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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 09/11/2019, 19:12 
Cita:

Una nuova specie di scimmia getta nuova luce sull’origine del bipedismo


Una nuova specie di scimmia, vissuta circa 11 milioni di anni fa, è stata riportata alla luce in Germania e potrebbe aiutare gli scienziati a capire in che modo è avvenuta, nei nostri antenati, la transizione da quadrupedi a bipedi, o meglio come è insorto il bipedismo. Le presentazioni ufficiali sulla rivista Nature, fresca di un anniversario importante.
Il bipedismo e fossili mancanti

Ci sono un gran numero di ipotesi che cercano di spiegare l’origine del bipedismo nelle scimmie e come questo si sia evoluto a partire da animali che erano invece principalmente quadrupedi. Tuttavia la mancanza di fossili non ha reso finora possibile confermare queste teorie. E sappiamo invece quanto fondamentali siano i fossili per ricostruire le storie dei nostri antentati: il piede di una piccola Lucy ci ha permesso per esempio di comprendere che malgrado il bipedismo accertato gli Australopithecus afarensis fossero ancora degli scalatori (di alberi), soprattutto i piccoli. Il nostro bipedismo potrebbe arrivare da lì, o essersi evoluto alzandoci da terra, o ancora in un terzo modo di locomozione suggerito proprio dalla scoperta di questa nuova scimmia, spiega Tracy L. Kivell in una News & View che accompagna oggi il paper su Nature.
Una nuova scimmia

A parlare, anche stavolta, sono nuovamente i fossili. La nuova specie scoperta, che prende il nome di Danuvius guggenmosi, è stata infatti ricostruita a partire da un fossile, ritrovato in Bavaria, con tutte le ossa degli arti ancora presenti, risalente a oltre 11 milioni di anni fa. La presenza di tutti gli arti ha permesso ai ricercatori di ricostruire l’aspetto di questo antico esemplare: si trattava di una scimmia con un robusto torace, una spina dorsale lombare e fianchi e ginocchia estese, una serie di caratteristiche già più vicine a quelle tipiche del bipedismo che tipiche dei quadrupedi.
bipedismo

Danuvius guggenmos, una strana arrampicatrice

Secondo gli autori, le ossa riportare alla luce confermano un nuovo tipo di movimento utilizzato da questa specie, che gli scienziati hanno chiamato “l’arrampicata con gli arti estesi” (letteralmente: extended limb clambering). D. guggenmosi sarebbe quindi stato in grado di appendersi ai rami utilizzando le proprie braccia ma, contrariamente ad altre specie come per esempio gibboni e orangotango, che usano per lo più le braccia per muoversi, le gambe della nuova specie erano perlopiù dritte, e con un’anatomia tale da consentirgli di camminare. Completa il quadro un alluce prensile. Con queste caratteristiche, D. guggenmosi potrebbe quindi rappresentare un antenato comune tra gli esseri umani e le scimmie antropomorfe.

Secondo gli scienziati, questa specie potrebbe indicare l’inizio del bipedismo nelle scimmie antropomorfe, e potrebbe aiutare a capire come questi animali hanno iniziato a muovere i primi passi sulle zampe posteriori.




https://www.galileonet.it/nuova-specie- ... bipedismo/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 09/11/2019, 19:45 
Resti fossili di una specie sconosciuta di scimmia risalenti a 11 milioni di anni fa sono stati ritrovati in GERMANIA????? [:22]
Allora addio "out of Africa"?


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/11/2019, 01:23 
Tempus1891 ha scritto:
Resti fossili di una specie sconosciuta di scimmia risalenti a 11 milioni di anni fa sono stati ritrovati in GERMANIA????? [:22]
Allora addio "out of Africa"?



