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Pleiadiano
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MessaggioInviato: 11/05/2012, 17:15 
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Raziel ha scritto:

non sono pratico con l'inglese, mi adatterò a leggere i resoconto qui.
Molte foreste comunque sono state eliminate per fare spazio a campi coltivati e villaggi, e le ossa non si decompongono così in fretta, durano molti millenni, quindi secondo me qualcosa si poteva pure trovare...


Probabilmente si può trovare.... bisogna vedere come e se lo hanno cercato.... non credo che siano molti gli archeologi o i paleontologi che si interessano di cercare ossa di Bigfoot... inoltre forse qualcosa l'hanno già trovato... se è vero che lo Smithsonian Institute ha sempre provveduto a insabbiare i ritrovamenti "anomali" (e in particolar modo ritrovamenti legati a giganti) che venivano a modificare la visione della storia passata delle Americhe....


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Marziano
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MessaggioInviato: 11/05/2012, 17:55 
Posto solo per dire quanto trovo interessante il contributo di Enkidu. Non mi intrometto nella discussione semplicemente perché non ne so quasi nulla, ma trovo interessantissimi gli interventi di Enkidu. Mi hai fatto cambiare idea sul Bigfoot, che prima di adesso credevo una semplice credenza popolare, mentre ora mi hai aperto nuovi orizzonti che non mi sarei mai aspettato. Continuerò a leggere con interesse [;)]


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Marziano
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MessaggioInviato: 11/05/2012, 20:42 
direi che c'è ancora molto da fare prima di sfatare il "mito" sic et simpliciter, non corriamo troppo...



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Grigio
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MessaggioInviato: 23/05/2012, 01:08 
Il celebre genetista della Oxford University Bryan Sykes, noto per essere stato il primo a pubblicare, nel 1989, il profilo genetico ottenuto dalle ossa di un essere umano antico, è deciso a mettersi sulle tracce dello yeti per svelare il mistero della sua esistenza. "Molte cose che ho fatto nell'arco della mia carriera sembravano impossibili e stupide all'inizio, ma hanno ottenuto risultati impressionanti" ha dichiarato Skyes.

Il team di Oxford, in collaborazione con il Museo di Zoologia di Losanna, ha pubblicamente richiesto a tutti i criptozoologi del mondo di inviare campioni di materiale organico per farlo analizzare tramite le più moderne apparecchiature scientifiche. "Sto sfidando e invitando i criptozoologi a farsi avanti con le prove invece di lamentarsi che la scienza rifiuta ciò che hanno da dire".

Il progetto si chiama Oxford-Lausanne Collateral Hominid Project, e consentirà ai criptozoologi di tutto il mondo di inviare i propri campioni di pelle, peli e altro materiale biologico affinché ne venga analizzato il genoma.

Per evitare di essere bombardati di richieste di analisi, i ricercatori accetteranno soltanto i campioni forniti di dettagli accurati sul ritrovamento, dando precedenza al materiale provvisto di documentazione fotografica o video.

Una volta eseguita la raccolta dei campioni (dovrebbe concludersi a settembre di quest'anno), i ricercatori tenteranno di ottenere il profilo genetico di ogni materiale organico ricevuto per effettuare comparazioni con le impronte genetiche di creature già note alla scienza.

"Come ricercatore ho alcune riserve nell'entrare in questo campo, ma credo che usare l'analisi genetica sia totalmente oggettivo; non può essere falsificata" spiega Skyes. "Per cui non mi sento costretto a mettermi nella posizione di credente o scettico nei confronti di queste creature".

Skyes conta di poter identificare almeno una ventina dei campioni ricevuti, e non nasconde una certa speranza di poter imbattersi in qualche curiosa scoperta.
"Sarebbe fantastico se uno o più campioni dovessero risultare appartenenti a specie che non conosciamo, magari primati, meglio ancora se ominidi". Tra gli ominidi sono inclusi ovviamente i nostri lontani parenti Neanderthal, ma anche i Denisovani, una specie ancora misteriosa che popolava la Siberia circa 40.000 anni fa.

Anche se Skyes giudica improbabile che lo yeti possa essere un uomo di Denisova sopravvissuto fino ad oggi, non ritiene di poter escludere questa possibilità fino al termine delle analisi genetiche.

