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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/11/2016, 13:33 
Mah mi sembrano storie da pic nic sinceramente. Se poi a dimostrazione di tutto si portano le foto Kirlian beh...



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 06/03/2017, 14:49 
Cita:
Ricerca INGV: sono romani gli uomini di Neanderthal più antichi d’Europa
I resti della Valle dell'Aniene costituiscono la più antica evidenza diretta della presenza dell'Uomo di Neanderthal sul continente europeo, aprendo nuovi scenari sulle possibili tappe dell’evoluzione dell’uomo e sui flussi migratori attraverso il vecchio Continente

Immagine

Hanno 250mila anni i due crani di Homo neanderthalensis, rinvenuti all’inizio degli anni Trenta a Roma presso il sito di Saccopastore, e, insieme ad altri resti di ominidi ritrovati nei depositi sedimentari lungo la Valle dell’Aniene costituiscono la più antica testimonianza della presenza di una comunità neandertaliana in Europa. A confermarlo un nuovo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con i paleontologi delle Università della Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre.

image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploa ... 00x167.jpg
neanderthal“Il lavoro”, spiega Fabrizio Marra ricercatore dell’INGV e autore della ricerca, “è partito dal punto in cui i ricercatori erano giunti un anno e mezzo fa, quando avevano dimostrato, attraverso la correlazione tra cicli sedimentari e variazioni globali del livello del mare, che i terreni in cui erano stati ritrovati i due crani erano molto più antichi di quanto sino allora ritenuto: 250mila anni, contro gli 80mila – 125mila delle precedenti stime di età”.

Siamo di fronte ad un intero ciclo glaciale: i sedimenti fluviali si sono infatti deposti a seguito della risalita del livello del mare alla fine della terz’ultima glaciazione, durante quello che viene definito Stadio Isotopico 7.

“La conferma”, spiega Marra, “è venuta ora dal riesame dei resti fossili animali, raccolti a suo tempo dagli studiosi insieme ai resti umani, e conservati presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma”.

I resti, prima attribuiti a una specie indeterminata di daino, appartengono alla sottospecie Dama dama tiberina, che è caratteristica dello Stadio isotopico 8.5/7 e che verrà sostituita dalla forma attuale di daino: Dama dama dama.

Immagine

“Così, anche i dati faunistici confermano che i terreni di Saccopastore non possono essere più giovani di 200mila anni, in sostanziale accordo con la stima geologica, di un’età di circa 250mila”. Aggiunge Marra, “la seconda novità prodotta dal nuovo studio riguarda alcuni frammenti di ossa umane rinvenuti in associazione con resti faunistici e numerosi strumenti in selce in quattro località vicine: Ponte Mammolo, Sedia del Diavolo, Casal de’ Pazzi e Monte delle Gioie”.

Questi reperti, venuti alla luce durante il secolo scorso, erano stati considerati di transizione tra Homo neanderthalensis e il suo antecessore Homo heidelbergensis. Tuttavia la mancanza di elementi di datazione certa non aveva permesso, allora, di fare ulteriori ipotesi.

“Applicando lo stesso principio di correlazione geologica”, prosegue Fabrizio Marra, “siamo stati invece in grado di stabilire oggi un’età molto precisa per i terreni in cui gli strumenti litici e i resti umani furono ritrovati. Questi terreni si sono deposti in corrispondenza di due oscillazioni del livello del mare molto ravvicinate, corrispondenti al sub-stadio 8.5 e allo stadio 7, in un intervallo di tempo ben definito tra 295mila e 245mila anni fa. La scoperta è importante se si considera che la stessa età di 295mila anni è stata ipotizzata dai paletnologi inglesi per gli strumenti in selce ritrovati sui terrazzi fluviali del Solent River, poco a sud di Londra, che sono attribuiti alle prime presenze dell’Uomo di Neanderthal in Europa. Al tempo stesso, non sono stati ancora rinvenuti resti umani riferibili all’Uomo di Neanderthal più vecchi di 250mila anni in tutto il continente europeo.”

“I resti della Valle dell’Aniene, quindi, alla luce della loro associazione diretta con gli strumenti in selce, costituiscono la più antica evidenza diretta della presenza dell’Uomo di Neanderthal sul continente europeo, aprendo nuovi scenari sulle possibili tappe dell’evoluzione dell’uomo in Europa e sui flussi migratori attraverso il vecchio Continente. Gli uomini di Neanderthal, come i loro predecessori, potrebbero essere stati pertanto i protagonisti di una nuova antropizzazione dell’Europa avvenuta più di 250mila anni fa: anche allora passando attraverso un’Italia ospitale, almeno dal punto di vista climatico, dove proprio nella sua capitale avrebbero stabilito una delle prime comunità”, conclude Marra.



http://www.meteoweb.eu/2017/03/ricerca- ... pa/865961/




Cita:

Nel nostro Dna lo zampino dei Neanderthal
Interferisce su altezza e malattie come schizofrenia e lupus




Le antiche sequenze genetiche che abbiamo ereditato dai Neanderthal e che compongono fra il 2% e il 4% del nostro Dna non sono silenziose, anzi: potrebbero influenzare il modo con cui i nostri geni vengono accesi o spenti, condizionando ad esempio la statura e il rischio di sviluppare malattie come la schizofrenia e il lupus eritematoso. Lo dimostra lo studio della University of Washington School of Medicine e pubblicato sulla rivista Cell.

