12/03/2016, 21:59
Così mangiare la carne ha aiutato la nostra evoluzione
Un esperimento della Harvard University verifica l’ipotesi che lega il consumo di carne a cambiamenti morfologici che avrebbero portato allo sviluppo del linguaggio e delle capacità cognitive
Forse oggi ne mangiamo troppa, ma la carne sembra aver giocato un ruolo molto particolare nell’evoluzione della nostra specie. L’incapacità di consumare carne cruda avrebbe spinto infatti i nostri antenati a sviluppare tecniche di preparazione e a utilizzare strumenti di pietra, e al contempo, avrebbe dato il via a una serie di modifiche morfologiche nella conformazione del viso degli ominidi che col tempo hanno permesso lo sviluppo del linguaggio e di capacità cognitive superiori. A suggerirlo è uno studio della Harvard University, pubblicato sulle pagine di Nature.
La loro ricerca nasce dalla constatazione di un paradosso evolutivo: l’apparato masticatorio e digestivo (muscoli, denti e intestino) dei nostri antenati ha iniziato a rimpicciolirsi circa due milioni di anni fa, proprio quando una serie di altre modifiche, come l’aumento delle dimensioni del corpo e un cervello più grande, hanno incrementato il loro fabbisogno energetico.
Hanno quindi iniziato a mangiare di meno, ottenendo però un maggiore apporto energetico dai cibi.
Come è possibile? Le ipotesi più probabili, scrivono i ricercatori, sono tre: che i nostri antenati abbiano iniziato a mangiare carne; che abbiano iniziato a processare il cibo con strumenti di pietra, per renderlo più facile da ingerire e digerire; oppure che abbiano iniziato a cucinare. I dati disponibili indicano però che l’utilizzo del fuoco per cucinare gli alimenti non si sarebbe diffuso prima di 500mila anni fa. Per questo, i ricercatori hanno deciso di investigare le altre due ipotesi.
In laboratorio, hanno chiesto a un gruppo di volontari di consumare diversi tipi di cibi di cui avrebbero potuto nutrirsi i nostri antenati: vegetali, tuberi, radici e carne. Tutti alimenti crudi ovviamente, sia interi, che sminuzzati con strumenti di pietra. Hanno quindi calcolato quanto sforzo richiedeva per ogni tipo di cibo consumare la quantità di calorie necessaria ai nostri antenati ominidi.
I risultati hanno dimostrato che la dieta perfetta era composta per un terzo di carne e due terzi di vegetali, ma solo se questi venivano processati con l’utilizzo di strumenti. La carne non processata infatti è risultata praticamente impossibile da mangiare per i volontari, ma fettine di carne abbastanza sottili da essere ingoiate intere, insieme a tuberi e radici pestate, permettono di masticare il 17% in meno e con una forza inferiore del 26%, rispetto alle altre possibili combinazioni testate.
I nostri antenati, insomma, avrebbero iniziato a mangiare carne per poter dedicare meno tempo alla raccolta e al consumo di cibo. E per farlo, hanno dovuto sviluppare una serie di strategie e tecnologie specifiche, che a loro volta hanno innescato una serie di cambiamenti morfologici che hanno aiutato lo sviluppo del linguaggio e delle nostre capacità intellettive.
“Se utilizzi meno forza e mastichi di meno, trascorri ovviamente una parte minore della giornata intento a mangiare”, spiega Katherine Zink, paleontologa di Harvard che ha collaborato allo studio. “E se non hai più bisogno di mantenere denti e mascelle potenti, la selezione naturale è libera di migliorare altri tipi di performance che migliorano la fitness e la sopravvivenza”.
12/03/2016, 22:07
13/03/2016, 13:11
MaxpoweR ha scritto:Io mi chiedo se questi dicono che siamo erbivori cosa ha spinto i primi ominidi a cacciare e procacciarsi la carne, a diventare allevatori? C'era un complotto anche allora? c'erano le lobby neandhertaliane della carne? Bah
13/03/2016, 14:41
13/03/2016, 14:45
MaxpoweR ha scritto:Sei tu che lo ritieni prevalentemente ERBIVORO
13/03/2016, 14:49
13/03/2016, 14:58
MaxpoweR ha scritto:MA lo hai mai visto un erbivoro? Tu quanti stomaci hai? Rumini? Hai 2 mq di molari? Non hai canini? sei per caso un roditore? Un cavallo? un cammello? Perché queste sono le classi degli ERBIVORI con le loro varianze. E non mi pare che l'uomo accomunabile a nessuno di questi. anche perchè saremmo bel ich estinti mangiando carne. Mentre invece viviamo oltre 100 anni e non mi pare che i vegani campino 150\200 anni ma che schiattino bene o male alla stessa età.