è da un po di tempo che questa teoria vacilla [:)] viene chiamata “multiregionale“


L'annuncio riaccenderà la diatriba sull'origine dell'uomo che vede molti studiosi indicare l'Africa mentre per altri si tratterebbe di un fenomeno più complesso legato ad una origine multiregionale. L'uomo moderno sarebbe uscito dall'Africa (o dalla Cina) per mescolarsi però presto con popolazioni che abitavano in altre regioni dando così origine a fusioni più complesse che rendono adesso difficile per gli studiosi percorrere lo stesso cammino, con le loro ricerche, in senso opposto. Un'altra ipotesi è che i resti trovati in Cina appartengano invece a popolazioni giunte da altrove e poi evolutesi nel tempo




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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/11/2019, 04:12 
io penso che in realtà le genesi siamo multiple, in ogni regione è stato usato il primate dominante come base per la produzione del sapiens (e dei vari altri modelli/razze poi nel tempo sostituiti/rottamati/assimilat) il che spiegherebbe la presenza di diverse razze umane le cui diversità sono difficilmente spiegabili con motivazioni di tipo ambientale. Come difficilmente sarebbero spiegabili le diverse razze di cani o gatti o bovini (tutti animali domestici, guarda caso) solo dal punto di vista ecologico escludendo a priori l'influsso esterno (nel caso di queste specie la manina è la nostra). Quando si accetterà l'ovvia teoria dell'intervento esterno di generazione ed addomesticamento dell'uomo si potrà rispondere serenamente ed in maniera credibile a molte domande che per ora hanno spiegazioni sono risibili tipo la migrazione dei sapiens dall'Africa verso ogni parte del mondo. Ne facevano di strada a piedi eh sto ominidi ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/11/2019, 06:56 
Siccome ci dicono che non è mai esistito l'antenato comune a scimmie e uomo,siccome ci dicono che solo l'1% del nostro DNA sarebbe umano mentre il resto sarebbe quello dei Bonobo...
(per non parlare del materiale "alieno" scoperto nel DNA "umano":
https://www.google.com/url?sa=t&source= ... Y_&ampcf=1)
è logico presupporre che l'uomo non sia nato da solo ma da qualche Madre e Padre NON CERTO DIVINI,BUONI E LUNGIMIRANTI,VISTI I RISULTATI!
Aggiungete a questo il fatto che negli oceani avvengono milioni e milioni e milioni di INFEZIONI VIRALI E BATTERICHE OGNI MOMENTO (e questo succede da un miliardo di anni!),E AVRETE UN QUADRO REALISTICO DEL DNA UMANO [:290] !
Il c(p)orpo umano è palese e logico,funzionale ma originato in modo SPURIO E DICIAMOLO,UN "TANTINO" DISGUSTOSO [:305]
Se non fosse per l'armonia delle sfere femminee e il fatto che tutti quanti usciamo da ...lì,impregnati di lì ...non ci sarebbe un granchè da vantare,cervello compreso visti i risultati [:304] [:305] [:306] [:297] [:299] [:292]


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/11/2019, 11:24 
Bisognava tagliare le manine a chiunque ibridasse gli esseri viventi, ma pare che le beate Guide di Andreacorazza siano buoniste, come tutti i pupazzetti New Age.

0 Rh- sangue Umano
A+ e B+ scimmia OGM

Da cui tutte le intersezioni esistenti oggi.

Il maledetto dio alieno (adorato da giù-dei e cristioti) ha corna lunghe e cimate, ma chi lo lascia agire in nome della "non-interferenza" è più colpevole di lui.



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Offtopic (fuori argomento)
Correte correte... che per pagare i mercanti e i loro camerieri dovrete rubare sempre di più, e attenti a non dimenticarvi la carta di credito a casa... che se vi rompete il muso per strada neppure il carroattrezzi viene più a prendervi.
Mi raccomando: Votate, umili e silenti.
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 03/04/2020, 13:42 
Due milioni di anni fa Australopithecus, Paranthropus robustus e Homo erectus hanno vissuto contemporaneamente in Sudafrica
Pubblicati sulla rivista Science i risultati di uno studio internazionale che ha riportato alla luce importanti resti fossili nel sito paleoantropologico di Drimolen. Nel team di ricerca anche Università di Pisa e Università di Firenze


Due milioni di anni fa in Sudafrica, nella cosiddetta Cradle of Humankind (culla dell’umanità), hanno vissuto contemporaneamente i nostri antenati Australopithecus, Paranthropus robustus e Homo erectus. Lo dimostra uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Science, a cui hanno partecipato anche Giovanni Boschian, docente del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, che nello specifico ha coordinato lo studio stratigrafico, curando la parte microstratigrafica, e Jacopo Moggi-Cecchi, antropologo dell’Università di Firenze, membro storico del gruppo.

