Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
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15/12/2012, 18:45

Semeru ha scritto:

In effetti Mauro se quella pesa "solo" 1200 tonnellate, credo ci sia qualcosa nei miei dati che non torna.
La notizia dell'unico blocco di 8000 tonnellate l'avevo presa da Von Daniken...
Che ne pensate voi di questo personaggio? Se non sbaglio è stato il primo a proporre la teoria degli antichi astronauti.


credo che il primo a ipotizzare la teoria degli antichi astronauti sia zecharia sitchin, cmq per quanto riguarda le tecniche di taglio hanno provato sia con la sega diamantata sia con il laser, tnendo conto che la pietra è stata esposta agli agenti atmosferici per più di due millenni hanno provato che sia più simile al laser. ma chi aveva il laser due millenni fa? se sosteniamo la teoria degli antichi astronauti allora non ci poniamo neanche il problema di come potevano spostare pesi enormi. secondo me la gente non aveva molto da fare quindi hanno avuto tutto il tempo per levigasre la pietra magari con tecniche che noi non conosciamo. puma punku resta tuttavia un complesso archeologico di notevole interesse.

16/12/2012, 00:38

se questi massi sono stati lavorati con strumenti classici dell'epoca i segni di lavorazione anche microscopici non dovrebbero essere CHIARAMENTE visibili?

16/12/2012, 14:34

caro Alessandro,
credo che il primo a ipotizzare la teoria degli antichi astronauti sia zecharia sitchin

il primo libro di Daniken è del 1969, quello di Sitchin del 1976.
ciao
mauro

16/12/2012, 17:35

Difficile dire il perchè non si trovino elementi di lavorazione.Ma sarà poi verò?Stiamo come sempre analizzando il fenomeno dal punto di vista "sveliamo il mistero una volta per tutte".Siete mai stati in Egitto?Chefren per esempio:dentro sembra una grotta mal rifinita.Non ci sono grandi tracce di lavorazione con mezzi evoluti.L'unico dubbio risulta essere quello della movimentazione dei blocchi.Altro dubbio sul numero degli operai in sito e la logistica.Ma lo schema generale,credo sia stato svelato.Provate a domandare il resto al professor Alessandro Roccati.Avrà sicuramente più risposte da dare.

17/12/2012, 16:39

Ho letto un libro qualche mese fa (nome dell'autore e titolo del libro n.p. per ora) in cui si ipotizzava che la regione di Puma Punku, con il suo "santuario sotterraneo" fosse inizialmente usato come centro siderurgico (se non erro). Tant'è che, correggetemi se sbaglio, un aspetto importante di tutto il setting delle rovine sia un sistema idrico imponente, che trova difficili spiegazioni "accademiche".
Comunque in serata, vedo se riesco a fotografare per bene le pagine del libro (scanner deceduto) da postare, o comunque darvi qualche referenza e dettaglio in più.

17/12/2012, 16:45

Doc, ti prego di volerci comunicare appena puoi il titolo e l'autore del libro poichè questo giunge più o meno alla mia stessa conclusione e pertanto sarebbe una informazione importante nell'ambito delle mie ricerche!

Grazie in anticipo!

[:p]

17/12/2012, 23:42

Atlanticus81 ha scritto:

Doc, ti prego di volerci comunicare appena puoi il titolo e l'autore del libro poichè questo giunge più o meno alla mia stessa conclusione e pertanto sarebbe una informazione importante nell'ambito delle mie ricerche!

Grazie in anticipo!

[:p]

Alan Alford, Il Mistero della Genesi delle Antiche Civiltà.
Libro molto ben fatto, perché l'autore parte dai testi antichi e dagli scavi archeologici, attraverso uno studio minuzioso e spesso svolto sul campo, per trovare una correlazione e "scrivere" una sorta di linea temporale comune dall'inizio della civiltà alla storia conosciuta. Il risultato è notevole, per la mole di informazioni e nozioni che riesce a raccogliere e a dare. Tuttavia devo ammettere che non sempre le conclusioni che trae mi hanno trovato d'accordo (come ad esempio quelle sulla funzione della grande piramide, o su Nibiru). Senza dubbio però è un titolo che merita.

