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Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
Rispondi al messaggio

30/12/2010, 23:38

Una ripetizione del concetto insomma, usando simboli relativamente più "recenti" rispetto all' originale.

E pagani.

Alla faccia del Vaticano.


Questo dimostra come non contano le fedi proclamate ufficialmente, quando si tratta di conservare gli antichi simboli di antiche conoscenze occulte.

Ecco quali sono le loro vere "fedi"... altro che Bibbia.

Da un certo livello in su, Vaticano, Massoneria etc, sono tutti a conoscenza e parte della stessa "dottrina".... che non è certo nessuna di quelle che danno poi a bere a noi, ovviamente.


Ma se chiedi all' uomo della strada, "quegli uccelli sono lì per fare bella figura, come la pigna al centro." [:D]

Beata ignoranza.

Anzi, dannata ignoranza.

Saluti,

Aztlan

31/12/2010, 01:15

Doc ha scritto:

Nella Bibbia si parla di Elohim e di Nephilim, nel Mahabarata si parla dei figli di Pandu (Pandava) e dei loro "cugini" i Kaurava (che avevano come loro simbolo, come del resto i Nephilm, il serpente), e così si potrebbe proseguire immagino in tutti i poemi o racconti antichi di quella guerra.
Ci è noto che un gruppo (gli Elohim) era detentore dei segreti della Vita e della Conoscenza ma voleva custodirlo per sé, mentre l'altro (l'allegoria del peccato originale) voleva renderne partecipe l'uomo per aiutarlo a crescere.



31/12/2010, 10:01

La cosa che mi fa riflettere è che Mauro Biglino, tra l'altro, lavora per le traduzioni bibliche dell'editore San Paolo e quindi della chiesa.
Ciò rende curioso che gli sia stato permesso di pubblicare questo genere di materiale e l'altro presente sul canale youtube della infinito editori, che del traduttore ha pubblicato un libro proprio su questi argomenti.
Ringrazio TTE per l'ottimo video, che chiaramente dimostra come gli dei abbiano creato questo uomo non dalla polvere, ma unendosi a specie già presenti (vuoi come immagine dei quid tagliato fuori dagli Elohim e inserito negli uomini come racconta la Bibbia, vuoi attraverso l'unione carnale come per i Pandava).

Tornando alla pineale, vi posto qui alcune delle strabilianti qualità (per lo più sconosciute alla scienza medica e biologica moderna) di questa ghiandola:
A parte padroneggiare lo stress nella nostra vita, come possiamo allora attivare la pineale perché rimanga in salute e produca i suoi ormoni naturali? Quando gli estratti pineali con i loro associati neurotrasmettitori furono somministrati ad animali di laboratorio per via endovenosa, produssero effetti benefici che immediatamente ottennero l’attenzione di molti scienziati. Gli elevati livelli di melatonina ed ormoni pineali arrestarono l’eccessiva secrezione di cortisone in risposta allo stress, migliorarono il metabolismo dei carboidrati, inibirono l’arteriosclerosi (indurimento delle arterie), alleviarono la depressione del sistema immunitario, ridussero i livelli di trigliceridi, migliorarono l’immunità cellulare e diminuirono l’incidenza dello sviluppo e crescita di certi tumori. Gli ormoni pineali aumentarono anche la durata della vita degli animali da laboratorio del 25 per cento. Rapportato agli esseri umani: se la durata della vita di un essere umano sano è di 80 anni ed è aumentata del 25 per cento, quella persona potrebbe vivere 100 anni.

Ugualmente rilevante è che gli scienziati hanno notato un miglioramento progressivoe consistente nella salute degli animali, caratterizzato da una riduzione del peso corporeo, migliore pelliccia, aumentato vigore, maggiore attività e postura migliore (Maestroni, 1993). La melatonina aumenta anche significativamente il sonno REM (movimenti rapidi degli occhi) e l’attività onirica. Questo neurotrasmettitore sembra intensificare la visualizzazione a colori durante il sonno. È il neurotrasmettitore dei sogni. La melatonina è anche un importante spazzino di radicali liberi e un antiossidante, prolungando la vita e prevenendo malattie legate all’età come pure il cancro e le malattie cardiache. I radicali liberi sono molecole con una grande carica che contengono ossigeno, ed esistono principalmente nel sangue. Essi danneggiano le membrane cellulari, le strutture cellulari (come il DNA) ed alterano molti processi biologici funzionanti influenzandone la fisiologia cellulare in molti modi dannosi. Altri test di laboratorio hanno confermato che la melatonina ha anche un ruolo neuroprotettivo. Quando i neuroni sono protetti, hanno una migliore possibilità di un prolungato e corretto funzionamento e di un rallentamento della degenerazione con l’età.

