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 Oggetto del messaggio: Giove ladro........
MessaggioInviato: 07/06/2011, 11:23 
Astronomia e cosmologia
Formazione del sistema solare
Giove, ladro ai danni di Marte

La migrazione di Giove ai primordi del sistema solare permette anche di spiegare alcune enigmatiche caratteristiche della cintura di asteroidi. Da tempo i planetologi si chiedono perché Marte abbia dimensioni e massa molto più piccole della Terra, pur essendosi formato nello stesso periodo della Terra e di Venere. La prima spiegazione coerente di questo fatto è stata ora proposta da un gruppo di ricercatori diretti da Kevin Walsh, del Southwest Research Institute, che la illustrano in un articolo pubblicato su Nature.

Attraverso una serie di simulazioni, Walsh e colleghi sono riusciti a mostrare che probabilmente dal suo originario luogo di formazione Giove si è spostato verso l'interno del sistema solare "risucchiando" dalla regione una notevole quantità di materiale, tanto da frenare l'accrescimento di Marte.

"Se subito dopo la sua formazione Giove si fosse spostato dal suo luogo di nascita verso l'interno fino a 1,5 UA dal Sole, per poi tornare indietro fino alla sua posizione attuale in seguito alla formazione di Saturno, così come suggeriscono altri modelli di formazione dei pianeti, avrebbe alterato la distribuzione dei materiali solidi del sistema solare interno fino a circa 1 UA, spiegando la piccola massa di Marte ", osserva Walsh. "Il problema era se questa migrazione avanti e indietro di Giove in una regione fra le 2 e le 4 UA fosse compatibile con l'attuale esistenza della cintura di asteroidi in questa stessa regione. Così, abbiamo iniziato a fare un numero enorme di simulazioni."

"Il risultato è stato fantastico", dice Walsh. "Le nostre simulazioni non solo hanno dimostrato che la migrazione di Giove era coerente con l'esistenza della cintura di asteroidi, ma hanno consentito di spiegare alcune proprietà di questa cintura che non erano mai state spiegate."

La fascia degli asteroidi è infatti popolata da due tipi di detriti molto diversi, quelli estremamente "secchi" e quelli ricchi di acqua come le comete. Walsh e collaboratori hanno dimostrato che il passaggio di Giove prima ha impoverito la regione della cintura di asteroidi per poi ripopolarla sia con i corpi originariamente localizzati fra una e 3 UA, sia con quelli presenti nella regione dei pianeti giganti, producendo così le significative differenze di composizione che oggi caratterizzano tutta la cintura. (gg)


http://lescienze.espresso.repubblica.it ... lo/1348144


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MessaggioInviato: 12/08/2011, 19:48 
Contenuti del Journal Rinvii alla pagina piena Nel mese di agosto è riapparso ai nostri telescopi un tenue particolare delle regioni Nord di Giove
Dalla sezione Pianeti UAI: La Piccola Macchia Rossa di Giove
Nel mese di agosto è riapparsa ai nostri telescopi un tenue particolare delle regioni Nord di Giove: la piccola Macchia Rossa.

Le regioni di Giove lontane dall’equatore sono appiattite dal basso contrasto, che ne ha limitato lo studio in passato. Negli anni ’70, immagini ad alta risoluzione hanno mostrato ovali anticiclonici a latitudine 41°N, larghi circa 5000 km. La documentazione è lacunosa fino alle ricognizioni del telescopio spaziale Hubble e della sonda Galileo, e alla diffusione della fotografia digitale. Dal 1993, la sorveglianza è abbastanza assidua da poter confermare che almeno una formazione atmosferica di questo tipo è sempre presente.

Le sue caratteristiche lo accomunano alla Grande Macchia Rossa, a partire dal colore, visibile in alcuni periodi, come nel 2008-2010 (vedi l’immagine qui sotto di Carmelo Zannelli, 17 settembre 2010), ma più spesso debole o assente.



C. Zannelli, 17 settembre 2010 (C14, cam. PGR Flea 3M)




Immagine:
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L’ovale è classificato come una “Piccola Macchia Rossa”, e si appoggia sul lato polare di una banda scura (la NNTB), deflettendo intorno a sé la corrente a getto che soffia lungo il bordo della fascia. Altre macchie bianche di minori dimensioni appaiono alla stessa latitudine (una si vede nell’immagine di Guidi), possono durare alcuni anni, ma non appaiono mai colorate.

