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MessaggioInviato: 27/02/2010, 23:39 
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keiji ha scritto:

la fine è iniziata.


La fine o un nuovo inizio? La fine di un mondo, non è la fine DEL mondo.


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MessaggioInviato: 27/02/2010, 23:48 
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Enkidu ha scritto:

Cita:
keiji ha scritto:

la fine è iniziata.


La fine o un nuovo inizio? La fine di un mondo, non è la fine DEL mondo.

Questione di punti di vista, relativi a coloro che vedranno il nuovo "inizio" e a quelli che riusciranno solo a vedere la "fine"...



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MessaggioInviato: 28/02/2010, 12:09 
Dobbiamo tener presente che il terremoto in questione si e' verificato in una zona altamente sismica, ovvero proprio nel punto in cui la placca pacifica spinge contro quella americana.
Nella stessa zona, si verifico' un terremoto piu' forte nel 1960 e uno che rase al suolo tutta la citta' di Conception nel XVII secolo.
Insomma avrebbe dato piu' da pensare un evento sismico al centro della Siberia.



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« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »
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MessaggioInviato: 28/02/2010, 18:09 
Xynthia devasta la Francia:40 morti
Ora la tempesta killer è sulla Germania

E' salito a 40 morti il bilancio del passaggio della tempesta 'Xynthia' in Francia. Lo hanno riferito fonti del Servizio per la sicurezza civile. Nell'ovest del Paese, un milione di persone è senza elettricità. In Spagna sono tre i morti, tra cui una donna di 82 anni deceduta in Galizia. Un morto anche in Portogallo. Ora la devastante tempesta si è diretta sulla Germania dove si segnalano già le prime vittime.

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/arti ... 5181.shtml


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MessaggioInviato: 28/02/2010, 19:16 
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... aabe.shtml



