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UFO Forum - Ufologia.Net - piramidi cosa sono veramente?
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POST DEL 19-03-2007MANNY
UNA TECNOLOGIA INSPIEGABILECome spiegare, poi, i risultati sofisticati ottenuti nella lavorazione delle pietre? Gli
scalpelli primitivi di rame sono forse sufficienti a incidere e scavare una roccia
sedimentaria come il calcare, con un lavoro paziente.
Mentre non sono stati ritrovatistrumenti adatti per la squadratura geometrica di grandi blocchi.
Bisognerebbe usare una
sega abbastanza lunga e rigida (magari di bronzo, purtroppo non disponibile nell’Antico
Regno) ed un abrasivo come la sabbia di quarzo, per ottenere un risultato simile a quello
che si ottiene, ad esempio oggi, nel taglio del marmo (usando una sega a filo liscia e
smeriglio).
Eppure gli antichi egizi lavoravano con grande facilità il granito e la diorite,
rocce ignee tra le più dure esistenti in natura, formate da una miscela di diversi minerali
tra cui quarzo.
E’ certamente possibile spezzare la roccia forzando una fessura naturale
con un cuneo di legno che si dilata impregnandosi d’acqua. Ma qui si parla di tagli
millimetrici.
La diorite non si può lavorare nemmeno con il ferro; ciò nonostante è stata
finemente modellata nella splendida statua di Chefren, presumibilmente con uno
strumento più duro.
In petrografia, la disciplina che classifica le caratteristiche fisiche
delle rocce, i parametri che misurano la segabilità e la logorabilità per attrito attestano
che, mediamente, l’arenaria è 2 volte più dura del calcare compatto; granito, basalto e
diorite, sono 4 volte più duri.
La tecnologia odierna per tagliare in modo efficiente blocchi
di granito usa come abrasivo la polvere di diamante o di carborundo (carburo di silicio,
un minerale sintetico simile al diamante). Vanno ricordati alcuni elementi sulla scala di
durezza relativa dei minerali, che va da 1 a 10: 2= gesso, 7= quarzo, 8= smeriglio, 9=
carborundo, 10= diamante.
Quindi, non è dato sapere come sia stato lavorato quello che viene considerato il
sarcofago di Cheope.
Questo parallelepipedo di granito, intagliato esternamente alla
perfezione, è stato scavato all’interno in un modo che ha sconcertato l’egittologo del XIX
secolo Flinders Petrie: devono aver usato un cilindro perforatore rotante, sul quale
andrebbe esercitata una pressione enorme, superiore a 1 t.
Come evidenziato da ColinWilson in Da Atlantide alla Sfinge, Christopher Dunn ha dimostrato, con strumenti
moderni, che diverse superfici in granito lavorate nell’antichità sono lisce al 1/50 di
millimetro, e che gli strumenti utilizzati nella perforazione erano più efficienti di quelli
odierni. Analizzando la spirale del taglio su alcune "carote" (cilindri prodotti dalla
trivellazione) di granito rinvenute a Giza, si può calcolare la velocità di penetrazione del
trapano rotante nella roccia: 2,5 mm a giro, contro i 2/1000 di mm a giro scavati da un
trapano moderno, che funziona a 900 giri/minuto.
Ciò non può essere ottenuto,
ovviamente, con un cilindro di rame azionato a mano e sabbia di quarzo, come
vorrebbero gli egittologi ufficiali. Dunn suggerisce una tecnologia basata sulle vibrazioni
ad alta frequenza (una specie di martello pneumatico che vibra alla frequenza degli
ultrasuoni), compatibile con l’indagine microscopica condotta su un foro praticato nel
granito: il trapano aveva tagliato più velocemente il quarzo, rispetto al feldspato
(minerale più tenero). Ovviamente, una simile tecnologia non è raggiungibile con i mezzi
di 4500 anni fa.
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Una vasta produzione di vasellame in diorite, basalto e quarzo rinvenuta a Saqqara e a
Naqada, risalente ad epoca predinastica (4000 a.C.), è ancora più inconcepibile.
Diverse coppelle sono incise con iscrizioni nettissime spesse 0,16 mm (prodotte perciò con punte
resistentissime da 0,12 mm).
Vasi, anfore e altri oggetti comuni sono arrotondati e
modellati con simmetria in un modo che si può ottenere solo con la lavorazione al tornio,
presentano una superficie perfettamente levigata, quasi lucida. Una lente di cristallo è
talmente perfetta da sembrare molata meccanicamente.
Alcuni recipienti hanno un
elegante collo allungato e sottilissimo, e sono internamente cavi: questo significa che la
roccia è stata scavata da fuori, attraverso un’apertura che non permette nemmeno il
passaggio di un dito, un’operazione che anche oggi è semplicemente impossibile.
Un
passo avanti significativo sarebbe quello di riconsiderare, almeno, le conoscenze
metallurgiche normalmente attribuite agli Egizi, contraddette da alcuni oggetti di bronzo
e da una lamina di ferro ritrovati in un condotto della Grande Piramide.
Questi, rinvenuti
nel XIX secolo, furono "smarriti", e saltarono fuori dai sotterranei di un museo nel 1993.
Secondo tradizioni antichissime, i costruttori delle piramidi avevano lasciato strumenti di
ferro e armi che non arrugginivano ....
UN SITO ACCADEMICOhttps://peter-thomson.com/ancients/stonecutting.html