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 Oggetto del messaggio: Oceano su enceladus?
MessaggioInviato: 05/02/2010, 14:32 
Gli scienziati europei della missione congiunta NASA/ESA Cassini hanno rilevato, per la prima volta, sali di sodio nei grani di ghiaccio dell'anello E di Saturno, costituito principalmente da materiale derivato dalle nubi di vapore acqueo e dai grani di ghiaccio prodotti dalla luna di Saturno Enceladus. La presenza di ghiaccio salato indica che la piccola luna nasconde una riserva d'acqua allo stato liquido, forse addirittura un oceano, sotto la propria superficie.
Cassini ha scoperto le nubi di acqua e ghiaccio su Enceladus nel 2005. Queste nubi, emesse dalle fratture presenti vicino al polo sud della luna, espellono minuscoli grani di ghiaccio e vapore, alcuni dei quali sfuggono alla gravità della luna e vanno a riempire l'anello E, il più esterno di Saturno.
L'Analizzatore di Polveri Cosmiche di Cassini, sotto il controllo del Ricercatore Principale Ralf Srama del Max Planck Institute for Nuclear Physics di Heidelberg, Germania, ha esaminato la composizione dei grani e vi ha trovato sali di sodio (sale da tavola).
“Crediamo che il materiale salato che si trova nelle profondità di Enceladus sia fuoriuscito dalla roccia sul fondo di uno strato liquido,” ha spiegato Frank Postberg, lo scienziato che lavora all'Analizzatore di Polveri Cosmiche di Cassini presso il Max Planck Institute for Nuclear Physics di Heidelberg, Germania. Postberg è il principale autore di uno studio pubblicato nell'edizione del 25 giugno della rivista Nature.




Enceladus' craters and complex, fractured terrains


Gli scienziati che lavorano all'Analizzatore di Polveri Cosmiche concludono che deve essere presente acqua allo stato liquido perché solo così si spiega il massiccio scioglimento di minerali che ha determinato i livelli di sale rilevati. Il fenomeno della sublimazione, vale a dire la trasformazione diretta in vapore del ghiaccio solido della crosta, non è sufficiente a spiegare la presenza di sale.
La composizione dei grani dell'anello E, determinata attraverso l'analisi chimica di migliaia di particelle ad alta velocità registrate da Cassini, fornisce informazioni indirette sulla composizione delle nubi e su cosa si trovi all'interno di Enceladus. Le particelle dell'anello E sono costituite da ghiaccio e acqua quasi puri, ma quando l'analizzatore di polveri ne ha verificato la composizione, vi ha trovato quasi sempre almeno un po' di sodio.
“Le nostre misurazioni indicano che, oltre al sale da tavola, i grani contengono anche carbonati come la soda: entrambi gli elementi in concentrazioni tali da essere compatibili con la probabile composizione di un oceano su Enceladus” spiega Postberg. “I carbonati determinano inoltre un pH leggermente alcalino. Se la sorgente liquida è un oceano, allora ciò, insieme al calore misurato sulla superficie vicino al polo sud della luna e ai composti organici trovati all'interno delle nubi, potrebbe creare un ambiente favorevole per la formazione di precursori della vita su Enceladus.”
Stabilire la natura e l'origine delle nubi è una priorità dell'estesa attività esplorativa di Cassini denominata Missione Equinozio.
La versione completa di questo articolo è disponibile sul sito Web della missione Cassini-Huygens.




• At Saturn and Titan (http://www.esa.int/SPECIALS/Cassini-Huygens/index.html)


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• This article in depth (http://sci.esa.int/science-e/www/object ... ctid=43032)

• Cassini 'tastes' organic brew at Saturn’s geyser moon (http://www.esa.int/esaSC/SEMHFYQ03EF_index_0.html)

• Ocean may exist beneath Titan's crust (http://www.esa.int/esaCP/SEM52QQ03EF_index_0.html)

• Saturn’s moon Rhea may also have rings (http://www.esa.int/esaCP/SEMY6NK26DF_index_0.html)

• Cassini finds mingling moons may share a dark past (http://www.esa.int/esaCP/SEMMNOVHJCF_index_0.html)

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MessaggioInviato: 05/02/2010, 17:54 
Belle informazioni astronomiche Ubatuba, meny thanks! [:D]



