Tranquilli!
La nube si espande perchè turbolenze e jet stream nell'atmosfera fanno si che si diffonda tanto da farla diventare migliaia di volte più ampia dell'asteroide o della cometa che l'ha creata.
Dal 3ad di Ufologo, dove già l'avevo scritta, riporto la composizione di Giove:
Cita:
Giove è composto per il 90% da idrogeno e per il 10% da elio con tracce di metano, acqua (poca! dai rilevamenti di Galileo), ammoniaca e "roccia". Una composizione simile a quella di una nebulosa protosolare.
Ma anche qui qualche dubbio c'è: infatti, mi sembra di ricordare che la sonda Galileo non incontrò gli strati di nuvole così come ci si aspettava...
Si è sempre pensato, poi, che Giove possedesse un nucleo rocciso pari ad una massa di circa 10 - 15 volte quella terrestre. Mentre non dovrebbe avere un mantello solido ma semplicemente, più ci si avvicina verso il nucleo e più i gas si fanno densi a pressioni elevate.
Ho poi un vago ricordo di una notizia non così datata che riportava che in realtà il nucleo del pianeta dovrebbe essere più grande di quanto si è sempre pensato.
Quindi, mi devono spiegare cos'ha di misterioso questa nuvola!
Qui le immagini Hubble:
http://www.nasa.gov/mission_pages/hubbl ... ubble.htmlPer il fatto che Giove diventerà un altro sole... tranquilli anche qui, non succederà!
Tutto parte sempre da un articolo apparso sul loro sito:
Cita:
Le stelle si formano da sfere di gas, che si contraggono lentamente sotto l'azione della propria stessa forza gravitazionale. Piano piano la temperatura del gas cresce a causa della contrazione, fino a quando nel centro della sfera diventa così alta da avviare le reazioni di fusione nucleare, dando origine a una stella.
La stella inizia a produrre l'energia che emetterà per tutta la sua esistenza sotto forma di radiazione.
Se però la massa iniziale della sfera di gas non è sufficiente, la pressione e la temperatura nel suo centro non crescono abbastanza da poter dare inizio alle reazioni nucleari. La sfera di gas continua però a irradiare una certa quantità di energia, che le deriva dalla propria contrazione, ed è quindi destinata a raffreddarsi sempre più.
Questa "stella mancata" prende il nome di "nana bruna", per il fatto che le sue dimensioni sono inferiori a quelle di una stella vera e la sua temperatura è più bassa, quindi il suo colore non è bianco, giallo o azzurro come quello di una stella, bensì tende al rosso cupo. Un po' come quando si scalda un pezzo di metallo, che prima passa al colore rosso scuro, poi man mano che la temperatura aumenta, diventa rosso vivo, giallo e bianco.
Ancora oggi si discute se i pianeti giganti come Giove e Saturno debbano considerarsi come pianeti o come piccole nane brune. Il caso più eclatante è Giove: secondo alcuni scienziati si tratterebbe di una mancata stella. Giove infatti, pur essendo il più massiccio dei pianeti del Sistema Solare (300 volte la Terra), per poter diventare una stella dovrebbe avere una massa 84 volte più grande di quella che possiede.
Si pensa infatti che la massa minima per poter diventare stella sia di 0,08 volte quella del Sole.
Fonte: http://www.spazioufo.netL’Osservatorio Spaziale all’Infrarosso dell’Agenzia Spaziale Europea, ha trovato le prime prove dettagliate della formazione di questi ambigui “anelli mancanti” (ovvero oggetti più massicci di pianeti giganti quali Giove, ma non così grandi da costituire delle vere e proprie stelle) tra stelle e pianeti. Stando a queste evidenze, essi si formerebbero analogamente a quanto avviene con le stelle, facendo così propendere gli scienziati in favore di una loro origine stellare.
Nel 1995 fu scoperta la prima "nana bruna" detta anche "stella mancata".
In termini di massa, era più simile ad una stella che ad un pianeta e, sembrò chiaro che tali nane brune fossero semplicemente oggetti che avevano iniziato a formarsi nello stesso modo delle stelle ma che non ce l’avevano fatta ad arrivare fino in fondo.
Poi, successe un imprevisto: si continuò a scoprire un numero sempre crescente di questi oggetti; alcuni, addirittura, avevano una massa così piccola da farli ritenere pianeti giganti e non stelle mancate, alimentando il dibattito.
La verità è che nessuno è ancora in grado di dare una risposta definitiva. E’ possibile che i più massicci fra questi “anelli mancanti” si siano formati come le stelle, e i più piccoli come i pianeti? E’ possibile tracciare una linea netta di demarcazione fra il processo che conduce alla formazione di una stella e quello che porta alla formazione di un pianeta, sulla base della massa dell’oggetto?
Sulla basate delle immagini osservate dall’ISO, Antonella Natta e Leonardo Testi dell’Osservatorio Astrofisica di Arcetri in Firenze, Italia, hanno scoperto che oggetti la cui massa arriva fino al 4% di quella del Sole, ovvero l’equivalente di 40 masse di Giove, si formano come le stelle. Questo valore si situa a metà strada fra la scala della massa delle stelle e quella dei pianeti.
Differenza tra stelle e pianeti.Le stelle si formano a partire da grandi ammassi gassosi. Il gas si contrae per effetto della forza di gravità che spinge verso l’interno, con la formazione di una sfera gassosa che ruota. Più aumenta il volume della sfera – attraendo più gas dall’ammasso gassoso -, più cresce la spinta verso l’interno della forza di gravità, più il gas si contrae al centro della sfera. L’intensa compressione scatena una serie di reazioni nucleari che liberano l’energia che noi vediamo sotto forma di luce stellare.
Dunque le stelle hanno bisogno di una certa quantità di massa, altrimenti la gravità non avrebbe la forza necessaria per comprimere il gas in modo da innescare le reazioni nucleari e così produrre la luce. Ed è proprio questa la tragedia delle nane brune
Anche i pianeti si formano per accumulo di materiale, ma non direttamente a partire dalla nube gassosa bensì da un disco che circonda le stelle appena formate in uno stadio in cui stanno ancora assorbendo gas. Pertanto, i pianeti orbitano, presumibilmente, intorno ad una stella centrale, quantunque sia possibile che essi siano eiettati dal sistema a causa delle interazioni gravitazionali con altri corpi. Dunque, in linea di principio, non è possibile escludere che le nane brune siano effettivamente pianeti giganti e non “stelle mancate”.
La risposta è in un disco Gli astronomi dispongono già di qualche indizio per chiarire il mistero. Possono orientare le loro ricerche sul disco che circonda le stelle appena formate. Dato che i pianeti si formano “all’interno” di un disco, non dovrebbero averne uno proprio; quindi se è vero che le giovani nane brune sono circondate da un disco, questa circostanza milita in favore dell’ipotesi che esse si formino come le stelle, e che dunque siano più simili a queste che ai pianeti.
Fonte: esa.int - Riassunto!