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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/05/2021, 13:40 
Se una piccola percentuale del nostro dna ( esclusi gli africani) è neanderthaliano vuol dire che i Neanderthal sono proprio nostri antenati….maschi, perché si tratta di dna nucleare, non mitocondriale, quindi significa che gli incroci furono tra maschi Neanderthal e femmine Sapiens.


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/05/2021, 14:24 
Antenati nel senso di derivazione diretta dagli uni agli altri come se i sapiens fossero una evoluzione dei Neanderthal per "mutazione genetica naturale" di questi ultimi come viene quasi sempre sottinteso. Invece non è coì erano due specie distinte che hanno convissuto finché i sapiens non hanno sopraffatto i Neanderthal portandoli all'estinzione ed inglobandoli nella propria discendenza genetica con incroci vari, probabilmente insieme ad altre



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/05/2021, 18:19 
MaxpoweR ha scritto:
Antenati nel senso di derivazione diretta dagli uni agli altri come se i sapiens fossero una evoluzione dei Neanderthal per "mutazione genetica naturale" di questi ultimi come viene quasi sempre sottinteso. Invece non è coì erano due specie distinte che hanno convissuto finché i sapiens non hanno sopraffatto i Neanderthal portandoli all'estinzione ed inglobandoli nella propria discendenza genetica con incroci vari, probabilmente insieme ad altre


Ah si certo. Invece decenni fa nelle scuole elementari il Sapiens veniva descritto come un'evoluzione del Neanderthal che a sua volta era un'evoluzione dell'erectus e così via.


FABIOSKY63 ha scritto:
a me interesserebbe sapere QUANTI individui "femmina" sono stati ACCERTATI tra gli 11 (undici) scheletri al momento ritrovati...ho una mezza idea, DIVERSA da quella della comunità scientifica, sulla "decadenza" e scomparsa della specie Neanderthal... [:291] [:246] [:305]

BEN CONSAPEVOLE del fatto che costoro hanno "convissuto" -combattendoli fino "alla fine"!- in territori dove erano stanziate anche "razze giganti" di "ominidi" di specie diverse...checché ne dica O NO l'attuale comunità scientifica... [:246] [:305]

[:295]


Sospetti che tra i Neanderthal non nascevano più femmine o che furono falcidiati dai "Giganti"?


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 12/05/2021, 04:54 
Tempus1891 ha scritto:
FABIOSKY63 ha scritto:
a me interesserebbe sapere QUANTI individui "femmina" sono stati ACCERTATI tra gli 11 (undici) scheletri al momento ritrovati...ho una mezza idea, DIVERSA da quella della comunità scientifica, sulla "decadenza" e scomparsa della specie Neanderthal...

BEN CONSAPEVOLE del fatto che costoro hanno "convissuto" -combattendoli fino "alla fine"!- in territori dove erano stanziate anche "razze giganti" di "ominidi" di specie diverse...checché ne dica O NO l'attuale comunità scientifica...




Sospetti che tra i Neanderthal non nascevano più femmine o che furono falcidiati dai "Giganti"?


sto ragionando da tempo ormai non tanto che NON "nascevano più femmine" quanto sul PROBABILE reale fatto che l'uomo arcaico, durante la sua evoluzione e la "battaglia per la sopravvivenza", abbia SUBITO dei periodi temporali terrestri, anche MOLTO lunghi, nei quali sia stato sottoposto ad una vera e propria "sterilizzazione"...ovviamente dovuta a "cause naturali", STRAORDINARIE si, ma naturali, AMBIENTALI, con condizioni ESTREME -tanto da essere COSTRETTO a rifugiarsi sottoterra, nelle grotte, e DENTRO le montagne- per la sopravvivenza della stessa razza Ominide... [:291] [:305]

e questo credo sia avvenuto MOLTEPLICI volte, dall'Erectus al Sapiens Sapiens di oggi, credo che il Sole in primis abbia giocato un ruolo fondamentale nella "evoluzione" -ED INVOLUZIONE- del Dna di TUTTI i mammiferi sulla terra...e poi ho idea fondata che Australopitechi PRIMA ed Ominidi POI siano stati "corretti" -questo artificialmente- nella loro "evoluzione" genetica lungo questi ultimi 10 milioni di anni di vita terrestre... [:305]

l'evoluzione naturale, darviniana, porta spesso e più facilmente VERSO VICOLI CIECHI, dove "il futuro" evolutivo termina, e/o verso una o più INVOLUZIONI "non invertibili" della specie...questo è statisticamente MOLTO piu' facile di una "evoluzione positiva" e noi Sapiens Sapiens siamo "troppo perfetti" perché ciò sia potuto avvenire in SOLI 10 MILINI DI ANNI di SOLA "naturale evoluzione darviniana"... [:290] [:305]

