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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 18/03/2022, 19:19 
Dal Sahara tunisino riemergono strumenti e tecnologie di 300mila anni: lo studio coordinato da ricercatori italiani
I risultati del lavoro, sviluppato con i finanziamenti dei Grandi Scavi di Ateneo della Sapienza e del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale grazie ai quali la regione è oggetto di ricerca fin dal 2015, sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports



Verso la fine del Pleistocene medio il continente africano ha ospitato graduali e interconnessi processi di evoluzione biologica e culturale della nostra specie. Fra questi, la transizione alla cosiddetta Middle Stone Age (MSA) circa 300.000 anni fa. I dati archeologici e cronologici delle fasi più antiche di questo processo sono però estremamente scarsi, e interpretare le informazioni provenienti dalle poche località del continente africano in cui queste prime evidenze sono state finora identificate è alquanto difficile. Oggi, le analisi condotte da ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza in stretta collaborazione con l’Institut National du Patrimoine di Tunisi e la Facoltà di Lettere e Scienze umane di Kairouan nei siti archeologici scoperti nell’area dello Wadi Lazalim, in Tunisia meridionale, permettono di chiarire diverse dinamiche in merito al popolamento del Nord Africa in questa fase cruciale dell’evoluzione della nostra specie.

Lo rende noto La Sapienza sul proprio sito, precisando che “i risultati del lavoro, sviluppato con i finanziamenti dei Grandi Scavi di Ateneo della Sapienza e del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale grazie ai quali la regione è oggetto di ricerca fin dal 2015, sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports. Secondo il gruppo di ricerca internazionale, che annovera specialisti basati in Tunisia, Italia, Francia e Spagna, i siti investigati, datati fra 300.000 e 130.000 anni fa, rivelano l’occupazione umana del Sahara settentrionale durante la antica Middle Stone Age in un periodo prossimo a quello dei più antichi contesti africani di questa fase. La ricerca – commenta Savino di Lernia, coordinatore dello studio e direttore della missione archeologica nel Sahara – ha fornito pertanto elementi indispensabili per comprendere tempi e modi del popolamento del Nord Africa da parte dei primi utilizzatori di queste tecnologie, probabilmente alcuni fra i più antichi H. sapiens”. “Queste testimonianze – conclude Emanuele Cancellieri della Sapienza, primo autore del lavoro – rinforzano l’ipotesi sulla precoce dispersione di esseri umani e di innovazioni tecnologiche da regioni dell’Africa sub-sahariana”.


https://www.meteoweb.eu/2022/03/dal-sah ... i/1775377/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 14/06/2022, 01:17 
Israele, sensazionale scoperta archeologica: un milione di anni fa i nostri antenati utilizzavano il fuoco
I ricercatori hanno ipotizzato che gli ominidi probabilmente erano in grado di utilizzare il fuoco



Una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, condotta dagli scienziati del Weizmann Institute of Science, ha rivelato che un milione di anni fa, in Israele, i nostri antenati potrebbero essere stati in grado di utilizzare il fuoco. Il gruppo guidato da Filipe Natalio ha individuato prove di incendi nel sito di Evron Quarry, che risale al Paleolitico inferiore tra un milione e 800mila anni fa: gli studiosi hanno combinato tecniche spettroscopiche e apprendimento automatico per stimare l’esposizione al calore di strumenti di selce e resti faunistici.

Sono stati esaminati 26 strumenti e 87 resti faunistici: gli autori hanno scoperto che tali oggetti erano stati riscaldati a un’ampia gamma di temperature senza schemi spaziali associati alla variabilità della temperatura. Inoltre, sono stati scoperti 13 frammenti di zanne che sono stati esposti a temperature superiori a 600°C, mentre i sedimenti in cui i reperti ossei erano conservati non avevano registrato temperature superiori a 400°C.

I ricercatori hanno ipotizzato che gli ominidi che abitavano nella regione potrebbero essere stati in grado di utilizzare il fuoco. Ciò apre la strada a futuri ulteriori approfondimenti per tentare di rispondere agli interrogativi rimasti aperti.


https://www.meteoweb.eu/2022/06/israele ... o/1804576/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/07/2022, 20:30 
Straordinaria scoperta in Spagna: trovato il primo europeo, un fossile umano di 1,2 milioni di anni fa
Gli scavi nelle montagne di Burgos hanno portato alla luce il volto fossile di un ominide vissuto tra 1,2 e 1,4 milioni di anni fa



Una equipe di archeologi ha trovato, nei siti di Atapuerca (Burgos), in Spagna, il fossile del volto di un ominide vissuto tra 1,2 e 1,4 milioni di anni fa. Si tratta dell’europeo più antico rinvenuto. La scoperta è stata una vera e propria sorpresa, dal momento che non c’erano prove così clamorose della presenza umana nel continente europeo in quell’epoca storica. L’analisi scientifica di questi resti è di eccezionale importanza per comprendere i primi passi nell’evoluzione della razza umana al di fuori dell’Africa e la comparsa di specie genuinamente europee.

