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MessaggioInviato: 14/09/2013, 12:28 
Spazio: indizi da Titano sull’evoluzione della vita

Titano, la più grande tra le numerose lune di Saturno, sta fornendo spunti interessanti sull’evoluzione della vita. Scorci degli eventi che probabilmente caratterizzarono l’emergere della vita sulla Terra piu’ di 3,5 miliardi di anni fa che provengono da un luogo lontano quasi un miliardo di chilometri. A spiegarlo e’ Jonathan Lunine della Cornell University alla platea di scienziati accorsi al 246esimo National Meeting & Exposition dell’American Chemical Society. “I dati inviati a Terra dalle missioni spaziali ci permettono di testare l’idea che sottende lo scenario che la scienza moderna offre dell’origine della vita terrestre“, ha commentato il ricercatore. “Noi pensiamo – ha detto Lunine – che le sostanze organiche semplici presenti ai primordi della Terra influenzate dalla luce solare e da altre fonti di energia siano state sottoposte a reazioni chimiche sempre piu’ complesse fino al superamento di una soglia cruciale che diede il via alla riproduzione. Si tratta di processi che sono in corso su Titano da miliardi di anni. Una situazione assolutamente non replicabile in laboratorio. Solo due oggetti celesti del sistema solare posseggono, infatti, grandi quantita’ di sostanze organiche sulle loro superfici in grado di offrirci queste informazioni: Titano e, per l’appunto, la Terra“.

http://www.meteoweb.eu/2013/09/spazio-i ... ta/225816/


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MessaggioInviato: 01/10/2013, 13:02 
Nella bassa atmosfera di Titano ci sono tracce di propilene. A rilevarle, la sonda Cassini della NASA. È la prima volta che la presenza di questa molecola, il cui corrispondente polimero non è altro che il Moplen, viene registrata su una luna o un pianeta


L'aria sarà pure irrespirabile, ma bicchierini da caffè usa e getta, se mai riusciremo a colonizzare Titano, potremo averne a iosa. E pure riciclabili. Già, perché s'è appena scoperto che nel ricco bouquet di molecole che compone l'atmosfera dell'enigmatica luna di Saturno c'è pure il propilene, mattoncino base del polipropilene, una plastica fra le più comuni: quella nota , in configurazione isotattica, come Moplen, il materiale per il quale il nostro Giulio Natta vinse il premio Nobel nel 1963. Identificata dal codice di riciclaggio 05, qui sulla Terra è alla base d'un'infinità d'oggetti di uso quotidiano, dai tappi delle bottiglie ai cruscotti per auto, dagli zerbini agli scolapasta.
Ma su Titano? In realtà, benché sia la prima volta che il propilene viene rilevato con certezza su una luna o un pianeta che non sia il nostro, per quanto la sua presenza in un mondo così remoto suoni incredibile, a stupire maggiormente gli scienziati sarebbe stata la sua assenza.
È infatti dal 1980 che, grazie alle osservazioni del Voyager 1 durante il fly-by con la luna, si sapeva della presenza di idrocarburi nella sua brumosa atmosfera. In particolare, erano state rilevate tracce di tutti gli idrocarburi con uno e con due atomi di carbonio, mentre per la famiglia con tre atomi avevano risposto all'appello il membro più pesante e uno fra i più leggeri, rispettivamente il propano e il propino, ma non quello intermedio: per l'appunto, il propilene.
Un'assenza inspiegabile, e come s'è visto solo apparente, dovuta all'estrema difficoltà di rilevarne le tracce. «A renderla così impervia è che la firma del propilene, rispetto a quelle delle sostanze chimiche che lo circondano, è assai più debole», spiega Michael Flasar, responsabile di CIRS, lo spettrometro a infrarossi, a bordo della sonda Cassini della NASA, grazie al quale si è alla fine riusciti a rilevare la presenza della molecola. «Un successo», continua Flasar, «che ci fa essere ragionevolmente fiduciosi di poter trovare ancora, nell'atmosfera di Titano, molte altre sostanze chimiche».

Fonte: MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... apasta.txt


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MessaggioInviato: 14/10/2013, 11:03 
Con i suoi laghi e mari di metano ed etano liquido, l'atmosfera spessa di azoto e complesse molecole organiche e la possibilità di un oceano di acqua liquida sotto la crosta, Titano è uno dei posti più incredibili del Sistema Solare. I misteri qui non mancano e la sonda Cassini è stata fondamentale nel svelarceli e aiutarci anche a trovare alcune risposte. Una cosa che gli scienziati hanno notato ma non si sono mai riusciti a spiegare, è il cambiamento nella luminosità della superficie di Titano, osservato nel corso degli ultimi 4 anni dalla sonda Cassini. Secondo un recente studio però, una spiegazione potrebbe arrivare dalla presenza di criovulcanismo attivo (particolari tipi di vulcani, che eruttano ghiaccio) sulla superficie della luna.

Da tempo si era ipotizzato la loro presenza ma sono sempre mancate delle prove consistenti. Gli autori dello studio hanno comparato molte strutture geologiche tipiche dei vulcani terrestri, come i flussi di lava, le caldere ed i crateri, con simili strutture sulla superficie di Titano, trovate in particolare vicino all'equatore.