''Sebbene siano trascorsi 50.000 anni dagli ultimi incroci tra i Neanderthal e gli uomini moderni, ancora oggi ne possiamo misurare le conseguenze sull'espressione dei geni'', spiega il co-autore dello studio, Joshua Akey.
Studi precedenti avevano trovato correlazioni tra alcuni geni ereditati dai Neanderthal e alcuni tratti riguardanti la depressione, il lupus e il metabolismo dei grassi, ma ancora nessuno era riuscito a svelare i meccanismi molecolari responsabili di questa associazione.

I genetisti statunitensi hanno cominciato a fare luce sulla questione esaminando un'enorme banca dati contenente informazioni relative ai geni 'accesi' e 'spenti' nei vari tessuti del corpo di oltre 400 persone. La ricerca si e' focalizzata sugli individui che presentavano per alcuni geni sia una versione Neanderthal sia una versione 'moderna', una ereditata dalla madre e l'altra dal padre: per ciascuno di questi geni, si e' confrontata l'espressione delle due varianti in 52 tessuti dell'organismo.

E' emerso che nel 25% dei casi si hanno differenze di espressione tra le varianti moderne e quelle antiche. I geni dei Neanderthal risultano poco 'accesi' soprattutto a livello del cervello e dei testicoli, probabilmente i tessuti che si sono sviluppati di piu' dopo che le strade evolutive dell'uomo moderno e del Neanderthal si sono separate circa 700.000 anni fa. In alcune situazioni le varianti genetiche dei Neanderthal possono pure avere risvolti positivi, come nel caso del gene ADAMTSL3 legato alla schizofrenia: se finisce sotto il controllo del Dna neanderthaliano, si riduce il rischio di malattia e aumenta invece la statura.



http://www.ansa.it/canale_scienza_tecni ... cc69e.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 09/05/2017, 22:21 
Cita:
Le grotte funerarie di Homo naledi

Nuovi resti dell'enigmatica specie H. naledi - identificata solo due anni fa - suggeriscono che conservasse le spoglie dei suoi simili nascondendoli nei luoghi più profondi delle caverne. Se fosse confermato, si tratterebbe di un comportamento cognitivamente evoluto, a dispetto di un cervello ben più piccolo di quello di H. sapiens e H. neanderthalensis

Nuovi importanti fossili di Homo naledi sono stati scoperti in una profonda camera del sistema di caverne sudafricano di Rising Star, un vero labirinto sotterraneo in cui nel 2013 erano stati trovati numerosi resti fossili di una enigmatica specie ominide.

Le grotte funerarie di Homo naledi

Immagine
Il cranio di "Neo", uno dei fossili rinvenuti nella Camera Lesedi della grotta di Rising Star. (Cortesia John Hawks/University of Wisconsin-Madison)
Solo nel 2015, dopo un attenta analisi dei reperti, la specie - capace di andatura perfettamente bipede, ma con alcune caratteristiche che ricordano l’australopiteco – è stata attribuita al nostro genere, con il nome di H. naledi..

L'estrema difficoltà di accesso al luogo in cui sono stati ritrovati i nuovi resti suffraga l'idea che H. naledi conservasse i propri morti, un comportamento sorprendente che suggerisce una notevole intelligenza e il possibile sviluppo di una forma iniziale di cultura.

I fossili - descritti in un articolo su "eLife" - appartengono ad almeno tre individui (due adulti e un bambino di età presumibilmente inferiore ai cinque anni) e comprendono un "cranio meravigliosamente completo", come ha detto John Hawks, antropologo all'Università di Wisconsin-Madison e coautore dello studio,

Lo scheletro di "Neo", come è stato soprannominato questo eccezionale reperto, è "uno dei più completi mai scoperti, tecnicamente più completo del famoso fossile di Lucy grazie alla conservazione del cranio e della mandibola", spiega Lee Berger, dell'Università di Witwatersrand, in Sud Africa, e coautore dello studio.

Del secondo adulto sono state invece identificate solo le ossa delle gambe e una mascella, mentre del bambino sono state rinvenute le ossa della testa e di parte del corpo.

L'analisi di questi resti ha permesso di confermare le ipotesi sulla complessione e la statura di H. naledi e il fatto che era
in grado di camminare con andatura bipede ma anche di arrampicarsi con efficienza. Anche le vertebre sono eccezionalmente conservate, e hanno una forma, dice Berger, "che abbiamo visto solo nei Neanderthal".

