Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
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21/01/2011, 01:49

manucaos ha scritto:

mi devono spiegare come hanno fatto a tirar
fuori quel risultato quando in tutti gli altri grafici risulta il contrario.



E' semplice.... per alcuni non sono le analisi a produrre i risultati....
ma i risultati che si intendono raggiungere a suggerire il tipo di analisi da fare [:D]

25/01/2011, 21:18

Ho trovato un articolo interessante ,anche secondo Erodoto e Diodoro siculo la costruzione della grande piramide e' databile vicino alle date uscite col c14

abbastanza incredibilmente l'ipotesi di correlare due momenti cronologici diversi per la Grande Piramide viene proposta dallo stesso Diodoro Siculo. Egli infatti, nel corso delle sue ricerche d'archivio trova dei documenti che gli consentono di affermare (6): "(sono passati) addirittura più di 3.400 anni, secondo alcuni scrittori, eppure le pietre sono rimaste salde fino ai nostri giorni, conservando la loro posizione originaria e la loro struttura inalterata."
Evidentemente vi erano degli autori, che, basandosi su fonti informative egizie, parlavano di una costruzione della Piramide nel 3.456-3.459 a.C. circa.
Questa data, anche se molto lontana dai dettami dell'Egittologia classica, che colloca il Regno di Cheope tra il 2.600 ed il 2.500 a.C., trova inaspettatamente delle conferme dalla scienza moderna.

qui tutto l'articolo per capire meglio
http://www.edicolaweb.net/am_1702a.htm

da questo sopra si arriva a un ipotesi che la G.P. fosse stata edificata in due diversi momenti , dalla descrizione di Erodoto la prima costruzione aveva la forma di una ziggurrat ,

Dopo aver descritto il lavoro di sbancamento, della strada di cerimoniale di accesso, delle camere sotterranee, programmato personalmente dal Faraone, ed eseguito dai suoi operai, Erodoto riporta (Storie 2,125):

" , , , . , "

"Era stata costruita invece così la Piramide in se stessa in questo modo, a forma di Gradoni, che alcuni chiamano "Krossas" ed altri "Bomidas". Avendo dapprima tale forma, successivamente essi così la costruirono".