Al capitolo 14 "La fatica degli dei e degli uomini", al sottocapitolo "Tiahanaco e i Cassiti" scrive (cito testualmente):
molti indizi paiono indicare che a Tiahanaco si produceva il bronzo, una lega metallica estremamente dura e utile, composta da rame per l'80% e da stagno per il 15%.

Continua in seguito (sempre testualmente):
Se effettivamente a Tiahanaco veniva impiegato il rame, non proveniva da molto lontano giacché le Ande ne sono ricche. Ma il componente più importante del bronzo è lo stagno, un metallo che si estrae secondo procedimenti complessi dalla casserite. Mentre i depositi di rame sono piuttosto comuni, quelli di casserite sono relativamente rari.
Diventa pertanto molto significativo il fatto che Tiahanaco sia situata direttamente sopra una delle più ampie fasce al mondo di giacimenti di casserite.

L'autore pone la costruzione di Tiahanaco nel 4050 a.C., ipotizzando che in questa località furono occupati i Cassiti, popolazione negroide della mesopotamia, il cui nome ha una derivazione comune con il termine casserite, minerale da cui si estrae lo stagno. Inoltre dalla loro comparsa nella "storia" si è assistito a un aumento della percentuale di stagno nei prodotti in bronzo.
Nel testo continua con tutta la costruzione della presunta storia della città in correlazione con i vari testi antichi...alla fine del capitolo arriva dunque a queste conclusioni sintetiche (ancora testualmente):
  • Tiahanaco venne costruita dagli dei intorno al 4050 a.C. da lavoratori negri abilissimi, supervisionati da indoeuropei. Era adibita a centro per la produzione del bronzo. Il dio responsabile di questa città era Ishkur. Il suo simbolo, il tridente, è inciso nella montagna a Paracas vicino a Nazca.
  • Le linee di Nazca in Perù rappresentano un atto vandalico compiuto da schiavi negroidi ribelli.
  • Le statue dell'Isola di Pasqua vennero erette da un gruppo di neri lì esiliai per i loro atti vandalici nella piana di Nazca.
  • Gli Olmechi dell'America centrale arrivarono nel 1450 dall'Isola di Pasqua. Vennero utilizzati dagli dei per costruire, intorno al 1390, Teotihuacan, un centro per la lavorazione delle materie prime. Gigantesche teste negroidi vennero scolpite ed erette in tutta fretta dagli Olmenchi per segnare il loro territorio durante la loro assenza in quanto impegnati a Teotihuacan
  • Tiahanaco venne abbandonata nel 2200 a.C. al tempo della minaccia portata da Marduk in Mesopotamia. I misteriosi Cassiti che comparvero in Mesopotamia in quel periodo erano lavoratori di ritorno da Tiahanaco.
  • I Cassiti comprendevano negri divenuti noti come gli Anakim e i Refaim biblici. Questi negri erano i leggendari "giganti", enormi di statura e molto longevi, ma impossibilitati a riprodursi.


Spero di essere stato esaustivo. [:)]

18/12/2012, 23:50

Dopo aver letto l' OP - e il post di Doc, ovviamente - posso solo dire che mi trovo d' accordo con Semeru quando dice:

E' assurdo pensare che un popolo senza scrittura fosse in grado di creare un capolavoro ingegneristico di tali proporzioni.


Chiunque sia stato, doveva avere conoscenze e mezzi avanzatissimi che noi possiamo invidiare.


Direi che questo è il perfetto caso in cui avanzare l' ipotesi di una Civiltà perduta.

Aztlan

19/12/2012, 07:17

A proposito di lavorazione della pietra in maniera precisa e in tempi brevi, 2 domeniche fa mi è capitato di guardare un buon documentario su discovery world in cui si parlava dell'architettura dell'Antico Egitto.

