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 Oggetto del messaggio: La civiltà degli Anasazi
MessaggioInviato: 30/06/2009, 15:16 
ANASAZI



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Mappa di diffusione della cultura degli Anasazi

Gli Anasazi (dalla lingua navajo antichi), furono un popolo nativo del Nord America, vissuto tra il VII secolo e la fine del XIV.

Oggi si preferisce chiamarli Popoli Ancestrali o Pueblo Ancestrali.Secondo gli studi condotti dall'astro-archeologo italiano Giulio Magli, "Gli Anasazi sono gli antenati degli odierni nativi americani Hopi/Zuni,tribù che vivono oggi lungo il Rio Grande, nel Nuovo Messico e l'Arizona".
Tracce archeologiche di questa cultura si ritrovano già nel 1500 a.C., ma la civiltà fiori nel X secolo d.C., in tutta la zona che corrisponde oggi al confine incrociato di Utah, Colorado, Arizona e Nuovo Messico. Riuscirono a costruire un'economia florida basata sulla caccia e su un'efficiente pianificazione agricola.
Vivevano in villaggi caratterizzati spesso dall'architettura monumentale. Nel 1250 d.C molti villaggi vengono abbandonati e altri vengono costruiti in posizioni irraggiungibili. Erano privi della parola scritta. Le cronache ci consegnano grandi edifici, come il sito archeologico di Sand Canyon, con una struttura di 420 stanze che fu realizzato, abitato e abbandonato nell'arco di soli cinquant'anni intorno al 1200 Un altro sito che racconta la storia di violenza di questo popolo è quello di Castle Rock, nel Colorado, che fu abbandonato intorno al 1274 dC con i segni di un massacro. Centinaia di corpi furono ritrovati negli scavi del 1925, che mostravano chiari segni di ferite e di cannibalismo."
La loro popolazione si estinse o emigrò in circostanze misteriose nel raggio di una sola notte. Secondo un recente studio, però, questa popolazione, come quella dei Maya, fu sterminata dal caldo. Infatti, dopo essere migrata verso terre migliori, il caldo gli ha impedito di rifornirsi di acque e di fare lunghi tragitti. Questa "scoperta" è stata possibile grazie agli alberi: infatti degli studiosi hanno analizzato gli anelli dei tronchi di albero di quella zona e hanno notato che il periodo piovoso, umido, era quello degli anelli spessi, mentre quelli più fini "indicavano" un'annata secca; naturalmente gli scienziati hanno notato molti anelli fini.
Il ritrovamento di coproliti umani contenenti miosina, oltre a femori e altre ossa lunghe umani spaccati per estrarne il midollo, fanno supporre che tra loro fosse comune il cannibalismo.
Il nome "Anasazi" fu dato alle rovine ritrovate da pastori Navajo verso il 1800.

Chaco Canyon
Nuovo Messico, Stati Uniti. Nel 1888, due cowboy scoprono i resti di una delle civiltà più enigmatiche del pianeta. Chaco Canyon è una valle lunga 19 chilometri e larga circa un chilometro e mezzo. Pueblo Bonito è un grande complesso a forma di ferro di cavallo, edificato nel 1100 d.C. e composto da 700 stanze.
Degli Anasazi non si sa praticamente nulla, nemmeno se erano a conoscenza della scrittura. Quello che si sa è che erano esperti contadini e erano ossessionati dal cielo e dalle energie della Terra.

Il mistero dei Kiva
I Kiva sono delle stanze perfettamente circolari, presenti in tutti gli insediamenti Anasazi. Il più grande Kiva è quello denominato "Casa Rinconada", che ha un diametro di 20 metri e una profondità di cinque metri.
L'ipotesi più accreditata è che fossero utilizzati per le cerimonie sacre. Coperti da tetti in legno, avevano tutti un foro al centro. Sembra che gli Anasazi credessero che, proprio grazie a questo foro, ci si potesse mettere in contatto con gli spiriti degli antenati e con le forze della Terra.

Chi erano
Molte delle ipotesi formulate su questo popolo, col tempo, si sono rivelate inesatte. Una delle prime teorie si basava su un errore di traduzione di una parola Navajo. Questo popolo, nel 1800, abitava le terre che erano state degli Anasazi. E proprio il terminie "anasazi" deriva da una parola Navajo che significa "antichi" e non "nemici", come si credeva all'inizio. Si sono fatte risalire le loro origini a più di 6000 anni fa mentre, in realtà, non se ne hanno notizie antecedenti ai 2000 anni fa.

[align=right]Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Anasazi[/align]




LA CIVILTA' DEGLI ANASAZI - UN POPOLO VENUTO DALLE STELLE

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Le "città stellari" degli Anasazi

Mentre Maya ed Incas sostenevano di proteggere una conoscenza “donata dagli dèi”, un popolo amerindio, chiamato Anasazi, cioè “antichi stranieri”, sosteneva addirittura di essere frutto di una “discendenza stellare”. Edificarono pochi villaggi durante la loro breve permanenza nel corso della storia, con lo scopo di lasciare un monito eterno ai posteri.

