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Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
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10/01/2011, 10:32

vimana131 ha scritto:

Hanno un'origine nordica i popoli del mare? (prima parte)

By Edoardo Capuano - Posted on 05 gennaio 2011

Navigatori abili e bellicosi dotati di robuste navi rostrate, i Popoli del mare sono citati nella stele di Medinet Habu dove si leggono in primis i seguenti etnonimi: Pheres, Saksar e Denen. Secondo alcuni studiosi, queste denominazioni potrebbero indicare tre stirpi germaniche, ossia i Frisoni (Pheres), i Sassoni (Sachsen) ed i Danesi (Denen). Altri popoli del mare furono , invece, non indoeuropei, ma si aggregarono agli invasori nordici e, in parte, si mescolarono con loro. Il XIII secolo a.C. fu un'epoca di spaventose catastrofi: cambiamenti climatici e conseguenti carestie spinsero genti del Nord Europa verso le regioni del Mediterraneo alla ricerca di condizioni di vita migliori.


http://www.ecplanet.com/node/2124


Io invece sarei propenso a considerare che questi popoli che si sono uniti ai popoli autoctoni del Mediterraneo,non siano state di stirpe Germanica,contrariamente ai nomi assonanti di tipo Germanico,ma popoli venuti dalle coste dell'attuale Inghilterra,della Norvegia,della Svezia,delle coste settentrionali della Spagna e di tutte le isole dentro e fuori dal Mediterraneo incluso gli Etruschi.
Difatti si può notare dai copricapi i quali sono di diverse foggie:
Gli elmi Cornuti di tipo Vickingo che provenivano dall'estremo nord dell'Europa,si erano uniti agli Elmi con lunghe piume che indossavano i popoli Libici compreso i Siculi.
Tutta questa coalizione di popoli avevano alle spalle una lunga esperienza sulle costruzioni di navi,tanto da essere in grado di poter affrontare gli Oceani e arrivare in qualunque parte del mondo.
Ultima modifica di bleffort il 10/01/2011, 10:35, modificato 1 volta in totale.

17/01/2011, 16:28

Archeologia: scoperto osso umano da un milione di anni fà da equipe Sapienza
Venerdì 14 Gennaio 2011 15:18

La missione durata circa 40 giorni ha voluto fare una ricognizione dettagliata del sito. «Con oltre dieci persone, in ginocchio per terra, abbiamo sondato ogni angolo del sito individuato - racconta il professore - fino a quando abbiamo ritrovato questo pezzo molto importante che ci indica come questo luogo sia molto ricco di testimonianze. Ora dobbiamo tornare a studiarlo. Speriamo di riuscire a trovare i finanziamenti che ci consentiranno di tornare, per un altro scavo, ad ottobre prossimo». Per una buona ricerca sul sito occorrerebbero circa 80/90 mila euro, secondo il professore Coppa che aggiunge: «quando i miei colleghi stranieri hanno saputo dei soldi che avevamo a disposizione per lo scavo si sono messi a ridere». E provare con gli sponsor privati? «Mi sono informato ed ho capito che i privati sono poco interessanti in quanto la detrazione dalle tasse dei finanziamenti devoluti è molto limitata».

http://www.lunico.eu/2011011435731/cult ... ienza.html

31/01/2011, 12:02

SCOPERTI IN ARABIA STRUMENTI IN PIETRA RISALENTI A 120.000 ANNI

Un intermezzo climatico più caldo durante l'Era Glaciale avrebbe permesso ai nostri antenati di lasciare l'Africa 20.000 anni prima di quanto si pensava: lo sostiene un gruppo di scienziati in seguito alla scoperta di un insieme di utensili nella Penisola Arabica.

Circa 130.000 anni fa, affermano i ricercatori, si sarebbe verificato un cambiamento climatico che, abbassando il livello del mare e creando fiumi e laghi navigabili nella regione, avrebbe reso più facili gli spostamenti, offrendo ai primi esseri umani moderni - apparsi in Africa circa 200.000 anni fa - un nuovo itinerario attraverso le aree, precedentemente desertiche, a nord per raggiungere il Medio Oriente.