la genetica di oggi e la statistica applicata INDUCONO a ritenere IMPOSSIBILE la nostra attuale "evoluzione"...salvo prendere in considerazione, SERIA considerazione, [:290] artificiali interventi di "recupero" e "correzione" genetica sulla specie Homo... [:246] [:305]

comunque il Neanderthal è sostanzialmente "un Sapiens", fu così considerato fino a poco tempo fa, "sottospecie del Sapiens", erroneamente ovviamente per il termine "sottospecie", avendo caratteristiche del tutto simili dove non uguali al Sapiens ed al Sapiens Sapiens odierno...DI FATTO LE PIU' RECENTI PROVE GENETICHE CI CONFERMANO UNA VICINANZA DEL GENOMA DAL 99,5% AL 99,9% tra Sapiens e Neanderthal! siamo quindi sostanzialmente "fratelli"... [:290]

tanto da indurmi a riflettere sul fatto che gli stessi Cro-Magnom, mediamente PIU' ALTI E BELLI, di un circa 20 cm di MEDIA differenza con i Neanderthal, abbiano avuto "vita facile" eh!eh! con le femmine dei Neanderthal che dovendo scegliere eh!eh! nei secoli di convissuta territorialità, per circa 200.000 anni in molteplici zone del mondo, abbiano avuto BEN POCHI DUBBI "ISTINTUALI" su aspetti di vita del tipo "come passare il tempo" e "con chi mettere su famiglia"... [:297] [:305]

quanto alle femmine di Cro-magnon, avendo già i gusti affinati, dubito abbiano concepito un'inversione di rotta verso "un aspetto" maschile più marcato e forte come quello del Neanderthaliensis se pur SONO CERTO CHE SOTTO IL PROFILO EMPATICO E SOCIETARIO il Neanderthal fosse MOLTO EVOLUTO rispetto ai "nuovi cugini appena sfornati"..e questo ovviamente CONCORDA con il più classico darvinismo, sempre visto con "occhio vigile" dei nostri "genetici giorni" moderni... [:246] [:290]

e i giganti?!? abbèh! questi sono stati "UN BEL TOZZO" da sgranocchiare per TUTTA la razza ominide vissuta sulla Terra! in tutte le epoche, dato che essi "ERANO GIA' NEL MONDO" in quanto "la creazione prima" del Prometeus era "gigante", PERCHE' simile al creatore stesso...maaa questa è un'altra storia! come ANCHE quella del "ratto delle Sabine" eh!eh! di cui NON ho fatto similitudine con la storia dei "Sapiens"... [:246]

QUINDI come dice il proverbio: "tira più un pelo di f.g. che una quadriglia di buoi!" (vox populi, vox dei...NON invocativo [:297] )

le schede sono aggiornate con gli ultimi ritrovamenti ed accertamenti...da leggere...

https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens
https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_neanderthalensis
https://it.wikipedia.org/wiki/Uomo_di_Cro-Magnon

Ave [:295]



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 25/06/2021, 15:23 
Straordinaria scoperta di una nuova specie umana: nuovo fossile di Neanderthal riscrive l’evoluzione dell’uomo
Una nuova specie umana è stata scoperta in Israele: si tratta di un ritrovamento straordinario di fossili di un Neanderthal fino ad ora sconosciuto

La storia dell’evoluzione umana potrebbe essere riscritta grazie alla scoperta di una nuova specie di Homo. In Israele sono stati rinvenuti nuovi fossili di Neanderthal risalenti a 140mila anni, facendo così emergere che l’evoluzione dei nostri ‘cugini’ non sia maturata solo nel continente europeo ma anche in Medio Oriente. Agli studi in copertina su Science guidati da ricercatori dell’Università di Tel Aviv e Hebrew di Gerusalemme hanno contribuito anche ricercatori italiani della Sapienza di Roma e dell’Università di Firenze.

Pare che il cosiddetto “Nesher Ramla Hominid” abbia vissuto in quei luoghi almeno fino a 130.000 anni fa. Dopo averli confrontati con fossili di ominidi di 400.000 anni precedentemente trovati in Israele e in Eurasia, i ricercatori hanno concluso che le ossa ora scoperte appartengono a una popolazione unica che risale al Pleistocene medio. E qui è stato identificato per la prima volta.