Spicca nel testo che il verbo usato all'inizio della frase è "" = "era stata costruita", usato nella forma passiva, che appare in contrasto sia con tutte le operazioni effettuate prima dagli operai di Cheope, sia con il verbo "" = "essi costruirono", riferito alle maestranze del Faraone, ed inserito all'estremo opposto della frase, quasi a volerlo bene separare dal verbo precedente.
Un'altra importante sottolineatura, operata dallo storico di Alicarnasso, arriva con l'espressione " , " = "avendo dapprima tale forma, successivamente": questo ci riporta al concetto di due epoche diverse per la costruzione della Piramide. Una, originale, persa nella notte dei Tempi, l'altra, di restauro ed ampliamento, a cui si riferisce il lavoro degli operai di Cheope.
Se interpretiamo le informazioni di Erodoto, deduciamo che la Piramide di Cheope aveva così una struttura a "Gradoni", chiamati "" e "".
Il termine "Krossas" deriva dall'indo-europeo "Qroqia" e viene usato nell'Iliade (7) per descrivere i pilastri portanti della palizzata che i Greci avevano costruito, usando pali di legno integrati da terra battuta, per proteggere le loro navi, arenate sulla spiaggia, dai Troiani. Suggerisce pertanto l'immagine di "Verticalità".
Di contro, la parola "Bomidas" è tradotto come "basamento di altare", con immagine di spazio piano. Suggerisce perciò un aspetto di "Orizzontalità".
Entrambe le parole reciprocamente completano figurativamente l'immagine di "gradoni" ben alti e spaziosi.
Tale aspetto risulta confermato da quanto viene detto nel prosieguo della narrazione. Su questi "gradoni" ampi, infatti, trovavano posto degli argani, fatti di " " = legni corti", che sollevavano con rapida e continua progressione, sia i blocchi di calcare che le lastre lisce di copertura. È infatti intuibile che, se il blocco veniva rapidamente spostato da un gradone all'altro, tutti i gradoni dovevano essere già presenti "in situ".
Questo aspetto della Piramide, suggerito, più o meno indirettamente da Erodoto, è del tutto verosimile alle "Ziggurrat" babilonesi ed alla Piramide del Faraone Zoser, della 3a Dinastia, a Saqqara.
Vi sono anche altri elementi nella descrizione del "Cheope" di Erodoto, che sono molto vicini alla descrizione storica di Psusennes 1°. Secondo lo storico di Alkicarnasso egli regnò 50 anni, aveva un certo grado di fanatismo religioso e non fu sepolto a Menfi. Le notizie storiche ci dicono che egli regnò 46 anni, ed, effettivamente, la sua mummia è quella di un uomo anziano, mostrò un cospicuo zelo religioso per il culto di Amun e, pur avendo un'attrazione particolare per la Piramide di Gizah, fu sepolto a Tanis, nel Delta del Nilo. Semplici coincidenze?
Da quanto emerso finora sembra così di poter concludere che Erodoto ci voglia suggerire che la Piramide era già presente sulla piana di Gizah.
Gli operai di Cheope si limitarono ad un lavoro di copertura ed ampliamento di una struttura pre-esistente? Ma esistono tracce di restauri ed ampliamenti all'interno della Piramide, come riferito dagli storici greci? La risposta ci giunge dalle cronache sia delle prime esplorazioni, che dalle recenti indagini tecnologiche della Grande Piramide.
Gli scrittori arabi ci raccontano, tra realtà e leggenda, che nell'820 d. C. lo sceicco Al'Mamoun, desiderava entrare dentro la Grande Piramide alla ricerca di improbabili tesori. Per farlo, aveva come una unica indicazione, tratta da antichi manoscritti copti, che l'entrata era posta sul lato Nord, un po' sopra i primi gradoni. Poiché all'epoca la Piramide era completamente coperta da lastre lisce, come quelle che permangono ancora oggi sopra la cuspide della vicina Piramide di Chefren, egli iniziò a fare degli scavi completamente alla cieca, usando, si dice, fuoco ed aceto per ammorbidire il calcare. Dopo molti e faticosi giorni di scavo i risultati erano minimi.
Finché accadde che gli operai sentirono un tonfo di una pesante lastra all'interno che era caduta a terra.
Indirizzando verso quel punto gli scavi, gli operai riuscirono ad arrivare al "corridoio discendente".
Attraverso questo passaggio, denominato confidenzialmente "Buco di Mamoun", entrano ancora oggi i turisti che si recano in visita nella Grande Piramide.
La monumentale Porta di accesso della Grande Piramide, formata da due robusti piloni, con due doppie e pesanti pietre, poste a "V" rovesciata, comparvero alla visione soltanto molti, molti anni dopo, nel 1.500, quando, a seguito di terremoti nella regione del Cairo, gli egiziani si diedero ad una estesa opera di spoliazione della Piramide per utilizzare i blocchi come materiale edile di recupero per la ricostruzione dei palazzi distrutti.
Oggi possiamo vedere come Mamoun non fosse poi troppo distante dall'entrata giusta, ma anche che la Porta si trova circa 1,5-2 metri all'interno del profilo della Piramide stessa.
Se la costruzione della Piramide fosse avvenuta subito fin dall'inizio per ottenere l'aspetto odierno, perché gli antichi Egizi dovevano sprecare tempo e fatica a creare un mirabile portale di accesso, per poi murarlo immediatamente dopo?
Indizi più precisi ci sono poi giunti con l'esplorazione dei 4 condotti di "aerazione" che, dalle camere del Re e della Regina, si dirigono verso nord e verso sud. Grazie all'esplorazione del piccolo robot "Upuaut 2", ad opera dell'ingenere tedesco Rudolf Gantembrink, abbiamo una visione interna dettagliata di questi condotti.
Nella parte conclusiva del Condotto Sud della Camera del Re Gantembrink ci informa, nel suo sito Web, che gli ultimi 2 metri del condotto, prima dello sbocco all'esterno, sono costituiti da 4 blocchi di circa 50 centimetri ognuno. Questi blocchi per forma, colore, e raffronto con i restanti blocchi più interni, che delimitano il condotto stesso, fanno fare a Gantembrink questa osservazione: "This upper sequence of the shaft is a recent restoration" = "questa sequenza superiore (di blocchi) è un restauro recente".
L'esplorazione stessa ha poi evidenziato che, in diversi punti, appaiono 2 linee di allineamento diverse, la prima, di colore rosso, la seconda di colore nero, evidenziando 2 edificazioni in tempi diversi.
Un'altra insolita convergenza tra il testo di Erodoto e la realtà archeologica, ci viene dalla descrizione della camera sotterranea adibita a tomba del Faraone, così descritta da Erodoto (8): "(La Piramide di Chefren) non possiede vani sotterranei e non c'è un canale che porti fino ad essa le acque del Nilo, come accade per l'altra Piramide. Il Nilo infatti, attraverso un condotto artificiale, circonda un isolotto dove pare che Cheope sia stato seppellito".
Alcuni anni or sono il noto Zahi Hawass ha reso di pubblico dominio l'esistenza di 3 locali sovrapposti, al di sotto della "Tomba di Campbell", non lontano dalla Grande Piramide.
Sotto questo ipogeo è stato trovato un isolotto artificiale, di qualche metro di diametro, che recava dei piccoli obelischi ai suoi angoli, circondato dalle acque di un condotto artificiale che proveniva dal Nilo. Al centro dell'isolotto si ergeva un sarcofago vuoto e semisommerso, che lo stesso Hawass riferì potesse essere un cenotafi o di Osiride.
Il fatto che ha sbalordito gli Egittologi è che il terzo locale più inferiore, subito sopra il cenotafi o semi-allagato, recava evidenti tracce stratigrafiche di terrecotte provenienti dal Nuovo Regno, in pieno accordo con la descrizione di Erodoto. (9)