La ricerca si fonda sulla scoperta di alcuni utensili risalenti a 120.000 anni fa in un sito archeologico negli Emirati Arabi Uniti.

La presenza degli strumenti (la cui manifattura, secondo gli esperti, rivela un'origine univocabilmente africana) in tempi così antichi in questa regione suggerisce che i primi Homo sapiens abbiamo lasciato la terra d'origine alla volta della Penisola Arabica direttamente dal Corno d'Africa, in corrispondenza più o meno dell'attuale Somalia. In precedenza, i paleoantropologi pensavano che H. sapiens avesse lasciato l'Africa attraverso la Valle del Nilo o l'Estremo Oriente.

"Fino a oggi abbiamo sempre pensato che fose stato uno sviluppo di tipo culturale la causa scatenante dell'uscita dall'Africa", afferma il coautore dello studio Hans-Peter Uerpmann, un paleobiologo dell'Università di Tubinga in Germania. "Ora invece sappiamo che è stato l'ambiente a creare le condizioni perché ciò avvenisse". La scoperta "apre a nuove ipotesi sulla diffusione umana, e a partire da questo, potrebbe rivoluzionare del tutto ciò che abbiamo creduto finora".

Per mettersi in viaggio, solo un breve intermezzo climatico

Tra il 2003 e il 2010, nel sito di Jebel Faya negli EAU sono stati rinvenuti una serie di utensili, alcuni dei quali - come un'ascia manuale apparentemente a due lati - rinvenuti in precedenza soltanto in siti africani molto antichi.

Per datare i granelli di sabbia racchiusi negli utensili in pietra i ricercatori hanno usato la luminescenza, una tecnica che misura la radiazione naturalmente immagazzinata nella sabbia. I dati sul clima degli antichi laghi e fiumi invece sono stati ricavati dalle stalagmiti nelle grotte, e in base ai diversi livelli raggiunti nel tempo dal Mar Rosso.

Questo periodo più caldo verificatosi attorno a 130.000 anni fa avrebbe causato un aumento delle precipitazioni sulla Penisola Arabica, trasformandola in un paesaggio attraversato dacorsi d'acqua che l'uomo potrebbe aver attraversato su zattere.

Secondo Adrian Parker, paleogeografo della Oxford Brookes University, in questo periodo il livello del Mar Rosso si abbassò, offrendo una "breve finestra temporale" durante la quale H. sapiens avrebbe potuto facilmente compiere la traversata, che all'epoca riguardava una distanza di appena 4 chilometri.

Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Science, si afferma che, una volta raggiunta la Penisola, i sapiens si sarebbero dispersi raggiungendo Jebel Faya circa 125.000 anni fa.

http://www.antikitera.net/news.asp?id=9885&T=1








RETRODATATI A 195.000 ANNI I PRIMI ESEMPLARI DI HOMO SAPIENS

"L'isola di Creta è oggi teatro di una scoperta archeologica destinata a rivoluzionare le nostre conoscenze sul più lontano passato del Mediterraneo". lo scrive Louis Godart su "L'Osservatore Romano", riferendo che "in una piccola località della Creta sud-occidentale a Plakias di fronte al Mar Libico, una èquipe greco-americana ha scoperto un abbondante materiale litico composto da oltre 2.000 pietre lavorate che si dividono tra piccole asce, raschiatoi, perforatori, scalpelli".

Lo studioso spiega che "non è la quantità imponente del deposito a colpire, ma la sua datazione. Sembra infatti assodato, secondo l'archeologa greca che conduce la ricognizione Eleni Panagopoulou, che sono due gli strati archeologici attestati a Plakias: il primo, più recente, risalirebbe all'inizio dell'olocene, circa 11.000 anni fa; il secondo, quello più ricco di reperti, al pleistocene, ovvero a un periodo nel caso specifico risalente a circa 130.000 anni fa. L'archeologa non esclude che la fase di occupazione del sito sia addirittura molto anteriore a questo periodo".