Immagine

Nello scavo sono state coinvolte due squadre: un gruppo antropologico dell’Università di Tel Aviv guidato dal professor Israel Hershkovitz e una squadra di archeologi dell’Università Ebraica di Gerusalemme, guidata da Yossi Zaidner, che ha scoperto personalmente lo straordinario fossile. Le squadre hanno scavato fino a otto metri di profondità nel terreno. Oltre alle ossa umane, sono state trovate un gran numero di ossa di animali di cavalli, cervi e uri, nonché strumenti di pietra.

“L’elemento cruciale di questo ritrovamento è in particolare la datazione, circa 140mila anni fa in quella che viene definita la fine del Pleistocene medio“, ha spiegato all’ANSA Giorgio Manzi, della Sapienza e uno degli autori di uno dei due lavori. Una fase che rappresenta una fase di passaggio per l’evoluzione umana, una transizione da forme di Homo arcaiche verso le forme più moderne come i Sapiens o i Neanderthal.

I frammenti trovati nello scavo di Nesher Ramla, e soprattutto alcuni denti e frammenti di mandibola e di cranio, analizzati con sofisticate tecniche digitali hanno evidenziato come i resti mostrino una combinazione unica di caratteristiche neandertaliane e tratti più arcaici. “Se quei resti fossero stati trovati in Europa – ha precisato Manzi – non ci sarebbe stato nulla di particolarmente nuovo, sarebbero state nuove prove su quel che si ritiene da tempo ossia che i Neanderthal siano maturati in Europa e solo successivamente diffusi in altre aree. Ora emerge invece che l’evoluzione dei Neanderthal avrebbe avuto contributi anche dal Medio Oriente”.


https://www.meteoweb.eu/2021/06/straord ... l/1699927/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 17/07/2021, 18:16 
Sequenziato genoma di donna vissuta 25.000 anni, un lignaggio precedentemente sconosciuto

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I ricercatori hanno ottenuto prove ambientali dalla grotta di Satsurblia e sono riusciti a sequenziare il genoma di una donna vissuta 25.000 anni fa. Hanno confrontato poi questo genoma con quello di grotte vicine

Grazie ad un nuovo approccio, un team di ricerca ha recuperato i dati relativi ad un genoma umano analizzando prove ambientali ritrovate nella grotta di Satsurblia, Giorgia. Le prove analizzate dai ricercatori sono rappresentate da campioni di materiale ambientale che, grazie ad una nuova tecnica, hanno permesso il sequenziamento di un essere umano, una donna vissuta circa 25.000 anni fa.
E la notizia forse più interessante è che questo soggetto probabilmente appartiene ad un lignaggio umano molto probabilmente estinto, mai individuato fino ad ora. Si tratta di un lignaggio caucasico abbastanza importante perché, secondo ricercatori, avrebbe attivamente contribuito alla composizione degli attuali gruppi umani che popolano l’Eurasia occidentale.

Prove non contaminate da umani moderni

Per avere una conferma della corretta procedura, i ricercatori hanno confrontato la sequenza genetica ottenuta grazie alle prove ambientali della grotta di Satsurblia con quella ottenuta da resti ossei prelevati da una grotta vicina, quella di Dzudzuana. In effetti hanno ottenuto diverse prove di una somiglianza genetica e la prova che i campioni ambientali prelevati dalla grotta di Satsurblia non sono stati contaminati da esseri viventi moderni.
Ottenuti dati genetici anche di lupi e bisonti

I ricercatori non si sono fermati qui: hanno ottenuto le sequenze genetiche, con lo stesso metodo, di un lupo e di un bisonte. Dati molto utili anche questi ultimi perché permetteranno di ottenere informazioni riguardo la storia delle popolazioni di lupi e di bisonti dell’area caucasica.
I ricercatori vogliono ora ottenere nuove informazioni

I ricercatori comunque non si vogliono fermare e intendono prelevare altri campioni ambientali della grotta di Satsurbia per ottenere nuove informazioni, in particolare quelle riguardanti il rapporto tra la fauna estinta di quell’epoca e gli esseri umani che abitavano l’area. Si potrebbero inoltre ottenere informazioni riguardo ai cambiamenti climatici della regione nel tardo pleistocene nonché informazioni di interi ecosistemi vissuti millenni fa ed ora scomparsi.
Nella grotta di Satsurblia già in passato era stata sequenziato il genoma di un essere umano vissuto 15.000 anni fa ma si trattò allora di un’analisi “classica” di resti umani.
Tecnica dell’analisi del DNA ambientale

La tecnica dell’analisi del DNA ambientale, che serve per ottenere informazioni riguardo ai profili genetici di esseri viventi senza avere campioni di natura ossea, sta avendo ampia diffusione tra i ricercatori negli ultimi anni in quanto gli stessi metodi messi in atto per attuarla diventano sempre più elaborati ed efficaci. Di solito i campioni si ottengono setacciando attentamente l’area, perlopiù grotte, e ricercando soprattutto resti di feci o frammenti polverizzati di ossa.


