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MessaggioInviato: 15/04/2013, 20:40 
La superficie della luna Europa espone molto materiale che ha avuto origine all'interno della luna, ma anche tanto materiale che è risultato da materia ed energia proveniente dallo spazio. Se cerchiamo di imparare qualcosa di più sull'oceano salato presente sotto la crosta di questo mondo, alla ricerca di possibili forme di vita, si potrebbe cercare di studiare più in dettaglio quelle zone della superficie dove c'è molto materiale venuto dall'interno, e meno dallo spazio. Nuove analisi fatte di dati raccolti più di un decennio fa dalla sonda Galileo, intorno a Giove, hanno svelato ora dove potremmo andare a guardare.

"Abbiamo scoperto le regioni dove il bombardamento di elettroni ed ioni dallo spazio, avrebbe causato maggiori e minori cambiamenti nel materiale proveniente dall'oceano sottostante" ha spiegato J. Brad Dalton, del JPL, autore principale della ricerca pubblicata sul "Journal of Planetary and Space Science" . "Questo ci dice dove guardare per materiali che rappresentino più fedelmente possibile la composizione dell'oceano sottostante, e questo potrebbe essere il posto migliore per far atterrare un lander o studiarlo in dettaglio con un orbiter.

Europa ha più o meno la dimensione della nostra Luna, e come il nostro satellite, orbita sempre tenendo la stessa faccia verso il proprio pianeta. L'orbita di Europa la porta ad essere costantemente bombardata da particelle cariche legate al potentissimo campo magnetico di Giove. Oltre agli elettroni, queste particelle includono anche ioni di zolfo ed ossigeno che hanno origine nelle eruzioni vulcaniche di Io, la vicina luna più interna, con cui Europa è in risonanza, insieme a Ganimede e Callisto.

Il campo magnetico che porta queste particelle, orbita intorno a Giove più velocemente di quanto lo fa Europa stessa, nella stessa direzione: circa 10 ore per circuito per il campo magnetico, invece delle 3.6 giornate che impiega Europa. Quindi, Europa viene continuamente bombardata da tutte le parti, ma non sempre alla stessa energia e quantità.

Precedenti studi avevano già portato alla scoperta di quantità maggiori di acido solfidrico che veniva prodotto verso il centro dell'emisfero nella coda del campo magnetico, piuttosto che altrove sulla superficie. Questo era interpretato come risultato dei ioni di zolfo che bombardano la superficie di ghiaccio d'acqua.

Dalton ed i suoi co-autori del JPL presso la Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, hanno esaminato dati delle osservazioni fatte dallo spettrometro nel vicino-infrarosso di Galileo, di cinque diverse distribuite sulla superficie di Europa. Lo spettro della luce riflessa sul materiale ghiacciato sulla superficie ha permesso di distinguere tra i depositi di acqua pura e quelli ricchi di idrati solfati. Tra questi ci sono sali di solfati di magnesio e sodio, e tanti composti solfati. Hanno così comparato la distribuzione di queste sostanze con modelli riguardo a come gli ioni in arrivo dalla magnetosfera si sarebbero distribuito sulla superficie della luna e hanno scoperto che le concentrazioni di acido solfidrico ghiacciato varia moltissimo!

I livelli vanno da appena rilevabile se si guarda al centro dell'emisfero davanti della luna, fino a più di metà del materiale vicino al centro dell'emisfero opposto, pesantemente bombardato. La concentrazione era collegata in maniera vicina alla quantità di elettroni e ioni di zolfo che colpiscono la luna.

"La vicina correlazione tra flusso di elettroni ed ioni e concentrazioni di acido solfidrico sulla superficie, indica che la chimica sulla crosta è influenzata da questo bombardamento" ha spiegato Dalton. "Se si è interessati alla composizione e all'abitabilità dell'oceano interiore, il posto migliore dove guardare per studiarlo sarebbe quello intorno al centro dell'emisfero frontale, che abbiamo identificato come ricevitore di molti meno elettroni e con una concentrazione di zolfo molto più bassa."

I depositi in queste zone potrebbero preservare ancora tracce intatte dei composti chimici presenti nell'oceano sotto! Dalton suggerisce di pensare alle future missioni tenendo molto d'occhio queste zone, o anche cercando di atterrare li. "Il materiale più scuro, sull'emisfero dietro, è probabilmente risultato di processo esterni, con poco materiale organico oceanico ancora intatto. Investigando i prodotti della composizione chimica sulle superficie sarà interessante capire se ci sono le condizioni ottimali, nell'oceano, per il supporto di forme di vita. Questi luoghi potrebbero quindi essere le nostre finestre verso l'interno della luna.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2013-134

da link2universe


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MessaggioInviato: 19/09/2013, 19:57 
Analizzando con attenzione le fratture che coprono la superficie ghiacciata di Europa, seconda grande luna intorno a Giove, gli scienziati hanno scoperto che probabilmente il suo asse di rotazione era molto più inclinato. Questo fatto ha grandi implicazioni e può cambiare molto i calcoli sulla storia dell'Europa e quanto sono antiche le fratture sulla crosta. Da questo si può dedurre molto su come viene generato il calore interno agli oceani sotterranei e da quanto tempo è liquido quest'oceano.

"Uno dei grandi misteri riguardo Europa è perché le lunghe fratture che vediamo sulla superficie sono cambiate tanto nel tempo. A quanto pare, un piccolo cambiamento nell'inclinazione della luna, o la sua obliquità nell'asse di rotazione, in qualche lontano momento nel passato, può spiegarci molto di quello che vediamo." dichiara Alyssa Rhoden, ricercatrice della Oak Ridge Associated Universities, che lavora con il Goddard Space Flight Center della NASA. Rhoden è l'autrice principale del nuovo studio che sarà pubblicato a inizio Ottobre sulla rivista scientifica Icarus.

