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MessaggioInviato: 22/11/2014, 12:25 
sono vibrazioni a contatto... e non frequenze sonore che si propagano nell'aria.... [;)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 22/11/2014, 16:55 
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Ufologo 555 ha scritto:

Spazio, esperti cauti sui dati di Rosetta: “le molecole organiche non sono vita”


Le molecole organiche che potrebbero essere state scoperte sulla cometa, 67P/ Churyumov-Gerasimenko, non sono vita, anche se fossero i suoi ingredienti. Gli esperti sono molto cauti rispetto ai risultati preliminari che arrivano dai dati inviati dal lander Philae che il 12 novembre scorso e’ atterrato sulla cometa raggiunta dalla missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea. ”Bisogna capire bene quali molecole sono state individuate per poter parlare di mattoni della vita” osserva il chimico organico Raffaele Saladino, dell’universita’ della Tuscia che da anni si occupa di esperimenti per riprodurre in laboratorio gli ingredienti della vita. ”Non tutte le molecole organiche – osserva – sono collegate alle forme biologiche: anche il metano e’ una molecola organica e non da’ certo origine alla vita”.


I mattoni delle cellule e dunque della vita, sottolinea Saladino, sono: gli amminoacidi, le basi del materiale genetico, gli zuccheri e i lipidi. E anche se ci fossero, aggiunge, ”sono molecole che solo in opportune condizioni possono portare a una cellula elementare”. Dello stesso parere e’ Alessandra Rotundi, dell’universita’ Parthenope di Napoli responsabile dello strumento Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator ) a bordo di Rosetta e che ha lavorato alla missione Sturdust della Nasa che ha analizzato i grani della cometa Wild2. ”Dall’esperienza che ho con Wild 2 – rileva Rotundi – mi aspetto di trovare piu’ o meno lo stesso tipo di molecole organiche anche nella cometa 67P/ Churyumov-Gerasimenko ossia composti di azoto ossigeno e carbonio che sono precursori degli ingredienti della vita”. Sono molecole importanti, sottolinea, ma c’e’ ancora un grosso passaggio prima di arrivare alla vita: ”e’ come avere la farina, le uova e lo zucchero ma questo non vuol dire avere la torta”. Inoltre, aggiunge, ci vogliono opportune condizioni, se gli ingredienti si miscelano in modo sbagliato, pur avendoli tutti, non si ottiene la torta.

http://www.meteoweb.eu/2014/11/spazio-e ... ta/354412/

(Che ce semo annati a fà ...?) [:)]


Ma infatti! [^] Ma a che cavolo serve tutto questo?..
Ha ragione Il prof Vittorio Marchi (fisico) a sottolineare l'inutilità di questi progetti, ha affermato che sono portati avanti non per il bene comune dell'umanità ma per trovare un luogo ove far sopravvivere gli "eletti" dal momento che avendo reso "tossica" la terra essa ha bisogno di rinnovarsi e questo comporterà la fine della maggioranza degli esseri umani : rinnovamento tellurico=estinzione(o quasi) del genere umano..
Ci impoveriscono per i loro sporchi inganni, affamano l'umanità per cercarsi un posto dove sopravvivere! [8)] [V]



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MessaggioInviato: 22/11/2014, 18:19 
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Grazie ai dati ottenuti dallo strumento radio CONSERT a bordo di Philae, Rosetta è riuscita ad ottenere una nuova stima più precisa riguardo a dove si trova adesso il lander. La zona blu insieme a quella verde sono i posti più probabili.
[Adrian]

@sigh ma se proprio devono trovare un luogo x la sopravvivenza,avrebbero cercato da qualke altra parte,non in un ciotolo che poi scomparira se di corto periodo nella fascia di kuiper o nella nube di oort.......[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 22/11/2014, 18:24, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 22/11/2014, 19:14 
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ubatuba ha scritto:

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Grazie ai dati ottenuti dallo strumento radio CONSERT a bordo di Philae, Rosetta è riuscita ad ottenere una nuova stima più precisa riguardo a dove si trova adesso il lander. La zona blu insieme a quella verde sono i posti più probabili.
[Adrian]

