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MessaggioInviato: 14/10/2011, 13:16 
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Un team internazionale di astronomi dell’Università di Nantes ha realizzato una serie di mosaici compositando le migliori immagini a falsi colori della superficie di Titano, riprese dalla sonda Cassini nel corso della sua lunga missione nel sistema di Saturno.
Il mosaico, in falsi colori per evidenziare le strutture superficiali di Titano, ottenuto grazie all'elaborazione delle numerose immagini trasmesse dalla sonda Cassini. Credits JPL/NASA/Univ. of Arizona/CNRS/LPGNantes
Un team internazionale di astronomi dell’Università di Nantes ha realizzato una serie di mosaici compositando le migliori immagini a falsi colori della superficie di Titano, riprese dalla sonda Cassini nel corso della sua lunga missione nel sistema di Saturno.

Le minime differenze rilevabili nella composizione delle varie tipologie di terreno sono state evidenziate come lievi sfumature di colore diverso, come nel caso dei campi di dune equatoriali colorati in marrone, o i più chiari terrazzamenti sopraelevati.

Le riprese, effettuate nel corso di una settantina di fly-by negli ultimi sei anni, grazie allo spettrometro VIMS, sono state elaborate con un procedimento in grado di amplificare le informazioni ottenute penetrando con i sensori infrarossi la spessa atmosfera di metano e azoto, ed il risultato è spettacolare: sul globo di Titano si stagliano una serie di formazioni dall’aspetto molto più “terrestre” delle prime, confusissime, immagini trasmesse sei anni fa dalla sonda.

La mappatura, ancora incompleta, è stata ottenuta sovrapponendo uno sfondo di immagini a bassa risoluzione con immagini ad alta risoluzione (fino a 500 metri per pixel), ma mostra ancora aree scoperte… i prossimi 48 fly-by previsti da qui al 2017 colmeranno anche queste lacune, permettendo di ottenere le prime immagini full-globe di un mondo tanto lontano e alieno.

http://www.coelum.com/news/titano-in-technicolor





Ultima modifica di ubatuba il 14/10/2011, 13:25, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/10/2011, 15:03 
Io, per quel che riguarda l'acqua sotto superficie, ricordavo qualcosa su Europa. Ma qui siamo su altri pianeti visto che parliamo di Giove e non di Saturno. Ma penso che ci sia un minimo di similitudine...



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MessaggioInviato: 14/10/2011, 16:39 
si deve consoderare il fatto ke il complesso sisitema solare ci supporta continuamente con fantastiche sorprese,quella di titano e'probabilmente,simile alla terra milioni di anni fa,e possiamo seguirne l'evoluzione, potrebbe magari darci risposte pure sulo sviluppo del sistema terra [;)]


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MessaggioInviato: 17/11/2011, 19:01 
15/11/2011 Una vita basata sul metano? Forse
Non è scritto da nessuna parte che l'acqua sia l'unico solvente in grado di sostenere la vita. Un esempio potrebbe essere proprio un nostro vicino di casa, Titano.



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La luce del Sole si riflette su un lago di idrocarburi di Titano. Credit: NASA/JPL/DLR

A lungo si è ritenuto che per cercare la vita occorra seguire l'acqua. Per quanto ci riguarda, sembra che una vita basata sul carbonio come la nostra necessiti proprio dell'acqua per sostenersi, ma in generale l'acqua è proprio necessaria? Recentemente gli studi vertono anche su altri solventi, sempre liquidi, ma diversi dall'acqua e uno di questi è il metano, già visto e trovato altrove.

La nostra vita si è sviluppata grazie all'acqua, oppure ha scelto l'acqua proprio per la sua enorme abbondanza sul nostro pianeta? Chris McKay, astrobiologo della NASA, ha pubblicato un articolo su Planetary and Space Science nello scorso aprile, postulando come la vita in altri mondi possa utilizzare un metano liquido al posto dell'acqua. Ci sarebbero tanti pianeti intorno a nane rosse, più piccole e fredde del Sole, che potrebbero presentare una fascia abitabile del metano laddove il metano stesso può esistere in forma liquida sulla superficie dei pianeti in orbita. Potrebbero esistere anche intorno a stelle come il Sole, sebbene sarebbe più facile trovarli intorno a stelle più piccole e fredde come le nane rosse. Tuttavia, vicino a noi, un mondo con laghi di metano già esiste, ed è Titano.
Titano, satellite di Saturno, presenta un ciclo del metano simile al ciclo dell'acqua terrestre con piogge, fiumi, laghi e mari. Con temperature fredde come quelle della luna di Saturno, l'acqua non può esistere in forma liquida, ma ghiacciata. Sotto una atmosfera più sottile della nostra e composta principalmente di azoto, la superficie di Titano è stata modificata in modo simile a quella terrestre: il metano liquido gioca lo stesso ruolo della nostra acqua.
McKay arriva a suggerire che una vita basata sul metano potrebbe consumare idrogeno, acetilene ed etano, ed esalare metano invece di anidride carbonica. Questo porterebbe ad una riduzione di idrogeno, acetilene ed etano sulla superficie di Titano ed è proprio ciò che la sonda Cassini ha sperimentato con i suoi strumenti.
Infine, Titano sembra presentare condizioni simili a quelle della Terra primordiale, ghiacciata. Questo può fornire chiavi sulla genesi della vita.