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Sopra: Sotra Patera, un possibile criovulcano sulla superficie di Titano, con un cratere grande 1 km in diametro. Sotto: Il Vulcano Kirishima, in Giappone. Simile vulcano (non di ghiaccio) sulla Terra. Credit: USGS/NASA/Caltech/University of Arizona

I dati ottenuto dallo spettrometro infrarosso e visuale della sonda Cassini hanno mostrato cambiamenti in due particolari aree geologiche: Tui Regio (che è diventata più scura dal 2005 al 2009) e la Sotra Patera (che è diventata più luminosa dal 2005 ed il 2006).
Il sospetto sul criovulcanismo è arrivato dal fatto che proprio queste due regioni erano tra le più intriganti dal punto di vista topografico perché ci sono strutture che fanno molto pensare a vulcani.

L'ipotesi è che questi vulcani siano collegati con un vasto oceano liquido presente sotto la crosta della luna. "Tutte queste strutture si aggiungono alla necessità di trovare una fonte del metano presente nell'atmosfera di Titano, e rendono più verosimile l'ipotesi di un crivulcanesimo attivo sulla superficie di Titano" ha spiegato Anezina Solomonidou, geologa planetaria dell'Osservatorio di Parigi, e astronoma dell'Università Nazionale di Atene. "Questi risultati hanno grandi implicazioni riguardo alla possibilità che Titano ospiti forme di vita, dato che questi criovulcani potrebbero ospitare zone favorevoli alla nascita della vita." ha aggiunto poi la Solomonidou.

Un'altra nota a favore di questa ipotesi arriva dal fatto che la superficie di Titano sembra molto giovane, con pochissimi crateri. Questo indica che c'è qualche forza che sta alterando la crosta. "Il paesaggio che troviamo sulla superficie sembra molto terrestre, con laghi, dune e fiumi, con tanta erosione dovuta a fattori meteorologici e strutture tettoniche" aggiunge la ricercatrice.
C'era già stata una ricerca che parlava di criovulcani su Titano, nel 2010. A quel tempo si ipotizzava che una catena di picchi sulla superficie potesse essersi formata geologicamente grazie al vulcanesimo. Ma un modello computerizzato del clima di Titano, creato nel 2012 dagli scienziati del Caltech, si dimostrò in grado di spiegare le stesse strutture geologiche, senza necessariamente ricorrere al criovulcanesimo. Questa nuova pubblicazione sicuramente riporterà in auge il dibattito e serviranno modelli più complessi per mettere alla prova l'ipotesi.

http://www.europlanet-eu.org/epsc2013/m ... ovolcanism

http://www.link2universe.net/2013-09-17 ... di-titano/

tante teorie,ma certezze minimali,la ns conoscenza ci da solo qualke spunto teorico,chissa magari quante sorprese possono essere in sistemi come quello di titano..................[;)]


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MessaggioInviato: 24/10/2013, 19:17 
Con il passare delle stagioni su Titano, la più grande delle lune di Saturno, le parti della superficie esposte al Sole sono cambiate e questo ha portato a cambiamenti anche nel clima. Inoltre, con il Sole che punta ora direttamente sopra il polo nord della luna, la sonda Cassini è riuscita ad ottenere delle nuove immagini dei laghi e mari di carburi liquidi presenti. Le immagini rivelano anche nuovi indizi su come i laghi si sono formati e come funziona il ciclo "idrologico" su Titano, rispetto al ciclo idrologico dell'acqua, sulla Terra.

Mentre al polo sud domina un solo lago grande circondato da altri piccoli, al polo nord sembra esserci una maggiore diffusione di laghi grandi. GLi scienziati hanno avuto modo di studiare molto del terreno con i radar che possono penetrare l'atmosfera spessa della luna e così hanno analizzato meglio non solo i mari ma anche come cambiano e come vengono riforniti da nuovi liquidi attraverso piogge e fiumi.

Queste nuove osservazioni sono avvenute in condizioni particolarmente favorevoli dopo che l'arrivo dell'estate al polo nord ha dissipato parte dell'alone che copriva da tempo tutta la regione, e adesso i laghi sono esposti chiaramente. Non ci sono neanche piogge intense o nuvole, e questo permette di eliminare molti dei disturbi



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Mari e laghi al polo nord di Titano. Credit: NASA/JPL

I dati suggeriscono che parte dei laghi e mari di titano potrebbero essersi evaporati lasciando dietro pianure salate simili a quelle che rimangono sulla Terra. Solo che su Titano, invece del sale dovrebbero esserci distese di materiale organico che si è formato in origine all'interno dell'alone sopra l'atmosfera di Titano, per poi dissolversi nei laghi. Appaiono arancioni nell'immagine in apertura, sullo sfondo verdastro tipico del ghiaccio d'acqua che fa da fondale "roccioso" della luna.

