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 Oggetto del messaggio: Attività vulcanica su Venere
MessaggioInviato: 08/04/2010, 23:08 
Su Venere c'è attivita vulcanica



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La lava scorre su Venere. E’ quanto rilevato dallo spettrometro italiano VIRTIS che si trova a bordo della sonda Venus Express dell’Agenzia Spaziale Europea. Grazie allo strumento realizzato dagli scienziati dell’INAF e, industrialmente, dalla Selex Galileo, sono stati rilevati per la prima volta evidenti segni di colate laviche "recenti" - avvenute cioè non più di due milioni e mezzo di anni fa ma verosimilmente molto più recenti, forse di vulcani ancora oggi attivi - sulla superficie di Venere, che ora può essere annoverato con certezza come uno dei pochissimi mondi del nostro Sistema solare geologicamente attivo. Questa fondamentale scoperta apre nuove strade nella comprensione dell'evoluzione del clima e della struttura interna del pianeta considerato il "gemello bollente" della Terra.

“La storia geologica di Venere è stata a lungo un enigma” commenta Sue Smrekar, del NASA-JPL di Pasadena, California, primo autore dell'articolo pubblicato sul sito Web Science Express in cui viene presentata la scoperta. “Le precedenti sonde automatiche avevano solo fornito indizi sull'attività vulcanica venusiana, ma non avevano indicato con precisione un'epoca in cui queste erano avvenute. Ora abbiamo prove concrete che in tempi recenti si sono susseguite eruzioni sulla superficie del pianeta”.

Il team di scienziati è giunto a queste conclusioni studiando con lo spettrometro VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer) tre delle nove "zone calde" individuate sulla superficie di Venere dalla precedente missione Magellan della NASA. Queste zone mostrano pennacchi di materiale proveniente da grandi profondità sotto la superficie. Secondo gli scienziati questo magma sarebbe il prodotto di imponenti eruzioni vulcaniche. Nonostante queste importanti informazioni, c'era finora grande incertezza sulla datazione di quando quest'attività fosse avvenuta. Ma ora VIRTIS ha spazzato via ogni dubbio: è riuscito infatti ad identificare le tracce di rocce "giovani" in alcune colate laviche superficiali. Queste rocce, essendo più scure, emettono una luce infrarossa notevolmente maggiore di quelle formatesi in ere precedenti e perciò schiarite a causa dell’azione del tempo. Dai dati raccolti è stato valutato che queste colate devono essersi prodotte solo qualche centinaio di migliaia di anni fa: questa conclusione fa ritenere che il pianeta possa essere ancora oggi geologicamente attivo in maniera del tutto simile alla Terra.

“VIRTIS continua a fornirci nuove, fondamentali scoperte su Venere” dice Giuseppe Piccioni, lo scienziato italiano che è Principal Investigator di VIRTIS. "Grazie ad esso siamo stati in grado di studiare con grande accuratezza la superficie del pianeta e la sua atmosfera, potendone determinare la composizione chimica e la dinamica delle sue correnti”. “Pensare ora a Venere come a un pianeta geologicamente attivo, ci permette anche di comprendere molte anomalie presenti nella sua atmosfera”. Se oggi conosciamo meglio l'ambiente del "gemello bollente" della Terra, è anche merito di questo strumento quasi tutto italiano. VIRTIS è stato infatti in gran parte ideato, progettato e realizzato in Italia da ricercatori dell’INAF e dalla Società Selex Galileo del Gruppo Finmeccanica per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana.

fonte:http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=249&ID_articolo=358&ID_sezione=548&sezione=



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MessaggioInviato: 09/04/2010, 10:38 
Bene tommaso, ottima segnalazione! [;)]

Cita:


è praticamente il seguito di questi studi: http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=2114

Riporto a tal proposito un articolo dell'epoca di astronomia.com.

Venere è ultimamente trattato un po’ male. Se ne parla poco, come fosse diventata un pianeta di secondo piano. Eppure, prove sempre più chiare ci dicono che probabilmente è stato a lungo il corpo celeste più simile alla Terra. Vale la pena fare il punto della situazione odierna.