I risultati della ricerca saranno pubblicati probabilmente all'inizio del 2013 (l'analisi dei campioni inizierà questo novembre) su una rivista scientifica soggetta a peer-review (non è ancora chiaro quale rivista).

http://www.ditadifulmine.com/2012/05/ge ... -yeti.html


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Ufetto
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MessaggioInviato: 12/07/2012, 21:27 
Enkidu,
volevo sottoporre all tua attenzione questo articolo
Cita:

One star of the Bigfoot community over the past decade has been latent-fingerprint examiner Jimmy Chilcutt.1 A number of Sasquatch casts have been identified with what appears to be a series of dermal ridges and valleys, what on the fingers we call fingerprints. In numerous television appearances, Chilcutt has presented himself as an expert on both human and primate fingerprints. On a November 24, 1999, Salt Lake City television show, he pointed to what he calls the “pattern flow” of the dermal ridges on a Bigfoot cast, explaining they were not human nor primate but from “a species in itself.” Furthermore, he says, “whichever you call it-Bigfoot or Sasquatch-from [this dermal-ridge] evidence, I can tell [there is an unknown] animal in the Pacific Northwest.”

In the documentary video Sasquatch: Legend Meets Science, Chilcutt is prominently featured and is even more forceful. “I've come to the following solid conclusions,” he says. “Number one: there is a great ape living in North America, and number two: the friction ridges of this great ape are not human or of a known species. This conclusion may come as a shock to some people, but I stake my reputation on it.”2

To my knowledge, other than a posting on the Internet,3 Chilcutt has published no papers on his findings,4 nor has anyone outside the Bigfoot community examined his claims or theories. Reporting by other Bigfoot enthusiasts, including Christopher Murphy, provides only cursory coverage of Chilcutt’s work. From what I have been able to ascertain, Chilcutt has identified three Bigfoot casts as exhibiting dermal ridges with the particular non-human and non-primate characteristics he alone has identified. The three specimens are known as Wrinkle Foot, Onion Mountain, and the Elkins cast. Two of these three tracks are problematic: the imprint from which the Elkins cast was made came from Georgia, an unlikely spot to find Bigfoot,5 and the Wrinkle Foot cast is one of many tracks “discovered” by the late D. Paul Freeman.

To appreciate Freeman’s involvement with the Wrinkle Foot print, some background information is required. Freeman came to prominence within the Bigfoot community in 1982, when he allegedly saw a Sasquatch in the Mill Creek Watershed not far from Walla Walla, Washington. Casts were made of footprints near his sighting, and when examined, they revealed tiny dermal ridges and valleys in some parts of the imprint. Later revelations about Freeman and the tracks provided overwhelming evidence that the impressions were hoaxed. Longtime Bigfoot hunter Rene Dahinden called Freeman’s Mill Creek tracks “100 percent fakes, absolutely fakes.” Freeman later produced more than one set of Sasquatch hairs that turned out to be artificial fibers.6

Both Freeman’s Wrinkle Foot and the Georgia imprint came after the Mill Creek tracks, when dermal ridges became a major issue. Even Chilcutt recognized the possibility of faking dermal ridges (at least those looking like those of a human fingerprint), for in his television interview, he dismisses as worthless a track (looking suspiciously like one of the Mill Creek tracks), saying the “casting had been enhanced manually with a human fingerprint.”

Because of the dubious authenticity of the two other tracks, the third footprint, know as the Onion Mountain cast, is of primary importance. Found by veteran Bigfoot researcher John Green in August 1967, it predates the first understanding of the dermal ridge topic by decades and presumably represents an historic example of the phenomena.

Recently, a Seattle man, Matt Crowley, obtained a copy of the Onion Mountain cast.7 Crowley, a former pharmacist who now makes a living as an artist, conceived a series of experiments to try and duplicate the circumstances of the Onion Mountain cast. Working with painstaking detail, he tried to recreate the same hot, dry conditions of the original site. The result has been a series of test casts, which (as a product of the casting process) display virtually identical dermal-ridge-type surface characteristics (see figure 2). Crowley presented his findings at three Bigfoot conferences in 2005. The response from the Bigfoot community, so far, has been surprisingly positive.

The Onion Mountain cast displays three distinct patterns. The most obvious of the three is a series of what do look like dermal ridges running along the outside of the track. These are the ridges Chilcutt is referring to when he identifies for the television camera his “flow pattern.” Crowley’s experiments clearly show that Chilcutt’s “pattern” is an artifact of the casting process, appearing in all of the tests. The other two details of the Onion Mountain print are an apparent skin crease across the center of the print (Crowley calls it a curved furrow) and more lines similar to human dermal ridges, but not characteristic of the “flow pattern.” Amazingly we can see these other dermal patterns, including an almost identical curved furrow in Crowley’s experimental casts-again, all artifacts of the process. So compelling are the Crowley experiments that Daniel Perez, who chronicles the search for Sasquatch in his Bigfoot Times newsletter, named Crowley his “Bigfooter of the Year.”