In un articolo di accompagnamento all’altro, i ricercatori descrivono come hanno accuratamente stabilito l’epoca in cui visse H. naledi: tra i 236.000 e i 335.000 anni fa. "Quando abbiamo individuato i fossili, la maggior parte dei paleoantropologi era convinta che avessero un milione o due milioni di anni, ma ora abbiamo dimostrato che sono molto più recenti”, dice Paul Dirks della James Cook University e coautore di un terzo studio su H .naledi. E aggiunge: "La nuova datazione lo colloca in un momento in cui troviamo molti strumenti in Africa. E ciò significa che non è più possibile dare per scontato che a fare questi strumenti siano stati i primi Homo sapiens.L'area in cui sono stati trovati i resti, chiamata Camera Lesedi, si trova a circa 100 metri dalla Camera Dinaledi - la parte della grotta in cui erano stati trovati i primi fossili di H. naledi - ma accedervi è ancora più difficile. "Questo dà peso all'ipotesi che H. naledi sfruttasse luoghi scuri e remoti per conservare i suoi morti. Quali sono le probabilità che un secondo evento quasi identico sia un puro caso?", osserva Hawks, in risposta a quanti avevano sollevato obiezioni sull'intenzionalità della collocazione dei resti trovati nella Camera Dinaledi.

L'idea che H. naledi nascondesse i morti in camere sotterranee difficili da raggiungere ha un parallelo nei Neanderthal. Nella grotta spagnola di Sima de los Huesos, infatti, vi è la prova che i neanderthaliani occultavano i corpi dei loro compagni morti già 400.000 anni fa.

Le grotte funerarie di Homo naledi

Immagine
Confronto fra i crani di H. naledi (a destra) e dell'uomo di Kabwe (H. sapiens rhodesiensis o H. erectus rhodesiensi), approssimativamente coevo al primo. (Cortesia John Hawks/University of Wisconsin-Madison)


L'aspetto più sconcertante della scoperta, osserva Hawks, è che le dimensioni del cervello di questa creatura erano circa un terzo delle nostre, un tratto che lo distingue chiaramente da noi e dai Neanderthal. Eppure H. naledi sembra condividere un aspetto molto profondo con il comportamento umano: una costante cura per i suoi simili che continuava dopo la loro morte. "Certo con stupore, ma vi possiamo vedere le radici più profonde delle pratiche culturali umane".




http://www.lescienze.it/news/2017/05/09 ... 9-3519279/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 23/05/2017, 19:57 
http://www.secoloditalia.it/2017/05/luo ... -mancante/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 23/05/2017, 20:05 
Io sono dell'idea che vi siano diversi luoghi d'origine per via della "produzione" artificiale dell'uomo. In ogni caso non mi pare sia specificato quanto completo sia il ritrovamento e quindi quanto è oggettivo e quanto presunto.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 23/05/2017, 22:40 
L'uomo, come essere umano, 1 -2 - X, maschio, femmina o gay, nasce "normalmente" come ci hanno raccontato e poi dimostrato.
Ce ne sono però molti, che non nascono, ma vengono EVACUATI.
Scusate l'incazzatura. [:287]



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Comunque lo spessore delle persone alla fine viene fuori.
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/06/2017, 15:32 
Cita:


L'Homo Sapiens nato 100.000 anni prima
Trovati resti di 300.000 anni fa, mangiava gazzelle e uova di struzzo

Immagine

L'Homo sapiens è più 'antico' di quanto si pensasse: il ritrovamento, in Marocco, dei fossili più antichi mai scoperti fa slittare a 300.000 anni fa le prime tracce della sua esistenza, cioè 100.000 anni prima della sua 'data di nascita' ufficiale. Gli utensili e le ossa di animali ritrovate hanno permesso inoltre di ricostruire la sua dieta, a base di carne di gazzella, zebra, uova di struzzo. E' quanto emerge da due ricerche pubblicate sulla rivista Nature e coordinate dall'Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia.

I fossili, ritrovati nel sito archeologico di Jebel Irhoud, riscrivono le origini dell'Homo Sapiens, che prima di emigrare in Europa, aveva già affrontato viaggi e migrazioni in Africa, dove si era stanziato in tutto il continente, e non solo in Etiopia e nella regione Sub-sahariana come si riteneva finora.

I resti fossili, il frammento di un cranio e una mandibola, appartenevano a cinque individui e l'analisi, condotta dal gruppo guidato da Jean-Jacques Hublin, ha dimostrando che questi rappresentano la prima fase evolutiva dei Sapiens.

Guarda su youtube.com


I fossili di Jebel Irhoud hanno caratteristiche 'moderne' nella faccia e nei denti, ma una scatola cranica più larga e arcaica.