LA SCOMPARSA DEGLI ANASAZI
Per molti si tratta del più importante mistero archeologico del Nord America. Ed è difficile pensare il contrario quando si inizia a conoscere la storia degli Anasazi, un popolo che ha lasciato tracce di una grande civiltà qui, nel New Mexico, prima di scomparire misteriosamente, circa 800 anni fa…
Chi erano? Che funzione avevano i loro enormi kivas? Cos’era per gli Anasazi Pueblo Bonito? Quali segreti del cielo e della terra conosceva questo popolo? Cosa li indusse ad abbandonare improvvisamente Chaco Canyon?

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Pueblo Bonito nel Chaco Canyon è un grande complesso
a forma di ferro di cavallo, edificato nel 1100 d.C. e composto
da 700 stanze


Pueblo Bonito è il sito più noto di Chaco Canyon, nell’estremo nord ovest dello stato americano del New Mexico. Chaco Canyon è un canyon lungo circa 19 chilometri e largo poco più di un chilometro e mezzo. Pueblo Bonito è il sito più grande di tutta l’area abitata un tempo dagli Anasazi. Posto all’estremità nord del Chaco Canyon, Pueblo Bonito lascia ancora oggi in dubbio gli studiosi sulla sua natura: era la capitale di questo misterioso popolo oppure era il più importante centro religioso dell’area? Gli Anasazi sono scomparsi senza lasciare niente di scritto, non sappiamo neanche se usassero la scrittura o meno. Dobbiamo quindi affidarci a quanto gli archeologi hanno capito dalle pietre e dalle costruzioni rimaste.
Sugli Anasazi si sono dette molte cose da quando, nel 1888, due cow boy capitarono casualmente nel Chaco Canyon, all’epoca in una zona abitata dai pericolosi Navajos. E proprio ai Navajo è legato uno degli errori più diffusi sugli Anasazi, popolo che prende il suo nome proprio da una parola Navajo che significa “antichi” e non come a volte si è detto “i nemici” . In passato, anche di recente, per raccontare le vicende degli Anasazi si è lavorato molto di fantasia: li si è fatti diventare cacciatori di bisonti, animali che invece popolavano zone lontane da qui, mentre erano raffinati contadini; si li si è fatti montare a cavallo anche se i primi cavalli arrivarono in America con gli spagnoli, più di due secoli dopo la “scomparsa” degli Anasazi; si son fatte risalire le loro origini a circa 6.000 anni fa mentre le prime notizie certe di questo popolo risalgono a più o meno 2.000 anni fa.
Le costruzioni di Pueblo Bonito raccontano una breve storia: questo complesso venne eretto tra il Mille e il 1150 d.C. Si trattava di un’unica costruzione a ferro di cavallo composta da circa 700 stanze, tutte più o meno delle stesse dimensioni e distribuite su quattro piani. Si calcola che nel momento di maggior splendore ci vivessero oltre mille persone L’aspetto uniforme delle stanze e l’assenza di mobili e arredi hanno fatto in un primo tempo pensare ad una società priva di gerarchie sociali ma c’è chi crede che Pueblo Bonito fosse una specie di enorme convento, destinato ad ospitare la casta sacerdotale degli Anasazi, un popolo ossessionato dal cielo ma anche dalle energie della terra. A questo aspetto della religione degli Anasazi ci riporta anche uno degli aspetti più impressionanti di Pueblo Bonito: i giganteschi kiva, queste enormi fosse perfettamente circolari tipiche di ogni insediamento Anasazi. La caratteristica di Pueblo Bonito è però il numero delle sue kiva, ben 37. Nessun altro sito ne ha così tante. Ma per capire meglio cosa fossero le kiva lasciamo Pueblo Bonito per raggiungere “Casa Rinconada”. Si tratta di una delle più grandi kiva di tutto il Chaco Canyon, con i suoi 20 metri di diametro e i quasi cinque di profondità. Una gigantesca fossa perfettamente circolare che, a differenza delle altre kiva, non è inserita in un centro abitato ma è posta in cima ad una collinetta a mezzo miglio da Pueblo Bonito.