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MessaggioInviato: 04/03/2010, 23:55 
Il punto di partenza sono le profezie di Nostradamus e quelle dei Maya, indipendenti ma sovrapponibili in corrispondenza del 2012. Secondo gli esperti che dicono di saperle interpretare, a scadenza di due anni incombe sulle nostre teste una catastrofe cosmica: «Gran fuoco dal cielo in tre notti piombera'» (Nostradamus I. 46) e il cataclisma potrebbe comportare un cambiamento epocale per tutta l'umanita' o addirittura la fine del mondo (il calendario Maya colloca proprio nel 2012 l'apocalisse della Quinta Era). Per continuare a leggere quest'articolo non e' necessario credere alle favole: il gioco consiste nel provare per un attimo a ricostruire la logica che sta dietro a questi vaticini e poi immaginare in che maniera potrebbero realizzarsi in concreto, qualora il destino decidesse di assestarci questa mazzata. Per chiarire, facciamo un esempio di ipotesi che «non» funziona ai nostri fini (a prescindere che sia valida o no). Secondo i ricercatori Maurice Cotterell e Adrian Gilbert, le quattro precedenti e're dei Maya sarebbe finite per cataclismi causati da un'inversione del campo magnetico terrestre. Ma questa e' una tesi che non si presta ad esame alla luce delle conoscenze dei Maya e delle nostre: dovremmo prendere per buono, in modo acritico, che i Maya sapessero prevedere le inversioni del campo magnetico, mentre noi stessi non lo sappiamo fare, con tanta scienza accumulata in piu'. Noi contemporanei sappiamo solo che le inversioni avvengono, in media, ogni 250 mila anni; che l'ultima c'e' stata 780 mila anni fa; e che quindi la prossima e' (statisticamente) in abbondante ritardo; dunque potrebbe arrivare in qualunque momento, anche nel 2012, perche' no; ma come avrebbero fatto i Maya a calcolarlo? Qui il filo logico si spezza. Invece un'ipotesi valutabile alla luce della scienza e' che i Maya abbiano osservato per molti secoli il passaggio regolare delle comete e abbiano calcolato che nel 2012 una di esse fosse destinata a finire in rotta di collisione con la Terra. Il calendario Maya parte dal 3114 avanti Cristo (in verita', a quell'epoca una civilta' Maya ancora non esisteva, ma non e' inverosimile che i Maya abbiano ereditato le osservazioni delle civilta' precedenti). Lo studioso Robert Bast, partendo da questo calendario, e costruendoci complicati ragionamenti che qui non riportiamo, congettura che una cometa che passa vicino alla Terra con un periodicita' media di circa 1025 anni sia comparsa proprio nel 3114 a.C. e poi di nuovo attorno al 2089 a.C., al 1604 a. C., al 39 a.C., al 987 dopo Cristo, e sia destinata a rifarsi viva, in base a un calcolo meccanico, nel 2012. Potrebbe essere la nostra Nemesi. Secondo Bast e' importante sottolineare, in questa sua ipotesi, due sfumature: 1) la cometa sarebbe passata «all'incirca» negli anni indicati, ma non si e' di necessita' fatta viva precisamente in quelli, perche' ogni sua orbita viene deviata dalla forza di gravita' dei pianeti avvicinati e questo puo' anticipare o ritardare ogni apparizione del corpo celeste di qualche anno; 2) i Maya, avendo assistito (nell'ipotesi di Robert Bast) alle prime quattro apparizioni, avrebbero calcolato l'appuntamento successivo in base alla media di 1025 anni da loro stessi verificata; ma il 2012 e', da parte loro (come accennato sopra), un puro calcolo meccanico, a cui in realta' puo' rispondere una certa variabilita': a causa delle perturbazioni gravitazionali la cometa potrebbe arrivare qualche anno dopo il 2012 - o anche qualche anno prima, anche se per questa eventualita' il tempo ormai stringe. Al di la' di quel che avrebbero visto o non visto i Maya, noi in Occidente siamo in grado di testimoniare i passaggi di quella cometa? In base all'ipotesi dei transiti «all'incirca» ogni 1025 anni, Bast ritiene che il passaggio della cometa da lui ipotizzato aritmeticamente attorno al 39 a.C. sia avvenuto (in realta') cinque anni dopo, nel 44 a.C., quando l'apparizione del corpo celeste fu registrata a Roma. Giulio Cesare era stato assassinato da poco allorche' brillo' in cielo quest'astro funesto e luminosissimo. Plinio riporta questa testimonianza: «Una grande cometa fu visibile per sette giorni interi, nel cielo di settentrione. Si accese verso l'undicesima ora e fu cosi' brillante da essere osservata in ogni luogo...». Non ci sono rimaste, invece, indicazioni precise del successivo passaggio ipotizzato da Bast attorno al 987 d.C. Resta solo un riferimento (indiretto) di un monaco benedettino di nome Eilmero di Malmesbury, troppo vago pero' per datarlo. Per spiegare questo relativo vuoto, Bast fa due congetture: la prima, abbastanza tranquilla, e' che la pochezza o assenza delle fonti sia dovuta ai Secoli Bui che viveva allora l'Europa, il periodo peggiore del Medioevo, di cui ci sono rimaste pochissime testimonianze in assoluto, figuriamoci poi quelle sulle comete; la seconda ipotesi di Bast, piu' inquietante, e' che la cometa di Cesare sia diventata, nel passaggio attorno all'anno Mille, una «cometa oscura», cioe' priva dello strato di ghiaccio che crea la coda luminosa, quando il corpo celeste si avvicina al Sole. Il ghiaccio disperso nello spazio e illuminato dal Sole e' l'unica cosa che possiamo vedere della cometa; quando e' tutto evaporato, non resta che un grosso blocco roccioso, invisibile fino all'ultimo momento nel malaugurato caso di impatto con la Terra. Questo non ci darebbe tempo per approntare quelle difese dallo spazio che alcuni film di fantascienza hanno prospettato (vedi «Armageddon» con Bruce Willis, per quanto li' si trattasse di un asteroide). In conclusione: dobbiamo preoccuparci per il 2012? Gli astronomi dicono, quasi in coro, di no. Ma due di loro, Bill Napier e David Asher, hanno pubblicato proprio l'anno scorso uno studio che valuta in 3 mila le comete oscure a tiro della Terra. E va' a sapere dove si stanno dirigendo, la' fuori, nel buio cosmico.
fonte tuttoscienze


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MessaggioInviato: 08/03/2010, 22:42 
8 marzo 2010

Dopo i terremoti di Haiti e del Cile, ora una forte scossa tellurica ha colpito la Turchia, provocando finora almeno 60 morti. La scossa di magnitudo 6.2 Richter è avvenuta alle ore 04.32 del mattino e l’epicentro è stato registrato a 13 miglia a sud-sudovest di Elazig nella Turchia centro-orientale. Il bilancio attuale parla di 57 morti e circa 70 feriti di cui alcuni molto gravi. Le vittime come in molti casi, sono destinate a salire considerando che la scossa è stata avvertita in un orario in cui tutte le persone erano in casa.