Quanto scoperto, hanno spiegato i ricercatori nel corso di una conferenza stampa ripresa da vari media, è un fossile umano risalente a un’era compresa tra 1,2 e 1,4 milioni di anni fa. ovvero a un periodo precedente a quello dei primi resti umani ritrovati in loco (e considerate sinora le prime tracce di presenza dell’essere umano in Europa). In altre parole, una scoperta che potrebbe “obbligare a riscrivere i libri dell’evoluzione umana“; secondo il paleoantropologo Juan Luis Arsuaga, uno dei tre direttori degli scavi di Atapuerca. Il ritrovamento e’ stato effettuato nel livello 7 del giacimento della ‘Sima del Elefante’, sinora parzialmente inesplorato. I precedenti resti più antichi ritrovati ad Atapuerca erano stati individuati nel livello 9.

Secondo quanto si legge su El Pais, l’autore della scoperta presentata oggi è uno studente di dottorato, Edgar Tèllez. La specie umana a cui potrebbe appartenere il fossile ritrovato adesso non è stata ancora determinata:, e comprenderlo sarà una delle prossime sfide da affrontare per gli archeologi di Atapuerca. Il Museo dell’Evoluzione Umana, dove sono custodite le scoperte di Atapuerca, ha definito il ritrovamento reso noto oggi come “il più importante della storia” di questo giacimento. Secondo Arsuaga, il ritrovamento di ossa facciali rappresenta “un miracolo scientifico“, dato che in genere ciò che si ritrovano sono parti del cranio e non del volto degli antichi ominidi.


https://www.meteoweb.eu/2022/07/spagna- ... o/1815329/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/07/2022, 10:47 
cari amici,
https://sadefenza.blogspot.com/2022/07/ ... nella.html
Cita:
I ricercatori hanno scoperto una tela rocciosa lunga 8 miglia ricoperta di dipinti di bestie dell'era glaciale ormai estinte.

Stimano che questi dipinti di animali abbiano circa 12.600 anni. ( 1 ) Animali dell'era glaciale scoperti dipinti su una "tela" di roccia lunga 8 miglia

Nel profondo della foresta amazzonica si trova un capolavoro artistico disegnato con il pigmento rosso ocra. Il dipinto, situato a Serranía La Lindosa, all'estremità settentrionale dell'Amazzonia colombiana, è quasi come una tela o un'antica forma di arte dei graffiti. Si estende per 8 miglia e raffigura tutti i tipi di animali, molti dei quali si sono estinti durante l'ultima era glaciale. (1)


domanda retorica: ma.. che pigmenti hanno usato, che i nostri, dopo pochi anni.... [:296] [8D]

ciao mauro



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sono lo scuro della città di Jaffa
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 11/07/2022, 18:41 
visto anche il clima umidissimo delle ultime migliaia di anni



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 27/07/2022, 19:38 
Il vicino oriente, ove era posizionato il gan eden più famoso, nasconde sempre delle sorprese.
La parola "monti Zagros" mi accende sempre una lampadina.

https://www.lindipendente.online/2022/0 ... -iracheno/
La fortezza di Rabana-Merquly situata sui monti Zagros, nell’attuale territorio del Kurdistan iracheno, potrebbe essere l’antica città perduta di Natounia: è quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di archeologi, che ha fatto luce sulla natura dell’insediamento in questione. La città, che fino ad ora era conosciuta solo grazie ad alcune monete risalenti al I secolo a.C., faceva parte dell’Impero dei Parti, una potenza politica e culturale presente circa 2000 anni fa tra l’Iran e la Mesopotamia. Un popolo di cui fino adesso si avevano pochissime informazioni, la cui storia ora inizia ad essere più chiara grazie al lavoro degli archeologi, che hanno studiato il luogo non solo tramite gli scavi ma anche effettuando una mappatura del sito con i droni.

In tal senso, innanzitutto secondo i ricercatori il luogo potrebbe essere la sede dell’antica città di Natounia poiché le sue caratteristiche coincidono con i dettegli di cui si ha conoscenza grazie alle monete sopracitate e provenienti proprio da Natounia, chiamata anche Natounissarokerta. Una denominazione che, secondo gli archeologi, stava appunto ad indicare una fortezza. Inoltre, due rilievi rupestri trovati all’ingresso della zona in questione risultano essere alquanto simili all’immagine di un re raffigurato su una statua trovata in passato ad Hatra, luogo situato a circa 230 chilometri di distanza. Per questo, secondo gli studiosi – guidati dal Dr. Michael Brown, ricercatore dell’Università di Heidelberg – i rilievi potrebbero rappresentare una raffigurazione del fondatore della dinastia reale di Adiabene, un antico regno nella Mesopotamia settentrionale che faceva parte dell’Impero dei Parti.

