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U.F.O.
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MessaggioInviato: 06/02/2014, 13:11 
Sono d'accordo con il discorso generale del post, soprattutto quando Atlanticus parla della superbia che spesso accompagna i pensieri "ortodossi". Direi che oltre che d'ignoranza in questi casi si può facilmente parlare di fragilità e debolezza, poichè l'unica cosa che spinge ad utilizzare certi toni è il sapere che dietro alle tue spalle c'è una schiera di benpensanti e documentazioni ufficiali pronti a difenderti. Insomma, la posizione dell'"alternativo" è sicuramente più difficile da intraprendere.

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

C'è anche da considerare quanto scritto nelle cronache sud americane di un tentativo degli incas di portare a machu pichu uno dei grandi blocchi per tentare di emulare quanto fatto, a LORO DETTA, dagli antichi dei costruttori e civilizzatori. Inutile dire che il tentativo è finito in tragedia con il rotolamento del blocco sulle persone sottostanti ed annesse decine di morti. PER UN SOLO BLOCCO. Scusate la vaghezza ma l'ho letto nel libro di Hancock - impronte degli dei e non riesco a recuperare la pagina esatta -.-


Ecco, vaglielo a spiegare a un utente su facebook che, nonostante gli abbia dimostrato con la matematica (la faccenda di "1 blocco ogni 7/8 minuti" per la costruzione della Grande Piramide) derideva e denigrava le ipotesi 'alternative'.

[:(!]

Nemmeno davanti all'evidenza si arrendono! Ma che male ci sarebbe per per una persona normale ammettere l'assurdità delle teorie 'accademiche'???

Soprattutto davanti a prove LOGICHE schiaccianti.



Anche in questo caso sono d'accordo. Però ti chiedo, obiettivamente che tipo di risposta vorresti in casi come questo dall'ambiente accademico? E che spiegazione daresti tu a una cosa del genere, che effettivamente sfugge ad ogni logica?

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
In questi ultimi giorni ho assistito (e in taluni casi partecipato) ad accesi dibattiti in alcuni thread di ufoforum tra da un lato le posizioni degli SCETTICI e dall'altro la difesa delle ipotesi degli ALTERNATIVI.


E infine solo un piccolo appunto.
"Questi ultimi giorni" era tipo due anni fa, ma vabbè la situazione è sempre quella. [:D]
Volevo solo dire che è giusto parlare del contrasto scettici-alternativi se consideriamo i media, il web e la società in generale.
Nel forum però queste due posizioni si invertono: spesso l'alternativo in questo contesto è colui che nega certi fenomeni (l'Insider di turno insomma [;)]) che rappresenta infatti una minoranza.
Lo dico solo per sottolineare come sia palese la presenza di certi individui (fortunatamente pochi) che seguono la corrente del forum per cercare approvazione (vedendo ufo e alieni in qualunque cosa), alla stessa stregua di chi nella "realtà esterna" è pronto a screditare qualunque cosa a priori.

Morale:credo che più che un modo assoluto di pensiero, la scelta tra ortodossia/alternatività sia certe volte dovuta all'inconscia esigenza di sentirsi parte di un gruppo, di una tribù con le proprie credenze che difende i propri membri da attacchi esterni.


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MessaggioInviato: 15/02/2014, 11:34 
A dimostrazione che non ci si può fidare di nessuno, neanche dei libri di scuola (figuriamoci delle riviste scientifiche)

Cita:
Alunni smentiscono il libro di storia: - errori sulle condizioni del Meridione
Il testo: Sud arretrato e povero prima dell'Unità d'Italia - I ragazzi hanno provato con documenti che non è vero

