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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 18:33 
una persona attenta si accorge che la traslitterazione di demontis, se vogliamo chiamarla così, è del tutto diversa da quella di Mayer, che oltre ad essere un esperto riconosciuto a livello mondiale, ha anche tenuto l'oggetto in mano, il che gli ha permesso di leggere tutti i segni, anche quello che la foto non lascia riconoscere.

una persona attenta ci dovrebbe arrivare da sola a capire che un perito chimico non ha la competenza necessaria a leggere il cuneiforme -e questo è evidente dai risultati- e che è ridicolo pensare che uno così, che non solo non conosce il cuneiforme e il babilonese ma nemmeno ha visto l'oggetto dal vivo, non debba far ridere quando pronuncia la frase "io non sono d'accordo col prof. Mayer".

Mi dispiace , ma ancora una volta, Max, hai perso una buona occasione per tacere.

Che si tratti di opinioni lo dici te, che però non hai idea alcuna della materia, ergo è questa tua affermazione a lasciare il tempo che trova, esattamente come quella di demontis.
Si tratta difatti di scrittura, cioè di fatti decisamente oggettivi e le persone che hanno studiato lo sanno benissimo chi dei due abbia ragione. Anche le persone attente lo possono capire benissimo tenendo presente che uno è un'esperto riconosciuto del settore, l'altro un perito chimico.
Le altre fanno i discorsi che fai te.

d'altronde la traslitterazione di Mayer dà un senso, come si vede dalla sua traduzione, mentre quella di demontis ovviamente no.
o oltre a non conoscere il cuneiforme non leggi nemmeno il tedesco?


Ultima modifica di cecca il 24/05/2015, 18:47, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 18:44 
inoltre cavolo, invece di ringraziare per la traduzione che voinnon avreste trovato MAI, max, te ne esci con questi discorsi


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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 18:59 
Sulla questione ho solo da dire due cose.

Enki mi ricorda alcune caratteristiche di Shiva.
Se è vero che la cultura della valle dell Hindo è più antica di quella sumera allora perchè
i sumeri non potrebbero avere avuto contatti anche indiretti con la cultura indiana.
Infondo nomadi, predoni e mercanti si sono sempre spostati in ogni epoca.


I corsi universitari di sumerologia non hanno un gran valore perchè si basano
su mere supposizioni.



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 19:10 
A mio avviso è molto probabile, xanax, che sumeri, culture della valle dell'Indo e molte altre civiltà antichissime facciano riferimento tutte ai medesimi soggetti conosciuti con nomi diversi, retaggio di una tradizione comune ereditata da una civiltà madre perduta alla fine dell'ultimo periodo glaciale.

cecca ha scritto:
Invero non dimostra alcunché se non che in un determinato momento per un qualche motivo un oggetto votivo è stato portato a Malta.


Se non dimostra un contatto nemmeno lo esclude. Quindi, se non si può escludere un contatto tra la cultura mesopotamica e quella maltese, proviamo a immaginare uno scenario in cui ci furono relazioni e rapporti commerciali tra le due civiltà.

Ed è qui che la cosa inizia a diventare strana.

Come ha fatto a percorrere gli oltre 2.500 chilometri che separano la città mesopotamica da Malta senza quantomeno ipotizzare un contatto diretto tra le due culture?

"In Mesopotamia oggetti sacri come questo erano destinati al culto, e non potevano uscire dal tempio, tanto meno essere scambiati", spiega l'archeologa Giulia Recchia.

Certo è pur vero che potrebbe essere frutto di una razzia, ma anche questa sarebbe una congettura al pari di quella dei presunti contatti tra la cultura sumera e la cultura proto-maltese.

Ora... aggiungendo questo misterioso tassello ai tasselli che riscontriamo dalle scoperte presentate nei seguenti articoli ne esce un quadro che lascia più domande che risposte e dove Malta ricopre un ruolo non marginale.

L’ENIGMA DEI “BINARI DI PIETRA” DELL’ETÀ DEL BRONZO SULL’ISOLA DI MALTA

Solchi come quelli presenti sulle isole di Malta e Gozo sono state rinvenute anche in altri luoghi del mondo, come in Sardegna, Sicilia, Grecia, Spagna, Francia e Germania. Non tutte però sembrano avere la stessa origine e non tutte sembrano avere lo stesso scopo. Ma fra tutte, quelle presenti su Malta sono certamente le più impressionanti. È molto probabile che venissero usate come mezzo di trasporto… ma cosa si muoveva su di esse?