"Questi dati ottenuti dallo spettrometro infrarosso di Cassini ci danno una nuova vista olistica di un'area di cui avevamo sempre visto solo pezzettini ed a risoluzione bassa." ha spiegato Jason Barnes, scienziato dell'Università di Idaho e dell'Università di Mosca, partecipe alla missione Cassini. "Abbiamo scoperto che la regione del polo nord di Titano è molto più interessante di quanto avevamo mai pensato, con una continua interazione complessa tra i laghi e mari ed i vicini depositi lasciati dall'evaporazione del laghi passati."

Le camere infrarosse di Cassini mostrano del terreno brillante nelle regioni nordiche e questo non era mai uscito fuori nei dati ottici. Questi nuovi depositi potrebbero essere i famosi resti di cui si parlava prima, e che dimostrano quanto sia giovane la superficie di Titano e come sia complessa l'evoluzione dei laghi. Altre spiegazioni riguardano le eruzioni vulcaniche e il collasso del terreno, ma sono meno probabili, anche se sulla Terra troviamo simili equivalente come le Caverne Carlsbad, nel Nuovo Messico.

"Da quando abbiamo trovato i laghi e mari su Titano, ci siamo sempre chiesti perché fossero concentrati nelle latitudini nordiche" ha spiegato Elizabeth Turtle, del team di Cassini. "Quindi, vedere che c'è qualcosa di speciale riguardo alla superficie in questa regione è un grande indizio per aiutarci a diminuire le possibili spiegazioni."

"La regione dei laghi nordici di Titano è una delle più intriganti e simili alla Terra di tutto il Sistema Solare", ha spiegato Linda Spilker, scienziati del JPL e del team di Cassini. "Sappiamo che i laghi subiscono cambiamenti stagionali, e la lunga durata della missione Cassini ci da un'opportunità unica di poter guardare cosa avviene tra una stagione e l'altra. Adesso che il Sole colpisce direttamente l'emisfero nord e abbiamo queste nuove straordinarie immagini, possiamo iniziare a comparare i diversi set di dati e capire cosa succede su Titano vicino al suo Polo Nord."

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?r ... 2013-304#3

un sistema terra con la variante idrocarburi,forse una terra primordiale


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MessaggioInviato: 03/11/2013, 19:11 
L’atmosfera di Titano “respira” con lo stesso ritmo del ciclo dell’attività solare. Dopo nove anni di osservazioni della navicella spaziale “Cassini”, una équipe di scienziati della Nasa, dell’Esa e dell’Asi ha potuto accertare che la densità della ionosfera del maggiore dei satelliti di Saturno varia con un periodo di undici anni in coincidenza con il ciclo che caratterizza sulla nostra stella il numero delle macchie, le protuberanze, i brillamenti e l’evoluzione del campo magnetico. Questo era peraltro il risultato previsto dagli scienziati, in quanto è noto che le regioni superiori delle atmosfere planetarie sono plasmate e in buona parte formate da particelle del vento solare, e precisamente elettroni e ioni di atomi leggeri.

La fotoionizzazione delle atmosfere è prodotta anche da radiazione ultravioletta e raggi X emessi durante i brillamenti. Titano ha una densa atmosfera formata in prevalenza da azoto con una pressione paragonabile a quella dell’atmosfera terrestre. ”Cassini” è in orbita nel sistema di Saturno dal luglio 2004 (nel disegno le orbite che ha intrecciato intorno al pianeta in 9 anni). Il picco di densità della ionosfera di Titano si trova a 1000-1300 chilometri dalla superficie del satellite. Le particelle ionizzate sono circa tremila per centimetro cubo sul lato illuminato e scendono a un migliaio nell’emisfero di Titano al buio.



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Altre informazioni: http://sci.esa.int/cassini-huygens/5307 ... tmosphere/


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MessaggioInviato: 07/11/2013, 20:26 
NASA CASSINI: TITANO, UN ANELLO QUASI PERFETTO!

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Full: http://www.flickr.com/photos/lunexit/10 ... hotostream

Un vero gioiello nello spazio, così appare la grande luna di Saturno, Titano, nelle ultimi immagini scattate della sonda della NASA Cassini.

In queste foto, Titano è quasi completamente in ombra e la luce del Sole ne mette in risalto il profilo.

Questo tipo di inquadrature possono offrire condizioni di osservazione particolarmente fortunate, come nel caso della famosa immagine dell'8 luglio 2009 in cui lo spettrometro di mappatura visiva e infrarosso (VIMS) aveva ripreso un riflesso della luce solare su un lago dell'emisfero nord della luna.

Le foto utilizzate per comporre l'immagine in apertura, fanno parte quella sequenza ripresa con la Narrow Angle Camera a bordo della Cassini, il 3 novembre, quando la sonda si trovava a circa 3.891.000 chilometri dal target.

Osservando attentamente, notiamo però che questo l'anello non è poi così perfetto.

