http://sites.google.com/site/dresda99/m ... ere-cometaFirma extraterrestre sulla cometa
MARIO DI MARTINO
La Nasa: nella chioma di Wild 2 c'è la glicina, uno degli amminoacidi fondamentali per gli organismi. È una conferma alla “panspermia”: gli ingredienti della vita si sono formati nel cosmo e sono stati disseminati
OSSERVATORIO PINO TORINESE - INAF
La notizia è strabiliante, ma per certi versi attesa, dalle conseguenze importantissime per la comprensione dell'origine della vita. Dopo lunghe analisi un gruppo di ricercatori del «Goddard Space Flight Center» della Nasa ha confermato la scoperta della glicina nelle particelle di cometa catturate nel gennaio 2004 dalla sonda «Stardust», quando attraversò la chioma della cometa Wild 2, e riportate sulla Terra due anni dopo.
La scoperta della glicina (C2H5NO2), il più semplice dei 20 amminoacidi ordinari, dà una spinta decisiva alla teoria della «panspermia», secondo la quale alcuni degli ingredienti fondamentali da cui ha avuto origine la vita si sono formati nello spazio e sono stati poi disseminati sulla Terra dall'impatto di comete e asteroidi. Questi piccoli corpi cosmici sarebbero stati quindi i portatori dei «mattoni», da cui poco più di 3 miliardi di anni fa si sono sviluppate sul nostro pianeta i primi organismi elementari. Gli amminoacidi sono infatti composti organici che costituiscono la base per la formazione della maggior parte delle proteine, le molecole alla base di ogni forma di attività biologica. Come le lettere dell'alfabeto possono essere combinate per formare un numero enorme di parole così la natura utilizza i 20 diversi amminoacidi per sintetizzare milioni di differenti proteine.
Le analisi preliminari dei campioni cometari avevano già rilevato la presenza di questa molecola, ma per essere certi che non si trattasse di una contaminazione terrestre è stato necessario condurre indagini estremamente accurate. La natura extraterrestre della glicina è stata infine «certificata» grazie alla natura isotopica degli atomi di carbonio che compongono la molecola stessa. Un isotopo è un atomo di uno stesso elemento chimico e, quindi, con lo stesso numero atomico (protoni), ma con una differente massa atomica (protoni+neutroni). La differenza di massa atomica è dovuta a un diverso numero di neutroni presenti nel nucleo dell'atomo a parità di numero atomico. Nel caso in questione l'atomo di carbonio, anziché avere una massa atomica 12 (cioè un nucleo formato da 6 protoni e 6 neutroni), ha una massa atomica 13, a causa della presenza di un neutrone in più. Il carbonio terrestre, e perciò quello che compone la glicina presente sul nostro pianeta, appartiene in stragrande maggioranza all'isotopo 12C, mentre nello spazio il più comune è il 13C. La presenza di questo isotopo del carbonio nella glicina individuata nei campioni della cometa è la conferma che non si tratta di contaminazione e rappresenta una «firma extraterrestre».
Per la verità, il primo «avvistamento» della glicina nello spazio risale al 1994, ma si trattò di un falso allarme. A individuarne veramente le tracce in alcune nubi di materia interstellare erano stati, nel 2002, due ricercatori dell'Università di Taiwan, grazie a una serie di osservazioni radioastronomiche. La glicina della polvere della cometa Wild 2, comunque, è la prima molecola organica extraterrestre arrivata sulla Terra di cui si conosce con certezza l'origine e che può essere «toccata». Secondo alcune simulazioni, la glicina presente nei nuclei cometari si formerebbe in seguito all'esposizione alla luce ultravioletta di ghiaccio d'acqua contenente molecole organiche molto semplici, come metano e ammoniaca.
Il merito della scoperta è della sonda «Stardust», lanciata dalla Nasa nel febbraio 1999 e che dopo poco meno di 5 anni effettuò un «fly-by» a meno di 2 mila km di distanza dal nucleo della cometa Wild 2. Per catturare le particelle che formano l'atmosfera cometaria, era dotata di un raccoglitore a forma di racchetta e con tanti alveoli riempiti di una speciale sostanza denominata aerogel, grazie al quale è stato possibile «intrappolare» le particelle senza che queste venissero distrutte al momento dell'impatto. L'aerogel, infatti, è una sostanza microporosa e più leggera dell'aria, il cui volume per il 99% per cento è costituito da vuoto. Si tratta, in pratica, di una schiuma solida di densità estremamente bassa, in cui le particelle della cometa ad altissima velocità sono rimaste intrappolate senza essere danneggiate al momento della cattura.
Una volta recuperato, il materiale (alcune decine di microgrammi) è stato distribuito in diversi laboratori, non solo statunitensi, e sono iniziate le complesse analisi necessarie a stabilire la loro natura. Questa scoperta, insieme con il fatto che conosciamo più di 130 molecole complesse nello spazio, fa quindi pensare che la vita, come la conosciamo, dovrebbe essere un fenomeno relativamente comune nell'Universo. Gli ingredienti per il suo sviluppo sembrano permeare il cosmo. Basta solo che trovino l'ambiente adatto, ma la cosa è tutt'altro che semplice.