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MessaggioInviato: 09/01/2013, 12:12 
I laghi ghiacciati di Titano

Nuovi modelli basati sui dati di Cassini svelano come il paesaggio della luna Titano potrebbe essere arricchito da ghiacci galleggianti sulle distese liquide

Ghiaccio su un lago. Un nuovo articolo tratto dai dati della missione Cassini riporta la scoperta di blocchi di idrocarburi ghiacciati che potrebbero decorare la superficie dei laghi e dei mari di idrocarburi liquidi sulla luna di Saturno Titano. La presenza di ghiaccio potrebbe spiegare alcune delle riflettività superficiali che Cassini ogni tanto ha scoperto su Titano.
Una delle domande più ricorrenti riguarda la possibilità di forme di vita esotiche su Cassini e al formazione di ghiaccio fornisce una opportunità per tracciare i confini tra solido e liquido, confine importante per l'origine della vita terrestre.
Titano è l'unico corpo solare, a parte la Terra, a preservare vaste quantità di liquido sulla superficie ma non si tratta di acqua bensì di idrocarburi come etano e metano, molecole organiche che potrebbero dar vita a chimiche complesse e forse alla vita.
Il metano solido è più denso di quello liquido e dovrebbe affondare, quindi finora non si è mai ipotizzata la presenza di ghiaccio sui laghi ma i nuovi modelli considerano l'interazione tra laghi e atmosfera dando vita a diverse composizioni e cambiamenti di temperatura. Il risultato è che in inverno il ghiaccio galleggia sulle distese liquide se la temperatura è sopra il punto di congelamento del metano, circa 90.4 Kelvin.
Se la temperatura cade di pochi gradi, il ghiaccio termina la sua esistenza a causa degli equilibri dell'azoto tra liquido e solido. Temperature prossime a quelle di congelamento del metano possono portare a ghiaccio in galleggiamento.

NASA
http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... titano.txt

sono solo modelli basati sui dati ella sonda cassini,ma probabilmente e'il preludio forse di scoperte ancora piu' sensazionali,che potrebbero magari aiutarci a comprendee l'evoluzione della terra medesima [;)]


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MessaggioInviato: 19/01/2013, 23:05 
Titano nasconde i crateri?

Un nuovo studio basato sul confronto tra Titano e Ganimede mostra come l'atmosfera del satellite saturniano potrebbe riuscire a coprirne i crateri

Immagine:
Immagine
23,74 KB

Oltre ai possibili ghiacci sui laghi (vai alla notizia), la grande luna di Saturno, Titano, potrebbe avere un'altra particolarità, legata stavolta all'apparenza della superficie solida e non liquida. Ci si chiede da tempo come faccia questo satellite ad apparire meno craterizzato rispetto a tutti gli altri, e secondo gli scienziati della missione Cassini il tutto potrebbe essere spiegato tramite meccanismi che mascherano un po' la superficie. Tettonica a zolle? No... stiamo parlando soltanto di spostamenti di dune di sabbia che possono arrivare a coprire i crateri.
Tra tutte le immagini ottenute da Titano, pari a circa il 50% della sua superficie relativamente alle immagini in HD, sono stati contati pochi crateri, una sessantina, rispetto a quelli trovati sulle lune vicine. Eppure Titano è il più grande e se proprio qualcuno deve attrarre meteoroidi, questo è proprio Titano. In genere l'età di un corpo celeste si stima in base al numero di crateri: più sono e più antico è il pianeta o il satellite o l'asteroide. E' chiaro che se Titano ci gioca lo scherzo di nascondere questi segni la sua età potrebbe essere stata sottostimata finora. Non a caso Titano è l'unico corpo del sistema solare ad avere una atmosfera densa in grado da erodere la superficie e da presentare fenomeni atmosferici, come la pioggia, in grado di modificarne la forma e appunto di coprirne i crateri almeno parzialmente. Il tutto è risultato evidente confrontando Titano a Ganimede, che per dimensioni è paragonabile e che presenta crateri ma non una atmosfera.
Si ritiene che frammenti di metano vadano a formare molecole di idrocarburi complessi negli strati superficiali più alti, dando vita ad un denso smog arancione che ricade sulla superficie sottoforma di pioggia. Le particelle più grandi si legano poi a formare sabbia.