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... -di-malta/


E ancora

L’IPOGEO DI HAL SAFLIENI E I TESCHI ALLUNGATI MISTERIOSAMENTE SCOMPARSI

Da un esame eseguito sugli scheletri dell’età della pietra, sembra che i primi abitanti di Malta fossero una razza di persone dal cranio lungo e dall’altezza media minore, simili ai primi popoli d’Egitto, i quali si sono diffusi verso ovest, lungo la costa settentrionale dell’Africa. Alcuni sono giunti su Malta e Sicilia, altri in Sardegna e Spagna. (National Geographic Magazine, gennaio-giugno, 1920, Volume XXXVII).

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... scomparsi/


E ancora...

Le isole di Malta e di Gozo ospitano sette templi megalitici

A Gozo, i due templi di Ggantija sono datati all'età del bronzo (5.000 a. C.). Li si chiama anche "Torre dei giganti". I blocchi di pietra esterni possono raggiungere i 6 metri di altezza.

Immagine

Immagine

http://storiasoppressa.over-blog.it/art ... 85708.html


Secondo voi la pianta del tempio megalitico maltese di Mnajdira, la seconda delle foto sopra riportate, può somigliare a Gobekli Tepe?



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 19:20 
zakmck ha scritto:
Per contro pregherei il cecca di evitare continuamente esternazioni come questa perche' non utili in questo contesto.


zakmck ha scritto:
Magari anche interrogarsi sul perche' si interviene nella discussione potrebbe aiutare.


cecca ha scritto:
una persona attenta ci dovrebbe arrivare da sola a capire che un perito chimico non ha la competenza necessaria a leggere il cuneiforme


cecca ha scritto:
Anche le persone attente lo possono capire benissimo tenendo presente che uno è un'esperto riconosciuto del settore, l'altro un perito chimico.


cecca ha scritto:
Mi dispiace , ma ancora una volta, Max, hai perso una buona occasione per tacere.


cecca ha scritto:
o oltre a non conoscere il cuneiforme non leggi nemmeno il tedesco?


[:291]
Comincia a sorgermi il dubbio che forse e' l'italiano che fatichi a capire.



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 19:29 
perchè un perito chimico non dovrebbe essere capace di leggere il cuneiforme?



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MessaggioInviato: 24/05/2015, 19:33 
cecca ha scritto:
una persona attenta si accorge che la traslitterazione di demontis, se vogliamo chiamarla così, è del tutto diversa da quella di Mayer, che oltre ad essere un esperto riconosciuto a livello mondiale, ha anche tenuto l'oggetto in mano, il che gli ha permesso di leggere tutti i segni, anche quello che la foto non lascia riconoscere.


Una semplice domanda...

Mayer è infallibile?



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 20:16 
Atlanticus non ricordo di aver sentito dire che i sumeri fossero abili navigatori
nè di ritrovamenti di manufatti tipicamente protomaltesi in sumeria.

Ma come ho scritto nomadi,razziatori e mercanti han sempre circolato e quindi non mi meraviglio
del ritrovamento di manufatti sumeri a Malta.



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 24/05/2015, 20:27 
Xanax ha scritto:
Atlanticus non ricordo di aver sentito dire che i sumeri fossero abili navigatori


Io penso invece che lo fossero... [;)]

<<già dai tempi remoti dei Sumeri si ha notizia di rotte oceaniche e di circumnavigazione del continente africano. I testi sumerici parlano di Enki(Ea) signore dell’Ab-zu (Absu, emisfero inferiore), o signore delle miniere (Benimiki-Ea). Ab-zu o Zu-ab significava oro, metallo... “L’Absu era Arali a 4000 km a Sud-Ovest di Sumer...”

Sembra chiaro (nonostante la distanza sia maggiore di 10 volte, che stiamo parlando di quelle miniere menzionate anche dalla Bibbia (Le miniere di Salomone): le miniere di Simbabwe. Molti studiosi sostengono oggi l’ipotesi Simbabwe.

Z. Herman lo sostiene nel suo “Peoples, Seas, Ships” Raccogliendo le prove che gli Egizi estraevano molti minerali da questo luogo. In Sud Africa e nello Zimbabwe, molti ingegneri minerari hanno cercato l’oro proprio dove vedevano antichi pozzi o tracce di attività estrattiva “preistorica” .

A conoscenza di questo particolare, l’Anglo American Corporation incaricò alcuni archeologi di studiare questi siti. Adrian Boshier e Peter Beaumont, concluse le ricerche, affermarono sulla rivista “Optima” di aver trovato tracce di attività mineraria antichissima. La datazione al radiocarbonio eseguita da due diverse università, la Yale University e l’Università di Groningen (Olanda), diede questi risultati: “Attività estrattiva eseguita tra il 7690 e il 2000 a.C.!” >>

Da: "Shardana i Principi di Dan" ed. 2005


E considerando altre evidenze e indizi mi spingo fino a dire che circumnavigarono l'Africa giungendo anche in sudamerica, che potrebbe essere un'altra plausibile collocazione della mitica terra di Punt di cui si fa menzione nelle cronache egizie della regina Hatsepshut.