La vasta rete di fratture sulla superficie di Europa è come un registro storico dello stress che il ghiaccio ha subito dal movimento delle maree dell'oceano liquido sottostante. Queste maree avvengono durante il movimento di Europa intorno a Giove, in un'orbita leggermente ovale. Quando la luna si trova nel punto più vicino al pianeta, viene piegata e l'oceano si può allungare anche di 30 metri! Paragonabile alle onde dello tsunami del 2004 nell'Oceano Indiano. Ma qui siamo su un corpo grande solo 1/4 del diametro terrestre. Dopo questo stress, la luna rilassa la sua struttura quando si allontana dal pianeta.

Lo strato di ghiaccio superficiale deve allungarsi e piegarsi per accomodare questo movimento interno, ma quando lo stress accumulato è troppo grande, si frattura. La parte che non è chiara è perché ad un certo punto le fratture prendono direzioni diverse, anche se Europa rivolge sempre la stessa faccia al pianeta.

Una spiegazione che per molti anni è stata ritenuta come la più probabile, è che la crosta esterna potrebbe ruotare leggermente più velocemente rispetto a quanto la luna orbita intorno a Giove. Se questo fosse il caso, allora alcune parti della crosta non sarebbero sempre rivolte verso Giove.

Rhoden e Terry Hurford (co-autore della ricerca), hanno testato quest'idea usando immagini scattate dalla sonda Galileo della NASA durante la sua missione di 8 anni (tra il 1995 ed il 2003). "Galileo ha prodotto molti cambiamenti paradigmatici nella nostra comprensione riguardo ad Europa e una delle scoperte maggiori riguarda questo fenomeno di asincronismo nella rotazione." ha spiegato Claudia Alexander, del Jet Prouplsion Laboratory, della NASA, manager del progetto quando la missione Galileo ha finito la sua vita.

Rhoden e Hurford hanno così comparato il pattern delle fratture in un'area chiave vicina all'equatore di Europa per mettere alla prova le previsioni basate su tre diverse spiegazioni. Il primo set di previsioni sono basate sull'idea della rotazione della crosta di ghiaccio. Il secondo set assume che Europa orbitava con un asse inclinato che, a sua volta, cambiava l'orientamento del polo nel tempo. Questo effetto è chiamato processione ed è molto simile a quello che avviene con una trottola che rallentando cambia orientamento. Il terzo set di previsioni è che le fratture nascono in direzioni random.

La più grande scoperta è stata vedere quanto poco successo ha avuto l'ipotesi 1, che era la più gettonata da così tanto tempo. A questo ha contribuito il fatto che Rhoden stessa ha trovato degli sbagli nei calcoli originali del modello precedente. L'ipotesi migliore si è dimostrata la seconda, che prevede una precessione dell'inclinazione dell'asse, prevista intorno ad 1°.



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Primo piano di una regione chiamata Bright Plains, vicino all'equatore di Europa. Interpretando le direzioni delle lunghe fratture chiamate lineamenti (a destra), gli scienziati della NASA hanno determinato che Europa probabilmente ruotava intorno ad un asse inclinato. Credit: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Goddard

I risultati sono anche riusciti a convincere Richard Greenberg, professore dell'Università dell'Arizona, che aveva proposto in precedenza l'ipotesi di asincronismo nella rotazione della crosta. "Estraendo nuove informazioni dai dati della sonda Galileo, questo lavoro rifinisce e migliora la nostra comprensione della straordinaria ed inusuale geologia di Europa" ha spiegato Greenberg, che ha seguito Rhoden e Hurford nelle loro tesi da studenti universitari.

Per l'esattezza, l'esistenza di un'inclinazione non significa che la rotazione asincrona non esiste. Sia Rhoden che Greenberg hanno spiegato che questo più che altro suggerisce che le fratture presenti su Europa potrebbero essere molto più recenti del previsto. Questo perché la direzione dell'orientamento dell'asse di rotazione potrebbe cambiare anche di alcuni gradi al giorno, completando una precessione nell'arco di pochi mesi. Dall'altra parte, con l'attuale spiegazione, una rotazione completa della crosta ghiacciata impiegherebbe circa 250.000 anni. In ogni caso, diverse rotazioni sarebbero comunque necessarie per spiegare i pattern visti nelle fratture.

L'inclinazione potrebbe influire molto anche sulla stima circa l'età dell'Oceano di Europa. Dato che le forze di marea tengono liquido l'oceano sotto la crosta, un cambiamento nell'inclinazione potrebbe suggerire che producono molto più calore. Questo significa che l'oceano può rimanere liquido per molto più tempo. Un oceano che potrebbe essere stato liquido da molto più tempo, ha molte più probabilità di aver sviluppato forme di vita!

Ovviamente le cose sono più complicate di così. L'analisi non specifica quando è avvenuta l'inclinazione dell'asse. Per adesso non sono mai state fatte misurazioni dirette circa l'inclinazione dell'asse di Europa e questo è uno dei più grandi obbiettivi di future missioni verso questa luna.

