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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 20/06/2019, 22:22 
Aztlan ha scritto:
vimana131 ha scritto:
Cita:

È ricomparsa la fabella, l'osso primordiale sparito con evoluzione

Secondo uno studio, la presenza della fabella è triplicata nelle persone adulte di tutto il mondo


Il corpo umano è definito da una serie di numeri: oltre ai 32 denti, abbiamo 24 costole e 206 ossa. O almeno questa dovrebbe essere la norma, perché capita che ci siano persone che ne abbiano un numero superiore, per esempio due costole in più o una vertebra lombare in aggiunta. Ma ora, sembra che si sia aggiunto un altro osso in più: la fabella, un osso primordiale, che con l'evoluzione era scomparso. Infatti, secondo uno studio riportato sul Journal of Anatomy ed effettuato dai ricercatori dell'Imperial College di Londra, negli ultimi 100 anni (dal 1918 al 2018) la presenza della fabella nel corpo umano è triplicata: nel 1918, solamente l'11% della popolazione la possedeva, mentre nel 2018 la percentuale è salita al 39%.

La fabella (dal lativo faba, granello) si trova dietro il ginocchio e, nelle scimmie, funzionava come una sorta di seconda rotula, per aumentare la forza della gambe. Con l'evoluzione, però, questo ossicino era scomparso nel genere umano, ricomparendo solo negli ultimi anni. Il motivo del ritorno della fabella non è chiaro, ma secondo alcuni studiosi, potrebbe dipendere dalla trasformazione dell'uomo, che oggi tende ad essere più alto e robusto, causando maggior peso al ginocchio.

La scoperta della sua ricomparsa permette di rendere più facile ricondurre alla fabella alcune patologie, come dolori alla parte posteriore del ginocchio: in questo caso basterà rimuovere l'ossicino per risolvere il problema.




http://www.ilgiornale.it/news/salute/ri ... 85958.html


[:303]



L'Umanità si sta evolvendo?


Cita:

Nella testa dei più giovani stanno crescendo protuberanze ossee: potrebbe essere colpa dei cellulari
La presenza di queste crescite sul cranio, simili a un corno, fa sorgere grande preoccupazione su quello che l’ampio utilizzo di cellulari e simili sta facendo al corpo dei più giovani

Immagine

Più impariamo, più sembra che il nostro sistema scheletrico si adatti allo stress della vita moderna. Le generazioni più giovani, infatti, sembrano sviluppare ossa sulla parte posteriore del cranio a causa dell’esteso utilizzo di dispositivi tecnologici, come smartphone e tablet. Due ricercatori australiani hanno fatto questa strana scoperta mentre esaminavano centinaia e centinaia di radiografie di persone di età compresa tra 18 e 30 anni, scoprendo che quasi la metà aveva sviluppato una crescita ossea. Sono protuberanze che normalmente sono osservate nelle persone anziane che hanno sottoposto i loro corpi a posture scorrette a lungo termine e a notevoli carichi di stress sulle ossa.

Ma la presenza di queste crescite sul cranio, simili a un corno, fa sorgere grande preoccupazione su quello che l’ampio utilizzo di cellulari e simili sta facendo al corpo dei più giovani. I risultati del Dott. David Shahar e del Prof. Mark Sayers dell’University of the Sunshine Coast, in Australia, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento quando sono stati pubblicati all’inizio del 2018, 2 anni dopo il loro iniziale avvertimento sulla tendenza, riporta news.com.au. Ma un articolo della BBC di qualche giorno fa su come la tecnologia stia cambiando il corpo umano, in cui si citava tale studio, ha fatto scoppiare nuovamente l’interesse sull’argomento.

Il Dott. Shahar ha dichiarato che lo studio ha analizzato 218 immagini a raggi X di persone tra 18 e 30 anni, scoprendo che il 41% aveva sviluppato una massa ossea simile ad un corno che andava da 10 a 30mm di dimensioni. Le crescite si stanno verificando in un particolare punto del cranio: sulla parte postero-inferiore della testa, dove è presente l’osso occipitale. Ulteriori test, incluse risonanze magnetiche, hanno escluso la possibilità che le crescite ossee fossero dovute alla genetica o a ferite. Come già anticipato, questo tipo di crescite viene osservato nelle persone più anziane ed è determinato dallo stress a lungo termine esercitato sullo scheletro e fino all’avvento delle moderne tecnologie era raramente osservato nei giovani.