In basso a destra, un "piccolo bernoccolo" in ombra interrompe la geometria conferendo a Titano una sagoma curiosa.

continua: http://www.aliveuniverseimages.com/spec ... i-perfetto


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MessaggioInviato: 12/12/2013, 01:29 
Cita:
Asi: "Scoperta dai radar la profondità di un mare alieno su Titano"

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Roma - (Adnkronos) - Lo studio, guidato da ricercatori italiani, a cui hanno contribuito anche quelli americani e francesi. L'opportuno utilizzo di tecniche, spiegano dall'Agenzia Spaziale Italiana, ha consentito per la prima volta di eseguire la storica misura

Roma, 11 dic. - (Adnkronos) - Per la prima volta i radar hanno rivelato la profondità di un mare alieno su Titano. La scoperta è il risultato di uno studio, guidato da ricercatori italiani, a cui hanno contribuito anche quelli americani e francesi e i cui risultati sono stati presentati al congresso dell'American Geophysical Union a San Francisco. In particolare, Titano e Marte sono due mondi completamente diversi, osservati da radar in buona parte pensati, realizzati e utilizzati in Italia. Radar anch'essi molto diversi tra loro: uno è un Sar, progettato per mappare la superficie di Titano altrimenti quasi invisibile per le dense nubi che avvolgono questo satellite di Saturno; gli altri due, Marsis su Mars Express e Sharad su Mro, studiati per determinare le strutture nelle profondità di Marte e scoprire se ci sono depositi sotterranei di acqua ghiacciata o liquida. Grazie agli ultimi fly-by ravvicinati di Cassini, il team del radar ha recentemente potuto realizzare un mosaico multi-immagine con un dettaglio sorprendente della regione del polo nord di Titano, caratterizzata dalla presenza di molti laghi e mari di idrocarburi, principalmente metano ed etano. Si è anche potuto elaborare una mappa 3D che consente di sorvolare l'area del mare di Ligeia. Sulla Terra il metano e l'etano sono dei gas, ma su Titano, dove la temperatura media è -170°C, sono liquidi. Titano e' un mondo per molti aspetti simile alla Terra: ci sono dune nella zona equatoriale, montagne, anche se non molto alte, vulcani, fiumi, laghi e mari, ma dove ci sono rocce silicatiche lì si trova ghiaccio d'acqua, le dune sono formate da una polvere di idrocarburi, i vulcani sono in effetti criovulcani che eruttano colate di ghiaccio d'acqua e metano e le superfici liquide di fiumi, mari e laghi, concentrati quasi solamente nelle zone polari dell'emisfero nord, sono appunto di metano.

''Imparare a conoscere le caratteristiche relative a superfici come laghi e mari ci aiuta a capire come liquidi, solidi e gas di Titano interagiscano tra loro rendendolo in qualche modo simile alla Terra'', ha affermato Steve Wall, in qualità di acting radar team lead al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, Pasadena, in California. ''Anche se questi due mondi non sono esattamente la stessa cosa, più lo osserviamo e più emergono processi simili a quelli terrestri''. Queste nuove immagini mostrano che il più grande mare di Titano, Mare Kraken, è più ampio e complesso di quanto si pensasse. Inoltre, quasi tutti i laghi su Titano rientrano in un'area che è di circa 900 per 1800 km. Solo il 3% dei liquidi di Titano non rientra in quest'area. ''Gli scienziati si sono chiesti perché i laghi di Titano si trovano in quella determinata posizione. Queste immagini ci mostrano che il substrato solido e la geologia devono creare un ambiente particolarmente adatto per i laghi in quest'area", ha detto Randolph Kirk, un membro del team radar di Cassini presso l'US Geological Survey a Flagstaff, in Arizona. ''Pensiamo che possa essere qualcosa come la formazione del lago preistorico chiamato Lago Lahontan nei pressi del lago Tahoe tra Nevada e California, dove la deformazione della crosta ha creato fessure che potrebbero essere state riempite con liquidi''.

L'opportuno utilizzo di tecniche già sviluppate nell'ambito dell'elaborazione dei dati forniti dai radar-sounder marziani Sharad e Marsis, la cui mappatura del sottosuolo di Marte continua ancora oggi, ha consentito per la prima volta di eseguire questa storica misura. Lo studio guidato da ricercatori italiani, a cui hanno contribuito anche ricercatori americani e francesi, dimostra in modo definitivo la natura liquida di almeno uno dei mari di Titano, il Mare Ligeia, ci dice che è composto di metano quasi puro e fornisce il primo profilo batimetrico (la profondità) di un mare extraterrestre che raggiunge 160 metri circa di profondità.