SALERNO - Il Sud «arretrato», praticamente barbaro e subalterno al Nord. Le risorse economiche quasi nulle in un territorio praticamente sottosviluppato prima dell'Unità d'Italia. E' questo il quadro che il libro «Chiedi alla Storia» - autori Amerini e Roveda, edito da Bruno Mondadori - adottato dalla terza classe della sezione C della scuola media «Alfonso Gatto» di Battipaglia, traccia del Mezzogiorno prima dell'arrivo di Garibaldi. Un falso storico per gli alunni. Che hanno deciso di approfondire gli studi, iniziare una serie di ricerche storiografiche per smontare questa tesi e denunciare il fatto. E così è stato.
LA MOLLA - Tutto è iniziato, come racconta il Mattino, quando i ragazzi hanno studiato il 13 capitolo del libro. Dove il Sud è rappresentato, all'epoca dei Borbone, con un quadro a tinte fosche. Tant'è che secondo gli autori il Regno d'Italia fu costretto a sobbarcarsi il deficit del Regno delle due Sicilie.

LA RISPOSTA - Gli alunni hanno recuperato gli atti della Conferenza internazionale di Parigi del 1856, che assegnava al regno dei Borbone un premio per lo sviluppo industriale, e hanno fatto riferimento alla quotazione della Borsa parigina che prima del 1860 premiava la rendita dello stato napoletano. Ed ancora, tra i tanti documenti, i ragazzi hanno fatto riferimento a una lettera del 1899 dello storico Giustino Fortunato che rilevava le «floridissime condizioni» del Meridione prima dell'unificazione.

SOSTEGNO - Dai professori e dal preside è arrivato un plauso all'attività dei ragazzi della III C. Non solo per lo studio. «Purtroppo - ha detto Fortunato Ricco, dirigente della Gatto - molti manuali di storia inquadrano le tappe preunitarie in ottica di sudditanza del Sud. bene hanno fatto gli studenti a evidenziare queste ombre

http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 7554.shtml



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MessaggioInviato: 16/02/2014, 03:29 
Il regno delle 2 sicilia era più florido d'europa non per niente aveva un pil superiore al "nord" di almeno il 5%. Senza contare che quasi tutto il patrimonio della nascente banca d'italia era di fatto quello del banco di napoli!

Hanno praticamente DRAGATO i fondi del regno delle due sicilie.



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MessaggioInviato: 23/03/2014, 19:49 
LA REINCARNAZIONE: PROBLEMI, DOMANDE, RICERCHE

PARTE PRIMA: L’IDEA DELLA REINCARNAZIONE NELLA STORIA
Masi Felice (“La Ricerca psichica”, anno III, 1996, n. 1)

Premessa

La credenza nella reincarnazione non è una credenza specifica solo di alcune popolazioni ma la riscontriamo diffusa presso tutti i popoli e in ogni cultura, benché in taluni contesti in misura assolutamente maggioritaria e in altri fortemente minoritaria. Altresì la ritroviamo in tutti i tempi, dall'antichità fino ai giorni nostri; e se anche, in un dato ambiente culturale, a un certo punto non se ne parla più e vi sono periodi di latenza, tuttavia, magari dopo moltissimi anni, essa torna a fiorire ad opera di nuovi seguaci e in nuove correnti di pensiero che rinascono in quello stesso ambiente.

Proprio per questa sua così ampia diffusione e per la perennità dell'idea – che vediamo sempre risorgere dalla sue ceneri anche quando è minoritaria e si presenta piuttosto come un'eccezione e sostanzialmente estranea rispetto alla cultura specifica predominante e intollerante di un luogo o addirittura viene perseguitata - questa credenza merita tutta la nostra attenzione.

Secondo l'orfismo e il pitagorismo, lo Spirito scende dal suo empireo sulla terra a reincarnarsi come in un esilio; il corpo è la sua prigione dalla quale deve liberarsi e tornare alla sua patria celeste

Un po' di storia

Un po' di storia, rapida e a volo di uccello, va fatta per mostrare come non è esatto quello che spesso si sente dire, che la reincarnazione è una concezione solo di alcuni popoli orientali, strettamente connessa alle loro dottrine religiose, e che, invece, è del tutto estranea al nostro pensiero occidentale. Anche da noi infatti l'idea della reincarnazione non è affatto sconosciuta ma la troviamo affermata sia pure in circoli e filosofie particolari. Vediamo dunque.