Ad essere state rinvenute, poi, anche alcune caserme militari, nonché dei templi che probabilmente erano dedicati ad “Anahita”, una dea persiana. Infine, secondo i ricercatori la fortezza costituiva uno dei centri regionali dell’impero e potrebbe essere stato utilizzato per commerciare o mantenere relazioni diplomatiche, essendo esso posizionato ai margini delle montagne ed avendo dunque probabilmente svolto un ruolo importante nel controllo delle terre circostanti.

[di Raffaele De Luca]



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Per ogni problema complesso c' è sempre una soluzione semplice.
Ed è sbagliata.
(George Bernard Shaw)
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 10/09/2022, 17:44 
Lettore75 ha scritto:
PATRIA ARTICA O MADRE AFRICA
Articolo di Michele Ruzzai

L’andamento della storia umana non sarebbe lineare-unitario, ma ciclico: implicherebbe cioè l’esistenza di più umanità, e la summenzionata eccezionale antichità di molti reperti Sapiens starebbe a dimostrarlo come evidenze di ere precedenti.

Scarica: Patria artica o madre Africa - Michele Ruzzai.pdf


viewtopic.php?p=562157#p562157


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 15/04/2023, 00:51 
L’Homo sapiens europeo si cuciva i vestiti 39.000 anni fa
L'Homo sapiens europeo confezionava vestiti e oggetti in pelle utilizzando una tecnica di punzonatura simile a quella usata oggi dagli artigiani del cuoio



L’Homo sapiens europeo confezionava vestiti e oggetti in pelle utilizzando una tecnica di punzonatura simile a quella usata oggi dagli artigiani del cuoio. Lo rivela lo studio internazionale diretto da un archeologo italiano, il torinese Francesco d’Errico, dell’Università francese di Bordeaux. Pubblicata sulla rivista Science Advances, la ricerca si asa sulla scoperta nel nord della Spagna del più antico supporto per la punzonatura del cuoio, risalente a 39.600 anni fa. La produzione di indumenti cuciti e aderenti al corpo è stata fondamentale per sopravvivere durante l’ultimo periodo glaciale.

Gli archeologi associano la confezione di tali abiti all’invenzione di aghi a cruna fatti d’osso. I più antichi aghi conosciuti risalgono al periodo compreso tra 45.000 e 35.000 anni fa, in Siberia e nella Cina settentrionale, ma questa invenzione non si diffonde in Europa prima di 26.000 anni fa. I primi Sapiens arrivano in Europa circa 42.000 anni fa. I più antichi punteruoli in osso, che hanno potuto essere utilizzati per perforare pelli, ma anche in numerose altre funzioni, sono stati scoperti in Sud Africa e datano a 73.000 fa. Questi strumenti appaiono in Europa solo 45 000 anni fa e sembrano essere stati utilizzati dagli ultimi neandertaliani e dai primi Sapiens all’arrivo sul continente europeo. L’uso di questi strumenti ci dice tuttavia poco sulla maniera di cucire gli abiti.
Homo Sapiens e cucito

I ricercatori delle Università di Bordeaux e di Barcellona, guidati da d’Errico, fanno riferimento a un oggetto in osso, rinvenuto a Canyars, sito archeologico vicino a Barcellona, in Spagna, che fornisce delle informazioni inedite sulla perforazione del cuoio. E’ un frammento di osso dell’anca di un grande mammifero, probabilmente un cavallo o un bisonte, che presenta sulla superficie piatta 28 impatti microscopici. La loro disposizione indica che l’artigiano preistorico ha prodotto con lo stesso strumento dieci punzonature equidistanti. Morfologia, orientamento e disposizione dei fori escludono che siano stati fatti per decorare o per registrare informazioni numeriche.

I resti archeologici rinvenuti nel sito, attribuiti al periodo Aurignaziano e la loro datazione al radiocarbonio dimostrano che la tecnica della punzonatura era utilizzata da Sapiens che vivevano sulla costa orientale della Spagna 39.600 anni fa. Lo studio dimostra quindi che 14.000 anni prima dell’introduzione degli aghi a cruna in Europa, i cacciatori-raccoglitori paleolitici erano in grado di fabbricare abiti in pelle aderenti e di utilizzarli per far fronte agli episodi climatici estremamente rigorosi che hanno interessato il territorio europeo a quell’epoca.


https://www.meteoweb.eu/2023/04/homo-sa ... 001227055/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 08/06/2023, 23:02 
I luoghi di sepoltura più antichi appartenevano all’Homo naledi


Il luogo di sepoltura più antico mai conosciuto al mondo apparteneva all’Homo naledi. È questa la scoperta appena fatta da un team di paleoantropologi guidato da Lee R. Berger della University of Witwatersrand, che ha svolto le sue ricerche nel labirinto di grotte di Rising Star, presso la Culla dell’Umanità, patrimonio mondiale dell’Unesco, in Sudafrica e ha portato alla luce i resti fossili di questo nostro parente dal cervello più piccolo e ritenuto finora incapace di comportamenti complessi, come appunto quello della sepoltura. “Queste sono le sepolture più antiche mai registrate nella documentazione degli ominidi, precedenti alle prove appartenenti all’Homo sapiens di almeno 100mila anni”, hanno scritto gli scienziati in una serie di paper disponibili sul server pre-print BioRxiv, in attesa di essere pubblicati sulla rivista eLife.



