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MessaggioInviato: 03/09/2014, 01:21 
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Ebola: Msf, stiamo perdendo battaglia, inviare anche militari in Africa


I leader mondiali stanno fallendo nell'affrontare la peggiore epidemia di Ebola mai registrata. Gli Stati che hanno capacità di risposta ai disastri biologici, devono immediatamente inviare materiali e personale in Africa occidentale, inclusi apparati medici civili e militari. A chiederlo è Medici senza frontiere, il cui presidente, Joanne Liu, ha scattato una fotografia a tinte sempre più fosche dell'emergenza: operatori sanitari che muoiono, pazienti che vengono lasciati senza cura e cadaveri infetti per le strade.

Secondo Liu, intervenuta a un vertice a New York, sebbene i campanelli d'allarme stiano suonando da 6 mesi, la risposta finora è stata davvero scarsa e tardiva. Tanto che a oggi nessun nuovo vaccino o farmaco sarebbe in grado di impedire l'escalation del disastro umanitario, riporta il 'Guardian'. "In Africa occidentale, i casi e le morti continuano ad aumentare", ha detto. "Ci sono continue rivolte, i centri di isolamento sono sopraffatti. Gli operatori sanitari che combattono in prima linea si stanno infettando e stanno morendo in numeri scioccanti.

Altri sono fuggiti per la paura, lasciando le persone senza cura anche per le malattie più comuni. Interi sistemi sanitari sono crollati. E' impossibile tenere il passo con il numero di persone infette che si stanno riversando nelle poche strutture. In Sierra Leone, corpi infetti marciscono nelle strade. Quindi piuttosto che costruire nuovi centri di cura dell'Ebola in Liberia, siamo costretti a costruire forni crematori".

L'Organizzazione mondiale della sanità ha stimato la scorsa settimana che 20.000 persone in Guinea, Liberia e Sierra Leone sono state contagiate dal virus mortale in tre mesi. Msf ha raddoppiato il suo staff di medici volontari nella regione, ma non è in grado di far fronte da sola all'emergenza. Secondo Liu, l'epidemia può essere fermato solo se i governi invieranno squadre a rischio biologico e attrezzature. "Molti degli Stati membri hanno investito massicciamente nella risposta alle minacce biologiche", ha detto rivolgendosi alle Nazioni Unite. "C'è una responsabilità politica e umanitaria di utilizzare immediatamente queste risorse nei Paesi colpiti da Ebola. Per arginare l'epidemia, è imperativo che gli Stati implementino attività civili e militari con esperienza nel contenimento del rischio biologico. Vi chiedo di inviare i vostri team specializzati nella risposta alle catastrofi in stretta collaborazione con i Paesi interessati. Senza questo, non terremo mai l'epidemia sotto controllo". "Dopo sei mesi della peggiore epidemia di Ebola nella storia, il mondo sta perdendo la battaglia per arginarla. I leader mondiali stanno fallendo nell'affrontare questa minaccia transnazionale.", ha continuato Liu.

"L'annuncio dell'Oms dell'8 agosto, che definiva l'epidemia 'un'emergenza di salute pubblica di interesse internazionale', non ha portato a un'azione decisiva: gli Stati si sono sostanzialmente uniti in una coalizione dell'inazione'', è la denuncia di Liu. E ancora: ''Dichiarare la disponibilità di fondi e inviare qualche esperto non basta. Gli Stati con le capacità adeguate hanno la responsabilità politica e umanitaria di farsi avanti e offrire una risposta concreta e disperatamente necessaria al disastro che si sta sviluppando sotto gli occhi di tutto il mondo. Invece di limitare la loro attenzione al potenziale arrivo di un paziente infetto nei loro paesi, dovrebbero cogliere l'opportunità unica di salvare vite umane dove è immediatamente necessario, ovvero in Africa occidentale". A Monrovia, in Liberia, per esempio, sono necessari e urgenti nuovi centri per il trattamento dell'Ebola con strutture di isolamento adeguate e staff qualificato. La fila di pazienti continua ad aumentare di fronte al centro Elwa 3 in continua espansione, che ora contiene 160 letti. Si stima che siano necessari altri 800 letti nella sola Monrovia. L'equipe di Msf è oberata di lavoro e non può offrire più che cure palliative.

