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MessaggioInviato: 05/05/2013, 22:57 
Questo è vero.

Ma in ognuno di essi la speranza era ogni giorno più forte e l' oscurità meno forte.

Oggi invece la situazione è al contrario e siamo di fronte al rischio che l' oscurità cali una volta per tutte.


Viene quasi da cambiare la mia firma se non che non vorrei dovermi mordere la lingua se poi avevo ragione.



_________________
Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 06/05/2013, 04:08 
Cita:
Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.


Io penso che questa frase sia giustissima e descriva alla perfezione l'evoluzione dell'uomo moderno (6000 a.C. 2012 d.C) nella riscopra di concetti antichi persi nelle nebbie dei tempi (almeno 100 mila a.C. Circa 6000 a.C) che da ignoranti consideriamo preistoria.

E' una gaussiana, appena scavalleremo il picco ci sarà un nuovo periodo di splendore, dopotutto nel medioevo c'era ancora meno speranza di ora poi c'è stato l'Umanesimo, Rinascimento, Età barocca, Illuminismo, insomma tanta roba.

Per certi versi ed in certi ambiti siamo in epoca medievale, ma non dispero nel fatto che presto ne usciremo. Basterebbe che una sola delle tesi discusse in questo forum riscrisse ad essere confermata in maniera inconfutabile; le coscienze stanno cambiando, l'informazione viaggia più veloce e le scoperte "strane" si susseguono, presto sarà impossibile ignorarle; sarà oggettivamente impossibile negare la convergenza che tali scoperte evidenziano e come queste "favole" siano i nrealtà più valide e logiche della favola per antonomasia che è la nostra preistoria.

Io sono pessimista, quindi mai mi aspetterei una "rinascita splendente" tutt'altro, ma sono anche realista e so che la storia umana è sempre stata così, almeno quella di cui abbiamo certezza.

Se invece di concentrare la ricerca di vita aliena nello spazio avessimo dedicato una parte più larga di quel tempo ad approfondire REALMENTE e non ideologicamente cosa è accaduto qui e CHI c'è stato, ora probabilmente avremmo molte più risposte, dopotutto i nostri avi lo hanno scritto chiaramente...

L'unico problema è che ora possiamo autodistruggerci, dettaglio non trascurabile ma superabile :)


Ultima modifica di MaxpoweR il 06/05/2013, 04:13, modificato 1 volta in totale.


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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 18/06/2013, 20:39 
I dati della sonda ESA Venus Express mostrano che in sei anni i venti che muovono le nubi di Venere sono passati da 300 a 400 km all'ora. Le cause non sono chiare


Già sembravano velocissimi sette anni fa, quando la sonda Venus Express raggiunse l'orbita di Venere. Ma da allora i venti che percorrono l'atmosfera del pianeta sono aumentati costantemente, come rivela l'ultima analisi dettagliata dei movimenti delle nuvole condotta proprio da quella stessa missione. Nei sei anni terrestri (corrispondenti a 10 anni venusiani) coperti dall'analisi, la velocità media dei venti misurati sopra le nuvole, a latitudini di 50 gradi sopra e sotto l'equatore, è passata da 300 km all'ora a 400 km all'ora. Lo dimostrano due studi separati, entrambi basati sui dati di Venus Express, pubblicati su Icarus l'uno e su The Journal of Geophysical Research l'altro.
La rapida rotazione dell'atmosfera è una delle caratteristiche più peculiari di Venere: essa fa un giro completo attorno al pianeta in quattro giorni terrestri, mentre la rotazione del pianeta stesso richiede 243 giorni terrestri.
Gli autori dell'articolo su Icarus, guidati da Igor Khatuntsev dello Space Research Institute di Mosca, hanno misurato il movimento delle strutture nuvolose più riconoscibili nelle immagini di Venus Express: un lavoraccio, visto che hanno dovuto seguire a mano, frame per frame oltre 45 000 nuvole (altre 350 000 le hanno fatte tracciare automaticamente da un programma al computer). L'altro gruppo, giapponese, ha utilizzato un diverso sistema di tracciamento delle nuvole per calcolare la velocità dei venti che le spostano. Le due analisi concordano e fissano la velocità media a 400 km all'ora.
"E' un aumento enorme di velocità che erano già molto alte. Una variazione così grande non si era mai osservata su Venere, e non capiamo perché sia avvenuta" ammette Khatuntsev.
Accanto all'aumento della velocità media sul lungo periodo, gli autori hanno però misurato anche variazioni regolari sul breve termine, dovute alle diverse fasi del giorno, l'altezza del Sole sull'orizzonte e la rotazione del pianeta. In particolare, c'è un'oscillazione regolare che si verifica ogni 4,8 giorni nelle zone equatoriali, probabilmente collegata a onde atmosferiche che si verificano a bassa quota.