Fonte: MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... rateri.txt


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MessaggioInviato: 06/02/2013, 10:38 
Chi segue il dibattito sul riscaldamento globale (quello terrestre, si intende) ha ormai familiarizzato con la parola. Aerosol, ovvero sospensioni di particelle solide o minuscole goccioline di liquido in un gas. Sono aerosol le nuvole o la nebbia, ma assume questa forma anche lo smog prodotto dalle emissioni inquinanti. E sulla Terra, lo studio degli aerosol e del modo in cui assorbono o riflettono la luce solare è fondamentale per capire come evolverà il nostro clima. Ma gli aerosol esistono anche su altri corpi del Sistema Solare, e qui la domanda è prima di tutto come si formino. Uno studio appena pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences descrive con un dettaglio mai raggiunto finora la formazione di aerosol nella parte più alta dell'atmosfera di Titano, la principale Luna di Saturno che, grazie ai dati della missione Cassini, è ormai di gran lunga uno dei corpi planetari più studiati (anche e soprattutto per le sue interessanti somiglianze con la Terra).
Secondo i ricercatori, guidato da by Panayotis Lavvas dell'Università francese di Reims, il tipico "smog" tra il rossiccio e il marrone di Titano sarebbe causato dall'effetto della radiazione solare sulle molecole di azoto e metano nella ionosfera del pianeta. Questa creerebbe una sorta di "zuppa" di ioni negativi e positivi, le cui collisioni con le molecole organiche darebbero luogo a sospensioni di particelle più grandi e complesse, appunto alla base degli aerosol. Nelle parti più basse dell'atmosfera, gli aerosol tendono invece a coagulare, finendo poi per dare luogo alle piogge di idrocarburi che formano laghi e canali sulla superficie di Titano.
I dati utilizzati dal team vengono da tre diversi spettrometri a bordo di Cassini. I ricercatori hanno paragonato i loro risultati a quelli raccolti dalla sonda Huygens (quella che nel 2005 scese sulla superficie di Titano) e hanno trovato risultati paragonabili.
L'importanza di questo studio sta prima di tutto nel fatto che il meccanismo individuato per Titano potrebbe essere valido anche per altri pianeti dotati di ionosfera, in particolare Saturno e Giove. Inoltre, lo studio degli aerosol di Titano può essere un tassello in più per prevedere il comportamento di quelli causati dall'inquinamento terrestre.

Fonte: MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... titano.txt


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MessaggioInviato: 06/02/2013, 11:14 
Cita:
Le particelle più grandi si legano poi a formare sabbia.


in pratica c´é cosí tanto smog che piove sabbia?


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MessaggioInviato: 06/04/2013, 12:16 
Un nuovo esperimento ricreato in laboratorio dai ricercatori del JPL, simula l'atmosfera della luna Titano, di Saturno, ed i risultati suggeriscono una complessa chimica organica che potrebbe alla fine portare alla formazione dei componenti principali necessari per una chimica biotica, e infine la vita. Anche precedenti risultati parlavano di questa possibilità, ma questi nuovi esperimenti dettagliati suggeriscono che la presenza di queste reazioni potrebbe estendersi anche molto più in basso nell'atmosfera e non solo nelle regioni più alte, come si pensava precedentemente. I nuovi dati aprono allo studio astrobiologico di nuove zone di questa intrigante luna. La ricerca è stata pubblicata questa settimana su "Nature Communications".

"Precedentemente gli scienziati avevano pensato che, mentre ci avvicinavamo alla superficie di Titano, la chimica atmosferica della luna diventava praticamente inerte e noiosa." ha spiegato Murthy Gudipati, autore principale della ricerca. "Il nostro esperimento mostra che questo non è vero. Lo stesso tipo di luce che è alla base della chimica biologica sulla superficie terrestre è alla base anche della chimica di Titano, anche se la luna è molto più fredda e riceve molta meno luce. Titano non è un gigante addormentato nella sua bassa atmosfera, ma anzi, è almeno metà attivo quanto lo è nella parte alta."

E' dai tempi delle missioni Voyager, ed il loro sorvolo di Saturno nei primi anni '80 che gli scienziati non dormono tranquilli pensando a Titano! Questa luna è davvero incredibile a dir poco! Ha un'atmosfera densissima ed estremamente ricca di idrocarburi di ogni tipo, tra cui molto metano ed etano. Queste singole molecole posso svilupparsi in una nube di "smog" creando complessi legami carbonio-azoto-idrogeno, che Carl Sagan chiamava "tholin". A questo ovviamente si aggiunge il fatto che Titano ha laghi, mari e fiumi di metano ed etano liquido, piogge, dune in movimento e nuvole in continuo cambiamento.