“Questa è la prova che i processi degenerativi muscoloscheletrici possono iniziare e progredire silenziosamente già da piccoli. Questi risultati sono stati sorprendenti perché tipicamente impiegano anni per svilupparsi ed è più probabile vederli nella popolazione anziana. È importante comprendere che, nella maggior parte dei casi, le protuberanze ossee misurano pochi millimetri e che abbiamo trovato proiezioni di 10-30mm nella popolazione giovane studiata”, ha affermato il Dott. Shahar.

I risultati offrono un avvertimento sugli effetti delle posture sbagliate, soprattutto tra i giovani, a causa dell’ampio uso di smartphone e tablet. “Ipotizziamo che il sostenuto aumento di carico alle connessioni muscolari sia dovuto al peso della testa che si sposta in avanti con l’uso delle tecnologie moderne per lunghi periodi di tempo. Spostare la testa in avanti determina il trasferimento del peso della testa dalle ossa della colonna vertebrale ai muscoli sulla parte posteriore del collo e della testa”, ha aggiunto Shahar.

Tracciare dei legami di causa non faceva parte dello studio, ma queste idee sono supportate da altre ricerche su come i dispositivi mobili possono alterare il sistema muscoloscheletrico. Alcuni studi hanno notato che il 68% di staff e studenti riporta dolore al collo dopo aver utilizzato dispositivi mobili per in media 4,65 ore al giorno. Se la postura scorretta non è certo qualcosa di nuovo, è molto di più del tempo che, fino a pochi decenni fa, spendevamo su un libro o scrivendo i diari.

Queste protuberanze non sono necessariamente pericolose, ma potrebbero essere il sintomo di un problema più grande. Il modo in cui il nostro corpo compensa una postura scorretta potrebbe aggiungere ulteriore stress su alcune articolazioni e su alcuni muscoli, aumentando le possibilità di ferite o problemi muscoloscheletrici in futuro. Sayers e Shahar continueranno ad esaminare il fenomeno e intendono sviluppare risorse che possano aiutare ad evitare queste crescite, soprattutto nei bambini. “Il punto è che il problema non è il bernoccolo, il bernoccolo è un segno di una postura continua terribile, che può essere corretta molto semplicemente”, ha concluso il Dott. Sayers.




http://www.meteoweb.eu/2019/06/testa-gi ... i/1276379/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 21/06/2019, 11:43 
Torneremo ad essere scimmie, ma cornute! [:302]

Degna conclusione della nostra società di cuckold di ispirazione Anglo!

Anzi la dico tutta, sono come Gìò Tittor, un viaggiatore del futuro, e vi porto in prova questa foto:

Immagine

Muah! [:246]



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/07/2019, 19:12 
Cita:

Scoperti in Grecia i primi sapiens d’Europa

Era nascosto in una grotta nel sud della Grecia il cranio del più antico Homo sapiens mai rinvenuto in Eurasia. Scoperto negli anni Settanta, solo oggi però sembra aver trovato una collocazione: quel teschio ha 210 mila anni almeno, apparteneva a uno dei primi uomini moderni e dimostra che le ondate di migrazioni fuori dall’Africa dei nostri antenati avvennero probabilmente prima di quanto creduto. Così racconta oggi lo studio pubblicato su Nature relativo ai resti fossili della grotta di Apidima, in Grecia.
Due crani, due specie di Homo

In realtà i teschi sono due, formalmente noti come Apidima 1 e Apidima 2. Non sono completi e la mancanza di riferimenti archeologici precisi li ha lungo lasciati in un limbo per quel che riguardava la loro classificazione. Di recente alcuni ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che si potesse trattare di una popolazione di transizione tra Homo erectus e neanderthal. Ma i ricercatori guidati da Katerina Harvati della University of Tübingen non sono d’accordo: quei teschi appartevano a un neanderthal e a un sapiens.


Immagine

Apidima 2, ricostruzione e cranio fossile (Foto: Katerina Harvati, Eberhard Karls University of Tübingen)

Per scoprirlo Harvati e colleghi hanno effettuato una serie di ricostruzioni virtuali in 3D dei crani e compiuto analisi radiometriche. Hanno così scoperto che il teschio Apidima 2 ha circa 170 mila anni e caratteristiche fisiche e morfologiche di un neanderthal, mentre Apidima 1 somiglia piuttosto a un sapiens, moderno ma arcaico. A svelarlo sarebbe stata soprattutto la conformazione della sua testa, spiccatamente tondeggiante a differenza dei neanderthal.