http://lnx.altreviste.com/portal/articoli/blog-altreviste

Leggendo mi è venuta in mente questa domanda: e se l'uomo antico raffigurando quella pigna stesse ad indicare oltre a quello già detto anche la differenza qualitativa tra lui e i suoi dei?

31/12/2010, 13:07

Ottima domanda, caro Doc. [;)]

Mettendo insieme quanto finora detto sul simbolo universale della pigna come possibile rappresentazione della ghiandola pineale con l' eccellente video postato da TTE, potremmo azzardare:

e questi Elohim/Annunaki, questi "Dei", questi individui, questi "Visitatori" diremmo più precisamente, ci hanno ingegnerizzato geneticamente a partire dai Primati... QUANTO di loro ci hanno donato?


SE foste al posto loro, dareste alle vostre creature, magari create allo scopo di servire come dicono gli stessi Sumeri, dareste loro TUTTO ciò che avete voi?


Difficile da credere.

Assai più probabile invece che dareste loro solo lo stretto indispensabile per adempiere ai compiti richiesti o allo scopo per cui avete voluto dare vita a una specie senziente per quel pianeta.

Ecco che si spiega anche l' origine dell' incredibile "potere" che differenzia e separa gli "Dei" dai "Mortali", i Creatori dalle Creature. Che contegono solo in nuce il potenziale originale nelle capacità, che oggi chiameremmo ESP, controllate oltre al resto dalla famosa Ghiandola.


Compreso l' attributo di immortalità ad essi conferito.


Tale sarebbe apparsa senza dubbio a delle popolazioni primitive la durata di vita di un Essere capace di vivere due secoli o più, mantenendosi sempre giovane con un aiuto da parte della tecnologia, in particolare della medicina rigenerativa e/o della scienza della clonazione.

Rammentiamo che gli stessi Dei greci erano sì immortali, ma con il "trucco": era il misterioso nutrimento chiamato ambrosia che conferiva loro questa capacità, tanto che se anche un mortale ne avesse preso, sarebbe stato anche egli immortale. Un gesto naturalmente proibito.

E di strani Esseri che si nutrono di strani intrugli a base di nettare o fiori sono pieni i miti di ogni parte del mondo, che narrano di incontri straordinari con esseri altrettanto fuori dal comune sia nel fisico che nelle capacità....


Saluti,

Aztlan

31/12/2010, 19:16

A proposito del cibo degli dei, mi hai riportato alla mente un articolo che avevo scritto circa mezzo secolo fa su Gilgameš.
Nella famosa epopea si legge:
Utnapishtim disse a lui, a Gilgameš: “Sei venuto fin qui, tra fatiche e tormenti. Che cosa posso darti, prima che tu torni alla tua terra? Ti svelerò o Gilgameš, una cosa nascosta: un segreto degli Dèi ti dirò: c’è una pianta, la cui radice è come un cespuglio spinoso. Le sue spine si abbarbicheranno alle tue mani, ma se la tua mano riuscirà a prendere la pianta, nuova vita troverai.”

http://avalonra.altervista.org/index.php?mod=read&id=1211399067
Anche qui si parla di un nutrimento con grandi capacità ricostituenti, tant'è che più avanti nel testo l'eroe afferma:
“Urshanabi, questa pianta è unica tra tutte le piante: con essa un uomo recupera tutto il suo vigore! La porterò alla città di Uruk, la taglierò a la mangerò. Diamole il nome! ‘L’Uomo diventa giovane nella vecchiaia!’ Di questa pianta io mangerò, e alla mia gioventù ritornerò.”