Even Jeff Meldrum, the chief academic spokesmen for Sasquatch, has grudgingly conceded this piece of evidence for Bigfoot is lost. According to the December 2005 Bigfoot Times, Meldrum is quoted as saying, “However, I caution others not to extend the results of [Crowley’s] experiments beyond the conditions he has investigated, which apply to the Onion Mountain track site.” This is unnecessary, as Crowley has always maintained the Onion Mountain cast was a specific case and the results were the product of this particular set of conditions. But Meldrum is wrong. The Crowley experiments have a larger message: that seemingly impressive “evidence” for the Sasquatch monster can turn out to be no more than one man fooling himself. This is a lesson that is not confined to this specific track.

Obviously, Bigfoot enthusiasts need to examine claims carefully. When I spoke with Chilcutt by phone, he mirrored this sentiment, saying, “Matt has shown artifacts can be created, at least under laboratory conditions, and field researchers need to take precautions.”

Although Chilcutt admits Crowley’s work duplicated the friction ridges on the Onion Mountain cast, he maintains that the impression is of the foot of a real animal. He explains, “the Walla Walla [Wrinkle Foot] and Elkins casts display similar dermals to Onion Mountain.” Even the flow pattern appears in the Elkins impression, “although it is hard to see.” Besides, Chilcutt informed me, “John Green told me he saw the dermal ridges in the actual [Onion Mountain] track.”

“Not true,” replies Crowley. “I contacted John Green and specifically asked about dermals in the original footprint. I e-mailed him the question and he confirmed by return e-mail he did not see friction ridges in the Onion Mountain track before a cast was made.”8

Crowley, who describes himself as a Bigfoot agnostic, has shown how one can present negative findings to a Sasquatch conclave without alienating the audience. He has maintained a nonaggressive, focused approach, and many within the Bigfoot community have responded warmly. (Skeptics should learn from his example.)

For this observer of the people who search for Sasquatch, the general acceptance of Crowley’s experiments is a positive sign. I'm hopeful others will follow his lead in close examination of Sasquatch “evidence.” Perhaps Bigfooters will even begin to conduct experiments on tracks and other tangible items they believe to be from the Sasquatch monster. That is, if Crowley doesn't get to them first.

http://www.csicop.org/sb/show/experiments_cast_doubt_on_bigfoot_evidence/

E questo video


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MessaggioInviato: 11/11/2012, 21:22 
A caccia di Bigfoot con un dirigibile?

Immagine

A caccia di Bigfoot. Scoprire se davvero questa enorme creatura sia reale o sia solo il frutto della fantasia. È questa la stramba missione di un professre della Idaho State University, Jeffrey Meldrum, che ha deciso di trovare Bigfoot, se esiste.

Ma come fare a rintracciare il grosso scimmione? Lo scienziato spera di costruire un dirigibile per volare sopra le montagne degli Stati Uniti occidentali per mettersi sulle tracce di Bigfoot. Il professore che si occupa di antropologia e anatomia, superando lo scetticismo dei colleghi, è riuscito a convincere l'università ad approvare la sua insolita proposta.

Adesso Meldrum sta cercando di raccogliere 300mila dollari, più le donazioni private per costruire un dirigibile telecomandato, dotato di un dispositivo per la termoripresa per immagini e per inviarlo in alto nella speranza di catturare uno scorcio aereo di Bigfoot. Quest'ultimo, secondo i racconti, è un grosso animale, simile ad una scimmia gigante, che una volta viveva in Asia ma poi attraversò lo stretto di Bering, arrivando nel Nord America.

"La sfida che riguarda qualunque animale raro, solitario, notturno è quella di trovarlo e osservarlo in natura, come prevede questa tecnologia" ha detto Meldrum. Decenni di presunti avvistamenti, truffe elaborate ma anche la scoperta delle orme enormi nelle foreste del nord-ovest del Pacifico e altrove hanno portato lo scienziato alla convinzione che Bigfoot sia una sorta di uomo-scimmia, sempre che non sia il frutto della fantasia popolare. Gran parte degli studiosi credono che Bigfoot sia una creatura carica di mito e perpetuatasi nei racconti grazie ad un mix di finzione e di errori nellidentificazione degli animali reali. Secondo loro, la conferma scientifica della sua esistenza richiede un elevato standard di prove che non è ancora stato raggiunto. Non ci sono fossili o altre prove a suggerire che il più grande primate mai conosciuto provenga dall'Asia né che sia stato catturato o ucciso.

