ROMA - I vulcani di Mercurio sono stati di recente in attività. A provarlo sono le foto scattate nei tre sorvoli della sonda Messanger della Nasa lanciata nel 2004.
Il gruppo di ricerca, guidato Louise Prockter della NASA, ha visto la partecipazione di Gabriele Cremonese, dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Padova oltre a Simone Marchi e Matteo Massironi dell'Università di Padova. Il contributo italiano alla riuscita della missione è consistito in particolare nello sviluppo di un nuovo metodo di datazione basato sul conteggio dei crateri sulla superficie del pianeta associato alla misurazione del flusso di meteoriti provenienti dalla fascia degli asteroidi. "In particolare abbiamo osservato un bacino di origine vulcanica caratterizzato da una superficie eccezionalmente liscia, dove un tempo scorreva lava" spiega Cremonese. "Questa depressione, di 230 chilometri di diametro, -continua lo scienziato italiano- presenta un anello circondato da depositi minerali brillanti che potrebbero costituire la più interessante evidenza vulcanica di Mercurio identificata finora". Grazie a un innovativo modello di datazione planetaria sviluppato proprio presso l'Inaf-Oa di Padova, è stato possibile così stabilire che il bacino è più giovane di un miliardo di anni.
Secondo le stime, contenute in un articolo in via di pubblicazione sul numero speciale di "Planetary and Space Science", quindi, la formazione del bacino Rachmaninoff sarebbe databile a non più di 3-400 milioni di anni. In terminio di tempo spaziale, praticamente, ieri.
fonte:
http://www.diregiovani.it/gw/producer/d ... _DOC=37119