Nella provincia turca colpita dal sisma, stanno arrivando intere squadre di soccorritori per la ricerca di superstiti sotto le mcerie.

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MessaggioInviato: 11/03/2010, 22:32 
Dopo la banca delle sementi alle Svalbard ora stanno pensando a preservare "temporaneamente" i libri dentro antiche miniere, per tre anni, riapertura nel 2013...se ci sarà [8)]

http://www.manchestereveningnews.co.uk/ ... _the_mines


Ultima modifica di Angel_ il 11/03/2010, 22:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/03/2010, 01:15 
20 marzo

Cuba: terremoto di magnitudo 5,6

Un sisma di magnitudo 5,6 sulla scala Richter ha scosso l'isola di Cuba, secondo quanto riferisce l'istituto geologico degli Stati Uniti. L'epicentro e' stato registrato 45 chilometri a sud ovest di Guantanamo, ad una profondita' di 22,6 chilometri.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ester ... 74302.html



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MessaggioInviato: 21/03/2010, 13:56 
Stà per cominciare un altra fase...eruzioni vulcaniche

http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_ ... aabe.shtml

http://arte-cultura-recensioni.noiblogg ... a-la-foto/


Ultima modifica di Angel_ il 21/03/2010, 13:58, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/03/2010, 14:28 
Nel lontano 1823 il vulcano di Eyjafjallajokull causò un [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Jökulhlaup]Jökulhlaup[/url] catastrofico
Speriamo non accada di nuovo
Ecco un filmato di questa nuova eruzione
<EMBED WIDTH="640" HEIGHT="385" SRC="http://www.youtube.com/v/nB6FWBfh78w" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>

Mah non so più che dire,resta il fatto che in questi ultimi periodi la Terra è particolarmente attiva.. casualità o stiamo attraversando un periodo particolare nella storia geologica della Terra?


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 21/03/2010, 14:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/03/2010, 17:26 
disastri... innaturali


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MessaggioInviato: 28/03/2010, 23:45 
Esperto nel'97, forte sisma Abruzzo entro 2010

PESCARA - Già dodici anni fa, nel 1997, durante il terremoto che colpì a più riprese Umbria e Marche, gli studiosi - basandosi sulle statistiche del passato - indicavano il 70% di probabilità che un forte terremoto potesse scuotere l'Abruzzo "entro il 2010". E' quanto affermava il direttore dell'Osservatorio geofisico dell'Aquila, Paolo Palangio, in un'intervista all'edizione abruzzese del "Messaggero" del 9 ottobre 1997.

"Le statistiche - riferiva Palangio - dicono che entro il 2010 c'é il 70 per cento delle probabilità di avere nella zona compresa tra l'Aquilano, la Marsica e l'Alto Sangro, un altro evento catastrofico. Se poi andiamo avanti negli anni e arriviamo al 2070, le probabilità di avere il 'big one' salgono al 100 per cento".

In Abruzzo - sottolineava l'esperto - le aree a rischio "sono quelle dell'Aquilano e la zona che comprende la Marsica, il Parco Nazionale d'Abruzzo, la zona della Maiella e parte delle province di Pescara e di Chieti. L'ultimo grande sisma è stato quello della Marsica nel 1915. Secondo quanto è stato possibile ricostruire dalle cronache dell'epoca, L'Aquila è stata distrutta più volte nel 1400.

Un altro evento catastrofico fu quello del 1703 ed ebbe epicentro tra Pizzoli e Campo Felice, con quali effetti ve lo lascio immaginare". Nel 1997 erano passati 82 anni dal terremoto di Avezzano, 294 da quello dell'Aquila. "Sono proprio questi i periodi di latenza degli ultimi 'big one' - spiegava Palangio - . Come testimonia la storia sismica dei territori interessati, i tempi di stasi nell'Aquilano sono molto lunghi, durano infatti 250- 300 anni.