http://www.edicolaweb.net/am_1728.htm

26/01/2011, 17:21

Tutto possibile! Ma la precisione con cui sono state costruite, mi lascia perplesso nel considerare il modo di costruzione descritto da Erodoto!

27/01/2011, 18:44

damomars ha scritto:

Tutto possibile! Ma la precisione con cui sono state costruite, mi lascia perplesso nel considerare il modo di costruzione descritto da Erodoto!


Erodoto ha saputo della costruzione delle piramidi circa 2000 anni dopo , se tutto va bene , e se posso dire la mia , i sacerdoti con cui ha parlato gli hanno raccontato voci che si tramandavano da millenni un po' facendosi belli .... chissa' se ha potuto vedere qualche stele, ..... e chissa' se invece qualche stele che sarebbe stata utile invece non e' sparita dalla piana di Giza , da quando la gestisce il faraone Hawas [}:)] ho letto cose ,per esempio sui marchi di cava sopra la camera del re , che voi umani ...... a proposito qualcuno sa dirmi se i marchi di cava sono stati ritrovati anche sui blocchi esterni , o nella cava .

27/01/2011, 21:09

Comunque sicuramente Hawass non fa tutto da solo......! E' appogiato o meglio, "autorizzato" da persone più in alto.

05/06/2011, 18:45

Cip di esumazione

zio ot [;)]

05/06/2011, 19:02

Su richiesta di Barionu, posto del materiale interessante riguardante
la costruzione della Piramide di Cheope, secondo l'egittologo Goyon...

(cliccare per ingrandire)

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05/06/2011, 19:52

.... materiale che avevamo postato nel vecchio forum ... [B)] [B)] [B)]ora non disponibile .

Il materiale viene da C. Goyon " Il segreto delle grandi Piramidi "

http://cgi.ebay.it/Goyon-IL-SEGRETO-DEL ... 564422951c

ne parla anche Mauro Quagliati


http://mmmgroup.altervista.org/i-pirami.html


zio ot [;)]
Ultima modifica di barionu il 05/06/2011, 19:54, modificato 1 volta in totale.