"Una delle domande aperte più affascinanti circa questa luna è quanto è ancora attiva. Se i ricercatori riescono a determinare l'attuale asse di rotazione, potrebbero poi determinare se gli indizi che noi abbiamo trovato ora riguardo alla superficie della luna potranno essere consistenti con le condizioni viste." ha spiegato Rhoden.

http://www.nasa.gov/content/goddard/lon ... jrvKYbwmLg

http://www.link2universe.net/2013-09-19 ... rotazione/


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MessaggioInviato: 04/12/2013, 14:53 
Una nuova simulazione spiegherebbe la formazione dei "chaos terrain", strutture caratteristiche delle zone equatoriali della superficie della luna gioviana


L'oceano di acqua salata che con ogni probabilità scorre sotto la crosta ghiacciata di Europa, quarta luna di Giove per dimensioni, è uno degli habitat più accreditati per la presenza di vita extraterrestre nel nostro sistema solare. La crosta di ghiaccio di Europa è però interessante e misteriosa almeno quanto lo strato liquido che nasconde. La superficie è geologicamente molto giovane. Priva di crateri di impatto, è ricoperta di crepe, striature e regioni caotiche sconnesse e disordinate. Una delle stranezze di Europa è la peculiare distribuzione di queste zone, ammassate per lo più attorno all'equatore. Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience, proprio queste formazioni superficiali equatoriali sarebbero la conseguenza di turbolenti correnti oceaniche subglaciali, e l'equatore sarebbe quindi la zona dove con più probabilità potrebbero essere concentrate eventuali forme di vita.
Si sospettava da tempo che la formazione di questi enormi blocchi di ghiaccio e delle relative zone caotiche che vanno sotto il nome di "chaos terrain", fosse dovuta alla rottura (e al ricongelamento) di regioni in cui il ghiaccio più sottile viene a contatto con correnti di acqua calda. Quello che mancava era un modello affidabile che spiegasse perché queste strutture fossero presenti proprio all'equatore. Tutte le simulazioni fin qui ideate portavano infatti a risultati diametralmente opposti: sulla carta i "chaos terrain" sarebbero dovuti apparire ai poli di Europa. Per aggirare il problema, uno studio pubblicato su Nature nel 2008 proponeva addirittura un modello migratorio per l'intera crosta ghiacciata: i poli avrebbero insomma preso da tempo il posto dell'equatore, in una lenta migrazione di quasi 90°.
La nuova ricerca, condotta da Krista Soderlund, geofisica dell'Università del Texas, è riuscita però a trovare un modello apparentemente convincente che spieghi le formazioni superficiali di Europa tornando a guardare alle correnti oceaniche e "lasciando ferma" la crosta. Per il loro studio Soderlund e colleghi hanno utilizzato le più sofisticate simulazioni di circolazione oceanica, ideate per studiare i mari terrestri. Considerando la rotazione della luna gioviana e i flussi di calore registrati dalle sonde, i ricercatori sono riusciti a costruire un modello che preveda la formazione dei "chaos terrain" all'equatore. E quello che hanno scoperto è che, nel loro modello, l'oceano che si nasconde sotto la crosta ghiacciata è estremamente turbolento, con tre principali correnti, tutte molto veloci se comparate con quelle delle nostre acque.
Il che potrebbe essere una buona notizia anche per quanto riguarda la ricerca di vita extraterrestre. Se i microbi possono sopravvivere anche in acqua stagnante, infatti, un oceano così vivace sarebbe comunque più vantaggioso per qualsiasi forma di vita eventualmente presente sotto lo strato di ghiaccio. Le correnti sarebbero infatti utili a spostare i nutrienti dal fondo del mare al resto dell'oceano. Per scoprire se le cose stanno veramente così bisognerà però aspettare ancora qualche decennio: le prossime sonde che andranno dalle parti di Europa - prima fra tutte JUICE (JUpiter ICy moon Explorer) dell'ESA, il cui arrivo nel sistema gioviano è previsto per il 2030 - sono tutte missioni flyby, che non atterreranno quindi sulla crosta, e il lancio di un lander che vada a studiare e scavare il terreno della luna gioviana è per ora solo un'ipotesi nei piani della NASA.

Fonte: MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... europa.txt

ma in una luna come questa anzike' dovere attendere il 2030,sarebbe opportuno concentrare le ricerche nel + breve tempo possibile,e non via flyby,ma con sonde che atterrino sulla superfice di europa,oltretutto queste correnti di acqua calda,come dice l'articolo,avranno come principale artefice o la forza mareale di giove,o magari pure il fatto che geologicamente europa puo' pure essere attiva..................[;)]


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MessaggioInviato: 13/12/2013, 20:08 
Hubble ha scoperto segni di vapore acqueo rilasciato probabilmente da geyser al polo sud di Europa! Si tratta di una delle più importati scoperte in campo geo-planetario ed astrobiologico degli ultimi anni, e potrebbe dirci moltissimi sugli oceani sotto e la possibilità di vita. "La scoperta di vapore acqueo che viene espulso dal polo sud rinforza la posizione di Europa in cima alla lista di candidati come potenzialmente abitabili da altre forme di vita." ha spiegato Lorenz Roth, del Southwest Research Institute, di San Antonio, Texas. "Tuttavia, non sappiamo ancora con certezza se questi geyser sono collegati con gli oceani sotto o no." La scoperta è stata presentata oggi durante la riunione dell'American Geophysical Union, a San Francisco, ed i dati saranno pubblicati su Science Express.

Dopo questa scoperta, Europa diventa la terza luna del Sistema Solare dove sono presenti geyser (dopo Tritone ed Encelado) ma solo su Encelado ed Europa i gesyer sono di acqua.

Il 2013 è stato davvero incredibile come anno per gli scienziati che studiano Europa ed i suoi oceani. Prima di tutto hanno trovato segni della composizione salata degli oceani, poi hanno trovato modelli che spiegano come le convezioni profonde dell'oceano potrebbero influenzare le caratteristiche della superficie ed infine la scoperta di argille (minerali filosilicati) sulla crosta, arrivati grazie all'impatto di una cometa o asteroide. Non c'era modo migliore per chiudere l'anno che con l'annuncio di geyser al suo polo sud!