@sigh ma se proprio devono trovare un luogo x la sopravvivenza,avrebbero cercato da qualke altra parte,non in un ciotolo che poi scomparira se di corto periodo nella fascia di kuiper o nella nube di oort....... [;)]


Scusami Uba [:X], ho generalizzato troppo è vero, ma proprio non comprendo l'utilità di tutto ciò.
Benché questo tipo di conoscenza possa risultare affascinante, attualmente, riterrei più opportuno spendere risorse per migliorare le condizioni del genere umano [:)]



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MessaggioInviato: 22/11/2014, 22:31 
devi pure considerare che le materie prime sulla terra non saranno eterne,quindi e' necessario iniziare avere una conoscenza vera di quello che rimane fuori dal ns uscio di casa,magari le scoperte che si faranno attualmente saranno importanti x il futuro......[;)]


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Queste spedizioni migliorano il genere umano. E' grazie ad una missione spaziale se ora abbiamo i laser chirurgici. Ogni invenzione fatta per lo spazio poi trova applicazioni pratiche impensabili in quel momento.


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MessaggioInviato: 23/11/2014, 15:05 
Ah sì? Allora esigerei una spiegazione: come mai abbiamo lasciato quel po' po' di programma quale i voli "Apollo"? (La mia di risposta dovresti conoscerla già ) ... [;)] [8D]



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Ufologo 555 ha scritto:

Ah sì? Allora esigerei una spiegazione: come mai abbiamo lasciato quel po' po' di programma quale i voli "Apollo"? (La mia di risposta dovresti conoscerla già ) ... [;)] [8D]

Te lo spiego io Ufò..:gli Americani mettono sempre al primo posto il possesso per fini puramente militare e al secondo posto la ricerca per fini scientifici per il miglioramento delle condizioni del'Umanità. [:D]


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MessaggioInviato: 24/11/2014, 09:38 
Convinto tu ....
E poi, se fosse come ragioni tu, avrebbero avuto davvero un avamposto ... spaziale, tenedo sotto controllo tutta la Terra!
Dai, non regge; qualcuno è tornato con le chiappe ... rosse! [8D]



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MessaggioInviato: 24/11/2014, 19:54 
[Clicca e scopri il significato del termine: Accensione dei thruster e qualche aggiustamento di rotta per ottimizzare l'orbita: sono queste le manovre che attendono nei prossimi giorni la sonda Rosetta dell'Agenzia spaziale europea (ESA), dopo il successo dell'atterraggio del lander Philae sulla cometa 67P/Churymov–Gerasimenko. “Conclusa la missione del lander, Rosetta riprenderà le osservazioni scientifiche di routine, e passeremo alla fase di accompagnamento della 67P”, ha spiegato Andrea Accomazzo, direttore delle operazioni di volo della missione. “Con il nuovo anno saremo insieme alla cometa nel suo moto verso il perielio, il punto di massima vicinanza al Sole, che sarà raggiunto il 13 agosto”. Mentre Rosetta prosegue la sua lunga corsa di affiancamento alla cometa, gli occhi sono puntati sui ricercatori che in tutta Europa stanno analizzando i dati sulla composizione superficiale e interna del corpo celeste raccolti da Philae nelle 64 ore successive all'atterraggio concesse dall'autonomia delle batterie elettriche. La speranza è che le informazioni siano sufficienti a rispondere a una domanda cruciale: sono state le comete a innescare lo sviluppo della vita sul nostro pianeta?] Accensione dei thruster e qualche aggiustamento di rotta per ottimizzare l'orbita: sono queste le manovre che attendono nei prossimi giorni la sonda Rosetta dell'Agenzia spaziale europea (ESA), dopo il successo dell'atterraggio del lander Philae sulla cometa 67P/Churymov–Gerasimenko.