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MessaggioInviato: 13/11/2010, 22:25 
Analisi approfondite delle varie immagini riprese dalla sonda Cassinidurante i passaggi ravvicinati al piccolo satellite Encelado, hanno probabilmente permesso di comprendere i meccanismi che hanno formato un sub-oceano di acqua liquida, evidenziato dagli “sbuffi” di vapor d’acqua e composti organici visibili nell’emisfero sud
La piccola luna ghiacciata di Saturno non dovrebbe certo essere il posto migliore per cercare forme di vita, tenendo conto che la sua enorme distanza dal Sole dovrebbe averlo reso completamente ghiacciato già da miliardi di anni.
Altri mondi, come Marte o il satellite di Giove Europa, sono più vicini e hanno ben altre dimensioni: 6800 km il primo e 3100 km il secondo. La possibilità di avere acqua allo stato liquido avrebbe quindi maggior senso, dato che loro massa considerevole potrebbe non aver ancora permesso all’interno planetario di raffreddarsi del tutto. Per Encelado i suoi miseri 500 km sono invece un ulteriore ostacolo in tal senso: troppo piccolo per conservare calore interno.

Infatti, Encelado, come tutti gli altri corpi del Sistema Solare, si è formato incorporando materiale del disco di gas e polvere che circondava il neonato Sole. Nel sistema planetario esterno gli oggetti utilizzarono sia roccia che ghiaccio. In linea di principio, quindi, anche Encelado avrebbe avuto elementi radioattivi nel suo interno, i quali, decadendo, sarebbero riusciti a fondere l’interno del satellite. Tuttavia, in oggetti piccoli come Encelado, la quantità di elementi radioattivi non era sufficiente a mantenere il calore per molto tempo e ben presto il satellite si sarebbe solidificato e poi completamente ghiacciato.

In realtà la sua superficie è decisamente ghiacciata, con una temperatura di circa -200 °C. Tuttavia, nel 2005, la sonda Cassini ha scoperto un gigantesco “pennacchio” di vapore che usciva violentemente da una frattura posta nei pressi del polo sud. Non vi era dubbio: era proprio acqua e anche salata. Doveva perciò esistere un serbatoio di H2O sotto la crosta superficiale e, data la salinità, anche molto esteso. Forse addirittura un sub-oceano che circondava l’intera luna.

Sembrerebbe un mistero difficilmente risolvibile se non ci si fossimo già imbattuti nel fantasmagorico vulcanismo di Io, il primo satellite galileiano di Giove. Il meccanismo fondamentale per mantenere caldo un oggetto che dovrebbe essere freddo, richiama perciò immediatamente il riscaldamento mareale.

Tuttavia, ciò che funziona perfettamente per Io diventa un po’ più complicato per Encelado. La massa di Giove è ben maggiore di quella di Saturno e le lune esterne (Europa, Ganimede e Callisto) essenziali nel dare il proprio contributo. Vediamo allora come agiscono o potrebbero agire differenti meccanismi.
Un’immagine ad alta risoluzione ottenuta dalla sonda Cassini il 21 novembre 2009

Un’immagine ad alta risoluzione ottenuta dalla sonda Cassini il 21 novembre 2009. Si contano almeno 30 “getti” singoli. (Fonte: NASA/JPL/SSI)

Innanzitutto l’orbita di Encelado attorno a Saturno è anch’essa lievemente ellittica (eccentricità di 0.0045) e quindi comporta un avvicinamento e un allontanamento dal pianeta gassoso. Per distanze minori si ha un aumento della gravità, che invece diminuisce per distanze maggiori. Ciò causa un continuo, leggero, schiacciamento del satellite. E’ come se avessimo in mano una pallina di gomma e continuassimo a comprimerla, cambiandogli la forma. Questa continua “frizione” genera un riscaldamento che raggiunge anche le parti più interne del corpo celeste. Questa spiegazione, però, non sarebbe sufficiente a mantenere un oceano di acqua liquida.

Tuttavia, lo stesso meccanismo è in grado di produrre le fratture superficiali da cui fuoriesce il vapore. Anzi, le potrebbe aprire e chiudere molto velocemente, causando una nuova fonte di attrito e quindi di calore (come quando d’inverno si fregano le mani senza guanti).

Non basta ancora, però. Infatti, gli scienziati della NASA hanno creato una mappa delle zone “calde”, confrontandola con quella delle fratture dovute alla forza mareale. Le due dovrebbero coincidere. E invece no. Per esempio, la fessura chiamata “Damascus Sulcus” si trova a circa 50 km dalla zona più calda. E’ ancora necessario un piccolo sforzo.