Ma un altro appassionato, William Barnes, ha raccontato di averlo incontrato nello Utah nel 1997. Secondo Barnes si trattava di una immenso creatura pelosa. Anni dopo raccontò a Meldrum la sua esperienza suggerendogli di cercare Bigofoot con una spedizione in dirigibile. La ricerca sul dirigibile, nota come progetto Falcon, nasce dunque anche grazie a Barnes. Barnes e Meldrum si augurano che il progetto possa prendere il volo la prossima primavera. Essi sperano che durante la spedizione, che dovrebbe durare un mese, le eventuali prove dell'esistenza di Bigfoot possano venire a galla.

A credere nell'impresa però non sono molti. Meldrum ha difficoltà a reperire i fondi necessari, ma sembr che due canali possano acquisire i diritti per la produzione di una nuova serie TV basata sul progetto Falcon.

http://www.nextme.it/rubriche/misteri/4 ... dirigibile


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MessaggioInviato: 18/10/2013, 11:02 
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Messaggio di UOMORADAR

Scienziato risolve mistero Yeti
«È il discendente di antico orso polare»

Sykes, ha analizzato il Dna dei peli di due animali sconosciuti, trovati sull’Himalaya. Messner: «Nessuna sorpresa, lo dico da anni»


Un presunto avvistamento diYeti
Uno scienziato britannico potrebbe aver risolto il mistero dello Yeti, la creatura leggendaria delle nevi: a suo parere si tratterebbe di un discendente di un orso polare vissuto decine di migliaia di anni fa. Bryan Sykes, professore di genetica dell’Università di Oxford, ha analizzato il Dna dei peli di due animali sconosciuti, trovati sull’Himalaya, confrontandolo con un database di genomi animali. Lo scienziato ha scoperto che i campioni hanno la stessa impronta genetica della mandibola di un antico orso polare trovata in Norvegia e risalente ad almeno 40mila anni fa. I test, afferma Sykes, dimostrano che le creature non erano legate ai moderni orsi bruni himalayani, ma che invece discendevano direttamente dall’animale preistorico. «Potrebbe essere una nuova specie, potrebbe essere un ibrido» tra orsi polari e orsi bruni, ha spiegato l’esperto, aggiungendo: «La prossima cosa da fare è andare e trovarne uno».


Yeti, professore di Oxford: «Incrocio tra orso bruno e polare»

ABOMINEVOLE UOMO DELLE NEVI - L’anno scorso Sykes fece appello a musei, scienziati e appassionati dello Yeti in tutto il mondo affinché condividessero con lui campioni di peli che si credeva provenissero dalla misteriosa creatura. Uno dei peli analizzati fu prelevato da un presunta mummia dello Yeti trovata nella regione indiana di Ladakh da un alpinista francese 40 anni fa. L’altro era un pelo singolo trovato una decina di anni fa in Bhutan. Il fatto che i due peli sono stati trovati così recentemente e in luoghi così distanti, afferma Sykes, suggerisce che i membri della specie siano ancora vivi. Secondo Tom Gilbert, esperto in antichi genomi del Museo della storia nazionale della Danimarca, non coinvolto nella ricerca, le conclusioni del team dello scienziato britannico sono «una spiegazione ragionevole» degli avvistamenti dello «Abominevole uomo delle nevi» sull’Himalaya.

LA REPLICA DI MESSNER - La notizia non ha sorpreso l’ex alpinista Reinhold Messner che ha dichiarato:«Lo yeti è un orso? È che novità è? Lo sto dicendo da decenni». Messner ricorda di aver studiato il tema per dieci anni e di aver anche pubblicato un libro. Per il “re degli ottomila” la scoperta scientifica non rappresenta una rivincita. «Sono stato preso in giro per anni da tutti - ha detto -, alpinisti e giornalisti. Dicevano che ero matto e che mi ero fuso il cervello stando troppo in alta montagna. Chi di loro ora mi chiederà scusa? Nessuno, ma questo non importa nulla».

DAL CORRIERE DELLA SERA



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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MessaggioInviato: 18/10/2013, 12:26 
Cita:
Messaggio di UOMORADAR

Scienziato risolve mistero Yeti
«È il discendente di antico orso polare»

DAL CORRIERE DELLA SERA


Ma cosa volete che abbia risolto? [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 19/10/2013, 13:06 
C'è una serie che fanno su Sky, mi pare sia Discovery Scienze che si chiama: Finding Bigfoot.
E' un gruppo articolato in varie cellule (a quanto ho capito) sull'intero territorio americano di ricercatori che setacciano gli USA indagando sugli avvistamenti cercando di beccarne uno.