"Ogni giorno dobbiamo mandare via gente malata perché non abbiamo più posti letto - dice Stefan Liljegren, il coordinatore Msf del centro Elwa 3. "Ho dovuto dire agli autisti dell'ambulanza di chiamarmi prima di arrivare con i pazienti, non importa quanto siano gravi, perché spesso ci troviamo nella condizione di non poterli ricoverare". "Il tempo stringe e l'Ebola sta vincendo - conclude Joanne Liu - il tempo per le riunioni e la pianificazione è finito. È il momento di agire. Ogni giorno di inazione significa più morti e il collasso delle società colpite". Msf ha avviato il suo intervento contro l'Ebola in Africa occidentale nel marzo 2014 e al momento lavora in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. L'organizzazione gestisce 5 centri per l'Ebola con una capacità totale di 480 letti. Da marzo, Msf ha ricoverato 2.077 persone, di cui 1.038 sono risultate positive all'Ebola e 241 sono guarite. Msf ha impiegato nella regione 156 operatori internazionali oltre a 1700 operatori locali.


http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2 ... refresh_ce


Ultima modifica di vimana131 il 03/09/2014, 01:32, modificato 1 volta in totale.

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Allarme Ebola in Italia, due casi sospetti
a Padova. Esami in corso, cresce la paura


Mercoledì 3 Settembre 2014

PADOVA - Dopo Bologna, Varese, Gallarate, anche il Veneto registra i primi casi sospetti di ebola, la febbre emorragica grave che sta affliggendo l'Africa, dall'esordio improvviso e il decorso acuto, caratterizzata da emorragie, sanguinamenti, petecchie, epistassi. A due giorni dall'invio a tutti i poli sanitari del Veneto delle stringenti linee-guida regionali per fronteggiare un ipotetico contagio in Azienda ospedaliera di Padova ieri il protocollo è scattato in tutta la sua completezza di fronte a due pazienti, un nigeriano e un istriano, colpiti da febbre alta e con sintomi dubbi. Messi immediatamente in isolamento in stanze singole, i due sono stati oggetto di approfondimenti diagnostici serrati.
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/casi_so ... 6802.shtml


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dai che tra un paio di mesi ci saranno abbastanza numeri per rendere la produzione del vaccino remunerativa! :)



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 04/09/2014, 07:59 
PADOVA: ESCLUSA L'EBOLA

I malati ricoverati ieri a Padova.
Uno ha la malaria.
L'altro stanno aspettando i risultati, ma è probabile che sia sempre malaria.

http://m.ilgiornaledivicenza.it/stories ... esi_ebola/


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MessaggioInviato: 06/09/2014, 12:28 
shtfplan.com

Anche se le notizie sul virus Ebola sono state praticamente sospese, dopo che il mese scorso due operatori sanitari americani sono stati ricoverati in strutture statunitensi, il contagio mortale continua a diffondersi. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre il 40% di tutti i casi di Ebola si sono verificati finora solo negli ultimi tre mesi, il che indica che il virus sta continuando la sua corsa.

Il medico Alessandro Vespignani della Northeastern University di Boston, è uno dei tanti ricercatori che stanno tentando di capire quanto potrà diffondersi l’Ebola e in che modo potrà riguardare le persone di tutto il mondo. In base ai suoi dati, ci saranno 10.000 casi nel settembre di quest'anno e da qui si potrà solo peggiorare.


ebola

(Un modello creato da Alessandro Vespignani e suoi colleghi, indica che, con la sua attuale diffusione, Ebola potrà infettare fino a 10.000 persone entro il 24 settembre prossimo. Altri modelli suggeriscono fino a 100.000 infetti a livello globale entro dicembre di quest'anno. L'area ombreggiata rappresenta il range di variabilità.)


Estrapolando le tendenze attuali, il numero dei malati e dei morenti sale rapidamente a 3,000 casi e a 1,500 decessi su circa 10,000 casi entro il 24 settembre, e centinaia di migliaia nei mesi successivi. "I numeri sono davvero spaventosi," dice, anche se sottolinea che il modello non tiene conto di un auspicabile rafforzamento significativo degli sforzi di contenimento. “Ci auguriamo tutti che questo non accada" scrive Vespigani in una mail.

Vespignani non è il solo che sta cercando di prevedere in che modo potrà progredire quest’epidemia senza precedenti. La scorsa settimana, l’ OMS ha stimato che il numero dei casi, alla fine, potrà superare i 20.000. E gli scienziati di tutto il mondo si stanno affannando a creare modelli informatici che descrivano con precisione la diffusione del virus mortale. Non tutti suonano tetri quanto il Vespignani. Tuttavia, tutti i creatori di modelli concordano sul fatto che gli attuali sforzi per contenere l'epidemia non sono sufficienti a fermare la corsa dell’agente patogeno mortale.