Molto più brevi risultano invece quelli riguardanti i terremoti marsicani, anche se una divisione netta è soltanto teorica perché un evento nella Marsica è avvertito nell'altro comprensorio sia pure con intensità minore, e viceversa". Già dodici anni fa Palangio invitava alla prevenzione: "Prevenire vuol dire costruire stabili rigorosamente antisismici - disse nell'intervista -, gli unici in grado di resistere a scosse anche violente. E' una regola che non va disattesa se si vuole che non si ripeta quanto è accaduto in Irpinia dove costruzioni in cemento armato, fatte male, sono venute giù come castelli di carta. Ma prevenire - concludeva il direttore dell'Osservatorio Geofisico abruzzese - vuol dire anche una popolazione più consapevole, che si è preparata per un evento del genere, e che quindi non si faccia prendere dal panico che può fare più vittime del terremoto stesso".

http://www.ansa.it/opencms/export/site/ ... 05709.html

questo è l'articolo ritrovato per caso è di ben 13 anni fa!!!




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Ultima modifica di Werther il 28/03/2010, 23:47, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/04/2010, 00:06 
Rischio tsunami nel Mediterraneo - Il 'Marsili', il vulcano sommerso nel Tirreno sta per eruttare.

Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso».

Enzo Boschi presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pur nella cautela, ha toni preoccupati raccontando i risultati dell’ultima campagna di ricerche compiute sul Marsili, il più grande vulcano d’Europa, sommerso a 150 chilometri dalle coste della Campania.

Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente essendo lunga 70 chilometri e larga 30. È un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto. Intorno si sono osservate diverse emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente elevata e proprio queste, unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli più inquietanti della stessa possibile eruzione. Di recente sono stati registrati due eventi, per fortuna contenuti. «La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega Boschi — scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri». Nel cuore del Marsili gli strumenti hanno dato un volto alla camera di magma incandescente che si è formata e che oggi raggiunge le dimensioni di quattro chilometri per due: è come una pentola ribollente con il coperchio ben tappato. Il Marsili è da anni un sorvegliato speciale per alcuni segni lanciati.

«URANIA» - La sua storia si confonde nel tempo e non si sa quando sia avvenuta l’ultima eruzione: di certo in epoche lontane. Ma proprio i segnali emessi hanno indotto a studiarlo e l’ultima campagna iniziata in febbraio con la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha fatto aumentare la preoccupazione. Le frane rilevate indicano una instabilità impossibile da ignorare. «Il cedimento delle pareti — nota Boschi — muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione ». La ragione sta nella situazione in cui si trova il vulcano. L’Etna in questi anni è stato tappezzato di strumenti in grado di avvisare se un’eruzione è imminente, almeno con un certo margine di preavviso. Il Marsili non solo è sommerso ma è privo di queste sonde pronte ad ascoltare le sue eventuali cattive intenzioni. Bisognerebbe installare una rete di sismometri attorno all’edificio vulcanico collegati a terra ad un centro di sorveglianza. Ma tutto ciò è al di fuori di ogni bilancio di spesa. Con le risorse a disposizione si collocherà qualche nuovo strumento ma non certo la ragnatela necessaria. «Quello che serve — conclude Boschi—è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire».