Credo vada rivalutata la possibilità che culture antiche avessero anticipato di millenni le esplorazioni dei continenti oltre oceano

ANTICHE ROTTE COMMERCIALI
http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9945



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MessaggioInviato: 24/05/2015, 20:48 
Atlanticus anche lo scopritore di Great Zimbabwe la pensava più o meno così
ma gli scavi archeologici gli diedero torto: furono ritrovati solo manufatti di popolazioni africane.

Enki e Salomone faceva affidamento su personale locale. [;)]



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MessaggioInviato: 25/05/2015, 12:15 
atlantico,

hai presenti chi siano i sumeri e cosa sia il periodo mediobabilonese?

sai che il cuneiforme È un sistema di scrittura usato per varie lingue?

evidentemente no, altrimenti capiresti da solo che l'oggetto votivo in questione non ha niente di sumero quindi nemmeno dimostra contatti tra sumeri ed altre persone.

il problema è che fantasticate su cose che invece rivelano molto ma molto meno di quello che voi gli caricate sopra per partito preso. Sono tutti errori di metodo.

I sumeri non sono assolutamente noti per essere stati dei grandi navigatori. "Pensare" senza avere PROVE significa fantasticare.

Quello che sappiamo e che si sono spinti al Bahrein e fino all' oman.

Il resto è, come sopra, fantasia assoluta priva di qualsiasi fondamento REALE.

Absu non indica manco per sogno l'emisfero settentrionale. Pura invenzione di sitchin per dare un senso alle sue fantasie.

Mayer non è infallibile, come nessuno. Domanda capziosa.
Domanda tuttavia del tutto inutile perché che nessuno sia infallibile non dimostra che Mayer abbia sbagliato.
Per dimostrarlo occorre proporre una lettura ed una traduzione migliori, cioè che diano un senso migliore e comunque un senso compiuto.
Quel tentativo di traslitterazione presente nella foto da te postata è non solo parziale, infatti molti segni non sono traslitterati e alcuni segni d'altronde non sono nemmeno ben visibili IN FOTO, ma è del tutto privo di senso compiuto.


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MessaggioInviato: 25/05/2015, 13:28 
cecca ha scritto:
atlantico


Fammi capire... non riesci quasi mai a scrivere correttamente il mio nickname perché hai attivo il correttore automatico o perché pensi di riuscire a irritarmi con questo comportamento infantile e poco consono a un "dotto" del tuo calibro?

[:D]

Ma sorvolando su queste inezie, seppur vero quanto cecca dice relativamente alle attuali nostre conoscenze riguardo la capacità di navigazione dei sumeri, rimane il fatto che essendo arrivati fino all'oman e al bahrein POTENZIALMENTE, potrebbero essersi spinti più in là.

E io non mi sento di escludere questa possibilità in riferimento a tutta una serie di elementi ulteriori in epoche successive tra cui:

- le spedizioni verso la misteriosa terra di punt di epoca egizia
- la tradizione midrashica legata allo shamir che parla di terre al di là del grande mare
- le teste olmeche con fattezze negroidi ritrovate nella foresta amazzonica
- ricerche scientifiche recenti che ipotizzano navigazioni transoceaniche già nel pleistocene
- il livello tecnologico avanzato raggiunto dai sumeri in molti campi, compresa l'industria nautica, con l'introduzione delle vele quadre, poi riprese dagli egizi.

Io credo che vada superato il dogma secondo il quale le civiltà antiche non fossero in grado di navigare affrontando gli oceani ed entrando in contatto con altre comunità umane... il che spiegherebbe anche le contraddizioni storiche legate all'impresa di colombo.

Che poi all'epoca i costi superassero i benefici e quindi ciò avvenne solo in sporadici casi è un altro discorso



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 25/05/2015, 14:28 
non c'entrano niente i dogmi. Pensare a dei dogmi serve evidentemente a te per poter affermare qualunque cosa facendola passare per apprezzabile in quanto contraria a dei "dogmi" dei prevenuti e cattivi accademici.

La ricostruzione della storia avviene attraverso i dati in nostro possesso, non attraverso i "pensieri" su quello che ci piacerebbe fosse accaduto.