L’ovale che si vede in questi giorni (immagine qui sotto di Marco Guidi, 1 agosto 2011) coincide sicuramente con quello del 1993, forse addirittura con uno di quelli fotografati dalle sonde Voyager (1979).


Immagine:
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11,04 KB






M. Guidi, 1 agosto 2011 (C14, cam. Basler ACE 640

Osserviamo l’immagine nella banda di assorbimento del metano a 889 nm (Antonello Medugno, 12 agosto 2010). Vediamo che la Piccola Macchia Rossa appare luminosa (in basso a destra). Nell’altro emisfero si trova la Grande Macchia Rossa; vicino a questa vi è un terzo ovale, detto BA (debolmente arancione a partire dal 2005). Queste formazioni sono brillanti sullo sfondo scuro che domina a questa lunghezza d’onda, perché la loro copertura nuvolosa si trova a quota più elevata, nell’atmosfera del pianeta, rispetto alla maggior parte dello strato di metano che assorbe la radiazione. (Nelle immagini, il sud è in alto)




Immagine:
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A. Medugno, 12 agosto 2010, banda del metano (Meade 14” LX200, cam. DMK21AU04.AS)

(G. Adamoli – Sezione Pianeti UAI)

http://www.uai.it/web/guest/uainews/jou ... 100/247101


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MessaggioInviato: 23/11/2011, 14:45 
animazione rotazione a 360°di giove





inoltre pure questa animazione della rotazione di giove su coelum

http://www.coelum.com/news/giove-a-360%c2%b0-2


Ultima modifica di ubatuba il 23/11/2011, 14:47, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/11/2011, 10:05 
Visto che si parla di Giove, vi posto una ripresa fatta da me a settembre.

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MessaggioInviato: 24/11/2011, 13:39 
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DeMultaNocte ha scritto:

Visto che si parla di Giove, vi posto una ripresa fatta da me a settembre.

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MessaggioInviato: 24/11/2011, 15:14 
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2di7 ha scritto:

Cita:
DeMultaNocte ha scritto:

Visto che si parla di Giove, vi posto una ripresa fatta da me a settembre.

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Grazie!


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MessaggioInviato: 26/11/2011, 20:39 
E per fortuna Giove fa l'aspirapolvere spaziale. [:D]
Se non lo fosse quasi certamente non saremmo qui a scrivere, il bombardamento meteorico sarebbe stato incessante.



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MessaggioInviato: 31/01/2012, 15:43 
Tutto il fine settimana gli osservatori del cielo sono rimasti meravigliati da una bellissima visuale dei pianeti al tramonto. Giove, la Luna crescente e Venere, sono stati ripresi in questa meravigliosa fotografia Domenica notte da Vesa Vauhkonen di Rautalampi, in Finlandia. “Il paesaggio invernale è stato illuminato dalla luce della Luna”, dice Vauhkonen al sito spaceweather. “Al suolo erano presenti mezzo metro di neve, mentre la temperatura dell’aria era di -25°C”. Venere e Giove sono convergenti, e viste le oscillazioni della Luna nel cielo, si incontreranno nuovamente alla fine del mese di Febbraio, quando formeranno un triangolo nel cielo vasto meno di 15° di larghezza. Il 25 ed il 26 Febbraio saranno i giorni migliori per l’osservazione. Venere e Giove successivamente convergeranno ancora sino al 12 Marzo, quando i due luminosissimi pianeti formeranno un doppio faro nel cielo del tramonto oltre i 30°. Nelle prime tre settimane di Marzo, Venere e Giove saranno abbastanza vicini per nascondersi dietro il palmo della mano tesa. Lo spettacolo è appena cominciato.



