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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 04/06/2015, 20:18 
Aggiorno questo topic dopo tanto tempo con una notizia in tema con gli ultimi sviluppi su cui la ricerca di Atlanticus si sta concentrando:

http://www.lescienze.it/news/2012/02/28/news/neanderthal_scarsa_variabilit_genetica_estinzione_uomo_moderno-874022/
28 febbraio 2012

Neanderthal: già verso l'estinzione all'arrivo dei sapiens

La maggior parte dei neanderthaliani europei era scomparsa già 50.000 anni fa, e l'analisi della variabilità genetica eseguita sui resti fossili appartenenti alle popolazioni più recenti mostra una drammatico calo rispetto ai gruppi più antichi

L'uomo moderno probabilmente ha dato il colpo di grazia ai Neanderthal, ma al momento dell'incontro con i "cugini" Homo sapiens la specie era già in pesante declino.
A sostenerlo sono i risultati di uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori che firmano un articolo pubblicato sulla rivista "Molecular Biology and Evolution".

Le analisi del DNA fossile di alcuni soggetti neanderthaliani della Spagna settentrionale indicano infatti che 50.000 anni fa in Europa la maggior parte degli uomini di Neanderthal era già scomparsa. Successivamente, un piccolo gruppo di uomini di Neanderthal ricolonizzò l'Europa centrale e occidentale, dove sopravvisse per altri 10.000 anni prima che entrasse in scena l'uomo moderno.

"Che gli uomini di Neanderthal in Europa si fossero quasi estinti, per poi recuperare, e che tutto questo abbia avuto luogo molto tempo prima che venissero in contatto con gli esseri umani moderni, è stata una sorpresa. Ciò indica che l'uomo di Neanderthal potrebbe essere stato più sensibile di quanto si pensasse ai drammatici cambiamenti climatici avvenuti in epoca glaciale ", osserva Love Dalén, del Museo svedese di storia naturale a Stoccolma e primo firmatario dell'articolo.

I ricercatori hanno rilevato che nel corso dei diecimila anni precedenti alla loro scomparsa, la variazione genetica tra i Neanderthal europei era estremamente limitata. I fossili europei più antichi, come quelli provenienti dell'Asia, avevano una variabilità genetica molto maggiore, paragonabile a quella esibita da una specie la cui popolazione prospera in una regione per un lungo periodo di tempo.

"La quantità di variazione genetica nei Neanderthal geologicamente più antichi, come in Asia, era altrettanto grande di quella degli esseri umani moderni, mentre la variazione tra gli ultimi Neanderthal europei non era superiore a quella degli esseri umani moderni in Islanda", spiega Götherström Anders, dell'Università di Uppsala.

Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno dovuto lavorare su una serie di campioni di DNA pesantemente degradato, e le analisi hanno quindi richiesto l'integrazione di metodiche di laboratorio avanzate e di sofisticati metodi computazionali. Il gruppo di ricerca ha quindi coinvolto esperti di più discipline, tra cui statistici, esperti in materia di sequenziamento del DNA e paleoantropologi di diversi paesi.

"Questo tipo di studio interdisciplinare è estremamente utile per portare avanti ricerche sulla nostra storia evolutiva. In questi ultimi anni, il DNA di uomini preistorici ha portato ad una serie di risultati inaspettati e sarà davvero emozionante vedere che cosa ci diranno le scoperte degli anni a venire ", ha concluso Juan Luis Arsuaga, dell'Universidad Complutense a Madrid .


Considerazione I.

Se già 50.000 anni fa i Neanderthal europei cominciavano a estinguersi per poi recuperare con un ridotto pool genetico appena prima (in scala biologica, 10.000 anni) del nostro ingresso in scena
per quanto la responsabilità dei sapiens nell' aver negato loro l' ultima chance rimane
emerge una loro precedente crisi con una causa esterna al Sapiens.

Una crisi imputata dai ricercatori ai mutamenti climatici e che a me ricorda da vicino la crisi successiva di noi stessi Sapiens
allorquando tutte le linee di discendenza femminile si estinsero lasciandoci con un' unica Eva mitocondriale,
(che non è la prima donna ma la comune antenata della attuale porzione di umanità sopravvissuta a questo "collo di bottiglia").

Il che fa pensare anche se non ne detta la necessità alla possibilità di un evento ciclico che influisca sulla sorte delle specie umane nel pianeta e quindi ambientale che avvalora le ipotesi dei ricercatori sulla causa climatica.


Tuttavia altre ipotesi restano aperte e vale la pena indagare su quali altre cause possano indurre una quasi estinzione umana periodica sulla Terra.

Un' informazione che potrebbe fare la differenza per il nostro futuro.


Considerazione II.

Nell' ottica del Progetto Atlanticus, questo evento è interessante perchè indica che durante il periodo antidiluviano prima dell' incontro coi Sapiens i Neanderthal europei furono prossimi alla scomparsa per poi riprendersi [EDIT: Correzione:] in prossimità dell' arrivo del Sapiens prima che l' inevitabile incontro, o qualunque sia stata la causa in quel periodo, li portasse alla fine.

Su due piedi viene da pensare che i Neanderthal che andarono a rimpinguare i rimanenti della loro specie in Europa fossero i superstiti di Atlantide.

Che portarono con sè le loro conoscenze con cui crearono utensili superiori a quelli Sapiens almeno nel caso di quello per la lavorazione delle pelli che fu ereditato dal Sapiens ed è alla base degli analoghi moderni tuttoggi.


Atlanticus, facci sapere cosa ne pensi nel tuo topic dove questo articolo può interessarti. [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 04/06/2015, 22:21 
Aztlan ha scritto:
Io credo ad entrambe le possibilità.


E dato che credo anche all' origine artificiale della specie umana,


mi sono sempre chiesto quanto abbia senso distinguere le due cose,
ossia gli alieni che intervennero sugli ominidi con l' ingegneria genetica e le civiltà antidiluviane,

considerato che probabilmente siamo ibridi coi primi e che le seconde furono da loro create e controllate.