“Conclusa la missione del lander, Rosetta riprenderà le osservazioni scientifiche di routine, e passeremo alla fase di accompagnamento della 67P”, ha spiegato Andrea Accomazzo, direttore delle operazioni di volo della missione. “Con il nuovo anno saremo insieme alla cometa nel suo moto verso il perielio, il punto di massima vicinanza al Sole, che sarà raggiunto il 13 agosto”.

Mentre Rosetta prosegue la sua lunga corsa di affiancamento alla cometa, gli occhi sono puntati sui ricercatori che in tutta Europa stanno analizzando i dati sulla composizione superficiale e interna del corpo celeste raccolti da Philae nelle 64 ore successive all'atterraggio concesse dall'autonomia delle batterie elettriche. La speranza è che le informazioni siano sufficienti a rispondere a una domanda cruciale: sono state le comete a innescare lo sviluppo della vita sul nostro pianeta?

[Clicca e scopri il significato del termine: Nella fase primordiale del sistema solare, la Terra era continuamente bombardata da asteroidi e comete; proprio questi eventi traumatici avrebbero portato sul nostro pianeta una grande quantità di acqua e molecole organiche, cioè a base di carbonio, che avrebbero costituito i mattoni elementari da cui poi si è sviluppata la vita. Philae, e più precisamente il suo strumento COSAC (Cometary Sampling and Composition), ha già trovato prove di questa ipotesi, rilevando tracce di molecole organiche non meglio specificate. Resta ora da stabilire se sono simili a quelle che si trovano sulla Terra. Un punto importante è la caratteristica di queste molecole nota come chiralità: molte sostanze hanno infatti la stessa composizione chimica ma due possibili forme, chiamate stereoisomeri, che sono l'una l'immagine speculare dell'altra, come la mano sinistra e la mano destra. Eppure la vita sulla Terra si basa esclusivamente su molecole sinistrorse, il che costituisce uno dei misteri della biochimica: se la stessa cosa fosse riscontrata anche sulla superficie della 67P, si tratterebbe di un punto a favore dellipotesi dell'origine cometaria delle unità elementari della vita terrestre. E si spiegherebbe così anche il mistero della] Nella fase primordiale del sistema solare, la Terra era continuamente bombardata da asteroidi e comete; proprio questi eventi traumatici avrebbero portato sul nostro pianeta una grande quantità di acqua e molecole organiche, cioè a base di carbonio, che avrebbero costituito i mattoni elementari da cui poi si è sviluppata la vita. Philae, e più precisamente il suo strumento COSAC (Cometary Sampling and Composition), ha già trovato prove di questa ipotesi, rilevando tracce di molecole organiche non meglio specificate. Resta ora da stabilire se sono simili a quelle che si trovano sulla Terra.

Un punto importante è la caratteristica di queste molecole nota come chiralità: molte sostanze hanno infatti la stessa composizione chimica ma due possibili forme, chiamate stereoisomeri, che sono l'una l'immagine speculare dell'altra, come la mano sinistra e la mano destra.

Eppure la vita sulla Terra si basa esclusivamente su molecole sinistrorse, il che costituisce uno dei misteri della biochimica: se la stessa cosa fosse riscontrata anche sulla superficie della 67P, si tratterebbe di un punto a favore dell'ipotesi dell'origine cometaria delle unità elementari della vita terrestre. E si spiegherebbe così anche il mistero della"preferenza" per le molecole sinistrorse: le comete avrebbero "seminato" solo molecole organiche di quel tipo, perché quelle destrorse che si trovavano su di esse sarebbero andate distrutte in qualche processo dovuto al contatto con l'acqua presente nei nuclei cometari e all'esposizione alla radiazione solare.

