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Prima di «Lucy» c'era «Ardi»

02/10/2009, 10:53

La prima descrizione dettagliata del più antico ominide mai ritrovato pubblicata su Science

Lucy ora ha un «nuovo» antenato. Il parziale scheletro di australopiteco femmina che finora rappresentava il più antico progenitore umano mai rinvenuto è stato «superato» da un altro scheletro femminile, già ribattezzato «Ardi», da «Ardipithecus ramidus», una specie di ominide vissuta oltre 4.4 milioni di anni fa. L'annuncio viene dalla rivista «Science» il 2 ottobre con un numero speciale che contiene ben 11 lavori scientifici sull'argomento.

MA NON È «L'ANELLO MANCANTE» - Ardi , che è stato scoperto in Etiopia, non è ancora il più volte evocato «anello mancante», l'antenato comune fra scimmie e uomini, ma ci porta molto più vicino ad esso ed è più antico di oltre un milione di anni rispetto a Lucy. L'analisi di cranio, denti, pelvi, mani, piedi, e altre ossa rivela un «mix» di tratti primitivi che Ardi condivide con i suoi progenitori, i primati del Miocene, ma rivela anche caratteristiche presenti solo in ominidi di epoche posteriori.

NE' SCIMMIA NE' UOMO - «Con l'Ardipiteco abbiamo una forma non specializzata che non è evoluta molto rapidamente verso l'Australopiteco. Così, se analizziamo il corpo dalla testa ai piedi troviamo un mosaico, che non corrisponde né a uno scimpanzè né a un uomo» ha sottolineato Tim White della University of California at Berkeley., uno dei principali autori della ricerca. Questi articoli contengono un enorme quantità di dati raccolti e analizzati grazie a uno sforzo di ricerca internazionale e aprono una nuova finestra su un periodo dell'evoluzione umana su cui ancora sappiamo molto poco e in cui i primi ominidi stavano stabilendosi in Africa dopo essersi differenziati dai propri progenitori, che avevano in comune con le scimmie africane» ha aggiunto Brooks Hanson, vice direttore di Science.

Fonte: corriere.it

02/10/2009, 10:59

Sono ancora tante le cose da scoprire per poter ricostruire la linea filetica dell'uomo, considerando anche la rarità estrema dei fossili dei primati dovuta principalmente alla fragilità delle ossa e dall'ambiente di fossilizzazione molto arduo.

22/06/2010, 13:49

E' di 400.000 anni più vecchio del famoso reperto
Ritrovato in Etiopia il "nonno" di Lucy


Battezzato "Kadanuumuu" (“grande uomo”, nella lingua locale), l’esemplare doveva essere alto tra 152 e 167 centimetri, contro il metro abbondante della più famosa parente

Risale a circa 3,6 milioni di anni fa lo scheletro parziale di Australopithecus afarensis – la stessa specie a cui apparteneva anche la famosa Lucy – ritrovato nell’area di Woranso-Mille, in Etiopia.

Secondo quanto reso noto sulla versione online http://www.pnas.org/content/early/2010/ ... 7.abstract dei Proceedings of the National Academy of Sciences dagli autori della scoperta - gli antropologi di un ampio consorzio di ricerca che comprende il Cleveland Museum of Natural History, la Kent State University, la Case Western Reserve University, l’Università di Addis Ababa University e il Berkeley Geochronology Center - si tratterebbe di uno dei primi ominidi, più antico di circa 400.000 anni rispetto alla stessa Lucy. Esso – ma forse si potrebbe azzardare un "egli" – era già dotato di una deambulazione eretta, che pertanto deve essere emersa evolutivamente ben prima di quanto ritenuto finora.

Il reperto è stato ritrovato più di cinque anni dopo la scoperta di un frammento di osso dell’avambraccio avvenuta nel 2005. Il nuovo scavo ha portato alla luce la più completa clavicola e uno delle più complete scapole tra i resti dei primi umani noti finora. Battezzato "Kadanuumuu" (“Grande uomo”, nella lingua locale), l’esemplare doveva essere alto tra 152 e 167 centimetri, contro il metro abbondante di Lucy.

"Questo individuo era completamente bipede e poteva camminare in modo molto simile a un umano moderno”, ha spiegato Yohannes Haile-Selassie, curatore del Cleveland Museum of Natural History e primo autore dello studio. "In base al risultato dello studio, possiamo ragionevolmente ipotizzare che Lucy e i suoi parenti erano altrettanto efficienti di noi nel muoversi su due zampe e che l’allungamento delle nostre ‘gambe’ è cominciato per prima di quanto ritenuto in base alle passate evidenze paleoantropologiche. Inoltre, questo nuovo reperto ci dice molto sulle proporzioni di bacino, torace e arti”.

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it ... cy/1343791
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