Abbiamo visto prima come una proprietà della serotonina prodotta dell'epifisi è proprio quella di ripristinare il fisiologico recupero tissutale, aumentando la vita e rallentando il processo degenerativo d'invecchiamento.
Unendo le due immagini potremmo anche arrivare all'ipotesi che nel "secchiello" vi è quel composto (Gilgameš parla di tagliare la pianta...) che è naturalmente prodotto dalla pineale, ossia la serotonina.
Quindi due caratteristiche del dio (sia esso visitatore o superstite) sono:
1) il grande sviluppo della pineale (con le conseguenze annesse #8594; lunga vita, capacità psichiche aumentate e chissà cos'altro)
2) la capacità di produrre grandi quantità del prodotto della pineale, cosa che gli dava enormi vantaggi nel proseguo della vita
Ricordo infatti che è "fisiologica" la calcificazione dell'epifisi in età puberale/adulta, con un calo progressivo del suo funzionamento, ergo per sopperire (magari anche loro sono affetti da questo "difetto") al deficit erano solito integrare la parte di neurotrasmettitore e ormone mancante.

Potrebbe essere un'idea, no?

31/12/2010, 20:10

E' veramente strano che Mauro Biglino, traduttore per le edizioni Paoline, possa divulgare queste interpretazioni anti-cattoliche Gatta ci cova...

01/01/2011, 17:48

Hai detto benissimo, è assai strano.

Ma questo solo se si vuole ancora credere che la Chiesa creda veramente alle panzane che racconta. E mi riferisco ai piani alti, ovviamente.

Ad un certo livello possiamo stare certi che possiedono conoscenze che noi neanche immaginiamo.... compresi i dettagli di questo enigma.


E visto che questi temi prendono sempre più piede nella società e che il loro primo obiettivo è mantenere il potere, un potere conferito unicamente dal presentarsi come detentore di una verità rivelata, stanno solo aprendo la strada al prossimo dominio culturale, con l' ennesima reinterpretazione esegetica dai testi pretesi sacri:

da quella inziale, letterale e quindi uguale in maniera trasparente per tutti, possibile solo per le menti primitive del lontano passato, a quella simbolica e di insegnamento di oggi, fino a quella prossima ventura di "codice" rivelato ma interpretabile solo agli inziati in cui sono celati i misteri dell' Universo.

Una ennesima reinterpretazione che cambia solo il mezzo ma non il fine, e neanche il concetto di base: Noi siamo quelli che deteniamo il Vero Sapere, inchinatevi a noi e al nostro modello di mondo.


E visto che questo processo è ancora a uno stadio iniziale in cui non è possibile veicolare questo messaggio ufficialmente, pena il rischio di perdere la devozione dei fedeli della attuale dottrina, l' unico metodo è utilizzare canali non ufficiali ma comunque controllati, almeno in parte, come ricercatori NON indipendenti che da un lato lavorano per loro all' interno per la diffusione della dottrina canonica, e dall' altro svolgono le loro ricerche "indipendenti" che guarda caso omaggiano il libro più venduto del mondo come fonte di verità storica.... senza accennare minimamente al fatto che nella Storia chiunque possegga delle informazioni le ha sempre usate in maniera parziale e faziosa e manipolante per il proprio tornaconto.....

E così inziamo a vedere certi elementi di spicco della Chiesa, che a quel che dicono parlano per proprio conto e basta - ma quando mai è successo all' interno di quella concrega? - che fanno da apripista, come il Monsignor Balducci coi suoi discorsi sulla compatibilità tra fede cristiana e vita nell' Universo....

E' tutto nel programma.


Saluti,

Aztlan

02/01/2011, 21:15

Aztlan ha scritto:

Una ripetizione del concetto insomma, usando simboli relativamente più "recenti" rispetto all' originale.

E pagani.

Alla faccia del Vaticano.


Questo dimostra come non contano le fedi proclamate ufficialmente, quando si tratta di conservare gli antichi simboli di antiche conoscenze occulte.

Ecco quali sono le loro vere "fedi"... altro che Bibbia.