[Clicca e scopri il significato del termine: E la cometa ha condiviso effettivamente la sua origine con quella del sistema solare, come vogliono le ipotesi ora prevalenti? Anche su questo Philae potrà dire la sua, grazie allo strumento Ptolemy, che ha misurato la composizione isotopica del carbonio presente sul copro celeste, cioè dell'abbondanza relativa di carbonio-12, carbonio-13 e carbonio-14, che si distinguono per il diverso numero di neutroni. Se la composizione isotopica del carbonio di 67P, del Sole e della Terra fosse più o meno la stessa, significherebbe che hanno la stessa origine. In caso contrario, vorrebbe dire chela 67P ha avuto origine al di fuori del nostro sistema planetario. Nel primo caso, resta comunque da capire da quale parte del nostro sistema solare provenga la 67P. Le attuali conoscenze indicano due possibili zone di origine delle comete: la Fascia di Kuiper, una regione discoidale oltre l'orbita di Nettuno, in cui si trovano molti corpi composti di roccia e ghiaccio, e la gigantesca nube di Oort, situata ai confini del sistema solare. Il mistero potrà essere svelato dall'Alpha Particle X-Ray Spectrometer (APXS), uno strumento in grado di analizzare la composizione chimica delle polveri della 67P. I dati così ottenuti potranno essere confrontati con quelli, già disponibili, relativi ad altri oggetti celesti, come gli asteroidi: una composizione simile potrebbe indicare anche una vicinanza del luogo di origine. In attesa dei risultati delle misurazioni più delicate, un primo riscontro è però già disponibile, e riguarda la compattezza della superficie della cometa. “È dura come il ghiaccio”, ha commentato Tilman Spohn del DLR Institute of Planetary Research, responsabile dello strumento MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science). “Il martello di MUPUS ha cercato di penetrare la superficie, senza però riuscire ad andare in profondità, nonostante la sua spinta sia stata gradualmente aumentata”.]
E la cometa ha condiviso effettivamente la sua origine con quella del sistema solare, come vogliono le ipotesi ora prevalenti? Anche su questo Philae potrà dire la sua, grazie allo strumento Ptolemy, che ha misurato la composizione isotopica del carbonio presente sul copro celeste, cioè dell'abbondanza relativa di carbonio-12, carbonio-13 e carbonio-14, che si distinguono per il diverso numero di neutroni. Se la composizione isotopica del carbonio di 67P, del Sole e della Terra fosse più o meno la stessa, significherebbe che hanno la stessa origine. In caso contrario, vorrebbe dire chela 67P ha avuto origine al di fuori del nostro sistema planetario.

Nel primo caso, resta comunque da capire da quale parte del nostro sistema solare provenga la 67P. Le attuali conoscenze indicano due possibili zone di origine delle comete: la Fascia di Kuiper, una regione discoidale oltre l'orbita di Nettuno, in cui si trovano molti corpi composti di roccia e ghiaccio, e la gigantesca nube di Oort, situata ai confini del sistema solare. Il mistero potrà essere svelato dall'Alpha Particle X-Ray Spectrometer (APXS), uno strumento in grado di analizzare la composizione chimica delle polveri della 67P. I dati così ottenuti potranno essere confrontati con quelli, già disponibili, relativi ad altri oggetti celesti, come gli asteroidi: una composizione simile potrebbe indicare anche una vicinanza del luogo di origine.

In attesa dei risultati delle misurazioni più delicate, un primo riscontro è però già disponibile, e riguarda la compattezza della superficie della cometa. “È dura come il ghiaccio”, ha commentato Tilman Spohn del DLR Institute of Planetary Research, responsabile dello strumento MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science). “Il 'martello' di MUPUS ha cercato di penetrare la superficie, senza però riuscire ad andare in profondità, nonostante la sua spinta sia stata gradualmente aumentata”.

Anche due altri esperimenti, condotti con il set di strumenti SESAME (Surface Electrical, Seismic and Acoustic Monitoring Experiment), hanno sondato le caratteristiche fisiche della superficie: SESAME-PP (Permittivity Probe), ha verificato le caratteristiche elettriche del suolo, mentre SESAME-CASSE (Cometary Acoustic Sounding Surface Experiment), lo stesso strumento che ha registrato il "suono" dell'avvenuto atterraggio, ha misurato la velocità di propagazione delle onde acustiche in superficie.