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I Kiva sono delle fosse perfettamente circolari
presenti in tutti gli insediamenti Anasazi


Ma a cosa servivano dunque le kivas? Erano fosse, per lo più perfettamente circolari e forse coperte da tetti in legno, utilizzate per riunioni e cerimonie sacre. Al centro c’era sempre un foro nel pavimento. Gli Anasazi, molto attenti alle forze della natura, ritenevano non solo che da quel foro ci si potesse mettere in contatto con gli spiriti degli antenati ma anche con le forze del centro della Terra. Non a caso si è osservato come gli Anasazi abbiano costruito insediamenti e kiva vicino a luoghi particolari, cosiddetti “vortici”, luoghi dove si sprigionerebbe una forza tellurica, chiamata “vortice” perché quando si sprigiona ha la forma di spirale.
Al centro delle kiva c’era sempre anche un focolare. Un particolare che richiama alcune recenti scoperte. Come abbiamo detto sugli Anasazi si son dette spesso delle inesattezze ma una cosa sembra ormai assodata. Gli Anasazi praticavano il cannibalismo. L’ipotesi, avanzata già negli anni Sessanta sulla base del ritrovamento di alcuni crani fratturati e di ossa svuotate del midollo, è stata confermata recentemente sia tramite l’esame di alcune feci umane fossili all’interno delle quali sono stati ritrovati i resti di materiale organico umano sia grazie all’uso del microscopio elettronico. Esaminando alcuni resti di ossa si è potuto appurare che alcune di queste erano state sottoposte a cottura. Inoltre, da una pentola sono emerse tracce di mioglobina umana, una proteina presente nel cuore e nei muscoli.
Un’altra caratteristica di Casa Rinconada è il suo allineamento astrale. Sembra infatti che il sole, al momento dell’alba del solstizio d’estate, vada ad illuminare, attraverso una finestra posta sul muro a nord-nord est, una nicchia posta all’interno della kiva.
Gli Anasazi erano ossessionati dalle stelle e dal cielo. Di questo abbiamo infinite prove, tante quante sono le costruzione lasciate da questo popolo. Infatti una caratteristica comune a case, villaggi, kiva e villaggi è che sono quasi sempre allineate ad un determinato fenomeno astronomico. La conoscenza che gli Anasazi avevano dell’astronomia lascia ancora oggi sorpresi: uno degli esempi più clamorosi della loro sapienza è rappresentata da questa strada, la Grande Strada del Nord”.
Gli Anasazi costruirono molte strade, per un totale di circa 300 chilometri. Ciò che più colpisce è che molte di queste strade non portano da nessuna parte, non uniscono necessariamente tra loro villaggi e kivas ma portano semplicemente a particolari conformazioni geologiche, a sorgenti d’acqua o semplicemente a nulla.
Strade quindi costruite presumibilmente a scopo rituale, per condurre a luoghi sacri dove depositare offerte o celebrare cerimonie.

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La "Grande Strada del Nord" di Pueblo Alto

La “Grande Strada del Nord” partendo da Pueblo Alto, sulla Mesa che sovrasta Pueblo Bonito, si dirige per tre chilometri a 13 gradi ad est del Nord per poi disporsi esattamente in direzione nord per 20 chilometri con uno scarto di solo mezzo grado. Per capire la straordinarietà di questo allineamento bisogna pensare che una precisione del genere sarebbe difficile anche usando una bussola, che gli Anasazi non conoscevano. Oggi, per raggiungere risultati migliori di questo bisogna ricorrere alla tecnologia satellitare GPS, tecnologia che vanta poco più di 20 anni di vita!
La più nota studiosa della cultura del Chaco Canyon, Anna Sofaer, ritiene addirittura che tutte le maggiori costruzioni degli Anasazi presentino correlazioni con i movimenti tanto del Sole che della Luna sotto almeno tre punti di vista: il loro orientamento, le geometrie interne e le relazioni geografiche tra i vari siti. Uno sforzo immenso che ha segnato tutta la storia Anasazi: la loro vita e la loro fine…
Uno dei cow boy che scoprirono Chaco Canyon poco più di un secolo fa, Alfred Witherhill, raccontò del suo stupore nel aggirarsi per le case degli Anasazi:
“Quando entrammo nel Navajo Canyon e scoprimmo le rovine, riportammo il nostro mondo indietro di un numero imprecisato di secoli. Tutto era intatto, esattamente come era stato lasciato dagli abitanti originali. Gli oggetti erano sistemati nelle stanze come se le persone fossero appena uscite per far visita ai loro vicini. Esemplari perfetti di stoviglie erano adagiati a terra mentre utensili di ferro e altri attrezzi domestici si trovavano lì dove le donne Anasazi li avevano usati per l’ultima volta”.
Intorno al 1200 d.C. è successo qualcosa, in queste terre, che determinò il repentino abbandono da parte degli Anasazi della zona che avevano abitato per oltre mille anni. Accadde qualcosa che ancora non sappiamo ma che si rivelò decisivo, inducendo una popolazione di alcune migliaia di persone ad abbandonare quasi dal giorno alla notte le proprie case per spostarsi, inizialmente di alcuni chilometri a nord e, circa un secolo più tardi, per quasi 500 chilometri verso sud. Il problema della scomparsa degli Anasazi è ancora aperto. Tuttavia sono tre le principali ipotesi intorno alle quali si discute:
Mutazioni climatiche: Un più o meno improvviso cambiamento delle condizioni climatiche avrebbe causato una serie di carestie che avrebbero stravolto culture e allevamenti;
Necessità strategiche: Popoli vicini, meno civili ma più aggressivi, avrebbero, con continue invasioni, indotti gli Anasazi a spostarsi più a Sud. A sostegno di questa tesi c’è la parziale fortificazione dei siti di Mesa Verde, all’estremo nord dell’area della “Cultura Chaco”;
Decisione rituale: Motivazioni religiose magari causate dall’interpretazione di alcuni movimenti astrali, avrebbero spinto questo popolo religiosissimo a spostarsi per sempre, o comunque, anche se sulla spinta di motivi contingenti, a muoversi secondo un preciso copione.
E forse, proprio la spiegazione che a noi, uomini del Terzo millennio, sembra la più fantasiosa, potrebbe essere quella più logica. E non solo perché è quella che si collega meglio a quella che gli archeologici, basandosi sullo stato delle case al momento della loro scoperta, chiamano “Evidenza archeologica di un rapido spostamento”.
Ma anche perché, una volta presa la decisione – qualunque sia stato il motivo – di migrare verso sud, gli Anasazi lo fecero coerentemente con la loro cultura astronomica. Infatti la destinazione del loro migrazione finale sia stata la zona di Casas Grandes, nello Stato di Chihuahua; Ebbene Casas Grandes è esattamente sullo stesso meridiano di Chaco Canyon, il 108°.
Non solo, anche altri centri abitati dagli Anasazi dopo l’abbandono di Chaco Canyon (Atzec ruins e Salomon Ruins), benché a Nord dello stesso Chaco Canyon, sono a loro volta allineati sempre lungo il 108° parallelo.
Nessuno, ancora oggi ha saputo spiegare come questo antico popolo abbia potuto spostarsi, per oltre 600 chilometri, con tanta precisione lungo l’asse nord-sud.