13/03/2016, 15:02
13/03/2016, 15:58
MaxpoweR ha scritto:
Tu continui parlare dei ritmi di oggi ma a me non frega nulla DEI RITMI degli altri io parlo per me e per quelli che ritengo IO i ritmi/modalità giusti PER ME.
13/03/2016, 17:28
14/03/2016, 15:35
Lo strano caso di Dio nominato in un articolo scientifico
http://www.altrogiornale.org/wp-content/uploads/2016/03/handart-sh-300x286.jpg
Un paper pubblicato su Plos One attribuisce il design della mano umana al Creatore. Una figuraccia per la rivista, che gli autori dell’articolo spiegano con un semplice errore di traduzione
Errore di traduzione, o maldestro tentativo per parlare di intelligent design su una rivista scientifica?A sollevare il caso è un articolo pubblicato negli scorsi giorni sulla rivista Plos One, in cui si analizzano le caratteristiche biomeccaniche della mano umana in relazione alla capacità di portare a termine una serie di attività quotidiane. Niente di troppo strano, se non fosse che leggendo l’abstract del paper si ha la netta impressione che gli autori attribuiscano al “Creatore” l’esistenza di un legame causale tra l’architettura della mano e le attività per cui viene utilizzata. Come a dire: Dio ha creato la mano, perché è perfetta per farci quello che ci facciamo. Un tipico ragionamento da sostenitori del disegno intelligente (o creazionismo scientifico), che ha scatenato le proteste della comunità scientifica costringendo Plos One a ritirare lo studio. A guardare meglio però, la vicenda nasconde altro: poca, o cattiva, scienza, e un’incredibile figuraccia per la rivista.
La frase incriminata dell’abstract può essere tradotta più o meno così: “Questo collegamento funzionale esplicito indica che le caratteristiche biomeccaniche dell’architettura connettiva tendinea tra muscoli e articolazioni rappresentano il disegno ottimale del creatore [proper design by the Creator, in inglese] per portare a termine una moltitudine di attività della vita quotidiana in modo confortevole”.
Ma non è tutto. Scorrendo l’articolo ci si imbatte infatti in una frase ancor più inequivocabile: “Hand coordination should indicate the mystery of the Creator’s invention”.
Ovvero: “ La coordinazione della mano dovrebbe indicare il mistero dell’invenzione del Creatore ”.
A dirla tutta però, proseguendo nella lettura fino ad arriva alle conclusioni dell’articolo la faccenda inizia a farsi un tantino misteriosa. “Per concludere – scrivono infatti gli autori – il nostro studio può migliorare la comprensione della mano e confermare che la sua architettura meccanica è un design ottimale da parte del Creatore per la per l’esecuzione di numerose funzioni, che deriva dal un rimodellamento evolutivo della mano ancestrale durato milioni di anni”.
Perché di colpo si parla di evoluzione? Presto detto: come ha spiegato uno degli autori nei commenti all’articolo (dove intanto andava in scena una battaglia tra scienziati e sostenitori dell’intelligent design), i ricercatori che hanno scritto il paper sono tutti cinesi, e non essendo l’inglese la loro madrelingua l’uso del termine Creatore è un semplice errore di traduzione. Quello che volevano intendere, spiega Ming-Jin Liu, è natura: attraverso l’evoluzione, la natura avrebbe fornito alla mano un design ottimale per portare a termine una lunga serie di compiti.
Tutto risolto dunque? Non proprio. Come fanno notare diversi scienziati nei commenti, anche eliminando l’intervento divino il ragionamento dei ricercatori cinesi rimane scientificamente scorretto, perché attribuirebbe una chiara intenzionalità all’operato dell’evoluzione, un tipo di ragionamento rifiutato dall’evoluzionismo. L’utilizzo di Creator con la C maiuscola, come si fa quando si parla di Dio (come se scrivessimo il Signore, e non il signore) è difficile da spiegare se i ricercatori cinesi non si riferivano al padreterno, ed è forse per questo che gli editor di Plos One hanno deciso di ritirare definitivamente l’articolo, invece di modificare semplicemente il testo come proposto dai suoi autori.