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da meteoweb


Ultima modifica di ubatuba il 31/01/2012, 15:43, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 18/02/2012, 12:59 
Scott Sheppard,gia' co scopritore di diverse lune dei maggiori pianeti,ha aggiunto due nuove lune alla sua numerosa schiera,sono satelliti di giove


x l'articolo

http://ita.astropublishing.com/news2012 ... /feb13.htm

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MessaggioInviato: 19/03/2012, 13:19 
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un nuovo filmato di Giove mostra per la prima volta un'onda invisibile che scuote un'intera fila di correnti a getto nell'atmosfera del gigante gassoso. Questo tipo di interazione avviene anche nell'atmosfera Terrestre e ha notevoli influenze sul tempo meteorologico. Il filmato, ottenuto dai dati della sonda Cassini, che è volata vicino a Giove nel 2000, sulla strada verso Saturno, è stato creato da un team di scienziati e astronomi amatoriali, guidato da Amy Simon-miller, del Goddard Space Flight Center, della NASA e sarà pubblicato nell'Edizione di Aprile 2012 della rivista scientifica Icarus.

"Questa è la prima volta che qualcuno ha visto il movimento diretto di una delle correnti a getto su Giove" ha spiegato Simon-Miller, autrice principale della ricerca. "E comparando questo tipo di interazioni nell'atmosfera della Terra con quello che avviene nel caso di un pianeta così radicalmente diverso come Giove, possiamo imparare molte nuove cose riguardo ad entrambi i pianeti."




Ultima modifica di ubatuba il 19/03/2012, 13:29, modificato 1 volta in totale.

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Esplosione osservata su Giove: il gigante del Sistema Solare colpito da un asteroide o da una cometa

Giove è il pianeta più massiccio del nostro Sistema Solare, ed in virtù della sua grande massa possiede una vasta sfera di influenza gravitazionale, capace di attrarre facilmente i corpi in transito. Il gigante, come viene chiamato, è il pianeta caratterizzato dalla maggior frequenza di impatti, abbastanza frequenti per quelli di piccole dimensioni. Alle 13:35 (ora italiana) del pomeriggio di ieri, qualcosa l’ha colpito, innescando una palla di fuoco di circa 100 chilometri nella sua atmosfera. La notizia del potenziale impatto è arrivata dall’astronomo Heidi Hammel, dello Space Science Institute. L’astrofilo Dan Peterson Racine, dal Wisconsin, ha osservato per primo attraverso il suo telescopio da 30 cm di diametro, un lampo bianco brillante che è durato circa 1,5-2 secondi, causato probabilmente da un piccolo asteroide o da una cometa. Gli astronomi di tutto il mondo si accingono ora ad avviare il monitoraggio del sito di impatto per cercare di individuare la “cicatrice” dell’evento. Alcuni impatti, infatti, producono delle macchie evidenti nell’atmosfera del gigante gassoso, come già accaduto in passato. Noto è l’impatto del 1994 da parte della cometa D/1993 F2 Shoemaker-Levy 9 tra il 16 ed il 22 Luglio del 1994, quando i 21 frammenti nei quali si era disgregato il nucleo della cometa precipitarono su Giove. L’evento ebbe una rilevanza mediatica notevole, per il quale si realizzarono trasmissioni radio e tv. Le esplosioni causate dalla caduta della cometa si rivelarono molto utili per investigare sulla composizione chimica e sulle proprietà fisiche dell’atmosfera di Giove sotto gli immediati strati superficiali. L’evento, provocò la diffusione di onde sismiche che viaggiarono attraverso il pianeta ad una velocità di 450 m/s e che furono osservate per più di due ore dopo l’impatto. Tra il 2009 ed il 2010, altri impatti interessarono l’atmosfera gioviana: il primo fu decisamente più interessante, causato probabilmente da un asteroide di qualche centinaio di metri. Un evento che sulla Terra avrebbe provocato una vera e propria catastrofe. Il secondo impatto invece, fu caratterizzato da oggetti di dimensioni minori, che non lasciarono alcun segno distintivo nella densa atmosfera del pianeta. Forniremo ulteriori aggiornamenti non appena disponibili.



http://www.meteoweb.eu/2012/09/esplosio ... ta/152065/



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Credit: George Hall


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Immagine del telescopio Hubble che osserva l'occultazione di Ganimede da parte di Giove. Credit: NASA/JPL/ESA/Hubble



hubble continua a stupirci,magari involontariarmente,ma sono immagini sempre alquanto gradite




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Mosaico che mostra in dettaglio la superficie di Ganimede, la più grande delle lune di Giove e dell'intero sistema solare. Sarà il target principale della nuova missione JUICE, della ESA. Il mosaico è stato creato grazie alle immagini Voyager 2, ottenute da 300.000 km di distanza Credit: NASA/JPL




