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Marziano
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MessaggioInviato: 06/06/2009, 18:21 
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dresda99 ha scritto:

La verità è che sono andato avanti nel tempo.

Ho visto il mio post del passato e l'ho pianificato.

Tutto qui

In realtà io sono "JUAN TITORE"


LO SOSPETTAVO!!
A me non me la fai [;)]



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E molto piu` facile parlare di cospirazione, quando si ignorano le cause ed i motivi.

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Grigio
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MessaggioInviato: 06/06/2009, 21:14 
Allora tornando a prima la foto è categoricamente Venere e non Mercurio [:)] ......consiglio di cambiarla,principalmente per una corretta informazione :) visto che è la seconda di google

la foto di Venere la potete trovare nel sito della Nasa

http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA00104

ecco anche i codici identificiativi della foto
Produced By: JPL
Producer ID: P39225
Addition Date: 1996-11-12

le altre di Venere da qua
http://solarsystem.nasa.gov/planets/pro ... ay=Gallery

Questo è Mercurio
Immagine
http://solarsystem.nasa.gov/multimedia/ ... IM_ID=7543

Le altre di Mercurio potete trovarle qua
http://solarsystem.nasa.gov/planets/pro ... ay=Gallery

sempre dal sito ufficiale della Nasa....


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 06/06/2009, 21:24, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/03/2014, 00:59 
Cita:
Mercurio, ecco come si contrae un pianeta

Il raggio del pianeta più interno del sistema solare si è ridotto di sette chilometri negli ultimi quattro miliardi di anni. A stabilirlo è una nuova stima basata sui dati raccolti dalla sonda Messenger della NASA. La contrazione sarebbe l'effetto dell'evoluzione termica di Mercurio: inizialmente molto caldo, è andato via via raffreddandosi. Il fenomeno è noto da tempo, ma i nuovi calcoli dimostrano che è molto più intenso di quanto si pensasse.

Sette chilometri di raggio in meno in quattro miliardi di anni: è il “dimagrimento” di Mercurio documentato in uno studio pubblicato su “Nature Geoscience”, una contrazione ben più drastica di quanto stimato finora. Paul Byrne e colleghi, autori dell'articolo, hanno ottenuto questa stima sulla base di una mappa dei rilievi e delle depressioni della superficie del pianeta realizzata con le immagini catturate dalla sonda MESSENGER della NASA.

Secondo il modello attualmente più condiviso, le strutture geologiche evidenziate nella mappa si sono formate attraverso una serie di frane e fratturazioni della crosta in seguito a una contrazione del volume del pianeta. Inizialmente molto caldo, Mercurio ha subito infatti un processo di graduale raffreddamento, e di conseguenza anche una riduzione delle sue dimensioni.

La contrazione della superficie di Mercurio, avvenuta nel corso di miliardi di anni, è un processo conosciuto da quando la missione Mariner 10 sorvolò il pianeta tra il 1974 e il 1975, raccogliendo immagini del 45 per cento della sua superficie. Oltre ai numerosissimi crateri da impatto e alle diffuse superfici lisce e uniformi, la sonda mise in luce la presenza di altre formazioni geologiche caratteristiche: pendii scoscesi, delimitati da bordi di forma arrotondata.

Secondo le prime ipotesi, queste strutture si sarebbero formate in seguito alla collisione tra due faglie. In questo processo, uno dei due lati della faglia si sarebbe sollevato, salendo su quello adiacente, e riducendo così la superficie della crosta del pianeta. Alla contrazione superficiale sarebbe corrisposta una diminuzione del raggio di 1-2 chilometri.

Questa cifra però è in contrasto con i modelli di evoluzione termica di Mercurio. Tutti i pianeti e i satelliti, compresa la Terra, col tempo si raffreddano, a meno che i loro “motori interni” non ricevano in qualche modo energia dall'esterno: uno dei meccanismi ipotizzati è che l'interazione gravitazionale con altri oggetti celesti produca forze mareali in grado di riscaldare, per effetto dell'attrito, l'interno dei pianeti.