Si chiede Godart: "Chi sono stati gli artefici di questi manufatti? Gli utensili più antichi databili a circa 130.000 anni fa possono essere stati realizzati da neandertaliani oppure da coloro che li hanno verosimilmente combattuti e soppiantati, quelli appartenenti alla specie 'sapiens', quelli che sono i nostri diretti antenati. La precisa datazione dei primi esemplari della specie sapiens, tradizionalmente posta a circa 130.000 anni fa, è stata spostata dalle scienze paleontologiche indietro nel tempo, a circa 195.000 anni. Gli uomini della specie definita 'sapiens sapiens' secondo le più recenti ricerche paleontologiche sarebbero partiti dall'Africa orientale alla conquista dell'Europa e dell'Asia solo 60.000 anni fa".

Ma allora: "Come conciliare questi dati con la presenza a Plakias di manufatti risalenti a un periodo anteriore di circa 70.000 anni alla migrazione della specie 'sapiens sapiens'? Plakias - deduce Godart - si potrebbe far risalire l'apparizione dell'uomo sapiens a un periodo anteriore a 200.000 anni fa e considerare che la sua irradiazione dalla culla africana sia avvenuta molto prima di 60.000 anni fa".

Lo studioso sottolinea poi che "la considerazione più sconvolgente riguarda il problema dell'approdo a Creta degli autori di questi manufatti. L'isola di Creta si è staccata dal continente oltre cinque milioni di anni fa ed è escluso che un abbassamento del livello del mare o un periodo di glaciazione abbiano mai consentito di raggiungerla a piedi. Quindi gli artigiani del pleistocene di cui troviamo le tracce a Plakias hanno dovuto necessariamente raggiungere Creta a bordo di una o più imbarcazioni. Una semplice occhiata alla carta dà un'idea del livello dell'impresa".

Del resto, "le ricerche archeologiche condotte a Milos hanno accertato che il territorio dell'isola non è stato abitato prima dell'inizio del III millennio prima dell'era cristiana. Occorre quindi immaginare che marinai non abbiano esitato ad affrontare oltre 100 chilometri di mare aperto in un viaggio di andata e di ritorno per recarsi a Milos e procurarsi l'ossidiana indispensabile al loro artigianato. Perciò, ipotizzare una migrazione dall'Africa a Creta nel corso del pleistocene è tutt'altro che una ipotesi azzardata.

Potremmo pensare - conclude godart - che una o due navi abbiano permesso a questi primi marinai della storia di raggiungere l'isola di Creta".

http://www.antikitera.net/news.asp?id=9880&T=1

31/01/2011, 12:04

ANCORA SULLE STRAORDINARIE SCOPERTE IN ISRAELE

Archeologi israeliani hanno scoperto manufatti antichi in una grotta al di fuori di Tel Aviv che potrebbero gettare una nuova luce sulla teoria delle origini umane. Ciò che si è scavato a Qesem Cave mostra un popolo molto più avanzato dell'immagine accettata della nostra età della pietra nel periodo Paleolitico Medio.

Questi i primi ominidi andavano a caccia di cibo, cuocevano la carne sul fuoco ed avevano inventato una serie di sofisticati strumenti di selce.

"Sappiamo che avevano una serie di coltelli differenti, quasi come un macellaio moderno, che hanno usato nella grotta, al fine di tagliare la carne e mangiare. E abbiamo anche quello che noi chiamiamo posate ...soltanto che siamo in pieno Paleolitico. Si son trovati dei piccoli coltelli che si pensa possano essere stati utilizzati durante il pasto. Tutti questi strumenti sono molto ben conservati. "Sembrano nuovi, come se fossero stati fatti ieri."

Gli archeologi anche trovato denti umani in vari strati della grotta. Barkai dice che son stati chiamati studiosi e antropologi dentali sia dall' Europa che dagli Stati Uniti.