[align=right]Fonte: http://evidenzaliena.wordpress.com/2009 ... le-stelle/[/align]


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 17:23 
ANASAZI: LE CITTA’ DELLE STELLE



Un popolo senza nome e senza passato, reso ancora più misterioso dall’appellativo con il quale venne conosciuto in seguito: “gli antichi stranieri”.
Chi erano gli Anasazi? Quale antica conoscenza li lega ai Maya e quale arcano ricordo li riconduce alla Costellazione di Orione?


Un popolo misterioso
A chi ricorda ancora la fortuna serie televisiva X-Files, non sarà difficile associare il nome Anasazi a uno degli episodi trasmessi, più esattamente al venticinquesimo della seconda stagione; fatta questa associazione sarà anche facile capire in quali termini si svolgerà questo articolo e quali saranno i punti che tratteremo in seguito.
Gli Anasazi rappresentano uno dei popoli più enigmatici mai esistiti, già a partire dal loro nome che in realtà gli venne attribuito dagli Indiani Navajo, visto che anche quello era allora già sconosciuto.
Il termine si potrebbe tradurre come “gli antichi stranieri”, dove stranieri potrebbe benissimo essere un sinonimo di alieni, visto che loro stessi vantavano una discendenza “stellare”, oltre che possedere, come vedremo in seguito, delle conoscenze che non trovano alcun riscontro se non quello di una matrice aliena.
Ciò che rimane oggi degli Anasazi è il lontano ricordo dei popoli con i quali intrapresero rapporti commerciali e un vasto, importante, insediamento nel Colorado, (Mesa Verde), che già presenta i primi misteri da decifrare. Il terreno sul quale si fermarono non presentava e non presenta neanche oggi alcuna caratteristica di fertilità, si tratta di un vasto territorio arido, senza rocce e privo di qualsiasi sbocco commerciale; per quale motivo gli Anasazi realizzarono proprio in quel posto un grandioso esempio di architettura urbana, costruendo in seguito enormi opere di fortificazione? Non esistevano popolazioni ostili nel territorio, da chi dovevano difendersi?
Le prime tracce risalirebbero ad almeno 12000 anni fa; si trattava di popoli provenienti dall’Asia che, discendendo verso sud dallo stretto di Bering, si stabilirono in un’area identificabili tra l’attuale Utah, il Colorado, il Nevada e il Nuovo Messico.
Stabilitisi nel sito di Mesa Verde, realizzarono anche delle bellissime costruzioni, ancora oggi esistenti, nel Chaco Canyon, ma anche enormi reti stradali come mai si erano viste tra le popolazioni indiane dell’epoca; ci si chiede ancora per quale motivo un popolo senza nome, dedito all’agricoltura e assolutamente pacifico, sentisse il bisogno di uno sviluppo urbanistico e stradale paragonabile ai grandi imperi dell’antichità!