È ciò che penso anche io.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 05/06/2015, 00:34 
Cita:
Una crisi imputata dai ricercatori ai mutamenti climatici e che a me ricorda da vicino la crisi successiva di noi stessi Sapiens
allorquando tutte le linee di discendenza femminile si estinsero lasciandoci con un' unica Eva mitocondriale,
(che non è la prima donna ma la comune antenata della attuale porzione di umanità sopravvissuta a questo "collo di bottiglia").


non è necessariamente così. La presenza di una unica EVA Mitocondriale (non UNA ma tante EVA con lo stesso patrimonio genetico, dei cloni) potrebbe presupporre che tutti noi NON siamo frutto non del caso e cioè di un collo di bottiglia che ha permesso alla specie di andare avanti ma di un atto deliberato e cioè la produzione in serie di HOMO SAPIENS da EVE MITOCONDRIALI (femmine ponte, lilith) tutte identiche perchè cloni.

Di certo non fu creato un solo ADAM e di certo a sfornarli non fu una sola "donna" ma affinché le modifiche genetiche apportate si trasmettessero correttamente a tutti discendenti le varie femmine dovevano per forza essere tutte uguali.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 05/06/2015, 13:37 
MaxpoweR ha scritto:
Cita:
Una crisi imputata dai ricercatori ai mutamenti climatici e che a me ricorda da vicino la crisi successiva di noi stessi Sapiens
allorquando tutte le linee di discendenza femminile si estinsero lasciandoci con un' unica Eva mitocondriale,
(che non è la prima donna ma la comune antenata della attuale porzione di umanità sopravvissuta a questo "collo di bottiglia").


non è necessariamente così. La presenza di una unica EVA Mitocondriale (non UNA ma tante EVA con lo stesso patrimonio genetico, dei cloni) potrebbe presupporre che tutti noi NON siamo frutto non del caso e cioè di un collo di bottiglia che ha permesso alla specie di andare avanti ma di un atto deliberato e cioè la produzione in serie di HOMO SAPIENS da EVE MITOCONDRIALI (femmine ponte, lilith) tutte identiche perchè cloni.


Ipotesi interessante, non ci avevo pensato.

Cita:
Di certo non fu creato un solo ADAM e di certo a sfornarli non fu una sola "donna"


Sicuramente.

Cita:
ma affinché le modifiche genetiche apportate si trasmettessero correttamente a tutti discendenti le varie femmine dovevano per forza essere tutte uguali.


Di questo non sono sicuro, non me ne intendo.

Effettivamente so che in certe tecniche di "clonazione" suggerite attualmente l' essere acquisirebbe in realtà parte del patrimonio genetico della madre, come nel caso della proposta di "resuscitare" il mammuth se ben ricordo.

Qualcuno che ha un pò di nozioni di genetica può confermare se per un OGM animale vale questa regola?



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 22/08/2015, 19:31 
Cita:
Un "nuovo" ominide con la più antica mano simile alla nostra?

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Il fossile della falange di un mignolo trovato in Tanzania, nella gola di Olduvai, suggerisce che due milioni di anni fa nella regione vivesse, accanto ad Australopithecus boisei e a Homo habilis, anche un altro antenato dell'essere umano. Indicato con la sigla OH 86, è il più antico degli ominidi scoperti finora ad avere una mano davvero simile a quella degli esseri umani moderni, già adatta a produrre i più sofisticati strumenti di pietra

La prima mano di aspetto perfettamente moderno risale a un periodo compreso fra i 2 e gli 1,8 milioni di anni fa e apparteneva a un ominide, identificato con la sigla OH 86 (Olduvai Hominin 86), che sarebbe vissuto contemporaneamente ad altre specie – come Australopithecus boisei e Homo habilis – dotate di mani più “primitive”.

Non solo: la mano di OH 86 è più moderna anche di quella di altri ominidi più recenti. Il reperto che lo dimostra è una falange prossimale (quella più vicina al palmo) di un dito mignolo rinvenuta in Tanzania, nella gola di Olduvai, uno dei sito paleoantropologici più importanti di tutta l'Africa in cui sono venuti alla luce molte delle più significative testimonianze di ominidi fossili.

La scoperta - fatta da un gruppo internazionale di ricercatori e pubblicata su “Nature Communications” - apre quindi la possibilità che in quella regione vivesse un'altra specie ancora, alla quale sarebbe addirittura da attribuire la produzione di strumenti litici più moderni.

Immagine

Le sofisticate capacità manuali di Homo sapiens sono legate ad alcune caratteristiche morfologiche, come un pollice lungo rispetto alle altre dita, articolazioni robuste e ipertrofia dei muscoli del pollice. Queste caratteristiche permettono infatti una presa polpastrello-polpastrello che coniuga forza e precisione in modo perfetto e senza confronti negli altri ominidi.

Finora si pensava che l'evoluzione di una mano di questo tipo – interpretata come un adattamento utile per fabbricare e usare in modo efficiente strumenti di pietra – fosse avvenuta non prima di 1,6-1,4 milioni di anni fa, anche se i reperti litici più antichi risalgono a 2,6 e 3,3 milioni di anni fa. Si trattava però di strumenti piuttosto rozzi presumibilmente usati per frantumare le ossa e ricavarne il midollo, che potevano essere prodotti anche da una mano non perfettamente moderna.

La differenza più saliente fra la mano moderna di OH 86 e quella tipica di A boisei, H. habilis (ma anche di altre specie più recenti) riguarda la curvatura della falange: sostanzialmente assente in OH 86, ma presente in misura più o meno accentuata in A boisei, H. habilis, indica infatti un adattamento alla vita arboricola, che in OH 86 era invece andato perso. In altri termini: OH 86 si era adattato a vivere costantemente al suolo.