La sonda Venus Express ha permesso di elaborare la prima mappa infrarossa dell’emisfero sud di Venere ed ha fornito ulteriori spunti per pensare che in tempi, forse non troppo remoti, il pianeta gemello della Terra per dimensioni, fosse anche simile a lei per la presenza di oceani d’acqua e di una tettonica a placche. La mappa è stata costruita utilizzando un migliaio di immagini riprese tra il 2006 ed il 2007 in una speciale lunghezza d’onda che ha permesso di vedere attraverso la spessa e impenetrabile coltre di nubi. Prima di questa missione, si conosceva già bene la superficie venusiana attraverso osservazioni radar, ma solo la nuova tecnica permette di studiare la composizione chimica delle rocce.

Immagine
Una bellissima mappa di Venere ottenuta attraverso osservazioni radar. Benché ad alta risoluzione, non ci indica però la composizione chimica del suolo (i colori sono falsi e indicano solo l’altezza relativa delle varie zone; blu le più basse e verdi e marroni le più alte)

Proprio questi dati sembrano avvalorare maggiormente l’ipotesi che vasti oceani coprissero il pianeta e che gli alti ed enormi altopiani fossero continenti dominati da attività vulcanica. Non vi sono ancora prove certe, ma sicuramente le rocce delle zone più alte sono diverse da quella dei bacini. La differenza viene evidenziata dalla quantità di luce infrarossa che viene irraggiata nello spazio. Esse emettono più o meno calore a seconda della composizione chimica. Ricordiamo che le otto missioni russe che toccarono la superficie di Venere trovarono solo rocce basaltiche, ma non si posarono mai sugli altopiani. Ora si nota che questi sono composti da rocce più chiare e particolarmente antiche, molto simili al granito che sulla Terra forma la maggior parte dei continenti. Il granito si forma quando rocce di basalto sono risucchiate verso gli strati sottostanti la crosta dal movimento reciproco dei continenti (il processo noto come tettonica a placche). L’acqua si combina con queste e la loro mistura viene poi restituita in superficie dalle eruzioni vulcaniche. Se ciò che si vede fosse proprio granito avremmo una prova praticamente sicura della passata esistenza di acqua e di tettonica. Per far ciò bisognerebbe mandare una sonda sul suolo più chiaro.

Sembrerebbe che non ci sia più attività vulcanica, dato che le variazioni di temperatura nelle varie immagini non supera mai i 20°C, mentre la presenza di lava dovrebbe portare a differenze ben maggiori. Tuttavia, niente è ancora detto, dato che la grandezza di Venere è tale da permettersi di avere un interno caldo e fluido come quello della Terra. Ricordiamo che il calore dell’interno planetario dipende dalla quantità di elementi radioattivi che decadono producendo energia e di conseguenza dalla massa totale. Mercurio, la Luna, Marte si sono “spenti” in fretta essendo molto più piccoli e quindi con una minore abbondanza di elementi radioattivi. Vale la pena spiegare meglio questo fatto: la massa di un corpo celeste va con il volume, ossia con il cubo delle dimensioni, mentre la trasmissione di calore verso la superficie va con l’area e quindi con il quadrato delle dimensioni. Un oggetto che è il doppio di un altro come diametro, ha un volume e quindi una massa ben otto volte più grande (a parità di densità, ovviamente), ma una superficie solo quattro volte maggiore. Ne deriva quindi che la trasmissioni di calore verso l’esterno (che dipende dalla superficie) si esaurisce più lentamente nell’oggetto più grande. In altre parole la quantità di elementi radioattivi, otto volte maggiore, si disperde solo quattro volte più velocemente (vedi Figura 1).