Potenzialmente, dici.
Ma con quello che "potenzialmente" può essere successo non si ricostruisce la storia ma al massimo si possono scrivere dei romanzi.

ci sono dati che provino che i sumeri si sono spinti in africa? no.
fine del discorso. quando vi saranno se ne ragionerà.

come sempre butti tutto in un calderone. parli dei sumeri e tiri fuori gli olmechi.
bravo.

si vede che hai un metodo di analisi veramente ferreo.


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MessaggioInviato: 25/05/2015, 14:52 
cecca ha scritto:
ci sono dati che provino che i sumeri si sono spinti in africa? no.


Non ci sono nemmeno dati che provino che la Grande Piramide fu edificata da Cheope (a parte il falso cartiglio di Vyse) con l'utilizzo di rampe il che, secondo quello che affermi tu, significa che quello che leggiamo sui libri di storia in merito all'edificazione delle piramidi ha lo stesso valore di un romanzo.

Tornando al nostro discorso ... magari prove come dici tu sulla presenza sumera in africa o peggio oltreoceano non ci sono, ma bisogna anche volerli cercare e prendere in considerazione TUTTO, non solo quello che fa comodo e questo vale sia certamente per me, ma anche altrettanto per te...


ISCRIZIONI FENICIE IN BRASILE (di Yuri Leveratto)

... La teoria della scoperta occasionale è supportata dal fatto che i popoli antichi, in questo caso i Sumeri, erano buoni naviganti e potrebbero aver circumnavigato l’Africa nel senso uguale alle lancette dell’orologio, ovvero partendo dal Mar Rosso e dirigendosi inizialmente verso il Capo di Buona Speranza. Una volta giunti presso le isole di Capo Verde però, i venti contrari, ovvero gli alisei, li avrebbero spinti verso il Brasile e così sarebbero giunti inizialmente in Amazzonia.

Secondo questa teoria il secondo popolo di navigatori che giunse occasionalmente al Brasile furono i Fenici, che però lasciarono nel continente sud americano molte più evidenze archeologiche e fonemi linguistici nelle lingue locali, come il Tupi Guaraní.

Uno dei primi sostenitori della teoria della presenza antica dei Fenici in Brasile fu il professore di storia austriaco Ludwig Schwennhagen (XX secolo), che nel suo libro “Storia antica del Brasile”, citava gli studi di Umfredo IV di Toron (XII secolo), che a sua volta aveva descritto i viaggi del re Hiram di Tiro (993 a.C.), ere Salomone di Giudea (960 a.C.), fino all’estuario del Rio delle Amazzoni.

Secondo Schwennhagen la lingua Tupi Guaraní avrebbe la stessa origine delle lingue medio-orientali e, in particolare mostrerebbe molte similitudini con la lingua sumera.

Per quanto riguarda le evidenze archeologiche e documentali, che proverebbero l’arrivo e la presenza antica di fenici in Brasile, si deve innanzitutto citare la questione della Pietra di Paraiba, che fu rinvenuta nel 1872 presso Pouso Alto (Paraiba).

La pietra si spezzò in quattro pezzi non fu mai ritrovata, ma la copia delle iscrizioni che secondo gli scopritori vi erano intagliate fu inviata al visconte di Sapuachay che era il presidente dell’istituto storico di Rio de Janeiro. Inizialmente la trascrizione fu dichiarata un falso però in seguito, nel 1960, l’epigrafista Cyrus Gordon affermò che il testo fenicio che riproduceva la Pietra di Paraiba, non poteva essere un falso, perchè riportava dei concetti grammaticali della lingua fenicia che erano ancora sconosciuti nel 1872, quando la conoscenza dell’antico idioma medio-orientale nel mondo era ancora molto limitata. Ecco la traduzione della Piedra di Paraiba:

Siamo Canaei di Sidone della città del re mercante. Giungemmo a quest’isola lontana, una terra montagnosa. Abbiamo sacrificato un giovane agli Dei e alle Dee celesti, nel diciannovesimo anno del nostro re Hiram e ci siamo imbarcati a Ezion-Geber nel Mar Rosso. Abbiamo viaggiato con dieci navi per due anni intorno all’Africa, quindi ne fummo separati per la mano di Baal e già non stiamo con i nostri compagni. Così giungemmo qui, dodici uomini e tre donne, alla isola del ferro, in una nuova spiaggia che io, l’almirante controllo. Ma sicuramente gli Dei e le Dee ci favoriranno.

Secondo Cyrus Gordon il re Hiram che si menziona sarebbe Hiram III, che daterebbe l’iscrizione al 531 a.C. Inoltre, quando ci si riferisce alla “mano di Baal”, si starebbe indicando il Dio delle tempeste e ciò avvallerebbe la tesi dei venti alisei che dalle isole di Capo Verde spirano costantemente verso il Brasile.

