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Stellare
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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 16/02/2015, 23:22 
Già... una guerra per la quale lo zed fu smantellato è nascosto all'interno della grande piramide affinché non cadesse in mani sbagliate.

Bisognerebbe riuscire a circoscrivere il periodo e i protagonisti di questa importante vicenda.

Prima o dopo il diluvio? Una guerra nucleare? Sodoma e gomorra? Mohenjo daro?



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 16/02/2015, 23:37 
Se restiamo in un periodo "vicino" a noi potremmo pensare all' arrivo di popolazioni indoeuropee.
Altrimenti liberiamo la fantasia e vediamo uno scontro fra sopravvisuti di Altantide e MU



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Per ogni problema complesso c' è sempre una soluzione semplice.
Ed è sbagliata.
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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 16/02/2015, 23:43 
Interessante, molto interessante, l'idea dell'arrivo delle popolazioni indoeuropee.

Gli studiosi definiscono indoeuropei un gruppo di popoli che hanno in comune lo stesso gruppo linguistico, così definiti perché oggi abitano due vaste aree collocate in Europa occidentale e nella regione tra Iran e India. È molto discusso se in origine esistesse un unico gruppo etnico oppure un insieme di popoli con forti affinità linguistico-culturali, anche se è questa l'ipotesi prevalente; non è certo neppure quale fosse l'area di insediamento primitivo degli indoeuropei, anche se doveva trovarsi tra Asia ed Europa e sono state avanzate varie supposizioni (Russia meridionale, nord dei Balcani, Scandinavia, per citare quelle più accreditate).

Di sicuro intorno al 4000 a.C. questi popoli iniziarono a spostarsi dalla regione di origine, dando luogo a una gigantesca migrazione che segnò profondamente la successiva storia dell'Europa occidentale e di una parte dell'Asia: in che modo avvenne tutto questo?

Immagine

Non abbiamo documenti scritti e dobbiamo ricostruire gli spostamenti di questi popoli su base linguistica, osservando cioè le somiglianze fra le lingue parlate da popoli che oggi abitano Paesi molto lontani: la parola "madre", ad esempio, è quasi identica in lingue molto diverse tra loro, come il greco (meter), il latino (mater), il sanscrito (mata), lo slavo antico (mati), il germanico (mutter/mother), l'iranico (madar). Non sappiamo neppure cosa abbia scatenato questa serie di ondate migratorie (probabilmente una carestia, o la mancanza di terra e di cibo), ma dalla mappa della diffusione delle lingue indoeuropee appare chiaro che lo spostamento seguì due grandi direttrici, una verso l'Europa (dove giunsero Ittiti, Armeni, Slavi, Latini, Celti, Germani, Micenei) e l'altra verso l'Iran e l'India (dove arrivarono Medi e Persiani, che si insediarono nell'altopiano iranico, e gli Arya, che penetrarono nel nord dell'India).

Si trattava in ogni caso di popoli guerrieri, che penetrarono talvolta in modo violento nelle zone di insediamento e si imposero come dominatori sui gruppi indigeni: quasi tutti conoscevano la metallurgia del ferro, che presentava notevoli vantaggi rispetto a quella del bronzo e che gli Ittiti, ad esempio, portarono in Asia Minore già nel 2000 a.C. Gli Ittiti conoscevano anche il carro da guerra e si servirono di queste risorse militari per conquistare numerosi territori oltre alla penisola dell'Anatolia (l'attuale Turchia dove si insediarono pacificamente), formando un impero che comprendeva Siria e Mesopotamia e cadde per le invasioni dei Popoli del mare, intorno al 1200 a.C. Destino simile ebbero anche i Persiani, prima sottomessi ai Medi e poi alla conquista di un vastissimo impero che si estendeva dall'Asia Minore sino alla valle dell'Indo (le conquiste furono effettuate in pochi anni da Ciro II e dai suoi successori, Cambise e Dario I).

Qualcosa di simile avvenne anche con gli Arya, il popolo indoeuropeo che penetrò nel nord dell'India intorno al 1600 a.C.: parlavano il sanscrito ed erano abili guerrieri, cosicché respinsero a sud le popolazioni indigene di stirpe dravidica e imposero un dominio militare che si sarebbe mantenuto per molti secoli. Gli Arya avevano la pelle chiara e si distinguevano dai Dravidi che avevano la pelle più scura, che per questo venivano considerati "inferiori" sul piano etnico-culturale e furono a lungo relegati in una posizione subalterna nella civiltà indiana. Gli studiosi ipotizzano che la suddivisione in caste della popolazione dell'India, ancor oggi vigente, abbia avuto origine proprio dal dominio degli Arya e che da essi derivino le caste dominanti (a partire da quella dei bramini), mentre quella inferiore dei sudra avrebbe avuto origine dai Dravidi sottomessi.

http://geostoria.weebly.com/migrazioni- ... ntico.html


Suggerisco allora anche la lettura del seguente thread

Kurgan, Dan: la sconfitta della Rinascita Enkilita
viewtopic.php?f=12&t=13799



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 21/02/2015, 16:21 
Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 26/02/2015, 17:25 
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi il bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!". Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente.

Guarda su youtube.com


Quella che avete visto altro non è che la combustione di un pezzo di tiocianato di mercurio [Hg(SCN)2]. Il "tentacolo" che sembra uscire dal nulla è composto da Solfuro mercurico (HgS), varie forme di zolfo, cianogeno [(CN)2], cianuro mercurico (HgCN) e cianuro mercuroso [Hg(CN)2].
i fumi di questa combustione sono molto tossici perché contengono mercurio e sono molto tossici.



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 26/02/2015, 23:24 
Che spettacolo!



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 28/02/2015, 18:12 
Articolo un po' controcorrente ma sicuramente con molti spunti da valutare attentamente.