"Era chiaro dal confronto che la dentatura umana dal Qesem Cave somigliava alla maggior parte dei denti di homo sapiens che viveva in Israele molto più tardi, ad un'età di 100.000 anni prima di presentare, in due grotte, una in Galilea e uno in Carmelo ".

Secondo una teoria largamente accettata dalla comunità scientifica, gli esseri umani moderni sono emigrati dall' Africa circa 200.000 anni fa. Barkai dice che i denti nella cava di Qesem sarebbe anteriori. "Pensiamo che abbiamo ragione. E si son analizzati solo otto o 10 denti. Quindi abbiamo bisogno di ulteriori prove. Si potrebbe dire che in questa fase, vi è la possibilità che quello che si è trovato indichi l'esistenza di un ominide mai scoperto, uno dei pezzi della catena che porta per l'uomo moderno ".

Secondo il New York University paleo-antropologo dentale Shara Bailey, può anche rappresentare un altro passo nell'evoluzione umana di parenti gli antichi l'uomo, l'uomo di Neanderthal, che visse in Europa e in Asia è di circa 200.000 anni fa.

"Il mio prendere su di esso è che questi denti sono piuttosto primitive. Non vi è nulla nella morfologia di questi denti che assomiglia all'homo-sapiens che conosciamo tutti", spiega Bailey. "In effetti sembra primitivo ed assomiglia più all'uomo di Neanderthal".

In un recente articolo sul Journal of Physical Anthropology, Barkai e il suo team suggeriscono tre teorie: i denti Qesem possono appartenere ad esseri umani antichi o all'homo sapiens che si è sviluppato in maniera indipendente da quelli in Africa e in Europa. Si potrebbe ipotizzare, come ha suggerito Shara Bailey, che rappresenti una specie di evoluzione dell'uomo di Neanderthal nel sud-ovest asiatico. Oppure potrebbero essere di un ominide sconosciuto tra le specie estinte.

L'importanza di questa scoperta è che illumina un periodo poco noto tra 200 e 400.000 anni fa...in quanto in questo periodo si son differenziate le due razze Neanderthal e Sapiens.

L'Archeologo israeliano Barkai si aspetta che la cava di Qesem continuerà a produrre altri artefatti "magici". Lui e il suo team dell'università di Tel Aviv sperano di trovare altre ossa da aggiungere alla storia dei nostri antichi antenati.

http://www.antikitera.net/news.asp?id=9887&T=1

20/02/2011, 18:34

Gli antropologi biologici s'interrogano sull'ascendenza umana

"Troppo semplice" e "non così in fretta" suggeriscono gli antropologi biologici della George Washington University e dell'Università di New York sulle origini dell'ascendenza umana. Nel prossimo numero della rivista Nature, gli antropologi s'interrogano sulle scoperte emergenti da diversi importanti fossili ritrovati nell'ultimo decennio, che potrebbero essere antenati dell'uomo. Invece, gli autori offrono una spiegazione più sfumata del posto dei fossili nell'albero della vita. Essi concludono che, invece di essere nostri antenati è più probabile che i fossili appartengano a lontani cugini estinti.

"Non fraintendetemi, questi sono tutti importanti reperti", ha detto il co-autore Bernard Wood, professore all'Università di origini umane e professore di anatomia dell'Evoluzione umana al GW e direttore del centro per gli studi avanzati di paleobiologia ominide. "Ma è semplicemente ingenuo presumere che qualunque fossile trovato in tale intervallo di tempo debba essere un antenato umano".

Il libro, "Il contesto evolutivo dei primi Hominidi, " riconsidera le relazioni evolutive di fossili denominati Orrorin, Sahelanthropus e Ardipithecus, databili da quattro a sette milioni di anni fa, che gli studiosi precedenti hanno sostenuto essere i primi antenati dell'uomo. Ardipithecus, comunemente noto come "ardi, " fu scoperto in Etiopia e risultava essere radicalmente diverso da quello che molti ricercatori avevano previsto per un antenato umano all'inizio. Tuttavia, gli scienziati che hanno fatto la scoperta erano irremovibili nel sostenere che fosse un antenato umano.