Vi sono altre fonti documentali sul possibile arrivo di navi fenicie in Brasile. Per esempio le fonti di Erodoto che nelle sue Storie, cita una spedizione fenicia contrattata dal faraone egizio Necao II (610 a.C.- 595 a.C), che partì dal Mar Rosso e giunse allo stretto di Gibilterra tre anni dopo.

Inoltre bisogna citare la spedizione cartaginese del 425 a.C. comandata da Annone, che avrebbe dovuto fondare delle colonie del golfo di Guinea, durante la quale potenzialmente anche i Cartaginesi (discendenti dei Fenici), avrebbero potuto giungere in Brasile.

Dal punto di vista delle evidenze archeologiche, si deve citare la Pedra di Gavea e la Pedra do Ingá.

La prima, ubicata presso Barra da Tijuca nello Stato di Rio de Janeiro, riporta dei petroglifi che sono stati parzialmente decifrati dallo studioso Bernardo de Azevedo da Silva Ramos. (Inscrições e Tradições da América Pré-Histórica, 1932).

Secondo questa interpretazione l'iscrizione potrebbe essere translitterata in questo modo:

LAABHTEJBARRIZDABNAISINEOFRUZT

Che tradotto significherebbe:

Qui Badezir, re di Tiro, figlio più vecchio di Jetbaal.

L’iscrizione rimonterebbe pertanto all’incirca all’840 a.C., in quanto Jetbaal regnò fino all’847 a.C.

Anche se secondo alcuni storici ortodossi l’iscrizione della Pedra di Gavea è indicata come un falso, c’è da chiedersi come sia stato possibile, nel principio del XIX secolo, quando il petroglifo della Pietra di Gavea fu dato a conoscere pubblicamente, riprodurre un’iscrizione fenicia visto che la conoscenza di quest’idioma era molto limitato nel mondo (stessa situazione della Pietra di Paraiba).

L’altra evidenza archeologica della possibile presenza antica dei Fenici (o forse degli Ittiti come sostenuto dall’italo-brasiliano Gabriele D’Annunzio Baraldi) in Brasile è il misterioso e complesso Petroglifo di Ingá, che ho avuto la possibilità di studiare in un mio recente viaggio in Brasile.

Analizzando la Pedra do Ingá, si possono notare molti segni che secondo Baraldi sono stati fatti utilizzando degli stampi quando l’intero monolito era un enorme pezzo di lava fusa, in seguito all’eruzione di un’antico vulcano.

Per esempio si nota un segno molto simile al qoph fenicio, ovvero un circolo con una linea verticale al centro, che corrisponde al latino q.

L’ultima evidenza, quest volta documentale, sulla possibile presenza di popoli medio-orientali (forse Cartaginesi), nell’interno del Brasile è il famoso Documento 512, che ho recentemente tradotto in forma integrale dal portoghese antico.

Come si vede la possibilità che i Fenici siano arrivati in epoche antiche in Brasile è supportata da varie evidenze documentali, archeologiche e linguistiche.

Resta da verificare se realmente si stanziarono in Sud America e se poterono sfruttare alcune miniere di metalli preziosi, che furono utilizzate dai Templari nei secoli sucessivi, come sostenuto da alcuni ricercatori del cono sud.

http://www.kricio.com/iscrizioni-fenici ... asile.html


Ludwig Schwennhagen
http://pt.wikipedia.org/wiki/Ludwig_Schwennhagen

Secondo me l'unico a non conoscere l'esistenza del continente americano era Cristoforo Colombo!

E, come abbiamo visto altrove, è altresì molto probabile che in realtà ne fosse a conoscenza anche lui...

[;)]

Quindi non è vero che non esiste in via assoluta la possibilità di contatti tra la mesopotamia e il sudamerica.

Diciamo piuttosto che, come con Nicea, l'ortodossia archeologica accademica ha preferito concentrarsi su alcuni elementi e non su altri per costruire UNA visione della storia e non un'altra.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 25/05/2015, 14:58, modificato 2 volte in totale.


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se usaste i dati in vostro possesso (vostro di chi?) la storia sarebbe decisamente diversa. Il lavoretto che fate è quello di mettere la testa sotto la sabbia e vedere solo quello che continua a farvi mettere il pane in tavola. E fate anche bene ma per fortuna non sono tutti tanto beoti da dar credito a tutte le scemenze di SEDICENTI esperti; esperti di cosa poi? Di una materia che nessuno conosce oggettivamente... Vedi un pò la storia in mano a chi è finita -_-



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