L’Homo naledi, ricordiamo, ha monopolizzato l’attenzione degli esperti di tutto il mondo fin dalla sua scoperta, annunciata nel 2015. Era, infatti, un ominide dell’età della pietra con caratteristiche uniche, primitive e moderne allo stesso tempo: era alto circa un metro e mezzo, aveva un corpo magro e potente adatto per arrampicarsi, e un cervello delle dimensioni simili a quelle di un’arancia (un terzo di quello nostro). Sapeva, tuttavia, camminare in posizione eretta e manipolare oggetti. Non solo: come vi abbiamo già raccontato, l’enorme quantità di resti fossili rinvenuti ha portato i ricercatori a calcolare che l’Homo naledi risale a circa 200mila anni fa, stesso periodo in cui cominciavano ad affermarsi anche gli antenati della nostra specie, gli Homo sapiens. In altre parole, quindi, noi e l’Homo naledi siamo stati contemporanei, almeno per un periodo della nostra storia evolutiva.

Homo naledi, un nuovo ominide
Le nuove scoperte

Ora, il team di paleontologi ha scoperto resti fossili di Homo naledi adulti e bambini che sono stati intenzionalmente sepolti in posizione fetale all’interno di buchi e depressioni e, poi, ricoperti di terra. Le sepolture, come raccontano gli esperti, sono più antiche di qualsiasi sepoltura di Homo sapiens conosciuta di almeno 100mila anni. Inoltre, durante gli scavi è stata trovata anche una serie di incisioni sulle pareti delle grotte, forme geometriche e linee tratteggiate simili ad hashtag, che si stima abbiano un’età compresa tra 241mila e 335mila anni (verranno effettuati ulteriori test per arrivare a un periodo di tempo più specifico). Simboli simili trovati in altre grotte furono scolpiti dai primi Homo sapiens 80mila anni fa e dai Neanderthal 60mila anni fa e si pensava fossero usati come un modo per comunicare e condividere informazioni.
Cervello piccolo, comportamenti complessi

I nuovi dati, quindi, mostrano che l’Homo naledi aveva abilità cognitive associate finora agli esseri umani moderni, e suggeriscono quindi che cervelli più grandi non possono essere l’unica connessione con un comportamento complesso che i ricercatori una volta ritenevano correlato solo agli esseri umani. “L’Homo naledi ci dice che non siamo così speciali”, ha commentato Berger ad Afp. Sebbene richiedano ulteriori analisi, gli studi suggeriscono che bisognerebbe riconsiderare la nostra storia evolutiva, in quanto finora si era ritenuto che lo sviluppo di cervelli più grandi avesse consentito lo svolgimento di attività complesse, come appunto quella di seppellire i morti.

Le sepolture più antiche rinvenute in precedenza e trovate in Medio Oriente e in Africa, per esempio, contenevano i resti di Homo sapiens.“Queste scoperte mostrano che le pratiche mortuarie non erano limitate a H. sapiens o altri ominidi con grandi dimensioni del cervello”, raccontano i ricercatori, sottolineando che la sepoltura non è l’unico segno che Homo naledi fosse capace di complessi comportamenti emotivi e cognitivi. “La sepoltura, la creazione di significato e persino l’arte potrebbero avere una storia molto più complicata, dinamica e non umana di quanto pensassimo in precedenza”, ha concluso Agustin Fuentes, antropologo alla Princeton University e primo autore del terzo studio.


https://www.galileonet.it/sepoltura-homo-naledi/


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 14/06/2023, 19:02 
Le prime farine: l’uomo sapeva già trasformare i cereali molto tempo prima dell’invenzione dell’agricoltura
Il territorio italiano si rivela, ancora una volta, un punto chiave per lo studio di un momento criciale della storia dell’umanità


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Localizzazione dei siti archeologici di Riparo Bombrini e Grotta di Castelcivita in Italia

Lo studio di 5 macinelli datati intorno a 43-39.000 anni fa, pubblicato su Quaternary Science Reviews, riporta indietro la macinazione a scopo alimentare al periodo di transizione fra Neanderthal e Homo sapiens, caratterizzato dalla diffusione dei tecno-complessi del Musteriano tardo (Neandertal), dell’Uluzziano e del Protoaurignaziano (H. sapiens). Il territorio italiano si rivela, ancora una volta, un punto chiave per lo studio di questo cruciale momento della storia dell’umanità. Uno dei siti paleolitici oggetto degli scavi (Riparo Bombrini) è diretto da Fabio Negrino dell’Università di Genova, in collaborazione con l’Università di Montreal.

I macinelli provengono da due siti paleolitici posti a circa 1000 km di distanza lungo il versante tirrenico della penisola: Riparo Bombrini, nell’area archeologica dei Balzi Rossi (Ventimiglia – IM), e Grotta di Castelcivita, ai piedi del Massiccio degli Alburni (Castelcivita – SA).