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Giove fotografato a diverse lunghezze d'onda con Ganimede che nel mentre gli tramonta lenta alle spalle. Credit: NASA/ESA/Hubble




http://hubblesite.org/newscenter/archiv ... /42/image/

http://www.link2universe.net/2012-09-23 ... tro-giove/


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MessaggioInviato: 06/10/2012, 22:48 
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Mosaico della Grande Macchia Rossa, su Giove, costruito da immagini della sonda Voyager 2, raccolte e montate da Bjorn Jònsson. (da guardare a tutto schermo!!!) Credit: NASA/ Bjorn Jonsson

Questa è forse una delle regioni più iconiche e meglio conosciute popolarmente, dell'intero Sistema Solare! Si tratta della gigantesca tempesta anticiclonica che da almeno 300 anni infuria a 22° sotto l'equatore di Giove! Tutto quello che riguarda questa tempesta ha del leggendario. Impiega ben 6 giorni terrestri per ruotare una volta su se stessa ed è grande abbastanza da contenere almeno due o tre volte la Terra (Il suo diametro massimo fluttua ma è arrivato fino a 40.000 km!)Attualmente si sta riducendo pian piano ma non sappiamo quando possa durare e quando scomparirà del tutto. La macchia è stata fotografata in dettaglio moltissime volte ed è anche visibile con un normale telescopio da giardino. Tuttavia l'immagine sopra ha qualcosa di speciale perché i fotogrammi da qui è composta furono raccolti dalla sonda Voyager 2, durante il suo passaggio ravvicinato nel 1979, ma non sono mai stati montati insieme fino a solo recentemente quando l'astronomo Bjorn Jonsson le ha riprese in mano e grazie alla potenza dei computer attuali (rispetto a quelli disponibili durante il montaggio delle foto originali) è riuscito a tirare fuori un mosaico ad altissima risoluzione con molti dettagli stupefacenti!

"Il mosaico sopra è composto da 5 x 3 immagini ed è stato scattato l'8 Luglio 1979, quando la sonda era a circa 1.45 milioni di km di distanza. La risoluzione delle immagini originali era di circa 14 km per pixel, qui è simile." spiega Bjorn parlando della sua composizione. "Ognuna delle 15 immagini che compone il mosaico è creata grazie all'uso di filtri arancioni, verdi e viola. Questo ha permesso di creare un mosaico a colori molto più preciso rispetto alle mie precedenti creazioni della sonda Voyager 1, dove non c'erano le immagini verdi.
Per quanto ne so io, pochissime o nessuna di queste immagini è mai stata rilasciata ufficialmente, almeno non in colore. C'è un mosaico creato con immagini della sonda Voyager 2 ma è composto da scatti ottenuti durante tre rotazioni di Giove, da una distanza di circa 2.6 milioni di km. Grazie all'uso di moderni computer e software, la qualità di questo nuovo mosaico è molto più alta."

La macchia più rossa al centro della tempesta corrisponde ad un nucleo relativamente caldo circondato da venti molto freddi che si inabissano nelle regioni più profonde dell'atmosfera planetaria. Anche se da qui può sembrare una struttura piatta, in realtà la tempesta è molto 3D e in alcune zone le nubi scendono in profondità mentre in alte sono molto più in alto.

Non è ancora noto cosa determini la colorazione rossa della macchia. Alcune teorie supportate da dati sperimentali suggeriscono che il colore possa essere causato da complesse molecole organiche, fosforo rosso o un composto dello zolfo. La Grande Macchia Rossa varia notevolmente in gradazione, dal rosso mattone al salmone pastello, ed anche al bianco. La macchia scompare occasionalmente, rimanendo evidente soltanto per il buco (Red Spot Hollow) che è la sua nicchia nella banda equatoriale meridionale (SEB). La visibilità della Macchia è apparentemente accoppiata con l'aspetto della banda equatoriale meridionale: quando la banda è di un bianco brillante, la macchia tende ad essere scura; quando la banda è di colore scuro, la macchia è abitualmente luminosa. I periodi in cui la macchia è scura o luminosa si ripetono con intervalli irregolari: ad esempio la macchia era scura nel 1997, e nei cinquant'anni precedenti, nei periodi compresi tra 1961–66, 1968–75, 1989–90 e 1992–93.