Sapevamo che l'atmosfera alta di Titano fosse ospitabile per la formazione di molecole organiche complesse" spiega Mark Allen, astrobiologo del JPL e del'Ames Research Center. "Adesso sappiamo che la luce solare nella bassa atmosfera di Titano può continuare a generare una chimica organica complessa sia nei liquidi che nei solidi e non solo nel gas."

Il team ha esaminato una forma particolare di ghiaccio di una molecola chiamata dicianoacetilene, che si trova anche su Titano e che è un composto che è diventato marrone dopo essere esposto alla luce ambientale per 40 anni nel laboratorio di Allen!
In questo recente esperimento, il composto è stato esposto ad una luce laser alle lunghezze d'onda intorno ai 355 nanometri. La luce di questa lunghezza d'onda particolare può riuscire a penetrare gli strati dell'atmosfera di Titano anche ad una modesta energia. E' più o meno la quantità di luce che passa negli occhiali protettivi che usiamo per guardare le eclissi solari. Il risultato è la formazione di una nube marrone tra i due panelli di vetro dell'esperimento, e questo conferma che la fotochimica nel ghiaccio organico può esistere anche nelle condizioni sulla superficie di Titano, dove l'atmosfera può cmq produrre tholin.


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MessaggioInviato: 06/04/2013, 12:19 
Un nuovo esperimento ricreato in laboratorio dai ricercatori del JPL, simula l'atmosfera della luna Titano, di Saturno, ed i risultati suggeriscono una complessa chimica organica che potrebbe alla fine portare alla formazione dei componenti principali necessari per una chimica biotica, e infine la vita. Anche precedenti risultati parlavano di questa possibilità, ma questi nuovi esperimenti dettagliati suggeriscono che la presenza di queste reazioni potrebbe estendersi anche molto più in basso nell'atmosfera e non solo nelle regioni più alte, come si pensava precedentemente. I nuovi dati aprono allo studio astrobiologico di nuove zone di questa intrigante luna. La ricerca è stata pubblicata questa settimana su "Nature Communications".

"Precedentemente gli scienziati avevano pensato che, mentre ci avvicinavamo alla superficie di Titano, la chimica atmosferica della luna diventava praticamente inerte e noiosa." ha spiegato Murthy Gudipati, autore principale della ricerca. "Il nostro esperimento mostra che questo non è vero. Lo stesso tipo di luce che è alla base della chimica biologica sulla superficie terrestre è alla base anche della chimica di Titano, anche se la luna è molto più fredda e riceve molta meno luce. Titano non è un gigante addormentato nella sua bassa atmosfera, ma anzi, è almeno metà attivo quanto lo è nella parte alta."

E' dai tempi delle missioni Voyager, ed il loro sorvolo di Saturno nei primi anni '80 che gli scienziati non dormono tranquilli pensando a Titano! Questa luna è davvero incredibile a dir poco! Ha un'atmosfera densissima ed estremamente ricca di idrocarburi di ogni tipo, tra cui molto metano ed etano. Queste singole molecole posso svilupparsi in una nube di "smog" creando complessi legami carbonio-azoto-idrogeno, che Carl Sagan chiamava "tholin". A questo ovviamente si aggiunge il fatto che Titano ha laghi, mari e fiumi di metano ed etano liquido, piogge, dune in movimento e nuvole in continuo cambiamento.

Sapevamo che l'atmosfera alta di Titano fosse ospitabile per la formazione di molecole organiche complesse" spiega Mark Allen, astrobiologo del JPL e del'Ames Research Center. "Adesso sappiamo che la luce solare nella bassa atmosfera di Titano può continuare a generare una chimica organica complessa sia nei liquidi che nei solidi e non solo nel gas."

Il team ha esaminato una forma particolare di ghiaccio di una molecola chiamata dicianoacetilene, che si trova anche su Titano e che è un composto che è diventato marrone dopo essere esposto alla luce ambientale per 40 anni nel laboratorio di Allen!
In questo recente esperimento, il composto è stato esposto ad una luce laser alle lunghezze d'onda intorno ai 355 nanometri. La luce di questa lunghezza d'onda particolare può riuscire a penetrare gli strati dell'atmosfera di Titano anche ad una modesta energia. E' più o meno la quantità di luce che passa negli occhiali protettivi che usiamo per guardare le eclissi solari. Il risultato è la formazione di una nube marrone tra i due panelli di vetro dell'esperimento, e questo conferma che la fotochimica nel ghiaccio organico può esistere anche nelle condizioni sulla superficie di Titano, dove l'atmosfera può cmq produrre tholin.
Questi complessi composti organici poi vanno a ricoprire le "rocce" di ghiaccio d'acqua sulla superficie di Titano e potrebbero penetrare attraverso crepe della crosta nello strato di acqua liquida presente sotto la superficie della luna. In precedenti esperimenti di laboratorio, dei tholin come questi sono stati esposti all'acqua liquida per una lunga durata di tempo e si sono sviluppate per formare molecole di importanza biologica come aminoacidi e basi nucleotide per la formazione del RNA!