In poche parole si esprime l'ipotesi che la divulgazione progressiva di informazioni sugli Antichi Alieni sia un operazione partita 50 anni fa e pilotata dalle Elite Massoniche, per una lunga serie di motivi tra le quali: Globalizzazione, Preparazione di Nuova Religione Mondiale su Essi Basata e Preparazione di un background mentale atto ad accettare in futuro la falsa invasione Aliena che starebbero progettando.

http://www.anticorpi.info/2015/02/antic ... le-al.html


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 28/02/2015, 18:18 
Non sei il primo a sottolineare questo tema Superza. Ma se per te non è un problema ti suggerirei di spostarlo nel thread

"La Scacchiera degli Illuminati"
viewtopic.php?t=12793

per meglio approfondire il discorso da te suggerito secondo la chiave di lettura dei Player e senza interferire con "L'Eredità degli Antichi Dei" dove preferirei proseguire con l'analisi di tutte quelle tecnologie e saperi andati perduti di cui troviamo traccia nei testi mitologici, negli ooparts e/o in molte altre cose.



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 03/03/2015, 13:24 
Che sia anche questo "gene" una loro eredità?

Cita:
ECCO IL GENE CHE RENDE “UNICO” IL CERVELLO UMANO
Si chiama ARHGAP11B ed è il gene che fa aumentare il numero di cellule della corteccia cerebrale, requisito fondamentale per l’intelligenza.
Sei in Categoria: Ricerca Scientifica | Tags: biologia
cervello-umano

[La Stampa] Scovato uno dei geni che “disegnano” la corteccia cerebrale dell’uomo, lo strato più esterno e evolutivamente recente dove nascono le nostre capacità cognitive: è un gene che esiste solo nell’uomo ed è il “motore” che fa aumentare il numero di cellule della corteccia.

A scoprirlo è stato il gruppo di ricerca tedesco guidato dall’italiana Marta Florio, dell’Istituto Max Planck di Dresda, i cui risultati sono stati pubblicati su Science.

«È uno dei geni che servono alla formazione del cervello umano, uno di quelli che fa la differenza tra noi e gli scimpanzé», ha detto all’Ansa Florio.

La scoperta del gene, chiamato ARHGAP11B, è stato un lungo lavoro di ricerca partito dall’analisi delle differenze esistenti nella formazione del cervello umano e quello dei topi, in particolare nella regione della corteccia.

Una delle caratteristiche principali del cervello umano, condivisa solo da pochissimi mammiferi, è infatti la presenza di un grande quantità di cellule che formano lo strato più esterno del cervello, la corteccia. Così numerose nell’uomo da doversi “accartocciare” formando la tipica superficie “rugosa”.

Il gene scoperto sarebbe alla base della grande proliferazione, nell’embrione, di cellule staminali da cui si formerà poi la corteccia cerebrale vera e propria.

Un gene quindi fondamentale, che già nel 2010 era stato riconosciuto come una delle sequenze genetiche esistenti solo nell’uomo, sia Sapiens che Neanderthal e e Denisovano, nata per “errore” solo dopo la divisione evolutiva dagli altri primati.

«Il gran numero di cellule che formano la corteccia cerebrale – ha proseguito Florio – è un requisito fondamentale per l’intelligenza e il gene ARHGAP11B ha quindi dato quindi un contributo in questa direzione».

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... llo-umano/



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 11/03/2015, 15:39 
-libera- » 12/01/2011, 4:07
EPICA DELLA CREAZIONE ( STRALCI TRATTI DA ALCUNI LIBRI DI ZECHARIA SITCHIN)

Se, man mano che leggerete non verrete colti da sonno improvviso o da "ammorbamento" celebrale,
questa opera potrebbe risultare esplicativa su alcuni punti riguardanti l'origine dell'essere umano,
poichè narra di episodi avvenuti circa 4 miliardi di anni fa che portano alla formazione del
Sistema Solare, col posizionamento attuale dei pianeti (considerati come dei), la formazione della fascia degli asteroidi posti nell'orbita fra Marte e Giove, e la prima visita di Nibiru nel nostro Sistema Solare.

Tra i testi scoperti (da Henry Layard) fra le rovine della biblioteca di Assurbanipal a Ninive,
ve ne era uno che narrava della creazione in maniera simile a come la raccontava il libro biblico
della genesi. I frammenti delle tavolette, rimessi insieme e pubblicati per la prima volta
(da George Smith "la genesi dei caldei") nel 1876, dimostrarono che esisteva un testo accadico che
narrava come, una certa divinità, creò il cielo la terra e tutto ciò che vi era sopra, compreso
l'essere umano.
Oggi esiste una vasta letteratura che mette a confronto il testo mesopotamico con quello biblico;
ad esempio, l'opera della deità babilonese, non si compie in 6 giorni (come nel caso di Jahveh),
ma riempie lo spazio di 6 tavolette d'argilla e come il dio biblico, il settimo giorno si è riposato
per "contemplare l'opera delle proprie mani" e la settima tavoletta narra esclusivamente di ciò...
Le 7 tavollette di argilla vennero chiamate "LE 7 TAVOLETTE DELLA CREAZIONE". Il testo babilonese,
oggi, viene chiamato "EPICA DELLA CREAZIONE", identificato un tempo con le prime parole del testo:
ENUMA ELISH (= QUANDO NELL'ALTO).
Il racconto biblico della genesi inizia con la creazione del cielo e della terra, mentre il testo
mesopotamico è una vera e propria cosmogonia che
tratta eventi primordiali e ci riporta al principio di tutte le cose...

EPICA DELLA CREAZIONE ( STRALCI TRATTI DA ALCUNI LIBRI DI ZECHARIA SITCHIN)

LA BATTAGLIA CELESTE

"Quando nell'alto il cielo non aveva ancora un nome
e in basso anche il duro suolo non aveva un nome
nulla eccetto il primordiale APSU (sole), il loro genitore,
MUMMU (mercurio) e TIAMAT (terra) - colei che li partorì tutti;
le loro acque erano mescolate insieme
non esisevano ancora canneti, ne paludi.
Nessuno degli dei era stato ancora creato.
Nessuno aveva un nome, i loro destini erano incerti;
fu allora che in mezzo a loro presero forma gli dei..."

"...Le loro acque si mescolarono
e dèi si formarono in mezzo a loro:
nacquero il dio LAHMU (Marte) e il dio LAHAMU (Venere);
per nome furono chiamati".