"Se l'epidemia in Liberia dovesse continuare al passo attuale, al 1 ° dicembre di quest’anno il numero totale di casi supererà i 100.000" - prevede Althaus. Riconosce, tuttavia, che le previsioni a lungo termine sono soggette a errori.
Vespignani ha analizzato la probabilità che Ebola si diffonda in altri paesi. Utilizzando i dati su milioni di viaggiatori di aerei e pendolari e sui modelli di mobilità, sulla base dei dati provenienti da censimenti e dispositivi mobili, ha costruito un modello mondiale, in cui poter introdurre Ebola e quindi eseguire centinaia di migliaia di simulazioni. In generale, la possibilità di un'ulteriore diffusione oltre l'Africa occidentale è minima, dice Vespignani, ma il rischio cresce con l'entità dell'epidemia.

Secondo il modello, Ghana, Regno Unito e Stati Uniti sono tra i paesi più esposti a una prima entrata del virus.

Fonte: Science Mag e WHO via Investment Watch

Anche se ricercatori e funzionari sperano che questo “non accadrà”, resta il fatto che Ebola ha iniziato a diffondersi fin da quanto è stato identificato, all’inizio di quest’anno. E ora continua a propagarsi in città africane densamente popolate, come Lagos, in Nigeria.

Il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) e gli ospedali statunitensi sostengono che la probabilità della diffusione di Ebola negli Stati Uniti resta “estremamente bassa", ma questo non li ha fermati dal predisporre dei protocolli di controllo delle infezioni, necessari a causa dei tassi estremamente elevati di mortalità associati a coloro che contraggono il virus.
Gli ospedali di tutta la California del sud si stanno preparando ai potenziali casi di Ebola, anche se continuano a rassicurare i pazienti e gli operatori sanitari che il rischio è molto basso.

I funzionari della sanità pubblica dicono che con le giuste procedure di isolamento e di controllo delle infezioni, tutti gli ospedali saranno in grado di gestire in modo sicuro un paziente con Ebola, senza esporre il personale o gli altri pazienti.
"Abbiamo in ogni caso l'infrastruttura necessaria, poiché gestiamo cose simili ogni giorno: tubercolosi, influenza, morbillo e pertosse ", ha detto il dottor Zachary Rubin, direttore medico di epidemiologia clinica e prevenzione delle infezioni presso l’ UCLA. "Anche se Ebola fa notizia, è un lavoro che facciamo da sempre ogni giorno”.

Le raccomandazioni su Ebola rivolte dal CDC agli ospedali comprendono una serie di misure quali: camere singole per i pazienti, rivestimenti protettivi per il personale, e, per quanto possibile, un limitato uso di aghi per prevenire la trasmissione.

"Nel contesto delle malattie globali, la probabilità che Ebola arrivi negli Stati Uniti o all’UCI Medical Center è talmente bassa che non ci aspettiamo che accada” ha detto Gohil.

"Tuttavia, la mortalità è talmente alta e le possibilità di viaggi nel mondo sono talmente elevate che dobbiamo in ogni caso essere pronti. Una delle prime cose da fare è quella di rassicurare il proprio staff e i propri pazienti che la situazione è totalmente gestibile”.

Fonte: Los Angeles Register

Gli esperti dicono che il virus non si diffonde per via aerea come l'influenza o il morbillo. Tuttavia, ci sono alcune indicazioni che l’attuale ceppo del virus può essere mutante. Il mese scorso un avvertimento lanciato dal CDC segnalava che può esserci anche trasmissione via aerea attraverso i materiali infetti da Ebola.

Si invita, inoltre, il personale delle compagnie aeree a fornire mascherine chirurgiche per le potenziali vittime di Ebola in modo "da ridurre il numero di goccioline espulse nell'aria mentre si parla, si starnutisce o si tossisce”.

Il CDC sta anche sollecitando gli addetti alle pulizia delle compagnie aeree a “non usare aria compressa, che potrebbe diffondere materiale infetto attraverso l'aria." (la sottolineatura l’ho aggiunta io).

E’ comprensibile la preoccupazione del CDC per la diffusione di Ebola per via aere alla luce dell’esperimento condotto nel 2012 da scienziati Canadesi che dimostrò che “il virus può essere trasmesso per via aerea da specie a specie”.

Al momento attuale è troppo presto per sapere se gli sforzi compiuti dai funzionari della sanità africani, europei e statunitensi saranno abbastanza efficaci da fermare il virus. Ci sono chiari segnali che continuerà a diffondersi, come ha fatto nel corso dell’ultimo anno.

I modelli della malattia, basati su densità demografica e mobilità, mostrano che è solo una questione di tempo prima che l’infezione entri negli Stati Uniti.

Nell’ipotesi che una sola persona dell’emisfero occidentale lo contragga, c’è la possibilità di contagio ad altri soggetti.

Gli ospedali negli Stati Uniti possono anche predisporre dei protocolli di isolamento, ma il Messico? Il confine meridionale è stato lasciato completamente esposto. Con spazi ristretti su treni e camion che trasportano centinaia o migliaia di migranti e le condizioni insalubri, è del tutto possibile che un singolo individuo infetto possa trasmettere il virus a decine di altri, che a loro volta si disperderanno nelle varie città, non appena raggiunto il suolo americano.