Nel corso degli scavi condotti a Drimolen, un sito paleoantropologico situato presso Johannesburg, ricercatori e studenti di varie nazionalità hanno riportato alla luce due nuovi fossili importanti, entrambi databili tra 2.04 e 1.95 milioni di anni fa, lo stesso periodo in cui è attestata la presenza in Sudafrica dell’Australopithecus. I nuovi fossili sono DNH 152, chiamato “Khethi” in riconoscimento al proprietario del terreno, è un neurocranio di Paranthropus robustus, incompleto ma che mostra bene la parte superiore della calotta.

Il Paranthropus robustus è un ominino appartenente alle australopitecine e caratterizzato da un apparato masticatore estremamente robusto, con molari grossi anche più di 2 cm. Fin qui, non sarebbe un ritrovamento particolarmente nuovo se non fosse associato, nei medesimi strati, a DNH 134, chiamato “Simon” in ricordo di un collaboratore della ricerca prematuramente scomparso, che non è certamente un Paranthropus, come dimostrano la struttura cranica e le grandi dimensioni dell’encefalo. Si tratta di un altro neurocranio incompleto attribuito a un individuo giovane, che presenta notevoli analogie con Homo erectus sensu lato. Purtroppo manca la faccia, che avrebbe potuto dare informazioni più precise.

“Ci sono alcuni aspetti importanti che, a mio avviso, emergono da questo studio – spiega il professor Giovanni Boschian – Il primo è che, poiché i fossili provengono dal medesimo strato, si dimostra che le due specie sono coesistite, non solo in Sudafrica ma anche nello stesso sito e molto probabilmente anche contemporaneamente. Non sappiamo se vi siano stati contatti tra le due specie e, se vi sono stati, di quale natura fossero. Un altro aspetto riguarda la presenza di un cranio affine a Homo erectus che diviene così il più antico in Africa e indebolisce, senza però escluderla del tutto, l’ipotesi che H. erectus abbia avuto origine fuori dall’Africa. Infine DNH 152 potrebbe essere forse il più antico Paranthropus robustus in Sudafrica, ma su questo è difficile pronunciarsi con precisione”.

“La datazione più antica per le specie Paranthropus robustus e Homo erectus – chiarisce Jacopo Moggi Cecchi – implica quindi la contemporaneità di queste con specie del genere Australopithecus ed in particolare con Australopithecus sediba. Si viene così a delineare un complesso quadro di elevata biodiversità di ominini in un’area geografica limitata, con possibili conseguenze sulle interazioni tra queste: l’implicazione è che questa condizione potrebbe avere contribuito all’estinzione delle forme del genere Australopithecus”.

Ma la rilevanza dello studio riguarda anche l’aspetto stratigrafico: “È stato possibile datare con estrema precisione, per la prima volta in Sudafrica, la sequenza stratigrafica dei sedimenti – aggiunge Boschian – Abbiamo ottenuto questo risultato rivoluzionando l’approccio stratigrafico finora generalmente seguito nello studio delle grotte in Sudafrica e facendo uso estensivo della microstratigrafia; inoltre abbiamo integrato biocronologia con vari metodi di datazione: isotopi del piombo sulle concrezioni, ESR (Electron Spin Resonance) sui fossili e paleomagnetismo sui sedimenti. Di conseguenza è anche stato possibile datare le principali fasi in cui è suddivisa la sequenza. La fase più ricca in fossili è compresa tra 2.04 e 1.95 Ma, seguita da una fase che indica minor frequentazione datata tra 1.95 e 1.78 Ma”.

L’attività di ricerca sui reperti fossili rinvenuti in questi anni è ancora in corso, con la promessa che nuove scoperte potranno contribuire a modificare le nostre conoscenze relative alla biologia e alla storia evolutiva delle più antiche specie della linea evolutiva umana.



http://www.meteoweb.eu/2020/04/due-mili ... o/1416827/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 03/04/2020, 14:23 
Le vere origini dell'uomo (e della donna)....DIO!!!! [:264]

Nb: nemmeno dopo questa durissima prova del coronavirus vi viene da riflettere non tanto sulle origini ma sul dopo quando sarete soltanto un mucchio di ossa??