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... venere.txt

sempre novita'a cui sarebbe opportuno dare risposte, x cercare di migliorare le conoscenze del ns sistema solare [;)]


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MessaggioInviato: 01/07/2013, 19:23 
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Come fotografare un pianeta così caldo e con una pressione atmosferica così alta (circa 90 volte quella terrestre) da non permettere a una sonda di sopravvivere per più di qualche minuto sulla sua superficie? E come realizzarne mappe dall'orbita, penetrando un'atmosfera densissima che ricopre il paesaggio come una coltre assolutamente opaca alle lunghezze d'onda dell'ottico? Il pianeta in questione è Venere. E la risposta ai seri problemi degli scienziati si chiama radar. Lo dimostra la preziosa immagine di oggi, che ritrae alcuni dei cosiddetti "vulcani a frittella" del pianeta, ricostruita al computer grazie ai dati raccolti dalla storica sonda Magellan negli anni '90.
Magellan ha orbitato intorno al pianeta Venere tra il 1990 e il 1994. Nei suoi 4 anni di lavoro, la sonda ha completato la mappatura del 98% della superficie con una risoluzione di circa 100m, producendo quella che è nota come la prima mappa che permette di guardare attraverso le nubi del misterioso pianeta (vedi qui sotto).
Questo obiettivo, fantascientifico fino a quel momento, venne raggiunto tramite l'uso di un Radar ad apertura sintetica, anche detto SAR, uno strumento oggi utilizzato nell'esplorazione planetaria per determinare la topografia e la composizione del suolo e del sottosuolo (come per il radar a bordo della Cassini-Huygens che ha recentemente identificato oceani di metano su Titano; o il radar MARSIS che sta rivelando presenza di ghiaccio nel sottosuolo di Marte). Rimanendo più vicino a noi, i SAR vengono oggi utilizzati anche per osservare la Terra dallo spazio, con applicazioni di tipo geofisico, archeologico e ambientale (come per i satelliti di COSMO-SkyMed, il programma italiano di osservazione della Terra).
Tornando agli anni '90, grazie alla tecnologia radar, Magellan porta alla luce molte caratteristiche interessanti del pianeta Venere e della sua geologia. Come per esempio i grandi "circular domes" o più prosaicamente "vulcani a frittella", di cui un esempio è ricostruito in 3D nell'immagine di oggi. Per dare un'idea delle dimensioni, la collina al centro dell'immagine (a falsi colori) misura 35 km di diametro e 750m di altitudine e la sua dimensione verticale è stata esagerata di circa 5 volte per renderla ben visibile. Diversi studi (suffragati anche dai dati della più recente missione Venus Express e dello strumento italiano VIRTIS) suggeriscono che queste strane strutture siano di origine vulcanica, ovvero l'interpretazione venusiana dei più noti vulcani terrestri. La forma è probabilmente imputabile alle condizioni di altissima pressione che, durante l'eruzione, schiaccerebbero al suolo la lava generando la tipica -e quanto mai strana- "frittella".

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... _radar.txt


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MessaggioInviato: 29/09/2013, 12:09 
foto scattata dalla sonda usa sdo del sole con transito di venere sul suo disco



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x l'articolo
http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... iversi.txt


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MessaggioInviato: 28/11/2013, 12:54 
Gli esperti sono sicuri che in passato sul secondo pianeta del Sistema solare sia esistita una grande quantità di acqua, tanto da formare oceani, laghi e fiumi