Guarda su youtube.com


Nel secondo studio il gruppo di Shannon McPherron ha datato utensili trovati nello stesso sito, fra i quali delle pietre focaie, facendoli risalire a un periodo compreso fra 300.000 e 350.000 anni fa. I resti più antichi noti prima di questi erano quelli trovati in Etiopia a Omo Kibish, risalenti a 195.000 anni fa.

L'analisi dei resti animali ha indicato invece che il menu dei primi rappresentanti dell'Homo Sapiens comprendeva anche molluschi di acqua dolce, istrici, lepri, tartarughe e serpenti. "Sembra che fossero appassionati di caccia", commenta Teresa Steele, ricercatrice dell'università della California, che ha analizzato i resti. I tagli e le fratture delle ossa più lunghe fanno inoltre pensare che gli uomini le rompessero per cibarsi del midollo.

La maggior parte dei ricercatori pensava che tutti gli esseri umani oggi viventi discendessero da una popolazione vissuta nell'Africa orientale 200.000 anni fa. "I nostri nuovi dati - rileva Hublin - mostrano invece che i Sapiens erano diffusi per tutto il continente africano già 300.000 anni fa. Molto prima della loro diaspora fuori dall'Africa, erano quindi migrati anche all'interno del continente nero".


http://www.ansa.it/canale_scienza_tecni ... 4e606.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/06/2017, 15:38 
Non mi torna una cos:

se:

Cita:
L'Homo sapiens è più 'antico' di quanto si pensasse: il ritrovamento, in Marocco, dei fossili più antichi mai scoperti fa slittare a 300.000 anni fa le prime tracce della sua esistenza, cioè 100.000 anni prima della sua 'data di nascita' ufficiale. Gli utensili e le ossa di animali ritrovate hanno permesso inoltre di ricostruire la sua dieta, a base di carne di gazzella, zebra, uova di struzzo. E' quanto emerge da due ricerche pubblicate sulla rivista Nature e coordinate dall'Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia.


allora questa:

Cita:
Eva mitocondriale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Albero filogenetico profondo dall'Eva mitocondriale.
Una comparazione del DNA mitocondriale di appartenenti alla specie umana di diverse etnie e regioni suggerisce che tutte queste sequenze di DNA si siano evolute molecolarmente dalla sequenza di un antenato comune. In base all'assunto che un individuo erediti i mitocondri solo dalla propria madre, questa scoperta implica che tutti gli esseri umani abbiano una linea di discendenza femminile derivante da una donna che i ricercatori hanno soprannominato Eva mitocondriale. Basandosi sulla tecnica dell'orologio molecolare, che mette in correlazione il passare del tempo con la deriva genetica osservata, si ritiene che Eva sia vissuta fra i 99.000 e i 200.000 anni fa. La filogenia suggerisce che sia vissuta in Africa.

Anche se prende il nome dall'Eva biblica, l'Eva mitocondriale non era l'unica femmina umana del suo tempo. Fino a 20.000 individui della sua specie potrebbero aver vissuto nella stessa epoca; solo Eva, però, avrebbe prodotto una linea di figlie ininterrotta e tuttora esistente. Come risultato, solo i suoi mitocondri avrebbero discendenti nelle cellule degli esseri umani viventi. Eva sarebbe, perciò, l'unica femmina della sua generazione dalla quale tutti i viventi discendono attraverso le loro linee materne.


Chi è? :) Non può essere anche la madre di questi Sapiens fossili...


Tutti noi discendiamo da lei, ma se i primi resti di Sapiens sono antecedenti di 100 mila anni vuol dire che questi fossili appartengono ad un'altra famiglia/dscendenza? Sono derivanti da un'altra "eva"?



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/06/2017, 15:51 
MaxpoweR ha scritto:
Tutti noi discendiamo da lei, ma se i primi resti di Sapiens sono antecedenti di 100 mila anni vuol dire che questi fossili appartengono ad un'altra famiglia/dscendenza? Sono derivanti da un'altra "eva"?


Esatto. Probabilmente le comunità di sapiens erano molteplici e disperse sul globo, ma soltanto una e' sopravvissuta e ha generato la popolazione attuale. Le altre sono state tutte terminate.

Per esemplificare, e' come se si fosse combattuta una grande guerra tra i vari gruppi di sapiens.
Alla fine ha vinto un solo gruppo che poi ha proliferato mentre i perdenti si sono estinti (o sono stati estinti).



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"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/06/2017, 20:26 
Mi chiedo se anche per altre specie, quelle presenti ora siano discendenti di un'unico esemplare femmine o se questa una ulteriore peculiarità della nostra specie. Certo è che la nostra storia è davvero assurda e definirla mediante una successione lineare di aventi come si cerca ancora di fare è ancora più strano ed assurdo.