Fonte: Universe Today

da skylive


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MessaggioInviato: 10/12/2011, 20:16 
In un giorno e mezzo, la sonda Cassini farà un incontro ravvicinato con la luna Dione e con Titano.
L'incontro con Dione, da circa 99 chilometri di distanza, ci sarà il 12 dicembre alle 4:39 EST al fine di verificare eventuale attività sulla superficie del satellite e di conseguenza capirne la struttura interna. Secondo obiettivo consiste nel cercare di capire se anche Dione, come Rhea, possiede una sottile atmosfera dopo che è stato scoperto un campo magnetico intorno alla luna.
Il 13 dicembre Cassini è invece atteso da Titano per misurazioni tese a capire le transizioni stagionali dalla primavera all'estate, studiando il percorso dei venti nei pressi del polo nord.

fonte nasa


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Dione, a quanto ne so, è la luna saturniana più grande dopo Titano, anche se è molto più piccola di quest'ultima. Quindi se una luna così piccola come Encelado ha rivelato particolari sorprendenti, è probabile che anche Dione ci stupirà...


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MessaggioInviato: 05/01/2012, 12:32 
e'stata simulata al computerl'atmosfera di titano con l'arrivo dell'estate boreale cercando di prevedere le condizioni climatiche x i prossimi anni



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x l'articolo

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... titano.txt


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MessaggioInviato: 05/01/2012, 15:18 
Cita:
ubatuba ha scritto:

Immagine:
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Siamo sicuri che il riflesso sia dovuto ad un lago di idrocarburi o quant'altro?
In auto, spesso, con tanto di strada asciutta, l'asfalto può comunque generare riflessi a mò di specchio, addirittura.
Si potrebbe trattare anche di un fenomeno di rifrazione, tant'è che il bagliore si ha nella parte superiore, vale a dire dove la curvatura della sfera è maggiore.

[V] [:(]


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MessaggioInviato: 05/01/2012, 15:27 
in effetti la foto è sospetta, anche per la posizione proprio sullo zenith del pianeta... se si ritiene che lì ci sia un lago di tali enormi proporzioni, allora mandiamo una sonda ad investigare proprio quel punto, sarà visibile prima o poi nonostante le nubi.



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MessaggioInviato: 05/01/2012, 19:06 
dobbiamo attenerci,a quello che la nasa ci dice,altri sistemi almeno,dal mio punto di vst, non ne siamo in posesso [;)]


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MessaggioInviato: 17/01/2012, 09:27 
nuovo modello tridimensionale ,similizza la struttura di titano a quella della terra,fornendo informazioni che in grado di appianare dati che sono a volte in contrasto.


"La luna di Saturno Titano potrebbe essere molto più simile alla Terra di quanto pensato finora, possedendo una atmosfera stratificata come la nostra.
E' la luna più grande di Saturno ed è l'unaca ad avere una atmosfera densa. Una migliore comprensione di come operi questa atmosfera potrebbe far luce su corpi simili che possono essere trovati al di fuori del sistema solare.
Comunque dettagli contrastanti circa l'atmosfera di Titano ci sono sempre stati negli anni.

Lo strato inferiore di ogni atmosfera è influenzato maggiormente dalla superficie del corpo, ovviamente. A sua volta influenza la superficie con nubi e venti, scolpendo ad esempio le dune. Questo strato è molto importante per il clima.
Sulla Terra questo strato, posto tra 500 metri e 3 chilometri, è controllato enormemente dal riscaldamento solare della superficie planetaria. Dal momento che Titano è molto più lontano dalla nostra stella, questo strato più basso potrebbe essere molto differente ma rimane un fattore incerto dal momento che l'atmosfera è densa e opaca e non ci consente di giungere così in dettaglio sugli strati più bassi.

