Tra un anno e mezzo circa avrà inizio la missione scientifica della sonda New Horizons, che sfiorerà da vicino Plutone! Recentemente c'è stata una grande conferenza per parlare di cosa potrebbe trovare la sonda sulla superficie del pianeta, per paragonare poi le osservazioni ai modelli teorici che abbiamo. In un precedente articolo, avevamo parlato di come potrebbero esserci le stagioni su Plutone e di come potrebbe muoversi la calotta polare, e come l'atmosfera del pianeta nano potrebbe cambiare in base alla quantità di azoto disponibile.
Ma un'altra cosa intrigante di cui si è molto parlato durante la conferenza, è la possibilità di vedere processi esogeni all'opera. Si chiamano quei processi che modificano attivamente la forma della superficie da fuori, e non richiedono che il corpo sia geologicamente attivo dentro. La Terra e Titano sono due ottimi esempi di questo, grazie ai loro grandi fiumi, sedimentazione nei laghi e venti. Se ci sono simili attività, molto probabilmente saranno radicalmente diversi da qualsiasi altra cosa vista prima nel Sistema Solare. Per questo è sia molto affascinante che molto difficile fare previsioni. Non ci sono analoghi, anche se qualcosa possiamo dedurre da altri posti, specie Titano.
Vediamo però di cosa si è parlato durante questo workshop sulle eventuali caratteristiche di Plutone (riassunto basato su appunti della geologa planetaria Emilky Lakdawalla, della Planetary Society)
Jeff Moore ha parlato delle stagioni (e vi raccomando di leggere l'articolo precedente perché questo è connesso in tanti aspetti a quello) specificando come l'atmosfera di Plutone potrebbe essere abbastanza densa da portare grandi masse di azoto e altri volatili da una parte all'altra dei poli, con il variare della distanza dal Sole, e l'inclinazione dell'asse. Ovviamente questo è ancora ipotetico e dipende da quanta azoto c'è nell'atmosfera, sebbene sappiamo che l'atmosfera sembra abbastanza spessa, tanto da avere anche venti e nuvole.
Dopo la discussione di Moore, Jeff Kargel, geologo planetario ed astronomo, ha parlato di come sulla superficie di Plutone, in teoria, potremmo vedere laghi e fiumi di azoto o neon liquido, almeno in parti dell'anno. Poi un'altro geologo di nome Will Grundy, ha indicato come il ghiaccio d'azoto è un isolante fantastico quindi anche se l'azoto liquido non fluisce sulla superficie, è abbastanza logico pensare che potrebbe fluire sotto, non lontano dalla crosta superficiale. Se la profondità non è troppo grande, non ci vorrebbe molto prima che anche altri processi geologici e geochimici si aggiungano, rendendo questi scavi nella crosta visibili anche dallo spazio
Alan Stern ha poi preso la parola indicando come gli impatti su Plutone, dal punto di vista orbitale, dovrebbero avvenire ad una velocità di circa 1/2 km al secondo, e questo dovrebbe fluidificare localmente il ghiaccio d'azoto. Poi un'altro geologo di nome Bill McKinnon ha preso la parola spiegando in dettaglio come un impatto abbastanza grande potrebbe brevemente aumentare la pressione atmosferica di Plutone e si potrebbero formare casi episodici di pioggia di azoto liquido!
Se questo non vi sembra già abbastanza spettacolare, Leslie Young (di cui avevamo parlato anche nell'articolo sulle stagioni), ha aggiungo che a 50, 60 Kelvin di temperatura, anche il metano diventa quasi fluido e potrebbero esserci anche formazioni locali di metano liquido.
A questo si è aggiunto l'astronomo e geologo planetario Murthy Gudiapati, che ha spiegato come per arrivare a vedere laghi e fiumi di azoto liquido, servirebbe una pressione atmosferica, almeno locale, più grande di quella stimata.
(Sopra vedete Tritone, che ha una composizione per tanti versi simili a quella di altri pianeti nani come Plutone ed Eris, tanto che si suppone sia stato un pianeta della Fascia di Kuiper che è stato catturato durante la migrazione di Nettuno. Su Tritone è pieno di grandi geyser di azoto che potete vedere come le lunghe macchie e strisce scure, e anche di una fascia di ghiaccio di azoto creata durante la periodica migrazione stagionale).
La discussione è continuata a lungo, con Jeff Kargel che ha ripreso la parola per sottolineare l'eventualità di neon liquido ed Alan Stern ha parlato di una ricerca pubblicata negli anni '70 sulla rivista scientifica Icarus, dove si parlava della velocità di fuga del neon, dell'ossigeno molecolare e altri volatili esotici che potevano esistere nell'atmosfera di Plutone (la ricerca l'ho trovata ed è di Michael Hart, risale al 1974). Tuttavia ha spiegato anche che al tempo non era conosciuta la massa di Plutone quindi sarebbe interessante rifare i calcoli.
La probabilità del neon è un po' più difficile da considerare perché richiederebbe tante condizioni e supposizioni in più, sia riguardo alla quantità di neon presente sia riguardo alla compatibilità con il resto delle condizioni più probabili.
Globalmente sembra abbastanza probabile che ci sia molto più azoto e che sia questo il motore della maggior parte dell'attività esogena.
https://dnnpro.outer.jhuapl.edu/plutoscience/Home.aspx http://adsabs.harvard.edu/abs/1974Icar...21..242H http://www.planetary.org/blogs/emily-la ... izons.htmlhttp://www.link2universe.net/2013-05-13 ... i-plutone/evidente che in un ventennio circa la ns conoscenze del sistema solare sono radicalmente cambiate,quello che x noi erano certezze sono mandate nel dimenticatoio,di nuove conoscenze che fanno del ns sistema un qualkosa di veramente vivo almeno dal punto di vista geologico,e magari le sorprese piu' appetitose dovranno ancora essere ufficializzate...............