Immagine

Apidima 1, ricostruzione e cranio fossile (Foto: Katerina Harvati, Eberhard Karls University of Tübingen)
I primi sapiens in Eurasia

Apidima 1 però ha una caratteristica che lo rende unico agli occhi dei ricercatori: la sua età. Risale a 210 mila anni fa, e diventa così la testimonianza di sapiens più vecchia mai rinvenuta in Eurasia. Questo lo rende particolarmente importante, soprattutto perché rinvenuto in quella zona di passaggio tra l’Africa e l’Europa. Secondo gli scienziati Apidima 1 sarebbe appartenuto a una popolazione di sapiens precedente a quella dei neanderthal nella zona, che li avrebbero però soppiantati prima di sparire, cancellati da una nuova popolazione di uomini moderni in tempi più recenti. Lo scenario descritto non vuole però raccontare una mera lotta tra specie, anzi: quanto ricostruito nel paper indica che “i primi uomini moderni lasciarono l’Africa prima di quanto creduto e raggiunsero punti più lontani di quando pensato”, scrivono gli scienziati.





https://www.galileonet.it/grecia-primi-sapiens-eurasia/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 12/07/2019, 00:03 
Grazie a Vimana per tenere in pari il topic! [:264] Spero di avere novità a breve...



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 12/07/2019, 12:17 
Presto verrà sfatato anche il mito della "migrazione" degli ominidi in giro per il mondo 250mila anni fa, perchè è una colossale idiozia.

Pian piano, man mano che l'archeologia verrà messa da parte ed verrà ricordata tra una 50ina d'anni d'ani alla stregua dell'astrologia, e sicenze vere come la genetica cominceranno a rispondere alle domande che gli archeologi rifiutano perfino di porsi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 14/07/2019, 14:32 
[:264]

Finchè per fare "archeologia" si va a prendere un campione di terreno a casaccio a kilometri di distanza dal sito
per post-"datare" i ritrovamenti scomodi per farli tornare "in linea" con la "verità" ufficiale... [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 15/07/2019, 12:39 
Aztlan ha scritto:
[:264]

Finchè per fare "archeologia" si va a prendere un campione di terreno a casaccio a kilometri di distanza dal sito
per post-"datare" i ritrovamenti scomodi per farli tornare "in linea" con la "verità" ufficiale... [:246]


Non è questo il punto, il punto è a che titolo un archeologo è esperto di qualunque cosa? E' la genetica che si deve occupare di fossili e discendenze varie animali e non e la eventuale presenza di "segni" di manipolazione ed addomesticamento di piante ed animali; è l'ingegneria che deve occuparti di strutture e metodologie edilizie; è l'architettura che deve trovare un senso in quelle strutture; è la scienza dei materiali che deve definire come e con cosa i materiali sono stati usati\lavorati; è la fisica che deve occuparsi delle proprietà energetiche di quelle strutture; è l'astronomia che deve definire come queste sono orientate ed in rapporto a quali astri e se tali astri fossero visibili o meno ad occhio nudo è la ecc... ecc.. ecc...

Quando un archeologo sarà specializzato in una disciplina scientifica VERA allora avrà titolo a definire ciò che vede altrimenti dovrebbe limitarsi a scavare e basta, e nemmeno da solo ma coordinandosi con un geologo sempre alle sue calcagna. Perchè sull'Egitt,o ad esempio, stiamo ancora alle pistolinate dette 150 anni fa che ormai sono LEGGE INVIOLABILE quando le evidenze sono del tutto discordanti dalle definizioni date all'età della pietra della scienza. Pensa sul resto...



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 19/07/2019, 17:51 
Verissimo, competenze diverse, la ricerca archeologica dovrebbe essere multidisciplinare,

ma sottolineo la malafede perchè se no daterebbero i resti e non andrebbero a prendere "campioni" dall'altra parte dello Stato...


Questo sarebbe bastato per far venire giù tutto... la verità è che quando qualcosa di grosso viene coperto o-mertosa-mente

c'è la complicità di tutti i soggetti coinvolti... nessuno è davvero ingenuo, non dopo aver fatto pratica sul campo incriminato almeno...


