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Alla ricerca di "anomalie" sui vari corpi celesti del nostro sistema solare. Strutture artificiali o naturali?
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Il pianeta che non c’è

15/12/2009, 18:43

Tempi duri per chi si affida alla tecnica astrometrica per individuare i pianeti extrasolari. Lo scorso maggio Steven Pravdo e Stuart Shaklan, entrambi del JPL, avevano annunciato l'individuazione di un pianeta intorno a VB10 (nota anche come Gliese 752B), una nana rossa di tipo spettrale M distante circa 19 anni luce nella costellazione dell'Aquila e scoperta dall'astronomo George van Biesbroeck solamente nel 1944. Ora, però, sembra proprio che quel pianeta, che avrebbe dovuto essere sei volte più più massiccio di Giove, non esista affatto.

La scoperta aveva fatto scalpore non solo perché VB10 è a sua volta legata a una compagna più grande, Gliese 752A, e dunque il sistema risultava piuttosto interessante per i dinamici planetari, ma soprattutto perché era un grande successo della tecnica astrometrica.

Qualche giorno fa, però, Jacob Bean (Georg-August University di Gottinga) e il suo team hanno proposto per la pubblicazione su Astrophysical Journal Letters uno studio in cui, utilizzando la tecnica delle velocità radiali, escludono la presenza di un oggetto planetario delle dimensioni indicate da Pravdo e Shaklan attorno a VB10. I dati raccolti da Bean non escludono categoricamente la presenza di ogni pianeta, ma permettono comunque di concludere che l'eventuale oggetto planetario non potrebbe essere più massiccio di 3 masse gioviane.

Insomma, i pesanti effetti di distorsione indotti dall'atmosfera, hanno giocato a Pravdo e Shaklan uno scherzetto niente male e non sono bastate le precauzioni osservative e le sofisticate tecniche di elaborazione dei dati a salvarli dalle conclusioni sbagliate alle quali sono giunti.
Per il momento, dunque, nella caccia ai pianeti extrasolari l'astrometria non si dimostra ancora affidabile. Chissà se il futuro ci riserverà qualche altro sviluppo...

Fonte: coelum.com

15/12/2009, 19:14

Individuare un pianeta orbitante in uno dei sistemi solari a noi più vicini equivale ad individuare uno "sterco" di piccione che cadendo occulta la luce di un faro nei pressi di New York, osservandolo da Roma.
Spero si capisca quanto sia difficile affermare con certezza la sua esistenza.. speriamo di fare progressi molto più grandi nel settore molto presto. [:)]
Ultima modifica di Lawliet il 15/12/2009, 19:14, modificato 1 volta in totale.

15/12/2009, 20:08

Lawliet ha scritto:

Individuare un pianeta orbitante in uno dei sistemi solari a noi più vicini equivale ad individuare uno "sterco" di piccione che cadendo occulta la luce di un faro nei pressi di New York, osservandolo da Roma.
Spero si capisca quanto sia difficile affermare con certezza la sua esistenza.. speriamo di fare progressi molto più grandi nel settore molto presto. [:)]


OTTIMISTA!
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