Nel caso del cattolicesimo propenderei per una semplice appropriazione e fagocitazione di simboli "altri", cosa avvenuta molte volte nel passato e non sempre con vera cognizione di causa. Qualche volta si è trattato di puro e semplice amore per l'arte (da parte di qualche papa dall'orientamento più "umanistico", per così dire), qualche altra di puro e semplice sfoggio di cultura e potere, del tipo:"io ti mostro che ho l'arte antica in casa mia, quindi sono potente". Una concezione come quella dell'immortalità (non fisica) iniziatica non poteva e non può essere accettata dalla Chiesa né di allora né di oggi perché presuppone una concezione dell'uomo e del mondo che cristiana non è.

02/01/2011, 21:37

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questa immagine, due uccelli ai lati di una pigna, mi riporta a
questa


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due esseri uccello con in mano una pigna davanti all'albero della vita.

02/01/2011, 22:31

Ottimo raffronto, complimenti. [;)]


Ciò ci riporta al discorso che stavamo facendo prima: non prenderla nel senso sbagliato, caro quisquis, ma questo discorso può essere corretto in mille altri casi.


Papi e cardinali si sono sempre circondati di arte di ogni genere sia per piacere personale che per manifestare la propria ricchezza (alla faccia della povertà e umiltà cristiana).

Ma si trattava infatti di collezioni in cui rientravano a pari grado pezzi di ogni genere.

Qui invece si tratta di simboli che sin dall' antichità, fino a dove giunge umana memoria storica, hanno avuto il medesimo significato: sia il frutto della pigna che l' animale pavone simboleggiano l' immortalità. E' difficile credere che si tratti di una coincidenza.


E visto che questi simboli risalgono ad un' epoca di molto precedente a quella cui di solito attinge l' arte occidentale, addirittura già presenti in epoca Sumera, dubito si tratti anche di appropriazione e fagocitazione pura e semplice.

Sembra tanto invece il desiderio di voler mantenere una continuità storica con le antiche civiltà scomparse e i loro simboli, anche quando queste poco hanno a che fare con le radici che quella religione ufficialmente riconosce.

Quasi che costoro si ritengano in qualche modo i loro eredi, la loro ultima ed ennesima incarnazione. All' interno di un percorso occulto, storico e iniziatico che li veda sempre protagonisti.


Tu giustamente osservi: ma questo è inaccettabile per la dottrina cristiana.

E da quando a costoro gliene frega _davvero_ delle favole che spacciano?

In teoria i sacerdoti non dovrebbero avere figli, ma i cardinali e persino i Papi del Rinascimento avevano mogli, amanti e prole - che piazzavano nei posti di potere nella Chiesa e cui donavano Ducati.


Costoro detengono il potere religioso - uno dei poteri più forti del mondo in tutta la Storia - e come tutti coloro che sono al potere hanno interesse solo due cose: mantenere ben saldo quello che hanno e cercare di aumentarlo sempre più.

Tutto il resto sono solo chiacchiere, belle parole cui seguono pessimi comportamenti, favole buone per ammansire le folle.

E tra di loro, possiamo stare sicuri, questi simboli antichi rappresentano una delle principali forme di comunicazione in codice.


Saluti,

Aztlan

02/01/2011, 23:17

A proposito del pavone:
[...]in India il pavone è sempre stato simbolo di una magnificenza, di uno “splendore” che in quella cultura soave sempre accompagna l’idea di beatitudine e quasi la fa visibile: il Signore Indra, l’incoercibile potenza fecondatrice che arricchisce il mondo e lo domina con la folgore, ha tra le sue prime epifanie uno stupendo pavone, e Saraswati, la saggia e benevola patrona della conoscenza e della parola sacra, è raffigurata con pavoni ai suoi piedi.

L’allieva incostante dell’India, la Grecia, vedeva invece due pavoni aggiogati al carro di Era, madre e sposa, protettrice delle puerpere e nume del “mondo che continua e si sviluppa”, mentre un’immagine di potenza antica e incontrollata dipingeva sul mostro Argo i mille occhi che decorano la scenografica coda dell’uccello.

[...]

Nella rappresentazione delle schiere angeliche (una delle vie attraverso cui il politeismo ha cercato scampo nei tempi nuovi), sono i Cherubini a fregiarsi di penne di pavone sulle ali: i molti occhi figurano la perfetta conoscenza di Dio che questi esseri hanno e non dividono né coi mortali, né con gli altri immortali; naturalmente, la nuova visione stracciona del divino avverte un rischio nella venerazione di esseri così vicini alla conoscenza divina e lontani dall’amore divino, e così li danna volentieri (due Cherubini famosi erano, credo, Azazel e Beelzebub, poi passati alla storia come diavoli).