Vanno nei boschi di notte facendo richiami ed analizzando tracce, ascoltano i testimoni, confrontano prove e via dicendo.

Come per le serie a caccia di Ufo non ho idea di quanto si fiction e quanto ricerca vera, però quei gruppi sembrano organizzatati seriamente e soprattutto crederci.

Chissà, magari se lo trovano eviteranno di mandare la puntata in onda ^_^



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 03/01/2014, 18:21 
Solo per non scordare questa discussione:
Questo è il famoso filmato completo girato da Roger Patterson nel 1967 nella zona di Bluff Creek, California Settentrionale.
Roger Patterson e Bob Gimlin erano andati lì con cavalli e cinepresa, attrezzati per stare lì diversi giorni, nella speranza di trovare impronte del sasquatch, visto che proprio in quella zona ne erano state avvistate molte poco tempo prima.

Ma avrebbero trovato molto di più, riuscendo ad immortalare un sasquatch femmina in pieno giorno, sopo una settimana di permanenza in quei luoghi. Nel filmato ciò accade a partire dal minuto 02.36 circa, quando il cavallo di Patterson si impennò e lui fu costretto a scendere da cavallo; quindi si accorse della causa, un sasquatch, e con la cinepresa cercò di corrergli vicino, mentre questo (o meglio questa) si allontana nel bosco.


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=OBTUQI60yqQ[/BBvideo]


Qui invece un'analisi del filmato
di Lorenzo Rossi
http://www.criptozoo.com/it/criptozoolo ... nt&print=1

Qui invece un'altra analisi del filmato, ma in inglese.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=r9QH1o_rN_I[/BBvideo]

Qui poi un altro interessante filmato, ripreso non distante dalla zona dell'avvistamento di Patterson e Gimlin, ma qualche settimana prima, che documenta come in effetti nella zona erano già state avvistate le impronte del piedone.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=wRfWOnRSA8g[/BBvideo]

Chiaramente tutto ciò non è una prova, ma sono comunque documenti molto interessanti.

In aggiunta a tutto ciò che è già stato detto in questa discussione sulle ragioni per cui il sasquatch è così difficile da individuare, si potrebbe anche dire che, qualora il sasquatch esistesse, non sarebbe un criptide come tanti altri. La sua eventuale scoperta avrebbe ricadute più profonde della scoperta del celacanto, tanto per fare un esempio.

Questo perché sarebbe troppo simile a noi uomini per non alterare, qualora scoperto davvero ed analizzato, il paradigma antropologico e storico corrente. Quindi, se davvero ci fosse qualcuno che abbia interesse a mantenere lo status quo in merito alle nostre conoscenze "ominologiche" avrebbe tutto l'interesse a mantenere "coperta" la questione del sasquatch e di altri ominidi simili.


Ultima modifica di quisquis il 03/01/2014, 18:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/07/2014, 22:54 
Svelato il mistero dell’abominevole uomo delle nevi

L’abominevole uomo delle nevi potrebbe essere un incrocio tra orso polare e orso bruno. E’ questa la nuova teoria degli esperti dell’università britannica di Oxford, che hanno appena concluso l’analisi di 57 peli “sospetti” inviati dai “cacciatori” di yeti di tutto il mondo.

Secondo la stampa inglese, infatti, due di questi campioni appartengono non a un ominide, bensì a una specie di orso sconosciuta, che ha però numerose affinità col DNA di un orso polare preistorico ricavato da un fossile.

E’ quindi possibile, spiega il professor Bryan Sykes, che sulle montagne dell’Himalaya giri un ibrido di orso polare e bruno mai censito che, sporadicamente avvistato, avrebbe potuto dar vita alla leggenda dello yeti.
Alla luce della nuova scoperta, per cercare di dare una volta per tutte soluzione al “mistero”, gli scienziati britannici stanno dunque preparando una nuova spedizione alla volta del Nepal.

http://www.segretiemisteri.com/?p=11402#more-11402


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MessaggioInviato: 11/12/2014, 13:31 
DOC.DMAX
Siberia: Lo Yeti killer

Russia, 1959: un gruppo di 9 escursionisti sparisce misteriosamente in una sperduta zona montuosa. I loro corpi senza vita e e orribilmente mutilati vengono ritrovati giorni dopo. Il loro omicidio resta avvolto nel mistero.