Ad esempio, mentre il Voyager 1 ha portato a pensare ad uno strato di circa 3,5 chilometri, la sonda Huygens ci ha raccontato di uno spessore di soli 300 metri mentre sprofondava nell'atmosfera della luna.
Per aiutarci a risolvere il mistero dell'atmosfera di Titano, gli scienziati hanno sviluppato un modello climatico in tre dimensioni riguardante la risposta possibile all'irraggiamento solare.
L'implicazione più importante di queste scoperte è che Titano appare più vicino al modello terrestre di quanto finora non si sia ritenuto: le simulazioni hanno rivelato che lo strato più basso dell'atmosfera di Titano appare separato in due strati distinti dall'atmosfera superiore in termini di temperatura. Il più basso è spesso soltanto 800 metri e, come sulla Terra, cambia su base quotidiana. Lo strato superiore dei due, spesso 2 chilometri, cambia stagionalmente.

L'esistenza di due strati atmosferici bassi che rispondono a cambiamenti di temperatura aiuta a conciliare le scoperte più disparate e contrastanti che negli anni hanno riguardato la composizione di questo strato atmosferico di Titano.
Il nuovo lavoro spiega i venti misurati dal lander Huygens così come gli spazio visti tra le gigantesche dune all'equatore e può implicare la formazione di nubi di metano su Titano.

Nel futuro, il team di scienziati includerà il movimento del metano in un ciclo che va dai laghi superficiali ai mari alle nubi atmosferiche, proprio come l'acqua fa sulla Terra.
Il lavoro appare nell'uscita del 15 gennaio della rivista Nature Geoscience. "

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... titano.txt



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MessaggioInviato: 26/01/2012, 17:40 
La doppia identità delle Dune di Titano
Scritto da Giulia Chiarenza il 25.01.2012


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Due diversi campi di dune su Titano: Belet e Fensal, come fotografato dal radar di Cassini. La foto mostra anche due campi di dune simili sulla Terra presso Rub Al Khali, in Arabia Saudita. Fensal si trova ad maggiori latitudine e altitudine rispetto a Belet e mostra chiaramente dune più sottili con zone più chiare e più ampie in mezzo, suggerendo che il materiale della duna è meno abbondante in questa regione. Crediti: NASA / JPL-Caltech / ASI / ESA e USGS / ESA

Grazie ai dati della missione Cassini della NASA, in collaborazione con la European Space Agency e l’Italian Space Agency, è stato possibile accertare delle variazioni regionali tra le dune di sabbia su Titano, il satellite di Saturno. Il risultato fornisce nuovi indizi sulla storia climatica e geologica del satellite.

Le dune sono piuttosto comuni su Titano, e riescono quindi a offrire un osservatorio privilegiato per sondare l’ambiente del satellite. Le dune che coprono il 13% della sua superficie, si estendono per oltre 10 milioni di km quadrati (un’area corrispondente più o meno a quella degli Stati Uniti).

Sebbene almeno nella forma paragonabili a quelle lineari della Namibia o della Penisola Araba, le dune di Titano sono giganti rispetto ai nostri standard. Le loro dimensioni variano lungo la superficie del satellite, ma sono in media larghe 1 o 2 chilometri, lunghe centinaia di chilometri e alte circa 100 metri. Inoltre, gli scienziati pensano che la sabbia sul satellite non sia composta di silicati, come sulla Terra, ma di composti solidi del carbonio come gli idrocarburi, che precipitando dall’atmosfera si aggregano, secondo un processo ancora sconosciuto, in granelli di dimensioni millimetriche.

Utilizzando i dati della navicella Cassini, Alice Le Gall del NASA’s Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, e i suoi collaboratori hanno scoperto che le dimensioni delle dune di Titano sono determinate da almeno due fattori geografici: l’altitudine e la latitudine.

Per quanto riguarda l’altitudine, le dune più alte tendono ad essere più strette, maggiormente separate tra loro, e con una copertura sabbiosa più sottile, come se ci fosse più disponibilità di sabbia nelle pianure di Titano rispetto che ad alta quota.

In termini di latitudine, le dune su Titano sono confinate nella regione equatoriale, un’area compresa tra i 30 gradi sud e i 30 gradi nord; ebbene le dune a nord tendono ad essere meno voluminose di quelle meridionali, probabilmente a causa dell’ellitticità dell’orbita di Saturno.