"Non stiamo dicendo che questi fossili non possano definitivamente essere primi antenati dell'uomo, " ha detto il co-autore Terry Harrison, un professore della NYU presso il dipartimento di antropologia e direttore del centro per lo studio delle Origini umane. "Ma il loro status era presunto piuttosto adeguatamente dimostrato, ed è possibile un certo numero d'interpretazioni alternative. Noi crediamo che sia più probabile che essi fossero scimmie fossili situate vicino all'ascendenza delle grandi scimmie viventi e degli esseri umani."

Gli autori sono scettici sull'interpretazione delle scoperte e invocano un approccio più sfumato per classificare i fossili. Wood e Harrison sostengono che è ingenuo pensare che tutti i fossili siano gli antenati di creature oggi viventi e notano anche che la morfologia condivisa o homoplasia â€" le stesse caratteristiche viste nella specie di ascendenza diversa â€" non erano prese in considerazione dagli scienziati che avevano trovato e descritto i fossili. Ad esempio, gli autori sostengono che, perché Ardipithecus possa essere considerato un antenato umano, uno deve assumere che tale homoplasia non esista nel nostro lignaggio, ma sia comune nel lignaggio più vicino al nostro. Gli autori suggeriscono un numero di potenziali interpretazioni di questi fossili e il fatto che l'essere un antenato umano non sia affatto la spiegazione più semplice o più parsimoniosa.

La Comunità scientifica a lungo ha concluso che la discendenza dell'uomo divergesse da quella dello scimpanzé tra sei e otto milioni di anni fa. È facile distinguere tra i fossili di uno scimpanzé moderno e un uomo moderno. Tuttavia, è più difficile distinguere tra le due specie quando si esaminano fossili che sono più vicini al loro antenato comune, come è il caso con Orrorin, Sahelanthropus e Ardipithecus.

Nel loro studio, Wood e Harrison mettono in guardia sul fatto che la storia ha dimostrato come l'acritico affidamento su alcune somiglianze tra scimmie fossili e l'uomo può portare a ipotesi errate sulle relazioni evolutive. Puntano al caso di Ramapithecus, una specie di scimmia fossile dall'Asia meridionale, che era considerato erroneamente come un primo antenato umano negli anni sessanta e settanta, ma poi fu riconosciuto come un parente stretto dell'orango.

Analogamente, Oreopithecus bambolii, una scimmia fossile dall'Italia, condivide molte somiglianze con i primi antenati umani, comprese le caratteristiche dello scheletro che suggeriscono che potesse essere stato ben adattato per camminare sulle due gambe. Tuttavia, gli autori osservano, abbastanza è noto della sua anatomia per mostrare che è una scimmia fossile che è solo lontanamente imparentata con gli esseri umani, e che ha acquisito molte funzionalità "come uomo" in modo parallelo.

Wood e Harrison evidenziano i canini piccoli di Ardipithecus e Sahelanthropus come forse la prova più convincente per sostenere il loro status come primi antenati dell'uomo. Tuttavia, la riduzione dei canini non era un'esclusiva del lignaggio umano perché è avvenuta in modo indipendente in diverse derivazioni di scimmie fossili (ad es., Oreopithecus, Ouranopithecus e Gigantopithecus), presumibilmente a causa di simili cambiamenti nel comportamento alimentare.

Fornito da New York University

http://www.antikitera.net/news.asp?id=10016&T=1

01/05/2011, 22:01

L'UOMO DI PECHINO FACEVA USO DELLE LANCE 700.000 ANNI FA ?

Mai sottovalutare l'uomo di Pechino.

Circa 700.000 anni fa, in un momento in cui il clima della Cina era più fredde rispetto ad oggi, un gruppo di Homo erectus è vissuto in un sistema di grotte in Zhoukoudian Cina.

Avevano un aspetto sorprendente. Con un crinale frontale pesante, denti robusti e grandi dimensioni del cervello si avvicina il nostro, questa gente aveva da tempo lasciato l'Africa ed i loro antenati atraverso migliaia di chilometri di viaggio verso l'Asia orientale.

