DA
http://antikitera.forumattivo.com/t259p ... keope#5789RIPESCAGGIO :cit da
http://www.ufologia.net/forum/topic.asp ... ichpage=21data 26/12/07 barionu, riporto un calcolo di Superpippo
Allora, si lavora anche di notte, OK?
2.500.000 blocchi: 20 anni: 365 giorni: 24 ore = 14 blocchi da 2 tonnellate l'ora (e come vedi sono meno ottimista di te) e cioè uno ogni 4,28 minuti da:
Scavare, tagliare, levigare, trasportare, posizionare in modo abbastanza preciso (con sabbia avevi detto, right?) e anche ad una certa altezza!
Ora, suppongo che lavorino tutti per 24 ore al giorno, secondo il calcolo fatto prima ogni giorno vengono posizionati 14x24 = 336 blocchi e cioè in contemporanea circa (20.000/336=..) 60 persone a blocco solo per il posizionamento.
Ora, 60 persone possono spostare i blocchi (33.33 Kg a persona) ma sfido chiunque a scavarne, tagliarne, levigarne, trasportarne, posizionarne in modo abbastanza preciso (con sabbia avevi detto, right?) e anche ad una certa altezza uno ogni 4,28 minuti.
Quì ci sono cifre macroscopicamente errate.
zio ot
Questo solo per semplificare , sapete bene che Goyon, che conosceva A MEMORIA ogni singolo blocco di Cheope , ha fatto un espediente teorico , con blocchi diseguali , la logistica si complica .
Enzo , so bene che gli Antichi erano molto più in gamba dei nostri tentativi di riformulazione , ma il Vallo di Adriano non necessita della perfezione geometrica assoluta di Cheope
E QUESTA PRECISIONE ASSOLUTA HA LA SUA IMPORTANZAALZIAMO LA POSTA ?
ne Goyon ne Chicca parlano delle lastre di rivestimento CHE PETRIE :" NON SI RIESCE A INFILARE UNA CARTA DA GIOCO NELLE FESSURE ! "
http://www.edicolaweb.net/giza_10g.htmhttp://www.edicolaweb.net/giza_03g.htmhttp://www.ilpescecane.org/fotogal/main ... temId=1951http://www.ndonio.it/Piramide%20Chefren.htmhttp://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... mide01.jpghttp://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... mide01.jpghttp://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... midi03.jpghttp://www.bairon.it/marrosso2/CIMG0160.jpgc
( link trovati da San mauro )
Allora, visto che il problema " pietroni di rivestimento " è fondamentale per i calcoli sulla costruzione di Cheope,
posto l'intero brano del libro di Lawton " il Codice di Giza "
DISPOSIZIONE E INSTAURAZIONE DEI BLOCCHI
DI RIVESTIMENTO
Se davvero furono utilizzate delle rampe, i blocchi del rivestimento esterno dovettero essere collocati contemporaneamente al crescere della parte interna della Piramide, vale a dire livello per livello, invece che dall'alto verso il basso a costruzione finita. Perché, se vennero usate macchine, ammesso che fosse possibile, immaginare di portare in quota i giganteschi blocchi salendo tutto attorno all'edificio terminato, considerati i ridottissimi spazi a disposizione, sembra un'impresa irrealizzabile. Ma anche accettando l'ipotesi dell'installazione progressiva, non sono poche le annotazioni da fare; per esempio, stabilire se il rivestimento veniva sistemato prima o dopo la collocazione dei blocchi della massicciata intema. Basandosi sull’osservazione della perfetta coincidenza degli incastri delle pietre che rivestono ancora oggi gli strati inferiori della Grande Piramide, Petrie suggerì che senz'altro la loro messa in opera avveniva prima. Lavorati su tutte le facce, questi blocchi garantivano una chiusura perfetta ed accurata del relativo filare di massicciata. Lasciando punti di approdo dalle rampe per creare idonee zone di lavoro, la cosa non sarebbe stata impossibile.
C'è però un'obiezione: oramai quasi tutti gli archeologi sono d'accordo nel ritenere che le facce esterne dei blocchi di rivestimento furono ritoccate in situ procedendo dall'alto in basso a struttura completata. ( e non corso per corso ! ,
quest'ultima frase bisognerà approfondirla, poichè pesa quanto la stessa piramide . zio ot )L'ipotesi sembra confermata da ciò che si nota a proposito dei blocchi di rivestimento della Terza Piramide che compongono i corsi di base il cui aspetto è del tutto grezzo, salvo in quelli che si trovano nella parte centrale di ogni lato - questo forse perché l'edificio dovette essere completato in fretta e furia per l'improvvisa morte di Micerino, sospetto alimentato anche dal raffazzonamento con cui fu terminato il complesso dei vicini templi funerari, chiusi alla bell'e meglio con mattoni di fango.