"Questi nuovi risultati suggeriscono che il volume di atmosfera di Titano coinvolto nella produzione di chimica organica complessa è molto maggiore di quanto si pensava fino ad ora!" ha spiegato Edward Goolish, direttore dell'Astrobiology Institute della NASA. "Queste nuove informazioni rendono Titano ancor più interessante per lo studio astrobiologico e la ricerca della vita."

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2013-120
http://www.link2universe.net/2013-04-06 ... di-titano/

sara' pure tutto creato in laboratorio,quindi il tutto dovra' essee confermato,ma cio' dimostra che il ns sistema solare e'totalmente diverso da come era considerato solo 20 anni orsono......e tutt'altro che morto in tutti i sensi.......[;)]


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MessaggioInviato: 12/04/2013, 07:06 
IL VORTICE AL POLO SUD DI TITANO: UNA NUBE DI GHIACCIO SCONOSCIUTO

Immagine
Full: http://www.flickr.com/photos/lunexit/86 ... otostream/

L'incredibile vortice apparso su Titano circa un anno fa, non accenna a diminuire e permane come una sorta di cappuccio sul polo sud della grande luna di Saturno, ben visibile anche dalle ultime immagini.

Probabilmente costituito da un mix di ghiaccio sconosciuto, è il segnale dei cambiamenti stagionali in corso.

"Associamo questo particolare tipo di nuvola di ghiaccio al clima invernale su Titano", ha detto Donald E. Jennings, ricercatore per lo strumento CIRS al NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, Maryland.

E' apparso a fine maggio 2012 ed è un fenomeno ad alta quota (circa 300 chilometri sopra la superficie), probabilmente causato dall'inizio della stagione invernale nell'emisfero australe.

Cassini aveva visto qualcosa di simile nel 2004, appena giunta intorno a Saturno ma al polo nord di Titano.

A quel tempo era inverno proprio nell'emisfero settentrionale.
La particolarità del fenomeno attuale, come ci segnala Christophe Sotin, membro del VIMS della NASA Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, consiste nella quota a cui si è formato: 300 chilometri sopra la superficie di Titano. A tale altitudine non era mai stato rilevato niente di simile.

Il vortice si manifesta soprattutto in infrarosso: la foto in apertura è stata composta sfruttando le immagini scattate con filtri in infrarosso e in metano (quindi sempre su una particolare lunghezza d'onda in infrarosso), rilasciate per l'ultimo flyby T-90, effettuato dalla sonda Cassini i primi di aprile. La visione quasi in colori naturali, è stata ottenuta dai falsi colori in infrarosso.

... continua: http://www.aliveuniverseimages.com/spec ... conosciuto


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MessaggioInviato: 13/04/2013, 08:26 
Anch'io non vedo facce


La Nasa parla di :

*possibile formazioni tipo caldera

oppure

*forme di etano e metano

Quindi naturali

Titano è interessante perché offre un possibile habitat a microrganismi anaerobici che si nutrono di idrocarburi

Questo succede anche sulla terra

Ciao



_________________
IL MIO SITO SPACEART:
http://thesky.freeforumzone.leonardo.it ... 1&f=183131

Inoltre,un ottimo sito per scrivere quello che volete!

http://www.scrivendo.it

eheheh....la verità prima o poi viene a galla no?!
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MessaggioInviato: 13/04/2013, 12:19 
ad ora gli esperti hanno escluso che possa trattarsi di composti organici semplici(etano metano etc)presenti sulla luna saturniana,cmq c'e'la possibilita' che possa trattarsi di una miscela di composti organici [;)]


.