https://notiziescientifiche.it/sequenzi ... onosciuto/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 25/07/2021, 21:20 
Cranio di drago: dalla Cina nuova versione sull’origine dell’Homo sapiens

Diversi team di scienziati contemporaneamente hanno dichiarato di aver scoperto i resti di una specie transitoria tra quella dell’uomo intelligente e che assume una posizione eretta da un lato e le specie di ominide ormai estintesi.
Non è da escludere che diverse linee evolutive parenti siano esistite in Cina e nel Medio Oriente contemporaneamente all’Homo sapiens. Questa scoperta complica ulteriormente la ricostruzione della storia del genere umano.
Scoperta di una nuova specie
Nel 1933 durante la ricostruzione di un ponte nella città cinese di Harbin fu ritrovato un cranio intero di un uomo dell’antichità. Soltanto nel 2018 il resto fu trasmesso alla facoltà di Geologia dell’ateneo dello Hubei. La rivista Innovation dedicò alla scoperta ben 3 articoli.

Si tratta di un cranio grandissimo che presenta caratteristiche che lo accomunano sia all’Homo erectus sia all’Homo heidelbergensis. All’interno del cranio vi era lo spazio sufficiente per ospitare un voluminoso cervello, il viso di quest’uomo era più o meno come il nostro. Una serie di dettagli ricordava i crani ritrovati precedentemente in Cina, ma l’unico dente rimasto era invece più simile all’Homo di Denisova.
Questa insolita combinazione di elementi antichi e contemporanei non consentì di far risalire il ritrovamento a nessuna specie di sapiens nota, pertanto gli autori dello studio decisero che si trattasse di una linea evolutiva imparentata. Fu chiamato Homo longi che significa “uomo drago”.

Il cranio si trovava in strati di terreno formatisi tra gli 800.000 e i 100.000 anni fa.
La stratigrafia non ha conservato informazioni circa il preciso luogo di ritrovamento del reperto e, per determinare con precisione la sua età, gli scienziati hanno analizzato il contenuto di elementi rari e il rapporto degli isotopi di stronzio a livello roccioso. Gli scienziati hanno poi messo a confronto i risultati con le ossa di umani e altri mammiferi che, presumibilmente, vivevano in quegli stessi luoghi. Inoltre, hanno studiato dei micro-campioni di cranio con il metodo della datazione uranio-torio. È emerso che questo “uomo drago” risale ad almeno 146.000 anni fa. A quell’epoca in Cina abitavano umani di una specie ignota i cui resti sono stati rinvenuti a Jinniushan, Dali e nella grotta di Hualongdong. Mentre nella grotta di alta montagna presso Baishiya vivevano degli ominidi denisoviani.
È stato possibile ricostruire che aspetto avesse questo “uomo drago”. Era un uomo dal volto rotondo sulla cinquantina con la fronte bassa e il naso pronunciato.
Molto probabilmente la sua pelle, i capelli e gli occhi erano di un colore scuro proprio come nei Neanderthal, nei denisoviani e nei primi sapiens.

Quando il Sapiens lasciò l’Africa
Alcuni considerano i primi uomini della Cina appartenenti a una specie transitoria tra l’uomo erectus e l’uomo della linea evolutiva asiatica che presenta la fisionomia contemporanea. Gli autori dello studio sull’Homo longi la pensano diversamente: l’“uomo drago” costituisce un ramo evolutivo a se stante generatosi in Africa circa 1 milione di anni fa.
Non essendo in possesso dell’analisi del DNA antico, gli scienziati hanno applicato la tecnica della probabilità bayesiana, ossia un metodo matematico che consente di ricostruire un albero evolutivo sulla base di dati non uniformi. Secondo queste stime, i sapiens abitarono in Cina già 400.000 anni fa. E questo contraddice i risultati ottenuti precedentemente.

Nel 1978 nella grotta di Apidima nel nord della Grecia furono rinvenuti 2 crani umani non intatti e alcuni frammenti di ossa. Gli antropologi stabilirono che uno di essi apparteneva a uno dei primi Sapiens, mentre l’altro a un Neanderthal. La datazione uranio-torio consentì di far risalire quanto rinvenuto a 210.000 anni prima. Si tratta del più antico esemplare di Sapiens rinvenuto fuori dal confine della madrepatria. Ciononostante alcuni ricercatori dubitano che i crani di Harbin e di Apidima possano appartenere a un Sapiens e ne criticano la datazione.