Le prime risposte
Le prime risposte alle domande poste precedentemente si nascondono forse in quello che era il principale e più importante interesse degli Anasazi: l’astronomia.
Vari osservatori sono venuti alla luce durante le ricerche archeologiche, quasi una ossessione per le stelle, un estremo bisogno di conoscere i movimenti del cielo. Questo intenso desiderio di sapere è brillantemente dimostrato dall’osservatorio di Fajada Butte, ricavato tramite fessurazioni praticate sulla sommità del monte che sfruttavano la luce solare, costretta a riflettersi su un petroglifo che, a sua volta, permetteva di conoscere con estrema precisione le date dei solstizi e degli equinozi.
Ma a quale scopo era necessario conoscere queste date?
Gli Anasazi non hanno avuto modo di rispondere a questo quesito, sparirono improvvisamente dalla faccia della terra nell’arco di una sola notte così come, improvvisamente, erano apparsi, e tutto questo circa 800 anni prima della nascita di Cristo.
Se non esiste però una risposta diretta, possiamo tentare di decifrare gli antichi ricordi, i racconti e le tradizioni orali; proseguendo su questa strada sarà sorprendente scoprire che gli Anasazi attendevano in realtà il ritorno del loro mentore, un Dio, venuto dalle stelle, che sarebbe ritornato al verificarsi di una particolare congiunzione astrale.
Questa tradizione, molto diffusa tra i popoli antichi, ricorda molto da vicino le tradizioni Maya, e non è certo difficile ricollegarla agli avvenimenti che dovrebbero caratterizzare il 2012, ovvero quel particolare periodo durante il quale, secondo le profezie Maya, una congiunzione astrale segnerà il ritorno degli Dei e l’inizio di una nuova era di consapevolezza.

Le profezie degli Hopi
Gli Anasazi sparirono quindi nel nulla, lasciando sparse tracce della loro cultura e del loro sapere; i loro eredi furono gli Indiani Hopi, e proprio attraverso le loro credenze è possibile recuperare ancora altri frammenti sul nostro misterioso popolo.
Molte delle tradizioni che riguardano gli Hopi sono state raccolte nel corso degli anni; i vari documenti e risultati delle spedizioni scientifiche sono notoriamente conosciuti sotto l’unico appellativo di “The Hopi Prophecies”, e contengono diverse informazioni ancora oggi al vaglio degli archeologici che farebbero risalire la civiltà degli Anasazi ad un periodo identificabile intorno all’8000 a.C.
Una delle eredità che gli Hopi conservano gelosamente è la cronistoria del genere umano; sulla scorta delle informazioni derivate dalla loro convivenza con gli Anasazi, quella che attualmente stiamo vivendo sarebbe la quarta età dell’uomo, ogni età ha termine con una purificazione e proprio adesso siamo vicini ai tempi della nuova rigenerazione.
La prima età ebbe fine per mezzo del fuoco, la seconda con il ghiaccio, la terza in seguito a un enorme alluvione; ancora una volta riaffiorano le profezie Maya, profezie che nel Pueblo rappresentano una antica verità.
D’altra parte l’idea di un immenso diluvio non è del tutto nuova alle tradizioni dei popoli antichi, così come quella delle varie età dell’uomo e della teoria ciclica degli eventi; sembra quasi che un sottile filo unisca tutte le civiltà verso una unica matrice, un punto di incontro che non si trova sulla terra bensì tra le stelle.
Gli Hopi identificano l’ultima purificazione come risalente a circa 10000/12000 anni addietro, un periodo di tempo che ben si presta alla teoria di Nibiru e degli Annunaki, una coincidenza così sorprendente che lascia spazio a molte riflessioni sulla esatta datazione della terra e degli avvenimenti dei quali è stata protagonista.