Chissà se ci sono differenze genetiche tra i sapiens di EVA e gli altri (che non è detto che fossero per forza antecedenti); se siamo uno step successivo o se siamo solo l'unica "famiglia" rimasta tra i tanti gruppi di sapiens esistenti 300mila anni fa.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 09/06/2017, 08:10 
Noi non discendiamo da niente e da nessuno.
Il modello evolutivo a cespuglio ,descrive bene l'apparizione di nuove specie ominidee e poi homo l'UNA ACCANTO ALL'ALTRA,e non l'una dall'altra.
La nuova specie appare dal nulla e improvvisamente,accanto alla vecchia,e nessuno sa come e perchè.
Questo significa una cosa sola:
i "creatori" selezionano "eletti" dalla vecchia specie e li manipolano geneticamente,poi li liberano accanto alla vecchia.
Altro che evoluzione naturale,caso e mutaziono casuali!
E questo è tanto più vero quanto più ci si avvicina a homo sapiens e sapiens sapiens.

Tempi sempre più ridotti ,ritmi sempre più veloci,fino alla vertiginosa ascesa degli ultimi 15000 anni con relativa e conseguente ROVINOSA CADUTA FORSE TERMINALE.
Come si possano progettare e fare porcherie del genere non è cpnsigliabile dirlo.
PER FORTUNA HANNO LASCIATO IN PACE GLI ANIMALI , I VEGETALI E IL PIANETA FISICO,anche se,in alcuni casi,hanno fatto danni anche li.


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/06/2017, 23:12 
Al di la del periodo esatto in cui è "nato" l'uomo sulla Terra (o la razza che lo ha preceduto se cen'è stata una tipo una sorta di scimmia intelligente), resta un elemento fondamentale: se escludiamo la mano di un creatore queste forme di vita maschili e femminili per procreare si sarebbero dovute evolvere con le stesse tempistiche e con le medesime caratteristiche. In altre parole se ci si basa su una possibile evoluzione si sarebbero dovuti sviluppare, mutare ed evolvere una coppia di uomini o ominidi che dir si voglia i quali accoppiandosi avrebbero garantito la diffusione della specie. Già questo è davvero impossibile da pensare cioè che madre natura partorisca da se due esemplari uno maschile e uno femminile compatibili ma poi se uno si ammalava o moriva l'altro come faceva a procreare da solo/sola?

L'unica cosa che invece non riesco a spiegarmi sono i dinosauri, cioè a che scopo servivano visto che se siamo frutto di una creazione tutto dovrebbe avere uno scopo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/06/2017, 02:37 
sottovento ha scritto:
Al di la del periodo esatto in cui è "nato" l'uomo sulla Terra (o la razza che lo ha preceduto se cen'è stata una tipo una sorta di scimmia intelligente)


Secondo me invece il periodo in cui è "nato" l'uomo è fondamentale per 2 motivi principali e ugualmente "strani" rispetto all'evoluzione canonica.

Il primo è che STRANAMENTE l'uomo è venuto fuori dal nulla, una sorta di MIRACOLO \ evento impossibile della natura. L'uomo a differenza del suo diretto discendente possiede un cromosoma in meno, ma non perchè manchi, bensì perchè gli ultimi 2 sono FUSI insieme in modo da creare da due spezzoncini di cromosomi uno intero.
Se questa mutazione si verifica in natura l'esemplare muore o se va bene è sterile.
Dunque affinché si sviluppasse il sapiens non solo si sarebbe dovuta verificare questa fusione impossibile, ma l'avremmo dovuta riscontrare in tantissimi esemplari e questi si sarebbero dovuti dovuti incontrare e procreare SOLO tra loro affinché questa modifica si diffondesse; anche perchè non sarebbero stati compatibili con i cugini senza cromosoma fuso il tutto sperando che non fossero sterili. tra l'altro non si sa nemmeno quale sia il numero minimo affinché una specie sopravviva. Ad esempio non si sa quanti uomini e quante donne siano necessari affinché questi diano vita ad una stirpe continua e duratura. si pensa ALMENO 100 ma c'è chi si spinge adire almeno 500 coppie distinte.

Perchè non dar retta a ciò che ci raccontano i nostri avi?
Loro una spiegazione ce la danno ed è ben precisa pur non avendo questi alcuna cognizione di merito.
Loro ci dicono che ALCUNI TIZI (alieni? Un'altra civiltà terrestre? Chi può dirlo? Loro dicono vengano dalle stelle ma chi lo sa) hanno preso un ominide presente sulla terra e vi hanno inserito un loro pezzo (per la precisione ciò che contiene l'immagine)e dopo svariati tentativi falliti è venuto fuori l'uomo. Poi dopo ulteriori svariati tentativi (chissà cosa è venuto fuori nel frattempo) sono riusciti a fare anche la femmina. Anzi dovremmo dire la UOMA o maschia. questo lo dicono tutti i testi "sacri" antichi in tutto il mondo.

Oltre a questo, e vengo al secondo punto di cui mi pare già abbiamo discusso in un altro topic, mettici che nello stesso periodo avvengono questi EVENTI IMPOSSIBILI non solo sull'uomo ma anche su alcuni vegetali ed animali che ne vari continenti costituiranno la porzione principale del cibo con cui siamo venuti su.