Le stagioni sul satellite Titano dipendono dall’orbita percorsa da Saturno intorno al Sole, e poiché il pianeta impiega 30 anni per completarla, ogni stagione su Titano dura circa sette anni. La natura leggermente ellittica dell’orbita di Saturno si traduce con una asimmetria nelle stagioni, per cui nell’emisfero meridionale le estati sono più breve e intense. Probabilmente quindi le regioni meridionali sono meno umide e di conseguenza i granelli di sabbia, essendo asciutti, vengono trasportati dal vento e formano dune con maggiore facilità.

“Capire come funziona la formazione delle dune, spiegarne le dimensioni, la forma e la loro distribuzione sulla superficie di Titano è fondamentale per capire il clima e la geologia del satellite” sostiene Nicolas Altobelli, scienziato del progetto ESA Cassini-Huygens. “In particolare, il loro materiale –idrocarburi- ci fornisce indizi importanti sul ciclo metano/etano su Titano, in parte paragonabile al ciclo dell’acqua sulla Terra”.

Titano è l’unico satellite naturale del sistema solare a possedere un’atmosfera consistente. In base allee osservazioni condotte da distanza ravvicinata da parte del Voyager hanno permesso di determinare che l’atmosfera titaniana è più densa di quella terrestre, con una pressione alla superficie di circa il 50% maggiore, e le sue imponenti formazioni nuvolose rendono impossibile l’osservazione diretta della superficie. Su Titano è in atto un effetto serra che, contrariamente a quello della Terra o di Venere, che consentono un riscaldamento della superficie grazie alla CO2, aumenta l’albedo del satellite e riflette la luce incidente nello spazio, e questo ne diminuisce la temperatura superficiale.

L’atmosfera si compone al 98,4% di azoto, all’1,4% di metano, ma sono presenti tracce di numerosi altri gas.

http://gaianews.it/scienza-e-tecnologia ... o/id=16887


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MessaggioInviato: 13/03/2012, 15:19 
questo filmato realizzato dalle immagini fissate dalla strumentazione di bordo della sonda cassini,documentano lo svolgersi delle stagioni della luna di saturno nel periodo 2006/2009

x visualizzare le immagini e l'articolo

http://www.media.inaf.it/2012/03/12/le- ... di-titano/


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MessaggioInviato: 30/04/2012, 17:08 
Titano, la più grande delle lune di Saturno, si nasconde dietro ad una spessa e nebbiosa atmosfera che per molto tempo gli astronomi avrebbero voluto togliere di mezzo per poter osservare più chiaramente la superficie, ma che adesso, grazie a Cassini, è rapidamente diventata una delle cose assolutamente più intriganti di questa luna. Si tratta infatti di uno degli ambienti chimici più complessi dell'intero sistema solare. La sua "fabbrica chimica" produce piogge di idrocarburi che cadendo sulla superficie ghiacciata di Titano creano laghi, fiumi e delta di metano ed etano liquido. Questi riescono a rimanere liquidi per via della temperatura bassissima, -170°C, che caratterizza questo mondo. Tuttavia, il più importante ingrediente di questa fabbrica chimica è il gas metano.

Il metano è una molecola fatta da un atomo di carbonio e quattro atomi di idrogeno. Il fatto è che il metano non ha l'abitudine di durare molto dato che viene continuamente distrutto dalla luce solare e convertito in molecole più complesse e altre particelle. Così, nuove ricerche portate avanti da scienziati della NASA, stanno tentano di scoprire più o meno da quanto tempo è operativa questa fabbrica chimica. I primi risultati sono stati presentati in due diverse pubblicazioni rilasciate sull'Astrophysical Journal.

Queste indagini si sono basate su dati raccolti da due strumenti a bordo della navicella Cassini, della NASA e uno strumento a bordo del lander Huygens, della ESA, atterrato su Titano nel 2005. Una delle ricerche, portata avanti da u nteam con a capo Conor Nixon, dell'Università del Maryland, College Park, ha usato gli spettri infrarossi del metano, ottenuti dalla sonda Cassini, per stimare quanto metano "pesante", contenente isotopi rari, fosse presente nell'atmosfera di Titano.


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Immagine di Titano che mostra in dettaglio tutti gli strati della sua atmosfera, visti qui in maniera più evidenziata. L'osservazione è della sonda Cassini nel 2005, da circa 1.4 milioni di km da Titano. Credit: NASA/JPL/Space Science Institute


Gli isotopi sono versioni di un elemento che hanno però una massa diversa. Per esempio, il Carbonio 13 è più pesante (e più raro) del Carbonio 12, che troviamo solitamente. Occasionalmente, un atomo di Carbonio-13 rimpiazza un atomo di Carbonio-12 in una molecola di metano. Dato che il metano fatto con il Carbonio-12 è leggermente più leggero, le reazioni chimiche che lo convertono in idrocarburi più complessi, avvengono un po' più velocemente. Questo significa che il metano a base C-12 viene usato un po' più velocemente rispetto al più pesante metano a base C-13, quindi la concentrazione di metano pesante nell'atmosfera di Titano aumenta lentamente.