E' passata solo una settimana dal lancio di MAVEN, la nuova sonda che orbiterà fra nove mesi attorno a Marte, e la NASA ha già mandato in orbita un razzo per studiare l'atmosfera di Venere. Si chiama Venus Spectral Rocket (VeSpR) ed è stato lanciato ieri dalla base di White Sands.
Perché due lanci così ravvicinati? Kelly Fast, ricercatrice anche del progetto MAVEN, ha detto che "è appropriato che le due sonde siano state lanciate a una distanza di tempo ravvicinata proprio perché entrambe studieranno l'atmosfera di un pianeta". L'unica differenza è che, mentre MAVEN orbiterà attorno al Pianeta rosso, VeSpR rimarrà sopra la Terra.
VeSpR è un sistema a due fasi che combina un missile Terrier - originariamente costruito come un missile terra-aria e poi riproposto per sostenere le missioni scientifiche - e un razzo Black Brant Mk1 al cui interno è stato montato un telescopio. L'integrazione dei due razzi è stata realizzata presso la NASA Wallops Flight Struttura in Virginia. La sonda ha analizzato l'atmosfera di Venere tramite i raggi ultravioletti emessi dal pianeta stesso. In questo modo gli esperti potranno ricostruire buona parte della storia di Venere.
Questo tipo di rilevamenti sono stati finora impossibile con le strumentazioni a terra perché la nostra atmosfera assorbe la maggior parte dei raggi UV provenienti dallo spazio. Proprio per questo motivo il razzo ha portato la sonda a 110 chilometri da altezza dalla superficie terrestre, dove la nostra atmosfera è decisamente più sottile.
Cosa cercano gli esperti della NASA? I ricercatori sanno che l'atmosfera di Venere contiene una piccola quantità di acqua, ma sono convinti che in passato sul pianeta ce ne fosse tanta da formare un oceano. Per questo il team cercherà di determinare se l'acqua si trovi solo negli strati alti dell'atmosfera (dove le temperature sono decisamente inferiori) o sia evaporata dalla superficie del pianeta nel corso di migliaia di anni. Gli studiosi ipotizzano che possano essere esistiti fiumi, laghi e, addirittura, acqua allo stato solido (quindi ghiaccio).

Fonte: MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... venere.txt

se pure su venere fosse accertata la presenza di acqua,nel lontano passato,ci sarebbe da riscrivere tutto quello che veniva dato x assodato del ns sistema solare [;)]


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MessaggioInviato: 18/01/2014, 13:24 
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Le nuove immagini di Venus Exrpess. Crediti: ESA

A prima vista Venere appare come una sfocata palla bianca senza troppi tratti distintivi, avvolta in un cremoso e pressoché uniforme manto di nuvole che si fa leggermente più chiaro ai poli.

Solo grazie a dettagliate osservazioni radar e infrarosse abbiamo imparato con gli anni a conoscere meglio il pianeta, scoprendo così come la sua superficie e la sua atmosfera siano tutt’altro che monotone. L’Agenzia Spaziale Europea ha aggiunto un nuovo importante tassello nella comprensione delle dinamiche atmosferiche di Venere: uno studio delle onde gravitazionali presenti nella sua atmosfera ha rivelato quattro tipi diversi di onde atmosferiche (lunghe, medie, brevi e irregolari) causate probabilmente dalla presenza sulla superficie del pianeta (a decine di chilometri distanza dalle nubi) di montagne e di rilievi.

Gli strumenti dell’orbiter Venus Express (tra i quali il PFS e VIRTIS realizzati dall’INAF – IAPS di Roma) hanno studiato le nubi di alto livello di cui Venere è ricoperto, riuscendo a rilevare nel dettaglio le caratteristiche individuali di ogni nube, difficili da analizzare su larga scala, e scoprendo così un gran numero di treni d’onda che, nelle immagini diffuse dall’ESA, sembrano imitare le onde mare. La nuova ricerca mostra come le onde si trovino principalmente alle alte latitudini settentrionali del pianeta, e in particolare sopra Ishtar Terra, altopiano di notevoli dimensioni che ospita i rilievi più alti di Venere. L’analisi scientifica dei dati è stata pubblicato sulla rivista Icarus in uno studio di cui la prima autrice è l’italiana Arianna Piccialli.

A dispetto della sua apparenza pacifica, Venere è un pianeta piuttosto turbolento. Sulla sua superficie le temperature toccano i 450°C e non vengono mitigate dai venti, che a quell’altezza soffiano lenti attorno ai 3 km/h. Salendo di una sessantina di chilometri e arrivando agli strati più altri delle nubi, la situazione è completamente ribaltata: -70°C di temperatura e venti che raggiungono i 400 km/h.