Se, dunque, questo esempio veniva seguito in tutti i casi, l'unico motivo per immaginare i blocchi esterni sistemati prima potrebbe consistere nella ricerca di una maggiore accuratezza. Forse nel caso della Grande Piramide questo sistema venne applicato con i primi corsi di base, collocati partendo dall'esterno verso l'interno, ma la procedura venne poi abbandonata per il resto della costruzione. Tuttavia quando si considera che anche i grandi blocchi esterni dovevano essere manovrati dalle macchine a leva per venire collocati a posto, la questione dello spazio diventa pressoché irrilevante in relazione all'ordine con cui i blocchi venivano disposti. Il posizionamento degli ultimi blocchi di ciascun filare, infatti, avrebbe in tutti i modi rappresentato sempre il compito più difficile. È probabile che, per motivi di efficienza e tempo, il retro, la base e i fianchi dei blocchi di rivestimento venissero predisposti ad adattarsi al contatto con i blocchi adiacenti prima di essere montati, lasciando gli ultimi ritocchi - e la completa rifinitura della parte superiore e della faccia esterna - per operazioni da compiere in situ. Che tutte queste fasi fossero eseguite con pazienza certosina, è provato non solo dal perfetto combaciare dei blocchi, ma anche dal loro accurato appoggiarsi su quelli immediatamente interni, se, per di più, si tiene anche in conto che i punti di contatto non risultavano sovente perpendicolari alle facce dei blocchi. Gli strumenti utilizzati per la rifinitura finale garantivano un lavoro davvero raffinato e preciso. Si trattava di semplici scalpelli di rame, dalla lama non più larga di un centimetro, che veniva regolarmente affilata per garantirne l'efficienza. L'ipotesi che le facce esterne dei blocchi di copertura siano state modellate e levigate solo a Piramide completamente eretta, viene supportata da ciò che scrive Masoudi, quando dice: «La Piramide è stata realizzata a gradoni, innalzati e finiti a partire dall'alto per scendere verso il basso, e rivestita quando venne terminata». (Per quanto questa frase possa anche essere interpretata per dire che, mano a mano che si procedeva verso il termine del lavoro venivano anche piazzati i blocchi di rivestimento). Anche se questa teoria gode di buon credito, presenta alcuni problemi logistici niente affatto trascurabili. Se i blocchi esterni vennero sistemati alla fine del lavoro, procedendo dall'alto in basso - ,
( ovvero, bisognava portare a 120/140 metri di altezza pietroni da 10/15 tonnellate dopo una salita in rampe elicoidali lunga circa 3 chilometri ( stima di Goyon ) zio ot )),con l'uso di macchine di sollevamento - allora questa operazione aggiuntiva non suscita problemi; ma abbiamo già visto che non avrebbe rappresentato la soluzione migliore, quand'anche questo metodo fosse stato usato. Viceversa, se i blocchi fossero stati sistemati corso per corso, come ipotizzato nel caso di utilizzo delle rampe, tutto attorno all'edificio non ci sarebbe stata alcuna piattaforma per ospitare gli operai addetti alla rifinitura finale dei blocchi. Dunque, se si ammette la teoria delle rampe, cosa che implica l'idea della rifinitura conclusiva delle facce esterne dei blocchi di copertura, ci sono soltanto due metodi per renderne ragione: o dei ponteggi lignei eretti sulle rampe, oppure l'uso a ponti sospesi sorretti da gruppi di funi calati dall'alto delle quattro facce della Piramide: queste piattaforme aeree sospese, avrebbero consentito agli operai il lavoro di rifinitura.
(
gruppi di funi ?????????????piattaforme aeree per blocchi da 15 tn posate con precisione da orologio svizzero ???????? qui Lawton spadella di brutto . zio ot )Quest'ultima, sembrerebbe essere la sola ipotesi plausibile, ammesso l’uso di macchine di sollevamento, per ipotizzare i blocchi di copertura della Piramide rifiniti a edificio completato. Davanti ad una gamma di ipotesi così variata, lasciamo che ciascuno si orienti verso la soluzione che ritiene più accettabile. Quello che conta non è tanto schierarsi da una parte o dall'altra, ma rendersi conto di un fatto importante: si tratta, in tutti i casi, di teorie comprensibili e razionali, grazie alle quali si riesce, in un verso o nell'altro, a dare ragione logica del modo in cui gli antichi costruttori egiziani poterono realizzare le piramidi - compresa la Grande Piramide con la sua articolata composizione interna.
AGGIUNGO .
Con delle specifiche veramente interessanti : Petrie parla di
giunture cementate ( plaster in ingese : intonaco, impiastro etc ) al
CENTESIMO Di POLLICE,e questo dato è avallato persino da Lehner : " The complete Pyramids "
1997 ed., e stiamo parlando di come appaiono oggi, dopo " almeno "
4000 anni e rotti.
Ma il punto è un altro, e ne ho parlato con molti ingegneri edìli, :
anche oggi 2007/8/9 se posizioni in pendenza un " macigno " da 10/16 tonnellate,( in pendenza !!! ) , se sbagli la prima posa, , , non c'è pezza,:
il fanciullo rimane lì sbilenco e non si può fare un assestamento " decente " , volendo addirittura operare
con le giunture di cemento. ( malta ,impiastro etc .. )
E gli scrittori dell'antichità ci raccontano come Cheope " apparisse liscia e perfetta come una sola indistinguibile lastra ". Masoudi .IX secolo.
Da imparare a memoria.
Cheope fa paura , gli Egittologi Ortodossi eludono da sempre questo problema , e ci sono ragioni occulte ...
zio ot[/quote]
ECCO IL RAPPORTO GOYON







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barionu il 05/06/2011, 20:47, modificato 1 volta in totale.