Creando un preciso modello della distruzione e concentrazione dei cambiamenti nella quantità di metano pesante, nel tempo, gli scienziati sono riusciti a predire da quanto tempo è in funzione la fabbrica chimica di Titano.

"In base ai nostri assunti di base, l'età del metano risale a 1.6 miliardi di anni fa, o circa un terzo dell'età di Titano stesso" ha spiegato Nixon. "Tuttavia, se al metano è permesso scappare fuori dalla parte alta dell'atmosfera, nello spazio, come indicato da precedenti studi, l'età è molto più corta; forse anche solo 10 milioni di anni, se vogliamo essere compatibili con le osservazioni."

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Ripresa radar dei laghi di metano liquido sulla superficie di Titano. Credit: NASA/JPL/SSI


Entrambi gli scenari proposti assumono che il metano è entrato nell'atmosfera in un'esplosione di fuori-uscita di gas, probabilmente causata dalla ristrutturazione dell'interno di Titano, man mano che gli elementi più pesanti sono sprofondati verso il centro e quelli più leggeri sono arrivati in superficie.

"Tuttavia, se il metano è stato continuamente rifornito da una qualche sorgente, allora i suoi isotopi sarebbero sempre "freschi" e non potremmo dedurre un'età usando il nostro modello." ha spiegato Nixon. Possibili sorgenti immaginate includono il ghiaccio di metano stesso, che è strutturato come una molecola di metano all'interno di una matrice di molecole di ghiaccio d'acqua. Il ghiaccio di metano si trova anche nelle profondità degli oceani terrestri, e alcuni scienziati pensano che sotto la superficie ghiacciata di Titano potrebbe esistere un'oceano di acqua liquida mista ad ammoniaca (che agisce per abbassare la temperatura a cui l'acqua ghiaccia. Se così fosse, il metano potrebbe essere rilasciato durante l'eruzione di alcuni "crio-vulcani" o geyser di acqua e ammoniaca, o più semplicemente potrebbe fuoriuscire da fratture nel ghiaccio della crosta.

La seconda pubblicazione sulla chimica di Titano è stata fatta da un team con a capo Kathleen Mandt, del Southwest Research Institute, San Antonio. Anche lei ed i suoi colleghi hanno lavorato per costruire dei modelli dell'evoluzione temporale del metano. In questo lavoro, la concentrazione del metano pesante è determinata in base alle misurazioni fatte dallo spettrometro di massa neutrale ed ionica a bordo di Cassini, che conta le molecole nell'atmosfera, in base alle loro masse. Le misurazioni fatte dallo spettrometro di massa a bordo del lander Huygens sono state usate per ottenere dei limiti più precisi riguardo all'impatto di fuga degli isotopi pesanti del metano, presenti in atmosfera.


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Immagine della superficie di Titano vista dal lander Huygens. Credit: NASA/ESA

Abbiamo calcolato che, anche se il metano fosse rifornito dall'interno nel tempo, per poter avere le quantità osservate nell'atmosfera, ne più e ne meno, questa "fabbrica chimica" dev'essere stata in funzione da massimo 1 miliardo di anni" ha spiegato Mandt. "Se il processo fosse iniziato prima, vedremmo un'eccesso di metano nei laghi sulla superficie, e nell'atmosfera, ben oltre quello che vediamo oggi."

Insieme queste due pubblicazioni aggiungono importantissime nuove prospettive e limiti riguardo alla storia dell'atmosfera ricca di metano di Titano, confermando che si tratta di un fenomeno sorto molto dopo la formazione di Titano stesso. Precedenti lavori, considerando l'evoluzione dell'interno di Titano, avevano previsto che l'ultima grande eruzione di metano dovrebbe essere avvenuta tra 350 milioni e 1.35 miliardi di anni fa, mentre il conteggio dei crateri sulla superficie ha stabilito che quest'ultima ha un'età tra 200 milioni e 1 miliardo di anni.

In altre parole, questo lavoro mostra per la prima volta che abbiamo a che fare con un mondo relativamente giovanissimo, e questo aumenta ancor di più il mistero riguardo alla sua evoluzione, facendo sorgere mille nuove domande.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2012-116


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che immagine l'ultima. Non pensavo che Titano fosse così grosso da avere un orizzonte piatto, pensavo che la curvatura un po' si notasse, come sulla Luna.



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