Poi se uno vuole stare più tranquillo va e si prende la specializzazione in archeologia romana, medievale... industriale [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 21/07/2019, 04:51 
MaxpoweR ha scritto:
quando le evidenze sono del tutto discordanti


di questo sono d'accordo...e NON solo per l'Egitto ma per TUTTO il pianeta... [:305]

la storia va riscritta, e con essa quella dell'uomo...preistoria compresa... [:)]

più tardi lo facciamo PIU' deleteri saranno "i danni"...diretti e collaterali... [:305]

[:295]



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 21/07/2019, 13:26 
Beh, visto che credi negli ET ti porto per un attimo nella loro Dimensione.

C'è una palla che vaga nello spazio, molto simile ad uno sterco di coniglio, e su quella palla c'è qualche miliardo di solerti microbi che pensano di essere i padroni del letamaio cosmico, tanto che vogliono "scrivere la loro storia e la preistoria", immaginando che gli serva a qualche cosa insieme al resto per cui sgobbano e si arrovellano fino alla morte.
Arriva il buon massaro e con la pala butta lo sterco nel fuoco, l'attimo che cambia tutto.
Fine di tutte le vanesie farnetica-zioni OGM.

Le Guide non me ne vogliano...



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 21/07/2019, 13:40 
vimana131 ha scritto:
Aztlan ha scritto:
vimana131 ha scritto:
Cita:

È ricomparsa la fabella, l'osso primordiale sparito con evoluzione

Secondo uno studio, la presenza della fabella è triplicata nelle persone adulte di tutto il mondo


Il corpo umano è definito da una serie di numeri: oltre ai 32 denti, abbiamo 24 costole e 206 ossa. O almeno questa dovrebbe essere la norma, perché capita che ci siano persone che ne abbiano un numero superiore, per esempio due costole in più o una vertebra lombare in aggiunta. Ma ora, sembra che si sia aggiunto un altro osso in più: la fabella, un osso primordiale, che con l'evoluzione era scomparso. Infatti, secondo uno studio riportato sul Journal of Anatomy ed effettuato dai ricercatori dell'Imperial College di Londra, negli ultimi 100 anni (dal 1918 al 2018) la presenza della fabella nel corpo umano è triplicata: nel 1918, solamente l'11% della popolazione la possedeva, mentre nel 2018 la percentuale è salita al 39%.

La fabella (dal lativo faba, granello) si trova dietro il ginocchio e, nelle scimmie, funzionava come una sorta di seconda rotula, per aumentare la forza della gambe. Con l'evoluzione, però, questo ossicino era scomparso nel genere umano, ricomparendo solo negli ultimi anni. Il motivo del ritorno della fabella non è chiaro, ma secondo alcuni studiosi, potrebbe dipendere dalla trasformazione dell'uomo, che oggi tende ad essere più alto e robusto, causando maggior peso al ginocchio.

La scoperta della sua ricomparsa permette di rendere più facile ricondurre alla fabella alcune patologie, come dolori alla parte posteriore del ginocchio: in questo caso basterà rimuovere l'ossicino per risolvere il problema.




http://www.ilgiornale.it/news/salute/ri ... 85958.html


[:303]



L'Umanità si sta evolvendo?


Cita:

Nella testa dei più giovani stanno crescendo protuberanze ossee: potrebbe essere colpa dei cellulari
La presenza di queste crescite sul cranio, simili a un corno, fa sorgere grande preoccupazione su quello che l’ampio utilizzo di cellulari e simili sta facendo al corpo dei più giovani

Immagine

Più impariamo, più sembra che il nostro sistema scheletrico si adatti allo stress della vita moderna. Le generazioni più giovani, infatti, sembrano sviluppare ossa sulla parte posteriore del cranio a causa dell’esteso utilizzo di dispositivi tecnologici, come smartphone e tablet. Due ricercatori australiani hanno fatto questa strana scoperta mentre esaminavano centinaia e centinaia di radiografie di persone di età compresa tra 18 e 30 anni, scoprendo che quasi la metà aveva sviluppato una crescita ossea. Sono protuberanze che normalmente sono osservate nelle persone anziane che hanno sottoposto i loro corpi a posture scorrette a lungo termine e a notevoli carichi di stress sulle ossa.

Ma la presenza di queste crescite sul cranio, simili a un corno, fa sorgere grande preoccupazione su quello che l’ampio utilizzo di cellulari e simili sta facendo al corpo dei più giovani. I risultati del Dott. David Shahar e del Prof. Mark Sayers dell’University of the Sunshine Coast, in Australia, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento quando sono stati pubblicati all’inizio del 2018, 2 anni dopo il loro iniziale avvertimento sulla tendenza, riporta news.com.au. Ma un articolo della BBC di qualche giorno fa su come la tecnologia stia cambiando il corpo umano, in cui si citava tale studio, ha fatto scoppiare nuovamente l’interesse sull’argomento.

