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 Oggetto del messaggio: Pianeti per viverci, c’è un candidato
MessaggioInviato: 28/08/2011, 17:36 
Pianeti per viverci, c’è un candidato

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Ha una massa pari a tre volte e mezzo quella della Terra. Lo hanno scoperto grazie allo spettrometro HARPS. Ed è l’ultimo candidato, in ordine di tempo, a essere il primo pianeta abitabile al di fuori del nostro sistema solare. Che sia la volta buona? È presto per dirlo, ma le premesse ci sono.

di Marco Malaspina

Fresco, spazioso, forse abitabile. Non è l’annuncio per un monolocale da ristrutturare: è il biglietto da visita di HD 85512 b, un pianeta in orbita attorno a una piccola stella a circa 30 anni luce dalla Terra. Uno del mezzo migliaio abbondante di mondi scoperti fino a oggi al di fuori del Sistema solare. Solo che questo sembra avere tutte le carte in regola per consentire, se non di ospitare la vita (è troppo presto per dirlo), quanto meno la presenza di acqua sulla sua superficie.

Chiamarlo gemello della Terra sarebbe dunque del tutto prematuro. E anche fuorviante, visto che rispetto alla massa del nostro pianeta HD 85512 b è almeno tre volte e mezzo più robusto. Al tempo stesso, però, presenta una serie di caratteristiche piuttosto allettanti, tali da renderlo potenzialmente abitabile. «Certo, può sembrare grosso per gli standard del nostro sistema solare», osserva Francesco Pepe, ricercatore all’Osservatorio astronomico dell’università di Ginevra e fra gli autori della scoperta, «ma paragonato ai pianeti gassosi è piccolo. E questo ci fa pensare che debba essere roccioso, come la Terra. Anche se non sappiamo se abbia un’atmosfera più o meno densa, o se sia ricoperto da un oceano. Quello che sappiamo è che, essendo piccolo, probabilmente è roccioso. E che la distanza che lo separa dalla sua stella fa sì che la temperatura sulla superficie sia compatibile con la presenza di acqua».

A dire il vero, è una distanza molto ridotta, più o meno un quarto di quella fra la Terra e il Sole. Tant’è che un anno, su HD 85512 b, dura appena sessanta giorni terrestri. Ma poiché la stella attorno alla quale orbita, HD 85512 (senza la ‘b’), è piccola e fredda, raggiungendo circa la metà della temperatura del Sole, il pianeta sembrerebbe offrire un clima ragionevolmente tiepido. Insomma, come dichiarano gli autori stessi nel loro paper, in corso di pubblicazione su Astronomy & Astrophysics, «se risultasse che HD 85512 b presenta per oltre il 50% una copertura nuvolosa, riteniamo che potrebbe essere potenzialmente abitabile. E rappresenta a oggi, insieme a Gl 581d, il miglior candidato per la ricerca di pianeti in grado d’ospitare la vita: un mondo sull’orlo dell’abitabilità».

Tracce deboli, inferenze robuste

Se la scoperta è di quelle che affascinano, a lasciare a bocca aperta è però soprattutto il metodo che ha permesso agli scienziati di giungere a questi risultati. Sono partiti da una traccia labilissima, una variazione – poco al di sopra la soglia del rumore – della velocità radiale della stella HD 85512, rilevata grazie allo strumento HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher), uno spettrometro montato su un telescopio da 3.6 metri dell’ESO a La Silla, in Cile. «Trovandosi a una trentina di anni luce, dunque relativamente vicina a noi», spiega Pepe, «HD 85512 è abbastanza brillante. Fa parte di un gruppo di dieci stelle molto calme, molto luminose, con tutte le caratteristiche favorevoli per poter consentire la rilevazione di pianeti di piccole dimensioni. Ora, HD 85512 ha un segnale estremamente stabile. Ma noi abbiamo notato una variazione di velocità – piccolissima – con un periodo di circa 60 giorni. Escludendo altri fenomeni, siamo arrivati a concludere che questa variazione è dovuta a un pianeta che le orbita attorno. Misurando poi la sola velocità radiale, siamo riusciti a calcolare il periodo orbitale e una soglia inferiore per la massa del pianeta, che è appunto circa tre volte e mezzo quella della Terra».