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Macinelli rinvenuti nel sito archeologico di Riparo Bombrini


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Macinelli rinvenuti nel sito archeologico di Grotta di Castelcivita

Si tratta, in entrambi i casi, di giacimenti di importanza internazionale che, attraverso anni di impegnative ricerche, hanno permesso di indagare, in modo dettagliato, una fase decisiva della nostra storia biologica e culturale, nella quale, dopo un periodo di convivenza, si è deciso l’ultimo destino delle popolazioni Neandertaliane e il successo evolutivo della nostra specie (Homo sapiens). Sulla superficie dei macinelli sono stati trovati granuli di amido con morfologia diversificata a testimoniare l’uso di piante differenti, tra le quali cereali selvatici.
studio farine unige

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In alto granulo di amido poligonale e in basso granulo di amido lenticolare con segni di danneggiamento, probabilmente dovuti alla macinazione.

La presenza di pratiche simili di macinazione in contesti di transizione sottolinea come alcune conoscenze tecnologiche e certe abitudini alimentari fossero diffuse in entrambe le popolazioni, forse in seguito a contatti o forse come retaggio già presente all’interno delle due differenti tradizioni culturali.

Il macinello proveniente dai livelli musteriani del Riparo Bombrini costituisce una delle più antiche testimonianze di processamento e trasformazione di prodotti vegetali in Europa. I due macinelli rinvenuti alla base e al tetto della sequenza protoaurignaziana della Grotta di Castelcivita, oltre ad avere analoga morfologia, presentano modifiche intenzionali atte a renderli più funzionali. Questa somiglianza indica il permanere del medesimo retroterra tecnologico durante le diverse fasi culturali del locale Protoaurignaziano.


https://www.meteoweb.eu/2023/06/prime-f ... 001258858/


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 01/09/2023, 19:20 
vimana131 ha scritto:
Cita:
Eva, Adamo e i Colli di Bottiglia

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La nostra specie, Homo sapiens sapiens, ha una scarsa variabilità genetica. In altre parole, la differenza genetica tra un essere umano e quella da lui più geneticamente distante è poco apprezzabile.

Se avessimo davanti ai nostri occhi l’albero genealogico di tutti gli esseri umani e lo percorressimo a ritroso, ci salterebbero agli occhi due evidenze:
1 – il numero di rami diminuirebbe sempre più;
2 – i rami si congiungerebbero man mano da una relazione di parentela.

Conseguentemente, se avessimo la possibilità di osservarlo dall’alto scorrendo lo sguardo attraverso immensi spazi temporali, vedremmo la nostra storia evolutiva nell’insieme: partiremmo dai nostri progenitori appartenuti al genere Homo, poi passeremmo agli Australopiteci, a seguire le prime scimmie antropomorfe, andremmo quindi verso le scimmie catarrine (quindi le colonizzatrici di una piccola parte dell’Europa, dell’Asia e soprattutto dell’Africa), percorreremmo la genealogia di una particolare famiglia di lemuri, a seguire dei piccoli roditori arboricoli, poi i primi esponenti dell’ordine dei terapsidi (dei “rettili-mammiferi”), ancora più indietro i rettili e quindi gli anfibi. Da questo momento in poi osserveremmo solo animali marini: strani “pesci” (non è il termine esatto, ma certamente aiuta a capire) dalla lunga coda piatta e percorsa superiormente e inferiormente da un’estesa pinna caudale e inizialmente muniti di pinne ventrali simili a zampe che vanno via via sparendo, creature vermiformi munite di bocca e ano posti rispettivamente alle due estremità del corpo, quindi piccolissimi esseri dal corpo semitrasparente, composto da organi ben delineati e dalla forma longitudinalmente simmetrica. Gli ultimi due rami del nostro albero ci mostrerebbero delle cellule eucarioti (munite quindi di nucleo), e la forma più semplice di vita apparsa sulla Terra 4 miliardi di anni fa: le cellule procarioti (cellule prive di nucleo), compostesi nel brodo primordiale che, grazie alla pura casualità delle reazioni chimico-fisiche prodotte dalle condizioni e dal tempo, portò alla formazione delle prime molecole di DNA.