Per capire qualcosa dell'interno della 67P, bisognerà invece fare riferimento ai dati di CONSERT (COmet Nucleus Sounding Experiment by Radio wave Transmission). Questo esperimento è stato infatti progettato per inviare segnali radio verso il suolo, in modo da attraversare il corpo della cometa ed essere raccolti da Rosetta, quando nel suo viaggio orbitale si trovava in direzione diametralmente opposta. Le caratteristiche del segnale rilevato dipendono da come si è propagato attraverso la materia, e quindi potranno dare preziose informazioni sulla sua composizione.

Rimane ancora un interrogativo: Philae è riuscita a prendere campioni di suolo? Il sistema Drilling and Distribution (SD2) che avrebbe dovuto trivellarlo, ha spiegato Amalia Finzi, principal investigator delll'esperimento, si è dispiegato correttamente. Ma non è certo che sia riuscito a penetrare il suolo: Philae, com'è noto, non è riuscito ad ancorarsi, e può darsi che il tentativo di penetrazione in realtà abbia semplicemente sollevato il lander.

Quando risentiremo parlare di Philae? Non per qualche tempo: il lander è entrato nella modalità stand by perché la posizione dei pannelli fotovoltaici non ha permesso di ricaricare le batterie, e il livello dell'energia disponibile non è sufficiente a far funzionare il computer centrale. In una fase successiva del lungo viaggio in direzione del Sole, tuttavia, è previsto che possa riprendere a funzionare e a "dialogare" ancora con Rosetta, e quindi con noi.
http://www.lescienze.it/news/2014/11/22 ... e-2384183/


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MessaggioInviato: 27/11/2014, 12:00 
Dei cinque e più sensi di cui dispone Philae, quello che sta rivelando in questa primissima fase più informazioni è il tatto. Ovvero, lo strumento MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Subsurface Science), che con i suoi sensori ha il compito di misurare la densità e le proprietà termiche e meccaniche del suolo della cometa 67P. E quella che le sue dita elettroniche hanno toccato è una superficie inattesa. Molto più dura di quanto previsto dagli scienziati.

Quanto più dura? Sentite com’è andata. Il martello che avrebbe dovuto saggiarne la consistenza era programmato per tre livelli d’intensità crescente: il modo 1, il modo 2 e il modo 3. Fallita la prima serie di martellate, fallita la seconda e fallita pure la terza, è però saltato fuori che in realtà il team aveva pronto anche un “piano B”, un livello di potenza segreto al quale il libretto d’istruzioni non faceva cenno: il misteriosissimo modo 4, conosciuto dagli addetti ai lavori con il nome in codice di desperate mode.

Una cometa durissima

Ora, non c’è bisogno di sapere l’inglese per intuire che del desperate mode è meglio non abusare. E infatti il progettista del martello, Jerzy Grygorczuk, aveva avvisato il resto della squadra: lasciate perdere, del modo 4 io non vi ho detto nulla, fate finta che non ci sia. Ma le batterie si stavano esaurendo, loro disperati lo erano davvero… così l’hanno attivato. E sono stati puniti: nel giro di sette minuti il martello s’è rotto.

Questa la storia trapelata nei giorni scorsi via Twitter (come già avevamo avuto modo d’apprezzare sabato, MUPUS è lo strumento più chiacchierino dei dieci). Ora iniziano a venire divulgati anche un po’ di dati scientifici. Anzitutto la temperatura del suolo, che s’aggira attorno ai 170 gradi sotto zero. Dalle variazioni dell’inerzia termica all’aumentare della profondità, rilevata con sensori a infrarossi, il team di MUPUS deduce poi che la porzione di cometa nella quale alloggia il lander potrebbe essere costituita da un nucleo di ghiaccio durissimo ricoperto da 10-20 cm di polvere parecchio compatta. Insomma, un risultato niente male, per uno strumento che ha potuto funzionare solo a metà – oltre alla rottura del martello, MUPUS ha dovuto fare a meno dei sensori termici e degli accelerometri presenti sugli arpioni, la cui attivazione è andata a vuoto – e solo per il breve tempo concessogli dalla batteria primaria, quella caricata per l’ultima volta sulla Terra oltre 10 anni fa, all’epoca del lancio di Rosetta.