Come sapete gli Egizi (e non solo loro) avevano questo trend di costruire obelischi da mettere all'ingresso dei templi. Erano obelischi enormi che venivano tirati su nel giro di un tempo relativamente corto se si pensa che i faraoni committenti l'opera riuscivano a vederla conclusa e l'aspettativa di vita ai tempi non era poi lunghissima.
Due particolarità sulla costruzione degli obelischi egizi:
1) erano tutti ricavati da un unico blocco di pietra, che doveva risultare dall'inizio dei lavori fino alla sua "messa a terra" perfetto. Se durante la lavorazione l'architetto scopriva una crepa o una venatura nell'obelisco, questo veniva abbandonato perché ritenuto impuro e non in grado di svolgere la sua funzione di "parafulmine" tra mondo degli dei e quello degli uomini.
2) Chi lavorava a queste opere non era uno schiavo, ma dei "muratori" dell'epoca che ne avevano fatto un mestiere (e questo si è visto valere anche per la costruzione delle piramidi).

Ora, non ricordo dove è stato trovato un obelisco abbandonato nella cava da cui lo stavano estraendo perché nel mezzo della sua lunghezza si era formata una rottura. Questo ha permesso ai ricercatori di studiare sul campo di lavoro come operavano gli Egizi.
Chiaramente l'idea degli scalpelli di pietra è stata presa in considerazione per prima ma anche subito scartata quando hanno compreso che non c'era trippa per gatti e non ce la si poteva fare. E lì è successo qualcosa: non ricordo se è perché hanno trovato delle ceneri, del carbone, in una dei tagli su cui stavano lavorando prima dell'abbandono o se è stato uno studioso egizio a proporlo, hanno usato il fuoco.
Sostanzialmente quello che hanno fatto è creare una piccola fenditura il più possibile coerente e lineare nella roccia e lì ci hanno posizionato del materiale infiammabile. Il risultato è stato che in breve tempo il fuoco ha creato un taglio molto preciso.

Questo risultato, chiaramente non equiparabile alla precisione delle scanalature dei blocchi di Puma Punku e di altre opere sparse per il globo, mi ha colpito per la sua usabilità e semplicità, facendomi riaffiorare questo quesito: al di là della tecnologia più o meno avanzata che queste civiltà potevano avere, la chiave di volta non può essere la conoscenza di qualche caratteristica a noi sconosciuta di questi minerali?
Cioè, guardando le scanalature dei blocchi di Puma Punku è lampante che la prima cosa a cui tutti pensiamo è quella del laser. Troppo precise e senza sbavature. Non c'è trippa per gatti. Ma se al posto del laser fosse stato impiegato un metodo di lavorazione avanzatissimo (perché noi non lo conosciamo) ma con mezzi semplici, eredità di conoscenze ormai dimenticate?

19/12/2012, 11:27

Forse l'assenza di scrittura è segno di evoluzione superiore.

20/12/2012, 04:04

Per me lavoravano a mano la pietra, Tanto non avevano molto da fare.

20/12/2012, 08:02

alessandro1990 ha scritto:

Per me lavoravano a mano la pietra, Tanto non avevano molto da fare.

Posto che questa è una tua supposizione basata molto su un nulla sia storico/archeologico che scientifico, ti consiglierei di valutare il fatto che quei blocchi sono composti da diorite, secondo al diamante per durezza, e altri di granito, anch'esso durissimo.
Insomma parliamo di minerali che hai voglia di scalpellare! [8)]
E poi il lavoro a mano non spiega assolutamente in alcun modo la precisione millimetrica delle scanalature dei blocchi ad H e di molte altre cose, come i tagli netti dei blocchi, puliti senza sbavature.
Risultati che facciamo fatica noi civiltà di questo secolo a ottenere con la nostra strumentazione "evoluta"!

3 curiosità sulla diorite:
1) La stele del codice di Hammurabi è di diorite.
2) I popoli mesopotamici avevano così in considerazione questo minerale tanto da fare delle guerre per ottenerla.
3) Il minerale grezzo è opaco, ma più lo si consuma, lo si lavora, più aumenta la sua lucidità.

Insomma...c'è anche da chiedersi il perché di tanta e tale considerazione per questo materiale: forse per il fatto di non essere poi così diffusa sul globo, oppure il fatto di essere così dura la rendeva chiaramente ottima per costruzioni di difesa... ma usarla anche per fare vasi come facevano gli Egizi?