Mercurio è un caso estremo, poiché ha un enorme nucleo di ferro che, stando alle misurazioni del campo magnetico del pianeta, dovrebbe essere in parte liquido e percorso da moti convettivi. Proprio questo nucleo di ferro fuso dovrebbe andare incontro col tempo a una solidifcazione progressiva: questa transizione di fase, secondo le previsioni ridurrà il volume complessivo in misura ancora maggiore, sommandosi alla contrazione termica.

I ricercatori hanno ora calcolato l'entità complessiva della crosta che si è spostata con le dorsali e con le faglie, e hanno trovato che la riduzione totale della superficie di Mercurio è equivalente alla perdita di sette chilometri di raggio planetario.

Una conseguenza interessante e curiosa della scoperta è che la deformazione della superficie del pianeta è in accordo con una teoria in voga nel XIX secolo secondo cui la Terra si troverebbe in una fase di contrazione per effetto del raffreddamento, un processo che avrebbe fatto sollevare le catene montuose.

Questa teoria è stata superata dalla moderna tettonica, secondo cui la litosfera, cioè lo strato formato dalla crosta e dalla parte esterna del mantello, è suddivisa in placche in movimento. La litosfera di Mercurio, tuttavia, è formata da un'unica placca e non può quindi disperdere calore con i processi tettonici.


http://www.lescienze.it/news/2014/03/17 ... 52786/?rss


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MessaggioInviato: 28/10/2014, 19:36 
eclissi lunare dell'8 10,ripresa dalla sonda messenger orbitante attorno mercurio

[img][IMG]http://i.imgur.com/0QyNlZF.png[/img][/img]

L'eclisse di Luna dell'8 ottobre scorso vista da Messenger, in orbita attorno a Mercurio. Ripresa delle immagini effettuata con la Narrow Angle Camera (NAC) del Mercury Dual Imaging System (MDIS). Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington


dalla rivista coelum


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MessaggioInviato: 07/01/2015, 16:23 
[img][img]http://i.imgur.com/z0gX5Eq.jpg[/img][/img]


Link2Universe

Qui siamo su Mercurio, all'interno del Cratere Raditladi, visto dalla sonda MESSENGER, della NASA. Ma cosa sono quei pattern stranissimi? Eh, bella domanda... è quello che si stanno chiedendo anche i geologi planetari di tutto il mondo. Non si sa di preciso, e non c'è nulla in tutto il sistema solare di neanche vagamente simile.
La sonda ha fotografato questi aloni nei crateri di Mercurio in tutti gli emisferi e si accumulano sia in zone di pianure sia intorno a montagne. Possono arrivare a svariate decine di km di lunghezza e una varietà di colore ed intensità.
L'ipotesi migliore per adesso, è che l'impatto che ha creato il cratere, ha fuso il materiale della crosta, ma non era tutto roccioso. Parte della crosta sarebbe piena di materiali volatili intrappolati nelle rocce. Così, quel materiale, passando dallo stato solido allo stato gassoso, ha creato dei geyser attivi che sono esplosi creando nel tempo pozze intorno a se.
Un'altra teoria è che riguarda il modo in cui alcuni particolari minerali della crosta reagiscono alla lunga esposizione di intense radiazioni solari.
Serviranno ancora molte analisi per venire a capo di questo mistero, ma questo conferma quanto Mercurio sia incredibilmente più affascinante di quanto ci saremmo mai aspettati.

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Meravigliosa nuova vista della regione Pantheon Fossae, su Mercurio, con accanto il Cratere Apolodoro. Anche se possono sembrare strutture legate tra di loro, in realtà si pensa che il cratere si sia formato dopo le fratture nel terreno. Queste sono attualmente ancora un mistero, e non sappiamo esattamente cosa le abbia create. Tra le ipotesi ci sono movimenti di un vulcano sotterraneo e precedenti impatti. Notate le creste rialzate a cerchio intorno al centro dei canali.

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