Sono state le due sonde spaziali sovietiche Vega 1 e Vega 2 a rivelare per prime, ormai quasi trent’anni fa, l’esistenza di onde atmosferiche in corrispondenza delle cime di Venere. Oggi gli strumenti a bordo di Venus Express hanno permesso di studiare con nuovo e maggiore dettaglio queste formazioni nuvolose. Confermata la presenza di queste onde in corrispondenza della alture del pianeta, uno dei meccanismi più plausibili per la loro creazione sembra allora proprio quello che viene innescato dallo spostamento di un flusso orizzontale di aria nel sorpassare un ostacolo.

“Crediamo che queste onde siano almeno in parte legate al flusso atmosferico su Ishtar Terra, una regione montuosa che comprende le montagne più alte di Venere”, spiega Silvia Tellmann, coautrice dello studio. “Non siamo ancora in grado di comprendere pienamente come tali ostacoli topografici possano farsi sentire fino ai livelli più alti dell’atmosfera, ma sembra probabile che questo sia uno dei processi chiave per la generazione di onde gravitazionali alle alte latitudini settentrionali di Venere. Le onde potrebbero formarsi quando un flusso d’aria stabile incontra le montagne”.

L’influenza della topografia sulla circolazione atmosferica di Venere è stata prevista da molti modelli teorici, spiega Håkan Svedhem, Project Scientist dell’ESA per Venus Express, ma mai osservata in questo dettaglio. ”La comprensione dei meccanismi di influenza della superficie del pianeta sui processi atmosferici è fondamentale per riuscire a spiegare la rapida circolazione degli strati più alti delle nubi di Venere”, conclude Svedhem.

http://www.coelum.com/news/quante-onde- ... -di-venere


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MessaggioInviato: 25/02/2014, 16:11 
Venere non finisce spesso in prima pagina, ma quando lo fa, è per qualcosa di davvero eccezionale! Circa un paio d'anni fa, parlavamo di come vicino a Venere siano state scoperti indizi di enormi rilasci di energia. Un gruppo di ricercatori ha recentemente ripreso questo fenomeno, che nel caso della Terra non ha grandi ripercussioni, ma che su Venere porta ad esplosioni enormi, chiamate "Hot Flow Anomalies", cioè anomalie del flusso termico, che possono essere anche più grandi del pianeta stesso e possono avvenire anche più volte al giorno.

"Non solo sono gigantesche", spiega Glyn Collinson, della NASA, "Ma dato che Venere non ha un campo magnetico che la protegga, queste anomalie del flusso termico avvengono proprio sopra il pianeta e potrebbero anche inghiottirlo interamente."

Collinson è l'autore principale di una nuova ricerca pubblicata sul giornale scientifico "Journal of Geophsyical Research", a Febbraio 2014, e si basa sui risultati ottenuti dalla sonda Venus Express, dell'ESA, che da anni studia l'evoluzione del meteo spaziale intorno al secondo pianeta del Sistema Solare.

Mentre il vento solare viaggia spedito via dal Sole, a quasi 1 milione di km all'ora, viene fermato a circa 70.000 km dalla Terra quando entra in collisione con il nostro campo magnetico che circonda il pianeta (la nostra magnetosfera) e ci protegge. Il vento solare fluisce intorno alla magnetosfera ma in alcune circostanze può entrare al suo interno e creare una varietà di effetti di meteorologia spaziale sulla Terra. Venere non ha però alcun tipo di scudo protettivo e questo fa del pianeta un eccellente laboratorio per osservare alcuni incredibili fenomeni di meteo spaziale che altrove non avvengono.
Quello che gli scienziati hanno scoperto da queste nuove analisi, è che nel caso di Venere, gioca un ruolo fondamentale l'ionosfera che copre l'atmosfera. Si tratta di una zona fatta di particelle cariche caratterizzata da un bilanciamento tra la pressione del vento solare e l'energia delle particelle stesse. Appena però il Sole rilascia una nube più intensa di particelle cariche nel vento solare, questo equilibrio viene rotto e si viene a creare un'anomalia che porta ad una reazione a catena nell'intera ionosfera!

http://www.nasa.gov/content/goddard/pla ... wyJx_l5PE0

http://www.esa.int/Our_Activities/Space ... us_Express

http://www.link2universe.net/2014-02-25 ... ta-stesso/


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MessaggioInviato: 13/03/2014, 19:28 
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Composizione a colori della gloria vista nell'atmosfera di Venere dalla sonda europea Venus Express. L'immagine monta immagini nell'ultravioletto, nello spettro visibile e nel vicino infrarosso. Le immagini sono state scattate a circa 10 secondi di distanza e per questo non coincidono perfettamente. La gloria è grande 1.200 km in diametro, ed è, in prospettiva, a 6.000 km di distanza. Credit: ESA/MPS/DLR/IDA