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 03/04/2020, 14:36 
nemmeno i tuoi amici togati credono alla pistolinata di dio e dai su... almeno non qui che si parla di cose serie.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 04/04/2020, 14:34 
sottovento ha scritto:
Le vere origini dell'uomo (e della donna)....DIO!!!! [:264]

Nb: nemmeno dopo questa durissima prova del coronavirus vi viene da riflettere non tanto sulle origini ma sul dopo quando sarete soltanto un mucchio di ossa??


Il solito vile tentativo di sfruttare la morte.



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 12/05/2020, 01:26 
MaxpoweR ha scritto:
Non trovo il topic sulle origini dell'uomo, lo metto qui nel frattempo...

Cita:
Scoperti i resti più antichi dell'Homo sapiens in Europa
Hanno 45.000 anni, la datazione parla italiano


Immagine

Hanno oltre 45.000 anni, e sono perciò 2.000 anni più antichi di quanto si pensasse, i resti più antichi dell'Homo sapiens in Europa, che descrivendo anche le interazioni dell'uomo moderno con i cugini Neanderthal. Pubblicato sulle riviste Nature Ecology & Evolution e Nature, il risultato si deve a un gruppo internazionale coordinato dall'Istituto tedesco Max Planck per l'antropologia evolutiva e del quale l'Italia fa parte con l'Università di Bologna.

I resti sono stati scoperti in Bulgaria, nella grotta di Bacho Kiro, e consistono in un dente e cinque frammenti ossei che l'analisi del Dna ha attribuito all'Homo sapiens. Sono stati analizzati nelle due ricerche coordinate da Helen Fewlass  e Jean-Jacques Hublin, entrambi dell'Istituto tedesco Max Planck per l'antropologia evolutiva. Ha coordinato la datazione dei reperti l'italiana Sahra Talamo, dell'università di Bologna.

"L'analisi al radiocarbonio conferma che i fossili risalgono alla fase iniziale del Paleolitico superiore e rappresentano quindi la più antica testimonianza diretta della presenza della nostra specie in Europa", rileva Talamo.

Il sito, ha osservato Hublin, "documenta una prima ondata di Homo sapiens, che entrò in contatto con gli uomini di Neanderthal e portò in Europa nuovi comportamenti". La conferma della presenza dell'Homo sapiens in Europa già prima di 45.000 anni fa permette di ampliare di 2.000 anni il periodo di convivenza tra la nostra specie e l'Uomo di Neanderthal, che scomparve circa 40.000 anni fa. Una coesistenza prolungata che ha inevitabilmente influenzato i percorsi delle due specie, come mostrano alcuni indizi trovati sempre nella grotta di Bacho Kiro.

fonte: LINK



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 12/05/2020, 12:57 
Grazie mille, avevo usato la funzione cerca scrivendo la parola "origini" e cercando solo tra i titoli dei topic ma non è uscito o deve essermi sfuggito nella lista [8]



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 12/06/2020, 19:49 
Sapiens e Neanderthal: una convivenza più lunga del previsto
Alla luce di recenti studi sui contatti tra le due popolazioni, Telmo Pievani ci aiuta ad approfondire una pagina fondamentale dell’evoluzione umana


Anno 1856 d.c., pieno romanticismo: un periodo insolito se si parla di preistoria. Appena tre anni prima che Darwin pubblicasse “L’origine delle Specie”, in una grotta della valle tedesca di Neander alcuni operai trovarono diversi resti ossei, tra cui un cranio morfologicamente curioso. Questo ritrovamento fu solo il primo passo verso la conoscenza scientifica del nostro cugino più stretto: l’uomo di Neanderthal.

In realtà, fuori dai libri e dai laboratori, l’uomo della grotta i nostri antenati europei lo conobbero fisicamente. Lo guardarono negli occhi e si spinsero anche oltre, nel corso di almeno 5 millenni.

Abbiamo chiesto a Telmo Pievani, professore di filosofia della biologia all’Università di Padova, nonché uno dei massimi esperti italiani di evoluzionismo, quali siano le conseguenze sul piano biologico e genetico ma anche culturale di questo lungo periodo di contatto tra le due specie. È possibile che questo incontro abbia in qualche modo cambiato il corso della vicenda umana?