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MessaggioInviato: 25/05/2013, 12:39 
Se è difficile il mestiere dei meteorologi sulla Terra (chi l'aveva prevista, la gelida tarda primavera di quest'anno?) figuratevi quello di chi cerca di prevedere il tempo su Titano, la più grande delle lune di Saturno. Eppure c'è chi ci prova, e se due modelli al computer sviluppati dal team della missione Cassini sono corretti, la stagione estiva che si sta avvicinando su Titano porterà eventi estremi: uragani e grandi onde spazzeranno i suoi mari di idrocarburi. I modelli servono a programmare meglio il lavoro di Cassini, permettendogli di concentrarsi con un po' di preavviso su fenomeni atmosferici particolarmente interessanti. "Sappiamo che su Titano ci sono processi atmosferici simili a quelli terrestri", spiega Scott Eddington, deputy project scientist di Cassini alla NASA, "ma ci sono anche grandi differenze dovute alla presenza di liquidi insoliti come il metano. Non vediamo l'ora di scoprire se le nostre previsioni si riveleranno esatte.
Sulla parte nord di Titano sta iniziando la primavera: dall'agosto del 2009, data dell'equinozio, questa regione, che era al buio quando la sonda Cassini iniziò a studiarla, riceve la luce del Sole. Le stagioni di Titano prendono circa sette anni terrestri. Entro il 2017, data della fine della missione Cassini, Titano arriverà al solstizio settentrionale, e l'emisfero nord sarà quindi in piena estate.
Vista la quantità di dune osservate su Titano, gli scienziati si chiedevano perché non avessero ancora visto onde spinte dal vento sui suoi laghi e mari. Un team guidato da Alex Hayes, membro del team radar di Cassini, ha provato a spiegare quanto vento sarebbe necessario per generare onde. Il loro modello è stato appena pubblicato sulla rivista Icarus. "Ora sappiamo che le velocità del vento finora erano al di sotto della soglia necessaria per generare onde", ha detto Hayes. "Quello che è emozionante, però, è che la velocità del vento prevista durante la primavera e l'estate del nord si avvicinano a quelle necessarie per generare onde eoliche nell'etano liquido e nel metano".
Il nuovo modello dice che venti da 2-3 chilometri all'ora sono necessari per generare onde sui laghi di Titano, una velocità che non è ancora stato raggiunta da quando Cassini studia il pianetino. Ma ora che sull'emisfero nord si avvicinano la primavera e l'estate, altri modelli predicono che i venti arrivare a 3 chilometri all'ora o più. A seconda della composizione dei laghi, quei venti potrebbero produrre onde da 0,15 metri di altezza in su.
L'altro modello è dedicato agli uragani, ed è sempre pubblicato su Icarus. Prevede che il riscaldamento dell'emisfero nord potrebbe produrre anche uragani, simili ai cicloni tropicali che sulla Terra traggono energia dall'accumulo di calore derivato dall'evaporazione dell'acqua di mare. Il lavoro di Tetsuya Tokano dell'Università di Colonia, in Germania, dimostra che gli stessi processi potrebbe essere al lavoro su Titano, con il metano al posto dell'acqua. Il periodo più propizio per questi uragani sarebbe il solstizio d'estate settentrionale di Titano, quando la superficie dei mari diventa più calda e il flusso di aria vicino alla superficie diventa turbolento. L'aria umida, girando in senso antiorario sulla superficie di uno dei mari del nord, potrebbe produrre venti fino a circa 70 chilometri all'ora.

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MessaggioInviato: 07/06/2013, 01:00 
Uno studio basato sui dati dello strumento VIMS di Cassini trova i precursori degli aerosol che danno alla superficie di Titano la sua caratteristica opacità.


