma Gelmini, qualche buontempone ripropone lo “scandalo” della storia dell’Arte che non si studia più a scuola, neppure nei Licei. Con grande coerenza, peraltro: se si sostiene che il ministro Gelmini abbia cancellato con un colpo di spugna lo studio della storia dell’Arte, non si può certo fare retromarcia. Bisogna essere coerenti anche nelle bugie.

Il punto è che tale bufala era già stata smascherata, con una nota diffusa dallo stesso Ministero dell’Istruzione:

Cita:
...La presunta riduzione di ore di storia dell’arte non trova alcun riscontro nei nuovi programmi introdotti con la Riforma della scuola secondaria di secondo grado. Rispetto infatti al precedente ordinamento nel liceo scientifico il totale delle ore dedicate alla storia dell’arte, integrato con il disegno tecnico, è rimasto assolutamente invariato anche se l’orario è stato rimodulato.

Nel liceo classico il vecchio ordinamento prevedeva un’ora di storia dell’arte in terza e quarta e due ore in quinta. Dopo la Riforma le ore di storia dell’arte sono state aumentate a due per tutti gli anni del triennio.

La Riforma ha inoltre esteso lo studio della storia dell’arte inserendola in tutti i programmi dei nuovi licei che sono stati creati: il Liceo delle scienze umane, il Liceo Linguistico, il Liceo Musicale oltre naturalmente il Liceo artistico che è stato profondamente riorganizzato. Anche nelle scuole medie, dopo la Riforma Moratti, era stata inserita l’ “educazione artistica” che prevede non solo il disegno ma anche elementi di storia dell’arte.

Non c’è stata alcuna riduzione nei programmi della scuola media per questa disciplina. Nelle scuole secondarie superiori non può essere fatto alcun confronto organico con la miriade di sperimentazioni (oltre 800) che avevano numerosi modelli orari e si differenziavano l’uno dall’altro sia nelle ore che nelle discipline, rispetto agli ordinamenti sui quali è intervenuta la Riforma.


Il sito Bufale un tanto al chilo fa qualcosa di meglio: pubblica uno specchietto che illustra le ore di lezione dedicate alla storia dell’Arte in ogni Istituto. Eccolo:

Cita:
Liceo Artistico: 99 ore all’anno per il quinquennio
Liceo Classico: 66 ore all’anno per il triennio
Liceo Linguistico: 66 ore all’anno per il triennio
Liceo Musicale: 66 ore all’anno per il quinquennio
Liceo Scientifico: 66 ore all’anno per il quinquennio
Liceo Scienze Umane: 66 ore all’anno per il triennio


Cancellata? E’ vero il contrario. Chi scrive, ad esempio, ha frequentato il Liceo Classico, non è più di primo pelo (classe ’80) e si ricorda di aver avuto l’onore di seguire le lezioni di storia dell’Arte per un’ora alla settimana sono nell’ultimo triennio di Liceo, in quanto nei primi due anni di Ginnasio la materia non era prevista.

Le generazioni successive, proprio in virtù della riforma Gelmini, possono beneficiare di due ore alla settimana di storia dell’Arte nell’ultimo triennio di Liceo.

Davvero inspiegabile che una semplice rimodulazione di ore si sia trasformata in una cancellazione delle lezioni di storia dell’arte. Forse, nei piani di chi l’ha diffusa, i destinatari di tale bufala avrebbero dovuto essere persone non scolarizzate o che non hanno figli che frequentano le scuole medie superiori.

http://www.qelsi.it/2014/la-bufala-dell ... -a-scuola/


....

Peccato per l'autore che alcune persone, grazie a internet, non siano così idiote da cadere nella trappola della disinformazione perpetrata dai servi di regime.

Leggete i commenti sotto riportati dal suddetto sito (penso e spero possano essere pubblicati sul forum, in caso contrario chiedo ai mod di oscurare i nomi degli autori dei commenti)

Cita:

Edmondo Febbrari
7 febbraio 2014 il 1:37 am
La scuola non e’ fatta solo di licei, esistono anche gli istituti tecnici e professionali che rilasciano diplomi altrettanto validi per il mondo del lavoro o per accedere all’universita’. All’alberghiero Storia dell’Arte e’ stata completamente cancellata! Nei tecnici era presente in pochi istituti e le ore sono state ridotte.

Riccardo Ghezzi - Autore
7 febbraio 2014 il 8:02 am
Sì certamente, ma sulla decisione della Gelmini di aumentare le ore di storia dell’arte al Liceo e diminuirla negli istituti tecnici direi che non ci sia nulla da eccepire

Vinia Mattioli
7 febbraio 2014 il 2:09 pm
Indipendentemente dal giudizio di merito se sia giusto o meno cancellare la storia dell’arte dagli istituti tecnici e professionali (per esempio io personalmente ci trovo da eccepire) gridare alla bufala citando come controesempio un fatto parziale non mi sembra professionale (da parte di un giornalista), ma mi pare serva solo a creare disinformazione e caos sul fatto reale

Riccardo Ghezzi - Autore
12 febbraio 2014 il 12:48 am
Una bufala è una notizia non vera. Se non è stata cancellata la storia dell’arte a scuola, diffondere informazioni contrarie significa promuovere bufale. Tanto più che, se anche fosse, la notizia sarebbe vecchia

Ermes Uguccioni
8 febbraio 2014 il 11:21 am
Basta che nella riduzione, non sia compresi gli ITT (Istituti Tecnici per il Turismo), che sono il principale sbocco per chi lavora nel turismo, insieme all’alberghiero. Solo che, mentre a camerieri, baristi e cuochi, si può perdonare se non sanno distinguere Michelangelo da Raffaello, a receptionist, segretarie d’azienda, commesse e responsabili di agenzie di viaggi, guide turistiche… diventa più difficile accettare tale ignoranza.