"...Prima che essi furono cresciuti in età
e in statura, fino alla grandezza stabilita,
il dio ANSHAR (Saturno) e il dio KISHAR (=Giove) furono formati
e li superarono (in grandezza).
Col prolungarsi dei giorni e il moltiplicarsi degli anni,
il dio ANU (Urano) divenne loro figlio. Rivale dei suoi antenati.
Poi il primogenito di Anshar (=Saturno), Anu (=Urano),
pari a se e a sua immagine generò NUDIMMUD (Nettuno)..."

"...I divini fratelli si coalizzarono,
disturbavano Tiamat andando avanti e indietro
turbavano il ventre di Tiamat
coi loro strani movimenti nelle dimore del cielo.
Apsu non riusciva a frenare il loro clamore,
Tiamat era ammutolita dal loro comportamento.
Essi compivano atti detestabili
e si comportavano in maniera odiosa

"...Nella camera dei fati, nel luogo dei destini
un dio fu generato, il piu capace
e saggio degli dèi;
nel cuore del profondo fu creato Marduk/Nibiru.
Colui che lo generò fu Ea..."

"...Attraente era la sua figura,
scintillante il levarsi dei suoi occhi,
maestoso era il suo passo, imponente come nei tempi antichi.
Egli era il piu alto tra gli dei, superiore in tutto.
Superbo tra gli dei, superava tutti per statura,
le sue membra erano enormi,
egli era eccezionalmente alto..."

"...Anu generò e diede forma ai 4 lati
e affidò il loro potere al capo della schiera.
Turbinando come un vortice di vento..."

"...Egli produsse correnti, disturbò Tiamat,
gli dèi non avevano pace
trascinati come una tempesta..."

"...diluiva le loro viscere
pizzicava gli occhi
Tiamat stessa vagava qua e la senza pace..."

"...dal suo corpo si staccarono 11 mostri
una (folla di satelliti) ringhiante e rabbiosa
che cominciò a marciare a fianco di Tiamat..."

"...essa esaltò Kingu
in mezzo a loro lo rese grande
l'alto comando della battaglia
affidò nelle sue mani..."

"...Chi ha dato a Tiamat, il permesso di generare nuovi dèi(/pianeti)?
Domandò Ea(/Nettuno), sottoponendo il problema ad Anshar(/Saturno).
Tutto ciò che Tiamat aveva tramato Egli riportò :
ella ha istituito un'assemblea ed è furiosa di rabbia,
ha aggiunto armi senza pari, ha generato dei mostri-dèi
ben 11 ne ha partoriti;
tra gli dei che formavano la sua assemblea, ha elevato kingu, il suo primogenito,
e lo ha reso capo
gli ha dato la tavola dei destini (un'orbita propria)
gliel'ha fissata sul petto.
Colui che è potente
sarà il nostro vendicatore
colui che è abile in battaglia: Nibiru, l'eroe!"

"...Se davvero come vostro vendicatore,
dovrò sconfiggere Tiamat
salvare la vostra vita
convocate un'assemblea per proclamare il mio Destino Supremo..."

"...Nibiru è Re!
Va e tronca una volta per tutte la vita di Tiamat!..."

"...Egli lanciò all'attacco i venti che aveva generato,
tutti e 7.
Il Signore andò avanti, seguendo la sua strada;
verso la rabbiosa Tiamat si rivolse.
Il Signore si avvicinò sempre piu a Tiamat
per scrutare il piano di Kingu, il suo compagno..."

"...Mentre guardava il suo corpo si sconvolgeva,
non riusciva a mantenere la direzione
compiva gesti confusi..."

"...Quando gli dèi suoi aiutanti,
quelli che marciavano al suo fianco,
videro il valoroso Kingu, la loro vista si offuscò.
Tiamat emise un ruggito,
Il Signore (Nibiru) scatenò la tempesta
la sua arma più potente..."

"...Tiamat e Marduk/Nibiru, il più saggio fra gli dèi,
avanzano l'uno contro l'altro;
si preparano al duello
si avvicinavano alla battaglia..."

"...Il Signore distese la sua rete (forza di attraz. grav.) per avvilupparla;
Il vento del male (satellite di Nibiru), che gli stava dietro
le scatenò contro.
Quando Tiamat aprì la bocca per divorarlo
Egli le spinse contro il vento del male
in modo che non potesse piu chiudere le labbra.
I feroci venti di tempesta (satalliti di Nibiru)
quindi caricarono il suo ventre
il suo corpo si gonfiò
la bocca si spalancò
Egli scagliò una freccia che le dilaniò il ventre;
dentro nelle sue viscere, e le si conficcò nel grembo.
Dopo averla così domata
Egli spense il suo soffio vitale..."

"...Una volta uccisa Tiamat, la guida,
la sua banda fu disparsa, distrutta la sua schiera.
Gli dèi, i suoi aiutanti che marciavano al suo fianco
tremanti di paura, batterono in ritirata
per salvarsi e mantanersi in vita..."

"...Gettati nella rete, essi si ritrovarono prigionieri.
Tutta la banda di demoni
che prima marciavano al suo fianco
Egli la gettò in ceppi, legò le loro mani.
Così strettamente avvinti, essi non potevano scappare..."

"...Tornò quindi da Tiamat
che aveva già sottomesso.
Il Signore si fermò a vedere il corpo senza vita.
In gegnosamente concepì un piano per dividere il Mostro.
Quindi la aprì in due parti, come si fa con un mitilo..."

"...Il Signore calpestò la parte superiore di Tiamat
con la sua arma le tagliò di netto il cranio
recise i canali del suo sangue
e spinse il Vento del Nord (satellite di Nibiru) a portare la parte ormai staccata
verso luoghi che nessuno conosceva..."

Questa potrebbe essere la genesi della nostra Terra! [:p]
P

"...L'altra metà di lei Egli innalzò
come un paravento nei cieli:
schiacciatala, piegò la sua coda
a formare la Grande Fascia,
simile ad un bracciale posto nei cieli..."

Tiamat è stata divisa in due: la metà dispersa ha formato la fascia degli asteroidi
che tutt'oggi è situata nell'orbita fra Marte e Giove, l'altra metà viene spinta,
dal satellite di Nibiru, su una nuova orbita fra Marte e Venere divenendo la nostra
(per ora) Terra.