Un'altra tappa importante nello studio di Titano, la grande luna di Saturno che grazie alla missione Cassini si sta rivelando come uno dei corpi più interessanti del sistema solare (e per interessanti si intende soprattutto 'simili alla Terra'). Usando dati dello strumento VIMS a bordo della sonda Cassini, un gruppo di ricercatori ha confermato la presenza di idrocarburi policiclici aromatici nella parte superiore dell'atmosfera di Titano. Si spiegherebbe così finalmente l'origine degli aerosol - particelle di composti solidi o liquidi disperse in gas - osservate negli strati atmosferici più bassi che coprono la superficie di Titano. Secondo il nuovo modell, i PAH si formano nell'alta atmosfera per poi dare luogo ad aggregati più grandi che "cadono" verso la superficie, un po' come fiocchi di neve, e finiscono per formare gli aerosol. Tra gli autori dello studio, pubblicato su The Astrophysical Journal, c'è anche Alberto Adriani dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (INAF) di Roma.
"Questa scoperta è molto importante perché spiega il processo la formazione dell'aerosol che pervade pesantemente tutta l'atmosfera di Titano conferendo alla luna di Saturno quel suo aspetto opaco e giallastro che si vede in molte fotografie realizzate in luce visibile" spiega Adriani. "Questi agglomerati di macromolecole che si formano a quote alte, attorno ai 800-1000 km, lentamente sedimentano verso il basso e si accrescono fino a formare particelle sempre più grandi che costituiscono lo strato di "smog" che circonda la luna".
Gli aerosol a base di carbonio erano stati osservati nell'atmosfera bassa di Titano analizzando dati raccolti dalla sonda Huygens durante la sua discesa sulla superficie della luna, nel 2005, ma non si sapeva come potessero formarsi. "Lo studio è partito nel 2008 dopo aver scoperto che nei dati di VIMS, nell'alta atmosfera di Titano (al di sopra dei 500km), si potevano individuare intorno ai 3 micron le emissioni di alcuni gas come il metano, acido cianidrico e acetilene" continua Adriani. "Studiando questi gas ci si è imbattuti in un'inspiegabile emissione che abbiamo battezzato 'anomala' e che si nascondeva proprio sotto la banda di emissione del metano".
L'isolamento dell'emissione anomala da quella del metano ha permesso d'investigare la sua identità fino ad attribuire questa emissione, attraverso uno studio comparativo su dati messi a disposizione dalla NASA, ad idrocarburi policiclici aromatici, una numerosa schiera di macromolecole basate sul carbonio come costituente principale e conosciuti con l'acronimo PAH.
"La lunghezza d'onda centrale di questo segnale, a circa 3,28 micron, è quella tipica dell'emissione da composti aromatici - molecole di idrocarburi in cui gli atomi di carbonio sono legati tra loro in strutture a forma di anello" spiega Bianca Maria Dinelli, della sezione di Bologna dell'ISAC-CNR, coautrice dello studio. Nell'atmosfera di Titano, a quelle quote, c'è un po' di benzene, la cui emissione ha una firma spettrale molto simile ma la cui quantità è sufficiente a spiegare quell'intensità di emissione. L'unica ipotesi che le spiega, come hanno dimostrato le simulazioni dei ricercatori, è la presenza dei PAH, le cui molecole sono composte in media da 34 atomi di carbonio disposti su circa 10 anelli.
"Anche se meno abbondanti del benzene, i PAH sono molto efficienti nell'assorbire la luce ultravioletta proveniente dal Sole, ridistribuendo l'energia all'interno della molecola e rimettendo energia in luce infrarossa" spiega ancora Adriani. I PAH a loro volta si formano per la fotoionizzazione di molecole nell'atmosfera superiore di Titano. I modelli che simulano il loro comportamento mostrano che i PAHs possono coagulare per formare aggregati più grandi che tendono a sprofondare verso gli strati più bassi. Qui la maggiore densità favorisce la formazione di conglomerati ancora più grandi, che alla fine danno luogo agli aerosol, principali responsabili dell'aspetto opaco e "nebbioso" che caratterizza Titano.

Fonte: MEDIA INAF

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MessaggioInviato: 14/08/2013, 14:03 
Il robot che navigherà sui mari di Titano


Si è conclusa la prima fase di sperimentazione del Planetary Lake Lander che tra qualche anno potrebbe esplorare i mari di Titano in completa autonomia

http://www.nationalgeographic.it/scienz ... o-1772712/

dovremo aspettare ancora un po di tempo x cercare di risolvere qualke ns problema e magari crearne altri,sulla misteriosa luna......saturniana


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MessaggioInviato: 30/08/2013, 13:36 
La coltre di ghiaccio che ricopre Titano è rigida ed è stata erosa nella sua parte superficiale: sono queste le conclusioni emerse da uno studio pubblicato su “Nature” firmato da Doug Hemingway e colleghi del Department of Earth and Planetary Sciences dell'Università della California a Santa Cruz e da Luciano Iess, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell'Università La Sapienza di Roma, che hanno utilizzato recenti rilevazioni della sonda Cassini.

I risultati di diversi studi in passato hanno portato a concludere che la crosta di Titano è costituita da uno strato di ghiaccio, il cui spessore è stato stimato nell'intervallo tra 50 e 200 chilometri, al di sotto del quale si estende un oceano di acqua liquida. Per capire esattamente la composizione degli strati profondi del Satellite e dei relativi spessori, i planetologi fanno riferimento principalmente a due serie di dati raccolti dalla missione Cassini sorvolando Titano nel gennaio del 2005. Si tratta di rilevazioni dell'intensità della forza gravitazionale nelle varie regioni del satellite, misurando le variazioni di velocità orbitale della sonda, e di rilevazioni radio e fotografie della topografia della superficie.