E questo non comprende neanche i milioni di viaggiatori in arrivo e in partenza negli aeroporti degli Stati Uniti da costa a costa e su base quotidiana.

Il CDC e i funzionari della sanità degli Stati Uniti possono essere convinti di essere in grado di contenere il fenomeno, ma ogni sforzo finora compiuto nel mondo in casi come questo, finora ha fallito.

Inoltre, qualora si verificasse un focolaio di Ebola negli Stati Uniti, il panico che ne deriverebbe supererebbe persino quello a cui abbiamo assistito durante l’influenza H1N1 pochi anni fa. A causa del suo alto tasso di mortalità, oltre il 25% degli americani adulti teme che il virus possa diffondersi ad un familiare o un amico. Questo suggerisce che al primo segnale di contagio sulle coste degli Stati Uniti si scatenerà la corsa alle forniture mediche, una volta che il virus diventa una realtà sul proprio territorio.

Il sistema sanitario potrebbe risultarne improvvisamente sopraffatto e le forniture mediche iniziare a scarseggiare, a causa della corsa frenetica di americani terrorizzati all’accaparramento di maschere facciali N-100 approvate dall’OMS e di tute protettive.

La migliore prevenzione inizia in casa propria e sarà importante rifornirsi per tempo di presidi e forniture pandemiche, come dice Tess Pennington, autrice di The Prepper’s Blueprint. Alcune delle cose che la Pennington elenca si potrebbero già acquistare fin da ora – prima che si scateni il panico – dai supermercati, dal ferramenta o online…

Pennington raccomanda di prepararsi non soltanto per prevenire l’infezione, ma perchè ciò avrà un impatto positivo su tutto il quadro generale dell’economia e delle operazioni che il governo dovrà compiere.

Avere un’informazione di prima mano dei protocolli del governo prima che si verifichi un’emergenza di questa natura sarà utile ad anticipare gli eventi. Sapere da subito che nel momento in cui la popolazione si trovasse a dover affrontare una pandemia la nostra vita cambierà drasticamente, può aiutare a fare scelte migliori per il bene della vostra famiglia.

Alcuni di questi cambiamenti potrebbero essere:


• Scarsità o chiusura di esercizi commerciali
• Collasso delle infrastrutture di base: comunicazioni, trasporti pubblici, catene di distribuzione
• Interruzione nel pagamento degli stipendi
• Penuria di personale in ospedali e cliniche
• Interruzione dei servizi pubblici, chiusura di scuole, luoghi di lavoro, impianti sportivi; sospensione di eventi sportivi e funzioni religiose
• Quarantene volontarie o disposte dal governo

Tra le altre sue indicazioni per la creazione di una camera virale, Tess consiglia anche una “lista della spesa” .delle cose fondamentali da avere con sé in caso di pandemia:

Lista della spesa – cose di cui rifornirsi in caso di pandemia:


• Mascherine facciali N-100 (di qualità approvata dall’OMS)
• Guanti in latex
• Tute in Tyvek
• Paraocchi protettivi
• Fluidi ed elettroliti
• antidolorifici
• igienizzanti per le mani
• Teli di plastica
• Sacchi per i rifiuti
• Scorte di cibo in casa nell’eventualità di chiusura di alcuni esercizi commerciali.
• Cliccare qui per leggere tutta la lista delle cose necessarie in caso di pandemia

Non possiamo essere certi al 100% di quello che sarà, specialmente quando trattiamo di situazioni anomale come le pandemie. Ma potrebbe anche accadere che i centralini degli ospedali a un certo punto possano andare in tilt, che spariscano degli alimenti dagli scaffali dei supermercati e che la maggioranza della gente non sappia cosa debba fare.
Possiamo, tuttavia, prepararci con materiali, presidi e procedure adeguate e con l’informazione necessaria per aumentare la nostra capacità di prevenire il contagio dalle persone più vicini a noi, ed usando tutte le accortezze del caso nel momento in cui il contagio si diffonderà.