Di recente è poi la scoperta in Israele, presso la grotta Nesher Ramla, di alcuni frammenti di cranio datato a 140.000 – 120.000 anni fa. Questi ritrovamenti presentano caratteristiche arcaiche ma anche più evolute, pertanto gli scienziati li considerano appartenenti a una linea evolutiva precoce dei Neanderthal. E considerati i dettagli comuni con le altre specie di ominidi, si corrobora l’ipotesi di una linea a se stante di precursori dei Neanderthal diffusasi circa 400.000 anni fa ed estintasi a Nesher Ramla. Infatti, a quell’epoca a nord della grotta israeliana si erano già insediati i Sapiens.
Ad ogni modo ad oggi la storia del genere umano rimane piuttosto confusa e si è lontani dal trovare una quadra.

La colpa risiede nella miriade di ritrovamenti effettuati non soltanto in Europa e in Africa, ma anche in Medio Oriente e in Cina. E sicuramente non ci fermeremo qui. Diversi sono gli elementi da considerare in fase di interpretazione: il diverso stadio di conservazione, la molteplicità di metodologie di analisi. Una cosa però è chiara: negli ultimi 200.000 anni il nostro pianeta è stato insediato da una moltitudine di popolazioni di ominidi tra cui figura anche l’Homo sapiens. Questi ominidi si sono spostati, si sono scambiati tecniche e strumenti e probabilmente si sono anche accoppiati.


https://it.sputniknews.com/20210725/cra ... 61642.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 03/08/2021, 18:49 
Le prime tracce della pittura dei Neanderthal
Pigmenti rossi per marcare una grotta in Spagna

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I Neanderthal hanno utilizzato i pigmenti per colorare le caverne ben prima dell’arrivo dell’uomo moderno in Europa: lo dimostra la grotta spagnola di Ardales, in Andalusia, dove le stalagmiti sono state colorate di rosso non dall’ossido di ferro depositato dalle gocce d’acqua, bensì dai Neanderthal che avrebbero deciso di ‘marcare’ quel luogo più volte a distanza di migliaia di anni. Lo indicano le indagini al microscopio e ai raggi X condotte da un gruppo internazionale di esperti guidati dall’Università di Barcellona: i risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas).

Le analisi dimostrano che i pigmenti rossastri trovati sulle stalagmiti non derivano dalla grotta stessa, ma vi sono stati portati dall’esterno: i Neanderthal li avrebbero applicati intenzionalmente, probabilmente sotto forma di getti o schizzi. La datazione dei componenti rivela che la colorazione sarebbe avvenuta in almeno due fasi distinte: prima di 65.500 anni fa e tra 45.300 e 48.700 anni fa. I segni non possono essere definiti una forma di arte rupestre in senso stretto: rappresenterebbero piuttosto un modo per marcare simbolicamente il sito, dove i Neanderthal sarebbero tornati più volte secondo una sorta di tradizione trasmessa di generazione in generazione.


https://www.ansa.it/canale_scienza_tecn ... 074ce.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/10/2021, 16:59 
Il Mediterraneo si riconferma culla dell’umanità: rinvenuta a Creta la più antica impronta umana, vecchia di 6 milioni di anni
Le più antiche impronte umane sono state rinvenuta sull'isola di Creta, nel Mediterraneo: non si tratta di Australopithecus ma probabilmente di Graecopithecus freybergi

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Le più antiche impronte umane mai rivenute sono state individuate da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Università di Tubinga e di vari istituti di ricerca internazionali. I ricercatori hanno analizzato impronte di sedimenti fossili trovate vicino al villaggio cretese di Trachilos. Il team, guidato da Uwe Kirscher e Madelaine Bohme, ha utilizzato metodi geofisici e micropaleontologici per datare le orme, scoperte per la prima volta nel 2017. Secondo la datazione le impronte risalgono a oltre 6 milioni di anni fa, ovvero circa 2,5 milioni di anni prima della più antica impronta nota fino ad ora, attribuita all’Australopithecus afarensis (Lucy).

Secondo i risultati diffusi dal gruppo di ricerca, questo ritrovamento rappresenta la più antica orma lasciata da una specie pre-umana. “La datazione di questa impronta – afferma Uwe Kirscher dell’Università di Tubinga – getta nuova luce sull’evoluzione della deambulazione umana più di sei milioni di anni fa“.