Tornando però al mosaico, Bjorn Jonsson spiega che per crearla è partito dal proiettare i dati originali sopra una proiezione cilindrica semplice per poi renderizzare una mappa in base alla geometria tipica. "Non c'è una singola geometria corretta perché le immagini originali sono state ottenute nell'arco di un periodo di 70 minuti circa."

"Il nuovo mosaico contiene anche moltissime cose interessanti, tra cui anche dettagli su scala molto piccola e tante intriganti variazioni del colore. Si notano anche le ombre sulle nuvole! Le variazioni di colore sembrano molto più interessanti qui rispetto al precedente mosaico ottenuto dai dati Voyager 1, e questo probabilmente perché la ricostruzione dei colori è più precisa. C'è anche una curiosa banda marrone/arancione e nelle vicinanze si può vedere una zona di transizione in cui i colori cambiano da marrone a bianco, senza dei cambiamenti nelle texture dell'immagine.

http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_Macchia_Rossa

http://www.unmannedspaceflight.com/inde ... 6705&st=75

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MessaggioInviato: 23/01/2013, 20:08 
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Nuova vista ad altissima risoluzione di Giove, Io ed Europa, visti dalla sonda Voyager 1 nel lontano 1979. I dati sono stati ripresi in mano e rimontati dall'astrofotografo Bjorn Jonsson. Credit: NASA/JPL/Bjorn Jonsson

Le nuove sonde spaziali hanno sicuramente dalla loro il fatto di avere degli strumenti e camere molto più potenti, ma spesso la qualità delle immagini che vediamo dipende moltissimo anche dagli algoritmi usati per montare i dati ricevuti. A dimostrazione di questo, un grande astrofotografo di nome Bjorn Jonsson ha ripreso in mano vecchissimi dati della sonda Voyager 1, riguardando il suo sorvolo ravvicinato di Giove nel febbraio del 1979, e li ha montati insieme usato nuovi algoritmi e programmi, ottenendo questo mosaico mai visto prima ad una risoluzione altissima! Giove è ben visibile qui insieme a due delle sue lune più affascinanti e misteriose: Io ed Europa!

Una grande quantità di dettagli è visibile anche sulla superficie dei satelliti. La luna Europa è visibilmente molto più chiara rispetto a Giove, principalmente perché è composta di ghiaccio molto riflettente e si trova in contrasto con una regione non lontana dal terminatore di Giove. Simili cose si notano anche per Io, la luna più geologicamente attiva del Sistema Solare, con centinaia di enormi vulcani, e caldere piene di lava.

Le immagini furono scattate da 7.3 milioni di km di distanza il 27 Febbraio 1979. Cioè poco prima del più famoso mosaico di Giove che mostra la Grande Macchia Rossa, montato sempre allo stesso modo da Bjorn Jonsson. Quel mosaico è quello alla più alta risoluzione mai ottenuto di Giove, esclusa un'immagine di Cassini che ha una risoluzione appena appena maggiore.
Voyager 1 ha fotografato Giove attraverso filtri viola e arancione quindi Bjorn ha dovuto creare un verde sintetico per riassemblare il tutto in RGB. Sono state usate in totale 14 coppie di immagini arancioni/viola (28 in totale). Il contrasto ed il colore è quello più realistico possibile.

L'elaborazione ha avuto qualche punto più difficile riguardo alle regioni vicino al polo nord, ed è stato bisogno di "clonare" delle regioni adiacenti per completarlo. Dato che i satelliti si sono mossi relativamente a Giove tra le immagini arancioni e viola, andavano montate ed elaborate in separata sede e poi montate insieme con Giove sullo sfondo. Il risultato mostra la posizione dei satelliti e delle nubi di Giove com'erano nelle immagini viola.

"Elaborare mosaici di Voyager richiede la ri-proiezione delle immagini su una proiezione cilindrica semplici e poi il rendering del risultato usando la stessa geometria. Dato che non ho alcuna informazione sulla camera che è stata impiegata, ho dovuto usare dell'ingegneria inversa e capire tutte le informazioni che mi servivano. La presenza di due satelliti ha reso le cose più facili perché permetteva di capire dove stava puntando la camera. In particolare, l'orientamento dell'immagine (direzione nord) è facile da determinare quando due satelliti sono visibili insieme.

http://www.planetary.org/blogs/guest-bl ... osaic.html

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