Mescolanza genetica

Due recenti studi correlati, condotti dal dipartimento di antropologia evoluzionistica del Max Plank Institute di Lipsia e pubblicati su Nature Ecology&Evolution, evidenziano che la convivenza tra Sapiens e Neanderthal in Europa è durata circa 2.000 anni più del previsto. “Abbiamo identificato un dente e quattro frammenti ossei, che in base alle caratteristiche anatomiche appartenevano senza dubbio a un Homo Sapiens. Abbiamo anche recuperato il DNA da questi resti, verificando la loro appartenenza alla specie più moderna”, dichiara il primo autore Jean-Jacques Hublin. Le datazioni sono state eseguite sul materiale proveniente dalla grotta di Bacho Kiro, in nord Bulgaria e “offrono la possibilità di alcuni millenni in più di convivenza in Europa, tra gli autoctoni Neanderthal e gli immigrati Sapiens provenienti da est – chiarisce Telmo Pievani – quindi ora è più probabile che vi sia stato il tempo di una convivenza e non soltanto di una rapida sostituzione tra le due popolazioni”.

Non si è trattato solo di episodi di competizione aggressiva tra le due specie, ma anche di confronto e persino di riproduzione, anche se “non si trattò di una fusione, ma soltanto di sporadiche ibridazioni locali – rivela il nostro intervistato. A ogni modo, le tracce genetiche di queste ibridazioni locali permangono in alcune popolazioni umane moderne. Inoltre, ancorché si tratti di rapporti sessuali interspecifici – “evidentemente fra le specie non si era ancora chiusa la barriera di incrocio. Gli ibridi non nascevano né sterili né malati”, chiosa Pievani.
Ibridazione culturale?

Se da un lato un qualche tipo di mescolanza genetica è data per assodata, possiamo dire lo stesso di un’ibridazione culturale? Gli autori della scoperta, tra i cui primi nomi figura anche Helen Fewlass, sempre del Max Plank Institute, ipotizzano che questa lunga convivenza abbia favorito l’influenza di alcuni comportamenti tra le due specie. Se questa idea venisse confermata, potrebbe rivelarsi un passo importante dal punto di vista antropologico.

Tuttavia “le evidenze di contatti non solo biologici, ma anche culturali, sono decisamente più deboli al momento. Pare che alcuni artefatti e monili si assomiglino tra le due specie, quindi possiamo ipotizzare (ma resta al momento un’ipotesi suggestiva) che i gruppi delle due specie si scambiassero, o si copiassero, o si rubassero gli artefatti”, spiega Pievani. “Se confermata, l’ipotesi implicherebbe un contatto culturale, ma non comunque una mescolanza o fusione delle due culture, altrimenti lo avremmo già riscontrato nella documentazione archeologica delle due specie”. Bisogna evidenziare che, alla base degli artefatti culturali e della capacità stessa di produrre cultura, nel senso antropologico del termine, vi è lo sviluppo socio-cognitivo. Sappiamo che nel Sapiens era molto sviluppato sin dalle origini, mentre “Neanderthal – dice Pievani – era capace di espressioni di intelligenza simbolica (ornamenti del corpo, forse pitture rupestri in Spagna), ma queste sembrano sporadiche e comunque in gran parte diverse da quelle del Sapiens”.
Sapiens invadenti

Che sia stata proprio l’intelligenza simbolica uno dei fattori cruciali per la sopravvivenza della nostra specie è un’ipotesi condivisa da molti. Come effetto contingente, sottolinea Pievani, “probabilmente il declino del Neanderthal fu causato dal nostro arrivo e dalla nostra invadenza territoriale”. Infatti la nostra straordinaria propensione all’emigrazione e la nostra inusuale capacità di adattamento ai più diversi contesti ecologici, dai più favorevoli ai più avversi, è stata probabilmente il motore di questa diffusione sistematica e capillare. A ogni modo, “in alcune regioni come il medioriente vi fu una lunga convivenza con alternanze di occupazioni tra le due specie”. Secondo Pievani “per un lungo periodo vi fu equilibrio demografico tra le due specie (tra 120 e 70-60mila anni fa), poi successe qualcosa, per esempio la fuoriuscita di altre popolazioni di Homo sapiens fuori dall’Africa dopo i 70-60mila anni fa, più aggressive e meglio organizzate, che ruppe l’equilibrio demografico.”

