giapeto:il mistero
Inviato: 07/01/2010, 13:41
Un’estesa analisi e una modellizzazione delle immagini raccolte dalla sonda Cassini hanno confermato ed esteso un’idea già formulata in passato e cioè che il ghiaccio in migrazione e la polvere che rende scura e calda la superficie possono spiegare il misterioso aspetto a due tonalità di Giapeto, uno dei satelliti di Saturno, che per circa 300 anni ha rappresentato un rompicapo per gli astronomi,
Poco dopo la scoperta del satellite Giapeto nel 1671, l’astronomo italo-francese Giovanni Domenico Cassini notò che la sua superficie è molto più scura sulla faccia che viene sempre rivolta verso Saturno rispetto a quella opposta.
Le immagini delle sonde Voyager e Cassini hanno mostrato che il materiale scuro si estende nell’altra regione in prossimità dell’equatore. Il materiale chiaro, che consiste per la maggior parte di ghiaccio d’acqua ed è 10 volte più luminoso dell’altro.
I risultati sono riportati in due diversi articoli pubblicati sulla rivista “Science”. Nel primo, Tilmann Denk della Freie Universität di Berlino descrive ciò che si è ottenuto con lo strumento Imaging Science Subsystem (ISS) di Cassini durante il sorvolo ravvicinato di Giapeto del 10 settembre 2007 e in altri sorvoli.
"Le immagini dell’ISS mostrano che sulla faccia rivolta verso Saturno sia i materiali chiari sia quelli scuri sono più rossicci di quelli simili che si trovano sull’altra faccia”, ha spiegato Denk, suggerendo che la faccia rivolta verso il pianeta sia colorata, e quindi leggermente scurita, dalla polvere rossastra che lo stesso satellite ha sparso nella sua orbita intorno a Saturno.
L’altro articolo, firmato da John Spencer del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, e dallo stesso Denk, aggiunge al quadro il ruolo rivestito dal ghiaccio d’acqua nel determinare l’aspetto globale di Giapeto. Il modello sintetizza i risultati dell’ISS e delle osservazioni termiche del Composite Infrared Spectrometer (CIRS) di Cassini e dei modelli al computer.
Le osservazioni del CIRS del 2005 e del 2007 hanno mostrato che le regioni scure raggiungono temperature sufficientemente alte – pari a 129 gradi Kelvin – da far evaporare molti metri di ghiaccio nell’arco di miliardi di anni.
Il periodo di rotazione di Giapeto molto lungo – pari a 79 giorni terrestri – contribuisce a determinare queste “alte” temperature lasciando al Sole più tempo per scaldare la superficie rispetto ai satelliti a rapida rotazione.
Spencer e Denk ipotizzano che le polveri, scurendo la faccia verso Saturno, determinino un maggior assorbimento di calore che scatena l’evaporazione del ghiaccio vicino all’equatore. Il ghiaccio evaporato si ricondensa sui poli più freddi e chiari, e sull’altra faccia. La perdita di ghiaccio lascia al suolo ancora di più materiale scuro, alimentando sempre più il processo. Allo stesso modo, l’altra faccia e i poli continuano a diventare più chiari e più freddi per la condensazione del ghiaccio, fino a dare al satellite l’aspetto a due colori molto contrastanti osservabile tutt’ora.
ubatuba
fonte lescienze
Poco dopo la scoperta del satellite Giapeto nel 1671, l’astronomo italo-francese Giovanni Domenico Cassini notò che la sua superficie è molto più scura sulla faccia che viene sempre rivolta verso Saturno rispetto a quella opposta.
Le immagini delle sonde Voyager e Cassini hanno mostrato che il materiale scuro si estende nell’altra regione in prossimità dell’equatore. Il materiale chiaro, che consiste per la maggior parte di ghiaccio d’acqua ed è 10 volte più luminoso dell’altro.
I risultati sono riportati in due diversi articoli pubblicati sulla rivista “Science”. Nel primo, Tilmann Denk della Freie Universität di Berlino descrive ciò che si è ottenuto con lo strumento Imaging Science Subsystem (ISS) di Cassini durante il sorvolo ravvicinato di Giapeto del 10 settembre 2007 e in altri sorvoli.
"Le immagini dell’ISS mostrano che sulla faccia rivolta verso Saturno sia i materiali chiari sia quelli scuri sono più rossicci di quelli simili che si trovano sull’altra faccia”, ha spiegato Denk, suggerendo che la faccia rivolta verso il pianeta sia colorata, e quindi leggermente scurita, dalla polvere rossastra che lo stesso satellite ha sparso nella sua orbita intorno a Saturno.
L’altro articolo, firmato da John Spencer del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, e dallo stesso Denk, aggiunge al quadro il ruolo rivestito dal ghiaccio d’acqua nel determinare l’aspetto globale di Giapeto. Il modello sintetizza i risultati dell’ISS e delle osservazioni termiche del Composite Infrared Spectrometer (CIRS) di Cassini e dei modelli al computer.
Le osservazioni del CIRS del 2005 e del 2007 hanno mostrato che le regioni scure raggiungono temperature sufficientemente alte – pari a 129 gradi Kelvin – da far evaporare molti metri di ghiaccio nell’arco di miliardi di anni.
Il periodo di rotazione di Giapeto molto lungo – pari a 79 giorni terrestri – contribuisce a determinare queste “alte” temperature lasciando al Sole più tempo per scaldare la superficie rispetto ai satelliti a rapida rotazione.
Spencer e Denk ipotizzano che le polveri, scurendo la faccia verso Saturno, determinino un maggior assorbimento di calore che scatena l’evaporazione del ghiaccio vicino all’equatore. Il ghiaccio evaporato si ricondensa sui poli più freddi e chiari, e sull’altra faccia. La perdita di ghiaccio lascia al suolo ancora di più materiale scuro, alimentando sempre più il processo. Allo stesso modo, l’altra faccia e i poli continuano a diventare più chiari e più freddi per la condensazione del ghiaccio, fino a dare al satellite l’aspetto a due colori molto contrastanti osservabile tutt’ora.
ubatuba
fonte lescienze