Marc Slavo

Fonte: http://www.shtfplan.com

Link: http://www.shtfplan.com/headline-news/u ... y_09012014

1.09.2014



Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63


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MessaggioInviato: 08/09/2014, 19:52 
Incubo Ebola in Africa, l'OMS: "Migliaia di casi
in Liberia". A rischio 22 milioni di persone



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Lunedì 8 Settembre 2014

OXFORD - Allarme Ebola in Africa. «Nelle prossime tre settimane ci saranno migliaia di nuovi casi in Liberia».
Lo afferma l'Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report, sottolineando la necessità che i Paesi partner si preparino ad un «aumento esponenziale» dei casi di Ebola nei Paesi dove è attualmente intensa la trasmissione del virus.
Gli interventi convenzionali per il controllo dell'epidemia di Ebola, avverte l'Oms, «non stanno avendo un impatto adeguato in Liberia, sebbene sembra si stiano dimostrando efficaci in altre aree dove la diffusione del virus è limitata, come Nigeria, Senegal e Congo». L'Oms afferma dunque la necessità di maggiori aiuti internazionali: «I Paesi che stanno attualmente supportando la risposta contro Ebola in Liberia e altrove - avverte l'Organizzazione mondiale della sanità - devono prepararsi ad intensificare i loro attuali sforzi di 3-4 volte». Nella capitale Monrovia, sottolinea ancora l'Oms, «taxi stipati di intere famiglie, con membri che si pensano essere stati infettati dal virus Ebola, attraversano la città alla ricerca di un letto per il ricovero. Ma non ci sono posti liberi. Lo staff Oms in Liberia conferma che nessun letto libero per il ricovero e trattamento di Ebola è ormai disponibile nel Paese». Proprio tali mezzi ed i taxi in particolare rappresentano dunque un «potenziale mezzo di trasmissione del virus». Un'altra necessità urgente, sottolinea l'Oms, è inoltre trovare un tetto ai tanti orfani a causa dell'epidemia. La Liberia registra attualmente il più alto numero di casi e decessi: ad oggi si registrano, infatti, circa 2.000 casi ed oltre 1.000 morti.

22 MILIONI DI PERSONE A RISCHIO
Ci sono almeno 22 milioni di persone in 20 paesi africani, che rischiano di contrarre l'Ebola e sviluppare un'epidemia. Lo rileva una mappa elaborata da un team di ricercatori internazionali guidati dall'università di Oxford, pubblicata sulla rivista eLife, che allarga di molto il raggio di azione del virus rispetto a quelle precedenti. Tutte le epidemie di Ebola negli anni passati hanno interessato l'Africa centrale, sottolineano gli autori, mentre nessuno aveva mai messo la Guinea, da dove è partita quella attuale, fra i paesi a rischio. Per determinare i paesi in cui sono presenti le condizioni che possono 'accendere' è un focolaio i ricercatori hanno analizzato i dati dei circa 30 casi di trasmissione da animale a uomo conosciuti, che hanno riguardato diverse specie di primati, i pipistrelli ma anche antilopi e porcospini in sette paesi. A partire dai dati di temperatura, umidità e diffusione degli animali dei casi noti sono state ricavate tutte le zone africane che potrebbero essere compatibili con la trasmissione del virus, aggiungendo così un'altra quindicina di paesi a quelli già interessati, dall'Etiopia al Madagascar passando per l'Angola. «Lo studio ha dimostrato che la popolazione che vive nelle zone a rischio è maggiore, più mobile e meglio connessa dal punto di vista internazionale rispetto al momento in cui il virus è stato osservato per la prima volta - scrivono gli esperti - la zona a rischio è quindi molto più ampia di quanto si era calcolato in passato».
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MessaggioInviato: 09/09/2014, 15:25 
Ebola, allarme nelle Marche:
donna ricoverata a Civitanova

CIVITANOVA - Allarme per un sospetto caso di ebola nelle Marche. Un paziente con i sintomi della malattia è ricoverato all'ospedale di Civitanova. Si tratta di una donna nigeriana di 40 anni, tornata da una settimana dalla Nigeria, residente in città. Ha la febbre e sintomi della malattia. La notizia viene confermata dalla Asur di Macerata. In questo momento la paziente viente trasferita all'ospedale di Ancona.

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MessaggioInviato: 09/09/2014, 17:17 
..a proposito non era la lorenzin che affermava che in italia non ci sono problemi......[;)]