05/06/2011, 20:44

DA

http://antikitera.forumattivo.com/t259p ... keope#5789



RIPESCAGGIO :



cit da

http://www.ufologia.net/forum/topic.asp ... ichpage=21

data 26/12/07 barionu, riporto un calcolo di Superpippo

Allora, si lavora anche di notte, OK?
2.500.000 blocchi: 20 anni: 365 giorni: 24 ore = 14 blocchi da 2 tonnellate l'ora (e come vedi sono meno ottimista di te) e cioè uno ogni 4,28 minuti da:
Scavare, tagliare, levigare, trasportare, posizionare in modo abbastanza preciso (con sabbia avevi detto, right?) e anche ad una certa altezza!
Ora, suppongo che lavorino tutti per 24 ore al giorno, secondo il calcolo fatto prima ogni giorno vengono posizionati 14x24 = 336 blocchi e cioè in contemporanea circa (20.000/336=..) 60 persone a blocco solo per il posizionamento.

Ora, 60 persone possono spostare i blocchi (33.33 Kg a persona) ma sfido chiunque a scavarne, tagliarne, levigarne, trasportarne, posizionarne in modo abbastanza preciso (con sabbia avevi detto, right?) e anche ad una certa altezza uno ogni 4,28 minuti.

Quì ci sono cifre macroscopicamente errate.


zio ot

Questo solo per semplificare , sapete bene che Goyon, che conosceva A MEMORIA ogni singolo blocco di Cheope , ha fatto un espediente teorico , con blocchi diseguali , la logistica si complica .

Enzo , so bene che gli Antichi erano molto più in gamba dei nostri tentativi di riformulazione , ma il Vallo di Adriano non necessita della perfezione geometrica assoluta di Cheope

E QUESTA PRECISIONE ASSOLUTA HA LA SUA IMPORTANZA

ALZIAMO LA POSTA ?

ne Goyon ne Chicca parlano delle lastre di rivestimento CHE PETRIE :" NON SI RIESCE A INFILARE UNA CARTA DA GIOCO NELLE FESSURE ! "




http://www.edicolaweb.net/giza_10g.htm
http://www.edicolaweb.net/giza_03g.htm

http://www.ilpescecane.org/fotogal/main ... temId=1951
http://www.ndonio.it/Piramide%20Chefren.htm

http://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... mide01.jpg

http://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... mide01.jpg

http://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... midi03.jpg

http://www.bairon.it/marrosso2/CIMG0160.jpg
c

( link trovati da San mauro )

Allora, visto che il problema " pietroni di rivestimento " è fondamentale per i calcoli sulla costruzione di Cheope,

posto l'intero brano del libro di Lawton " il Codice di Giza "







DISPOSIZIONE E INSTAURAZIONE DEI BLOCCHI

DI RIVESTIMENTO

Se davvero furono utilizzate delle rampe, i blocchi del rivestimento esterno dovettero essere collocati contemporaneamente al crescere della parte interna della Piramide, vale a dire livello per livello, invece che dal­l'alto verso il basso a costruzione finita. Perché, se vennero usate mac­chine, ammesso che fosse possibile, immaginare di portare in quota i giganteschi blocchi salendo tutto attorno all'edificio terminato, conside­rati i ridottissimi spazi a disposizione, sembra un'impresa irrealizzabile. Ma anche accettando l'ipotesi dell'installazione progressiva, non sono poche le annotazioni da fare; per esempio, stabilire se il rivestimento veniva sistemato prima o dopo la collocazione dei blocchi della massic­ciata intema. Basandosi sull’osservazione della perfetta coincidenza degli incastri delle pietre che rivestono ancora oggi gli strati inferiori della Grande Piramide, Petrie suggerì che senz'altro la loro messa in opera avveniva prima. Lavorati su tutte le facce, questi blocchi garantivano una chiusura perfetta ed accurata del relativo filare di massicciata. Lasciando punti di approdo dalle rampe per creare idonee zone di lavoro, la cosa non sareb­be stata impossibile.