Fino a poco tempo fa gli scienziati ritenevano che erano vissuti in tempi più recenti, forse solo 500.000 anni fa. Tale idea è stata ripudiata due anni fa sulla rivista Nature, quando un team di scienziati hanno usato datazioni all'alluminio / berillio ed hanno dimostrato che l'Uomo di Pechino si è insediato in quelle zone circa 700.000 anni.

Quando i ricercatori sono arrivati â€#65533;â€#65533;a quella data son venute delle complicazioni.

"Ci sono prove che l'Homo erectus era fisicamente adatto al freddo, ma probabilmente anche aveva dovuto fare qualcosa per gestire il freddo di un periodo glaciale nel nord della Cina", ha detto il professor Susan Antón, della New York University.

Oggi, grazie al nuovo laboratorio di ricerca, abbiamo un'idea di quello che poteva avere fatto.

Un team di scienziati guidati dal dottor Chen Shen, il Royal Ontario Museum di Toronto in Canada, hanno riesaminato gli strumenti che l'Uomo di Pechino aveva utilizzati. Sottoponendoli ad un serrato esame al microscopio i ricercatori hanno scoperto che questo gruppo di Homo erectus era più intelligente di quello che si era sinora ritenuto.

"Il nuovo studio suggerisce che la tecnologia litica dell'Uomo di Pechino non era semplice come si pensava", scrive il Dr. Shen in un documento presentato ad una recente conferenza della Society for American Archaeology . "L'esame della micro-usura indica che molti strumenti tipizzati sono stati effettuati per compiti specifici relativi alle esigenze di trasformazione di molte sostanze di origine animale ."

Ma non è tutto. L' Uomo di Pechino non sapeva soltanto come si macellavano gli animali, sapeva anche quale era il modo migliore per dar loro la caccia - utilizzando una pietra affilata montata su di una lancia.

Ma se questo è vero, sorge l'altro problema di come abbiano fatto ad asemblare questi due materiali ( legno e pietra ).

L'uomo di pechino ha quindi fatto uso di qualche tendine animale o una sorta di liquido appiccicoso?

Purtroppo occorrerà aspettare ancora un po per avere una risposta.

L'unica cosa sicuramente certa..è che l'uomo di Pechino, non finirà ancora di stupirci.

http://www.antikitera.net/news.asp?id=10411&T=1

15/05/2011, 19:46

Gli ultimi neandertal anche nelle regioni polari?


Nella parte occidentale degli Urali polari, nel giacimento di Byzovaya, sono stati scoperti centinaia di strumenti litici tipici della cultura neandertaliana associati al processo della caccia ai mammut, datati tra i 31.000 e i 34.000 anni. La datazione è stata ottenuta tramite la tecnica della “luminescenza ottica stimolata” che ha permesso di sapere quando i sedimenti sono stati esposti alla luce del sole per l’ultima volta.

Questo ritrovamento ha apportato una rilevante novità: i neandertal, prima della loro definitiva estinzione, si rifugiarono, non solo nel sud dell’Europa, ma anche nel Nord in prossimità del circolo polare. Le alte latitudini di questa regione potrebbero essere “l’ultimo rifugio settentrionale dei neandertal” ha dichiarato Ludovid Slimak nella rivista Science. “Il fatto che non siano stati trovati fossili umani rende difficile dare per certa l’ipotesi perché potrebbero essere stati gli stessi sapiens a realizzare gli strumenti tipici dei neandertaliani.

Durante più di 150.000 anni, i neandertal occuparono la maggior parte dell’Europa fintanto che, a partire dai 40.000 anni, l’Homo sapiens (la nostra specie attuale) lasciò l’Africa e il Vicino Oriente, estendendosi rapidamente da est a ovest” riassume Michael Balter su Science. “Molto velocemente, secondo le evidenze archeologiche, i neandertal furono costretti a ripiegare nel sud dell’Europa, come ad esempio in Spagna e in Portogallo, per poi estinguersi. In Zafarraya (Malaga) sono stati scoperti fossili di neandertal datati tra i 30.000 e i 27.000 anni”. La controversia terminerà solo quando si scopriranno fossili umani che indicheranno chi fabbricò i tipici strumenti musteriani, se i neandertal o i sapiens.