Immagine
Figura 1

D’altra parte, però, certe rocce molto scure potrebbero essere segno di colate laviche particolarmente recenti. Nuovi studi permetteranno di capire come mai un pianeta così simile a noi abbia perso tutta la sua acqua liquida (vedi anche http://www.astronomia.com/2009/01/31/ve ... i-diverse/) e sia diventato così caldo ed inospitale. La sola distanza dal Sole non può sicuramente spiegarlo. I misteri a volte sono ancora molto vicini a noi …

Immagine
Una bellissima mappa di Venere ottenuta attraverso osservazioni radar. Benché ad alta risoluzione, non ci indica però la composizione chimica del suolo (i colori sono falsi e indicano solo l’altezza relativa delle varie zone; blu le più basse e verdi e marroni le più alte)

Fonte: http://www.astronomia.com/2009/07/28/no ... di-venere/


Ultima modifica di 2di7 il 09/04/2010, 10:40, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 09/04/2010, 16:57 
Ciao 2di7...che ne dici di spostare questa discussione all'interno del topic da te precedentemente aperto su venere e segnalato poco sopra?
Questo cioè: http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=2114



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MessaggioInviato: 09/04/2010, 18:03 
Cita:
tommaso ha scritto:

Ciao 2di7...che ne dici di spostare questa discussione all'interno del topic da te precedentemente aperto su venere e segnalato poco sopra?
Questo cioè: http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=2114




tommaso purtroppo non credo sia possibile unificare due discussioni. Va bene lo stesso, dai, abbiamo comunque il link [:)]


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 11:19 
Notizia che mi rallegra molto.... come ha sapientemente fatto notare 2di7, questo avvicina la tesi secondo cui un tempo Venere era come la Terra, ed è divenuta inabitabile a causa di una catastrofe cosmica.... e con essa, si profila anche la possibilità che gli antichi miti riguardanti la Stella del Mattino e i suoi misteriosi abitanti possano avere un fondamento di verità....


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MessaggioInviato: 13/04/2010, 10:55 
"Le precedenti sonde automatiche avevano solo fornito indizi sull'attività vulcanica venusiana, ma non avevano indicato con precisione l'epoca in cui queste erano avvenute APPROFONDIMENTILa mappa degli antichi vulcani e oceani di Venere
La lava scorre su Venere. E' quanto rilevato dallo spettrometro VIRTIS che si trova a bordo della sonda Venus Express dell'ESA, l'Agenzia spaziale europea. E' infatti grazie allo strumento realizzato dagli scienziati dell'INAF che sono stati rilevati per la prima volta evidenti segni di colate laviche "recenti" - avvenute cioè non più di due milioni e mezzo di anni fa ma verosimilmente molto più recenti, e forse di vulcani ancora oggi attivi - sulla superficie di Venere, che ora può essere annoverato con certezza come uno dei pochissimi mondi del nostro sistema solare geologicamente attivo. Questa fondamentale scoperta apre nuove strade nella comprensione dell'evoluzione del clima e della struttura interna del pianeta considerato il "gemello bollente" della Terra.

"La storia geologica di Venere è stata a lungo un enigma" commenta Sue Smrekar, del NASA-JPL di Pasadena, California, primo autore dell'articolo pubblicato su Science Express in cui viene presentata la scoperta. "Le precedenti sonde automatiche avevano solo fornito indizi sull'attività vulcanica venusiana, ma non avevano indicato con precisione un'epoca in cui queste erano avvenute. Ora abbiamo prove concrete che in tempi recenti si sono susseguite eruzioni sulla superficie del pianeta".

Il team di scienziati è giunto a queste conclusioni studiando con lo spettrometro VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer) tre delle nove "zone calde" individuate sulla superficie di Venere dalla precedente missione Magellan della NASA. Queste zone mostrano pennacchi di materiale proveniente da grandi profondità sotto la superficie. Secondo gli scienziati questo magma sarebbe il prodotto di imponenti eruzioni vulcaniche.

Nonostante queste importanti informazioni, c'era finora grande incertezza sulla datazione di quest'attività. Ma ora VIRTIS ha spazzato ogni dubbio: è riuscito infatti a identificare le tracce di rocce "giovani" in alcune colate laviche superficiali. Queste rocce, essendo più scure, emettono una luce infrarossa notevolmente maggiore di quelle formatesi in ere precedenti e schiarite dall'azione del tempo.