Gennaio 2014: una équipe di esperti decide di riprendere a studiare questo efferato crimine, tornando tra le gelide nevi siberiane. Ma quella che sembra un'indagine per omicidio si trasforma presto in una caccia senza quartiere a uno degli esseri leggendari più temuti di sempre: lo Yeti.

buona visione
VYDEO
http://www.dmax.it/siberia-lo-yeti-killer/


Ultima modifica di nemesis-gt il 11/12/2014, 13:33, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Scienziati russi: lo Yeti esiste veramente ....
MessaggioInviato: 08/04/2015, 18:49 
Cita:
Strani avvistamenti in un fascicolo della Forestale dedicato a 'Gnomi e fate dei boschi'

Immagine

Gnomi, fate, elfi, orchi e streghe. Personaggi che popolano fiabe e leggende della tradizione, ma anche i boschi di una zona ben precisa del nostro Paese. Fantasia o realtà? L'Adnkronos ha scovato un fascicolo, custodito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e aperto quasi 15 anni fa, che reca la dicitura “Gnomi e fate dei boschi”. Una cartellina verde del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo Forestale dello Stato che contiene informazioni, segnalazioni, materiale fotografico che riguarda esattamente quello che il suo titolo evoca: avvistamenti stranamente concentrati in un'area ben precisa, l'Appennino tosco-romagnolo, con alcuni suoi comuni, come San Piero in Bagno e Bagno di Romagna.

Abbiamo guardato dentro quel fascicolo. Il suo contenuto? In alcuni casi fa sorridere, in altri no. Inquieta la fotografia scattata da G.F., banchiere di Cesena, in viaggio di notte con la moglie per raggiungere la sua baita all'interno della Foresta della Lama, nell'Appennino forlivese. Costretto a fermare l'auto e a scendere dalla vettura per montare le catene da neve ha visto “qualcosa”, un essere dalla sembianze umane, carponi e intento a mangiare neve.

Immagine

La sua fotografia, nel fascicolo della Forestale è classificata come “elfo” per via delle orecchie allungate che si intravedono. La foto è sfocata, il negativo mai consegnato, ma secondo alcune fonti "il testimone sarebbe una persona seria e attendibile". Che poi quello sia proprio un elfo, tutto da dimostrare. C'è chi invece è convinto che si tratti di un poltergeist, lo spirito di un ragazzino morto anni prima ucciso da un mugnaio e che si aggira senza pace nella zona.

Fa sorridere, invece, il verbale di dichiarazioni spontanee datato 2 agosto 2001, raccolte nel Comando Stazione Bagno di Romagna da ufficiali e agenti del Cfs che hanno ascoltato e messo nero su bianco il racconto del signor Pierluigi Ricci il quale, all'interno del Parco dell'Armina, mentre si apprestava a bere alla fonte, avvistava “un essere alto circa 25 centimetri che ritengo essere uno 'gnomo' dei boschi”.

E ne fornisce una descrizione “da manuale”, anche troppo: sembianze umane e abbigliato con casacca azzurra, pantaloni marroni, stivali di pelo beige, cappello rosso e barba bianca. Il tradizionale gnomo, insomma, proprio come quello che nell'area ha dato un volto al Sentiero degli Gnomi e al Bosco di Gnomo Mentino, che attirano ogni anno migliaia di visitatori. Perché sulla scia della moda dello gnomo è nato tutto un turismo, con pacchetti dedicati e con i suoi gadget, sul modello del turismo magico o di fantasia tipico dei paesi nordici.

Gli gnomi, però, in questa zona popolano i racconti e, in alcuni casi, i ricordi di tante persone, anche degli anziani che non si interessano di marketing e di turismo e per i quali gli Appennini sono pieni di mostri, draghi, fate, orchi e santi.

Avvistamenti ce ne sono sempre stati e racconti di “fenomeni strani” nei boschi, che si tatti di presenze, misteriose combustioni di alberi o di luci, perché lo gnomo "potrebbe essere la rappresentazione sensibile dello spirito del bosco - spiega all'Adnkronos Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro, "Luoghi della meraviglia", dedicato agli itinerari del fantastico in Italia - se il bosco ha una sua forma di intelligenza, stando ad alcuni studi scientifici, a questa potrebbe corrispondere una forma di spiritualità semplice di cui lo gnomo è rappresentazione".

Ma perché in caso di avvistamento si va alla Forestale? "Alla Forestale arrivano segnalazioni di tutti i generi, in questo caso allo gnomo si associa un guardiano della natura così come al Cfs si riconosce il ruolo di tutela ambientale", aggiunge Cazora.