Il prossimo passo sarà quello di cercare conferme e, soprattutto, informazioni più precise sulla natura del pianeta. L’ideale sarebbe poterlo osservare mentre transita davanti alla stella, così da produrre una mini-eclissi. «Ciò consentirebbe di misurare il diametro del pianeta. E dal diametro, conoscendo la massa, ricavarne la densità. Purtroppo, però», ammette Pepe, «la probabilità di osservarne il transito dalla Terra è davvero piccolissima, attorno all’1%».
Ma i cercatori di mondi non si danno per vinti, e la caccia continua. Dall’aprile del 2012 HARPS sarà affiancato da uno spettrometro gemello, questa volta piazzato nell’emisfero nord, che si chiamerà HARPS-N, di cui Francesco Pepe è il responsabile. A ospitare HARPS-N sarà un telescopio tutto italiano , anche se si trova sull’isola di La Palma, alle Canarie: il TNG (Telescopio Nazionale Galileo) dell’INAF.

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7161.10


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Marziano
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MessaggioInviato: 29/08/2011, 12:02 
Comunque sia la cosa è di estrema importanza.
Per come la vedo io, prima si trovano questi pianeti, meglio è.


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MessaggioInviato: 30/08/2011, 13:58 
Assolutamente, la ricerca di essi è fondamentale, ma non bisogna dare per scontato a mio avviso che in futuro potremmo abitarli senza problemi, per il semplice fatto che potrebbero già essere abitati da qualcun altro


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Grigio
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MessaggioInviato: 30/08/2011, 17:40 
Cita:
MiglaFrans ha scritto:

Assolutamente, la ricerca di essi è fondamentale, ma non bisogna dare per scontato a mio avviso che in futuro potremmo abitarli senza problemi, per il semplice fatto che potrebbero già essere abitati da qualcun altro


Quoto...ed in piu' aggiungo che la galassia oramai è colonizzata in lungo e in largo.
Trovare pianeti abitabili non sarà un problema...trovarli liberi per un'eventuale colonizzazione sarà molto piu' difficile...



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"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
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Stellare
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MessaggioInviato: 30/08/2011, 20:47 
Sottoscrivo.


Ma di cosa ci preoccupiamo?

Conoscendo la razza umana?

Se non sono liberi, ce li prendiamo! [:D]


Adesso non possiamo fare niente che siamo dei cavernicoli da schiacciare come formiche,

ma quando potremo raggiungere quei mondi e preoccuparci di come colonizzarli, vorrà dire che avremo le navi...

....e voi pensate che le faranno senza armi? [:o)]


Preoccupiamoci piuttosto di arrivarci a quel livello, come si deve, e non di estinguerci per la nostra stupidità o diventare un regime.

E di prendercela con grigetti vari e altri simpaticoni, e non con chi non c' entra niente...

Poi il resto verrà da sè..... pezzo dopo pezzo. [}:)]


Tornando in tema,


ogni volta che salta fuori una notizia del genere nessuno nota mai: è troppo grande.

3 volte la Terra, 5 volte la Terra... e la gravità? Mica possiamo diventare sardine.

Lo dobbiamo ancora trovare uno simile al nostro, e per trovarlo ci servono strumenti migliori di quelli attuali.... [8D]


Saluti,

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 31/08/2011, 08:36 
Se su un remoto pianeta incontrassimo civiltà colonizzatrici provenienti da altri sistemi stellari già stanziali in quei luoghi potenzialmente molto prima del nostro arrivo verosimilmente saranno tecnologicamente molto piu' avanti...quindi non potremmo contrastarle in alcun modo ma..se un giorno sbarcassimo su un pianeta in cui fossero presenti civiltà originarie piu' arretrate allora temo che comincerebbero le prepotenze...da parte nostra ovviamente.Avete presente israele e palestina...?Beh...piu' o meno..