''Il Mare Ligeia si è rivelato essere proprio della giusta profondità per il radar Cassini per rilevare un segnale di ritorno dal fondo del mare, che non si pensava fosse possibile ottenere", ha dichiarato Marco Mastrogiuseppe, membro del team radar Cassini e associato presso l'Università La Sapienza di Roma, Italia. ''La misurazione che abbiamo fatto mostra che Ligeia sia più profondo in almeno un punto, rispetto alla profondità media del lago Michigan''. ''Questo è un grande successo che si è potuto conseguire grazie alle altissime competenze scientifiche sviluppate in Italia nel campo dei radar planetari realizzati dall'Asi in collaborazione con la Nasa. Oggi abbiamo un bellissimo esempio di come gli algoritmi ed i metodi di processo dei dati sviluppati nei nostri programmi siano potenti e flessibili e come, grazie alla splendida intuizione di un giovane ricercatore, ben supportato da un grande team, possano portare a risultati non aspettati, ma anche come la missione Cassini non smetta mai di stupirci'', afferma Enrico Flamini dell'Asi che partecipa al team del radar ed è uno degli autori del lavoro. Ora Cassini si sta avvicinando all'inizio dell'estate nord del sistema di Saturno e tutti gli scienziati si aspettano novità per quello che potenzialmente sarà il periodo di maggiori cambiamenti climatici nell'emisfero nord di Titano. Cassini-Huygens è una missione realizzata in collaborazione tra Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Agenzia Spaziale Italiana: è gestita dal Jpl, una divisione del California Institute of Technology, Pasadena, per il Science Mission Directorate della Nasa, Washington. L'orbiter Cassini è stato progettato, sviluppato e assemblato dal Jpl. Lo strumento radar è stato costruito dall'Agenzia Spaziale Italiana e dal Jpl, in collaborazione con i membri del team degli Stati Uniti e di diversi Paesi europei.



http://www.adnkronos.com/IGN/News/Crona ... 54666.html


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MessaggioInviato: 06/03/2014, 14:29 
Oggi, la sonda Cassini, in orbita intorno a Saturno, passerà ad appena 1.500 km dalla superficie della grande luna Titano, con i suoi laghi e fiumi di metano ed etano liquido, e la sua spessa atmosfera di azoto e idrocarburi....


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MessaggioInviato: 19/03/2014, 13:13 
La prossima volta che vedete delle onde in un mare, fiume o lago, pensate che l'unico altro posto dell'intero Sistema Solare, in cui si possono vedere onde simili in un corpo liquido, è Titano, la più grande delle lune di Saturno. Dopo anni di ricerca, gli scienziati pensano di aver finalmente trovato le prove di onde sulla superficie dei mari di metano ed etano liquido su Titano. La scoperta è importantissima perché dal modo in cui si creano e si muovono le onde, possiamo capire molte cose della composizione e struttura di questi esotici mari, altrimenti insondabili.

La sonda Cassini ha osservato alcuni riflessi insoliti della luce solare sulla superficie del Mare Punga, uno dei grandi mari di idrocarburi di Titano. Le osservazioni sono state fatte tra il 2012 ed il 2013 ed hanno mostrato piccole variazioni costanti nei riflessi della luce. Questo dovrebbe indicare onde grandi circa 2 cm in altezza, che stanno disturbando la superficie altrimenti perfettamente liscia, di questi mari. La scoperta è stata presentata ieri presso la Conferenza delle Scienze Lunari e Planetarie, da Jason Barnes, scienziati dell'Università di Idaho.

I ricercatori si aspettano di vederne molte altre nei prossimi anni, dato che il cambiamento di stagioni su Titano sta portando anche ad un aumento nei venti presenti nell'emisfero nord, dove ci sono più mari liquidi.

Data la presenza di mari liquidi e di un'atmosfera che si muove, sembra intuitivo immaginare che ci siano onde. Tuttavia, in tutti questi anni di osservazioni con la sonda Cassini, gli scienziati non avevano mai trovato delle prove decisive di onde e questi corpi liquidi sembravano sempre lisci come il vetro. Come dicevamo in apertura, questo ci aiuta molto a capire meglio di cosa sono fatti. Per esempio, sappiamo che gli idrocarburi liquidi sono molto più viscosi dell'acqua, e quindi servirebbero venti molto più forti per muoverli. Data la densità dell'atmosfera di Titano, questi venti non sono facili da ottenere. Nel 2010, Lorenz e altri scienziati hanno proposto una serie di nuove attente osservazioni in vista dell'arrivo della primavera su Titano e Saturno (il pianeta impiega 29 anni per completare un'orbita intorno al Sole).

Uno spettrometro a bordo della sonda Cassini ha scattato immagini dettagliate del Mare Punga tra il 2012 ed il 2013, ed in particolare, della luce solare riflessa dalla superficie. Quattro pixel tra le immagini sono molto più luminose rispetto a quanto ci si aspetterebbe dal riflesso della luce solare su una superficie liscia. Questo è attualmente l'indizio più solido che abbiamo che sulla superficie ci sono delle onde che rendono più ruvido il mare.
Alla stessa conferenza è stata presentata anche una seconda pubblicazione riguardo a possibili onde. Questa volta si tratta della famosa "Isola Magica" nel Mare Ligeia. L'anno scorso, la sonda Cassini aveva visto comparire e poi sparire 16 giorni dopo, una regione al centro del mare, che era diventata molto più riflettente. Inizialmente si era pensato alla possibilità che fosse emersa un'isola fatta come un grande iceberg ma ora si propende verso l'ipotesi delle onde sulla superficie. E' anche possibile che un iceberg di ghiaccio fosse davvero presente ma sotto la superficie liquida del mare, ed i suoi movimenti hanno causato queste onde.