Nel mondo antico greco-romano e ellenistico essa è legata soprattutto all'orfismo, una religione esoterica fiorita in Grecia a partire dal VI sec. a.C. accanto a quella più conosciuta ortodossa o exoterica dalle molteplici divinità. Secondo le dottrine orfiche l'anima umana è di natura divina ed è precipitata nella materia e nel corpo, che ne sono la sua prigione e tomba; da esse deve liberarsi per risalire e ritrovare la propria origine.

Ciò si consegue con la catarsi (purificazione), che si consegue attraverso l'iniziazione ai misteri e la vita ascetica durante la vita e, dopo la morte e la discesa all'Ade, percorrendone la strada giusta (quella di destra, contrassegnata da un pioppo bianco e che conduce alla fonte di Mnemosine), proclamando la propria qualità di iniziato; nonché attraverso una serie di reincarnazioni culminanti, alla fine, nel superamento del ciclo delle rinascite.

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La religione orfica fu diffusa non solo in Grecia ma anche a Roma e ne sono testimonianza le severe disposizioni del Senato contro i culti dionisiaci, dovute sia al carattere orgiastico ad essi connesso sia anche a motivi politici.

Furono legati alle concezioni orfiche e all'idea della reincarnazione filosofi come Platone, Pitagora e i pitagorici, Empedocle, il poeta Pindaro. Idee analoghe sono quelle fondate sulle teorie dell'emanazione dall'Uno (“emanazionismo”) e del conseguente, necessario cammino di risalita verso di esso, come sono in Plotino e nel neoplatonismo del periodo ellenistico.

La religione degli antichi Egizi - pur privilegiando l'idea e l'aspirazione ad una resurrezione definitiva nell'aldilà e non a un ritorno sulla terra una volta usciti, con la morte, alla "luce del giorno" e giunti alla presenza di Osiride (cerimonie della "pesatura del cuore" e della "confessione negativa" per un giudizio sulla vita condotta da una persona) - mostra anch'essa concezioni reincarnazioniste e di rinascita, come testimonia Erodoto. Ecco alcuni versetti, di indubbio significato, di uno dei capitoli del "Libro dei morti egizio":

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La filosofia esoterica pitagorica credeva nell'armonia dei rapporti: nell'universo, nei numeri,nella musica. La rinascita a più vite era necessaria per comprendere questa armonio e tornarvi. La porta verso l'aldilà, La vita nell'aldilà e assicurarsi la conservazione della vita dopo la morte era al centro del pensiero egizio

Cita:
"lo sono l’Oggi, io sono lo Ieri, io sono il Domani. Attraverso le mie numerose nascite io sussisto giovane e vigoroso. Io sono l'Anima divina e misteriosa. Possano quindi tutte le parti che compongono il mio Essere Compiutamente conservare la loro coesione! Che esse non vengano disperse! Ecco, io mi involo simile a un uccello e discendo verso la Terra. Mentre io proseguo, sono costretto a seguire la traccia dei miei atti anteriori poiché io sono un fanciullo dello ieri"


Anche le dottrine ermetiche sono chiaramente nel senso di una molteplicità di rinascite, finché non si raggiunge la purificazione e la conoscenza. Ecco come Poimandres, la suprema Intelligenza, parla e insegna ad Ermete Trismegisto:

Cita:
"Le anime dei rettili passano negli esseri acquatici, quelle degli acquatici passano negli animali terricoli, quelle dei terricoli nei volatili, quelle dei volatili negli uomini; le anime degli uomini pervengono all'immortalità passando nei dèmoni (nel senso del “daimon” socratico; cioè degli Spiriti; n.d.A). Quindi esse entrano nel coro degli Dèi immobili e questo è l'ultimo grado dell'iniziazione dell'anima. Ma quando l'anima di un uomo, dopo essere entrata in un corpo umano, resta cattiva, non gode l'immortalità né partecipa del bene ma torna indietro e ridiscende verso i rettili. Questa è la punizione dell'anima cattiva e il male dell'anima è l'ignoranza".