Insomma, magari sono fantasie e coincidenze ma per quanto mi riguarda sono molto "interessanti" e strane. ance perchè tali coincidenze non vengono fuori dalle speculazioni pseudoscientifiche ma anzi da branche rigorose come la genetica. La quale ci dice che se le cose sono andate come ci dicono gli antichi, la storia evolutiva umana ha un senso, altrimenti dobbiamo considerare alcuni eventi che sono accaduti come IMPOSSIBILI ma accaduti non si sa né come né perchè.

sottovento ha scritto:
se escludiamo la mano di un creatore


Dipende cosa intendi per creatore. Coloro i quali hanno clonato la pecora Dolly cosa sono per la pecora? Io li definirei tranquillamente i loro creatori, anche se il termine creatore presuppone la creazione di materia dal nulla, ma ci siamo capiti.

L'uomo non è stato CREATO DAL NULLA ma è stato "PRODOTTO" come la pecora Dolly ed addomesticato (presentiamo tutti i tratti degli animali addomesticati sia fisiologici che psicologici; dai una letta QUI); il gene bovino, lo chiamo io. Beh quei produttori (erano più di uno ed hanno fatto molti tentativi prima di riuscirci) sono a tutti gli effetti i nostri "CREATORI" anche se dovremmo dire produttori :)

Se per creatore intendi dio beh entriamo in un campo che per me è privo di ogni senso e rientra nella sfera personale delle proprie convinzioni e non mi permetto di sindacare :)

sottovento ha scritto:
L'unica cosa che invece non riesco a spiegarmi sono i dinosauri, cioè a che scopo servivano visto che se siamo frutto di una creazione tutto dovrebbe avere uno scopo.


beh perchè tu hai una visione "antropocentrica" e cioè pensi che l'uomo sia il centro di tutto ed il culmine dell'evoluzione. Ogni specie ha senso in se. E' l'esistenza stessa a dare senso all'esistente, non saprei come meglio esprimere questa mia opinione -.-

I dinosauri hanno fatto il loro ciclo e senza il famoso meteorite probabilmente sulla terra ci sarebbero rettili senzienti invece che mammiferi (e dato il tempo trascorso sulla terra di dinosauri non escluderei a priori che ci sia stata una qualche specie saurpode senziente, i famosi "rettliani" che pure tornano spesso nelle memorie storiche? Boh).
I mammiferi e gli ominidi probabilmente avrebbero continuato a fare il loro corso (pensa che gli sicmpanzè sono uguali a se stessi da più di 3 milioni di anni, pensa la lentezza dell'evoluzione naturale) fino a giungere aduna specie senziente o magari estinguersi a causa delle cicliche estinzioni di massa, non lo sapremo mai perchè nel mentre qualcuno è intervenuto e ci ha accelerato.

Ci sarebbe tanto da dire ma mi sa che ho già scritto troppo e la lettura diventa noiosa. Se l'argomento ti piace nel forum ci sono tantissimi topic che trattano questi argomenti nello specifico io ti ho fatto una sorta di carrellata prendendo spunto dal tuo post :)



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/09/2017, 22:18 
Cita:
Queste impronte potrebbero falsificare la teoria (neo)darwiniana: siamo vicini a una nuova visione dell’uomo?



La notizia è passata senza fare troppo rumore, come se si trattasse di una tra le tante scoperte scientifiche. Tra i vari siti che si occupano di questi argomenti, solo Focus ha provato a darle il giusto risalto, titolando: «Le impronte fossili che potrebbero cambiare la storia dell’evoluzione umana» (clicca qui per leggere il pezzo).

Di cosa si tratta? Alcuni scienziati hanno pubblicato uno studio su questa rivista in cui spiegano che a Creta hanno trovato una serie di 29 impronte fossili simili a quelle di un uomo. Perché tanto clamore? Per la datazione: quelle impronte, infatti, sono state lasciate da un essere simile a un uomo ben 5,7 milioni di anni fa. E quale sarebbe il problema? Semplice: secondo l’attuale teoria neodarwiniana, nessuna creatura simile a un uomo poteva esistere 5,7 milioni di anni fa.

Questa nuova scoperta ben si accorda con quanto ipotizzato in un libro appena pubblicato, «L’origine dell’uomo ibrido» (clicca qui per andare al libro). Citiamo dal capitolo 8, Animali umani:

«[…] una cosa sono i dati scientifici, un’altra è l’interpretazione di quei dati che gli scienziati possono fornire, creando una teoria. Gould ha scritto che i dati non «parlano» da soli ma vengono letti alla luce della teoria. Mentre i dati scientifici, in quanto tali, non possono che essere sempre veri, le teorie possono anche essere sbagliate. Per entrare nel merito: noi abbiamo diversi dati scientifici che ci dicono che in passato sono vissute forme umane differenti dalla nostra. Questo è assodato. Ma perché sono vissute queste forme umane differenti? La teoria che oggi domina incontrastata è quella dell’evoluzione: da un tipo umano più bestiale, vissuto nel passato remoto, si sarebbe giunti a forme più moderne vissute in tempi più recenti. Questa teoria, che non fa una piega, implica che i dati scientifici, in questo caso i fossili di ominidi e i manufatti da loro prodotti, seguano una certa progressione temporale: se l’Homo sapiens si è evoluto dall’Homo habilis, che è vissuto 2milioni di anni fa, non possiamo trovare il fossile di un sapiens in uno strato geologico vecchio di milioni di anni altrimenti la teoria dell’evoluzione crollerebbe».