“Il piede di questi bipedi – riporta Sofia Ahlberg, dell’Università di Uppsala – aveva una suola più corta, un tallone più stretto e un arco plantare meno pronunciato rispetto all’Australopithecus“. Un gruppo di ricerca guidato da Madelaine Bohme aveva identificato la specie di Graecopithecus freybergi, risalente a 7,2 milioni di anni fa, vissuta ad Atene, a circa 250 chilometri di distanza dal luogo di ritrovamento delle impronte fossili esaminate in questo lavoro. “Non possiamo escludere una connessione tra le orme di Creta e il Graecopithecus freybergi – sostiene l’autrice – Saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire le possibili dinamiche che avrebbero potuto favorire una migrazione verso l’isola di Creta”.


https://www.meteoweb.eu/2021/10/rinvenu ... a/1729862/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 29/10/2021, 18:38 
Trovato un nuovo antenato dell’uomo moderno: potrebbe essere l’anello mancante dell’evoluzione umana
Il nuovo Homo, chiamato bodoensis, potrebbe far luce su un periodo poco noto dell'evoluzione umana, per il quale le informazioni sono ancora esigue

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Gli essere umani hanno un antenato che fino a questo momento non era mai stato identificato. Si chiama Homo bodoensis ed è una specie scoperta di recente, vissuta in Africa durante il Pleistocene medio, circa mezzo milione di anni fa. Potrebbe essere l’antenato diretto dell’uomo moderno. La scoperta è stata descritta sulla Evolutionary Anthrop Issues News and Reviews, rivista dell’Università di Vertenipeg, dall’Istituto di Paleoantropologia e Paleontologia di Pechino e dell’Università di Belgrado.

Il team, guidato da Mirjana Roksandic, ha esaminato fossili rinvenuti in Africa ed Eurasia precedentemente attribuiti a Homo heidelbergensis o Homo rhodesiensis. Il nuovo Homo individuato, come spiegano gli esperti, potrebbe far luce su un periodo poco noto dell’evoluzione umana, per il quale le informazioni sono ancora esigue. Le indagini sul DNA, scrivono gli autori, hanno dimostrato che alcuni fossili europei erano stati attribuiti erroneamente.

“Ci sono ancora dei dibattiti sulla denominazione di alcuni antenati umani – osserva Xiu-Jie Wu dell’Istituto di Paleoantropologia e Paleontologia dei Vertebrati di Pechino – ‘bodoensis’ deriva da un teschio trovato a Bodo D’ar, in Etiopia. Secondo la nostra classificazione, questa specie potrebbe descrivere la maggior parte degli esseri umani del Pleistocene medio dall’Africa e alcuni dall’Europa sud-orientale, dove si contano maggiormente Neanderthal”. “I termini con cui ci si riferisce a entità scientifiche – sottolinea Predrag Radovi dell’Università di Belgrado – devono essere estremamente chiari, altrimenti la comunicazione diventa complessa. L’introduzione di questa nuova specie dovrebbe aiutare gli esperti a identificare un importante periodo dell’evoluzione umana”.


https://www.meteoweb.eu/2021/10/trovato ... o/1734307/


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MessaggioInviato: 06/11/2021, 22:56 
Il mistero del teschio di Homo naledi trovato in Sudafrica, “una delle specie più enigmatiche della nostra storia evolutiva”
Nelle profondità del complesso di grotte Rising Star, in Sudafrica, è stato identificato il primo cranio parziale di un bambino appartenente alla specie Homo naledi

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Un ricercatore tiene in mano una ricostruzione del cranio di un bambino Homo naledi basata su pezzi fossili e denti (aree di colore più chiaro) trovati in un all'interno di un sistema di grotte sudafricano. Copyright Wits Uuniversity

Il cranio parziale di un bambino trovato in una sezione remota di un sistema di grotte sudafricane ha alimentato il sospetto che un antico ominide noto come Homo naledi abbia deliberatamente posto i suoi morti nelle caverne.

Un team internazionale guidato dal paleoantropologo Lee Berger dell’Università del Witwatersrand, Johannesburg, ha messo insieme 28 frammenti di cranio e 6 denti di un cranio di un bambino scoperti in una stretta apertura situata a circa 12 metri da una camera sotterranea dove gli esploratori delle caverne hanno trovato per la prima volta i fossili di Homo naledi. Le caratteristiche del cranio del bambino lo qualificano come Homo naledi, una specie con un cervello delle dimensioni di un’arancia e caratteristiche scheletriche sia dell’uomo attuale che delle specie Homo di circa 2 milioni di anni fa.

Emergono sempre più indizi sulla “collocazione deliberata e ritualizzata del corpo nelle caverne da parte di Homo naledi,” ha detto Berger in conferenza stampa a Johannesburg. Sebbene tale argomento sia controverso, non ci sono prove che il cranio del bambino sia finito nel piccolo spazio trascinato dall’acqua o da predatori.