Il Dott. Shahar ha dichiarato che lo studio ha analizzato 218 immagini a raggi X di persone tra 18 e 30 anni, scoprendo che il 41% aveva sviluppato una massa ossea simile ad un corno che andava da 10 a 30mm di dimensioni. Le crescite si stanno verificando in un particolare punto del cranio: sulla parte postero-inferiore della testa, dove è presente l’osso occipitale. Ulteriori test, incluse risonanze magnetiche, hanno escluso la possibilità che le crescite ossee fossero dovute alla genetica o a ferite. Come già anticipato, questo tipo di crescite viene osservato nelle persone più anziane ed è determinato dallo stress a lungo termine esercitato sullo scheletro e fino all’avvento delle moderne tecnologie era raramente osservato nei giovani.

“Questa è la prova che i processi degenerativi muscoloscheletrici possono iniziare e progredire silenziosamente già da piccoli. Questi risultati sono stati sorprendenti perché tipicamente impiegano anni per svilupparsi ed è più probabile vederli nella popolazione anziana. È importante comprendere che, nella maggior parte dei casi, le protuberanze ossee misurano pochi millimetri e che abbiamo trovato proiezioni di 10-30mm nella popolazione giovane studiata”, ha affermato il Dott. Shahar.

I risultati offrono un avvertimento sugli effetti delle posture sbagliate, soprattutto tra i giovani, a causa dell’ampio uso di smartphone e tablet. “Ipotizziamo che il sostenuto aumento di carico alle connessioni muscolari sia dovuto al peso della testa che si sposta in avanti con l’uso delle tecnologie moderne per lunghi periodi di tempo. Spostare la testa in avanti determina il trasferimento del peso della testa dalle ossa della colonna vertebrale ai muscoli sulla parte posteriore del collo e della testa”, ha aggiunto Shahar.

Tracciare dei legami di causa non faceva parte dello studio, ma queste idee sono supportate da altre ricerche su come i dispositivi mobili possono alterare il sistema muscoloscheletrico. Alcuni studi hanno notato che il 68% di staff e studenti riporta dolore al collo dopo aver utilizzato dispositivi mobili per in media 4,65 ore al giorno. Se la postura scorretta non è certo qualcosa di nuovo, è molto di più del tempo che, fino a pochi decenni fa, spendevamo su un libro o scrivendo i diari.

Queste protuberanze non sono necessariamente pericolose, ma potrebbero essere il sintomo di un problema più grande. Il modo in cui il nostro corpo compensa una postura scorretta potrebbe aggiungere ulteriore stress su alcune articolazioni e su alcuni muscoli, aumentando le possibilità di ferite o problemi muscoloscheletrici in futuro. Sayers e Shahar continueranno ad esaminare il fenomeno e intendono sviluppare risorse che possano aiutare ad evitare queste crescite, soprattutto nei bambini. “Il punto è che il problema non è il bernoccolo, il bernoccolo è un segno di una postura continua terribile, che può essere corretta molto semplicemente”, ha concluso il Dott. Sayers.




http://www.meteoweb.eu/2019/06/testa-gi ... i/1276379/


E c'è chi dice che io sono "logorroico"...

"L'umanità sta evolvendo", se ti piace pensarlo l'Homo Tecnologicus tra poco avrà i corni molto evidenti, serviranno da antenne:
https://laprovinciadibiella.it/wp-conte ... 00x450.jpg



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MessaggioInviato: 29/08/2019, 19:59 
Cita:

Archeologia, Etiopia: trovato cranio quasi completo del primo australopiteco
Storica scoperta archeologica in Etiopia: trovato un cranio quasi completo che appertiene alla specie Australopithecus anamensis


Storica scoperta archeologica in Etiopia: trovato un cranio quasi completo di un antico antenato dell’uomo che è vissuto 3,8 milioni di anni fa, una specie che vanta diverse caratteristiche simili a quelle di un umano. Il fossile – soprannominato MRD – fornisce uno spaccato di un periodo fondamentale per il lignaggio evolutivo che alla fine ha portato agli umani moderni e appartiene alla specie Australopithecus anamensis, che apparve per la prima volta circa 4,2 milioni di anni fa.