In conclusione, l’unica certezza che rimane al termine di questa strana vicenda è l’enorme figuraccia fatta da Plos One. Trattandosi di una rivista peer reviewed, per quanto open acces, l’articolo dovrebbe aver superato infatti una revisione da parte di altri scienziati prima di ricevere l’ok per la pubblicazione, e in molti oggi si chiedono come questo autentico pastrocchio scientifico possa essere sfuggito alla loro attenzione.
Simone Valesini
fonte: http://www.altrogiornale.org/lo-strano-caso-dio-nominato-un-articolo-scientifico/
14/04/2016, 21:04
Un grande cambiamento alla fine dell’Era Glaciale
Una nuova ricerca scientifica ha scoperto un grande e inspiegabile cambiamento avvenuto circa 15.000 anni fa in Europa: i locali cacciatori-raccoglitori furono quasi interamente rimpiazzati da una popolazione proveniente da un’altra area geografica. Le scoperte sono state fatte dopo l’approfondito studio del DNA ottenuto da ossa e denti di persone vissute in Europa tra il Tardo Pleistocene fino all’inizio dell’Olocene, un periodo di circa 30.000 anni. Mentre cercavano dei dati genetici di questo periodo, i ricercatori dell’Istituto Max Planck di scienza della storia umana, in Germania, hanno fatto la scoperta inattesa.
Dice l’autore dello studio Johannes Krause: «Abbiamo scoperto un capitolo completamente sconosciuto della storia umana: un grande cambiamento della popolazione avvenuto alla fine dell’ultima Era Glaciale».
Una singola migrazione
Per cercare e mettere insieme i fatti di questo ‘periodo perduto’, il team ha analizzato i genomi mitocondriali di 35 cacciatori-raccoglitori vissuti in Italia, Germania, Belgio, Francia, Repubblica Ceca e Romania, risalenti tra i 35.000 ai 7.000 anni fa. Tre di queste 35 persone avevano un DNA mitocondriale appartenente all’aplogruppo M, ovvero facevano tutti parte di una singola linea di discendenza. Oggi questo aplogruppo è quasi completamente assente negli europei moderni, ma è molto comune tra le moderne popolazioni di Asia, Australasia e dei nativi americani. Questo aveva portato gli scienziati a credere che la popolazione non-africana che colonizzò Europa e Asia, fosse migrata in questi luoghi in più occasioni e col tempo. Invece, la scoperta di questo aplogruppo pure in Europa suggerisce che tutti i non-africani si dispersero velocemente e da una singola popolazione, un avvenimento accaduto secondo gli scienziati circa 55.000 anni fa. Poi, più avanti col tempo, l’aplogruppo M andò apparentemente perduto dall’Europa.
«Quando cominciò l’Ultimo massimo glaciale (il periodo di massima espansione dei ghiacci, ndr) circa 25.000 anni fa, le popolazioni di cacciatori-raccoglitori si sarebbero ritirate a sud verso dei ‘refugia glaciali’ (zone isolate per sfuggire alle calotte di ghiaccio), e il conseguente ‘restringimento’ genetico probabilmente risultò nella perdita di questo aplogruppo», spiega l’autore dello studio Cosimo Posth, dell’Università di Tubinga.
Ricambio di popolazione
Si tratta di una grande scoperta di per sé, ma la sorpresa maggiore per i ricercatori è arrivata quando hanno scoperto le tracce di un grande cambiamento della popolazione circa 14.500 anni fa, quando l’ultima Era Glaciale stava finendo e il mondo cominciava a scaldarsi. Adam Powell, un altro scienziato dell’Istituto Max Planck, ha spiegato: «Il nostro modello suggerisce che durante questo periodo di sconvolgimento climatico, i discendenti dei cacciatori-raccoglitori che sopravvissero all’ultima era glaciale furono in gran parte rimpiazzati da una popolazione proveniente da un altro luogo». Il prossimo passo per i ricercatori è ricostruire un quadro più completo della genetica europea di questo periodo, al fine di scoprire cosa possa aver causato un tale cambiamento della popolazione.
Fonte: http://www.altrogiornale.org/un-grande-cambiamento-alla-fine-dellera-glaciale/
10/11/2016, 12:42
10/11/2016, 14:35
11/11/2016, 00:19
MaxpoweR ha scritto:Sono le cose più evidenti che spesso risultano maggiorente celate. Si pensi ai capelli umani ed alla loro crescita inarrestabile (almeno per alcuni ^_^). Perchè mai la natura avrebbe dovuto selezionare questo tratto tanto inutile e deleterio? Tanto per citare un esempio abbastanza banale. Ma ce ne sono a centinaia.