Oltre al tatto: anche molecole organiche negli altri strumenti di Philae

L’udito del lander, affidato principalmente all’orecchio di SESAME (Surface Electrical, Seismic and Acoustic Monitoring Experiment), conferma sostanzialmente quanto rilevato da MUPUS. «La resistenza del ghiaccio presente al di sotto dello strato di polvere che ricopriva il primo punto di contatto è sorprendentemente elevata», osserva Klaus Seidensticker, del DLR, riferendosi al luogo in cui Philae è rimbalzato, aggiungendo che non pare esserci molta attività cometaria nella zona del touchdown, e che sotto al lander è presente acqua ghiacciata in grande quantità.

Dai due nasi di Philae, COSAC e Ptolemy, gli organi decisamente più interessanti ai fini della ricerca d’eventuali mattoncini della vita, non è ancora emersa alcuna novità rispetto al poco che già avevamo anticipato sabato scorso. Ovvero: è certo che SD2, il trapano che doveva fornire ai due laboratori chimici il campione di cometa da annusare, è stato attivato. Ed è confermato che sono stati compiuti tutti i passaggi previsti per il trasporto del campione all’interno del forno d’analisi. Ma ancora non è stato detto se il campione era davvero presente. E tanto meno si hanno risultati dalla cromatografia.

Questo a piano terra, al livello del suolo. Qualche notizia in più, invece, dalle analisi sulla rarefatta atmosfera: COSAC è stato in grado d’annusarla e d’individuarvi le prime molecole organiche. Non è però stato specificato quali, e lo studio degli spettri è ancora in corso.

Ottima la performance dell’imager di bordo, la camera ROLIS (ROsetta Lander Imaging System), della quale già abbiamo avuto modo di vedere, la settimana scorsa, le fotografie del suolo a distanza ravvicinata. Ottima al punto che il suo responsabile, l’italiano Stefano Mottola, viene esplicitamente definito, nel comunicato stampa di DLR, uno dei “big winners” dell’atterraggio di Philae.

Aspetta primavera, Rosetta

Risultati scientifici a parte, l’altra grossa novità ha invece a che fare con lo stesso Philae. Potrebbe tornare in vita ad agosto, aveva pronosticato Stephan Ulamec, il lander manager di DLR, sabato scorso. Ora è più ottimista. La rotazione di 35 gradi impressa la notte fra venerdì e sabato pare essere andata a buon fine, nel senso che il pannello solare più grande si trova ora allineato verso il Sole.

Ulamec ritiene dunque probabile che già dalla primavera del 2015 Philae tornerà a farvi vivo. E, con l’estate, la temperatura su 67P potrebbe consentire alle batterie di ricaricarsi. Certo è che Rosetta non ha alcuna intenzione di sospendere le ricerche: continuerà a orbitare là attorno alla cometa in attesa d’un segnale dal suo eroico compagno d’avventura.


http://www.coelum.com/news/la-cometa-co ... l-martello


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bene ora sappiamo che le comete sono fatte di ghiaccio durissimo e sono estremamente fredde e compatte! Non lo sapevamo già? -_-



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Cita:
MaxpoweR ha scritto:

bene ora sappiamo che le comete sono fatte di ghiaccio durissimo e sono estremamente fredde e compatte! Non lo sapevamo già? -_-


si sapeva come fossero le comete in base alle ns teorie
magari supponevamo una diversa composizione, fino a quando non verranno inviati tutti i dati non avremo conoscenza come sia strutturata una cometa,e magari altre saranno le sorprese .....................[;)]


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Personalmente sono portato a credere (anche secondo le immagini) che le comete che periodicamente si avvicinano al Sole bollono (da lì la famosa "coda")! Per cui la loro superficie deve essere costutuita da un blocco ... fuso!



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no in realtà sublimano, passano dallo stato solido a quello gassoso senza passate per quello liquido



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