Il principale satellite di Tiamat, Kingu, diviene il nostro satellite,
la Luna; gli altri 10 satelliti di Tiamat si trasformano in comete.
Lo scontro della ormai Terra, contro il satellite di Nibiru, giustifica la
concentrazione dei continenti solo su una metà del pianeta, mentre l'altra
parte è costituita da un'immensa cavità dove è posto l'Oceano Pacifico.
-libera-

Voglio ricordare che questa è solo una delle possibili chiavi di lettura..



ANALOGIE TESTO EPICO BABILONESE E LA BIBBIA

Nel libro biblico di Isaia troviamo:

"...i giorni primordiali,
quando la potenza del Signore
colpì e divise in due il Superbo,
fece roteare il Mostro d'Acqua,
prosciugò le acque di TEHOM-RABA..."

Nei Salmi biblici, il Salmista, chiamando il Signore Yahweh "mio Re primordiale",
riassume in pochi versi la cosmogonia dell'Epica della Creazione:

"...Con la tua potenza
hai disperso le acque;
il capo dei Mostri acquatici distruggesti..."

Anche il libro biblico di Giobbe menziona come il Signore (Yahweh/Nibiru), colpì
gli aiutanti(/satelliti) del Superbo(Tehom/Tiamat), i quali, vennero frantumati
e andarono così a costituire la fascia degli asteroidi (Baldacchino Schiacciato),
in orbita intorno al sole:

"...Il Baldacchino Schiacciato estese nel luogo di Tehom,
la Terra sospese nel vuoto.
I suoi poteri arrestarono le acque,
la sua energia aprì in due il Superbo;
il suo vento distribuì il bracciale schiacciato
la sua mano spense il drago guizzante..."

Gli esegeti biblici riconoscono che: la parola l'ebraica "Tehom"(=profondità dell'acqua)
deriva da Tiamat, che Tehom-Raba significa Grande Tiamat e che l'interpretazione biblica
degli eventi primordiali si basa sulla cosmogonia sumerica. Già nel primo libro biblico
della genesi si può notare il parallelismo tra la bibbia e l'epica sumerica, dove ci
viene raccontato che "il Vento del Signore spirava sulle acque di Tehom" che
" il fulmine del Signore illuminava il buio dello spazio mentre colpiva e spaccava
Tehom"/Tiamat, creando la Terra ed il "Rakia"(= bracciale martellato/fascia degli asteroidi);
questa fascia celeste, finora tradotta con "firmamento"è chiamata "Cielo".
Il primo verso della Genesi dichiara esplicitamente che fu proprio questa porzione di spazio,
detta Bracciale Martellato, che il Signore ad aveva chiamato Cielo.
La Terra (Tiamat) e la Fascia degli Asteroidi costituiscono "la Terra ed il Cielo", sia nei
testi sumerici che in quelli biblici e furono creati quando Tiamat fu smembrata da Nibiru
il Signore Celeste.
Dopo che il satellite di Nibiru ebbe spinto la terra nella sua posizione attuale, essa
ricevette un' orbita propria attorno al sole, si originarono così le stagioni e ricevendo
anche un proprio movimento di rotazione assiale si originò il susseguirsi del giorno e della
notte.
Gli studiosi ritengono che la terra, nella sua fase primordiale,fosse un globo ardente,
colma di vulcani attivi, i quali riempivano i cieli di vapore acqueo. Quando la temperatura
iniziò a scendere, i vapori si trasformarono in acqua e la superficie del globo si suddivise
in vasti oceani e terra ferma. Queste stesse informazioni scientifiche le ritroviamo nella V
tavoletta dell'epica; benchè molto rovinata, descrive la lava eruttata come "lo sputo" di
Tiamat.
L'epica colloca giustamente questo evento, prima della formazione dell'atmosfera, degli
oceani e dei continenti.
Anche in questo caso il racconto biblico corrisponde a quello sumerico: "...E dio disse:
che le acque sotto i cieli si raccolgano in un sol luogo, e che appaia la terra ferma...".
Ora, la Terra con la sua atmosfera i suoi oceani e continenti, era pronta ad essere plasmata
dalle sue montagne i suoi fiumi, sorgenti e vallate.
Attribuendo tutta la creazione a Nibiru/Marduk, l'epica asserisce:

"...Dopo aver messo nella giusta posizione la testa di Tiamat,
Egli vi innalzò le montagne.
Aprì le sorgenti per farvi nascere i fiumi,
dagli occhi di Tiamat
fece nascere il Tigri e l'Eufrate.
Dai suoi capezzoli formò alte montagne,
perforò le sorgenti per costruire pozzi,
affinchè si potesse portar via l'acqua..."

Sia il testo mesopotamico che quello biblico della genesi, collocano nell'acqua
l'inizio della vita sulla terra; seguirono poi le "creature che sciamano" e "gli
uccelli che volano", solo dopo apparvero le altre "creature viventi, ciascuna
secondo la sua specie", finchè alla fine della creazione apparve l'uomo.

La Terra è perciò, Tiamat reincarnata e Kingu è la Luna.
Il destino di Kingu fu deciso solo quando Nibiru/Marduk, compiuta la sua prima
orbita attorno al sole (Apsu), tornò sulla scena della Battaglia Celeste:

"...E kingu, che era diventato capo fra loro, lo fece rimpicciolire;
come il dio DUGGAE lo trattò:
gli tolse la tavola del destino
che a torto stava nelle sue mani..."

Marduk/Nibiru non distrusse Kingu, si limitò a togliergli la sua orbita attorno al
sole, che Tiamat gli aveva concesso essensdo grande in dimensioni.
Così lo rimpicciolì e tornò ad essere un satellite.
Questo si verificò quando la parte superiore di Tiamat venne lanciata, dall'impatto
col satellite di Nibiru, in una nuova orbita, dando origine alla Terra trascinando
con se Kingu, che divenne la nostra Luna.