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Disegno alchemico.L'esoterismo ermetico nel mondo occidentale si è travasato nell'alchimia

Il principio della metempsicosi (possibilità di rinascita anche in un corpo di animale) che qui viene adombrata - ma forse si tratta solo di simbolismi - è invece senz'altro esclusa in quest'altro scritto ermetico: "Le anime umane, non tutte però, sono demoniache (sempre nel suddetto senso socratico; n.d.A.) e divine. Una volta separate dal corpo e dopo aver sostenuta la lotta della pietà, che consiste nel conoscere Dio e non danneggiare alcuno, una tale anima diviene tutta intelligenza. Ma l'anima empia resta nella sua essenza propria e si punisce da sé cercando un corpo terrestre per penetrarvi, un corpo umano perché un altro corpo non può ricevere l'anima umana: essa non saprebbe cadere nel corpo di un animale irragionevole; una legge divina preserva l'anima umana da una simile ingiuria".

Nel mondo cristiano l'idea della reincarnazione, checché se ne dica, fu largamente diffusa, specie alle origini, anche se poi venne combattuta, perseguitata e messa definitivamente al bando ad opera dei Padri della Chiesa. Era legata soprattutto alle dottrine e agli ambienti dello gnosticismo: Carpocrate e i carpocraziani, Basilide, Doceti, Bardesane l'affermarono apertamente.

Questa ostilità dell'ortodossia ben si comprende perché lo gnosticismo si rifaceva largamente - fondendole, in un singolare sincretismo, con la fede in Gesù Cristo, figlio di Dio e Salvatore - alle concezioni dell'emanazionismo (affermate nella stessa epoca dal neoplatonismo e nelle Enneadi di Plotino) e alle sue teorie dell'allontanamento dello Spirito dal mondo divino originario, della sua caduta nella materia e nell'ignoranza e del conseguente, necessario suo cammino di risalita, attraverso più vite purificatorie, fino alla reintegrazione dello Spirito stesso nel Pleroma (la Pienezza e il Tutto).

Queste concezioni - oltretutto intellettualistiche e aristocratiche - furono fermamente combattute da quella che diverrà poi la dottrina cristiana ortodossa e vincente, portata avanti dai Padri della Chiesa. San Girolamo definisce "empia e scellerata" la dottrina reincarnazionista ed è questo uno dei motivi per cui venne combattuto e poi condannato Origene, anch'egli uno dei Padri della Chiesa; benché sia dubbio se Origene fosse veramente reincarnazionista, considerato che egli affermava soprattutto la dottrina della preesistenza delle anime.

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Raffigurazione della Sophia (conoscenza)come angelo (emanazione divina) in trono Le correnti gnostiche furono forti anche all'interno del cristianesimo nei primi secoli d.C.

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Tutta la vita emana dal disco solare Bassorilievo egizio

I motivi per cui il cristianesimo respinge la dottrina della reincarnazione - o meglio, le idee gnostiche e, nel loro ambito, anche quella della reincarnazione - sono molteplici e di tutta evidenza: secondo la concezione biblico-cristiana, Dio è il creatore e l'uomo, binomio di spirito e corpo, è un essere creato, quindi niente emanazione; la salvezza ci vene e ci è data solo da Dio, l'uomo non può salvarsi da solo attraverso la gnosi (conoscenza), per l’intercessione e il sacrificio di suo figlio, Gesù Cristo, la vita è una sola e così pure questa salvezza finale, che non ci viene, invece, da una molteplicità purificatoria di vite e di rinascite purificatrici (che, con l’illuminazione della gnosi ci libererebbero dall'ignoranza); il male non è l'ignoranza e la non conoscenza ma deriva dal peccato originale e dall'aver disubbidito a Dio; la persona è un soggetto unico e irripetibile, così come costituiscono un che di indivisibile la sua anima e il suo corpo. Dunque l’anima non può sussistere senza quel suo specifico corpo insieme al quale è stata creata né può essere unita a un altro, successivo corpo; la morte è una sola e una volta per sempre (S.Paolo, Lettera agli Ebrei 9, 27), salvo la resurrezione finale.