L’unica soluzione sembrerebbe una leggera oscillazione del satellite durante la sua rotazione. In altre parole, una “librazione” come quella lunare che ci permette di vedere un po’ di più che metà del nostro satellite. Comunque, non si può sceglierla a piacere, in quanto le osservazioni dicono che non può certamente superare i due gradi rispetto alla rotazione uniforme. Sono allora state fatte delle simulazioni al computer che hanno variato la librazione e che poi hanno costruito la relativa mappa di “stress” mareale. La sovrapposizione migliore tra mappa mareale e mappa termica si è avuta proprio per un’oscillazione tra 0.75 gradi e poco meno di due, in perfetto accordo con le osservazioni. Non solo. L’esistenza di questa oscillazione aiuta anche a ottenere molto più calore. Si è stimato, infatti, un valore almeno cinque volte più grande di quello dovuto solo alla marea. Più che sufficiente per mantenere costantemente liquido un oceano grande come l’intero Encelado.

La librazione è probabilmente causata da una forma non perfettamente regolare del satellite, che è proprio causata dalla stessa forza mareale che agisce diversamente in punti diversi dell’orbita. Insomma, una specie di “gatto che si morde la coda”. La forma non perfettamente circolare dell’orbita di Encelado sarebbe dovuta alla presenza di Dione che è in risonanza con il piccolo satellite: ogni due orbite di Encelado, Dione ne completa una sola. Come succede per Io e gli altri satelliti medicei questo allineamento regolare e periodico causa un allungamento della traiettoria attorno a Saturno.

Un bel gioco a incastro che, però, potrebbe portare al primo oceano sotterraneo con qualche piccolo, infinitesimo, alieno…

http://www.astronomia.com/2010/10/19/la ... -encelado/


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MessaggioInviato: 02/12/2010, 15:35 
Cita:


• At Saturn and Titan (http://www.esa.int/SPECIALS/Cassini-Huygens/index.html)

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• This article in depth (http://sci.esa.int/science-e/www/object ... ctid=43032)

• Cassini 'tastes' organic brew at Saturn’s geyser moon (http://www.esa.int/esaSC/SEMHFYQ03EF_index_0.html)

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MessaggioInviato: 06/12/2010, 01:55 
Certo,la nostra sonda cassini non compie balzi nell'iperspazio,non va nemmeno a velocità di curvatura,neppure a velocità smodata,però ha svolto una missione eccellente.La quantità di dati fornita è molto in alta rispetto alle aspettative di partenza.


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MessaggioInviato: 06/12/2010, 07:12 
Cita:
Ronin77 ha scritto:

Certo,la nostra sonda cassini non compie balzi nell'iperspazio,non va nemmeno a velocità di curvatura,neppure a velocità smodata,però ha svolto una missione eccellente.La quantità di dati fornita è molto in alta rispetto alle aspettative di partenza.


Vero [:)]
E' stata ed è tutt'ora una grande missione, una delle mie preferite, che ancora oggi fornisce dati nuovi e sorprese [;)]


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MessaggioInviato: 08/12/2010, 00:40 
diciamo che ha confermato in un ambiene completamente diverso da quello sondato dalla galileo,che il sistema solare e'molto vivo dal punto di vista geologico,e non un sistema morto(a parte la terra)pensato fino a 20 anni orsono
penso che la cassini sia da catalogare come appunto la galileo,viking pioneer et voyager un qualcosa di straordinario


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MessaggioInviato: 28/01/2011, 16:18 
dati raccolti dalla sonda CassiniE' "frizzante" l'oceano di Encelado
Spiegato il meccanismo che porta alla formazione dei pennacchi di vapore acqueo che si levano dalla ghiacciata superficie del satellite di Saturno
Encelado, il satellite di Saturno, non solo ospita un oceano sotterraneo, ma questo è anche frizzante come una bevanda gassata. Ad affermarlo sono i ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA sulla scorta delle ultime analisi dei dati raccolti dalla sonda Cassini, che aveva rivelato pennacchi di vapore acqueo, particelle ghiacciate e composti organici levarsi da fessurazioni presenti nella sua superficie ghiacciata.