http://mysterium.blogosfere.it/2010/03/ ... ni-le.html



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MessaggioInviato: 02/04/2010, 00:48 
L’avverarsi delle dettagliate predizioni dell’antica cultura maya riguardo al periodo che va dal 1992 al 2012 del nostro calendario solleva un profondo mistero e una domanda inquietante: stiamo realmente vivendo la fine di un'era cosmica e vedremo fra sette anni l'alba di un'altra era molto diversa?
Gli scienziati non sanno cosa sta accadendo al Sole. Il 30 gennaio di quest'anno una sorprendente tempesta solare ha colpito la Terra ed ha raggiunto il suo picco massimo di radiazione solo 15 minuti dopo l'inizio di una serie di esplosioni; nella normalità ciò avviene dopo 2 ore. Secondo Richard Mewaldt, del California Istitute of Technology, è stata la piú violenta degli ultimi 50 anni. Anche la più misteriosa.
Gli scienziati credevano che queste tempeste avvenissero nella corona solare a causa dello scontro di onde associate a eiezioni di plasma. Tuttavia, questa volta sembra avere avuto origine stranamente all’interno dell'astro re, secondo quanto ha affermato il professore Robert Lin, dell'Università della California.
Gli astronomi sono rimasti perplessi. Il professore Lin -principale investigatore del satellite Reuven Ramaty High Energy Solar Spectroscopic Imager (RHESSI), ha concluso la sua dichiarazione con una frase molto significativa: “Questo significa che non sappiamo realmente come funziona il Sole”. In poche parole: l'insolito fenomeno del 30 gennaio ha polverizzato i modelli predittivi della nostra scienza.
Sorge un’altra domanda: perchè si sta verificando un'attività così intensa e anomala in questo momento? Il picco massimo di attività della nostra stella -nel suo ciclo principale di 11 anni- si è verificato nel 2000. Nel 2004 i fisici solari osservarono un'assenza totale di macchie, un fatto che preannuncia sempre l'avvicinarsi di un picco minimo di attività.
Questo picco minimo doveva avvenire tra il 2005 e 2006, circa 4 anni prima del nuovo massimo, previsto per l’anno 2010 o 2011, precisamente alla vigilia della data che gli antichi maya hanno identificato come la fine dell’era che corrisponde al “Quinto Sole” e l’inizio di un altro ciclo cosmico chiamato “Sesto Sole”.
I Maya sapevano qualcosa che la nostra scienza attuale ignora? I loro testi sacri potrebbero aiutare gli scienziati, sconcertati dallo strano e inquietante comportamento dell’astro re?
E soprattutto: per quale motivo quell’antica cultura ha prestato così tanta attenzione all’attivitá solare dei nostri giorni in tempi così antichi?
Il calendario maya termina il sabato 23 dicembre 2012, 5.125 anni dopo l’inizio dell’era del “Quinto Sole”.
Secondo le loro profezie, la causa fisica scatenante sarebbe un raggio che il Sole riceverebbe proveniente dal centro della galassia e che emanerebbe un’immensa “fiammata raggiante”, trasmettendo quella radiazione alla Terra e al resto del sistema solare. Questo evento dovrebbe precedere l’inizio di un nuovo ciclo cosmico. Secondo il loro calcolo, stanno per completarsi 5 cicli di 5.125 anni, completando una serie di 25.625 anni, un periodo che si avvicina molto a quello della “precessione degli equinozi”, conosciuto come “Anno Platonico” o “Grande Anno Egizio” e che corrisponde a un ciclo completo formato dalle 12 ere astrologiche (25.920 anni).
Secondo i Maya, ogni ciclo di 5.125 anni la Terra è stata lo scenario dell’avventura di un’Umanità –“una razza” in questo suo concetto- e si sarebbe concluso con la propria autodistruzione, susseguita da una rigenerazione portata da un successivo ciclo o “Sole”. All’inizio del quale avviene una sincronizzazione della “respirazione” di tutte le stelle, pianeti ed esseri.
L’11 agosto del 3.113 a.C. i Maya fissarono la nascita del “Quinto Sole” -l’era attuale- che si concluderebbe nel 2012. L’era dell’Acqua si sarebbe conclusa con il Diluvio, la successiva con un diluvio di fuoco e la nostra, denominata “di Movimento”, si concluderebbe con violenti terremoti, eruzioni vulcaniche e uragani devastanti.