Il gruppo di Berger ha descritto la scoperta in due articoli pubblicati il ​​4 novembre su PaleoAnthropology. In uno, Juliet Brophy, paleoantropologa della Louisiana State University di Baton Rouge, e colleghi, hanno descritto il cranio del bambino. Nell’altro, la paleoantropologa Marina Elliott della Simon Fraser University di Burnaby e i suoi colleghi hanno descritto in dettaglio nuove esplorazioni nel sistema di grotte Rising Star in Sudafrica.

I ricercatori hanno soprannominato il nuovo ritrovamento “Leti“, abbreviazione di una parola in una lingua sudafricana locale che significa “il perduto“. Leti risale probabilmente alla stessa epoca di altri fossili di Homo naledi, tra 335mila e 236mila anni fa. La squadra di Berger sospetta che Leti sia morto all’età di circa 4-6 anni in base alla velocità con cui i bambini crescono oggi, ma si tratta di un’ipotesi approssimativa in quanto gli scienziati non possono ancora dire quanto velocemente crescessero i bambini di Homo naledi.

“Questa specie – ha affermato Berger – resta una delle più enigmatiche della nostra storia evolutiva. Fu una popolazione primitiva, vissuta in un periodo in cui si pensava che l’Africa fosse occupata solo dagli esseri umani moderni. La presenza di questi reperti, appartenuti ad almeno due dozzine di Homo naledi di ogni età, complica la nostra concezione dell’evoluzione di determinati strumenti e utensili in pietra“.
“Questo è il primo caso di resti cranici appartenenti a un bambino naledi – ha commentato Juliet Brophy, della Louisiana State University – la possibilità di esaminare esemplari di varie età è molto importante per ricostruire le fasi della vita e lo sviluppo di questa specie“.
La dimensione del cervello di Leti è stimata tra 480 e 610 cm cubi. “Questo valore – ha evidenziato Debra Bolter, docente di Antropologia presso il Modesto Junior College – rappresenta circa il 90-95% della capacità cerebrale di un esemplare adulto, anche se sarà necessario approfondire le ricerche per comprendere meglio questa specie enigmatica“. “La scoperta di un singolo teschio di un bambino in una zona così remota del complesso di grotte – ha concluso Berger – aggiunge ulteriore mistero sul come e sul perché questi resti abbiano raggiunto tali posizioni. E’ un nuovo argomento irrisolto su questa specie affascinante ed estinta“.


https://www.meteoweb.eu/2021/11/il-mist ... a/1736559/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 13/01/2022, 21:52 
I fossili umani più antichi risultano essere 40mila anni più vecchi del previsto


Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha anticipato di quasi 40.000 anni la data dei fossili umani più antichi rinvenuti nell'Africa orientale, in Etiopia, nel sito di Omo Kibish, nel 1967. Tali reperti si credevano risalenti a 195mila anni fa, invece pare risalgano ad addirittura 233mila anni.
I fossili scoperti nel 1967, noti come resti di Omo, erano una combinazione di frammenti di ossa e di cranio e si erano rivelati difficili da datare nel 2005, quando vennero eseguiti i primi tentativi. I geologi, utilizzando l'analisi stratigrafica, in cui vengono analizzate le relazioni verticali e laterali di diverse formazioni rocciose, erano comunque stati in grado di determinare un’età minima presunta. Tuttavia, una datazione più precisa è sfuggita alla comunità scientifica per mezzo secolo dopo la loro scoperta.
L'indizio chiave per perfezionare la data dei resti di Omo è stata l'analisi di un sottile strato di cenere, che è stato trovato attorno ai fossili.
Celine Vidal, l'autrice principale del nuovo studio pubblicato su Nature, ha spiegato che è stata proprio questo sottile strato, simile a farina, ad essere l’indizio chiave che ha permesso una migliore datazione.
Nuove tecniche e l'uso di eventi vulcanici storici hanno permesso al gruppo di ricerca di collegare la cenere ad una grande eruzione di un vulcano chiamato Shala.
Lo studio ha rilevato che questo strato di cenere ha circa 233.000 anni, con un margine di errore di 20.000 anni.
La nuova datazione, per altro, non fa dei fossili di Omo i resti umani più antichi mai rinvenuti. I resti trovati in Marocco nel 2017, risalgono a 300.000 anni fa e hanno significativamente messo in discussione la cronologia della migrazione dell'umanità fuori dall'Africa, ma ora Aurelien Mounier, coautore dello studio, ritiene che la nuova datazione ripristini la teoria convenzionale sull'evoluzione e la migrazione umana.
"Omo I è l'unico fossile che ha tutte le caratteristiche morfologiche dell'uomo moderno", ha detto Mounier


https://it.sputniknews.com/20220113/i-f ... 95597.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 14/01/2022, 12:44 
vimana131 ha scritto:
Aurelien Mounier, coautore dello studio, ritiene che la nuova datazione ripristini la teoria convenzionale sull'evoluzione e la migrazione umana

no, è più complessa...ci vorrà più tempo... [:246] [:305]