Le osservazioni nell'ultravioletto sono state riportate su Science e suggeriscono che ci sono pennacchi di vapore acqueo le cui molecole vengono dissociate (scomposte nei vari atomi) dall'intenso bombardamento di elettronico carichi. L'eccesso nelle emissioni, rilevato da Hubble, arriva fino a 200 km sopra la superficie del polo sud di Europa e ricorda molto le tracce UV dei geyser di Encelado, nel sistema di Saturno. Questo ha grande importanza perché ci permette di fare una stima del materiale che fuoriesce.
Su Encelado, i pennacchi dei geyser arrivano a 500 km di altitudine, ma la gravità di Encelado è significativamente più bassa rispetto alla ben più grande Europa. Il materiale rilasciato dai pennacchi di Encelado si aggirano intorno ai 200 kg al secondo, mentre, date le grandezze, su Europa dovrebbe esserci un rilascio di 7.000 kg al secondo di materiale che viene spinto nello spazio



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Mosaico di un'immagine ravvicinata di Europa, ed i dati nell'ultravioletto ottenuti da Hubble, che mostrano posizione e dimensione dei pennacchi di vapore acqueo osservati. Credit: NASA/ESA

Ma è molto importante ricordare che in tutti questi anni, abbiamo visto i geyser una sola volta, nel Dicembre 2012, quando Europa si trovava al suo apocentro orbitale (cioè nel punto più lontano da Giove). Questo ci può dire molto su come i geyser sono diversi da altri più attivi e magari su cosa li sta creando.

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Tre diverse osservazioni di Europa, nell'ultravioletto, ottenute da Hubble, durante tre diversi momenti dell'orbita della luna. Le tracce dei geyser sono comparse solo durante l'apocentro. Credit: Lorenz Roth et al 2013.

Parliamo però un po' di Europa prima, per chi non la conoscesse. Si tratta della più piccola e liscia delle quattro lune galileane di Giove (che comprendono Io, Europa, Ganimede (la più grande del sistema solare) e Callisto). Ha un diametro di circa 3128 km, cioè circa un quarto della dimensione della Terra, e quello che rende questo posto estremamente intrigante è che sotto la sua crosta c'è un oceano che contiene molta più acqua liquida di quanta c'è su tutto il nostro pianeta! L'oceano è però nascosto da una crosta che potrebbe essere da 10 a 100 km in spessore (in base al modello a cui si fa riferimento).
Quello che lo mantiene liquido è l'energia rilasciata dalle grandissime maree generate nell'orbita di 3.5 giorni intorno a Giove, nel complesso balletto gravitazionale che la vede anche in risonanza con le altre lune galileane. Ma anche altri posti del sistema solare potrebbero avere oceani liquidi. Quello che però rende questo posto speciale, è la possibilità che questo oceano sia a diretto contatto con un mantello roccioso ricco di minerali. Questo significa che potrebbero esserci vulcani per quanto riguarda l'energia termica, e minerali per quanto riguarda la base della vita. Se ci aggiungiamo anche la possibilità che asteroidi e comete possano aver portato qui complessi composti organici, le possibilità di trovare forme di vita salgono moltissimo.

A questo punto forse vi starete chiedendo come facciamo a sapere queste cose. Prima di tutto, guardando la sua superficie, Europa è visibilmente piena di segni di movimento tettonico. Tutte le fratture e strisce che vedete sono causate dal movimento della crosta di ghiaccio sopra una superficie liquida (l'oceano sotto). La mancanza di tanti crateri significa che la superficie è giovane, perché i continui movimenti hanno distrutto i crateri passati. A questo si aggiunge il fatto che la sonda Galileo, della NASA ha scoperto un debole campo magnetico indotto, causato dall'interazione tra la potente magnetosfera di Giove e lo strato altamente conduttivo presente sotto la crosta di Europa. L'ipotesi più probabile per spiegare questo campo magnetico indotto è la presenza di acqua liquida. Per queste ragioni, e tante altre, Europa è da sempre al top delle future missioni astrobiologiche nel Sistema Solare Esterno.

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Thera e Thrace sono due regioni caotiche sulla superficie di Europa. Thera (a sinistra) è circa 70 km in diametro e 85 km in altezza e sembra trovarsi leggermente sotto le pianure circostanti. Alcune placche di ghiaccio più brillanti sono osservabili all'interno e sembrano essere scollegate dai margini. Le fratture curve lungo i confini suggeriscono che il collasso potrebbe essere avvenuto durante la formazione della regione Thera. In contrasto a questa, abbiamo la regione Thrace, a destra, che sembra stare più in alto rispetto alle zone vicine. Secondo il nuovo modello questi due terreni sono stati causati dalla presenza di laghi di acqua proprio sotto, in mezzo alla crosta, che hanno parzialmente sciolto le basi di alcune delle calotte di ghiaccio. Il terreno basso, collassato dovrebbe indicare la presenza attuale di un lago, mentre la zona rialzata della Thrace, dovrebbe indicare la presenza passata di un lago. Credit: NASA/JPL