E' una posizione ideologicamente ineccepibile nella sua organica complessità; le idee gnostiche (e oggi quelle dell'attuale New Age), se si vuole, possono anche accettarsi ma non si può negare che esse siano inconciliabili con la linearità e coerenza interna del pensiero biblico-cristiano; o le une o l'altro.

Sempre nell'ambito del mondo e della cultura occidentali e cristiani, più in avanti nel tempo, concezioni reincarnazioniste si sono affermate nel Medioevo tra i Catari, legati alla loro concezione dualistica Bene-Male; e nel Rinascimento con il neoplatonismo di Marsilio Ficino (derivatigli dalle sue traduzioni degli Inni di Orfeo, della Teogonia di Esiodo, del Corpus Hermeticum, dei dialoghi di Platone, delle Enneadi di Plotino) e della sua scuola fiorentina e di Pico della Mirandola.

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Dio creatore dell'universo

Anche nell'ebraismo le concezioni reincarnazioniste sono estranee all'ortodossia religiosa; ma si trovano idee di trasmigrazione delle anime, (dottrina del ghilgul), e quindi di rinascita in ambienti esoterici e cabbalistici, anche questi legati significativamente a dottrine di tipo gnostico, come quelle della doppia Sophia e del Pleroma. Un responso di Rabbì Rachmay dice:

Cita:
"Perché un tale, empio, prospera e un altro, giusto, soffre? Perché il giusto è stato empio nel passato ed ora ne è punito! Ma si punisce dunque per le colpe commesse nei giorni della giovinezza? Non parlo della stessa vita, parlo del fatto che è già stato qui nel passato".


Così leggiamo in G.G. Scholem Le origini della Kabbalà, il Mulino, Milano 1973, pag. 234

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L'albero delle Sefiroth ("albero sefirotale", le Sefiroth sono emanazioni divine), è al centro della gnosi cabalistica ebraica

Parimenti nell'islamismo dottrine sulla trasmigrazione delle anime (tanasuk) e sulla preesistenza delle anime si riscontrano in ambienti esoterici, con alcuni poeti e scrittori sufisti.

Cita:
"Più volte sono cresciuto come erba; ho sperimentato settecento e settanta forme. Morto alla mineralità, divenni vegetale; morto alla vegetalità, divenni animale; morto all'animalità, divenni uomo. Perché allora paventare la dispersione nella morte? La prossima volta morirò generando ali e piume di angelo; poi, salendo più in alto degli angeli, sarò quello che voi non riuscite a immaginare: quello io sarò (così Julaludin Rumi, citato da Idries Shah in La strada del sufi, Astrolabio, Roma).


Possiamo dunque concludere che nelle tre grandi religioni monoteiste - del resto, tutte collegate tra loro dallo stretto vincolo di origine storica e geografica semitica - il pensiero ortodosso non è a favore della reincarnazione; la quale tuttavia è ben presente anche nel loro ambito sotto l'aspetto di dottrine segrete di scuole esoteriche e mistiche, a sfondo soprattutto gnostico. E, proprio in quanto tali, il più delle volte vengono combattute, anche ferocemente, dall'ortodossia.