Per avere ulteriori conferme, servirebbe una missione dedicata, come un lander simile ad una barca, che possa navigare ed esplorare questi mari esotici.

http://www.nature.com/news/first-hints- ... as-1.14889

http://www.link2universe.net/2014-03-19 ... di-titano/


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Immagina radar di dune sulla superficie di Titano. Credit: NASA/JPL-Caltech

Lunghissime dune parallele scorrono sulla superficie di Titano, sembrano formare un giardino zen in questa foto radar ottenuta dalla sonda Cassini. Quest'immagine è tra le più dettagliate mai scattate di queste formazioni. Su Titano non sono composte semplicemente da sabbia ma da complessi composti a base di idrocarburi.



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Intricato pattern di dune su Titano, osservato dalla sonda Cassini, da circa 965 km di altezza. Le dune probabilmente sono composte da particelle delle dimensioni della sabbia terrestre, ma fatte di materiale organico. L'immagine è grande 225 x 636 km ed è incentrata poco a nord dell'equatore. Credit: NASA/ESA/JPL-Caltech

Quello che gli scienziati stanno cercando di determinare e come si muovono questi granelli sulla superficie di Titano. Da quello che sappiamo attualmente, i venti su questa luna non sono eccezionalmente veloci, ed arrivano a circa 1 metro al secondo. Durante l'anno però, i venti soffiano in direzioni opposte e creano zone più dense di dune, rispetto ad altre.

Titano si rivela sempre più un posto geologicamente simile a quello a cui siamo famigliari sulla Terra. Non solo per l'atmosfera densa ed il ciclo idrologico (qui basato sul metano ed etano invece che l'acqua), ma anche per l'interazione tra venti e materiale sulla superficie.

http://www.esa.int/spaceinimages/Images ... an_s_dunes

http://www.link2universe.net/2014-04-09 ... su-titano/


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Su Titano un mare profondo 200 metri e vasto come l’Adriatico
mercoledì 23 aprile 2014, 17:40 di Renato Sansone


TITANOE’ probabilmente trasparente, anche se composto in gran parte da metano liquido, il primo mare extraterrestre in cui e’ stato possibile ‘tuffarsi’, almeno virtualmente. Si trova sulla piu’ grande e misteriosa luna di Saturno, Titano, dall’atmosfera densa e di colore arancio. Il ‘tuffo’ si deve a due giovani ricercatori italiani: Marco Mastrogiuseppe e Valerio Poggiali, che fanno parte entrambi del gruppo dell’universita’ Sapienza di Roma coordinato da Roberto Seu. Utilizzando i dati raccolti dalla sonda Cassini, nata dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e in orbita attorno a Saturno dal 2004, i ricercatori hanno misurato la profondita’ di Ligeia, il secondo mare di Titano per estensione, vasto quanto il nostro mare Adriatico. ”Per la prima volta abbiamo potuto misurare direttamente la profondita’ di un mare alieno”, ha detto Mastrogiuseppe. Questa, ha aggiunto, ”non supera 200 metri di profondita’ e contiene circa 5.000 miliardi di tonnellate di idrocarburi”. In gran parte si tratta di metano allo stato liquido, e in misura minore di etano e azoto. In un futuro molto lontano, scherzano i ricercatori, potrebbe essere il luogo ideale per un pit-stop per viaggi diretti ad altri sistemi planetari.

Titano e saturnoVisitare cosi’ in dettaglio uno dei piu’ grandi mari di Titano e’ stato possibile grazie alle immagini e misure eseguite dal radar della sonda Cassini, che riesce a vedere anche attraverso le nubi. ”La scoperta – spiega Mastrogiuseppe – e’ stata possibile grazie all’esperienza accumulata con i radar che stanno osservando Marte”. Si trovano sulla sonda europea Mars Express e dell’americana Mro (Mars Reconnaissance Orbiter), si chiamano rispettivamente Marsis e Sharad e parlano entrambi italiano grazie alla collaborazione fra universita’ Sapienza e Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. Grazie a questa esperienza i due ricercatori italiani sono gia’ al lavoro per misurare la profondita’ del piu’ grande mare di Titano, chiamato Kraken. Lo stanno facendo in collaborazione con l’americana Cornell University e con il Jpl e a fine agosto un nuovo passaggio di Cassini su Titano permettera’ di acquisire nuovi dati. Nel frattempo i ricercatori stanno studiando tutti gli altri mari di Titano, per ottenere la prima mappa completa dei fondali di tutti i mari di un mondo alieno.

http://www.meteoweb.eu/2014/04/su-titan ... co/278404/


Ultima modifica di ubatuba il 23/04/2014, 20:07, modificato 1 volta in totale.

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Struttura del sotto-crosta di Titano, la più grande delle lune di Saturno. Centinaia di laghi e mari sono dispersi su questa luna, specialmente nelle regioni nord-polari. Credit: NASA

La missione Cassini ha svelato nel tempo la presenza di centinaia di laghi e mari liquidi nelle regioni nord-polari di Titano. Sono però composti non di acqua ma di idrocarburi, come etano e metano, che grazie alla densa atmosfera di Titano, insieme alle basse temperature, rimangono allo stato liquido per molto tempo. Parte di questi composti finisce periodicamente per passare di nuovo allo stato gassoso e poi creare precipitazioni. Uno dei più grandi misteri attuali legati a Titano e come esattamente funziona questo ciclo "idro"logico. Alcune novità arrivano dalla ricerca di Olivier Mousis, ricercatore dell'Università di Franche-Comté, che ha esaminato come la pioggia di metano su Titano interagisce con il ghiaccio nei sotterranei della luna. Quello che hanno scoperto è la formazione di materiali chiamati clatrati, ed il fatto che questa cambia la composizione chimica della fuga di idrocarburi che poi alimenta queste piogge. Questo a sua volta porta alla formazione di serbatoi di propano ed etano che alimentano fiumi e laghi come delle falde acquifere.