Una gloria, chiamata alcune volte anche Spettro o Arco di Brocken, è un fenomeno ottico prodotto dalla luce riflessa verso la sua fonte, da una nuvola di goccioline d'acqua di dimensioni uniformi. Si tratta di un'illusione molto simile a quella dell'arcobaleno, ma circolare. Si tratta di un fenomeno relativamente molto raro pocihé è visibile in direzione opposta a quella del Sole, ma spesso si può vedere quando si è in volo, ben sopra le nuvole, come anelli concentrici colorati. Fino ad ora erano stati osservati solo sulla Terra, ma recentemente l'ESA ha annunciato di aver osservato una gloria anche nell'alta atmosfera di Venere, grazie alla sua sonda, Venus Express.

Una gloria richiede principalmente due cose: che le particelle nella nuvola siano sferiche (e quindi preferibilmente liquide), e che siano di dimensione simile. L'atmosfera di Venere contiene molte piccole gocce di acido solforico e guardando attraverso le nuvole più alte con il Sole direttamente dietro la sonda, Venus Express è stata usata per esaminare le caratteristiche di queste piccole gocce sospese nelle nuvole. Le immagini della gloria sono state ottenute a 70 km sopra la superficie del pianeta, il 24 Luglio 2011.

Dalle osservazioni è venuto fuori che le particelle delle nuvole hanno un diametro di circa 1.2 micrometri, cioè circa 1/50 del diametro di un capello umano. Il fatto che la gloria sia grande 1.200 km in diametro, significa che le particelle sulla cima delle nuvole sono uniformi almeno su questa scala.

Le variazioni di luminosità di questi anelli sono molto differenti rispetto a quello che ci si aspettava da nuvole di solo acido solforico e acqua, quindi evidentemente c'è molta più chimica dietro di quello che le nostre attuali conoscenze ci mostrano. Un'idea è che qualsiasi cosa stia creando questo effetto può anche contribuire alle grande macchie nella luce UV quando si osservano le nuvole più alte di Venere.

http://www.esa.int/Our_Activities/Space ... enus_glory

http://www.link2universe.net/2014-03-13 ... su-venere/


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Venere vista in onde radar dalla Terra. Credit: NRAO

Venere è un pianeta ancora pieno di misteri e molti di questi sono nascosti dalla nostra vista sotto una spessa atmosfera di CO2 e zolfo. Per riuscire a penetrare questa coltre di gas è necessario usare telescopi in lunghezze d'onda diverse dallo spettro visibile, come lo spettro delle onde radio. Quest'immagine incredibile è stata ottenuta dalla Terra grazie a onde radar e mostrano fantastici dettagli di montagne canyon e giganteschi canali scavanti dalla lava oltre a grandi crateri e pianure di lava solidificata.

Per ottenere questo scatto, sono state lanciate onde radio a 13 cm di lunghezza d'onda dal grande radio-telescopio di Arecibo. Le onde sono poi passate attraverso l'atmosfera venusiana e hanno colpito la superficie per poi fare ritorno verso di noi, dove sono state rilevate da un'altro radio-telescopio chiamato Green Bank Telescope (GBT). Le zone più chiare sono regioni più ruvide e le zone più scure sono regioni meno ruvide. La risoluzione ottenuta così è di 1-5 km per pixel.



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Monti Maxwell visti in onde radio dalla Terra. Credit: NRAO

Sopra potete vedere un particolare di queste osservazioni, che si concentra sulla regione delle Montagne Maxwell. Questo massiccio comprende le vette più elevate sul pianeta e a tratti raggiungono 11.000 metri! Mentre il versante occidentale del massiccio è molto ripido, i suoi pendii orientali digradano lentamente verso la regione di Fortuna Tessera, caratterizzata da un terreno fortemente frammentato. E questo terreno che si vede qui sopra come bianco.