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In alto, il paradiso islamico, in basso la terra degli uomini, con al centro la "pietra nera" della Kaa'ba

Invece nelle culture arcaico-primitive le credenze nella rinascita dopo la morte sono ampiamente diffuse ma sono piuttosto legate ai concetti di trasmigrazione delle anime e di totemismo. Il totem è l'animale simbolo del clan e le loro anime - quella del gruppo familiare e quella dell'animale suo rappresentativo - sono tra loro strettamente collegate.

Presso tali popoli le stesse credenze sono poi legate anche all'esperienza e al simbolismo della ciclicità delle stagioni e alla periodica rigenerazione e rinascita del mondo vegetale. Da ciò idee come quelle dell'albero del mondo, della preesistenza delle anime, dell'albero della vita (al quale le anime sono appese e dal quale esse discendono per incarnarsi; e al quale albero poi ritornano, per ridiscendere di nuovo e così via) e della rigenerazione finale o palingenesi.

Come si vede, sono tutte idee collegate, quale più quale meno, con la credenza nella molteplicità delle vite necessaria per condurre una progressiva esperienza e una conseguente purificazione ed elevazione. E dunque, nonostante la loro apparente etereogenità, sono idee che, in definitiva, riportano sempre a un principio reincarnazionista.

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Totem. Indiani d'America

Ma l’ambito e l’ambiente dove le concezioni reincarnazioniste sono soprattutto diffuse, com'è noto, sono il mondo e le culture orientali. Nei Veda non se ne parla ma ve ne sono già le prime tracce tra gli scritti brahmanici.

La concezione è poi pienamente presente e accolta nelle Upanishad e nella Bhagavad Gita. L'idea, in queste culture e testi, è strettamente connessa a quella di Karman (azione che dà i frutti; la vita successiva è legata e in conseguenza delle nostre azioni nella vita precedente; ne parleremo in seguito), di samsara (ciclo di vite legate al karma e "ruota delle rinascite", che perdura finché vi è l'ignoranza e l'attaccamento alle cose del mondo; anche di questo parleremo in seguito, come parleremo di Moksa o Mukti (liberazione finale dal ciclo delle rinascite e dalla catena samsarica). Così recita la Katha Upanishad (3, 7-8)

Cita:
"Colui il quale è privo di discriminazione, ha la mente non raccolta ed è sempre impuro: costui non raggiunge quella sede (la realizzazione dell'atman come brahman e la liberazione; n.d.A.) ma scende nel samsara. Colui il quale, invece, è dotato di discriminazione, ha la mente concentrata ed è sempre puro, consegue quella sede, dalla quale non si torna mai più per nascere alla terra". (Upanishad antiche e medie, trad. di Pio Filippini-Ronconi, Boringhieri, Torino, 1968, pag. 502)


A sua volta, nella Bhagavad Gita leggiamo:

Cita:
"Tutto questo insieme di esistenti che nasce e torna a rinascere si dissolve di necessità al venire della notte, o Partha, e ritorna all'essere al venire del giorno" (Bh. Gi., 8, 19, Bhagavad Gita, trad. di Icilio Vecchiotti, Ubaldini, Roma, 1964, pag. 281. ibidem, pag. 275.


Cita:
''Anima va all'atto della dissoluzione corporea a realizzare quella condizione alla quale è in quel momento disposta.
Colui che, al momento di morire, ha la mente rivolta a me solo (al Signore Krshna, che sta istruendo Arjuna, rispondendo alle sue domande; n.d.A.), lasciando il corpo e così compie la sua dipartita, quello appunto viene al mio modo di essere; non c'è, a questo proposito, alcun dubbio.
Quale che sia il modo di essere al quale uno pone mente, quando alla fine abbandona il suo corpo, a quel modo di essere appunto egli perviene, dacché è sempre assorbito nel pensiero di esso (sempre addiviene col pensiero alla realizzazione di questo modo di essere)". (Bh. Gi., 8, 4-6, Bhagavad Gita, trad. di Icilio Vecchiotti, Ubaldini, Roma, 1964, pag. 281. ibidem, pag. 275).