"Sapevamo che una significante frazione dei laghi sulla superficie di Titano potrebbe essere connessa ad altri corpi liquidi presenti sotto la crosta di Titano, ma non sapevamo come esattamente potevano interagire" ha spiegato Mousis. "Adesso abbiamo un'idea migliore di come potrebbero essere fatti questi laghi ed oceani."

Mousis ed i suoi colleghi della Cornell University, e del Jet Propulsion Laboratory della NASA, hanno creato un modello che simula come i serbatoi di idrocarburi liquidi si diffonderebbero attraverso la crosta porosa di ghiaccio che contraddistingue Titano. Quello che hanno scoperto è che al fondo del serbatoio originario, che contiene il metano arrivato lì dalle precipitazioni, si aggiunge un secondo serbatoio composto da clatrati.

I Clatrati sono composti in cui l'acqua forma una struttura cristallina con piccole gabbie che intrappolano altre sostanze come il metano e l'etano. I clatrati che contengono metano si trovano sulla Terra in alcuni sedimenti polari ed oceanici. Su Titano, la pressione sulla superficie, insieme alla temperatura molto bassa, permette ai clatrati di formarsi quando gli idrocarburi entrano in contatto con il ghiaccio d'acqua, che è uno dei componenti principali della crosta lunare. Questi clatrati potrebbero rimanere stabili per diversi km di profondità su Titano!

Una delle proprietà peculiari dei clatrati è che riescono ad intrappolare e dividere molecole in un mix di fasi liquide e solide, in un processo chiamato frazionamento. La riserve di clatrati presenti nel sottosuolo di Titano interagirebbe quindi con il metano liquido, frazionandolo dall'originale lago di idrocarburi, cambiando lentamente la sua composizione. Alla fine, l'acquifero di metano originale sarebbe trasformato in etano o propano.

"Il nostro studio mostra che la composizione delle riserve sotterranee di Titano possono cambiare significativamente attraverso l'interazione con i ghiacci." ha spiegato Mathieu Choukroun, del JPL e co-autore della ricerca.

Uno degli aspetti più intriganti della scoperta riguarda il fatto che future analisi della composizione chimica dei laghi e delle precipitazione può dirci tantissimo anche sul sottosuolo, aumentando molto la portata scientifica di eventuali missioni "barca" che esplorino questi corpi liquidi.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2014-294

http://www.link2universe.net/2014-09-07 ... su-titano/


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Vista radar di un grande bacino al polo sud di Titano, ottenuta dalla sonda Cassini, della NASA. Credit: JPL/NASA

La geologia di Titano, la più grande delle lune di Saturno e la seconda più grande del Sistema Solare, è ancora un mistero per tantissimi aspetti. E' l'unica del Sistema Solare con un complesso ciclo "idrologico", anche se è basato sul metano ed etano liquido invece che sull'acqua, ed è coperto da una spessa atmosfera di azoto e idrocarburi. Tra i tanti misteri ancora da chiarire, c'è la presenza di un bacino di oltre 100 km in diametro, la cui origine sfugge ad una spiegazione chiara.

L'immagine in apertura copre un'area di 190 x 140 km ed è illuminata da sinistra, con un'angolo di incidenza della luce di 45°. Il bacino potrebbe essere, secondo molti geologi, una caldera vulcanica prodotta dal collasso di un crio-vulcano. Si tratta di un tipo esotico di vulcano che invece di lava incandescente sputa ghiaccio. A questo si collegherebbe l'ipotesi di un oceano di acqua liquida sotto la crosta di ghiaccio d'acqua della luna.

In alternativa, il bacino potrebbe essere quello che resta di un cratere d'impatto, parzialmente riempito in seguito da materiale sedimentario. Infine, potrebbe trattarsi di una parte della crosta collassata per processi legati alla presenza di gas di metano sotto la sottile crosta superficiale.

A prescindere, sembra però chiaro che la zona ospitava laghi di idrocarburi liquidi, come in altre parti di Titano. La missione Cassini continuerà a visitare Titano e le altre lune fino al 2017, quando, arrivata alla conclusione, precipiterà su Saturno stesso. Forse ulteriori mappe radar potranno svelarci qualche indizio geologico in più riguardo a questo grande bacino.
E chissà se un giorno non sarà visitato da un lander o rover.

http://saturn.jpl.nasa.gov/index.cfm.

http://www.link2universe.net/2014-09-16 ... ud-titano/


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MessaggioInviato: 19/09/2014, 20:05 
L'instancabile sonda spaziale Cassini, torna a visitare da vicinissimo Titano questo lunedì! Passerà infatti poco sopra le nuvole superiori per mappare i grandi laghi di idrocarburi liquidi al polo nord, e vedere se ci sono onde nel Mare Kraken. Questo del 22 Settembre sarà il 105esimo sorvolo ravvicinato di Titano dall'inizio della missione. Oltre a Kraken, Cassini mapperà nuovamente anche la zona del Mare Ligeia, con una risoluzione di appena 5 km per pixel.