Gnomi dell'Appennino, fate nel casentino, streghe al centro e al sud: per chi volesse tentare l'incontro, questa è la geografia da tenere presente. Meno chiaro il metodo, che potrebbe variare da persona a persona, ma una regola di base c'è: secondo gli esperti bisogna imparare a guardare verso il basso, immedesimarsi negli elementi naturali, liberarsi della sovrastrutture culturali. Perché - sempre secondo gli esperti - gli gnomi ci sono, siamo noi che non li vediamo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Scienziati russi: lo Yeti esiste veramente ....
MessaggioInviato: 10/07/2015, 11:08 
Yowie e Wakki, l’Uomo-Scimmia australiano

Ogni vasta area della Terra ha il suo Uomo-Scimmia. I più famosi sono lo Yeti himalayano e il Big Foot del continente nordamericano- noto anche con il nome Sasquatch. Se ci spostiamo in Sud Africa, però, ecco il temuto Waterbabbojan, che in Russia diventa Almas o Almasti ( con la variante siberiana del Chuchunaa). In Brasile, fa paura il Mapinguary- denominato nel resto del Sud America con vari appellativi. In Indonesia, la tradizione parla dell’ Orang Pendek, mentre in Cina si aggirerebbe lo Yeren. L’Australia non fa eccezione, con ben due tipi diversi di Uomo Selvaggio.

Immagine

La foto più famosa di un uomo - scimmia

Proprio così. Il più conosciuto è il cosiddetto Yowie, di dimensioni notevoli (tra i 2 e i 3 metri) sembra la fotocopia del misterioso essere più volte avvistato tra Stati Uniti e Canada. Ma esisterebbe anche una sorta di “Little Foot“, che non supererebbe il metro e mezzo. A seconda delle tribù aborigene, viene chiamato Wakki, Nimbin, Junjudee o Waladherahra. Anche questa sarebbe una creatura a metà strada tra l’uomo e la scimmia, dall’aspetto umanoide ma completamente coperta di pelo.

Secondo il sito Misterious Universe, una delle testimonianze più complete a proposito è apparsa sulle pagine di un quotidiano di oltre un secolo fa, The Empire, pubblicato a Sidney. Il 17 aprile 1871, un articolo raccontava l’incontro a tu per tu tra un dipendente dell’Illawara Hotel di Dapto- nel Nuovo Galles del Sud- e un Wakki. L’esperienza venne riferita direttamente dall’uomo, tale George Osborne.

“Mentre ritornavo dalla casa del signor Matthew Reen, procedendo per circa mezzo miglio dietro all’abitazione del signor John Graham ad Avondale, il mio cavallo si spaventò vedendo un animale (sic) scendere da un albero. In un primo momento io pensai che si trattasse di un aborigeno. Quando fu a due metri e mezzo dal terreno, perse la presa e cadde.

Il mio stato d’animo in quell’istante era tutto tranne che sereno, ma nonostante il mio cavallo fosse agitato io presi coraggio e diedi un’occhiata da vicino all’animale seguendolo mentre si ritirava fino a che non scomparve in un burrone. In qualche modo assomigliava nell’aspetto ad un uomo, in base alla seguente descrizione.

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Calchi di impronte attribuite allo Yowie

“Altezza, circa un metro e mezzo, corporatura snella, braccia lunghe, gambe simili ad un essere umano, solo che i piedi erano lunghi circa 18 pollici (ovvero, 45 cm), di forma simile ad un iguana, con lunghe dita, i muscoli delle braccia e del petto molto ben definiti, la parte posteriore della testa dritta, rispetto al collo e al corpo, ma la parte anteriore proiettata in avanti, con le caratteristiche di una scimmia.

Ogni parte del corpo, eccetto i piedi e la faccia, era coperta di peli neri, con una striscia color marrone dal collo all’addome. Mentre mi guardava, i suoi occhi e la bocca si muovevano come fa una scimmia. Camminava a quattro zampe, ma dopo qualche passo si è girato e mi ha guardato mentre lo seguivo, sostenendo il corpo sulle due gambe e su un braccio solo, mentre l’altro si appoggiava sull’anca. Ho anche notato che non aveva la coda.”

L’uomo concludeva con un’affermazione interessante, ovvero che la creatura era stata già avvistata in altre circostanze. “Sembra che due bambini di cognome Summers abbiano visto lo stesso animale o uno simile nella stessa località circa due anni fa, ma dicono che fosse alto come un ragazzino di 13 o 14 anni. Forse è lo stesso che il signor Rixon vide vicino al Cordeaux River 5 o 6 anni fa”.