Immagine

La falange prossimale di OH 86 ripresa da diverse angolazioni. (Cortesia Manuel Domínguez-Rodrigo)
Sulla base dei rapporti antropometrici sembra inoltre che OH 86 avesse una corporatura più grande di quella degli altri ominidi suoi contemporanei, un'ipotesi questa che - osservano gli stessi autori - andrà confermata da ulteriori ritrovamenti, così come l'ipotesi che si tratti di una nuova specie.

Ma intanto la scoperta ha già aperto un nuovo fronte di dibattito fra i paleoantropologi. Pur con tutte le cautele del caso, Jean-Jacques Hublin, direttore del Max Planck Institut per l'antropologia evoluzionistica, ritiene plausibile l'esistenza di una nuova specie di corporatura più robusta di H. abilis, mentre altri ricercatori, come Tracy L. Kivell dell'Università del Kent, si sono dichiarati piuttosto scettici in proposito.


http://www.lescienze.it/news/2015/08/20 ... 31788/?rss


o era un essere scimmiesco con le mani umane o i sapiens sono più antichi di quello che ci dicono [:306]


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 22/08/2015, 19:36 
O era un "gigante" annunako o di altra specie in visita agli ominidi...



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 23/08/2015, 20:31 
SCIENTISTS NOW BELIEVE; ALIENS CREATED OUR SPECIES AND MANIPULATED OUR DNA

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Researchers who worked for 13 years in the Human Genome Project indicate that they came across an amazing scientific discovery: They believe that the so-called 97% of non-coding sequences in the human DNA is nothing less than the genetic code of extraterrestrial life forms. Originally referred to as “Junk DNA” its functioned remained a mystery for researchers. Now researchers believe that our DNA is extraterrestrial in origin.

After extensive analysis with the help of other researchers in diverse fields such as mathematics, chemistry and programing, Professor Chang ventured out and asked if there is a possibility that, what we call “junk DNA” is actually some sort of extraterrestrial code, created by an “Alien” programmer.

Professor Chang further explained “Our hypothesis is that a more advanced extraterrestrial civilization was engaged in creating new life and planting it on various planets. Earth is just one of them.”
Professor Chang indicates that “What we see in our DNA is a program consisting of two versions, a giant structured code and a simple or basic code.”

Guarda su youtube.com


Professor Chang and his team believe for a fact that the first part of our DNA code was not written on Earth and according to them it is verifiable. Secondly and most importantly, genes alone are not enough to explain the evolution/abrupt evolution process and there must be something more in ‘the game’.

Professor Chang says that “Sooner or later,” “we have to accept the fact that all life on Earth carries the genetic code of our extraterrestrial cousins and that evolution is not what we think it is.”

The implications of these scientific findings reinforce claims by other individuals and observers that claim to have had contact with aliens that look like humans. Human-like aliens could have provided some of the genetic material necessary for human evolution.

Immagine

Researchers in Kazakhstan believe that the human DNA was encoded with an alien signal for an ancient extraterrestrial civilization, and they refer to it as “Biological SETI”. The mathematical code in the human DNA can not be explained by evolution. Basically, we are living and breathing holders of some sort of alien message that can be used,in a much more efficient way then using Radio-signals, to search for Extraterrestrial life.

Once the code had been set, it would remain unchanged in cosmological time-scales, in fact, researchers believe that our DNA is the most durable “construction” known, and that is why it represents an exceptionally reliable and intelligent storage for an alien signature, according to an article in the journal Icaurs.

Writing in the journal Icarus, they assert: “Once fixed, the code might stay unchanged over cosmological timescales; in fact, it is the most durable construct known. Therefore it represents an exceptionally reliable storage for an intelligent signature. Once the genome is appropriately rewritten the new code with a signature will stay frozen in the cell and its progeny, which might then be delivered through space and time.”

Scientists believe that the human DNA is arranged in such a precise way that it reveals a “set of arithmetic patterns and ideographic symbolic language”. These studies have led scientists to believe that we were literally invented “outside of Earth” several billions of years ago.

These ideas or beliefs are anything but accepted in the scientific community. Yet these studies have proven what some researchers have talked about for decades, that evolution could not have happened on its own, and that there is something extraterrestrial to our entire species. Is our entire history wrong?

One mystery that would remain as THE GREAT QUESTION is, if extraterrestrial beings did in fact create the human race and life on planet Earth, then “who” or “what” created these extraterrestrial beings?

http://www.belgievandaag.com/universal/ ... d-our-dna/



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/09/2015, 14:00 
Copio anche qui un intervento postato nel topic di Atlanticus:

nemesis-gt ha scritto:
Homo Naledi, scoperta in Sudafrica una nuova specie umana

In una grotta vicino a Johannesburg, profonda 80 metri, sono stati rinvenuti oltre 1.500 elementi fossili, di cui ossa appartenenti a 15 individui, alti un metro e mezzo circa, con un cervello delle dimensioni di un'arancia. "Ha un mix di caratteristiche primitive e moderne" dicono i ricercatori su questo nuovo antenato dell'uomo che forse seppelliva già i morti, centinaia di migliaia di anni prima dell'Homo sapiens

UNA scoperta senza precedenti nella storia della paleontologia. Un cugino lontano dell'uomo. Fratello, se guardiamo i suoi piedi che hanno meravigliato i ricercatori: sono quasi identici ai nostri.

Homo Naledi. Si chiama così questo ominide con caratteristiche primitive e moderne al tempo stesso. Non molto alto, piuttosto snello, aveva un cervello minuscolo, ma forse seppelliva già i suoi morti, ben prima dell'Homo sapiens. I diversi sedimenti ritrovati nella caverna non permettono ancora di datare le ossa e risalire alla sua età, ma secondo gli studiosi questa nuova specie umana scoperta in Sudafrica potrebbe avere tra i due milioni e i due milioni e mezzo di anni.

National Geographic. I resti dell'Homo Naledi sono stati rinvenuti in Sudafrica e hanno convinto gli studiosi a inserirlo nel genere di cui noi stessi facciamo parte. L'annuncio dell'incredibile ritrovamento è stato dato dalla University of Witswaterstrand di Johannesburg, dalla National Geographic Society e dal Dipartimento per la Scienza e la Tecnologia/National Research Foundation del Sudafrica ed è stato pubblicato dalla rivista scientifica eLife. Un approfondimento della ricerca verrà pubblicato sul numero di ottobre del National Geographic.