Fin dai primi avvistamenti Cassini aveva rilevato nei pennacchi la presenza di carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e vari idrocarburi, ma nessuno dei sali che dovrebbero essere contenuti in un oceano. Solo nel 2009 si è riusciti a rilevarli. "I sali di sodio e potassio e i carbonati erano bloccati nelle particelle ghiacciate dei pennacchi. E l'origine di queste sostanze doveva essere un oceano", osserva Dennis Matson, che ha partecipato allo studio. Le ultime osservazioni di Cassini hanno peraltro portato a un'altra scoperta: l'esistenza di fessurazioni in cui la temperatura era di 190 Kelvin. "Temperature così elevate devono avere un'origine vulcanica. Il calore deve fluire dall'interno in misura sufficiente a fondere parte del ghiaccio del sottosuolo e creare cisterne sotterranee."

Questo ha portato gli scienziati a pensare in che modo il contenuto di un oceano sovrastato da una cappa di ghiaccio spessa migliaia di chilometri potesse raggiungere la superficie.

Il modello proposto dai ricercatori suggerisce che i gas disciolti nell'acqua ospitata nelle profondità formino delle bolle. Poiché la densità dell'acqua frizzante che ne risulta è inferiore a quella del ghiaccio, il liquido risale rapidamente attraverso il ghiaccio fino alla superficie.

"Gran parte dell'acqua si diffonde lateralmente e riscalda un sottile strato di calotta spesso un migliaio di metri. Ma una parte si raccoglie in camere superficiali, cin cui la pressione aumenta fino a esplodere formando un buco in superficie da cui fuoriesce come quando si appre appena una lattina di bevanda gassata. Quando il resto dell'acqua si raffredda, percola nuovamente verso il basso ritornando nell'oceano per far ripartire il processo", conclude Matson.

Resta il problema della fonte di calore che innesca questo meccanismo. L'ipotesi più accreditata è che sia dovuto alle maree intene prodotte dalla gravità di Saturno, un'idea suffragata anche dal fatto che la forma dell'orbita del satellite si modifica leggermente. L'attrito sviluppato da queste maree svilupperebbe il calore necessario a creare i processi vulcanici in grado di sciogliere il ghiaccio sotterraneo. (gg)

fonte lescienze


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MessaggioInviato: 28/01/2011, 17:05 
Visto? Piano piano trovano acqua dapertutto ...



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MessaggioInviato: 28/01/2011, 18:46 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Visto? Piano piano trovano acqua dapertutto ...

speriamo sia di buona qualita' e frizzante [:D] [:o)] [8D]


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MessaggioInviato: 28/01/2011, 19:21 
...Ma la Vita la tengono ... nascosta.



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MessaggioInviato: 24/04/2013, 12:27 
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Arriva dalla sonda Cassini questa spettacolare e dettagliatissima immagine della luna ghiacciata di Saturno. Crepacci, promontori e getti di ghiaccio, acqua e materiali organici ci mostrano il volto di un mondo inquieto


È un fitto intrico di crinali e depressioni ghiacciate quello che ci appare la superficie di Encelado, la più enigmatica tra le lune di Saturno. Questo panorama mozzafiato, ripreso dalla sonda Cassini il 31 gennaio del 2011, è il risultato della tremenda forza di attrazione gravitazionale esercitata da Saturno che deforma il guscio esterno della luna, modellandolo in ripidi promontori che si stagliano al di sopra di profonde fratture.
La netta cicatrice scura che si vede sulla superficie di Encelado nella zona meridionale raggiunge in vari punti profondità anche di un chilometro e nel suo percorso taglia altre strutture morfologiche. Un indizio della sua relativa giovinezza. In contrasto, la regione butterata di crateri a nord viene interpretata come una superficie molto più antica che sinora sembrerebbe sfuggita al processo di rimodellamento visibile nelle zone circostanti.
Ma l'immagine di Encelado ci mostra quella che è la sua caratteristica più spettacolare: lungo parte del bordo meridionale, pennacchi di particelle ghiacciate mescolate a vapor d'acqua, sali e materiali organici vengono letteralmente sparati nello spazio a velocità superiori a 2000 chilometri all'ora. La composizione chimica di questi pennacchi suggerisce che sotto la crosta ghiacciata di Encelado potrebbe celarsi un oceano liquido in grado addirittura di ospitare forme elementari di vita.

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... a_nudo.txt

..veramente solo una ventina di anni orsono nessuno sospettava che questo ciotolo dello spazio,avesse una vita geologica cosi' intensa,contravvenendo a tutte le ns teorie fino al momento in voga....[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 24/04/2013, 12:28, modificato 1 volta in totale.