La mitologia delle culture antiche più diverse tramanda la memoria di inondazioni catastrofiche che sono avvenute circa 12.000 anni fa e misteriose piogge di fuoco, oltre 5.000 anni fa, che ricercatori come Maurice Cotterell associano a una grande cometa che avrebbe sfiorato l’atmosfera terrestre. La predizione Maya descrive anche i 20 anni che precedono il primo giorno del “Sesto Sole” piuttosto dettagliatamente. Questo ciclo minore, che loro denominavano Katum, ha già consumato due terzi della sua durata totale. Ciò rende possibile verificare fino a che punto si sono compiute le loro profezie fino al momento attuale e, di conseguenza, valutare se le loro predizioni esatte meritano credibilità e quindi maggior considerazione.
L’ultimo Katum, che loro hanno denominato “il tempo del non tempo”, sarebbe cominciato nel 1992 del nostro calendario, in seguito ad un eclisse di sole che questa cultura aveva pronosticato l’11 luglio 1991 e che si è compiuto puntualmente. Per i Maya si tratta di un periodo di transizione, caratterizzato da profondi cambiamenti cosmici, tellurici e storici.
È curioso osservare che a settembre del 1994 si sono verificati forti perturbazioni nel magnetismo terrestre, con alterazioni importanti nell’orientamento degli uccelli migratori e dei cetacei insieme al funzionamento dell’aviazione.
Nel 1996, la sonda spaziale Soho scoprì che il Sole non presentava più dei poli magnetici bensì un unico campo omogeneo. Nel 1997 si verificarono violente tempeste magnetiche nel Sole. E nel 1998, la NASA individuò l’emissione di un potente flusso di energia proveniente dal centro della galassia che nessuno ha saputo spiegare.
Un’altra data importante delle profezie Maya è stata l’eclisse totale di Sole dell’11 agosto del 1999, che si verificò anch’essa puntualmente. Secondo il Chilam Balam –un libro sacro Maya- sette anni dopo l’inizio dell’ultimo Katum (1999), inizierebbe un’era di oscurità e le convulsioni della Terra –scosse, uragani, eruzioni vulcaniche – aumenterebbero sensibilmente.
L’11 settembre del 1999, solo un mese dopo questa eclisse, una misteriosa esplosione proveniente dallo spazio eclissò per ore la luminosità di alcune stelle. Le radiazioni di onde radio, raggi gamma e raggi X moltiplicarono la loro intensità di 120 volte.
Astronomi come Richard Berendzen e Bob Hjellming, dell’Osservatorio Radioastronomico del Nuovo Messico (USA), classificarono questo fenomeno come un enigma “degno di un’accurata investigazione”.
Il raggio e la fiammata raggiante
Di fronte a questi fatti sorgono alcune domande: quella misteriosa e inspiegabile radiazione del 1999 potrebbe essere il raggio proveniente dal centro della galassia che, secondo i Maya, avrebbe raggiunto il Sole prima del 2012, dando origine allo scatenarsi di fenomeni sismici? E l’altrettanto enigmatica e anomala esplosione solare del 30 gennaio del 2005”, che ha lasciato perplessi e senza risposte gli scienziati, non sembra evocare “la fiammata raggiante” che, secondo i Maya, il Sole emetterebbe dopo aver ricevuto questo “raggio”?
L’eclisse dell’11 agosto del 1999 che precedette la forte radiazione proveniente dallo spazio del 15 settembre del 2005 inauguró un periodo di cataclismi naturali.
Il giorno 7 dello stesso mese si verificò un terremoto del 5,9º (scala Richter) in Grecia, che causò 218 morti; l’8 ci furono inondazioni catastrofiche in Cina, con migliaia di morti; il 17, un terremoto del 7,4 in Turchia, con 15.000 morti; il 20, un terremoto del 7,6º a Taiwan, con 2.000 morti; il 22, una catena di terremoti meno distruttivi, tra il 2º e il 5,2º, in tutto il pianeta; il 30, un terremoto a Oaxaca (Messico), seguito da grandi incendi dovuti a esplosioni di gas, con piú di 100 morti e il 10 ottobre le piogge provocarono oltre 300 morti e 500.000 furono colpiti dal disastro in Messico.
Non si tratta di fare un elenco delle catastrofi, niente di tutto ciò, ma dimostra come alcuni fenomeni molto distruttivi sono avvenuti nei due mesi seguenti all’eclisse di agosto. Se dovessimo includere i conflitti umani esplosi in quei due mesi e altre catastrofi naturali necessiterebbe un sostanzioso volume. Inoltre bisognerebbe aggiungere altri dati riguardo l’aumento spettacolare di sismi, eruzioni vulcaniche e meteoriti violente. Se comparati questi eventi con quelli di periodi antecedenti, troviamo un incremento spettacolare in questo periodo che i Maya hanno denominato “il tempo del non tempo”.
Dopo la potente e anomala radiazione emessa dal Sole il 20 gennaio di questo anno si sono scatenate le eruzioni vulcaniche che già avevano registrato un incremento notevole dopo l’eclisse del 1999. In tutto nel 2004 sono state registrate 31 eruzioni significative.