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6942.1

22/05/2011, 23:15

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http://www.informareonline.it/lemisteriosesepo.html

26/06/2011, 20:28

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http://www.informareonline.it/lemisteriosesepa.html

26/06/2011, 20:30

Antenati umani in Eurasia prima di quanto si pensasse
Il Giornale Onlinedi Aezio

Gli archeologi hanno pensato a lungo che l’Homo erectus, il primo antenato dell’umanità a diffondersi in tutto il mondo, si sia evoluto in Africa prima di sparpagliarsi in Europa e Asia. Ma tracce di fabbricazione di utensili al confine tra Europa e Asia hanno messo in discussione tale ipotesi.

Reid Ferring, antropologo presso la University of North Texas di Denton, e i suoi colleghi hanno scavato il sito di Dmanisi, nelle montagne del Caucaso in Georgia. Hanno trovato manufatti in pietra – per lo più residui di scheggiatura – in sedimenti di quasi 1,85 milioni di anni fa, mentre finora gli antropologi credevano che l’Homo erectus si fosse evoluto tra 1,78 e 1,65 milioni di anni fa. Inoltre, la distribuzione dei 122 manufatti indica un’occupazione della zona per molto tempo. Gli strati di sedimenti nei quali sono diffusi sono stati datati tra 1,85 e 1,77 milioni di anni fa. I risultati sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences.

La scoperta potrebbe indicare che sia stata l’Europa e non l’Africa il “luogo di nascita” dell’Homo erectus. Purtroppo, i fossili degli ominidi creatori di quegli utensili non si stanno dimostrando molto utili al dibattito. I frammenti d’ossa fossili rinvenuti in quegli stessi strati sedimentari sono troppo logorati per poter essere identificati come appartenenti ad una specie, quindi è impossibile dire con certezza se gli strumenti siano opera di Homo erectus.

Neanche i crani fossili recuperati in precedenza nel sito da sedimenti più tardi aiutano a risolvere la controversia. Questi fossili, risalenti a 1,77 milioni di anni fa, avevano cervelli di grandezza compresa tra 600 e 775 centimetri cubici di volume, mentre l’Homo erectus è generalmente ritenuto aver avuto una dimensione cerebrale media di circa 900 centimetri cubici. A confronto, gli esseri umani moderni hanno una capacità cerebrale di circa 1.350 centimetri cubici. “Molte persone chiamano identificano i fossili di Dmanisi come i primi di Homo erectus, ma c’è ancora un frequente dibattito su questo”, spiega Ferring. Anche se gli antichi abitanti di Dmanisi non furono i primi membri di Homo erectus, c’è ancora un problema: gli antropologi pensavano che non esistessero hominini al di fuori dell’Africa 1,85 milioni di anni fa. Ferring e i suoi colleghi propongono che alcuni antenati dell’Homo erectus si siano spostati in Asia e forse in Europa (per motivi di caccia o alla ricerca di nuove risorse naturali), si siano in qualche modo evoluti, e poi siano tornati in Africa

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7029.1

26/06/2011, 21:07

Esattamente quanto sostenuto da Kolosimo più di 50 anni fa, quando scriveva "è una bella collezione di mostri quella che ci offrono come galleria degli antenati".

I vari ominidi ritrovati NON sono nostri antenati quanto "rami collaterali" del nostro albero genealogico.

Il che oggi è comprovato dalle analisi del DNA sulle specie più recenti cui è possibile effettuarlo, come il Neanderthal, da sempre proposto come "papà" del Sapiens e oggi scoperto essere un lontano cugino...