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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 14/01/2022, 14:31 
vimana131 ha scritto:
I fossili umani più antichi risultano essere 40mila anni più vecchi del previsto


Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha anticipato di quasi 40.000 anni la data dei fossili umani più antichi rinvenuti nell'Africa orientale, in Etiopia, nel sito di Omo Kibish, nel 1967. Tali reperti si credevano risalenti a 195mila anni fa, invece pare risalgano ad addirittura 233mila anni.
I fossili scoperti nel 1967, noti come resti di Omo, erano una combinazione di frammenti di ossa e di cranio e si erano rivelati difficili da datare nel 2005, quando vennero eseguiti i primi tentativi. I geologi, utilizzando l'analisi stratigrafica, in cui vengono analizzate le relazioni verticali e laterali di diverse formazioni rocciose, erano comunque stati in grado di determinare un’età minima presunta. Tuttavia, una datazione più precisa è sfuggita alla comunità scientifica per mezzo secolo dopo la loro scoperta.
L'indizio chiave per perfezionare la data dei resti di Omo è stata l'analisi di un sottile strato di cenere, che è stato trovato attorno ai fossili.
Celine Vidal, l'autrice principale del nuovo studio pubblicato su Nature, ha spiegato che è stata proprio questo sottile strato, simile a farina, ad essere l’indizio chiave che ha permesso una migliore datazione.
Nuove tecniche e l'uso di eventi vulcanici storici hanno permesso al gruppo di ricerca di collegare la cenere ad una grande eruzione di un vulcano chiamato Shala.
Lo studio ha rilevato che questo strato di cenere ha circa 233.000 anni, con un margine di errore di 20.000 anni.
La nuova datazione, per altro, non fa dei fossili di Omo i resti umani più antichi mai rinvenuti. I resti trovati in Marocco nel 2017, risalgono a 300.000 anni fa e hanno significativamente messo in discussione la cronologia della migrazione dell'umanità fuori dall'Africa, ma ora Aurelien Mounier, coautore dello studio, ritiene che la nuova datazione ripristini la teoria convenzionale sull'evoluzione e la migrazione umana.
"Omo I è l'unico fossile che ha tutte le caratteristiche morfologiche dell'uomo moderno", ha detto Mounier


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 07/03/2022, 19:40 
Archeologia: i primi fossili umani conosciuti dall’Etiopia sarebbero molto più antichi di quanto si pensasse
In precedenza si prevedeva che l'Omo I avesse circa 197.000 anni, ora si scopre che l'età minima sarebbe stimata in circa 233.000 anni

Immagine

I resti del Kibish Omo I dall’Etiopia – tra i fossili più antichi conosciuti di Homo sapiens nell’Africa orientale – potrebbero essere almeno 36.000 anni più vecchi di quanto si pensasse, secondo un articolo pubblicato su Nature. L’età minima è stimata in circa 233.000 anni, una scala temporale che si allinea in modo più coerente con i modelli dell’evoluzione umana moderna.

In precedenza si prevedeva che l’Omo I avesse circa 197.000 anni. Tuttavia, questa stima, che è stata effettuata studiando strati di cenere corrispondenti ai tempi delle eruzioni vulcaniche, è stata contestata. Céline Vidal e colleghi hanno riesaminato lo strato di cenere vulcanica che ricopre il sedimento contenente Omo I, collegando i depositi vulcanici a una grande eruzione esplosiva del vulcano Shala nella Main Ethiopian Rift. Queste analisi hanno permesso agli autori di datare con maggiore precisione l’età dei fossili di Omo al di sotto di questo strato, a circa 233.000 (±22.000) anni. Questa nuova era corrisponde alla maggior parte dei modelli dell’evoluzione umana moderna, che prevedono che la nostra specie abbia avuto origine e si sia discostata dai nostri antenati più vicini tra 350.000 e 200.000 anni fa.

Immagine

Gli autori concludono che saranno necessarie ricerche future per ottenere un’età massima robusta per Omo I. Si spera che ulteriori analisi confermeranno anche l’età dei fossili di Herto: ulteriori fossili di Homo sapiens primitivi provenienti dall’Etiopia, generalmente riportati tra 160.000 e 155.000 anni vecchio – poiché è stato dimostrato che questi si trovano sotto uno strato di cenere vulcanica diverso da quello dei fossili di Omo, contrariamente alla precedente comprensione.


https://www.meteoweb.eu/2022/03/i-primi ... i/1770774/


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