Sul versante islamico, il poeta sufi (ve l’avevo detto che ci saremmo tornati) Farid Attar Ad’Din va ricordato perché nella sua opera mistica La lingua degli uccelli racconta il viaggio di trenta uccelli alla ricerca del loro Signore, il misterioso Simurgh (fra essi c’è naturalmente un pavone, di grazia incomparabile): quando il loro viaggio ha termine, ricevono la rivelazione che essi stessi sono Simurgh e che la perfezione del Signore degli uccelli sorge dalle qualità di tutti loro.

Anche la tradizione ermetica (ecco pagato l’altro mio debito) serba memoria del pavone: secondo gli alchimisti, una delle fasi che la materia attraversa nella sua trasformazione dalle forme più grevi a quelle più nobili (prossime allo stadio spirituale) è contrassegnata da una policromia iridescente detta cauda pavonis, che nell’economia della manifestazione universale è legata al momento della “produzione delle forme” cioè proprio della fertilità sacra e naturale che moltiplica gli esseri e arricchisce il mondo.

Ma naturalmente l’esempio più importante di sopravvivenza del simbolo del pavone nel mondo moderno è rappresentato dagli Yezidi: sono i devoti di Malak Ta’us, l’“Angelo Pavone” che fu cacciato dall’albero cosmico dall’uccello-Dio con un colpo di becco e che tornò, dopo aver spento con le proprie lacrime le fiamme dell’inferno, a mitigarne la furia.

Mediatore e salvatore dalla dannazione, giustificatore del mondo e degli esseri tramite lo splendore e la molteplicità delle epifanie, Malak Ta’us è solare e angelico, ma anche diabolico: è Sheitan, che ha ricevuto l’esistenza e non ne farà dono in una obbligatoria oblazione ma semmai ripeterà il gesto di Dio donando prometeicamente la libertà ai mortali; è anche il protettore dei visionari e dei folli, di quegli spiriti sospesi fra cielo e terra che cercano incessantemente la luce dentro le tenebre e, innamorati della regalità e dell’abbondanza e dei segreti potenti (che il pavone vede coi suoi mille occhi) non amano troppo inchinarsi.

http://callemaipu994.spaces.live.com/blog/cns!5705391BB8D4624A!321.entry

e ancora
animale dai cento occhi, segno della beatitudine eterna, della visione diretta di Dio da parte dell'anima, simbolo cosmico, di totalità, indica l'insieme di tutte le manifestazioni...
Nella tradizione cristiana è segno di immortalità, talvolta i pavoni sono disegnati finchè bevono dal calice eucaristico.
Il pavone, come cavalcatura, trasporta il suo cavaliere in modo sicuro verso l'immortalità!

http://www.edizionivida.it/79796.php

07/01/2011, 21:10

Aztlan ha scritto:



Qui invece si tratta di simboli che sin dall' antichità, fino a dove giunge umana memoria storica, hanno avuto il medesimo significato: sia il frutto della pigna che l' animale pavone simboleggiano l' immortalità. E' difficile credere che si tratti di una coincidenza.


E visto che questi simboli risalgono ad un' epoca di molto precedente a quella cui di solito attinge l' arte occidentale, addirittura già presenti in epoca Sumera, dubito si tratti anche di appropriazione e fagocitazione pura e semplice.

Sembra tanto invece il desiderio di voler mantenere una continuità storica con le antiche civiltà scomparse e i loro simboli, anche quando queste poco hanno a che fare con le radici che quella religione ufficialmente riconosce.



Quasi che costoro si ritengano in qualche modo i loro eredi, la loro ultima ed ennesima incarnazione. All' interno di un percorso occulto, storico e iniziatico che li veda sempre protagonisti.