Le Città delle Stelle
Gli Anasazi custodivano quindi un segreto, erano in attesa di un messaggero celeste, lo stesso messaggero che anticamente aveva portato loro civiltà e conoscenza; questa idea non è certo nuova nel mondo dell’investigazione sui misteri delle antiche civiltà, quello che però è ancora più sorprendente è la costante ripetizione dell’idea, quasi un ricordo collettivo che non tiene conto delle distanze, delle culture e delle evoluzioni, forse perché era semplicemente una autentica e attestata verità.
Ma le sorprese, ovviamente, non finiscono qui!
Abbiamo accennato alla strana somiglianza tra alcune credenze degli Anasazi e degli Hopi rispetto al popolo dei Maya, e proprio continuando sul filone delle “coincidenze” ma non troppo sarà interessante chiudere questo articolo parlando delle scoperte effettuate da Gary A. David, autore di una importante ricerca riportata nel libro The Orion Zone, (Paperback 2007).
Così come il misterioso popolo di Nazca disegnò strani messaggi visibili soltanto dall’alto, allo stesso modo gli Anasazi fondarono città, villaggi e insediamenti che, osservati dall’alto e virtualmente congiunti tra loro, rispecchiano con estrema precisione varie costellazioni.
Per i più scettici basterà semplicemente munirsi di una mappa dell’Arizona e continuare come segue: unite con un tratto Betatakin e Canyon de Chelly, da quest’ultimo scendete con la penna verso la prima Mesa, quindi continuate unendo la seconda e la terza Mesa, poi risalite nuovamente verso Betatakin. Riprendete adesso la terza Mesa e scendendo, unitela a Wupatki, da questo scendete ancora verso Winona Village, unite quest’ultimo a Hom ol’ovi e risalite nuovamente verso la prima Mesa.
Iniziate a intravedere Orione?
Secondo le antiche tradizioni, fu Masau’u, un Dio venuto dalle stelle, che diede agli Anasazi le indicazioni per realizzare questo progetto; si trattava del Dio della morte, degli inferi, del fuoco e delle tenebre, ma a quale scopo ritrarre Orione? Forse la perpetuazione del ricordo di una patria lontana? Un monito? Un avviso per qualcuno?
Quali conoscenze usarono gli Anasazi per realizzare questa sorta di mappa stellare sulla terra?
Recenti studi condotti da alcuni ricercatori americani hanno portato alla luce una vera e propria mappa stellare nei territori che furono un tempo degli Anasazi e in seguito degli Hopi; non soltanto Orione, ma anche l’Ariete, il Toro e le Pleiadi, un mistero ancora in attesa di risposte.
Forse l’unica spiegazione risiede nella credenza tramandata dagli Anasazi: “…noi siamo i sopravvissuti della Terza Creazione, i sopravvissuti di coloro che vennero da Orione, siamo arrivati nel luogo della nuova creazione e ne attendiamo la Quarta che nascerà da una fessura nella parte posteriore della Tartaruga Cosmica”.
La Tartaruga Cosmica veniva identificata con le tre stelle che formano la cintura di Orione e proprio questa costellazione è sempre stata al centro dell’attenzione di quasi tutte le grandi civiltà, basti ricordare che anche gli Egizi allinearono le loro Piramidi con la Cintura di Orione.
Ultimi elementi di prova rispetto ad una connessione extraterrestre relativa a questi antichi popoli, risiede nei numerosi petroglifi sparsi in tutto il territorio Anasazi: centinaia di figure di uomini che gli Hopi conoscono da sempre come i “Fratelli delle Stelle”, coloro che, a bordo di enormi dischi dalla cupola splendente, ritorneranno sulla terra per la Purificazione.


Ultima modifica di Bastion il 06/04/2011, 10:51, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 15/12/2009, 17:30 
Ragazzi ma.... questo post l'aveva postato Ufologo555? Ma non c'è più???
Io non mi sono accorto di nulla...[B)]



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ehm no. questo post l'avevo postato io prima di cambiare nick.


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Gli Anasazi solo i "colpevoli" delle stupidaggini sul 2012 (non per colpa loro)

Tutto nacque dall'ultimo episodio di X-files dove Mulder vide su un monitor la data della fine del mondo a causa di un invasione Aliena, la data era ovviamente quella famigerata del dicembre 2012; gli anasazi sono stati il primo governo ombra a conoscenza del piano di invasione aliena, e il villaggio anasazi era l'unico posto al mondo dove gli alieni non potevano avvicinarsi......purtroppo qualcuno l'ha preso per vero e Giacobbo c'ha scritto pure un libro......lol


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Arctic ha scritto:

ANASAZI: LE CITTA’ DELLE STELLE

© 2008 Roberto La Paglia







per quale motivo gli Anasazi realizzarono proprio in quel posto un grandioso esempio di architettura urbana, costruendo in seguito enormi opere di fortificazione? Non esistevano popolazioni ostili nel territorio, da chi dovevano difendersi?





Forse da animali feroci o no?


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in pieno deserto?


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Cita:
gigagino ha scritto:

Cita:
Arctic ha scritto:

ANASAZI: LE CITTA’ DELLE STELLE

© 2008 Roberto La Paglia







per quale motivo gli Anasazi realizzarono proprio in quel posto un grandioso esempio di architettura urbana, costruendo in seguito enormi opere di fortificazione? Non esistevano popolazioni ostili nel territorio, da chi dovevano difendersi?





Forse da animali feroci o no?