Dai dati raccolti è stato valutato che queste colate devono essersi prodotte solo qualche centinaio di migliaia di anni fa: questa conclusione fa ritenere che il pianeta possa essere ancora oggi geologicamente attivo in maniera del tutto simile alla Terra.

"VIRTIS continua a fornirci nuove, fondamentali scoperte su Venere" osserva Giuseppe Piccioni, principal investigator di VIRTIS. "Grazie a esso siamo stati in grado di studiare con grande accuratezza la superficie del pianeta e la sua atmosfera, potendone determinare la composizione chimica e la dinamica delle sue correnti".

"Pensare ora a Venere come a un pianeta geologicamente attivo, ci permette anche di comprendere molte anomalie presenti nella sua atmosfera".

VIRTIS è stato in gran parte ideato, progettato e realizzato in Italia da ricercatori dell'INAF e dalla Società Selex Galileo del Gruppo Finmeccanica per conto dell'Agenzia Spaziale Italiana.


se tutto fosse confermato in modo ufficiale sarebbe la dimostrazione di come non conosciamo praticamente nulla del ns sistema solare ed una rivoluzione totale del modo di considerare tutte le ns teorie


dahttp://lescienze.espresso.repubblica. ... lo/1342822:

immagini riprodotte dall'esa
http://www.esa.int/SPECIALS/Venus_Expre ... K7G_0.html


Ultima modifica di ubatuba il 13/04/2010, 11:02, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/04/2010, 00:20 
in base a questo articolo si potrebbe rilevare che venere abbia ancora un attivita'endogena almeno apparente,inoltre nonostante questo articolo sia del lugio 2009 prefigurava la presenza di vulcani potenzialmente attivi
" tempo il pianeta doveva essere più simile alla Terra di quanto non appaia ora, con un sistema di tettonica a placche e oceani di acqua
E' stata completata la prima mappa della superficie dell'emisfero meridionale di Venere nell'infrarosso, dalla quale si desume che un tempo il pianeta doveva essere più simile alla Terra di quanto non appaia ora, con un sistema di tettonica a placche e oceani di acqua.

La mappa comprende oltre un migliaio di immagini riprese dalla sonda dell'Esa Venus Express fra il maggio 2006 e il dicempre 2007. Dato che Venere è interamente coperta da nuvole, le riprese nello spettro visibile sono impossibili, ma Venus Express ha potuto sfruttare le particolari fotocamere all'infrarosso di cui era dotata.

In passato erano state eseguite cartografie ad alta risoluzione della superficie di Venere sfruttando sistemi radar, ma questa è la prima mappa che permette di ottenere indicazioni anche sulla composizione chimica delle sue rocce. I dati ottenuti sono in accordo con l'ipotesi che gli altopiani di Venere fossero un tempo continenti circondati da oceani e dotati di attività vulcanica.

"Non è una dimostrazione, ma i dati sono coerenti. Tutto quello che possiamo dire è che i plateau appaiono differenti da tutto il resto", ha spiegato Nils Müller del Joint Planetary Interior Physics Research Group dell'Università di Münster, che ha coordinato la creazione della mappa.

Le sonde sovietiche che negli anni settanta e ottanta avevano raggiunto la superficie del pianeta avevano rilevato solamente la presenza di rocce basaltiche nei pressi dei loro punti di atterraggio. La nuova mappa, invece, mostra che le rocce dei plateau Phoebe e Alpha Regio hanno colori più leggeri e sembrano più vecchie rispetto alla maggior parte del pianeta. Sulla Terra queste caratteristiche corrispondono a formazioni di granito e ai continenti.

Il granito si forma quando rocce basaltiche antiche sono trascinate all'interno del pianeta dalla deriva dei continenti ed entrano in contatto con acqua per poi riemergere in superficie grazie all'attività vulcanica.

"Se su Venere c'è granito, in passato deve esserci stato un oceano e una tettonica a placche", ha sottolineato Müller.