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MessaggioInviato: 31/08/2011, 09:34 
Un universo pieno. Pienissimo.
Penso che solo noi terrestri siamo riusciti fino ad ora a non trovare nulla.

Arriverà un bel momento in cui scoperte di nuove civiltà, nuovi pianeti ... e corpi celesti abitati, e quant'altro,. non farà più notizia.

Ed allora ci chiederemo (o forse si chiederanno i nostri pro-pro-pronipoti), ma dove diamine guardavano i nostri vecchi?


Ultima modifica di Pianetamarte2010 il 31/08/2011, 09:35, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 31/08/2011, 09:51 
Alla televisione. [:D]

Col discorso del Papa... [:o)]

Nel TG di Fede. [:(]



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 31/08/2011, 12:08 
Comunque ricordiamoci che per il momento anche un viaggio di una frazione non insignificante di anno luce é ben oltre le nostre possibilitá.figuriamoci 30 anni luce.
altro discorso sarebbe la creazione di 'ciambelle' rocciose rotanti,grazie alle quali l'umanita potrebbe moltiplicarsi fino a migliaia di miardi di individui..
il viaggio di 30 anni luce é fantascienza.. le ciambelle ruotanti solo fanta tecnica


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MessaggioInviato: 04/09/2011, 16:42 
PIANETI TIPO "DUNE" POTENZIALMENTE ABITABILI

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Il tipo più comune di pianeta abitabile potrebbe non essere simile alla Terra, ma avere molti punti in comune con Venere e Marte, considerati deserti e poco ospitali per la vita che conosciamo.

Secondo Yutaka Abe, ricercatore della University of Tokyo, "il 'pallido puntino blu' non è il solo modello per un pianeta abitabile simile alla Terra. Il primo pianeta abitabile è probabilmente un membro della classe di pianeti ricoperti da terre emerse, piuttosto che da acqua".

Si tratta di un altro passo in avanti rispetto all'ormai decaduta concezione di mondi abitabili che stabiliva che la presenza di masse d'acqua superficiali comportasse forti probabilità di incontrare la vita. Non molto tempo fa venne dimostrato come solo una piccola percentuale di acqua liquida terrestre sia in grado di fornire un ambiente ideale per lo sviluppo della vita, ma la nuova ricerca di Yukata sembrerebbe supportare l'idea che non serva alcun oceano di acqua liquida per ottenere un ambiente favorevole alla nascita di ipotetici esseri viventi.

Uno degli scenari che si stanno investigando è la capacità dei cosidetti "land planets", pianeti desertici simili al famoso Arrakis del film "Dune" e completamente ricoperti da terra, sabbia o roccia, di fornire un terreno adeguato alla proliferazione della vita.

Yutaka e i suoi colleghi hanno creato dei modelli climatici tridimensionali per pianeti simili al nostro, lasciando intatti tutti i parametri di simulazione principali, ma rimuovendo dal sistema oceani e vegetazione, lasciando soltanto una certa quantità d'acqua bloccata sotto la superficie.

Con grossa sorpresa, la zona abitabile di questi pianeti desertici era circa tre volte superiore a quelli ricoperti da grandi masse d'acqua. Senza contare che sono in grado di resistere al congelamento più agevolmente di quanto possa fare la Terra.

Ad esempio, il nostro pianeta potrebbe congelare completamente se il livello di radiazioni che riceve dal nostro sole dovesse scendere tra il 72-90%. Nel caso di pianeti desertici, il congelamento non si verificherebbe prima del 58-77%, elemento che lascerebbe spazio anche a scenari in cui un pianeta potrebbe rimanere potenzialmente abitabile anche in posizioni esterne alla zona di Goldilocks.

A temperature elevate, invece, i ricercatori si sono basati sulla capacità di un pianeta di mantenere stabile l'acqua liquida dei poli, i suoi punti più freddi. Se la Terra dovesse ricevere il 130% della radiazione solare attuale, i poli ne verrebbero compromessi; nel caso di un pianeta desertico, invece, la percentuale sale al 170%, e l'abitabilità del corpo planetario potrebbe non essere alterata da un'orbita apparentemente troppo vicina alla sua stella.