In quest'ultimo studio, Iess e colleghi hanno documentato un forte correlazione inversa tra la gravità di superficie e la topografia: il campo gravitazionale, in sostanza è più debole nelle regioni che raggiungono quote più elevate, mentre è più intenso a quelle più basse. Questo fattpuò essere spiegato solo pensando che esiste un ispessimento della coltre di ghiaccio nella sua parte inferiore che è in grado di produrre un'anomalia negativa della gravità (deficit di massa) che controbilancia e supera l'anomalia positiva (eccesso di massa) prodotta dai rilievi della
superficie.

In sostanza, i dati raccolti sono compatibili solo con l'esistenza di una crosta glaciale estremamente rigida, con uno spessore di oltre 40 chilometri e con fenomeni superficiali di erosione e di deposizione che hanno agito per centinaia di metri.



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Evoluzione della topografia e della gravità in risposta a un processo di solidificazione dell'acqua alla base della crosta di ghiaccio. A sinistra, un strato di ghiaccio poco rigido viene spinto verso l'alto per bilanciare il galleggiamento della base. Al centro: uno strato di ghiaccio rigido si solleva meno, portando a una lieve anomalia positiva della gravità. A destra: il fenomeni erosivi in superficie limitano il sollevamento verso l'alto della superficie e i rilievi, portando a un'anomalia negativa della gravità (Cortesia Doug Hemingway) “L’anti-correlazione molto marcata che abbiamo rilevato può essere spiegata solo ipotizzando che la crosta si sia formata in condizioni di isostasia, cioè con un ampliamento delle ‘radici’ verso la parte liquida sottostante, su cui la crosta galleggia, accompagnato da un sollevamento verso l’alto, che essa si sia poi irrigidita e che la superficie di questa crosta rigida sia stata parzialmente erosa formando bacini sedimentari, lasciando le radici lì dov’erano", ha spiegato Iess a “Le Scienze”. “Se la crosta fosse stata più plastica, il fenomeno dell’isostasia avrebbe ripreso il sopravvento ripianando tutto quanto: di qui l’inferenza sulla rigidità della crosta e sul suo spessore, che rimane comunque stimato in modo approssimativo".

"Anche sulla Terra, si può osservare un fenomeno analogo di compensazione isostatica, che fa sì che in corrispondenza dei rilievi la gravità non aumenta, ma anzi diminuisce, perché le zolle continentali galleggiano sul mantello: dove c’è elevazione, come nel caso di un iceberg, si hanno delle radici molto più profonde, che hanno una densità inferiore rispetto al mantello stesso”, ha aggiunto Iess. “Nel caso di Titano, il ghiaccio è meno denso dell’acqua sottostante”.

Infine, è possibile misurare il momento d'inerzia di Titano, risultato superiore alle stime ottenute in precedenti studi: ciò significa che la massa del satellite è probabilmente molto meno concentrata nella zona centrale rispetto a quanto ritenuto finora.

http://www.lescienze.it/news/2013/08/29 ... 30-08-2013


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Titano visto in ultravioletto dalla sonda Cassini, della NASA, mostra il suo colare stagionale intorno al polo nord. Credit: NASA/JPL

Titano, la seconda più grande luna del Sistema Solare e l'unica con una spessa e complessa atmosfera, è tra i mondi più sorprendenti ed eccitanti che conosciamo! In questo senso, la lunga permanenza saturniana della sonda Cassini ha permesso di fare grandi progressi nella comprensione dei suoi misteri, portandoci anche a scoprirne tanti di nuovi. Una delle più recenti scoperte riguarda questa nuova fotografia ottenuta nell'ultravioletto (a 338 nanometri), che mostra una banda che circonda il polo nord (inclinato a 32° verso destra), come un colare.

Questo strano colare polare fu già osservato in precedenza dalla sonda Voyager 2 e poi, anni dopo, dal Hubble Space Telescope. Cassini l'ha visto soltanto ora perché si ritiene sia un fenomeno stagionale. Non è però ancora chiaro ne cosa lo causa ne come si evolve.

Titano è l'unico altro mondo che conosciamo con una spessa atmosfera di azoto (come la Terra) ed è anche l'unico altro mondo dove c'è un ciclo liquido con piogge, laghi e mari, fiumi e nuvole. Sulla Terra abbiamo l'acqua ma su Titano, così distante dal Sole, l'acqua sulla superficie è ghiaccio duro come il cemento. Le temperature sono però giuste per permettere al metano e l'etano di restare in forma liquida e gassosa, creando questo singolare ciclo.