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Senza età. È il più grosso ritrovamento di ossa di ominidi mai avvenuto: tutto è cominciato nella grotta detta Rising Star, a una cinquantina di chilometri a nordovest di Johannesburg, dove sono stati scoperti oltre 1.500 elementi fossili che devono ancora essere datati. Erano ammucchiati in una cavità accessibile solo attraverso un pozzo talmente stretto che per recuperarli è stato arruolato uno speciale team di speleologi e ricercatori che fossero magri abbastanza per entrarci con le braccia alzate sopra la testa. Era una regione conosciuta dai ricercatori già dai primi decenni del Novecento come possibile "culla dell'umanità", vista la quantità di fossili e reperti rinvenuti.

Un gruppo. I frammenti di questa nuova specie recuperati finora appartengono ad almeno 15 individui, tutti Homo naledi, e si pensa che ce ne siano molti altri da recuperare. "Abbiamo a disposizione esemplari multipli di quasi tutte le ossa del suo corpo", dice il paleontologo Lee Berger, della National Geographic Society, che ha guidato le spedizioni di scoperta e recupero, "Homo naledi è già praticamente la specie fossile meglio conosciuta nella linea evolutiva dell'uomo".

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Cugino dell'uomo. "Complessivamente, H. naledi appare come una delle specie più primitive del genere Homo", spiega John Hawks della University of Wisconsin-Madison, uno degli autori dell'articolo che descrive la nuova specie, "ma ha alcune caratteristiche sorprendentemente umane, tali appunto da farlo ricomprendere nel genere cui apparteniamo anche noi. Aveva un cervello minuscolo, più o meno delle dimensioni di un'arancia, posto in cima a un corpo relativamente lungo e snello". Secondo i ricercatori, Homo naledi doveva essere in media alto circa un metro e mezzo e pesare 45 chili.

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Mani e piedi.
Il cranio e i denti appaiono abbastanza simili a quelli di alcune specie più primitive del genere Homo, come H. habilis e le spalle somigliano di più a quelle delle grandi scimmie. Mani e piedi, invece, ci dicono molto di lui e delle sue abitudini: "Le mani appaiono adatte all'utilizzo di utensili", dice Tracy Kivell della University of Kent, che ha fatto parte del team che ha studiato l'anatomia della nuova specie, "ma le dita sono molto curve, il che fa pensare che fosse molto bravo ad arrampicarsi". Quanto ai piedi, sono il tratto anatomico più sorprendente, perché "sono praticamente indistinguibili da quelli di un essere umano moderno", aggiunge William Harcourt-Smith del Lehman College della City University of New York, un altro studioso che ha partecipato alla ricerca. Le caratteristiche dei piedi e delle gambe slanciate fanno pensare che la specie fosse adatta anche a lunghe camminate. "La particolare combinazione dei tratti anatomici distingue Homo naledi da tutte le specie finora conosciute", commenta Berger.

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Scoperta nella scoperta. È proprio il contesto in cui sono stati ritrovati i fossili a far emergere quello che probabilmente è l'aspetto più straordinario della scoperta: Homo naledi forse seppelliva i suoi morti e la sepoltura finora era considerata una pratica iniziata con l'uomo moderno (risalente a 200mila anni fa, con l'homo sapiens). Le ossa di neonati, bambini, adulti e anziani, infatti, giacevano in un anfratto molto profondo. "Quella camera è stata sempre isolata dalle altre e non è mai stata direttamente aperta verso la superficie", assicura Paul Dirks della James Cook University nel Queensland, in Australia, primo firmatario dell'articolo che descrive il contesto della scoperta. "Soprattutto, in questo remoto anfratto mancavano fossili appartenenti ad altri animali di rilievo; c'erano praticamente solo resti di H. naledi".

Defunti sepolti. Gli unici elementi fossili non appartenenti all'ominide (una dozzina di elementi su oltre 1.500) sono resti isolati di topi e uccelli: la cavità attirava pochi frequentatori occasionali. Le ossa di H. naledi non presentano segni di morsi di predatori o saprofagi e non sembrano trasportate fin lì da qualche altro agente esterno, come un flusso d'acqua. "Abbiamo esplorato tutti gli scenari alternativi", dice Lee Berger, il capo della spedizione: "Una strage, la morte accidentale dopo essere rimasti intrappolati nella grotta, il trasporto da parte di un carnivoro sconosciuto o di una massa d'acqua, e altri ancora. Alla fine, l'ipotesi più plausibile è che gli Homo naledi abbiano intenzionalmente depositato laggiù i corpi dei defunti" e che, dunque, fossero proprio dediti alla sepoltura ben prima dell'Homo sapiens.

Se fosse confermata, la teoria farebbe pensare che questa specie fosse già capace di un comportamento ritualizzato (vale a dire ripetuto) finora attribuito solo agli esseri umani moderni. "Questa grotta non ha ancora svelato tutti i suoi segreti", conclude Berger. "Ci sono ancora centinaia, se non migliaia di resti ancora da studiare sepolti laggiù".

http://www.repubblica.it/scienze/2015/0 ... 122576643/


Sarebbe interessante sapere se questo insolito mix di caratteristiche primitive e moderne sia evoluzionisticamente spiegabile o se sia un' anomalia.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/09/2015, 14:10 
Già che ci sono aggiungo l' altro intervento utile qui nell' ultima pagina del suddetto topic che a suo tempo avevo dimenticato di inserire:

Atlanticus81 ha scritto:
Anthropologist Challenges "Out of Africa" Theory of Human Origins

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It is now scientifically irrefutable fact that the "human species" has been found to contain a substantial quantity of DNA (at least 20%) from other hominid populations not classified as Homo sapien; such as Neanderthal, Denisovan, African archaic, Homo erectus, and now possibly even "Hobbit" (Homo floresiensis).