Quindi, cosa aspettiamo a costruire dei sottomarini e andarli a visitare questi oceani? Beh, in una visione più realistica, potremmo creare crio-robot in grado di scendere negli oceani, ma più nella fantascienza che nella realtà. Non solo ma riuscire a scavare decine se non centinaia di km sotto un ghiaccio duro come il cemento non è impresa da poco, come non è impresa da poco riuscire poi a comunicare con la Terra. A questo si aggiunge la difficoltà di sterilizzare davvero bene la sonda, in modo da non rischiare di contaminare con vita terrestre gli oceani sotto.
A questo punto, per adesso, non ci resta che osservare da fuori. Tuttavia, se abbiamo dei geyser che ci lanciano direttamente tra le braccia (di un'ipotetica sonda di passaggio)dei campioni da quell'oceano, sarebbe veramente la soluzione più bella! Purtroppo prima di arrivare con una sonda intorno ad Europa passeranno forse decenni. L'unico ente spaziale che sta lavorando a qualcosa che va da quelle parti è l'ESA, che sta preparando la missione JUICE, che prima di andare ad orbitare intorno a Ganimede, sorvolerà da vicino Europa. Ma questo succederà negli anni '30. Prima di allora, abbiamo però la possibilità di studiare Europa dalla Terra, grazie agli strumenti sempre più potenti montati sui nuovi giganteschi super-telescopi, come il Keck o il VLT.



Parlando di questo, nel 2013 ci sono stati molti studi riguardo alla composizione chimica della superficie di Europa, ed in Aprile, una ricerca pubblicata da Mike Brown e Kevin Hand, con il Keck Observatory, mostrava indizi riguardo alla presenza di solfati di magnesio su Europa. All'epoca avevano ipotizzato che brina dall'oceano salato sotto, contente sodio, potassio e cloruro di magnesio, potrebbe arrivare in qualche modo sulla superficie (grazie a qualche processo geologico attivo), per poi essere bombardati dallo zolfo che viene emesso dal vicino Io (da dove arriva dopo essere trasportato dalla magnetosfera di Giove). La maggior parte dello sodio ed il potassio provengono dal ghiaccio sulla superficie che viene bombardato da particelle cariche e scomposto e questo porta alla formazione di una sottile atmosfera che lascia dietro come risultato i solfati di magnesio come prodotto secondario della radiolisi che avviene sulle brine dell'oceano.
In sostanza, tutto questo significa che se riusciamo ad arrivare con un lander sulla superficie, o se riusciamo ad avere strumenti di osservazione abbastanza potenti anche dalla Terra, potremmo capire qualcosa sull'oceano anche solo osservando la composizione della superficie!



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Immagini di Europa dall'osservatorio Keck e dalla sonda Voyager 2. Se guardate la foto dell'osservatorio Keck, a sinistra, si vede una zona più gialla e bianca. Li il ghiaccio è molto più sottile che altrove. La composizione di questo materiale è stato a lungo un mistero. Credit: Mike Brown/Voyager/NASA/JPL

Un altro risultato molto importante è arrivato da Krista Soderlund ed i suoi colleghi planetologi. Lo studio, pubblicati a dicembre su Nature Geoscience, mostrava come il terreno caotico che copre circa il 40% della superficie di Europa, potrebbe essere stato creato da regioni più sottili che si sciolgono e ghiacciano nuovamente, oppure da una convezione a stato solido all'interno delle calotte di ghiaccio che compongono la crosta. I nuovi modelli proposti suggeriscono che i movimenti convettivi pi turbolenti presenti all'interno dell'oceano globale di Europa possano concentrare molto calore a basse latitudini, rendendo il ghiaccio più sottile li. Il modello oceanico usato suggerisce la presenza di tre getti e due celle di circolazione di Hadley. Ancora una volta, questo è fondamentale per noi perché ci permetterebbe di capire le proprietà dell'oceano inferendole da quello che vediamo in superficie.

Ovviamente queste analisi indirette sono importanti, ma in conclusione, quello che è davvero storico in questo caso è che la presenza dei pennacchi ci permetterà di ottenere campioni diretti dall'oceano!

http://www.nature.com/ngeo/journal/vaop ... o2021.html

http://spacetelescope.org/news/heic1322/

http://www.planetary.org/blogs/guest-bl ... -salt.html

http://iopscience.iop.org/1538-3881/145/4/110/

link2universe

questa scoperta,se ufficializzata,e' di estremo interesse,e porrebbe europa come uno dei principali punti del ns sistema solare in cui cercare una qualke forma di vita............................[;)]


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MessaggioInviato: 14/12/2013, 12:34 
Europa è senza dubbio uno dei mondi più intriganti dell'intero sistema solare, grazie ai suoi vastissimi oceani liquidi e la possibilità di trovare forme di vita. Il problema è che questi oceani sono nascosti sotto una spessa crosta di ghiaccio, e se vogliamo studiare e capire qualcosa riguardo alla vita sotto, per adesso dobbiamo cercare di capirlo dai dati che abbiamo dalla superficie. Una nuova analisi dei dati raccolti anni fa dalla sonda Galileo, che ha orbitato intorno a Giove ed ha fotografato da vicino anche le sue lune, ha portato alla luce una nuova scoperta davvero intrigante: Sono stati trovati depositi di minerali argillosi che probabilmente sono arrivati dalla collisione con asteroidi e comete. Questa è la prima volta che simili minerali vengono identificati su Europa ed il motivo per cui è una scoperta importante è che "spesso questi stessi asteroidi o comete contengono anche tanto materiale organico", che a sua volta è la base per la possibilità che si sviluppi qualche forma di vita, come spiega Jim Shirley, ricercatore del JPL, NASA.

I nuovi risultati sono presentati il 13 Dicembre 2013 presso San Francisco, nella riunione annuale della American Geophysical Union. "Scoprire i resti rocciosi di una cometa precipitata sulla superficie di Europa potrebbe aprire un nuovo capitolo nello studio e la ricerca di vita su questo mondo lontano." ha spiegato il ricercatore.