Il discorso è semplice: se l’uomo si è evoluto da specie pre-umane, dobbiamo trovare nel passato remoto i fossili di queste specie e in tempi più recenti i fossili di uomini. Se si scopre che nel passato remoto hanno convissuto forme pre-umane e umane, diventa chiaro che queste ultime non si possano essere evolute dalle prime.

A questo punto sorge spontanea una domanda: siamo sicuri che le impronte di Creta siano vecchie di 5,7 milioni di anni? Non potrebbe esserci stato un errore nella datazione?

Citiamo ancora L’origine dell’uomo ibrido che nel paragrafo Quant’è antico l’uomo? parla di altre impronte umane che provengono da un’epoca sbagliata…

«Anche un paleontologo del calibro di Louis Leakey credeva che nel passato avessero convissuto diverse forme umane. Non solo, lo scienziato britannico ebbe un’importante intuizione: «Non è possibile che [queste diverse forme umane] siano tutte varianti risultate da accoppiamenti incrociati tra Homo erectus e Homo sapiens?». L’intuizione trova una mezza conferma in un recente studio, coordinato da David Reich e pubblicato su Nature, in cui s’ipotizza un processo d’ibridazione tra proto uomini e proto scimpanzé durato milioni di anni. Se i tipi umani vissuti nel passato fossero stati generati da incroci, si spiegherebbero anche i buchi, altrimenti paradossali, del registro fossile:

sulla base delle nostre conoscenze dei fossili africani, il genere Homo può essere vecchio quanto le australopitecine. D’altra parte continuano a mancare prove certe di un qualunque cambiamento progressivo all’interno di una qualsiasi specie di ominide. [S. J. Gould]

Un modello simile implicherebbe che l’uomo moderno sia molto più antico di quanto la scienza ufficiale sia disposta a credere. Già nel 1984, l’antropologo Frank Spencer dichiarò:

Dall’accumularsi delle testimonianze fornite dagli scheletri, sembrerebbe che i resti ossei degli uomini odierni risalgano a tempi estremamente remoti, un fatto che a quanto pare, avrebbe dovuto indurre molti studiosi ad abbandonare o a modificare i propri punti di vista sull’evoluzione umana.

La teoria dell’evoluzione implica che l’origine dell’uomo moderno sia relativamente recente. Questa convinzione viene portata avanti con i metodi che abbiamo illustrato sopra [nei capitoli precedenti], metodi che venivano già denunciati dal grande paleontologo Sir Arthur Keith nel 1931:

In passato, è successo con grandissima frequenza che la scoperta di resti umani in un sito influenzasse l’opinione di un esperto circa l’età del deposito; la tendenza è stata quella d’interpretare la testimonianza geologica in modo che non andasse a scontrarsi in maniera clamorosa con la teoria delle origini recenti dell’uomo.

Che l’uomo moderno sia più antico di quanto risulti dal tradizionale modello evolutivo, ne è convinto anche il professor Charles Oxnard, che è perentorio: «La nozione convenzionale dell’evoluzione umana deve ormai essere seriamente modificata o anche respinta … è necessario indagare su concezioni nuove». Ma allora l’uomo moderno di quanto sarebbe più antico? A questo proposito ci limitiamo a citare un’interessante e bizzarra scoperta avvenuta a Laetoli, nel 1979, da parte della paleoantropologa Mary Leakey, moglie di Louis, che trovò delle impronte fossili su uno strato di ceneri vulcaniche solidificate. L’autrice della scoperta scrisse sul National Geographic che le orme «sembrano così umane, così attuali, per essere state trovate in un tufo tanto antico». L’antropologo Russell Howard Tuttle dichiarò:

La forma delle impronte non si potrebbe distinguere da quella lasciata da un uomo che proceda sicuro e abitualmente a piedi scalzi […] Sulla base strettamente morfologica, si potrebbero classificare le impronte definendole quelle di un Homo … dato che sono tanto simili alle orme di un Homo sapiens, ma l’età che è stata loro attribuita riuscirebbe forse a dissuadere molti paleoantropologi dall’accettare questa definizione. Ho il sospetto che se queste impronte non avessero una data, o se avessero una data più recente, la maggior parte degli esperti probabilmente ne accetterebbero l’attribuzione all’Homo.