If not given drugs to prevent infant death, the pregnant body of a rhesus negative mother will attack, try to reject, and even kill her own offspring if it is by a rhesus positive man.

The Domestic dog (Canis lupus familiaris) is a sub-species of the gray wolf (Canis lupus), and they produce hybrids. There are numerous other examples of where two separate species (for example with different numbers of chromosomes) can also produce viable offspring, yet are considered separate species. That said, humanity has been shown to be, genetically speaking, a hybrid species that did not all share the same ancestry in Africa.

Recent sequencing of ancient genomes suggests that cross-species interracial interbreeding went on between the members of several human-like groups more than 30,000 years ago, including an as-yet unknown human ancestor. "There were many hominid populations,” says Mark Thomas, evolutionary geneticist at University College London.


Recent genetic studies are touting shocking headlines about how ancient humans 'rampantly interbred' and indulged in inter-species interracial sex with multiple mystery sub-races in a "Lord Of The Rings"-style world of different creatures, including mystery DNA - neither human nor Neanderthal, not yet identified.

Scientific evidence refuting the theory of modern humanity’s African genesis is common knowledge among those familiar with the most recent scientific papers on the human Genome, Mitochondrial DNA and Y-chromosomes.

Regrettably, within mainstream press and academia circles, there seems to be a conspicuous – and dare we say it – deliberate vacuum when it comes to reporting news of these recent studies and their implications.

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According to anthropologist Robert Sepehr, "the Egyptian kings lists reveal that the total number of years covered by all of their god-kings equals 36,525. This time frame perfectly matches the sudden appearance of Cro-Magnon in the human fossil record.” In his book, Species with Amnesia, he continues, "Manetho was an Egyptian historian and priest who lived during the Ptolemaic era, the 3rd century BC. He wrote the famous Aegyptiaca (History of Egypt), which is often used by us Anthropologists to identify the chronology of the reigns of pharaohs. His translation of the Egyptian king lists reveals that the total number of years covered by all the king-lists equals 36,525. According to the chronology of Manetho, about 36,525 years ago Gods on Earth began to rule Earth, lasting until about 22,625 years ago when Demigods succeeded them, until about 11,600 years ago when mortal humans began to rule until the present day. This time frame perfectly matches the period of Cro-Magnon man in the fossil record."

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http://atlanteangardens.blogspot.it/201 ... frica.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/09/2015, 14:26 
Aztlan ha scritto:
Copio anche qui un intervento postato nel topic di Atlanticus:

nemesis-gt ha scritto:
Homo Naledi, scoperta in Sudafrica una nuova specie umana

In una grotta vicino a Johannesburg, profonda 80 metri, sono stati rinvenuti oltre 1.500 elementi fossili, di cui ossa appartenenti a 15 individui, alti un metro e mezzo circa, con un cervello delle dimensioni di un'arancia. "Ha un mix di caratteristiche primitive e moderne" dicono i ricercatori su questo nuovo antenato dell'uomo che forse seppelliva già i morti, centinaia di migliaia di anni prima dell'Homo sapiens

UNA scoperta senza precedenti nella storia della paleontologia. Un cugino lontano dell'uomo. Fratello, se guardiamo i suoi piedi che hanno meravigliato i ricercatori: sono quasi identici ai nostri.

Homo Naledi. Si chiama così questo ominide con caratteristiche primitive e moderne al tempo stesso. Non molto alto, piuttosto snello, aveva un cervello minuscolo, ma forse seppelliva già i suoi morti, ben prima dell'Homo sapiens. I diversi sedimenti ritrovati nella caverna non permettono ancora di datare le ossa e risalire alla sua età, ma secondo gli studiosi questa nuova specie umana scoperta in Sudafrica potrebbe avere tra i due milioni e i due milioni e mezzo di anni.

National Geographic. I resti dell'Homo Naledi sono stati rinvenuti in Sudafrica e hanno convinto gli studiosi a inserirlo nel genere di cui noi stessi facciamo parte. L'annuncio dell'incredibile ritrovamento è stato dato dalla University of Witswaterstrand di Johannesburg, dalla National Geographic Society e dal Dipartimento per la Scienza e la Tecnologia/National Research Foundation del Sudafrica ed è stato pubblicato dalla rivista scientifica eLife. Un approfondimento della ricerca verrà pubblicato sul numero di ottobre del National Geographic.

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Senza età. È il più grosso ritrovamento di ossa di ominidi mai avvenuto: tutto è cominciato nella grotta detta Rising Star, a una cinquantina di chilometri a nordovest di Johannesburg, dove sono stati scoperti oltre 1.500 elementi fossili che devono ancora essere datati. Erano ammucchiati in una cavità accessibile solo attraverso un pozzo talmente stretto che per recuperarli è stato arruolato uno speciale team di speleologi e ricercatori che fossero magri abbastanza per entrarci con le braccia alzate sopra la testa. Era una regione conosciuta dai ricercatori già dai primi decenni del Novecento come possibile "culla dell'umanità", vista la quantità di fossili e reperti rinvenuti.

Un gruppo. I frammenti di questa nuova specie recuperati finora appartengono ad almeno 15 individui, tutti Homo naledi, e si pensa che ce ne siano molti altri da recuperare. "Abbiamo a disposizione esemplari multipli di quasi tutte le ossa del suo corpo", dice il paleontologo Lee Berger, della National Geographic Society, che ha guidato le spedizioni di scoperta e recupero, "Homo naledi è già praticamente la specie fossile meglio conosciuta nella linea evolutiva dell'uomo".

Immagine

Cugino dell'uomo. "Complessivamente, H. naledi appare come una delle specie più primitive del genere Homo", spiega John Hawks della University of Wisconsin-Madison, uno degli autori dell'articolo che descrive la nuova specie, "ma ha alcune caratteristiche sorprendentemente umane, tali appunto da farlo ricomprendere nel genere cui apparteniamo anche noi. Aveva un cervello minuscolo, più o meno delle dimensioni di un'arancia, posto in cima a un corpo relativamente lungo e snello". Secondo i ricercatori, Homo naledi doveva essere in media alto circa un metro e mezzo e pesare 45 chili.