Un pianeta desertico non risentirebbe della sua posizione nello spazio quanto un "pianeta blu" come la Terra. Può assorbire più radiazioni stellari (ghiaccio ed acqua le riflettono parzialmente), resistere meglio ad un congelamento globale, e disporre di una zona abitabile potenzialmente più vasta di quella di un pianeta ricoperto da oceani.

Ma come essere sicuri dell'abitabilità di un pianeta desertico? "Non è chiaro se ci possa essere abbastanza acqua su questi pianeti 'Dune' da poter essere osservata dai nostri telescopi" osserva Jim Kasting della Pennsylvania State University. "Per cui non credo che questa ricerca possa cambiare la nostra strategia di ricerca della vita nell'universo".

Di parere contrario sembra essere Kevin Zahnle del NASA Ames Research Center: "Questi pianeti potrebbero non mostrare segnali visibili della presenza di acqua, ma potrebbero esibire presenza di ossigeno. Inoltre, stiamo scoprendo che l'acqua è così diffusa nell'universo da non poter essere utilizzata come indizio dell'abitabilità di un pianeta. Non stiamo cercando pianeti che possano essere permanentemente abitabili, solo pianeti che possano essere rimasti abitabili per un periodo sufficiente a far nascere la vita. Nessun pianeta è abitabile per sempre, nemmeno la Terra".

http://www.antikitera.net/news.asp?id=10817&T=3


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MessaggioInviato: 13/09/2011, 23:44 
Scoperto un nuovo pianeta simile alla Terra a 36 anni luce da noi

HD 85512 sembra essere nella zona Goldilocks e verrà tenuto d'occhio d'ora in avanti 24 ore al giorno.
Non è una conversazione fra controllori di volo, ma l'annuncio di una scoperta di una certa importanza: attorno alla stella, denominata dagli astronomi HD 85512, è stato trovato un pianeta abbastanza simile alla Terra e a una distanza dalla propria stella tale da garantire un'atmosfera né troppo calda né troppo fredda al pianeta stesso, come nella favola dei tre orsetti e Riccioli d'oro, Goldilocks appunto.

Se un pianeta è infatti troppo vicino alla sua stella fa la fine del nostro Mercurio, un mondo rovente e desolato a centinaia di gradi di temperatura. Se invece è troppo lontano, come Plutone per esempio, si trova a centinaia di gradi sotto lo zero e la Siberia diventa un luogo di villeggiatura invernale.
foto


In altre parole un pianeta tiepido come la nostra Terra è come la minestra che l'orsetto offre a Riccioli d'oro. Evidentemente al primo astronomo che fece questa considerazione sulle condizioni necessarie per lo sviluppo della vita nell'Universo piacevano le favole per bambini.
La scoperta è stata annunciata nei giorni scorsi nel corso di un convegno di astrofisici cacciatori di pianeti, in Usa, da Michel Mayor, l'astronomo svizzero che nel 1995 per primo realizzò uno dei sogni dell'umanità, e una delle più grandi scoperte degli ultimi 50 anni: trovare un pianeta attorno a una stella diversa dal Sole.

A oggi ne conosciamo già un migliaio e la questione non fa più che tanto scalpore, ma Mayor ha stupito di nuovo tutti annunciando altri 50 pianeti scovati in un colpo solo coi telescopi europei del Cile e uno strumento nuovo e molto raffinato, HARPS, capace di analizzare meglio degli altri le debolissime alterazioni della luce delle stelle dovute alla presenza di un pianeta che gira loro attorno. Infatti i pianeti extrasolari non li vediamo direttamente, per questo occorre aspettare il prossimo decennio e i nuovi strumenti, se ci saranno i soldi per costruirli.