Oltre ai grandi laghi, Cassini darà la caccia anche a dune che possano aiutarci a comprendere il movimento di materiale sulla superficie e l'interazione con l'atmosfera ed i venti. Inoltre, gli scienziati sperano di mappare il cratere Sinlap (i crateri sono molto rari su Titano perché tendono ad essere velocemente erosi e non molti riescono non disintegrarsi durante l'entrata nell'atmosfera.

A sud dell'equatore invece, gli scienziati hanno in mente di mappare la zona luminosa conosciuta come Tsegihi, e la zona scura di Fensal.

Durante questa fase, la sonda Cassini sfiorerà le regioni più alte dell'atmosfera ed analizzerà gli aerosol e la trasparenza dell'alone che copre il pianeta. Questo ci potrà dare ulteriori indizi sulla complessa chimica dell'alta atmosfera di Titano, dove idrocarburi in sospensione vengono colpiti da raggi UV del Sole e portano ad una miriade di complessi composti chimici organici.

Cassini si trova in orbita intorno a Saturno dal 2004, dopo essere partita dalla Terra nel lontano 1997. Adesso è arrivata nell'ultima fase della sua missione, chiamata Grand Finale, che la porterà a passare vicinissimo all'atmosfera di Titano, i geyser di Encelado ed in mezzo agli anelli di Saturno, avvicinandosi sempre di più al pianeta, per poi entrare in rotta di collisione con il gigante gassoso, prevista per il 2017. Fino ad allora però mancano ancora 3 lunghi anni di grandi scoperte e tantissimi dati e foto.

http://saturn.jpl.nasa.gov/mission/saturntourdates/
http://www.link2universe.net/2014-09-19 ... no-lunedi/


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MessaggioInviato: 05/10/2014, 18:41 
Gli ultimi dati riguardo ottenuti dalla sonda Cassini hanno svelto grandi cambiamenti stagionali in atto su Titano, la più grande delle lune di Saturno. In particolare, con l'arrivo dell'autunno, si è formato al Polo Sud una sorprendente e gigantesca nube vorticosa composta da cristalli di ghiaccio di un composto tossico chiamato Acido Cianidrico (HCN). "La scoperta è importante perché ci suggerisce che l'atmosfera nell'emisfero sud di Titano si sta raffreddando molto più in fretta rispetto a quanto ci stavamo aspettando" ha spiegato Remco de Kok dell'Osservatorio di Leiden, nei Paesi Bassi.



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Mappa spettrale del vortice polare al polo sud di Titano. In arancione si vede la superficie della luna, in verde l'alone che copre l'atmosfera ed in blu il vortice. I dati sono stati ottenuti dallo strumento VIMS a bordo della sonda. Credit: NASA/ESA

Un aspetto enigmatico di questa tempesta è l'altitudine a cui si trova: oltre 300 km sopra la superficie. Il mistero sta nel fatto che qui le temperature dovrebbero essere troppo alte per formare nuvole. "Non ci aspettavamo di veder formarsi una nuvola così massiccia e così in alto nell'atmosfera" ha spiegato Kok. Tuttavia, "la luce che proviene dal vortice polare ci ha mostrato una grande differenza rispetto ad altre porzioni dell'atmosfera di Titano. Abbiamo visto con chiarezza l'impronta di molecole ghiacciate di HCN."

L'acido cianidrico è presente in piccole quantità all'interno dell'atmosfera ricca di azoto che caratterizza Titano, ma condensa per formare particelle di ghiaccio solo a temperature molto basse, intorno a -148°C. Dato che queste temperature sono 100°C più fredde degli attuali modelli riguardo all'atmosfera di Titano, scoprire qui molecole simili è stata davvero una grande sorpresa.



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Immagine a colori del vortice osservato al Polo Sud di Titano dalla sonda Cassini. Credit: NASA/JPL/SSI

Un'enorme tempesta al polo sud di Titano era già famosa da alcuni anni, ma questa è la prima volta che vengono trovate qui anche tracce di questi cristalli. I dati nuovi sono stati ottenuti dallo spettrometro infrarosso CIRS a bordo della sonda, che ha misurato le temperature presenti a diverse altitudini di Titano, mostrando che l'emisfero sud di Titano si sta rapidamente raffreddando, rendendo possibili simili vortici di acido cianidrico.

La tempesta ha iniziato a formarsi all'inizio del cambio delle stagioni, nel 2009, è Cassini l'ha vista evolversi nel tempo, man mano che è aumentata l'esposizione alla luce solare.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2014-331

http://www.link2universe.net/2014-10-04 ... ud-titano/

forse nel ns sistema solare e'l'oggetto + simile alla terra......................[;)]


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