La vedo molto difficile nel suo complesso. La fagocitazione, se si vuole l'appropriazione o al limite anche la pura e semplice riproposizione può essere consapevole (più o meno) o del tutto inconsapevole. Ammettiamo pure che nel caso della Pigna, chi ne decise lo spostamento in Vaticano l'associasse all'immortalità. Intanto questa associazione poteva venirgli al più da una certa conoscenza del mondo classico, dubito fortemente del mondo sumero o di altri mondi a lui lontani ed ignoti nel tempo e nello spazio (amerindi, asiatici etc). Quindi già in un caso come questo è difficile immaginare una consapevole riproposizione simbolica all'interno di una ininterrotta e (a lui) nota catena di civiltà; poi, il fatto che potesse essere consapevole di un suo significato metastorico (in questo caso l'immortalità) non significa automaticamente che fosse, di nuovo, il consapevole ultimo anello umano di una riproposizione simbolica attraversante più civiltà. C'è modo e modo di intendere uno stesso significato, il cristiano avrebbe per esempio benissimo potuto pensare:"solo Cristo è immortale, ormai è giusto che questo simbolo stia da noi a rappresentare la vera immortalità, quella in Cristo"; questo è anche fagocitare, perché se a qualcuno fosse venuto in mente di riassociare la Pigna all'immortalità, il fatto di trovarla in un cortile del Vaticano sicuramente gli avrebbe fatto associare l'idea a quella dell'unica immortalità che la chiesa proponeva e propone, la sua. L'immortalità così come è concepita nel cristianesimo non è la palingenesi classica; ci sono molti modi di intendere l'immortalità.

Tu giustamente osservi: ma questo è inaccettabile per la dottrina cristiana.

E da quando a costoro gliene frega _davvero_ delle favole che spacciano?

In teoria i sacerdoti non dovrebbero avere figli, ma i cardinali e persino i Papi del Rinascimento avevano mogli, amanti e prole - che piazzavano nei posti di potere nella Chiesa e cui donavano Ducati.



Su questo non sono d'accordo. Sicuramente, soprattutto in determinati periodi storici, le gerarchie ecclesiastiche sono state anche e forse soprattutto questo, ma non si può dire sempre e solo questo. Non è vero, non si può dire sic et simpliciter così. Ci sono stati, ci sono e penso proprio che sempre ci saranno preti, vescovi e perché no, anche papi e cardinali fatti di altra pasta, in totale buona fede e sinceramente saldi nella loro visione del mondo; lo stesso di può dire di ogni altra religione. Se poi si scende nel basso clero e negli ordini monacali questo è ancora più vero. Il fatto di non essere d'accordo con una determinata visione del mondo non può far credere che tutti coloro che la professano siano in mala fede.

Ancora, anche in coloro che in realtà vivevano le cariche ecclesiastiche come una pura e semplice forma di potere non si deve sottovalutare la forza della fede, intesa stavolta non come scelta libera e sotto questo aspetto luminosa di uno stile di vita e di una data visione del mondo (condivisibile o meno non è questo il punto), ma stavolta intesa come cieca ed irrazionale forza suggestiva e costringente. Mi spiego con un esempio: un papa interessato solo al potere ma cresciuto nei dogmi cristiani imposti con forza difficilmente sarebbe stato totalmente esente dall'influenza degli stessi, a livello subconscio. Quindi, soprattutto in materia di significato da attribuirsi a dei simboli, difficilmente avrebbe visto qualcosa di diverso da ciò che i dogmi in cui era stato educato gli avrebbero fatto vedere. Il fatto che poi in tema di vita pratica possa essersi comportato né più né meno come i peggiori signorotti medievali (anche qui ci sono stati signori e signori) non vuol dire molto. Una religione ha molti aspetti, e soprattutto quelle rivelate hanno una componente dogmatica molto forte che può tranquillamente convivere, nella prassi, con comportamenti non religiosi sotto altri aspetti.

Poi ancora se è vero che ci sono alcuni stati papi molto sensibili al retaggio culturale classico, è anche vero che si sono sempre molto preoccupati di cristianizzarlo il più possibile, soprattutto se consapevoli del significato di esso. Il cristianesimo delle origini (ai tempi dell'impero) era all'atto pratico violentemente iconoclasta nei confronti dell'arte religiosa pagana, vedi le statue sfregiate degli Dei. In occidente solo in Italia (con un significativo contributo ellenico) e con l'umanesimo si ritornerà a guardare al mondo antico con uno sguardo più equilibrato, ma senza mai spingersi oltre un certo limite.