Secondo il ricercatore, l'unico modo per essere sicuri che si tratti di antichi continenti sarebbe quello di inviare nuove sonde. Nel corso del tempo, comunque, Venere deve avere perso la sua acqua nello spazio, ma è possibile che sia ancora presente un'attività vulcanica, per quanto nel periodo di osservazione di Venus Express non siano state rilevate le differenze di temperatura molto elevate proprie della presenza di flussi lavici: "Venere è un pianeta grande, riscaldato dall'interno da elementi radioattivi. Potrebbe avere un'attività vulcanica paragonabile a quella della Terra".
da lescienze


Ultima modifica di ubatuba il 14/04/2010, 00:25, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 17/04/2010, 18:54 
... speriamo che poi si possa magare cominciare a parlare di nuovo della possibilità di ripristinare l'antico ambiente con un piano di terra-formazione, come si sta pensando di fare per Marte.....


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Surf Nell’Atmosfera di Venere


Surf Nell’Atmosfera di Venere

23 aprile 2010 di Adrian


La sonda Venus Express ha completato una campagna di “aerodrag” che in pratica consisteva nel usare le sue ali come vele per catturare delle manciate dell’atmosfera di Venere. Il test ha usato l’orbiter come sensore estremamente sensibile per le misurazioni della densità atmosferica a soli 180 km sopra il caldo pianeta.

Durante le 5 misurazioni effettuate la settimana scorsa, i pannelli solari della sonda insieme ai suoi sistemi di controllo, sono stati usati come un unico gigantesco sensore, con i panelli solari ruotati a diversi angoli per direzionare il volo.
La speciale configurazione ha esposto le ali a vaghe piccole quantità di atmosfera che arrivano all’estremità del confine con lo spazio, intorno a Venere, generando una piccola ma misurabile rotazione sul satellite.
Questa rotazione può essere misurata molto precisamente, basandoci sulla quantità di correzione che deve essere applicata dalle ruote di reazione, che ruotano in senso contrario dentro la sonda, per mantenere il suo orientamento nello spazio.
Iniziando dal lunedì, i panelli solari, ruotavano in funzione di 5 set di orientamenti giornalieri. Mentre un panello rimaneva perpendicolare alla direzione del volo, l’altra ruotava a gradi, gradualmente aumentando la rotazione che veniva quindi gradualmente controbilanciata dalle ruote di reazione.
Nell’ultimo giorno, 16 aprile, i panelli solari erano ruotato a più o meno 45° verso il flusso atmosferico, mimando le palle di un mulino a vento, in maniera da ottenere ulteriori informazioni sul comportamento delle molecole presenti nell’atmosfera che rimbalzano sui panelli solari.

“La campagna di “aerodrag” è andata senza problemi, e in conclusione ha dimostrato che Venus Express può essere usata in modo affidabile per la misurazione della densità dell’atmosfera del pianeta. Venus Express ha mostrato ancora una volta di essere un satellite molto caparbio.” ha dichiarato il manager delle operazioni, Octavio Camino.

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Camino ha spiegato che il team delle operazioni della missione studierà i risultati ottenuti la scorsa settimana per sviluppare una configurazione ottimizzata per le future campagne di aerodrag a Ottobre, e poi nel 2011. I test aerodrag sono gia stati condotti nel 2008,2009 e a febbraio del 2010-
I continui risultati positivi potrebbero far si che Venus Express porti avanti investigazioni ben più sofisticate più profondamente nell’atmosfera, che sarebbe di immenso interesse per gli scienziati planetari.
I vettori solari di Venus Express consistono in 2 ali simetriche che supportano le celle solari in gallio-arsenico. Insieme, con la loro superficie totale di 5.7 metri quadri, possono generare fino a 1400 W di potenza nell’orbita di Venere.

http://www.esa.int/esaCP/SEMUDKF098G_index_0.html

Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... /#more-714


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MessaggioInviato: 17/01/2012, 13:15 
miscellando i dati di magellano et venere expres si e' realizzato un video che simula il sorvolo dei vulcani di venere e di stimare approssimativamente le attivita'vulcaniche.