Ma oltre al Wakki di dimensioni ridotte, molto più spesso nel corso degli anni è stato segnalato un essere molto più imponente e massiccio, sui 3 metri di altezza, ugualmente coperto di pelo scuro o rossiccio e altrettanto sfuggente. Lo Yowie sarebbe stato avvistato soprattutto nella zona boschiva della Gold Coast, nel Queensland, dove si estendono foreste protette e parchi nazionali, e in particolare nella regione di Springbrook, un’oasi ambientale dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco per la sua straordinaria biodiversità.

Proprio qui, un progetto molto ambizioso e molto contestato propone la costruzione entro il 2018 di una cabinovia lunga nove chilometri per favorire il turismo. Se così fosse, scrive il Gold Coast Bullettin, aumenterebbero le chance di incontri faccia a faccia con queste misteriose creature scimmiesche solitarie. E forse si potrebbe capire, una volta per tutte, se sono solo fantasie o realtà.

Ne è convinto il cacciatore Dean Harrison, al corrente di un gran numero di avvistamenti avvenuti in quest’area negli ultimi decenni: tra i testimoni oculari, guardie forestali, turisti ma anche un politico, Bill O’Chee. “L’enorme foresta vergine e le vallate attorno, da dove la cabinovia dovrebbe passare, sono considerate il luogo primario nel quale vive questo ominide preistorico”, dice al giornale online.

La presenza di operai e macchinari potrebbe spaventare questi nostri lontani cugini, che probabilmente eviterebbero con molta cura la zona se diventasse troppo frequentata preferendo muoversi solo nel buio della notte mimetizzandosi, di giorno, tra le fronde più intricate del bosco. “Ma anche loro possono fare degli errori- afferma Harrison- e magari una volta potrebbero apparire alla vista. Di sicuro saranno da tenere d’occhio…”

http://www.extremamente.it/2015/06/29/yowie-e-wakki-luomo-scimmia-australiano/


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 Oggetto del messaggio: Re: Scienziati russi: lo Yeti esiste veramente ....
MessaggioInviato: 18/08/2015, 19:17 
Cita:
Secondo 'il re degli 8.000' lo yeti è un orso Messner in Pakistan alla ricerca dello yeti, interrompe la missione per rischio talebani Lo scopo della missione era rintracciare un esemplare vivente per narcotizzarlo. La spedizione segreta è stata però "bruciata" dai giornali austriaci ed è stata quindi sospesa per il rischio di un attacco da parte dei talebani

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Una spedizione in Pakistan alla ricerca della conferma di alcune teorie sull'origine dello Yeti, il misterioso Uomo delle nevi spesso al centro delle sue missioni. Reinhold Messner è stato però costretto a interrompere la ricerca per la minaccia di un attacco dei talebani. 'Il Re degli 8.000' da molti anni dedica i suoi studi all'uomo delle nevi, sostenendo che si tratti in effetti di un orso. Teoria recentemente confermata da un team di scienziati inglesi. La missione in Pakistan I ricercatori sotto la guida dell'altoatesino volevano rintracciare un esemplare vivente per narcotizzarlo, prelevare un campione di sangue e effettuare degli esami genetici. Una spedizione segreta "bruciata" dai giornali austriaci che hanno diffuso la notizia. "Adesso - spiega Messner - tutto è stato annullato perché chi non doveva sapere della spedizione, evidentemente ne è venuto a conoscenza". Senza citarli fa riferimento ai talebani, che in questo modo avrebbero saputo dell'impresa. La teoria sullo Yeti Da sempre Messner si occupa di questa figura 'mitologica' rappresentata dall'uomo delle nevi. Una ventina di anni fa portò a casa da una spedizione alpinistica una zampa e un pezzo di pelliccia di un orso, che per lui rappresentano la conferma che lo Yeti in realtà non è nient'altro che un plantigrado. Recentemente degli scienziati inglesi hanno confermato questa teoria con una pubblicazione su una rivista di ricerca internazionale. Lo Yeti - sostengono non sarebbe altro che un ibrido di orso polare e orso bruno. "Si tratta ora - spiega Messner - di verificare quando sia avvenuto questo incrocio. Secondo alcune teorie è relativamente recente, ovvero 10-12 mila anni fa. Se fosse così, ciò permetterebbe delle conclusioni molto interessanti sugli spostamenti degli animali durante l'ultima era glaciale". La spedizione Gli scienziati inglesi avevano chiesto al Re degli 8.000 di guidarli alla ricerca di un esemplare vivente in Pakistan. La spedizione, ora sospesa, era anche composta da un team tv inglese e da alcuni uomini del posto. "Non sono uno scienziato - ha detto Messner - ma durante le mie spedizioni ho raccolto numerosissime informazioni sullo Yeti, che volentieri metto a disposizione dei ricercatori".



http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 31fae.html


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