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MessaggioInviato: 12/09/2014, 10:47 
[Clicca e scopri il significato del termine: Il vaccino contro Ebola funziona: in una sperimentazione sui macachi, si è riusciti a indurre un'immunità al lungo termine nei confronti del ceppo Zaire, uno dei più letali, che si sta attualmente diffondendo in diversi paesi dell'Africa orientale. Lo annunciano su “Nature Medicine” Daphne A Stanley dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti a Bethesda, nel Maryland, e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale di cui fanno parte l'università Federico II di Napoli, il Centro Ingegneria Genetica (CEINGE) di Napoli e la società biofarmaceutica Okairos, specializzata in vaccini. Il vaccino – il primo ad aver dimostrato protezione dal virus a 10 mesi dalla somministrazione, contro le 4-5 settimane dei trial precedenti – utilizza come vettore anche il ChAd3, cioè il virus del raffreddore dello scimpanzé, lo stesso che sta per essere sperimentato sull'essere umano in uno studio di fase 1, annunciato solo pochi giorni fa. La scelta è caduta su ChAd3, invece che su un adenovirus umano, per una regione precisa. Un adenovirus umano, nella fattispecie l'rAd5, ha già dimostrato di indurre immunoprotezione da Ebola nei macachi, ma molti esseri umani sono giù stati esposti ad adenovirus e perciò il loro sistema immunitario è preparato a neutralizzarli. Di conseguenza, un vaccino basato su rAd5 non sarebbe efficace. ] Il vaccino contro Ebola funziona: in una sperimentazione sui macachi, si è riusciti a indurre un'immunità al lungo termine nei confronti del ceppo Zaire, uno dei più letali, che si sta attualmente diffondendo in diversi paesi dell'Africa orientale.

Lo annunciano su “Nature Medicine” Daphne A Stanley dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti a Bethesda, nel Maryland, e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale di cui fanno parte l'università Federico II di Napoli, il Centro Ingegneria Genetica (CEINGE) di Napoli e la società biofarmaceutica Okairos, specializzata in vaccini.

Il vaccino – il primo ad aver dimostrato protezione dal virus a 10 mesi dalla somministrazione, contro le 4-5 settimane dei trial precedenti – utilizza come vettore anche il ChAd3, cioè il virus del raffreddore dello scimpanzé, lo stesso che sta per essere sperimentato sull'essere umano in uno studio di fase 1, annunciato solo pochi giorni fa.

La scelta è caduta su ChAd3, invece che su un adenovirus umano, per una regione precisa. Un adenovirus umano, nella fattispecie l'rAd5, ha già dimostrato di indurre immunoprotezione da Ebola nei macachi, ma molti esseri umani sono giù stati esposti ad adenovirus e perciò il loro sistema immunitario è preparato a neutralizzarli. Di conseguenza, un vaccino basato su rAd5 non sarebbe efficace.

[Clicca e scopri il significato del termine: Per arrivare al risultato, Stanley e colleghi hanno utilizzato la cosiddetta vaccinazione prime-boost, in cui si utilizza un primo vettore, in questo caso il ChAd3, e successivamente, a distanza di settimane, un vettore differente, in questo caso MVA (modified vaccine Ankara). I ricercatori hanno inserito all#65533;interno del capside (l#65533;involucro del virus che trasporta il materiale genetico) di entrambi i vettori frammenti di DNA di due diversi ceppi di Ebola: Zaire, il più virulento, che si sta attualmente diffondendo in Africa Orientale, e Sudan. I frammenti comprendono in particolare geni che codificano per glicoproteine innocue che, una volta iniziata l#65533;infezione, innescano la risposta immunitaria dell#65533;ospite. Dai dati raccolti, è emerso che il protocollo vaccinale utilizzato è in grado di indurre nei macachi una protezione a lungo termine nei confronti del ceppo Zaire, l#65533;unico utilizzato nella sperimentazione per infettare gli animali, ma è possibile che la protezione valga anche per il ceppo Sudan, responsabile delle epidemie di Ebola degli anni passati. Il successo della sperimentazione, concludono gli autori, consente di sperare di arrivare in breve tempo a un vaccino utilizzabile anche sull#65533;essere umano.] Per arrivare al risultato, Stanley e colleghi hanno utilizzato la cosiddetta vaccinazione prime-boost, in cui si utilizza un primo vettore, in questo caso il ChAd3, e successivamente, a distanza di settimane, un vettore differente, in questo caso MVA (modified vaccine Ankara).

I ricercatori hanno inserito all'interno del capside (l'involucro del virus che trasporta il materiale genetico) di entrambi i vettori frammenti di DNA di due diversi ceppi di Ebola: Zaire, il più virulento, che si sta attualmente diffondendo in Africa Orientale, e Sudan. I frammenti comprendono in particolare geni che codificano per glicoproteine innocue che, una volta iniziata l'infezione, innescano la risposta immunitaria dell'ospite.

Dai dati raccolti, è emerso che il protocollo vaccinale utilizzato è in grado di indurre nei macachi una protezione a lungo termine nei confronti del ceppo Zaire, l'unico utilizzato nella sperimentazione per infettare gli animali, ma è possibile che la protezione valga anche per il ceppo Sudan, responsabile delle epidemie di Ebola degli anni passati.