C'è però un'obiezione: oramai quasi tutti gli archeo­logi sono d'accordo nel ritenere che le facce esterne dei blocchi di rivestimento furono ritoccate in situ procedendo dall'alto in basso a struttu­ra completata. ( e non corso per corso ! ,

quest'ultima frase bisognerà approfondirla, poichè pesa quanto la stessa piramide . zio ot )



L'ipotesi sembra confermata da ciò che si nota a proposi­to dei blocchi di rivestimento della Terza Piramide che compongono i corsi di base il cui aspetto è del tutto grezzo, salvo in quelli che si trova­no nella parte centrale di ogni lato - questo forse perché l'edificio dovet­te essere completato in fretta e furia per l'improvvisa morte di Micerino, sospetto alimentato anche dal raffazzonamento con cui fu terminato il complesso dei vicini templi funerari, chiusi alla bell'e meglio con matto­ni di fango.

Se, dunque, questo esempio veniva seguito in tutti i casi, l'unico moti­vo per immaginare i blocchi esterni sistemati prima potrebbe consistere nella ricerca di una maggiore accuratezza. Forse nel caso della Grande Piramide questo sistema venne applicato con i primi corsi di base, collo­cati partendo dall'esterno verso l'interno, ma la procedura venne poi abbandonata per il resto della costruzione. Tuttavia quando si considera che anche i grandi blocchi esterni dovevano essere manovrati dalle mac­chine a leva per venire collocati a posto, la questione dello spazio diven­ta pressoché irrilevante in relazione all'ordine con cui i blocchi venivano disposti. Il posizionamento degli ultimi blocchi di ciascun filare, infatti, avrebbe in tutti i modi rappresentato sempre il compito più difficile. È probabile che, per motivi di efficienza e tempo, il retro, la base e i fianchi dei blocchi di rivestimento venissero predisposti ad adattarsi al contatto con i blocchi adiacenti prima di essere montati, lasciando gli ultimi ritocchi - e la completa rifinitura della parte superiore e della fac­cia esterna - per operazioni da compiere in situ. Che tutte queste fasi fos­sero eseguite con pazienza certosina, è provato non solo dal perfetto com­baciare dei blocchi, ma anche dal loro accurato appoggiarsi su quelli immediatamente interni, se, per di più, si tiene anche in conto che i punti di contatto non risultavano sovente perpendicolari alle facce dei blocchi. Gli strumenti utilizzati per la rifinitura finale garantivano un lavoro dav­vero raffinato e preciso. Si trattava di semplici scalpelli di rame, dalla lama non più larga di un centimetro, che veniva regolarmente affilata per garantirne l'efficienza. L'ipotesi che le facce esterne dei blocchi di copertura siano state model­late e levigate solo a Piramide completamente eretta, viene supportata da ciò che scrive Masoudi, quando dice: «La Piramide è stata realizzata a gradoni, innalzati e finiti a partire dall'alto per scendere verso il basso, e rivestita quando venne terminata». (Per quanto questa frase possa anche essere interpretata per dire che, mano a mano che si procedeva verso il termine del lavoro venivano anche piazzati i blocchi di rivestimento). Anche se questa teoria gode di buon credito, presenta alcuni problemi logistici niente affatto trascurabili. Se i blocchi esterni vennero sistemati alla fine del lavoro, procedendo dall'alto in basso - ,


( ovvero, bisognava portare a 120/140 metri di altezza pietroni da 10/15 tonnellate dopo una salita in rampe elicoidali lunga circa 3 chilometri ( stima di Goyon ) zio ot )),