"Venere non è certamente il più ospitale dei pianeti. Con la sua densissima atmosfera costituita prevalentemente di biossido di carbonio, con i suoi impenetrabili strati di nuvole di acido solforico che causano un fortissimo effetto serra e con una pressione al suolo di 92 volte quella terrestre, Venere non è un posto dove passare le vacanze. Ma è uno dei pianeti più studiati dai ricercatori e molti sono i suoi misteri affrontati negli ultimi decenni, dalle miracolose immagini scattate dalle prime sonde russe atterrate negli anni 60 sulla superficie del pianeta, fino alle recenti missioni internazionali. Uno di questi misteri scientifici riguarda senza dubbio l'attività vulcanica del pianeta. Si pensa che i vulcani dovrebbero aver rimodellato la superficie di Venere, oggi molto liscia e con un numero sorprendentemente basso di crateri da impatto. Ma solo molto recentemente sono state identificate prove di attività vulcanica recente sul pianeta Venere.




In questo filmato, rilasciato nell'agosto del 2010, è inquadrato il vulcano Idunn Mons, nella regione venusiana Imdr. Il vulcano ha un diametro di circa 200 chilometri e la sua cima si alza a circa 2.5 chilometri sopra le pianure che lo circondano. Il filmato è stato realizzato grazie ad una collaborazione di vari strumenti e missioni. I dati topografici necessari per modellare la superficie sono derivati dalla missione Magellan della NASA. Nel filmato, la mappa topografica è realizzata con una esagerazione verticale di 30 volte. Questo vuol dire che le distanze verticali sono state moltiplicate per un fattore 30 in modo da far risaltare la topografia della zona, altrimenti molto piatta. Ma questo filmato del sorvolo del vulcano Idunn contiene molte informazioni aggiuntive, come la conformaizone del terreno. I dati del radar della Magellan sono stati usati per dedurre informazioni sulle asperità del terreno, visibili in tutta la prima parte del filmato. Le aree che appaiono più chiare sono zone con superfici che presentano asperità e angoli netti (solo vicino alla sommità del vulcano) mentre le zone più scure, sono superfici dalla conformazione più dolce, caratteristiche di una colata lavica. Nella parte finale del filmato, infine, compare una mappa a colori realizzata con i dati dello strumento VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer), uno spettrometro realizzato dall'INAF attualmente in volo a bordo della missione ESA Venus Express. I dati, raccolti da maggio 2006 fino alla fine del 2007, sono strettamente collegati alla temperatura e vanno dal rosso della sommità del vulcano, corrispondente a una zona più calda, fino al violetto caratteristico delle zone più fredde. In altre parole, oltre a rendere l'emozione che la solitaria sonda Magellan può aver provato effettuando questo sorvolo del Vulcano Idunn, il filmato è l'analogo di un “pistola fumante”, una evidente traccia di attività vulcanica recente sulla superficie del pianeta Venere.

fonte media inaf
da skylive


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Interessante, guardavo Venere giusto qualche giorno fa, così luminoso nel cielo... Mi domando che effetto psicologico potrebbero avere i nostri astronauti futuri che calcheranno la terra di Marte, e guardando verso il nostro pianeta, sono sicuro lo faranno, vedranno solo un puntino remoto...



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La vedrebbero il doppio di come vediamo marte da qui ...[:)]



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Quoto Enkidu, un' altra prova a sostegno del fatto che ancora oggi Venere sia assai più simile alla Terra di quanto si pensi.

E che un tempo poteva essere anche più simile, forse abitabile... magari abitato.

E un ulteriore elemento di speranza per una "nuova casa" un domani, quando sapremo raggiungerlo e farlo tornare al suo antico stato.


Chissà quali segreti attenderanno i futuri archeologi sotto la sua superficie...

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Sì anche io punto molto su Venere come seconda Terra... certo però i problemi da risolvere sono molto grandi, e nel futuro remoto, se già la Terra sarà in pericolo per il sole in espansione, questo pericolo sarà ancora più prioritario per Venere.



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Credo comunque che l'espansione del sole sia l'ultimo dei problemi, in un futuro prossimo quando questo sarà un vero problema (se l'uomo non sarà estinto) presumo abbia già colonizzato il colonizzabile e predisporrà i mezzi per andare altrove.



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