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Cita:
aufononmistufo ha scritto:

Gli Anasazi solo i "colpevoli" delle stupidaggini sul 2012 (non per colpa loro)

Tutto nacque dall'ultimo episodio di X-files dove Mulder vide su un monitor la data della fine del mondo a causa di un invasione Aliena, la data era ovviamente quella famigerata del dicembre 2012; gli anasazi sono stati il primo governo ombra a conoscenza del piano di invasione aliena, e il villaggio anasazi era l'unico posto al mondo dove gli alieni non potevano avvicinarsi......purtroppo qualcuno l'ha preso per vero e Giacobbo c'ha scritto pure un libro......lol



Scusa, ma non capisco perché gli Anasazi sarebbero i "colpevoli-non-per-colpa-loro" delle stupidaggini del 2012.
Io non so come siano state costruite certe cose, ma penso che siano stati gli episodi di X-Files che invece si sono ispirati alle teorie dei vari teorici della Nuova Era, mescolando le profezie dei Maya con quelle degli Hopi e quindi, in seguito, anche la cultura degli Anasazi, che pare aver avuto dei rapporti con le origini degli Hopi.
Siccome gli Anasazi sono un popolo abbastanza misterioso e gli Hopi hanno una strana religione "cosmica" che ricorda quella dei Dogon, con tanto di visitatori alieni venuti in un lontano passato, qualche seguace della Nuova Era in America ha fatto un bel "pout-pourri" con le conseguenze che sappiamo... Giacobbo non si è ispirato a X-Files ma ai vari "studiosi alternativi" dei Maya e degli Hopi, di cui fa vedere e rivedere le stesse noiosissime interviste da qualche anno ormai, rompendo le scatole a tutti gli italiani......


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GLI INDIANI ANASAZI



La cultura Anasazi si sviluppò nel Sud Ovest degli Stati Uniti, molto prima dell'arrivo dei bianchi ed ha lasciato una quantità di testimonianze archeologiche che ancor oggi si possono ammirare nel territorio dei quattro cantoni, ove si incontrano le attuali frontiere dell'Arizona, Nuovo Messico, Utah e Colorado.
Il centro più importante di questa cultura si trova nel Chaco Canyon ove esistono tuttora numerosi villaggi in pietra, chiamati Le Grandi Case dotate di innumerevoli kiva, cioè di luoghi sacri nei quali i nativi si radunavano per i loro riti. Sorta praticamente all'epoca di Cristo, la cultura Anasazi si sviluppò lentamente fin da giungere al cosiddetto Chacoan Phenomenon, che ha rappresentato il massimo sviluppo di questo popolo tra il 1050 ed il 1125 d.C. In quest'epoca gli Anasazi costruirono molte strade, ampie talvolta anche nove metri, le quali, partendo generalmente dal Chaco Canyon, che forse era la loro capitale, si sono sviluppate per oltre 300 chilometri collegando, con lunghi tratti rettilinei, i vari villaggi e specialmente particolari luoghi di culto. Tra queste strade va ricordata per la sua lunghezza la Great North Road, cioè la "Grande Strada del Nord", che s'è sviluppata, per oltre una ventina di chilometri, esattamente nella direzione nord-sud.

Le migrazioni
Più tardi le incursioni degli Atapasca, cioè dei Navajo e degli Apaches, costrinsero questa popolazione a rifugiarsi in diversi villaggi sotto roccia che ancor oggi si possono ammirare a Cliff Palace nella Mesa Verde, per esempio, ed in molti luoghi del Canyon de Chelly e di altre zone. In fine, a più riprese, verso il 1125 nella zona del Chaco, si manifestò una carestia terribile che costrinse questa popolazione a migrare in parte verso settentrione, nella regione delle Aztec Ruins, delle Salomon Ruins e di altre località poste nell'estremità nord del Nuovo Messico. Anche qui però le cose non andarono molto bene, altre carestie costrinsero la popolazione Anasazi a migrare ancora, partendo dalla zona di Aztec, verso il 1275, per recarsi, almeno in parte, con una lunghissima marcia, fino al luogo chiamato Casas Grandes che si trova nell'attuale stato del Messico ad oltre 620 chilometri più a sud del Chaco Canyon.
I discendenti più importanti di questo popolo sono ora gli Hopi che vivono nell'Arizona, assiema agli Zuni, agli Acoma e ai Pueblo del Nuovo Messico che vivono ora ritirati nelle loro riserve.

Nuove interpretazioni degli archeologi
Recentissimamente l'archeologo americano Stephen H.Lekson ha pubblicato una notizia sulla rivista Archaeology veramente di grande interesse riguardante queste antiche migrazioni. Paragonando le date in cui è finita la cultura Anasazi nel Chaco Canyon con l'inizio dello sviluppo della stessa cultura in Aztec e quindi nella Casas Grandes del Messico, lo studioso ha trovato che queste date sono in stretta successione, quasi che la popolazione, almeno una sua parte, si sia spostata, in fasi successive, da un posto all'altro per finire, dopo una lunghissima marcia, addirittura nel Messico, a Casas Grandes. Ma ciò che desta ancor di più l'interesse è il fatto che i villaggi di Aztec Ruins, di Salomon Ruins, di Chaco Canyon e di Casas Grandes, sono tutti perfettamente allineati lungo uno stesso meridiano, il 108. Che questo sia un caso è altamente improbabile; appare invece molto più credibile il fatto che questo allineamento sia stato voluto.