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Mani e piedi.
Il cranio e i denti appaiono abbastanza simili a quelli di alcune specie più primitive del genere Homo, come H. habilis e le spalle somigliano di più a quelle delle grandi scimmie. Mani e piedi, invece, ci dicono molto di lui e delle sue abitudini: "Le mani appaiono adatte all'utilizzo di utensili", dice Tracy Kivell della University of Kent, che ha fatto parte del team che ha studiato l'anatomia della nuova specie, "ma le dita sono molto curve, il che fa pensare che fosse molto bravo ad arrampicarsi". Quanto ai piedi, sono il tratto anatomico più sorprendente, perché "sono praticamente indistinguibili da quelli di un essere umano moderno", aggiunge William Harcourt-Smith del Lehman College della City University of New York, un altro studioso che ha partecipato alla ricerca. Le caratteristiche dei piedi e delle gambe slanciate fanno pensare che la specie fosse adatta anche a lunghe camminate. "La particolare combinazione dei tratti anatomici distingue Homo naledi da tutte le specie finora conosciute", commenta Berger.

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Scoperta nella scoperta. È proprio il contesto in cui sono stati ritrovati i fossili a far emergere quello che probabilmente è l'aspetto più straordinario della scoperta: Homo naledi forse seppelliva i suoi morti e la sepoltura finora era considerata una pratica iniziata con l'uomo moderno (risalente a 200mila anni fa, con l'homo sapiens). Le ossa di neonati, bambini, adulti e anziani, infatti, giacevano in un anfratto molto profondo. "Quella camera è stata sempre isolata dalle altre e non è mai stata direttamente aperta verso la superficie", assicura Paul Dirks della James Cook University nel Queensland, in Australia, primo firmatario dell'articolo che descrive il contesto della scoperta. "Soprattutto, in questo remoto anfratto mancavano fossili appartenenti ad altri animali di rilievo; c'erano praticamente solo resti di H. naledi".

Defunti sepolti. Gli unici elementi fossili non appartenenti all'ominide (una dozzina di elementi su oltre 1.500) sono resti isolati di topi e uccelli: la cavità attirava pochi frequentatori occasionali. Le ossa di H. naledi non presentano segni di morsi di predatori o saprofagi e non sembrano trasportate fin lì da qualche altro agente esterno, come un flusso d'acqua. "Abbiamo esplorato tutti gli scenari alternativi", dice Lee Berger, il capo della spedizione: "Una strage, la morte accidentale dopo essere rimasti intrappolati nella grotta, il trasporto da parte di un carnivoro sconosciuto o di una massa d'acqua, e altri ancora. Alla fine, l'ipotesi più plausibile è che gli Homo naledi abbiano intenzionalmente depositato laggiù i corpi dei defunti" e che, dunque, fossero proprio dediti alla sepoltura ben prima dell'Homo sapiens.

Se fosse confermata, la teoria farebbe pensare che questa specie fosse già capace di un comportamento ritualizzato (vale a dire ripetuto) finora attribuito solo agli esseri umani moderni. "Questa grotta non ha ancora svelato tutti i suoi segreti", conclude Berger. "Ci sono ancora centinaia, se non migliaia di resti ancora da studiare sepolti laggiù".

http://www.repubblica.it/scienze/2015/0 ... 122576643/


Sarebbe interessante sapere se questo insolito mix di caratteristiche primitive e moderne sia evoluzionisticamente spiegabile o se sia un' anomalia.


E se oltre alle speculazioni archeologiche ci sono delle evidenze GENETICHE sul fatto che sia una specie legata a noi sapiens o se fosse un ramo alternativo...



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 31/10/2015, 13:53 
E' l'unico articolo che parla di questo studio che son riuscito a trovare in italiano; le parti in corsivo le ho aggiunte io :)

L'Uomo, un animale addomesticato da Dio [Elohim]?

SCRITTO DA ANDREA GOVERNI
MARTEDÌ 19 NOVEMBRE 2013 00:00

Il professor Roger Wescott è il preside della Facoltà di Antropologia della Drew University di madison USA. Uno scienziato con la “s” maiuscola se consideriamo che si è posto un dubbio che molti suoi colleghi del presente, ma anche del passato e del futuro, si pongono , si sono posti e si porranno: Il nostro pianeta è mai stato visitato da extraterrestri?
Non è da poco che un uomo di scienza esterni un dubbio così importante che, se posto sulla bilancia del comune giudizio, fa sporgere l’ago verso la critica piuttosto che avere una valutazione positiva. Ancora oggi infatti, nonostante prove evidenti che testimonierebbero l’esistenza di civiltà vicine di casa nell’universo e nonostante le migliaia e migliaia di apparizioni di Ufo nei cieli, parlare in maniera disinvolta di extraterrestri è dai più considerata una frivolezza.
Degno di elogio è quindi l’impegno del professor Rescott, che seppur esponendo il fianco alle più fameliche critiche, da diligente uomo di scienza, si è posto un interrogativo logico rappresentato nel suo libro “The Divine Animal”.
L’opinione dello scienziato è che gli ufo non siano frutto di allucinazioni collettive, ma siano effettivamente dei mezzi usati da esseri intelligenti che fin dai tempi più antichi hanno avuto contatti con l’uomo e con i progenitori dell’uomo, gli ominidi.
Sulla scia dell’antidarvinismo di S. George Mivart, che si opponeva al concetto di selezione naturale in quanto non capace di spiegare aspetti caratteristici della razza umana quali l’intelligenza, la coscienza e il senso della morale, Wescott suppone che le “civiltà dei dischi volanti” abbiano interagito con gli ominidi addomesticandoli, istruendoli e dotandoli di strumenti di modo che si spiegherebbe, da un punto di vista antropologico, l’uomo presenti caratteristiche fisiche e comportamentali di un animale domestico. [con la mia battuta del "gene bobino" non sono andato tanto distante dalla realtà mi sa ^_^]