Durante tutto l’arco evolutivo della nostra specie, ma anche di tutte le altre comprese quelle estinte, la vita sul pianeta spesso non è stata facile: a prosperi tempi di moltiplicazione delle specie viventi e dall’evoluzione di nuove forme di vita si sono alternati infatti sia cataclismi di portata straordinaria che hanno coinvolto l’intero pianeta, sia eventi di portata minore e locale. La più nota, quella che avrebbe portato l’estinzione dei dinosauri, non è che un episodio di portata minore rispetto ad altri, nonostante non sia certo passato inosservato. Alcune catastrofi sono persino arrivate a compromettere quasi definitivamente la vita dell’intero pianeta, mettendo veramente a dura prova i pochissimi sopravvissuti e comportando vere e proprie estinzioni di massa, altresì definite transizioni biotiche per la loro imponenza. Basti pensare all’estinzione di massa del Permiano-Triassico, in cui si verificarono la scomparsa del 96% delle specie marine, del 70% delle specie di vertebrati terrestri e fu l’unica estinzione di massa nota di insetti. Si è stimato che si estinsero il 57% di tutte le famiglie e l’83% di tutti i generi. (fonte Wikipedia)

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Le estinzioni nel Fanerozoico. Si noti la grande estinzione di massa del Permiano-Triassico avvenuta 250 milioni di ani fa


A prescindere dalla violenza del fenomeno, dalla scala spaziale e dalla sua natura (la causa geologica è solo una di molte altre, anche la caccia può portare all’estinzione e, purtroppo, l’Homo “sapiens” lo sa fin troppo bene), la conseguente riduzione di individui appartenenti a una o più specie viene denominata Collo di Bottiglia.

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Nel corso della storia ce ne sono stati diversi quindi, e trattandosi di una riduzione del numero di individui facenti parte di una popolazione, ogni evento ha implicitamente ridotto la variabilità genetica degli stessi. Da questo possiamo dedurre che più è presente variabilità genetica all’interno di una popolazione, più l’eventuale Collo di Bottiglia che essa ha conosciuto deve essersi manifestato lontano nel tempo. Un lemma non completamente veritiero a dire il vero, perché non tiene conto di alcuni fattori come l’evolvibilità, ossia il potenziale che ha un organismo di generare quella variabilità genetica che è alla base dei processi evolutivi (cit. Michele Bellone su Pikaia.eu). La valenza rimane quindi col fine di farvi arrivare alla meta di questo percorso.

Per capire quanto sia la differenza genetica tra due individui, che siano o meno appartenenti alla medesima specie, occorre ovviamente rivolgersi alla genetica: grazie ad essa, non solo è possibile conoscere tale divergenza, ma è anche possibile stimare con una certa precisione quanto tempo è trascorso dal momento in cui è avvenuta la separazione tra i discendenti dei due individui. La tecnica impiegata per arrivare a questo straordinario risultato è denominata Orologio molecolare. Al fine di fornire il quadro completo, occorrono ancora due strumenti: il primo è l’assunto che i mitocondri, gli organelli cellulari muniti di DNA proprio e la cui maggiore funzione è la produzione di energia, vengono ereditati solo dalla propria madre; il secondo è l’assunto che il cromosoma sessuale Y viene ereditato esclusivamente dal proprio padre, in quanto la coppia cromosomica XY è presente solo nei maschi a differenza della coppia XX dove il cromosoma Y è assente.

Torniamo quindi a noi, Homo sapiens sapiens.

Citando la prima frase di questo articolo, “la nostra specie [...] ha una scarsa variabilità genetica”, possiamo ora tranquillamente dedurre che in tempi relativamente poco distanti da oggi ci deve essere stato un Collo di Bottiglia che ha ridotto i nostri antenati in pochissimi individui.

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Differenze tra i teschi di H. sapiens anatomicamente moderno.
A partire da sinistra: nativo peruviano del XV secolo, bengalese di mezza età, e uomo delle Isole Salomone (Malesia) morto nel 1893.

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Differenze tra i teschi di H. sapiens anatomicamente moderno.
A partire da sinistra: tedesco maschio di età compresa tra i 25 e i 30, congolese maschio di età compresa tra i 35 e i 40, e inuit maschio di età tra i 35 e i 40


Analizzando il DNA mitocondriale (e quindi, ricordo, ereditato solo da parte di madre) prelevato da soggetti appartenenti etnie sparse omogeneamente per il pianeta, è stato possibile risalire al periodo in cui sulla Terra ha camminato una donna la cui stirpe sarebbe sopravvissuta al Collo di Bottiglia che ha riguardato anche lei. Non si tratterebbe di un piccolo numero di donne ad aver avuto una linea di sangue che oggi occuperebbe il pianeta, ma di una singola donna: proprio per questo, essa è stata denominata Eva Mitocondriale. Non è tutto. Anche la linea maschile avrebbe avuto un unico, singolo capostipite: era opinione che quest’uomo, questo ”Adamo Y-cromosomale” com’è stato denominato, sarebbe vissuto tra i 99.000 e i 148.000 anni fa. Ma i risultati di tre recenti ricerche pubblicate su Science (1, 2, 3) spostano la datazione tra i 120.000 e i 156.000 anni fa, avvicinandola così all’Eva Mitocondriale. Secondo questo risultato, non sarebbe quindi stata la catastrofe di Toba il Collo di Bottiglia principale da cui si sarebbe salvato l’Adamo Y-cromosomale.

Escludendo qualsiasi considerazione di comodo di natura biblico-divina, l’Adamo Y-cromosomale e l’Eva Mitocondriale (e una prima parte della loro stirpe) avrebbero quindi vissuto se non il medesimo Collo di Bottiglia, quantomeno due differenti ma temporalmente molto vicini tra loro.