Questa specie viene considerata l’antenata diretta di Australopithecus afarensis, la specie più nota dal famoso scheletro parziale soprannominato Lucy rinvenuto nel 1974 a circa 56 chilometri dal sito nella regione di Afar in Etiopia dove e’ stato trovato il cranio MRD. MRD e Lucy – che risale a 3,2 milioni di anni fa – insieme rappresentano fossili spartiacque per fornire informazioni importanti sui primi antenati dell’uomo.

“Questa è una scoperta unica nella vita, e non c’e’ stato niente di più eccitante di questo”, ha detto il paleoantropologo del Museo di Storia Naturale Cleveland, Yohannes Haile-Selassie. “Stiamo parlando del cranio più completo di un primo antenato umano mai trovato nei reperti fossili piu’ vecchi di 3 milioni di anni”.

Fino ad ora, i soli resti cranici di Australopithecus anamensis erano frammenti di mascella e denti isolati, rendendo difficile la comprensione completa della specie. Il cranio è fondamentale per conoscere la dieta di una specie, le dimensioni del cervello e l’aspetto del viso. La scoperta finalmente consente agli scienziati di “dare un volto al nome” riguardo all’Australopithecus anamensis, ha detto il paleoantropologo e co-autore dello studio Stephanie Melillo del Max Planck Institut in Germania.

La specie di MRD – che era bipede ma potrebbe anche essere stata in grado di muoversi sugli alberi – ed era molto piu’ piccola degli umani moderni. Il suo cranio si trova a circa 550 chilometri a nord-est della capitale dell’Etiopia, Addis Abeba. Precedenti ricerche hanno suggerito che la specie raggiungesse un’altezza di circa 1,5 metri, ma i ricercatori non hanno fornito una stima dell’altezza per questo individuo, apparentemente un maschio adulto.




http://www.meteoweb.eu/2019/08/archeolo ... o/1306772/


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Ricostruito il volto di un nostro misterioso progenitore
L'Homo di Denisova ha un viso e un corpo grazie all'analisi del Dna

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Nessuno ci aveva messo gli occhi sopra per decine di migliaia di anni. Ora un gruppo di scienziati è riuscito a dare un volto e un corpo all'Homo di Denisova, utilizzando preziose informazioni genetiche. Di questi misteriosi ominidi, infatti, finora erano arrivate a noi solo poche ossa, a differenza dei loro parenti stretti, i Neanderthal. Tutti i resti confermati di Homo di Denisova - parte di un mignolo, mezza mascella, alcuni denti - potrebbero riposare comodamente in una scatola da scarpe. Nonostante ciò però, questo elusivo ominide ha lasciato un segno indelebile sull'evoluzione della nostra stessa specie.


I Denisovani si separarono dai nostri antenati circa 700.000 anni fa, ma centinaia di migliaia di anni dopo, si accoppiarono: così il loro Dna esiste ancora oggi nelle popolazioni umane. Un team di studiosi, tra Israele e Spagna, senza uno scheletro su cui lavorare, ha ricreato l'anatomia dell'Homo di Denisova a partire da resti di Dna. Gli scienziati, guidati dai genetisti David Gokhman e Liran Carmel, hanno stimato gli attributi fisici dell'ominide in base ai geni.

Il risultato, descritto su 'Cell', è uno scheletro caratterizzato da una grande gabbia toracica, fronte bassa e bacino largo. Il teschio è più largo di quello di un moderno essere umano, come se fosse delicatamente allungato all'altezza degli zigomi.

L'illustratrice scientifica Maayan Harel, lavorando con gli scienziati, ha usato le informazioni per scolpire una testa femminile di Denisovano e dipingere un volto. "Ci sono molte informazioni nella metilazione del Dna", ha spiegato Carmel: il suo team ha identificato 56 tratti ben al di fuori della gamma degli esseri umani moderni o dei Neanderthal. Trentaquattro di questi tratti descrivono caratteristiche anatomiche del cranio.