Pensiamo invece a un lampione lontano lontano da noi attorno a cui gira vorticosamente, come capita d'estate, una farfalla notturna. Riusciamo a capirci qualcosa solo se siamo abbastanza vicini al lampione. E infatti tutti e 50 i nuovi scoperti sono dietro l'angolo in termini astronomici, poche diecine di anni luce, e di questi poi ben 16, ed è già una grossa novità, sono sicuramente solidi e di tipo terrestre. Lui, quello di HD85512 è solo 3.6 volte la Terra e a una distanza tale dalla stella da non congelare né bollire: che ci sia vita ? Non si può certo dire, è un primo tenue ma sicuro indizio, ora cercheranno di trovare nella sua atmosfera qualche segno, ad esempio la "firma" della clorofilla o altro che possa dirci con sicurezza che c'è un qualche tipo di attività organica.

Questo strano mondo, a 36 anni luce da noi, un niente nella scala delle distanze astronomiche, ruota attorno a una stella arancione, più piccola del Sole, circa due terzi, e molto meno luminosa, circa il 15 % del Sole, eppure potrebbe riservarci la più grande delle sorprese. Speriamo, se non sarà questo comunque c'è chi, come Mayor , è ottimista e pensa che nel prossimo futuro, presto, troveremo il mondo "giusto" da studiare. Arrivarci poi sarà un altro bel problema: con i mezzi che abbiamo per fare anche solo 36 anni luce occorrono miliardi di anni.

L'ottimismo di Mayor è legato anche all'entrata in campo del nostro Paese, la caccia al pianeta gemello fra poco diventa infatti fortemente tricolore. Un gemello dello strumento HARPS usato nel Sud del mondo, in Cile, per questo studio verrà montato al Nord, al Telescopio Nazionale italiano alle Canarie, che non poteva chiamarsi se non Galileo. Un ottimo telescopio, di media dimensione, con caratteristiche ideali per questo tipo di studio. Chissà, in fondo fu proprio un italiano a scoprire un "Nuovo Mondo" nel 1482.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnolog ... d=Aa1kB23D


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Cita:
Aztlan ha scritto:

Alla televisione. [:D]

Col discorso del Papa... [:o)]

Nel TG di Fede. [:(]




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Cita:
Aztlan ha scritto:

Sottoscrivo.


Ma di cosa ci preoccupiamo?

Conoscendo la razza umana?

Se non sono liberi, ce li prendiamo! [:D]


Adesso non possiamo fare niente che siamo dei cavernicoli da schiacciare come formiche,

ma quando potremo raggiungere quei mondi e preoccuparci di come colonizzarli, vorrà dire che avremo le navi...

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ogni volta che salta fuori una notizia del genere nessuno nota mai: è troppo grande.

3 volte la Terra, 5 volte la Terra... e la gravità? Mica possiamo diventare sardine.

Lo dobbiamo ancora trovare uno simile al nostro, e per trovarlo ci servono strumenti migliori di quelli attuali.... [8D]


Saluti,

Aztlan




Concordo, quello della gravità è un bel problema, però bisogna anche vedere il diametro di questi pianeti. Se fosse largo 3 volte e mezzo la Terra avremo 1 G di gravità sulla superficie [:o)]

A parte tutto, per il momento possiamo inviduare solo questi "colossi", pianeti veramente simili alla Terra, o anche più piccoli, come Marte, sono ancora lontani dai nostri telescopi, ma sono fiducioso che un giorno avremo un catalogo abbastanza vasto di pianeti promettenti per ospitare la vita e potremo inviarci qualche nave. Anche non riuscissimo in tempi brevi, e cioè qualche secolo, ad avere dispositivi gravimetrici a curvatura potremmo ben, disponendo di grosse fonti energetiche, inviare una nave alla metà della velocità della luce! Il viaggio sarebbe lunghetto, ma, ma fattibile, e la distorsione temporale non è rilevante fino a che non ci si avvicina seriamente al limite di 300 mila km al secondo.



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Mi spinsi nel futuro quanto mai occhio umano, le meraviglie vidi di quel mondo lontano

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