Le stagioni di Titano stanno cambiando ora che cambia la parte dell'atmosfera che riceve più luce solare e quindi più energia. Forse questo colare ha anche a che fare con questa nuova distribuzione dell'energia nell'atmosfera della luna.
Questo scatto è stato ottenuto da 1.8 milioni di km di distanza con una risoluzione di circa 11 km per pixel.

http://www.ciclops.org/view/7618/Titans ... ollar?js=1

http://www.link2universe.net/2013-08-27 ... di-titano/

magari analizzandi i dati delela sonda cassini,riguardanti titano,potrebbe fare comprendere l'evoluzione della terra dagli albori ai giorni ns.....


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Non finiscono le sorprese dalla missione Cassini, che in questi anni ci ha mostrato Titano sotto una luce incredibilmente nuova e più intrigante, sia geologicamente che chimicamente e persino astrobiologicamente. Dall'analisi dei dati topografici e gravitazionali raccolti durante gli ultimi sorvoli ravvicinati, gli scienziati hanno scoperto qualcosa di inaspettato riguardo alla crosta della luna: potrebbe essere fatta di gusci di ghiaccio rigidissimo, mentre le strutture geologiche relativamente basse topograficamente (come basse colline e montagne) potrebbero in realtà essere associate in realtà a delle "radici ghiacciate" molto più vaste, che si estendono fino all'oceano liquido sottostante!

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Nel panello superiore, le zone d'orate sono le zone dove le immagini radar sono state ottenute dalla sonda Cassini. In totale è quasi metà della superficie. Entro le aree dorate, ci sono delle strisce a colori, che mostrano dove i dati relativi all'altezza sono stati ottenuti. Quei dati sonovisti sopra una mappa quasi globale nell'infrarosso, ottenuta dallo spettrometro infrarosso a bordo della sonda. Il panello sotto mostra la nuova mappa topografica, con le linee di contorto aggiunge a 200 metri di distanza in elevazione. Le depressioni del polo sud, e quattro montagne sono le zone più evidenti, poi c'è una regione scura tra 50 e 65° latitudine sud, e 0-60 gradi longitudine est, in coincidenza con una grande depressione. Credit: NASA/ESA/JPL/ISA

Lo studio è stato portato avanti dagli scienziati planetari Douglas Hemingway e Francis Nimmo, dell'Università della California, Santa Cruz. I ricercatori sono rimasti molto sorpresi dalla correlazione contro-intuitiva tra la mappa gravitazionale e quella topografica. "Normalmente, se voli sopra una montagna, ti aspetti di vedere u aumento nella gravità per via della massa extra data dalla montagna" ha spiegato Nimmo. "Su Titano, quando si vola sopra una montagna, la gravità diventa minore. Questo è molto strano."

Una possibile spiegazione è che ogni regione alta sulla superficie di Titano sia controbilanciata da una "radice" che è abbastanza grande da controbilanciare l'effetto gravitazionale della massa sulla superficie. La radice agisce come un iceberg che si estende ben sotto la superficie dell'oceano. In questo modello, Cassini dovrebbe rilevare meno gravità dove c'è un blocco di ghiaccio piuttosto che dell'acqua, perché il ghiaccio è meno denso.



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Immagini ottenute durante la discesa attraverso l'atmosfera di Titano dal lander Huygens. Credit: ESA

"E' come una grande palla da spiaggia, presente sotto il ghiaccio, che spinge verso l'alto e l'unico modo che si ha per tenerla sommersa è che il ghiaccio sia abbastanza rigido" ha spiegato Hemingway, autore principale della nuova ricerca. "Se le radici sotto la crosta ghiacciata sono davvero la spiegazione, questo significa che i gusci di ghiaccio su Titano sono molto spessi e rigidi."

Se queste spiegazioni si dimostrano giuste, uno spesso strato di ghiaccio renderebbe molto più difficile avere vulcani di ghiaccio, come ipotizzato invece da altri scienziati per spiegare altre diverse strutture sulla superficie della luna, che somigliano a crio-vulcani. Questo significherebbe anche che non c'è un processo di convezione o tettonica delle placche che ricicli la crosta di ghiaccio di Titano, come invece succede sulla crosta attiva della Terra.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2013-261

http://www.link2universe.net/2013-09-09 ... a-liquida/


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