Trasformato così in DUGGAE (=ciotola di piombo) celeste, Kingu era stato privato di
ciò che rende vivo un pianeta: atmosfera, acqua e materia radioattiva.
Si rimpicciolì e divenne un globo di argilla senza vita...
Tutto ciò sembra corrispondere alla storia della nostra Luna, proprio come è stata
ricostruita in base alle attuali scoperte: il destino di un satellite che nasce come
Kingu e diventa un Duggae celeste, una ciotola di piombo senza vita.
Dopo aver sistematoTiamat e Kingu, Nibiru:

"...di nuovo attraversò i cieli
e contemplò la regione..."

Nibiru, puntando la sua rotta verdo l'orbita di Nettuno (Nudimmud), verso cioè, lo
spazio esterno," il profondo" del sistema solare, fissa un'orbita a Plutone (Gaga),
ex satellite di Saturno (Anshar), assegnandogli l'orbita attuale alle porte del
sistema solare, facendolo divenire il pianeta più esterno.
Una volta che Nibiru/Marduk ebbe "sistemato" le orbite di tutti i pianeti del sistema,
"decise" di tenere per se l'orbita intorno al sole che si era guadagnato essendo stato
attratto nel sistema da Nettuno. Da quel momento in poi Nibiru divenne a tutti gli
effetti un membro del nostro sistema solare, tornando sulla scena della battaglia
celeste e quindi all'interno del sistema ogni 3600 anni.
Ora il nostro sistema solare è composto da 12 corpi celesti, ciascuno dei quali
corrispondeva a uno dei 12 Grandi Dèi..
L'Epica della Creazione pare mostrare che Nibiru/Marduk era un invasore
proveniente dall'esterno del sistema solare e che aveva orbitato nei pressi dei pianeti
esterni prima di scontrarsi con Tiamat. I Sumeri lo chiamavano Nibiru
(= il pianeta che attraversa).
La versione babilonese dell'epica contiene i seguenti dati astronomici in versi:

"...Pianeta Nibiru;
il crocevia del cielo e della terra egli occuperà.
Sopra e sotto,
essi non passeranno,
ma dovranno aspettarlo.
Pianeta Nibiru;
pianeta che brilla nei cieli.
Egli tiene la posizione centrale;
a lui renderanno omaggio.
Pianeta Nibiru;
è lui che senza mai stancarsi
continua a passare in mezzo a Tiamat.
Pianeta che attraversa sia il suo nome.
Colui che occupa il centro..."

Da questi versi si evince che il 12' Pianeta, Nibiru (dodicesimo , perche venivano
considerati pianeti anche il sole e la luna) , aveva guadagnato un'orbita che lo
riporta costantemente, fra Marte e Giove, cioè al centro dei pianeti del S.S,
dividendoli in pianeti interni ed esterni.
Se questo decimo o dodicesimo pianeta orbita tra Marte e Giove come mai non
riusciamo a vederlo?? I testi mesopotamici affermano che Nibiru arriva fino a
regioni sconosciute dei cieli, alle profondità dell'universo...

"...Egli scruta la conoscenza nascosta,
vede tutti i quartieri dell'universo..."

Potendo orbitare intorno a tutti gli altri pianeti del sistema Nibiru veniva
considerato come una sorta di sorvegliante e custode degli altri pianeti:

"...Egli tiene strette le loro fascie (orbite);
traccia un cappio attorno a loro..."

La sua orbita era più "elevata" e piu estesa degli altri pianeti, quindi molto
più ellittica, proprio come quella delle comete; fondata sul centro di gravità
del sole, essa ha un apogeo (punto piu lontano dalla terra) dove comincia il suo
viaggio di ritorno, e un perigeo (punto più vicino alla terra) dove inizia il
viaggio di ritorno verso lo spazio aperto.
Questa è la conseguenza per cui il suo periodo orbitale è molto piu lungo dei
periodi orbitali degli altri pianeti.
Secondo i sumeri il pianeta andava da ANUR (base del cielo) ad ENUN
(dimora del sovrano)...
L'Epica della Creazione diceva a proposito di Marduk/Nibiru:

"...Egli attraversò i cieli
e contemplò le regioni...
La struttura del profondo il Signore misurò.
ESHARA stabilì come sua dimora esterna;
Eshara come gradiosa dimora nel cielo stabilì..."

In altre parole una "dimora" era all'apogeo e una al perigeo.

In tutte le religioni del mondo esiste un comune denominatore, il Ritorno del Signore,
identificato con dei segni premonitori, quali terremoti inondazioni,
carestie etc etc... atystyjs



IL RITORNO DEL SIGNORE (NIBIRU/MARDUK), ARMAGHEDON

Come il loro antenato sumerico, Abramo di Ur, anche gli antichi profeti ebrei,
associavano la loro principale divinità con il Pianeta Supremo.
In parallelo con molti testi mesootamici, anche molti libri della bibbia affermano
che il "Signore" aveva la sua dimora "nell'alto dei cieli" dove "contemplava il sorgere
dei primi pianeti muovendosi nel cielo in cerchio"...
Nel libro biblico di Giobbe apprendiamo dove era andato il pianeta del Signore:

"...Sul profondo Egli tracciò un'orbita;
dove la luce e l'oscurità si fondono
là è il suo limite più lontano..."

Anche il libro biblico dei Salmi parla del corso del pianeta Nibiru:

"...I cieli rivelano la gloria del Signore,
il bracciale schiacciato proclama la sua opera...
Egli avanza come uno sposo dal baldacchino,
come un atleta si compiace di compiere la corsa.
Dalla fine dei cieli Egli ha origine
e alla fine dei cieli si compie il suo circuito..."