Molti scienziati ritengono che Europa sia il posto migliore del Sistema Solare dove andare a cercare forme di vita, non solo per la presenza dell'oceano di acqua liquida (presente anche in altri casi), ma perché si trova a contatto con una superficie rocciosa e la superficie ghiacciata mostra segni di continuo rimescolamento. Questo potrebbe significare che c'è una grande fonte di energia termica (come vulcani) e che c'è una gran quantità di minerali liberi nell'acqua. Queste condizioni sono ottime per la nascita di forme di vita, e quello che manca da quest'equazione è la presenza di composti organici complessi, che però potrebbero essere arrivati da compete ed asteroidi, come mostrato in questi nuovi risultati.

I segni sono stati trovati nei dati dello spettrometro nel vicino-infrarosso, a bordo della sonda Galileo, ed in particolare nei dati raccolti nel 1998. Le immagini sono a bassa risoluzione rispetto allo standard di oggi (anche per via dei problemi che Galileo aveva con l'antenna e quindi con la quantità molto limitata di dati che rimandava a casa), ma nonostante questi, gli scienziati sono riusciti a tirare fuori nuovi dati utili grazie ad una migliore tecnica per ricostruire le immagini ottenute, eliminando molto più rumore. Quello che hanno trovato sono segni di filosilicati che coprono un'area grande 40 km in diametro a 120 km dal centro di un cratere di 30 km in diametro

La spiegazione più plausibile per questo pattern è che si tratta di materiale espulso dopo l'impatto di un asteroide o una cometa, probabilmente ad un angolo intorno ai 45° o più. Altre spiegazioni sarebbero molto più difficile, perché dovrebbero esserci meccanismi che portano rocce dal fondale dell'oceano sotto fino a sopra la superficie, ma la crosta è spessa oltre 100 km in alcune zone, e sembra davvero poco probabile. Se il corpo era un asteroide, dovrebbe trattarsi di qualcosa che aveva sui 1.100 metri in diametro, e 1.700 metri in diametro se era una cometa (più o meno come la Cometa ISON che è passata poche settimane fa).

"Riuscire a comprendere la composizione di Europa è la chiave per riuscire a decifrare anche la sua storia e se è potenzialmente abitabile. " ha spiegato Bob Pappalardo, del JPL. "Servirà una missione dedicata che indaghi in dettaglio la composizione di Europa, dal punto di vista della sua chimica e mineralogia, per capire tutte le implicazioni riguardo alla biologia possibile."

Purtroppo la NASA non ha alcuna missione in programma, dati i continui tagli al budget per le missioni future, ma la ESA sta preparando una missione chiamata JUICE, che negli anni '30 dovrebbe riuscire ad arrivare in orbita a Ganimede ma prima sorvolare anche Europa.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2013-362
http://www.link2universe.net/2013-12-12 ... di-europa/

...ma e' mai possibile si debba attendere tanti anni prima di una missione verso europa?forse e' il posto dove probabilmente ci sono maggiori possibilita' di trovare una qualke forma di vita,seppur semplice.....[;)]


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MessaggioInviato: 17/12/2013, 11:58 
Dopo l'annuncio storico del team di Hubble, riguardo alla scoperta di potenziali geyser di acqua dal polo sud di Europa, la comunità di astronomi ed astrofili si è mossa alla ricerca di segni di questi geyser nei vecchi dati della sonda Galileo, della NASA, che tra il 1995 ed il 2003 ha orbitato intorno a Giove, ed ha esaminato da vicino le sue lune. Europa è stata visitata da vicino ben 11 volte! Ecco alcune delle cose ritrovate per adesso nei dati, in attesa dei nuovi risultati ufficiali.

Uno dei problemi principali con le immagini che abbiamo fino ad ora di Europa, è l'angolazione della luce del Sole. La superficie è molto ruvida e luce solare che arriva con una bassa angolazione può produrre ombre lunghissime che sono facili da confondere con strutture scure sulla superficie, dato che le regioni più scure sono dovute a regioni ricche di composti diversi dal ghiaccio d'acqua.
Un'ipotesi per queste tante zone a bassa luminosità osservate (non quelle in ombra), è che si tratti di regioni sporcate dall'oceano sotto che sarebbe pieno di ingredienti organici. Se questo è vero, allora dovremmo cercare i pennacchi dei geyser la dove ci sono più zone scure ma ci sono tantissimi fattori ancora sconosciuti in questo, e quello che serve è assolutamente avere una missione che ottenga immagini e mappe migliori della superficie di Europa.

A questo si aggiunge il fatto che per adesso non sappiamo con assoluta certezza se questi geyser sono periodici o occasionali, o se provengono da laghi o oceani. Potrebbero persino essere frutto di qualcosa di diverso ancora, e serviranno prima ulteriori osservazioni per riuscire a confermare la loro esistenza e capire quanto spesso avvengono.