Soltanto tra gennaio e aprile del 2005, ne sono state rilevate 21. E se aggiungiamo le informazioni sulla nuova attività dei vulcani che hanno registrato eruzioni significative dal 1999, esse sono già 43
Oltre a questa bisogna aggiungere altre conferme alle predizioni Maya.
Secondo queste profezie, a partire dell’eclisse del 1999 sarebbero aumentate le guerre e la distruzione. Il cono di ombra di questa eclisse si è proiettato precisamente sul Medio Oriente, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan e India, indicando una zona sconvolta dai conflitti più sanguinosi e dalla minaccia permanente di un confronto tra Pakistan e India, entrambi provvisti da arsenale nucleare.
Con l’avvicinarsi del 2012 un’onda di calore farebbe aumentare la temperatura del pianeta dando origine a cambiamenti climatici, geologici e sociali senza precedenti, ad un ritmo incalzante. Siamo nel bel mezzo di questa dinamica. L’accelerato scioglimento dei ghiacciai di tutto il mondo e l’apparizione di zone verdi nell’Antartide è un fatto confermato scientificamente. Hanno predetto inoltre i mutamenti inattesi dell’attività del Sole che gli scienziati stanno costatando.
Le profezie Maya pronosticano la comparsa di una cometa, con un’elevata probabilità di impatto con la Terra. Curiosamente, anche nell’Apocalisse di San Giovanni si profetizza l’arrivo di questa cometa denominata “Assenzio”, un segno della “Fine dei Tempi”.
Un’altra coincidenza che chiama l’attenzione è che l’11 agosto del 1999, non solo si è verificato l’ultima eclisse totale del millennio, ma è avvenuta anche la formazione di una configurazione astrologica molto rara: la Grande Croce Cosmica, formata dai segni del Toro, Leone, Scorpione e Acquario, per il Sole, la Luna e i tre pianeti (Año/Cero, 102).
Questa croce ci riporta all’Apocalisse perché evoca i “quattro viventi custodi del Trono”.
Il primo è descritto “somigliante ad un leone”, il secondo “somigliante ad un toro”, il terzo “con sembianze umane” (Acquario, l’acquaiolo) e il quarto somigliante ad un’aquila (Scorpione).
Ci troviamo di fronte ad una simbologia complessa che inquadra perfettamente con le profezie Maya sull’inizio del “Sesto Sole”: una nuova era che, secondo la loro predizione, significa “la fine del tempo della paura” e un’Umanità rinnovata cosmicamente, che costruirà una civiltà superiore all’odierna.
Questa convergenza di aspettative, indipendenti l’una dell’altra, che avvallano le profezie Maya è un’altra realtà da tenere in considerazione.
È inevitabile ricordare maestri come Sri Aurobindo che, insieme alla sua compagna Madre e al suo discepolo Satprem, hanno promosso una trasformazione fisiologica, convinti che in un essere umano superiore debba avvenire “il risveglio” del corpo a livello cellulare e anche negli atomi.
Aurobindo insegnó che “la luce superiore sarebbe discesa ai livelli più inferiori della natura” e avrebbe favorito l’ascensione dell’essere umano a un livello di conoscenza più elevato di quello attuale.
Potrebbe questo cambio essere attivato o favorito da questo grande evento cosmico annunciato dalle profezie Maya? Potrebbe questo salto vibrazionale dell’universo, trasmesso dall’Universo al Sole e da quest’ultimo alla terra, alimentare “la grande trasformazione” che, secondo i Maya, raggiungerà il nostro pianeta definitivamente il sabato 23 dicembre del 2012?
In qualunque caso, tutte queste profezie sono molto eloquenti per quanto riguarda il suddetto salto qualitativo nell’evoluzione della coscienza.
Il cambio cosmico crea le condizioni, ma il mutamento interiore può solo essere frutto di una decisione libera e di un lavoro interiore individuale.
In questo tempo finale dell’ultimo Katum del calendario Maya il Cielo ci mette di fronte ad un bivio: autodistruzione o trasformazione. Ci troviamo per tanto in una specie di “terra di nessuno”: una fase definitiva che non appartiene più alla vecchia era, ma che non appartiene nemmeno all’alba della nuova era che avverrà fra sette anni, quando si aprirà “la porta” cosmica di un tempo rinnovato.
Tuttavia, ci sembra evidente che i fatti corroborano le profezie Maya al punto da prenderle sul serio e studiarle senza pregiudizi alla luce delle nostre conoscenze attuali del mondo. L’evoluzione biologica e psicospirituale risponde ad una programmazione cosmica intelligente?
Questo è senza dubbio il grande mistero che ci si prospetta.

Traduzione da:
http://www.atinachile.cl/content/view/1 ... _Maya.html


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