In conclusione, la provocazione pare doverosa:

“C’è più poesia nella figura dell’Eva mitocondriale che nel suo omologo mitologico.”
– Richard Dawkins, “Il fiume della vita” (1995)



http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8741.7



L'umanità fu ad un passo dall'estinzione 800mila anni fa

Tra 900 e 800 mila anni fa la popolazione umana mondiale ha subìto una drastica riduzione, probabilmente a causa di cambiamenti climatici, ed è arrivata ad un passo dall'estinzione.

La preservazione della specie, per più di 100 mila anni, è stata resa possibile da poco meno di 1.300 individui in età riproduttiva. È quanto ha scoperto uno studio internazionale pubblicato su Science, che ha coinvolto anche La Sapienza Università di Roma e l'Università di Firenze.

Nel corso della sua storia, la popolazione umana ha subito diverse fluttuazioni in termini di numeri. I ricercatori hanno ora sviluppato una metodologia che è in grado di percorrere a ritroso lo sviluppo della variabilità genetica umana e in tal modo avere informazioni sull'andamento della popolazione.

Questo strumento ha consentito di scoprire che a partire da 930 mila anni fa, in corrispondenza con una fase che portò a importanti cambiamenti nelle temperature, gravi siccità e perdita di altre specie, utilizzate come cibo dagli esseri umani, si è verificato un 'collo di bottiglia' e "circa il 98,7% degli antenati umani furono persi, minacciando così di estinzione i nostri antenati", scrivono i ricercatori. La popolazione umana si ridusse quindi a circa 1.280 persone in età riproduttiva e ci vollero circa 117 mila anni prima che ricominciasse a crescere.

"La nuova scoperta apre un nuovo campo nell'evoluzione umana perché evoca molte domande, come i luoghi in cui vivevano questi individui, come hanno superato i catastrofici cambiamenti climatici e se la selezione naturale durante il collo di bottiglia abbia accelerato l'evoluzione del cervello umano", afferma Yi-Hsuan Pan, coordinatore della ricerca.

Inoltre, dice in una nota Giorgio Manzi, ordinario alla Sapienza e tra gli autori dello studio, potrebbe spiegare "il gap nei reperti fossili africani ed eurasiatici": infatti "coincide con questo periodo di tempo una significativa perdita di prove fossili".


https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... f8dc9.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 05/09/2023, 18:59 
Un antico teschio mette in dubbio la provenienza dei nostri antenati


A scuola ci hanno insegnato che i nostri primissimi antenati venivano dall’Africa. Ora, la scoperta di un antico cranio di un primate potrebbe mettere in discussione questa convinzione, gettando le basi per una rivoluzione nel mondo della paleoantropologia.

Il teschio, ritrovato in Turchia, appartiene a un esemplare di Anadoluvius turkae, una nuova specie di ominini vissuta circa 8,7 milioni di anni fa. Prima di questa scoperta si riteneva che i primi ominini (un gruppo che comprende esseri umani, scimpanzè e bonobi, insieme ai nostri comuni antenati) fossero apparsi in Africa circa sette milioni di anni fa.

Il cranio, ritrovato nel 2015, è stato studiato attentamente solo negli ultimi anni. La sua morfologia suggerisce che il primate a cui apparteneva pesava tra i 110 e i 130 chili. Inoltre, sembra che vivesse in un ambiente piuttosto arido e probabilmente passava molto tempo a terra.

"I nostri risultati suggeriscono che gli ominini si siano evoluti nell'Europa occidentale e centrale, dove hanno vissuto per più di cinque milioni di anni prima di disperdersi in Africa, probabilmente come conseguenza della diminuzione delle foreste", ha dichiarato il professor David Begun, paleoantropologo dell'Università di Toronto e coautore dello studio.

Tuttavia, il ritrovamento non è ancora una prova definitiva: saranno infatti necessari nuovi reperti per far luce una volta per tutte sull’origine dei nostri antenati.


https://tech.everyeye.it/notizie/antico ... 69150.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 07/09/2023, 05:05 
vimana131 ha scritto:
Un antico teschio mette in dubbio la provenienza dei nostri antenati

A scuola ci hanno insegnato che i nostri primissimi antenati venivano dall’Africa.

Ora, la scoperta di un antico cranio di un primate potrebbe mettere in discussione questa convinzione,
gettando le basi per una rivoluzione nel mondo della paleoantropologia.

Il teschio, ritrovato in Turchia, appartiene a un esemplare di Anadoluvius turkae, una nuova specie di ominini vissuta circa 8,7 milioni di anni fa.
Prima di questa scoperta si riteneva che i primi ominini (un gruppo che comprende esseri umani, scimpanzè e bonobi, insieme ai nostri comuni antenati) fossero apparsi in Africa circa sette milioni di anni fa.

Il cranio, ritrovato nel 2015, è stato studiato attentamente solo negli ultimi anni.