Tornando poi alle cause prime dell’invadenza del Sapiens, è d’obbligo sottolineare che la sopracitata intelligenza simbolica ha prodotto una serie di dispositivi socio-cognitivi che possono essere presi in considerazione come corresponsabili del nostro successo evolutivo. Si può pensare ad esempio al ruolo che sistemi sociali ad alta cooperazione tra gli individui, come quelli specie-specifici del Sapiens, possono giocare nel rendere compatto, unito e stabile un gruppo, quindi sicuro e ben protetto negli spostamenti e negli attacchi. Un altro importante tassello è la ricchezza e la complessità della vita culturale dei nostri antenati, fondata sempre di più su fenomeni di trasmissione culturale e di innovazione, aspetto probabilmente più rudimentale nel Neanderthal. Fra tutti, è abbastanza difficile stabilire quale elemento abbia svolto un ruolo più decisivo rispetto agli altri. Seppur nell’incertezza, Pievani rivela come presunto “indiziato” principale forse il più affascinante unicum del Sapiens, ancora un enigma ai giorni nostri: il linguaggio articolato.



https://oggiscienza.it/2020/06/12/sapie ... -previsto/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 13/06/2020, 12:41 
Cita:
Che sia stata proprio l’intelligenza simbolica uno dei fattori cruciali per la sopravvivenza della nostra specie è un’ipotesi condivisa da molti. Come effetto contingente, sottolinea Pievani, “probabilmente il declino del Neanderthal fu causato dal nostro arrivo e dalla nostra invadenza territoriale”.


quando si parla di uomo sembra sempre che sia "arrivato" così dal nulla improvvisamente... E' curioso che non abbiano il coraggio di ammettere le cose per come sono e preferiscano usare termini come "ARRIVATO", "COMPARSO". Se Il Sapiens non discende dal Neandherthal da dove sono "ARRIVATE" entrambe le specie?



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Scoperte tracce di antenato sconosciuto nel nostro DNA


Un team di ricercatori conferma l’esistenza di quello che è un vero e proprio mistero riguardo agli antichi antenati degli esseri umani. La nuova analisi che hanno condotto i ricercatori Melissa Hubisz e Amy Williams della Cornell University e Adam Siepel del Cold Spring Harbor Laboratory conferma infatti che gli odierni esseri umani si sono incrociati più di una volta con un “antenato arcaico e sconosciuto”.
Alcuni degli esseri umani odierni, infatti, portano ancora le tracce del proprio DNA di questo antenato per ora ignoto.

Ormai è accertato che gli esseri umani si sono incrociati con i Neanderthal (ad esempio circa 50.000 anni fa quando gli umani emigrano dall’Africa giunsero in Eurasia) o anche con i cosiddetti “denisovani”, un gruppo ominide meno conosciuto per il quale sono state trovate molte meno tracce rispetto ai Neanderthal.
In questo nuovo studio, tuttavia, i ricercatori, tramite un algoritmo per l’analisi dei genomi che essi stessi hanno sviluppato e che può scoprire segmenti di DNA che provengono da altre specie, confermano l’esistenza anche di tracce di DNA provenienti da quella che viene definita nel comunicato stampa come “una fonte sconosciuta”.

Questo antenato sconosciuto sarebbe “passato” attraverso i denisovani. I ricercatori hanno infatti scoperto che l’1% del genoma dei denisovani proviene da un antenato sconosciuto è più distante nel tempo e una piccola parte del corredo genetico di questo antenato ignoto è stata tramandata poi anche agli esseri umani moderni. Secondo i ricercatori questo antenato sconosciuto potrebbe essere l’homo erectus ma naturalmente si tratta solo di una ipotesi.
In ogni caso questo ulteriore studio conferma quanto fossero usuali gli scambi di flusso genetico tra gli umani e i loro parenti più prossimi, veri e propri incroci tra specie che hanno portato ad un rimescolamento genetico dell’uomo moderno.

“Quello che penso sia eccitante di questo lavoro è che dimostra ciò che puoi imparare sulla storia umana profonda ricostruendo insieme la storia evolutiva completa di una raccolta di sequenze di umani moderni e ominini arcaici”, spiega Siepel il quale sottolinea anche l’importanza del nuovo algoritmo che hanno sviluppato che risulterebbe essere in grado di scavare più indietro nel tempo rispetto ad altri metodi di calcolo simili.



https://notiziescientifiche.it/scoperte ... ostro-dna/


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