Il successo della sperimentazione, concludono gli autori, consente di sperare di arrivare in breve tempo a un vaccino utilizzabile anche sull'essere umano.

http://www.lescienze.it/news/2014/09/08 ... 12-09-2014


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Ebola, paura per le mutazioni del virus


La storia dell’epidemia di ebola che si è abbattuta nell’Africa occidentale racconta già, nei numeri, quanto sia difficile combattere una malattia contro cui l’unica arma è la prevenzione, in attesa di una cura che possa dirsi tale. Non si arrestano infatti il contagio, ormai prossimo ai 5mila casi, né i morti, che sono arrivati a 2.400 nei paesi più colpiti (Guinea, Sierra Leone e Liberia). Ma le cose potrebbero addirittura andar peggio. Perché, senza creare allarmismi, ci sono almeno due fattori che potrebbero acuire l’epidemia, come racconta anche il New York Times.

Il primo ha a che fare con il rischio diffusione, in particolare col pericolo che il virus raggiunga non solo altri paesi, ma in modo particolare le grandi città dei paesi in via di sviluppo. Infatti un conto è cercare di arginare la malattia nei villaggi, altro farlo nelle città, come potrebbero essere Lagos, Nairobi, Kinshasa o Mogadiscio.

Il secondo fattore che potrebbe far peggiorare, e di molto, la situazione, è invece strettamente legato al virus, con la paura che possa trasformarsi in un patogeno trasmissibile per via aerea. Per ora infatti ebola si trasmette solo tramite contatto diretto con i fluidi biologici di persone infette, ma cosa accadrebbe se il virus acquisisse la capacità di trasmettersi anche per via aerea, anche considerato che alcune delle analisi genetiche condotte finora sembrano descriverlo come un virus che muta alquanto rapidamente?

Lo scenario non è poi così fantascientifico, anzi. Già nel 2012 infatti, uno studio canadese aveva mostrato come il virus di ebola fosse capace di trasmettersi per via aerea tra specie diverse, quali maiali e scimmie (sebbene un più recente studio sulle scimmie ne abbia escluso la possibilità di trasmissione aerea tra scimmie). Detto questo, la domanda che si pone Michael T. Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy della Unviersity of Minnesota e autore del pezzo su Nyt, è questa: cosa dovremmo fare che già non stiamo facendo per combattere ebola?

Fondamentale per Osterholm sarebbe la presa in carico, come dirigente della operazioni, da parte di qualcuno, ora. Qualcuno che possa dirigere le autorità sanitarie, le organizzazioni umanitarie e mediche e che, in questo caso, egli sostiene, altri non potrebbe essere che le Nazioni Unite, finora fondamentali nel collaborare all’epidemia, ma senza nessuno a rendersi responsabile delle operazioni in tutto (sempre nel rispetto della sovranità dei paesi africani colpiti).

Tra le misure adottabili dall’Onu, per esempio, quella di garantire e assicurare i trasferimenti aerei da e per le regioni colpite. Interrompere i collegamenti con queste zone infatti non è una misura davvero efficacie contro l’epidemia, come spiegano anche gli esperti. O ancora, conclude Osterholm, dovrebbe coordinare a livello globale il reclutamento e la formazione del personale medico-infermieristico, e quindi indirizzarlo nelle regioni colpite.


http://www.galileonet.it/articles/54131 ... 18f20000f2


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MessaggioInviato: 14/09/2014, 14:40 
C'è rapporto tra mortalità e velocità di mutazione? Nel senso che un virus che ha un alto tasso di mortalità del soggetto in cui è ospitato deve mutare più velocemente per ricercare più velocemente altre nicchie o non sono connesse le due cose?

E se mutasse diventando aerobico potrebbe conservare la sua mortalità o si stempererebbe in una sorta dei fortissima influenza?



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MessaggioInviato: 15/09/2014, 17:02 
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Quanto cresce l'epidemia di ebola?

La matematica dell’epidemia di ebola non può ridursi alla semplice conta delle persone infettate e dei morti (anche se con quasi 5.000 casi e 2.400 morti nei paesi più colpiti è già abbastanza chiaro il quadro della malattia). Indagare tra i numeri dell’epidemia significa per esempio capire anche a che tasso si è diffuso e si sta diffondendo il virus, cercando di estrapolare delle previsioni (come già fatto da alcuni esperti).

Stavolta a tracciare il quadro di ebola in termini numerici sono due ricercatori, che su Eurosurveillance presentano i dati relativi al calcolo del numero riproduttivo R, ovvero un numero che per gli epidemiologi rappresenta il numero di contagi causati da un persona infetta. In sostanza, come ricorda anche Wired.com, se questo numero è inferiore a 1 l’epidemia si arresterà, se maggiore tenderà ad espandersi.