con l'uso di macchine di sollevamento - allora questa ope­razione aggiuntiva non suscita problemi; ma abbiamo già visto che non avrebbe rappresentato la soluzione migliore, quand'anche questo metodo fosse stato usato. Viceversa, se i blocchi fossero stati sistemati corso per corso, come ipotizzato nel caso di utilizzo delle rampe, tutto attorno all'e­dificio non ci sarebbe stata alcuna piattaforma per ospitare gli operai addetti alla rifinitura finale dei blocchi. Dunque, se si ammette la teoria delle rampe, cosa che implica l'idea della rifinitura conclusiva delle facce esterne dei blocchi di copertura, ci sono soltanto due metodi per render­ne ragione: o dei ponteggi lignei eretti sulle rampe, oppure l'uso a ponti sospesi sorretti da gruppi di funi calati dall'alto delle quattro facce della Piramide: queste piattaforme aeree sospese, avrebbero consentito agli operai il lavoro di rifinitura.
( gruppi di funi ?????????????piattaforme aeree per blocchi da 15 tn posate con precisione da orologio svizzero ???????? qui Lawton spadella di brutto . zio ot )


Quest'ultima, sembrerebbe essere la sola ipotesi plausibile, ammesso l’uso di macchine di sollevamento, per ipo­tizzare i blocchi di copertura della Piramide rifiniti a edificio completato. Davanti ad una gamma di ipotesi così variata, lasciamo che ciascuno si orienti verso la soluzione che ritiene più accettabile. Quello che conta non è tanto schierarsi da una parte o dall'altra, ma rendersi conto di un fatto importante: si tratta, in tutti i casi, di teorie comprensibili e raziona­li, grazie alle quali si riesce, in un verso o nell'altro, a dare ragione logi­ca del modo in cui gli antichi costruttori egiziani poterono realizzare le piramidi - compresa la Grande Piramide con la sua articolata composi­zione interna.


AGGIUNGO .

Con delle specifiche veramente interessanti : Petrie parla di
giunture cementate ( plaster in ingese : intonaco, impiastro etc ) al CENTESIMO Di POLLICE,

e questo dato è avallato persino da Lehner : " The complete Pyramids "
1997 ed., e stiamo parlando di come appaiono oggi, dopo " almeno "
4000 anni e rotti.


Ma il punto è un altro, e ne ho parlato con molti ingegneri edìli, :

anche oggi 2007/8/9 se posizioni in pendenza un " macigno " da 10/16 tonnellate,( in pendenza !!! ) , se sbagli la prima posa, , , non c'è pezza,:

il fanciullo rimane lì sbilenco e non si può fare un assestamento " decente " , volendo addirittura operare
con le giunture di cemento. ( malta ,impiastro etc .. )


E gli scrittori dell'antichità ci raccontano come Cheope " apparisse liscia e perfetta come una sola indistinguibile lastra ". Masoudi .IX secolo.



Da imparare a memoria.


Cheope fa paura , gli Egittologi Ortodossi eludono da sempre questo problema , e ci sono ragioni occulte ...


zio ot[/quote]




ECCO IL RAPPORTO GOYON





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Ultima modifica di barionu il 05/06/2011, 20:47, modificato 1 volta in totale.

22/06/2011, 19:34

Qualcuno ha mai provato a far passare il meridiano zero sulla grande piramide invece che su greenwich?

E magari fare la stessa cosa sul parallelo. Dopo di che disegnare tutti i paralleli e meridiani ed equidistanti tra loro.

Dove ci sono gli incroci potrebbero esserci zone con rovine antiche.

Io non riesco a farlo perche non trovo un programma per farlo, però varrebbe la pena provare.

23/06/2011, 09:48

eppure il figlio di piero angela quando spiega alla televisione come gl'egiziani(questo lo dà per super scontato),le hanno fatte la fà facilissima.
all'incirca dice che ammucchiavano la sabbia intorno alle stesse e poi trascinavano su i massi con delle funi uno alla volta e li posizionavano nel modo corretto.o meglio con qualche minuscola sbavatura,ma dobbiamo spiega,tenere conto che si trattava di genti mezze preistoriche che adoravano i gatti,gl'uccelli,il sole,la luna..e via andare.

23/06/2011, 11:01

è be... se lo dice lui allora bisogna credergli per forza...
[:246]

23/06/2011, 18:43

alf ha scritto:

eppure il figlio di piero angela CUT


un inutile cicappino

24/06/2011, 18:59

scienziato! [:17

24/06/2011, 19:31

[:17]
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