Un problema astronomico
La curiosità dell'autore è stata stimolata principalmente dal seguente problema: in che modo gli antichi Anasazi hanno potuto mantenere un allineamento così perfetto lungo un meridiano per oltre 600 chilometri? Di quali mezzi si sono serviti? Se vogliamo analizzare la questione bisogna innanzitutto escludere che coloro che si sono spostati, partendo dal Chaco Canyon, prima verso nord, e poi verso sud si siano serviti di una bussola. Questo strumento non esisteva nell'America di quell'epoca, ed inoltre, anche se per assurdo gli Anasazi avessero avuto questa possibilità, gli errori gravi che questo strumento introduce non avrebbero consentito di posizionare con così alta precisione i quattro villaggi: Chaco Canyon, Salomon Ruins, Aztec Ruins (verso nord) e Casas Grandes (verso sud). Indubbiamente devono essere serviti di osservazioni astronomiche fatte specialmente sulla posizione del polo celeste, poiché neanche l'uso dello gnomone, che utilizza il Sole, era conosciuto da questa popolazione.
E' facile immaginare un allineamento sul polo, però in pratica bisogna tener presente che, nell'epoca della migrazione degli Anasazi, la stella Polaris, a causa del fenomeno della precessione degli equinozi, era lontana dal polo e quindi non poteva servire come guida per un allineamento così lungo e preciso. Quale poteva essere dunque il metodo utilizzato? Purtroppo non abbiamo documenti di nessuna specie per risolvere la questione; si può solamente tentare di immaginare una metodologia, quanto mai semplice, che possibilmente poteva essere adatta alla mentalità di questa gente.

Una possibile soluzione
Per individuare il polo, gli Anasazi, abilissimi osservatori di fenomeni celesti (il primo dipinto della apparizione della supernova del 1054 si trova proprio nel Chaco Canyon) possono aver utilizzato un semplice intreccio di rami, una specie di rete di legno, la quale doveva essere collocata fissa in una posizione elevata, mentre l'osservatore poggiava l'occhio su un palo appuntito per consentire una mira precisa sulla rete stessa che era posta verso nord. Seguendo per diverse ore il movimento circolare della Polaris dietro l'intreccio di legno, gli astronomi Anasazi potevano segnare con delle tacche, fatte sui rami, la posizione della stella quando, vista dal posto di osservazione, veniva occultata da ognuno di essi. Procedendo in questo modo per diverse notti, era possibile tracciare un sufficiente numero di tacche sui rami, tale da poter permettere di individuare buona parte della circonferenza che la stella descriveva attorno al polo. Ciò fatto, è stato molto semplice individuare il centro di questa circonferenza, cioè il polo, ed inoltre non è stato difficile riferirlo poi alle stelle circostanti per poterne memorizzare l'esatta posizione, anche se il polo celeste non era indicato da alcuna stella.
Ciò fatto, per tracciare la strada lungo il meridiano desiderato, un gruppo di esploratori deve aver acceso un fuoco sul luogo di partenza e, dirigendosi verso sud di notte, gli esploratori si devono essere portati nel luogo più lontano possibile dal quale si poteva però ancora scorgere il fuoco del punto di partenza. Spostandosi quindi in modo da vedere allineato il polo celeste, che già sapevano individuare, con il lontano fuoco, hanno potuto fissare il posto che veniva così a trovarsi esattamente sul meridiano del punto di partenza. Nelle notti seguenti procedendo nello stesso modo, per piccoli tratti sul terreno accidentato, e per lunghe marce sul terreno piano, possono aver percorso anche un cammino lunghissimo sicuri di trovarsi sempre sullo stesso meridiano.
Questo sistema, molto semplice, poteva aver consentito agli Anasazi di allineare in tempi successivi, i quattro grandi villaggi, esattamente nella linea nord-sud. Ma perché tutta questa precisione? E per quale scopo i vari luoghi sono stati orientati così esattamente in questa direzione? Non è facile rispondere a questa domanda; certo è che nella risposta entra la cosmovisione di questo popolo il quale aveva utilizzato in più occasioni questo particolare orientamento. A Pueblo Bonito, per sempio, si trovano, nell'urbanistica della città, diversi allineamenti tutti disposti lungo il meridiano.
Per memorizzare la posizione del polo è possibile che gli Anasazi abbiano utilizzato un semplice strumento simile al pi dei cinesi, illustrato nella figura.
Tutto questo, non solo dimostra la precisa e costante osservazione del cielo da parte di questi nativi, ma ci può fornire anche utili indicazioni per penetrare nella loro cosmovisione nella quale la natura e le manifestazioni celesti rappresentavano un elemento fondamentale della loro cultura.

[align=right]Fonte:
- http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9056
- http://www.calion.com/archeo/anasazii.htm
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