Riccardo Ghezzi - Autore
12 febbraio 2014 il 7:26 am
L’Istituto Tecnico per il Turismo attualmente, e quindi dopo la riforma Gelmini, prevede nel suo piano studi due ore alla settimana di “Arte e territorio”, nell’ultimo triennio. Quindi 66 ore all’anno nell’ultimo triennio, proprio come il Liceo Classico

paola
12 febbraio 2014 il 12:30 am
Non capisco il senso della frase: che vuol dire che non c’è nulla da eccepire? Cioè che si tratta di una decisione ineccepibile?

Riccardo Ghezzi - Autore
12 febbraio 2014 il 12:58 am
A mio parere sì

paola
12 febbraio 2014 il 12:37 am
Preso atto del diverso trattamento riservato a Licei e a Istituti tecnici, chiedo: che vuol dire la frase “Anche nelle scuole medie, dopo la Riforma Moratti, era stata inserita l’ “educazione artistica” che prevede non solo il disegno ma anche elementi di storia dell’arte.” Ricordo che la materia detta “Educazione artistica”, concepita nel modo descritto, esisteva già, almeno, dal 1970-71. Prima non so, perché facevo la V elementare, e reputo in questo contesto non indispensabile rinfrescarmi la memoria sulla riforma delle medie inferiori e sui relativi programmi. Encomiabile la redazione della tabella delle ore dedicate alla storia dell’arte nelle medie superiori liceali, ma lo stesso amor di precisione dovrebbe poter essere applicato anche agli altri punti trattati.

Riccardo Ghezzi - Autore
12 febbraio 2014 il 12:57 am
Io sono nato nel 1980, come scritto nell’articolo. Ho frequentato le scuole medie inferiori dal ’91 al ’94, poco prima della riforma Moratti, e facevo educazione artistica intesa come disegno e non come studio della storia dell’arte, ricordo benissimo. E sinceramente nemmeno sapevo che la riforma Moratti avesse modificato la materia in tal senso, iniziativa intelligente a mio parere. Anche io vado a memoria, ma con sicurezza. Se Lei ricorda bene, l’unica spiegazione è che dal ’70 al ’91 qualcosa sia cambiato e la Moratti abbia poi optato per un ritorno al passato. Altre ipotesi non ci sono

gabriele
15 febbraio 2014 il 9:22 pm
io ho iniziato le superiori nel 93 e i tre anni prina delle medie confermo quanto detto da paola, con “educazione artistica” oltre al disegno c’era anche storia dell’arte.


Praticamente, grazie a internet, l'autore di tale mistificazione è stato spu**anato in diretta!!!

E sapete perché mi scaldo tanto? (e mi scuso di questo con i mod)

Punto primo perché io sono coetaneo dell'autore dell'articolo E SO BENISSIMO che alle medie inferiori si faceva già storia dell'arte... quindi vorrei capire dove ha studiato l'amico Ghezzi, sempre che non stia mentendo sapendo di mentire.

Secondo perché in gioventù, al liceo, facemmo uno scambio culturale con una scuola di pari livello di un altro paese europeo e ricordo bene l'impressione che ci fecero i nostri coetanei stranieri... senza offesa ma sembravano analfabeti rispetto a noi. E questo nonostante già si dicesse che il nostro sistema scolastico fosse arretrato e inadeguato: BALLE!

E' ora, semmai, dopo le prime riforme del 1998, che il nostro sistema scolastico superiore e universitario è totalmente inadeguato, e questo per voler rincorrere a tutti i costi il motto che la scuola deve preparare al mondo del lavoro... BALLE ANCHE QUESTE!

La scuola dovrebbe preparare una persona ad essere CITTADINO consapevole e dotato di senso critico e non a preparare al mondo del lavoro specialmente quando lavoro non ce n'è! (che poi non si capisce nemmeno cosa voglia esprimere questo concetto... sapere digitare tre numeri su excel prepara forse al mondo del lavoro?!?!)

Studiare Schopenhauer certo non aiuta a entrare nel mondo del lavoro... ma che mondo triste sarebbe senza studiare questi autori, comprendere la bellezza di un dipinto o di una poesia, o, perché no?, il bello che si nasconde dietro la perfezione di una regola matematica...

[8]

Terzo, perché sono arcistufo di vedere la Verità così violentata per far posto alle menzogne di regime spacciate per verità da supponenti cialtroni sedicenti uomini di cultura.

Un consiglio all'autore del suddetto articolo... si studi Goethe... scoprirà che "Non c'è peggior schiavo di colui che è falsamente convinto di essere libero"

Scusate lo sfogo... censurate pure se dovesse essere necessario per la tutela del forum...

[B)]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 29/04/2014, 15:44, modificato 1 volta in totale.


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