Nell'antichità il pianeta, Nibiru, veniva rappresentato come un globo alato, che è
stato ritrovato, raffigurato come incisione, su facciate di templi e palazzi, su
incisioni rupestri, sui sigilli cilindrici e dipinto su pareti. Esso era l'emblema di
Sacerdoti e Re, sovrastava il loro trono, era inciso sui carri di battaglia, oltre ad
adornareoggetti in argilla, metallo, pietra e legno.
Tutti coloro che governarono i regni di Sumer, Accad, Babilonia, Assiria, Elam,
Urartu, Mari, Nuzi, Mitanni e Canaan, adorarono questo simbolo.
I Re ittiti, i faraoni e gli shar persiani, tutti proclamavano supremo questo simbolo
e ciò che rappresentava per millenni.
Il fatto che il Pianeta Degli Dèi tornasse periodicamente nelle vicinanze della terra,
costituiva per gli antichi il punto centrale delle loro convinzioni religiose e
astronomiche.
Tutti i popoli del mondo antico consideravano l'avvicinarsi del Dodicesimo Pianeta,
come di una nuova era.
I testi mesopotamici parlano del periodico apparire di Nibiru, come di un evento già
previsto e osservabile:

"...Il grande Pianeta
d'aspetto rosso scuro.
Il cielo divide a metà
e si presenta come Nibiru..."

I testi parlano dell'arrivo del pianeta, quasi come dei responsi oracolari che
profetizzano gli effetti catastrofici del suo passaggio, sulla terra e sul genere
umano:

"...Quando dalla posizione di Giove,
il Pianeta passa a ovest,
vi sarà un tempo di tranquillità e sicurezza.
una dolce pace scenderà sulla regione.
Quando dalla posizione di Giove
il Pianeta diverrà più luminoso
e nella casa zodiacale del Cancro diventerà Nibiru,
Akkad traboccherà di abbondanza,
il re di Akkad sarà ancor più potente.
Quando Nibiru culmina...
la regione se ne starà al sicuro,
i re nemici saranno in pace,
gli dèi ascolteranno le preghiere ed esaudiranno le suppliche..."

A quel tempo si sapeva che l'avvicinarsi di Nibiru avrebbe causato piogge e
inondazioni, a causa dei suoi forti influssi gravitazionali:

"...Quando il Pianeta del Trono nel cielo
si farà più luminoso, vi saranno alluvioni e piogge...
Quando Nibiru giungerà al perigeo,
gli dèi daranno finalmente la pace,
affanni e complicazioni si placheranno.
Pioggia e inondazioni arriveranno..."

Come per i mesopotamici anche per i profeti ebrei il fatto che il pianeta si
avvicinasse alla terra costituiva il presaggio di una nuova era.
Le analogie fra i racconti sono palesi. Il testo delle profezie bibliche
annunciava un'era di pace e di giustizia sulla terra dopo l'avvento del Giorno
del Signore; Il profeta ebreo Isaia disse:

"...E avverrà alla fine dei giorni:
Il Signore giudicherà fra le nazioni
e aspramente rimprovererà molti popoli.
Ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri
e le loro lance in cesoie per potare le fronde;
nessuna nazione alzerà la spada contro un'altra nazione..."

In contrasto con le benedizioni della nuova era che sarebbe seguita al Giorno
del Signore, esso, viene descritto dall'Antico Testamento, come un periodo di piogge,
inondazioni e terremoti; queste le parole del profeta Isaia:

"... Come il frastuono di una moltitudine fra le montagne,
un tumultuoso rumore come di molta gente,
di regni e di nazioni raccolti insieme;
così è il Signore degli Eserciti che comanda un esercito in battaglia.
Da una terra lontana essi arrivano,
dalla fine del cielo,
il Signore e le armi della sua ira
vengono a distruggere tutta la terra...
Perciò io agiterò il cielo
e la terra sarà scossa dal suo posto
quando il Signore passerà,
il giorno in cui si manifesterà la sua ira bruciante..."

Mentre sulla terra ci saranno terremoti, anche la rotazione assiale ne risentirà,
subirà uno stop; il profeta ebreo Amos predisse che:

"...E avverrà in quel giorno,
dice il Signore,
che io farò tramontare il sole a mezzogiorno,
e oscurerò la terra nel bel mezzo del giorno..."

Il profeta Zaccaria annunciò al suo popolo che il momentaneo arresto della
rotazione assiale della terra sarebbe durato un sol giorno:

"...E avverrà quel giorno
che non vi sarà luce
e farà stranamente freddo,
e vi sarà un giorno ben noto al Signore
che non avrà ne giorno ne notte,
poichè anche di sera vi sarà luce..."

I popoli antichi non solo aspettavano il ritorno del pianeta ma ne tracciavano
persino il percorso; Isaia dice:

"...Da solo egli si allunga nei cieli
e cammina nelle più remote profondità,
arriva fino alla Grande Orsa, Orione e Sirio,
e le costellazioni del sud..."

Amos dice:

"...Egli volge il volto sorridente
verso Toro e Ariete;
dal Toro al Sagittario Egli andrà..."

Il Pianeta dell'attraversamento, spazia nell'alto dei cieli, proveniendo da sud
e muovendosi in senso orario, come affermavano anche i testi mesopotamici:

Il profeta ebreo Abacuc dice:

"...Il Signore verrà da sud...
La sua gloria riempirà la terra...
e Venere sarà una luce che dà i suoi raggi al Signore..."

L'attesa del Giorno del Signore, viene ripresa nei libri del Nuovo Testamento,
come attesa del Regno dei Cieli. Era basata su esperienze reali dei popoli della
terra e cioè sul fatto che essi assistettero di persona al ritorno, nei pressi
della terra, del Pianeta della Sovranità.
Proprio questa periodicità ci conferma che il Dodicesimo Pianetafa parte del sistema
solare. Esso si muove nella sua orbita, come le comete, le quali hanno un periodo
orbitale che va dalla durata di pochi anni fino a migliaia. La cometa di Kohoutek,
scoperta nel 1973, arrivò a circa 120MLN di Km dalla Terra nel 1974 e scomparve dietro
al sole poco dopo. Secondo gli astronomi potrebbe riapparire in un periodo compreso
fra i 7500 e i 75000 anni nel futuro.
Se gli uomini antichi sapevano che il Dodicesimo Pianeta appariva e scompariva
periodicamente dalla vista della terra, ciò fa supporre che il periodo orbitale di
Nibiru fosse piu breve di quello calcolato nella cometa di Kohoutek. Tuttavia anche
un'orbita pari solo alla metà di quella piu breve attribuita a Kohoutek, porterebbe
Nibiru rispetto alla terra, sei volte piu lontano di Plutone, troppo lontano poter
riflettere i raggi del sole. Infatti la scoperta dell'esistenza dei pianeti al dilà
di Saturno non avvenne per visione diretta ma, avvenne in quanto gli astronomi si
accorsero che le orbite dei pianeti fino ad allora conosciuti, sembravano perturbate
dall'orbita di altri presunti pianeti, e cio li porto ad ipotizzare dell'esistenza
degli altri corpi celesti ancora sconosciuti: Urano, Nettuno e Plutone.
Quindi anche se negato alla vista, Nibiru potrebbe in futuro essere scoperto attraverso
calcoli matematici, come lo furono Nettuno, Urano e Plutone.
Non sappiamo quale sia con precisione il periodo orbitale di Nibiru, tuttavia le fonti
mesopotamiche e bibliche attestavano che fosse di 3600 anni terrestri.
Nella lingua sumerica il numero 3600 era rappresentato graficamente da un grande cerchio
e l'epiteto usato per indicare il Pianeta era SHAR (=supremo, sovrano) che significava
anche: Cerchio Perfetto o Ciclo Completo.