http://images.nrao.edu/Solar_System/Planets

http://www.link2universe.net/2014-04-24 ... lla-terra/


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[Clicca e scopri il significato del termine: Sta per iniziare la complicata manovra che porterà la sonda europea Venus Express a una quota di 130 chilometri, dove la resistenza dell'aria sottoporrà la sonda a un elevatissimo stress termico e a turbolenze atmosferiche che potrebbero deviarne la traiettoria. Per diminuire i rischi, l'ESA ha approntato un servizio meteo spaziale per Venere. Se sopravviverà alla prova la navicella, che sta terminando il carburante, potrà restare in orbita ancora qualche mese] Sta per iniziare la complicata manovra che porterà la sonda europea Venus Express a una quota di 130 chilometri, dove la resistenza dell'aria sottoporrà la sonda a un elevatissimo stress termico e a turbolenze atmosferiche che potrebbero deviarne la traiettoria. Per diminuire i rischi, l'ESA ha approntato un servizio meteo spaziale per Venere. Se sopravviverà alla prova la navicella, che sta terminando il carburante, potrà restare in orbita ancora qualche mese

[Clicca e scopri il significato del termine: Sono iniziate le operazioni preliminari per l'ultima e più pericolosa fase della missione della sonda ESA Venus Express, che inizierà il 18 giugno prossimo per protrarsi, se tutto andrà bene, fino all'11 luglio. Si tratta della manovra di “aerobraking”, che sfrutterà la resistenza dall'atmosfera di Venere per rallentare la velocità della navicella, che scenderà così dalla sua quota attuale - 200 chilometri circa - fino ad appena 130 chilometri. A questa altitudine la sonda risente in maniera significativa della resistenza dei gas atmosferici, ed è sottoposta a un elevatissimo stress termico, ma può raccogliere dati preziosi sulle proprietà dell'atmosfera e permetterà di testare come rispondono i suoi componenti rispondono a un ambiente ostile come l'atmosfera venusiana. Per i rischi che comporta, la manovra è stata programmata come atto finale degli otto anni di missione di Venus Express, quando le scorte di carburante necessarie per mantenere la sonda nella sua attuale orbita ellittica stanno terminando. Se la manovra riuscirà e se rimarrà ancora del carburante, l'orbita dovrebbe poi tornare a una quota più alta, consentendo ancora qualche mese di rilevazioni, sia pure in un regime di “economia” energetica ridotta.] Sono iniziate le operazioni preliminari per l'ultima e più pericolosa fase della missione della sonda ESA Venus Express, che inizierà il 18 giugno prossimo per protrarsi, se tutto andrà bene, fino all'11 luglio. Si tratta della manovra di “aerobraking”, che sfrutterà la resistenza dall'atmosfera di Venere per rallentare la velocità della navicella, che scenderà così dalla sua quota attuale - 200 chilometri circa - fino ad appena 130 chilometri.

A questa altitudine la sonda risente in maniera significativa della resistenza dei gas atmosferici, ed è sottoposta a un elevatissimo stress termico, ma può raccogliere dati preziosi sulle proprietà dell'atmosfera e permetterà di testare come rispondono i suoi componenti rispondono a un ambiente ostile come l'atmosfera venusiana.

Per i rischi che comporta, la manovra è stata programmata come atto finale degli otto anni di missione di Venus Express, quando le scorte di carburante necessarie per mantenere la sonda nella sua attuale orbita ellittica stanno terminando. Se la manovra riuscirà e se rimarrà ancora del carburante, l'orbita dovrebbe poi tornare a una quota più alta, consentendo ancora qualche mese di rilevazioni, sia pure in un regime di “economia” energetica ridotta.