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La straordinaria ricchezza dei templi indiani simboleggia la ricchezza delle deità, delle vite, dei piani dell'universo

Ma al riguardo, poiché qui volevamo fare solo un po' di storia e poiché il pensiero orientale è abbondantemente conosciuto, è inutile dilungarci oltre. Aggiungiamo solo, tornando al nostro mondo occidentale, che le teorie e le affermazioni reincarnazioniste hanno ripreso fortemente piede anche da noi, a partire dal secolo scorso, con lo spiritismo, le concezioni teosofiche e altre simili e, attualmente, col New Age, che hanno largamente attinto al pensiero orientale, col quale, a partire dal secolo scorso, il nostro mondo occidentale è venuto a contatto...

http://www.ricercapsichica.it/articoli/ ... zione1.htm



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MessaggioInviato: 23/03/2014, 20:12 
LA REINCARNAZIONE: PROBLEMI, DOMANDE, RICERCHE

PARTE SECONDA: LE CREDENZE E LA FILOSOFIA DELLA REINCARNAZIONE
Felice Masi (“La Ricerca psichica”, anno III, 1996, n. 1)

Ma che cos'è la reincarnazione?

Avendo accertato, nel precedente articolo, che quella reincarnazionista è una ipotesi e una ideologia spirituale che merita il massimo rispetto - perché vi hanno aderito e vi aderiscono filosofi e filosofie di prim'ordine, religioni avanzate, evolute e ben strutturate come impalcatura teoretica, e milioni di persone - e che dunque occuparsene non è una perdita di tempo, vediamo più da vicino di che si tratta.

Innanzitutto dobbiamo domandarci cosa si intende per reincarnazione. Infatti in precedenza abbiamo anche parlato di preesistenza delle anime, di totemismo, di metempsicosi e altro, che, per la verità, sono cose (cioè concezioni) alquanto diverse dalla reincarnazione vera e propria.

La reincarnazione in senso stretto e per come viene comunemente intesa parte dal concetto che nell'uomo vi sono due componenti, una corruttibile e transitoria, il corpo fisico, e una incorruttibile e permanente ma perfettibile, che è l'anima o Spirito. Solo a quest'ultimo spettano gli attributi di essenza vera e di perennità. Il corpo è solo un abito di cui lo Spirito si riveste ed è la specifica struttura idonea e necessaria che gli consente di vivere sulla terra e nel suo ambiente esistenziale materiale. Si deve dunque rivestire di esso (di un corpo) quando vi scende – e ogni volta che vi scende, perché la reincarnazione sostiene che vi sono più discese.

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Shiva danzante. La divinità indiana Shiva con la sua danza crea e distrugge i mondi

E' chiaro che il terreno ideale in cui una ideologia reincarnazionista più trova piede sono le filosofie e religioni di tipo manicheo - in cui Bene e Male sono considerati due principi in eterna lotta tra loro - e dualiste – mentre è molto meno accoglibile, anzi è in contrasto e viene combattuta laddove si ritiene che l'uomo è una unità indissolubile di anima e corpo.

In tali ideologie (manichee e dualiste) la materialità è Male ed è ignoranza (non conoscenza) – concetto, questo, orfico/pitagorico/gnostico; ovvero è ignoranza (non conoscenza della vera Realtà) e sofferenza – e questo è il concetto orientale. Lo Spirito, nel connubio con il corpo, nel discendere nella materialità perde la coscienza della propria regalità, della propria identità cioè, e deve quindi, nel primo caso, purificarsi e riappropriarsi della propria spiritualità (con l’iniziazione ai Misteri e la gnosi) per uscire dalla prigione del corpo e salvarsi; mentre nel secondo caso deve spezzare l'illusione o Maya che la realtà materiale sia la vera realtà e così avere la liberazione (avendo compreso questa illusorietà, non desidera più reincarnarsi).