Ribadisco che questa è solo una delle possibili chiavi di lettura, è appunto la chiave di lettura sitchiniana..sta a noi vagliare [:287]




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MessaggioInviato: 11/03/2015, 17:47 
Cara shighella, ho preso in prestito questo tuo post per inserirlo anche in questo topic: viewtopic.php?f=12&t=14195&start=60

[;)]


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 11/03/2015, 21:11 
Che tecnologie consigliate per ridurre in pezzi un grosso pianeta ? [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 11/03/2015, 23:14 
Bastion ha scritto:
Cara shighella, ho preso in prestito questo tuo post per inserirlo anche in questo topic: viewtopic.php?f=12&t=14195&start=60

[;)]


Certamente Bastion! [:)]
In effetti anche quella mi pare una sezione più che idonea..
E' un post che scrissi nel 2011 in un altro forum col nick "libera"che appare di tanto in tanto.. [:304]



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 11/03/2015, 23:25 
Xanax ha scritto:
Che tecnologie consigliate per ridurre in pezzi un grosso pianeta ? [:306]


Mi sa che facciamo prima ad emigrare! [:p] [:I]
Non penso che ci siano tecnologie conosciute in grado di spazzare via un altro pianeta, seppur esistessero non risolverebbero il problema, l'esplosione di un pianeta all'interno del sistema solare avrebbe ripercussioni catastrofiche sulle orbite di tutti gli altri pianeti coinquilini.

Secondo voi, come potremmo riuscire a frantumare un pianeta o a evitare che si avvicini al punto di causare "danni", a parte gli scongiuri [:D] ? [:296]



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eredità degli Antichi Dei
MessaggioInviato: 18/03/2015, 22:45 
Invito gli amici di UfoForum a prendere visione di questo materiale osservando come il cosidetto "fiore alchemico" sia molto molto simile al simbolo del fleur de lys (giglio) di cui si parla anche in altri thread

Il Noce e l’alchimia

In un precedente articolo scritto da Guglielmo Menegatti su Tesla è stato introdotta l’informazione che l’albero del Noce e i suoi frutti sono elementi conosciuti e utilizzati fin da tempi antichissimi in alchimia.

Immagine

A seguito di questa pubblicazione l’autore ha ricevuto parecchie richieste di chiarimenti sull’argomento, dato che si tratta di un informazione non facilmente reperibile. Per questo l’autore ha ritenuto necessario aggiungere i seguenti chiarimenti:

“Il noce, i suoi frutti e i suoi fiori appartengono ad un livello di conoscenza alchemica molto elevato”.

L’uso e l’utilità del Noce in applicazioni alchemiche, farmacologiche, fisiche o chimiche non è ricavabile tramite nessun testo ma è deducibile esclusivamente attraverso lo studio della simbologia primordiale dalla quale è poi scaturito e si è formato nel tempo quel linguaggio di parole e disegni che è a noi amanti dell’alchimia è famigliare.

Inizieremo ora con l’identificazione del simbolo di base che ha origini antichissime ed è diffuso in tutte le culture del mondo.

Questo simbolo basilare in realtà non ha nessun nome specifico per cui lo chiameremo semplicemente: “Fiore alchemico”.

Immagine

fiorebaseIl Fiore nel suo insieme rappresenta tutte le conoscenze fondamentali ed è ripartibile in due unità, la parte superiore (a destra nell’immagine) riguarda le conoscenze del potere che servono per gestire il mondo, fra le quali appunto l’alchimia, la fisica e tutte le scienze in generale mentre la parte inferiore (cerchio) riguarda le conoscenze che servono per gestire e conoscere il nostro corpo e il nostro ego; in questa appendice non si parlerà della parte inferiore del simbolo e nemmeno di altri elementi che ne fanno parte e che descrivono l’origine della nostra razza.

L’immagine riportata fa parte della cultura Pazyryc. Il Fiore come simbolo racchiude principalmente la somma grafica del fiore maschile e quello femminile dell’albero della Noce. Nell’immagine che segue è possibile vedere le parti assemblate (a sinistra) e quelle originali.

Immagine

L’assemblaggio dei due fiori non è stato ricavato dalla deduzione logica basata sulle simmetrie grafiche ma è un preciso riscontro che deriva dallo studio dei simboli preistorici nella loro evoluzione geografica e temporale. Qui sotto due esempi della sua trasformazione:

Immagine

Altri esempi della sua variazione: en.wikipedia.org. Frequentemente il simbolo del fiore maschile dell’albero della noce è erroneamente confuso con la pigna dei Pini però se si osservano alcuni particolari è facile ricredersi. La pigna dei pini ha una forma irregolare, non romboidale e inoltre non presenta al suo apice una punta che invece è classica del del fiore maschile del Noce. Errore classico ad esempio è quello dell’enorme statua in Vaticano che gli studiosi interpretano come pigna del pino. Nell’immagine qui sotto: a sinistra la pigna Vaticana, in centro il fiore maschile del Noce e a destra la pigna classica esagonale dei pini:

Immagine

L’interpretazione è anche confutata facilmente dal fatto che il Pino non è un albero diffuso in tutto il mondo e inoltre moltissimi altri reperti archeologici mostrano i vari stadi dello sviluppo in lunghezza del fiore del Noce che non può quindi assolutamente essere confuso con altre specie di piante. Qui sotto immagini provenienti da tutto il mondo e da culture diverse dove risulta ben evidente che non si tratta di Pini.