La mancanza di pelo, la differenziazione di colore della pelle, la dentatura debole su mascelle sempre meno pronunciate, il temperamento ipersensibile, sono tratti che ricordano i cani, i maiali, i mammiferi che sono stati addomesticati dall’uomo. Tuttavia il pensiero dominante tra gli scienziati è che l’uomo si sia auto addomesticato. A questa teoria Wescott si oppone fermamente e sostiene che bisognerebbe invece indagare su quale sia stato il periodo storico in cui gli ominidi si videro affiancati dagli extraterrestri. Presubimilmente tale periodo potrebbe essere il neolitico, circa 10.000 anni fa, fu il periodo in cui gli uomini dimostrarono maggiori abilità.

Gli studi etnologici dimostrerebbero che già dalla preistoria, popoli geograficamente posti agli antipodi, conservassero delle conoscenze comuni, delle peculiarità religiose e mitologiche troppo simili per dei popoli lontani anche dal punto di vista storico. Un esempio è sicuramente lo stereotipo de “l’uomo uccello” raffigurato dall’uomo asiatico come da quello mesoamericano.

Ultimamente, sulla scia degli studi compiuti da Sitchin e Biglino, vi è stata una rivisitazione dei testi biblici e dei testi sacri di diversi popoli antichi. Ciò stà comportando l’ipotesi che gli Dei Sumeri, Greci e il Dio degli Ebrei, altro non fossero stati che esseri extraterrestri. Alcuni teorici sostengono che la creazione sia avvenuta per mezzo di un intervento d’ingegneria genetica attraverso cui il Dio o gli Dei extraterrestri hanno creato l’uomo dall’ominide. Il motivo per cui ci sia stato questo intervento potrebbe essere per lo sfruttamento della mano d’opera o per un atto d’amore. [ai "teorici" andrebbero aggiunti anche molti rabbini ebrei *]

Il connubio tra religione e civiltà extraterrestri non è da considerare come un atto di vilipendio della religione, perché davanti all’immensità dell’incognita che domina sulla nostra origine, la fede non crolla. Scoprire che il nostro padre nei cieli è veramente un padre nei cieli dovrebbe essere come un raggio di sole in pieno giorno. Scoprire che delle entità guida al pari degli spiriti guida o angeli custodi, hanno camminato insieme all’uomo accompagnandolo nella sua evoluzione perché dovrebbe crearci disagio?
Se entrando in una chiesa o ascoltando le letture della Bibbia e del Vangelo ci soffermassimo sulla materialità del simbolismo e delle parole forse potremmo accorgerci che effettivamente le metafore non sono metafore e che le parabole sono la vera parola.
La verità potrebbe essere davanti a occhi orecchie ipnotizzati da un incantesimo che nasconde la semplicità del vero con l’illusione e la confusione della logica.
“Il giorno del Signore” è quello del suo ritorno: giorno rovente per i malvagi, ma pieno di sole radioso per i giusti.
Per il profeta Malachia siamo nel periodo dell’attesa del ritorno del Signore. In effetti dal secondo dopo guerra abbiamo potuto assistere ad un crescente intensificarsi di incontri con ufo. Forse con delicatezza ci abituano ad una verità che imminentemente ci sarà rivelata?

fonte: http://www.diario24notizie.com/index.php?option=com_content&view=article&id=942:luomo-un-animale-addomesticato-da-dio&catid=32:mistero

* in merito alla clonazione della pecora Dolly:

Responsabile della sezione di etica medica e legge ebraica all'universita' di Gerusalemme, consulente del rabbinato Aschenazita (di matrice culturale centroeuropea) in Israele, scienziato, rabbino, il professor Igael Safran e' fra le prime autorita' a pronunciarsi su un argomento che una volta di piu' rischia di vedere la cultura ebraica su un fronte opposto rispetto alle altre tradizioni religiose. E da molti viene considerato eccessivamente moderato.

'Non vedo niente di terribile - ha scritto attaccandolo l'autorita' Halachica statunitense Yaakov Menken - nelle ricerche sulla clonazione attualmente in corso. Mi stupisce che il rabbinato israeliano le trovi discutibili. Il fatto che si possano prefigurare degli abusi non e' certo un motivo per proibirle e per fermare una ricerca che puo' determinare grandi progressi della medicina. Il vero problema morale - aggiunge - non e' tanto la creazione di cloni umani, quanto come ci comporteremo nei loro confronti dopo averli messi al mondo'. 'Piuttosto che precipitarci a lanciare anatemi - ha dichiarato il suo collega Avi Shafran - dovremmo fermarci ad ammirare il miracolo che regola il funzionamento del dna che questi esperiementi evidenziano semmai con maggior chiarezza'.

[...]

Basterebbe ricordare come sono venuti al mondo adamo ed eva.

fonte: http://www.e-brei.net/articoli/attcul/amosvit/cloni.htm



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 31/10/2015, 16:04 
MaxpoweR ha scritto:
L'Uomo, un animale addomesticato da Dio [Elohim]?

l’uomo presenti caratteristiche fisiche e comportamentali di un animale domestico. [con la mia battuta del "gene bobino" non sono andato tanto distante dalla realtà mi sa ^_^]


Direi che hai ragione da vendere.

Si era già parlato del problema dell' addomesticamento umano, la presa di posizione di questo ricercatore è una novità nella giusta direzione.

Stai a vedere che nella nostra vita vedremo gli scienziati prendere posizione... sarebbe un colpo gobbo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 03/11/2015, 21:00 
Cita:
L'Uomo di Neanderthal è più vecchio, arrivò a Roma 250.000 anni fa

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L'uomo di Neanderthal 'italiano' è più vecchio di quanto si credesse. L'ominide, strettamente affine all'Homo sapiens, è infatti comparso in Italia 250.000 anni fa invece di 150.000 anni fa come ritenuto prima. La scoperta è stata realizzata da un team di geologi, geocronologi, paleontologi e paletnologi coordinato dall'Istituto nazionale di geofisica e Vulcanologia (Ingv), in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza e l’Università di Madison-Wisconsis. Lo studio è stato pubblicato su Quaternary Sience Reviews.