Per aumentare le probabilità di sopravvivenza della navicella è però necessario avere informazioni aggiornate sulle condizioni atmosferiche che incontrerà e che potrebbero influenzarne la traiettoria. Per questo, da maggio il centro di controllo di Venus Express riceve rapporti giornalieri sull'attività solare dallo Space Weather Coordination Centre di Uccle, in Belgio, istituito dall'ufficio “Space Situational Awareness” (SSA) dell'ESA. Il servizio di regolari bollettini meteo spaziali era stato varato l'anno scorso per fornire questi dati a enti, istituzioni, società e industrie che possono esservi interessati in relazione ai loro effetti sul nostro pianeta. “Sappiamo che lo stato attuale del nostro Sole può influenzare l'atmosfera di Venere, che a sua volta può incidere sull'orbita prevista del Venus Express che passa attraverso l'atmosfera”, ha spiegato Adam Williams, vicedirettore delle operazioni di Venus Express. “L'obiettivo è quello di conoscere le condizioni attuali e fare una previsione a breve termine dell'attività solare e delle condizioni di radiazione specificamente per Venere”, ha aggiunto Juha-Pekka Luntama, responsabile dell'ufficio di meteorologia spaziale della SSA. “Siamo abituati a farlo per i satelliti che orbitano attorno alla Terra, ma nel caso di Venere è una bella sfida, sia per la sua posizione e sia per la complessità dell'ambiente del pianeta.” Nella sua orbita Venere è attualmente spostato in avanti di 59° rispetto alla Terra, e non c'è alcun veicolo spaziale tra il Sole e Venere che permetta di disporre di dati diretti, per cui è necessario adattare ed estendere nella direzione di Venere le previsioni meteo spaziali elaborate per la Terra. Entro la fine dell'anno, l'ESA prevede di estendere la propria rete di meteorologia spaziale, includendovi l'Heliospheric Weather Expert Service Centre, che fornirà informazioni dedicate alle diverse missioni in viaggio verso altre parti del sistema solare.]
Per aumentare le probabilità di sopravvivenza della navicella è però necessario avere informazioni aggiornate sulle condizioni atmosferiche che incontrerà e che potrebbero influenzarne la traiettoria. Per questo, da maggio il centro di controllo di Venus Express riceve rapporti giornalieri sull'attività solare dallo Space Weather Coordination Centre di Uccle, in Belgio, istituito dall'ufficio “Space Situational Awareness” (SSA) dell'ESA. Il servizio di regolari bollettini meteo spaziali era stato varato l'anno scorso per fornire questi dati a enti, istituzioni, società e industrie che possono esservi interessati in relazione ai loro effetti sul nostro pianeta.

“Sappiamo che lo stato attuale del nostro Sole può influenzare l'atmosfera di Venere, che a sua volta può incidere sull'orbita prevista del Venus Express che passa attraverso l'atmosfera”, ha spiegato Adam Williams, vicedirettore delle operazioni di Venus Express.

“L'obiettivo è quello di conoscere le condizioni attuali e fare una previsione a breve termine dell'attività solare e delle condizioni di radiazione specificamente per Venere”, ha aggiunto Juha-Pekka Luntama, responsabile dell'ufficio di meteorologia spaziale della SSA. “Siamo abituati a farlo per i satelliti che orbitano attorno alla Terra, ma nel caso di Venere è una bella sfida, sia per la sua posizione e sia per la complessità dell'ambiente del pianeta.”

Nella sua orbita Venere è attualmente spostato in avanti di 59° rispetto alla Terra, e non c'è alcun veicolo spaziale tra il Sole e Venere che permetta di disporre di dati diretti, per cui è necessario adattare ed estendere nella direzione di Venere le previsioni meteo spaziali elaborate per la Terra.

Entro la fine dell'anno, l'ESA prevede di estendere la propria rete di meteorologia spaziale, includendovi l'Heliospheric Weather Expert Service Centre, che fornirà informazioni dedicate alle diverse missioni in viaggio verso altre parti del sistema solare.

http://www.lescienze.it/news/2014/06/10 ... a-2174573/


Ultima modifica di ubatuba il 16/06/2014, 18:19, modificato 1 volta in totale.

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Ecco il viaggio compiuto dal pianeta Venere nei cieli notturni della Terra dall'inizio del 2014. Le fotografie sono state scattate da Eric Harris, nell'Ohio.

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... sta a vedere che Adamsky ....[;)]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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Questo meraviglioso pianeta blu è Venere! In luce ottica sembra senza particolari tempeste, ma se lo si guarda attraverso un filtro UV, come fatto in questo caso dalla sonda Venus Express dell'ESA, è possibile osservare le grandi correnti tempestose intorno al polo sud e le nuvole di tempesta più verso l'equatore (la destra della foto).
[Adrian]


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Bel video sul progetto di terra-formare Venere, con l'aiuto anche del GRAFENE, il nuovo materiale di puro carbonio dalle straordinarie facoltà, che permetterebbe di costruire immense città-dirigibile leggerissime, trasparenti ed indistruttibili nell'alta atmosfera di Venere, direttamente ricavate dall'atmosfera venusiana stessa.



Ultima modifica di zakmck il 25/10/2014, 14:34, modificato 1 volta in totale.

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