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E ancora se può servire come comparazione in questa immagine sono in mostra i vari stadi di sviluppo del fiore maschile del Noce.

Immagine

Il frutto maschile del Noce sembra possedere la proprietà di migliorare le qualità intellettive infatti lo ritroviamo quasi sempre con elementi che sono in relazione con la testa come corone, drappi ecc. e nella religione buddhista è posato sulla sommità del capo.

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Molto interessante è la storia mitologica di Dionisio (Dio dei pini) che erroneamente è identificato come dio del vino, in realtà Dionisio beve qualche cosa ma è più facile che si disseti con un infuso della Noce piuttosto che della vite. Le più antiche rappresentazioni di questo Dio mostrano con grande evidenza che non si tratta di Uva ma di qualche cosa che ora finalmente noi conosciamo. Nell’immagine qui sotto è possibile comparare le gemme dei fiori maschili del Noce con i frutti (che non sono assolutamente Uva) della corona che cinge la fronte di Dionisio.

Immagine

In questa scultura il Dio porta sulla sommità del capo una fiamma stilizzata e in mano ha un bastone che sulla cima ha un fiore di Noce maschile. Questo speciale bastone che è classicamente appartenente a Dionisio è noto con il nome di Tirso.

Immagine

Nel bassorilievo riportato qui sotto forse è contenuta la vera storia di Dionisio il quale essendo invecchiato offre del vino per ottenere in cambio qualche cosa per ritornare giovane e che si trova nella mano sinistra della donna.

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All’incirca la stessa scena ripresa dal codice “Guta-Sintram” dove si vede Gesù che chiede qualche cosa alla madre che però con fare serio non sembra facilmente disposta a concedere.

Immagine

Nei papiri e dipinti murali Egiziani e nella cultura della Mesopotamia ci sono moltissimi riferimenti all’albero della noce ma sono riconoscibili tenendo conto dell’aspetto caratteristico delle foglie di questo albero. Le foglie del noce infatti hanno sempre un numero dispari che produce i numeri cinque, sette o nove.

Immagine

Gli Egiziani e i Sumeri nei loro documenti per indicare il Noce mostrano frequentemente le foglie, gli Egiziani usano anche il simbolo della “vita” detto “croce d’Iside” mentre i Sumeri usano un simbolo che è simile al nostro “Fiore Alchemico”. Ad esempio ecco un’immagine Egiziana descrittiva della trasformazione delle noci in una bibita. L’identificativo che si tratta di un albero di Noce è determinato dal disegno dei due uccelli posti sul basamento che insieme all’albero creano il simbolo della vita. Si noti anche che la trasformazione crea tre tipi di bevanda, una per uso dei nobili, una per gli animali e l’altra per il popolo, per comprendere questa ripartizione produttiva si segua il flusso del liquido che sgorga dal vaso della raccoglitrice di frutti che è arrampicata sull’albero.

Immagine

Nella tradizione della Mesopotamia così come in Egitto ci sono moltissimi esempi dell’uso di una bibita a base di noci. Nell’immagine qui sotto di origine Sumera si vede un malato che accompagnato dal medico va dall’esperto per acquistare la medicina. L’identificazione dell’origine risulta facile per il simbolo che è posto sopra il vaso che è tenuto con la mano destra dal farmacista.

Immagine

Qui sotto un’altra scena dove sono in evidenza le foglie.

Immagine

La bevanda pare essere anche un afrodisiaco, almeno da quanto si evince da uno specchio Etrusco che riportiamo qui sotto riprodotto in grafica.

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Il Noce è associato molto frequentemente ad un uccello non identificato ma definito in alcune culture “Fenice”, La Fenice è immortale e rinascere dalle proprie ceneri. L’immagine qui sotto è tratta dal testo indiano “Panchatantra“ del terzo secolo AC.

Immagine

Un’altra immagine dalla chiesa di San Marco a Venezia.

Immagine

Ancora dal Guta-Sintram codex del 1154

Immagine

Per la trasformazione invece delle uova in oro riportiamo qui sotto l’immagine che è stata l’origine del nostro documento, si tratta di un murale dell’antico Egitto nella Mastaba di Ptah-hotep di Saqqara (circa 2400 AC). Nella scena si vede un individuo che tiene fermo un uccello mentre gli introduce un tubo nel ventre. Il tubo è connesso ad una specie di Forno dal quale escono vapori o cenere della combustione o bollitura dei frutti maschili del Noce. Sullo sfondo in alto a sinistra una piramide fatta con le probabili uova (d’oro).

Immagine

Qualcuno ha anche richiesto di formulare una ricetta dell’immortalità, ovviamente non è nei nostri intenti ma allo scopo di rispondere in maniera più esauriente possibile ad ogni dubbio consigliamo di fare le seguenti cose: Sostituire la colazione con un bicchiere di estratto di foglie di olivo addolcito al miele e tre noci (30 grammi senza guscio). Ovviamente è opportuno consigliarsi prima con il proprio medico o con l’erborista.

Ci sarebbero molte altre cose da dire sul noce ma crediamo di aver risposto a sufficienza relativamente a quanto ci è stato richiesto dai nostri amici lettori tramite email, vogliamo però aggiungere ancora un’informazione che potrà essere utile agli sperimentatori e agli amanti dell’Alchimia. Il fiore maschile e probabilmente i frutti del Noce devono essere raccolti in un periodo esatto della loro maturazione e solo in questo modo essi potranno essere usati per gli scopi che sono previsti. Come prova rammentiamo che per tradizione le streghe e coloro che fabbricano il liquore Nocino raccolgono solo ed esclusivamente durante la notte di San Giovanni, secondo noi però non si tratta di rispettare una data ma di scegliere con cura l’adatto stato di maturazione.

Guglielmo Menegatti

http://www.altrogiornale.org/il-noce-e-lalchimia/



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