L'ESA sta preparando una missione chiamata JUICE, che negli anni '30 dovrebbe sorvolare da vicino anche Europa (per circa 10 volte), prima di finire in orbita intorno a Ganimede. Se però sarà confermata questa scoperta dei geyser, potrebbe essere spingere gli USA a riconsiderare il finanziamento di una missione verso Europa, come la missione Europa Ice Clipper.

http://www.unmannedspaceflight.com/
x le foto
http://www.link2universe.net/2013-12-16 ... su-europa/


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MessaggioInviato: 14/02/2014, 16:03 
Gelidi geyser zampillano su Europa
Poderosi getti di vapore di acqua gelata salgono fino a circa 200 km sulla superficie della luna ghiacciata di Giove. Individuati in immagini riprese dal Telescopio Spaziale Hubble, sono un altro forte indizio che sotto la crosta del satellite si nasconda un vasto oceano
Dopo Enceladus (piccola luna di Saturno), Io (satellite di Giove scoperto da Galileo) e Tritone (satellite principale di Nettuno) anche Europa, un’altra delle quattro lune galileiane di Giove, mostra dei chiari segni di attività che denunciano la presenza di un interno dinamico. La notizia della scoperta di vapore acqueo, rilasciato probabilmente da geyser che fuoriescono da una regione prossima al Polo Sud di questa luna gioviana e osservati dal Telescopio Spaziale Hubble (HST), è stata annunciata nel corso del meeting annuale dell’American Geophysical Union tenutosi recentemente a San Francisco
http://www.lestelle-astronomia.it/index.php?p=le_stelle


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MessaggioInviato: 12/09/2014, 10:43 
[Clicca e scopri il significato del termine: Europa, la gelida luna di Giove, potrebbe avere un sistema di tettonica a placche attivo, un fenomeno geologico finora dimostrato solo per la Terra. E#65533; questa la conclusione a cui sono giunti Simon A. Kattenhorn e Louise M. Prockter, rispettivamente dell#65533;Università dell#65533;Idaho e della Johns Hopkins University, che firmano un articolo su “Nature Geoscience”. La tettonica delle placche è il meccanismo geologico per cui il calore liberato dall#65533;interno del pianeta induce movimenti convettivi nel mantello che fratturano e spostano le placche rigide della crosta terrestre. Dove le placche si scontrano, si formano le cosiddette zone di subduzione, nelle quali una placca scorre sotto l#65533;altra, immergendosi nel mantello, dove il materiale della placca viene fuso e riciclato. Per quanto su Mercurio, Venere e Marte vi siano segni di attività tettonica, per nessuno di questi pianeti rocciosi è stata dimostrata l#65533;esistenza di un sistema di placche tettoniche in movimento, né oggi né in passato. ] Europa, la gelida luna di Giove, potrebbe avere un sistema di tettonica a placche attivo, un fenomeno geologico finora dimostrato solo per la Terra. E' questa la conclusione a cui sono giunti Simon A. Kattenhorn e Louise M. Prockter, rispettivamente dell'Università dell'Idaho e della Johns Hopkins University, che firmano un articolo su “Nature Geoscience”.

La tettonica delle placche è il meccanismo geologico per cui il calore liberato dall'interno del pianeta induce movimenti convettivi nel mantello che fratturano e spostano le placche rigide della crosta terrestre. Dove le placche si scontrano, si formano le cosiddette zone di subduzione, nelle quali una placca scorre sotto l'altra, immergendosi nel mantello, dove il materiale della placca viene fuso e riciclato. Per quanto su Mercurio, Venere e Marte vi siano segni di attività tettonica, per nessuno di questi pianeti rocciosi è stata dimostrata l'esistenza di un sistema di placche tettoniche in movimento, né oggi né in passato.

[Clicca e scopri il significato del termine: La superficie di Europa è coperta dai ghiacci, che mostrano numerosi segni di deformazione e una storia di fratture, considerate effetto di movimenti tettonici legati in primo luogo alle forze di marea generate dalla rotazione del satellite attorno a Giove. Kattenhorn e Prockter hanno analizzato le immagini ad alta risoluzione inviate dalla sonda Galileo dal 1995 fino al 2003 per ricostruire la storia geologica di una ampia porzione di superficie ghiacciata di Europa – circa 134.000 chilometri quadrati – particolarmente segnata da creste e fratture. In particolare, hanno preso in esame le possibili traslazioni e rotazioni subite dai frammenti di crosta ghiacciata per appaiarle in base alle loro diverse caratteristiche strutturali, e risalire alla conformazione originaria della suoerficie del corpo celeste. Nel corso di questa ricostruzione, si sono accorti che tutti i tasselli del quadro vanno al loro posto solo ipotizzando la presenza di una vasta zona di circa 20.000 chilometri quadrati, che invece manca nella superficie attuale di Europa. Secondo i due ricercatori, l#65533;assenza di questa ampia lastra di ghiaccio potrebbe essere spiegata ipotizzando che essa - e la placca tettocica su cui si trovava - sia andata incontro a un fenomeno di subduzione e sia stata riciclata parte interna più calda della luna. In un articolo di commento, Michelle M. Selvans dello Smithsonian National Air and Space Museum riconosce che l#65533;ipotesi di Kattenhorn e Prockter permette di spiegare diverse singolari caratteristiche di Europa, ma osserva che restano ancora alcuni punti poco chiari, per esempio l#65533;assenza sul satellite della caratteristica formazione di catene montuose lungo il margine della placca contrapposta a quella in subduzione, che si osserva invece sulla Terra.] La superficie di Europa è coperta dai ghiacci, che mostrano numerosi segni di deformazione e una storia di fratture, considerate effetto di movimenti tettonici legati in primo luogo alle forze di marea generate dalla rotazione del satellite attorno a Giove.

Kattenhorn e Prockter hanno analizzato le immagini ad alta risoluzione inviate dalla sonda Galileo dal 1995 fino al 2003 per ricostruire la storia geologica di una ampia porzione di superficie ghiacciata di Europa – circa 134.000 chilometri quadrati – particolarmente segnata da creste e fratture. In particolare, hanno preso in esame le possibili traslazioni e rotazioni subite dai frammenti di crosta ghiacciata per appaiarle in base alle loro diverse caratteristiche strutturali, e risalire alla conformazione originaria della suoerficie del corpo celeste.