Aggiungiamo anche la dichiarazione di un altro famoso paleoantropologo, Timothy Douglas White:

Cercate di non sbagliarvi a questo proposito. Sono come le impronte attuali dell’uomo. Se una di esse venisse lasciata oggi sulla sabbia di una spiaggia della California e a un bambino di quattro anni venisse domandato di cosa si tratta, risponderebbe subito che qualcuno ha camminato proprio lì. Non riuscirebbe a distinguerle dalle altre centinaia su quella stessa spiaggia, né le distinguereste voi. La morfologia esterna è identica. C’è un calcagno opportunamente conformato e attuale con un marcato arco e una pianta del piede ben delimitata davanti ad essa. L’alluce si trova su una linea diritta, e non si protende all’infuori come quello di una scimmia.

Insomma, sembrerebbe proprio che le impronte di Laetoli siano quelle di un uomo moderno. Ma c’è un problema, o meglio: c’è un problema per gli scienziati darwinisti. Nessun uomo avrebbe mai potuto lasciare quelle orme perché quel tufo è vecchio di quasi quattro milioni di anni! In quel periodo nessun Homo passeggiava per il pianeta, secondo la teoria dell’evoluzione; all’epoca, al massimo, si potevano trovare degli australopitechi, ma questi sono considerati simili alle scimmie e le scimmie, è risaputo, non camminano come le persone».

Quindi la recentissima scoperta di uomini che passeggiavano sul pianeta quasi 6 milioni di anni fa, ben si accorda con quanto già pubblicato nel libro che abbiamo citato. Che sia arrivato il momento di cambiare paradigma? Forse Louis Leakey aveva intuito qualcosa d’importante quando, osservando le diverse forme umane del passato, si è chiesto: Non è possibile che siano tutte varianti risultate da accoppiamenti incrociati tra Homo erectus e Homo sapiens? Forse ci stiamo avviciando a scoprire l’origine dell’uomo ibrido?



https://www.informarexresistere.fr/ques ... -delluomo/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 22/10/2017, 16:34 
Cita:

La scoperta
Germania, un dente-fossile di nove milioni di anni fa potrebbe «riscrivere la storia dell’umanità»
Un gruppo di archeologi tedeschi ha scoperto un alcuni denti fossilizzati di 9,7 milioni di anni e ritengono possano riscrivere la storia umana. Molto simile a quello di Lucy.lo scheletro di 3,2 milioni di anni trovato in Etiopia. «Un grandissimo mistero»

Immagine

Un gruppo di archeologi tedeschi ha scoperto alcuni denti fossilizzati di 9,7 milioni di anni. Gli studiosi ritengono possano riscrivere la storia umana. Lo riporta il quotidiano inglese The Independent. Questi resti sono stati ritrovati dagli scienziati in quello che fu un letto del fiume Reno, vicino alla città di Eppelsheim, a sud di Francoforte. Pare che questi denti siamo molto simili a quelli di «Lucy», lo scheletro di 3,2 milioni di anni ritrovato in Etiopia e considerato l’anello di congiunzione nell’evoluzione della scimmia in uomo. Eppure non assomigliano a quelli di altre specie che si trovano in Europa o in Asia, riaccendendo l’ipotesi non africane delle origini umane.

La scoperta scompagina molte ipotesi

Questa scoperta ha scompaginato talmente tanto le ipotesi degli scienziati che hanno deciso di non pubblicarla per almeno un anno. Il punto chiave è che si tratterebbe di uno stato evolutivo molto simile a quello del fossile etiope, ma cinque milioni di anni più «vecchi». Il direttore del Museo di storia naturale di Mainz, Herbert Lutz, ha parlato di «un grandissimo colpo di fortuna, ma anche di un grandissimo mistero». In una conferenza stampa dove ha annunciato la scoperta, il sindaco di Mainz ha ipotizzato, su suggerimento degli scienziati, che la ricerca potrebbe costringere gli scienziati a «rvedere la storia degli uomini primitivi. Non voglio drammatizzare troppo la scoperta, ma non è esagerato ipotizzare che dovremmo iniziare a riscrivere la storia dopo la scoperta annunciata oggi».

Le conseguenze

Axel von Berg, un archeologo locale, ha detto che i nuovi risultati hanno «stupito gli esperti». Con la prima pubblicazione della ricerca comincia il lavoro vero. Capirne scientificamente la portata. Adesso infatti sono diverse le prove fossili che vedrebbero le «grandi scimmie» girovagare per l’Europa già milioni di anni fa, anche se al momento non ci sono conferme della presenza di ominidi nel continente in quel peoriodo. Al momento la scienza dice infatti che gli umani moderni si sono evoluti in Africa orientale tra i 400.000 e 200.000 anni fa, e poi, circa 70mila anni fa, hanno cominciato la loro «diaspora» nel resto del mondo.



http://www.corriere.it/cronache/17_otto ... f5a5.shtml


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