I due ricercatori firmatari del paper hanno così calcolato per esempio, che per un dato istante di tempo il numero riproduttivo in Guinea, Liberia e Sierra Leone di ebola è stato oscillante: a volte è stato 1 altre prossimo a 2 (ma sempre maggiore di 1 fino alla fine di agosto). E in effetti da quando è scoppiata, l’epidemia è cresciuta, diventando la peggiore di ebola che la storia ricordi. E se il tasso, nello scenario peggiore immaginabile scrivono i ricercatori, dovesse rimanere invariato entro la fine del 2014 il numero di contagi potrebbe toccare cifre spaventose (da 77mila a 277 mila altre infezioni).

Previsioni apocalittiche, ma che secondo gli esperti servono non tanto ad allarmare quanto piuttosto a ricordare che contro ebola forse le misure messe in atto sono state finora inadeguate, e che se non si interverrà in maniera decisiva le cose potrebbero anche andar peggio (senza contare il rischio di mutazioni del virus).

Cosa fare, ancora? Richard E. Besser, chief health editor per ABC News, sul Washington Post è stato chiaro, dichiarando del tutto inadeguato il livello di risposta all’epidemia. Nella sua opinione, quello che servirebbe è l’intervento di alcune truppe statunitensi sul campo, convinto che un intervento militare durante epidemie eccezionali possa essere la chiave per fermare la trasmissione delle infezioni. Queste truppe, scrive Besser, potrebbero per esempio essere coinvolte nelle procedure di sepoltura delle vittime, allestire grandi ospedali di campo, essere impiegati nell’identificazione di nuovi focolai ed essere coinvolti nelle pratiche di controllo delle infezioni. Un aiuto – che potrebbe effettivamente arrivare come richiesto da parte degli Usa, come si vocifera nelle ultime ore – che non sarebbe solo umanitario, ma volto a garantire anche la sicurezza globale. Perché, ricorda Besser, le epidemie, oltre a uccidere le persone, destabilizzano anche i governi.


http://www.galileonet.it/articles/5416d ... 18f200010b


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MessaggioInviato: 17/09/2014, 17:08 
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Il presidente Usa: "Serve una risposta globale"
Ebola, Obama: "La diffusione del virus è ormai fuori controllo"
Da Atlanta, dove ha presentato il piano di intervento per combattere l'epidemia del virus, l'inquilino della Casa Bianca aggiunge: "È una minaccia globale, la gente muore per strada"


Fuori controllo. Obama non usa mezzi termini per definire la diffusione del virus dell'Ebola, diventata ormai una minaccia potenziale alla sicurezza globale. "Le persone - dice il presidente Usa da Atlanta dove ha presentato il piano di intervento per combattere l'epidemia del virus - ormai muoiono in mezzo alla strada".

Il presidente ribadisce: è una minaccia globale e come tale richiede una risposta globale. "Il mondo ha la responsabilità di agire", ha proseguito Obama. "Quello che ci dà speranza è che il mondo sa come combattere questo virus. Non è un mistero. Conosciamo la scienza".

Secondo il presidente l'epidemia peggiorerà prima di migliorare". Obama annuncia poi la creazione di "un ponte aereo per far arrivare al più presto gli operatori sanitari e le forniture mediche in
Africa occidentale. Ci sarà - conclude - un comando militare in Liberia per sostenere gli sforzi civili in tutta la regione e gli ospedali da campo saranno situati lì".


http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... be887.html


Ultima modifica di vimana131 il 17/09/2014, 17:09, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/09/2014, 15:40 
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EBOLA: Legge marziale in Sierra Leone. Caccia all'uomo.

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[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=ajV4LqShAcw#t=160[/BBvideo]
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=aYGRtRETRs0[/BBvideo] Immagine

Te capittt [:)]

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Ultima modifica di Wolframio il 20/09/2014, 16:22, modificato 1 volta in totale.


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sabato 20 settembre 2014

Legge marziale e quarantena

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Quarantena e Legge Marziale i dettagli operativi: "I malati ... saranno Incarcerati E Isolati contro la loro volontà"



La ricerca dettagliata di Hodges ci dà alcune visioni spaventose su uno scenario della legge marziale che verrà instaurata per l'Ebola o altre forzate malattie trasmissibili che le assomiglia. Certo, Ebola non ha ancora raggiunto lo status ufficiale di una "emergenza di sicurezza nazionale", ma esistono già procedure di governo per un tale scenario. In realtà, come notato da Hodges, questa estate il presidente Obama ha modificato un ordine esecutivo esistente per includere malattie respiratorie come potenziali condizioni di salute in cui potrebbe essere dichiarata la legge marziale. E, come un orologio, ora abbiamo il virus respiratorio EV-D68 che si fa strada in tutto il paese...............................

Continua >>

[align=right]Source: Nin.Gish.Zid.Da: Legge marziale e quarantena [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 20/09/2014, 16:52, modificato 1 volta in totale.


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