Nel corso di questa ricostruzione, si sono accorti che tutti i tasselli del quadro vanno al loro posto solo ipotizzando la presenza di una vasta zona di circa 20.000 chilometri quadrati, che invece manca nella superficie attuale di Europa. Secondo i due ricercatori, l'assenza di questa ampia lastra di ghiaccio potrebbe essere spiegata ipotizzando che essa - e la placca tettocica su cui si trovava - sia andata incontro a un fenomeno di subduzione e sia stata riciclata parte interna più calda della luna.

In un articolo di commento, Michelle M. Selvans dello Smithsonian National Air and Space Museum riconosce che l'ipotesi di Kattenhorn e Prockter permette di spiegare diverse singolari caratteristiche di Europa, ma osserva che restano ancora alcuni punti poco chiari, per esempio l'assenza sul satellite della caratteristica formazione di catene montuose lungo il margine della placca contrapposta a quella in subduzione, che si osserva invece sulla Terra.

http://www.lescienze.it/news/2014/09/08 ... 12-09-2014

se cio' fosse ufficialmente confermato,sarebbe l'ulteriore conferma che quello che si affermava dell'unicita' della terra sarebbe pura utopia,e magari nuove scoperte ci permetterebbero di avere una visione + veritiera del ns sistema solare [;)]


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MessaggioInviato: 14/09/2014, 11:56 
Premetto che sono favorevole alla ricerca scientifica, tuttavia spesso mi domando se sia giusto o meno investire ingenti somme di danaro per arrivare a conoscere le caratteristiche biochimiche di luoghi lontani, quando ancora non abbiamo risolto il problema della fame sulla terra.
Obbiettivamente non so quali miglioramenti abbiano apportato le ricerche svolte nello spazio, comprese missioni spaziali in loco.
Qualcuno di voi mi sa dire, all'atto pratico, quali sono i benefici apportati all'umanità grazie alle ricerche extra terrestri?



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MessaggioInviato: 14/09/2014, 14:41 
Ma si sa dai tempi di 2001 odissea nello spazio che Europa potrebbe sostenere la vita... O vorreste farmi credere che è un coincidenza? :P



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MessaggioInviato: 16/09/2014, 10:25 
forse sigh e' opportuno cominciare in anticipo la ricerca su altri pianeti o lune,oramai lo spazio disponibile alla comunita' umana sulla terra si fa stretto......[;)]


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MessaggioInviato: 16/09/2014, 14:39 
Cita:
ubatuba ha scritto:

forse sigh e' opportuno cominciare in anticipo la ricerca su altri pianeti o lune,oramai lo spazio disponibile alla comunita' umana sulla terra si fa stretto...... [;)]


Questa è una ipotesi a cui non ho mai creduto, anche perché le zone abitate sulla terra coprono una superficie minima(guarda con Google map le zone illuminate del pianeta [:p]).
Come diceva nel post precedente Max, potrebbe non essere una coincidenza il fatto che si sapesse già dai tempi di quel film (se non erro del 1968?) che Europa potesse sostenere la vita..
Potrebbero essere solo ricerche speculative elitarie atte a coprire altro genere di studi che hanno apportato conoscenze a noi interdette, sicuramente, non al fine del miglioramento della vita su sto cacchio di pianeta. [8]



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MessaggioInviato: 16/09/2014, 20:24 
Cita:
shighella ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:

forse sigh e' opportuno cominciare in anticipo la ricerca su altri pianeti o lune,oramai lo spazio disponibile alla comunita' umana sulla terra si fa stretto...... [;)]


Questa è una ipotesi a cui non ho mai creduto, anche perché le zone abitate sulla terra coprono una superficie minima(guarda con Google map le zone illuminate del pianeta [:p]).
Come diceva nel post precedente Max, potrebbe non essere una coincidenza il fatto che si sapesse già dai tempi di quel film (se non erro del 1968?) che Europa potesse sostenere la vita..
Potrebbero essere solo ricerche speculative elitarie atte a coprire altro genere di studi che hanno apportato conoscenze a noi interdette, sicuramente, non al fine del miglioramento della vita su sto cacchio di pianeta. [8]


devi pure considerare tutte le fonti minerarie di cui la terra abbisogna,vanno verso l'esaurimento,forse cercando dove potersi rifornire prima che sia troppo tardi,e' + che opportuno,....................... [;)]


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 Oggetto del messaggio: Re: Europa: abbastanza ossigeno per sostenere la vita
MessaggioInviato: 27/02/2015, 17:33 
Robot antartico trova pesci sotto al ghiaccio: si può usare per esplorare Europa

Guarda su youtube.com


Deep-SCNI è una “creatura” dell’Università Nebraska-Lincoln ed è stato in parte finanziato dalla NASA. Si tratta di un robot tubolare che farà un’ottima pubblicità per la missione Europa Clipper, che dovrebbe a breve muovere i suoi primi passi lungo una difficile e impegnativa fase di sviluppo preliminare

tratto da

http://www.gadgetblog.it/post/144276/ro ... are-europa


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 Oggetto del messaggio: Re: Europa: abbastanza ossigeno per sostenere la vita
MessaggioInviato: 15/05/2015, 16:21 
Il materiale scuro che riveste alcune caratteristiche sulla superficie di Europa, la luna di Giove, è probabilmente sale marino, proveniente da un oceano sotterraneo e dall'interazione dell'acqua con il fondale roccioso. A dimostrarlo, un esperimento condotto nei laboratori della NASA.

http://aliveuniverseimages.com/flash-ne ... sta-salata


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