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se ci fosse vita avrebbe dovuto svilupparsi nella più totale oscurità [;)]


Ultima modifica di Raziel il 24/04/2013, 23:26, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Raziel ha scritto:

se ci fosse vita avrebbe dovuto svilupparsi nella più totale oscurità [;)]


...anke se magari forme di vita albergano nei posti piu' reconditi,dal mio punto di vst ritengo quanto mai arduo pronosticare forme di vita su enceladus,ma di certo geologicamente e' attivo alla faccia delle ns passate teorie....... [;)]


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La variabilità dei geyser di Encelado: influenzati dall'orbita della luna

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Pubblicato Giovedì, 01 Agosto 2013 06:18 Scritto da Elisabetta Bonora
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Immagine:
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41,93 KB

Credit: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Cornell/SSI

In base ai dati della sonda della NASA Cassini, gli scienziati hanno scoperto che i geyser di Encelado sono influenzati dall'orbita della luna stessa e dalla sua vicinanza con Saturno.

Il nuovo studio, pubblicato questa settimana sulla rivista Nature, mostra, per la prima volta, in modo chiaro ed inequivocabile le variazioni dei pennacchi del polo sud della luna.

La scoperta, così, aggiunge ulteriori prove che, sotto la sua crosta ghiacciata, si nasconde un oceano di acqua liquida.

"I getti di Encelado apparentemente funzionano come gli ugelli degli impianti di irrigazione dei giardini", spiega Matt Hedman, autore principale del documento e scienziato della squadra Cassini, con sede presso la Cornell University di Ithaca, New York.
"Gli ugelli sono quasi chiusi quando Encelado è più vicino a Saturno e sono più aperti quando la luna è più distante. Riteniamo che questo comportamento abbia a che fare con l'influenza gravitazionale del pianeta".

La sonda della NASA Cassini, che orbita nel sistema di Saturno dal 2004, ha scoperto i geyser di Encelado nel 2005.
Dalle fratture sulla superfie della luna, chiamate "tiger stripes", viene sparato nello spazio un mix di ghiaccio d'acqua e particelle organiche.

"Il modo con cui i getti reagiscono così sensibilmente alle mutevoli sollecitazioni impresse su Encelado, suggerisce che provengono da un grande corpo d'acqua allo stato liquido", ha detto Cassini del NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California.
"L'acqua liquida è stata fondamentale per lo sviluppo della vita sulla Terra così, queste scoperte, ci fanno chiedere se la vita esiste ovunque sia presente acqua allo stato liquido".

Dei getti di Encelado se ne era parlato anche in occasione del 44° Lunar and Planetary Science Conference tenutosi a Houston in Texas nel mese di marzo: gli scienziati avevano già ipotizzato che queste fontane zampillanti arrivassero da un mare salato di acqua liquida, situato 10 chilometri sotto il ghiaccio che ricopre la superficie della luna.

Tuttavia, pur avendo ipotizzato per anni la variabilità dei getti nel corso del tempo, i ricercatori non erano ancora stati in grado di dimostrare che il loro andamento segue un modello ben riconoscibile.

Hedman e il suo team hanno analizzato i dati in ifrarosso su lungo periodo ottenuti dallo spettrometro VIMS a bordo della sonda Cassini, che raccolto oltre 200 immagini dei geyser tra il 2005 e il 2012.

I pennacchi erano sensibilimente più deboli quando la luna si trovava vicino a Saturno, mentre diventando fino a 3 / 4 volte più luminosi quando la luna era più lontano.

Integrando queste informazioni con i modelli che descrivono l'influenza gravitazione di Saturno su Encellado e come la luna viene contratta e allungata dalla gravità del pianeta, i ricercatori hanno determinato che, quando l'influenza gravitazionale è più forte, le tiger stripes si riducono e così diminuisce anche il materiale espulso dai geyser; al contrario, quando la luna è più distante dal pianeta e l'inflenza gravitazionale è minore, le tiger stripes si dilatano e i pennacchi eruttano più materiale.

Nell'immagine in apertura è rappresentata l'orbita di Encelado utilizzando come base il mosaico di immagini ripreso dalla sonda Cassini nel 2006 (mentre siamo in attesa della complessa composizione ripresa il 19 luglio scorso in occasione dell'evento "Wave at Saturn", in cui è stata ripresa anche la Terra).
Nell'ingrandimento a sinistra, Encelado è più distante dal pianeta e i geyser rendono la luna molto più luminosa rispetto all'immagine di destra, quando è più vicina a Saturno

http://www.aliveuniverseimages.com/spec ... della-luna


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