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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 20/09/2019, 13:02 
A giudicare dalla fisionomia direi che ce ne sono parecchi in giro suoi discendenti [:246]



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Archeologia: i primi uomini europei cacciavano con arco e frecce già 40mila anni fa
Scoperte le più antiche tracce dell’utilizzo in Europa di armi da lancio basate su dispositivi meccanici come arco e frecce o propulsori per lance

arco frecce archeologia
Gli uomini della cultura Uluzziana potevano contare su strategie di caccia avanzate, basate sull'utilizzo di tecnologie meccaniche di lancio delle armi come l'arco e il propulsore

Un gruppo di ricerca italo-giapponese ha scoperto le più antiche tracce dell’utilizzo in Europa di armi da lancio basate su dispositivi meccanici come arco e frecce o propulsori per lance. I reperti sono stati trovati in Italia, nella Grotta del Cavallo (una cavità naturale nei pressi della costa ionica salentina) e risalgono ad un periodo compreso tra 45.000 e 40.000 anni fa. La scoperta – pubblicata su Nature Ecology & Evolution – permette di retrodatare di circa 20.000 anni le prime evidenze dell’utilizzo di questo tipo di tecnologie da parte dell’uomo moderno nel nostro continente.

“L’uomo di Neanderthal e l’uomo moderno hanno convissuto in Europa per almeno 5.000 anni, ma ancora non sappiamo perché i nostri antenati riuscirono a radicarsi e diffondersi una volta arrivati sul continente, mentre la popolazione autoctona dei Neanderthal diminuì progressivamente fino a scomparire circa 40.000 anni fa”, dice Stefano Benazzi, paleoantropologo dell’Università di Bologna, tra i coordinatori dello studio. “L’utilizzo di tecnologie come arco e freccia o il propulsore per lancia hanno certamente permesso all’uomo moderno di cacciare in modo più efficace, e questo potrebbe essere stato uno dei fattori che hanno contribuito all’estinzione dei Neanderthal”.

PUNTE ULUZZIANE
I reperti studiati dai ricercatori provengono dalla Grotta del Cavallo, una cavità carsica che si affaccia sulla Baia di Uluzzo, in Puglia, dove sono state rinvenute le più antiche testimoniante della presenza dell’uomo moderno in Europa, datate fino a 45.000 anni fa. Si trattava di una cultura umana del Paleolitico superiore conosciuta come Uluzziano e contraddistinta dall’utilizzo di strumenti in osso, oggetti ornamentali e decorativi, sostanze coloranti e piccole lame in pietra scheggiata a forma di mezzaluna. È proprio su queste ultime, in particolare, che si è concentrata l’attenzione degli studiosi.

“Punte in pietra scheggiata simili sono state rinvenute in Africa orientale, nonostante non ci siano evidenze archeologiche che suggeriscono una rotta che da quella regione ha portato fino all’Europa”, dice Adriana Moroni, archeologa dell’Università degli Studi di Siena, tra i coordinatori dello studio. “Per capire meglio le differenze tra gli uluzziani e le tradizioni litiche precedenti, e l’importanza della comparsa di questa nuova cultura in Europa, era fondamentale comprendere quale fosse la funzione di quelle lame in pietra scheggiata”.

FRECCE E LANCE PER ARCO E PROPULSORE
frecce archeologia


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Molte delle punte studiate presentavano tracce di un complesso materiale adesivo utilizzato per fissare le punte su supporti di legno e ottenere così lance e frecce per la caccia (Foto: C. Stani)

Il gruppo di ricerca italo-giapponese ha quindi studiato 146 punte a mezzaluna rinvenute nella Grotta del Cavallo, analizzandole al microscopio e confrontandole con repliche sperimentali attraverso l’analisi delle tracce d’uso (un metodo che permette di studiare i segni prodotti dall’uso ripetuto di un oggetto). Queste analisi hanno permesso di individuare su molti degli oggetti studiati fratture da impatto che indicano un loro utilizzo come armi da caccia. Armi che non erano però pensate per un utilizzo manuale, ma che venivano lanciate utilizzando tecnologie meccaniche come l’arco o il propulsore (uno strumento che permette di lanciare proiettili come lance o frecce con più forza e più lontano di quanto si possa fare a mano).

“Le fratture da impatto emerse dalle analisi mostrano molte similitudini con quelle emerse nei nostri campioni sperimentali quando questi sono stati lanciati sia con il propulsore che con l’arco”, dice Katsuhiro Sano, studioso della Tohoku University (Giappone), tra i coordinatori dello studio. “L’utilizzo di queste tecnologie meccaniche ha permesso agli uomini moderni arrivati in Europa di sviluppare strategie di caccia particolarmente efficaci, ottenendo così un vantaggio significativo nei confronti dei Neanderthal”.





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