Il che ci riporta alla solita questione: allora quale è la nostra Origine? [8D]

Aztlan

27/06/2011, 22:37

Sempre in riferimento a Peter Kolosimo, mi ricordo che in uno dei suoi libri aveva accennato alla scoperta di una cultura preistorica sconosciuta nella Valle di Santa Maria in California, risalente a un milione di anni fa, e appartenente a una specie umana simile alla nostra, che era arrivata a seppellire i defunti in sarcofagi di juta, quando invece non avrebbero dovuto esserci esseri umani simili a noi non solo in America, che a quel tempo avrebbe dovuto essere del tutto deserta, ma anche nel resto del pianeta, abitato solo da ominidi primitivi e incapaci di costruire qualsiasi tipo di cultura complessa.
Quella scoperta era una bufala, un errore, o forse è stata nascosta? Fatto sta che dopo Peter Kolosimo non l'ho sentita nominare più da nessuno....

27/06/2011, 23:27

Sinceramente non ricordo il caso di cui parli: posso averlo letto in uno dei suoi libri che posseggo come può essere in uno di quelli che ho da poco e non ho ancora letto... quindi non saprei cosa dire in merito.

Di certo è un caso interessante, meriterebbe di essere approfondito.

Provo a cercare in rete (sfogliare centinaia di pagine non sarebbe proficuo in tempi ragionevoli nè completo).


EDIT:

Mi spiace, ma non ho trovato niente, neppure la Valle di cui parli.

Sei sicuro del luogo o del nome?

Se sai in quale testo l' hai letto posso provare a cercarlo tra i miei...
Ultima modifica di Aztlan il 27/06/2011, 23:37, modificato 1 volta in totale.

28/06/2011, 09:00

Avendo un piccolo ricordo sulla California negli scritti di Kolosimo, ho cercato sul libro "Non è terrestre".
I riferimenti allo stato suddetto si trovano alle pag. 8, 67, 68, 91, 118, 126, 158. Il più delle volte Kolosimo ritorna sul punto di una regione chiamata Valle della Morte, dove parrebbe esserci stata (secondo le sue opinioni) un'esplosione nucleare nel passato, con relativa vetrificazione delle pietre e del suolo.

A pag. 8 sono molti i riferimenti a vari "reperti impossibili" sparsi per il nord America, tra cui anche la California (in cui all'interno di un pezzo di quarzo aurifero si rinvenne quello che appare essere un manico di secchio). Ma non ho trovato per ora nulla sulla civiltà menzionata.

Eppure qualcosa in merito l'ho sentita pure io, quindi un qualche riferimento (che non sia un servizio di Voyager) ci deve essere!

EDIT:
in "Viaggiatori del tempo" i riferimenti alla California si trovano a pag. 14, 32, 104. Ancora una volta Kolosimo ritorna sul discorso della scoperta del continente americano un millennio prima di Colombo ad opera dei Cinesi. E poi riporta delle raffigurazioni interessanti come queste:
Immagine

Curiose, vero?
Ultima modifica di Doc il 28/06/2011, 09:06, modificato 1 volta in totale.

31/07/2011, 18:46

I NEANDERTAL SIAMO NOI!

Uno dei più importanti enigmi della paleontologia riguarda la misteriosa scomparsa circa 40mila anni fa dell'uomo di Neandertal - Homo neanderthalensis - soppiantato dall'Homo sapiens, l'essere umano moderno. Fino a tempi recenti si è infatti supposto che li abbiamo fatti fuori noi, perfino mangiandoceli secondo certe tracce fossili. Ora invece un'importante ricerca canadese dell'Università di Montreal e del Centro di Ricerca CHU Sainte-Justine dimostra che il più classico "uomo delle caverne" si nasconde in noi. Secondo i loro risultati, chiunque non sia d'origine africana cela nel suo DNA ampi stralci genetici dei Neandertal. E' infatti probabile che l'incrocio abbia permesso agli allora recenti immigranti africani di adeguarsi ai più rigidi climi del nord â€" presumibilmente sbiadendoci parecchio nel processo. Ne dà notizia la testata Discovery News.

http://www.antikitera.net/news.asp?id=10709&T=1
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