Evito di rispondere alla parte "non avevano molto da fare", perché si commenta tristemente da sola... [8)]

20/12/2012, 11:38

si sa che magiavano le pietre.. [:D]
Ultima modifica di Wave il 20/12/2012, 11:38, modificato 1 volta in totale.

20/12/2012, 14:20

Doc, hai centrato un punto basilare.

Quei blocchi sono fatti di diorite, elemento secondo al diamante per durezza. E' certamente possibile spezzare la roccia forzando una fessura naturale con un cuneo di legno che si dilata impregnandosi d'acqua. Ma qui si parla di tagli millimetrici e la diorite non si può lavorare nemmeno con il ferro.

Gli scalpelli primitivi di rame sono forse sufficienti a incidere e scavare una roccia sedimentaria come il calcare, con un lavoro paziente. Mentre non sono stati ritrovati strumenti adatti per la squadratura geometrica di grandi blocchi.

Bisognerebbe usare una sega abbastanza lunga e rigida (magari di bronzo, purtroppo non disponibile nell'Antico Regno) ed un abrasivo come la sabbia di quarzo, per ottenere un risultato simile a quello che si ottiene, ad esempio oggi, nel taglio del marmo (usando una sega a filo liscia e smeriglio).

http://xoomer.virgilio.it/silvano/misteri3.html

Popolazioni antiche con tecniche di lavorazione per noi inspiegabili, checchè ne provi a dire l'archeologia. Queste sono prove signori. Prove dell'esistenza di civiltà e tecnologie perdute.. forse talune riscoperte oggi, certamente anacronistiche rispetto alla linea del tempo propostaci dalla storia ufficiale.

20/12/2012, 20:35

Doc ha scritto:

alessandro1990 ha scritto:

Per me lavoravano a mano la pietra, Tanto non avevano molto da fare.

Posto che questa è una tua supposizione basata molto su un nulla sia storico/archeologico che scientifico, ti consiglierei di valutare il fatto che quei blocchi sono composti da diorite, secondo al diamante per durezza, e altri di granito, anch'esso durissimo.
Insomma parliamo di minerali che hai voglia di scalpellare! [8)]
E poi il lavoro a mano non spiega assolutamente in alcun modo la precisione millimetrica delle scanalature dei blocchi ad H e di molte altre cose, come i tagli netti dei blocchi, puliti senza sbavature.
Risultati che facciamo fatica noi civiltà di questo secolo a ottenere con la nostra strumentazione "evoluta"!

3 curiosità sulla diorite:
1) La stele del codice di Hammurabi è di diorite.
2) I popoli mesopotamici avevano così in considerazione questo minerale tanto da fare delle guerre per ottenerla.
3) Il minerale grezzo è opaco, ma più lo si consuma, lo si lavora, più aumenta la sua lucidità.

Insomma...c'è anche da chiedersi il perché di tanta e tale considerazione per questo materiale: forse per il fatto di non essere poi così diffusa sul globo, oppure il fatto di essere così dura la rendeva chiaramente ottima per costruzioni di difesa... ma usarla anche per fare vasi come facevano gli Egizi?

Evito di rispondere alla parte "non avevano molto da fare", perché si commenta tristemente da sola... [8)]


E allora come hanno fatto? Credete davvero che usavano qualcosa come laser o seghe diamantate? Forse hanno scoperto che il diamante riusciva a incidere la diorite e allora i particolari li facevano in questo modo. Con la mia affermazione non avevamo molto da fare volevo intendere che molti mestieri non esistevano non penso che avevamo gli stilisti gli elettricisti o i notai ecc la maggior parte della popolazione di dedicava alla costruzione di queste opere, non penso al teletrasporto, alla levitazione ai laser e ad altre tecniche fuori da quella determinata epoca, mi sembrano assurde, al contrario della forza lavoro manuale e del tempo. Se trovate una sega diamantata una saldatrice o un semplice avvitatore elettrico informatemi.
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