La sua morfologia suggerisce che il primate a cui apparteneva pesava tra i 110 e i 130 chili. Inoltre, sembra che vivesse in un ambiente piuttosto arido e probabilmente passava molto tempo a terra.

"I nostri risultati suggeriscono che gli ominini si siano evoluti nell'Europa occidentale e centrale,
dove hanno vissuto per più di cinque milioni di anni
prima di disperdersi in Africa
,

probabilmente come conseguenza della diminuzione delle foreste", ha dichiarato il professor David Begun , paleoantropologo dell'Università di Toronto e coautore dello studio.

Tuttavia, il ritrovamento non è ancora una prova definitiva: saranno infatti necessari nuovi reperti per far luce una volta per tutte sull’origine dei nostri antenati.


https://tech.everyeye.it/notizie/antico ... 69150.html


Cita:
Europa occidentale


Vi ricordate il grandissimo utente laureato in Economia col nick Atlanticus81 cosa formulò come alternativa alla "Out of Africa",
che in queste pagine avevamo già smontato ampiamente,
ossia la sua teoria chiamata "Out of Atlantis"?

Ecco...

Cita:
Europa occidentale


Solo a me si accende in testa il grande faro di Alessandria [?]



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 07/09/2023, 05:43 
Cita:
Vi ricordate il grandissimo utente laureato in Economia col nick Atlanticus81 cosa formulò come alternativa alla "Out of Africa",
che in queste pagine avevamo già smontato ampiamente,
ossia la sua teoria chiamata "Out of Atlantis" [?]

Ecco...

Cita:
Europa occidentale


Solo a me si accende in testa il grande faro di Alessandria [?]


Questa importantissima scoperta fa il paio con un'altra teoria recente che, Provvidenza, ho appena finito di leggere.

Parla della Cultura Clovis, una particolare cultura umana preistorica (Sapiens Sapiens, la nostra specie).

E delle teorie più innovative sul processo di Popolazione delle Americhe.


Senza stressarci sul fatto che la teoria più recente basata su ritrovamenti attuali

vuole che i Clovis Americani, antenati dell' 80% dei Nativi cosiddetti Pellerossa, discendenti dagli Asiatici
del Nord Est Asiatico (la parte della Siberia che confina col Pacifico),

che avrebbero abbandonato passando attraverso un ponte di terra all'epoca esistente nell' attuale Stretto di Bering,
-come ho sempre pensato
(e non traversando il burrascoso Pacifico con delle canone come pensavano gli esperti in origine) -


NON fossero affatto come pensavano la prima popolazione americana,


cosa che vera o falsa che sia a questo punto ci interessa poco,

perchè a prescindere dal fatto che fossero i primi abitatori delle Americhe o meno,


c'è una Teoria scientifica interessantissima da cui dobbiamo partire chiamata Ipotesi Solutreana.


Cito passaggi da Wikipedia:
Cita:
L'ipotesi si basa sulle somiglianze tra le tecnologie litiche (della pietra, NdAz) del Solutreano europeo e di Clovis (Americano, NdAz).


Essa conclude che i primi abitanti delle Americhe fossero Europei!


Cita:
Secondo l'ipotesi solutreana, il popolo della cultura solutreana, tra 21.000 anni a.C. e 17.000 anni a.C.,
nell'Europa dell'era glaciale migrò in Nord America in barca lungo la banchisa dell'Oceano Atlantico settentrionale.



Essi portarono con sé i loro metodi di fabbricazione di utensili litici (di nuovo, in pietra, NdAz),


Ocio, che qui viene il bello:


Cita:
che rimasero inutilizzati per circa sei millenni (ROTFL! [:302] )
(perché non esistevano giacimenti di selce sulla banchisa)
e furono poi miracolosamente recuperati (BIS!!! [:302] )
al momento del loro arrivo sul continente nordamericano, circa 11.500 anni a.C.,

fornendo la base per la successiva (circa 11.000 anni a.C) tecnologia Clovis che si diffuse in tutto il Nord America.



Ora COSA è più probabile [?]


Un' Odissea preistorica dalla Francia dell'età della pietra alla futura Manhattan in canoa con tecnologie dimenticate per 6 millenni e poi miracolosamente recuperate [?]

O una comune origine intermedia alle due sponde dell' Atlantico,


ovviamente solo l'Atlantide di Platone, l' Atland o Aztlan degli Aztechi
(che non hanno mai potuto concordare le loro versioni ! E queste sono prove valide in tribunale se fosse un processo)


[?]


Ai poster l'ardua sentenza

Aztlan

PS: Fonte: Wikipedia.it



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 Oggetto del messaggio: Re: Interrogativi sulle vere origini dell' Uomo
MessaggioInviato: 07/09/2023, 12:43 
è molto più semplice, il gan eden impiantato in medio oriente non fu certo l'unico, ce n'erano in sud America in asia in Australia e quindi anche in nord America. O vogliamo credere che gambe in spalla sta gente su barchette di giunchi si spostata in tutto il mondo così a caso?



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