Infine bisogna valutare la possibilità che il ripresentarsi metapolitico ( in quanto al di là di ogni politica meramente umana e quindi più o meno consapevolmente dal punto di vista umano) di certi simboli oltre il fluire storico sia voluto da forze appunto metastoriche e matapolitiche, in una parola divine nel senso ampio del termine; il fatto che gli uomini e le loro associazioni possano esserne più o meno consapevoli è secondario in una visione di questo tipo.
Ultima modifica di quisquis il 07/01/2011, 21:31, modificato 1 volta in totale.

08/01/2011, 16:34

Scusate se torno ancora su il solito simbolo ma mi incuriosisce, mi incuriosisce come si sia tramandato e evoluto nei tempi..... navigando ho trovato questo simbolo

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E' una sfinge italica, ma quello che mi interessa a me e' la parte bassa dove ritorna "l'albero della vita" con ai lati due figure , questa volta due capre e se non mi sbaglio i frutti dell'albero sono ancora pigne.

Ma la cosa piu' curiosa e' questo sigillo sumero con una donna e un dio ai lati di una pianta ( curiosamente con sette rami) con due frutti in basso, pigne?


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Questo sigillo e' sopranominato di "Adamo ed Eva", non so' di che epoca e' se no' qualche idea di come collegarlo con altri simbolismi (con Oannes) mi verrebbe..

Re: a che serve quel secchiello?

05/09/2020, 16:55

cip di attenzione.


zio ot [:305]

Re:

05/09/2020, 21:03

TRYSTERO


manucaos ha scritto:
Pero' mi hai dato un idea, probabilmente il secchiello serviva da contenitore di quelle pigne,..... che erano considerate sacre (questo pero' l'ho letto su un libro di Sitchin). quello che mi da' fastidio dei libri di storia ufficiale e' che questi particolari li evitano proprio. [:(]
[/quote]

Quanti libri di "storia ufficiale" hai letto per fare questa affermazione?
A me è bastato aprire la prima enciclopedia di storia dell'arte che mi è capitata sottomano (La Grande Storia dell'Arte Vol. 12 "Il vicino oriente") per trovare che quegli oggetti che vengono tenuti in mano dai geni alati della mitologia assiro-babilonese sono la pigna aspersoria e la situla (secchiello in latino).

http://books.google.it/books?id=bcGyaun ... geni+alati

http://books.google.it/books?id=OAj5l1I ... a+dei+geni

Da: Tell Barri/Kahat: la campagna del 2003 : relazione preliminare Di Paolo Emilio Pecorella, Raffaella Pierobon Benoit
"In ambiente assiro il motivo della pigna è ricorrente e riveste valore simbolico particolare: nei rilievi su lastra di pietra che decoravano i muri dei palazzi assiri un soggetto rituale tra i più ricorrenti vede infatti due geni apkalle nell'atto di purificare l'albero sacro tenendo in mano una pigna appunto."

In particolare, come ha già scritto Werther, la situla dei latini era chiamata banduddu in Mesopotamia, mentre la pigna era mulillu:
http://books.google.it/books?id=xYX64Zk ... q=Banduddu

La situla è diffusissima in tutti i riti di moltissime religioni antiche e moderne. La usano anche i sacerdoti cattolici nelle benedizioni, ma invece della pigna intingono nell'acqua un aspersorio a forma di pennello o di piccolo scettro.

http://www.google.it/images?hl=it&newwi ... aspersorio

http://www.google.it/images?hl=it&sourc ... 1&q=situla

Santa Marta con aspersorio e situla:
http://www.scuolegrosio.it/progetti/valorsa/smarta.htm


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https://www.ancient-origins.net/history ... ner-006341

https://www.viviliberamente.com/la-bors ... degli-dei/

Scusa trystero ma ho i miei dubbi che quello sia un secchiello per l' aspersione ....

gli stessi Ebrei non avevano il rito dell' aspersione ....

https://it.wikipedia.org/wiki/Abluzioni ... i_ebraiche


ho la netta sensazione che sia la solita interpretazione cattolica millenaristica .... ( del c azzo ... )

da lavorarci sopra .



zio ot [:305]
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