Grazie all’applicazione di una metodologia di indagine geologica basata sullo studio delle variazioni del livello del mare durante le epoche glaciali, e la loro influenza sui processi di deposizione dei sedimenti fluviali nell'area romana, gli scienziati sono giunti a una revisione dell'età del sito della valle dell'Aniene di Saccopastore, a Roma, dove nel 1929 e nel 1935 furono rinvenuti due crani di Homo neanderthalensis.

A questi resti fu attribuita un'età di circa 125.000 anni che li rendeva la più antica testimonianza della presenza del Neanderthal in Italia, almeno fino alla recente datazione, a circa 150.000 anni, dei resti rinvenuti in Puglia, in una grotta ad Altamura (Bari). "I risultati del nuovo lavoro -afferma Fabrizio Marra, ricercatore dell’Ingv e autore principale della pubblicazione- hanno dimostrato che i resti di Saccopastore sono più vecchi di oltre 100.000 anni rispetto a quanto sinora ritenuto, portando l'età del Neanderthal in Italia a 250.000 anni fa, contemporanea quindi a quella riscontrata in Europa centrale dove furono rinvenuti i primi resti attribuiti a questa specie umana".

I depositi sedimentari all'interno dei quali furono rinvenuti i crani, erano stati interpretati dalla comunità scientifica come un terrazzo fluviale originatosi durante l'ultimo stadio interglaciale di 125.000 anni fa, chiamato "Tirreniano", precedente l'ultima glaciazione. "In particolare -evidenzia Marra- i crani sono stati ritrovati in una cava di ghiaia fluviale sulle sponde dell'Aniene, poi sepolta per costruire gli edifici che oggi costeggiano la Tangenziale Est all'altezza di Via Asmara, poco prima del Ponte delle Valli" ed "oggi non è più possibile osservare la stratigrafia evidenziata allora".

"Lo sviluppo degli studi sui caratteri geologici dell'area romana, che ha avuto grande impulso negli ultimi quindici anni dalle ricerche condotte dall'Ingv attraverso collaborazioni interdisciplinari con studiosi italiani e internazionali, ha permesso di acquisire nuovi metodi di indagine ed elementi che hanno notevolmente accresciuto le conoscenze scientifiche su quest'area. La nuova età dell'uomo di Neanderthal in Italia -osserva- ne è una diretta conseguenza".


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 21/01/2016, 20:01 
Un massacro di 10.000 anni fa: in Kenya una delle più antiche battaglie, resti umani mai sepolti

Crani devastati e ferite di lance e frecce. Sono i resti fossili umani che testimoniano uno dei più antichi massacri della storia, avvenuto circa 10.000 anni fa in Kenya. La ricostruzione della 'scena del crimine', coordinata da Marta Mirazón Lahr, dell'università britannica di Cambridge e descritta sulla rivista Nature, ha portato alla luce i corpi di 27 individui, molti dei quali mostrano chiari segni di violenza, compreso quello di una donna in gravidanza e alcuni bambini.

L'attacco si svolse nei pressi dell'attuale Nataruk, lungo i margini del lago Turkana, allora in una fase di massima estensione. Qui gli archeologi hanno ritrovato i corpi di 27 persone, tra i quali 8 donne e 6 bambini. Dieci di questi corpi mostrano chiaramente segni di morte violenta, punte di freccia ancora incastrate nei corpi e crani lesionati. Alcuni resti, tra cui quello di una donna in gravidanza, sono stati trovati in posizioni tali da far pensare che fossero stati legati prima di essere uccisi.

I corpi ritrovati non erano stati sepolti, ma cadendo sui margini acquitrinosi del lago, sono stati preservati dal fango. Analisi al radiocarbonio hanno permesso di datare la scena a circa 10.000 anni fa. Forse un raid per depredarli di cibo e beni, oppure un deliberato atto di violenza per eliminare un gruppo rivale. Le motivazioni di questo antico massacro resteranno per sempre ignote, ma secondo i ricercatori il ritrovamento rappresenta un'eccezionale istantanea delle antiche società di cacciatori-raccoglitori che esistevano nell'Olocene, anche perché testimonianze di questo tipo sono pochissime.

Una possibilità, spiegano i ricercatori, è che aggressioni di questo tipo fossero particolarmente rare. Ma altri studiosi sostengono invece che la violenza fosse un elemento comune delle culture primitive. La conservazione dei resti del massacro di Nataruk è stata fortuita. Nonostante la mancata inumazione, i corpi si sono 'salvati' grazie alle particolari condizioni ambientali (ambiente acquitrinoso, fangoso e povero di ossigeno). Ma questa circostanza non fornisce molte indicazioni per capire quale delle due tesi sia la più corretta. (da ansa.it)


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 26/01/2016, 13:49 
NEL NOSTRO DNA CI SONO TRACCE DI UNA SPECIE DI OMINIDI COMPLETAMENTE SCONOSCIUTA



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/01/26/nel-nostro-dna-ci-sono-tracce-di-una-specie-di-ominidi-completamente-sconosciuta/

Alcuni stralci

Cita:
Le analisi suggeriscono che il nostro corredo genetico è il frutto di incroci avvenuti in Europa e in Asia circa 30 mila anni fa tra quattro stirpi umane, di cui una, oltre a quella degli esseri umani moderni, dei Neanderthal e dei Denisova, è completamente sconosciuta agli esperti.


Cita:
«Comincia ad emergere un mondo passato molto simile a quello de Il Signore degli Anelli, con molte popolazioni di ominidi differenti», spiega Mark Thomas, genetista evolutivo dell’University College di Londra non coinvolto nello studio.



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