Dunque, nella prima concezione (orfica/pitagorica/gnostica) "purificarsi" vuol dire conseguire la gnosi; lo Spirito che conosce la verità su di sé e sulla propria origine e vera natura è purificato, ha la purezza della Luce ed ha la Verità su come stanno veramente le cose: e con questo è salvo. Vi è una unità di fondo in questo filone del pensiero umano, al di là delle diverse denominazioni culturali e storico-geografiche. Del resto, sia Platone che l'ermetismo attinsero largamente al pensiero egizio e questo, a sua volta, era in stretta connessione con le culture del medioriente e dell'Asia Minore preelleniche, che hanno fatto da ponte fra il mondo occidentale e quello orientale e tra i due grandi filoni del pensiero reincarnazionista.

Lo Spirito, dunque, scendendo nella materia ne resta obnubilato, è attratto e accecato dai piaceri, dalle sofferenze e dai bisogni della vita terrena; si fissa in esse e le desidera ("attaccamento"). Non si rende più conto, non si ricorda più della propria natura spirituale e della propria origine divina; deve quindi riprendere coscienza di questa sua natura e origine, deve "riaprire gli occhi" al di là della trappola e del miraggio illusorio della vita terrena. Perciò, nel simbolismo orfico, la strada giusta da prendere, quando si scende nell'Ade, l’oltretomba del mondo classico greco, è quella di destra, che conduce alla fonte di Mnemosine, la memoria. Questo è dunque il fine, che, pur diversamente chiamato, è identico: la Salvezza, che si ottiene con la purificazione nel mondo orfico, e la Liberazione, che si consegue spezzando il velo di Maya nel mondo orientale.

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Lotta tra il Bene e il Male

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Marc Chagall "La guerra"

Perciò, nel simbolismo orfico, la strada giusta da prendere, quando si scende nell'Ade, l’oltretomba del mondo classico greco, è quella di destra, che conduce alla fonte di Mnemosine, la memoria. Questo è dunque il fine, che, pur diversamente chiamato, è identico: la Salvezza, che si ottiene con la purificazione nel mondo orfico, e la Liberazione, che si consegue spezzando il velo di Maya nel mondo orientale.

E' dunque necessario: a) che lo Spirito si evolva fino a comprendere la Salvezza e la Liberazione. Ma difficilmente questo fine può essere raggiunto in un solo momento e in una sola vita, troppo grandi e troppo forti sono la consuetudine e l'attaccamento alla vita e ai beni terreni per poter "vedere" tutta insieme la Verità, che implica una rinuncia ad essi; b) che si riacquisti la conoscenza e coscienza di quella propria natura e origine (principio della gnosi in occidente e della "Pura Luce Chiara", Dharma Kaya, in oriente). Si può così risalire alla Fonte (Pleroma o Brahman che sia), ripercorrendo all'indietro il cammino della Caduta che lo Spirito ha fatto con l'emanazione dall'Uno (orfismo e gnosticismo) e con l'acquistare il senso illusorio di una sua individualità separata (induismo e buddismo).

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La pace (Marc Chagall "Il poeta addormentato")

Ma difficilmente questo fine può essere raggiunto in un solo momento e in una sola vita, troppa grandi e troppo forti sono la consuetudine e l'attaccamento alla vita e ai beni terreni per poter "vedere" tutta insieme la Verità, che implica una rinuncia ad essi; b) che si riacquisti la conoscenza e coscienza di quella propria natura e origine (principio della gnosi in occidente e della "Pura Luce Chiara", Dharma Kaya, in oriente). Si può così risalire alla Fonte (Pleroma o Brahman che sia), ripercorrendo all'indietro il cammino della Caduta che lo Spirito ha fatto con l'emanazione dall'Uno (orfismo e gnosticismo) e con l'acquistare il senso illusorio di una sua individualità separata (induismo e buddismo).

Ciò avviene attraverso le esperienze fatte in più vite terrene; in ciascuna di esse, il singolo uomo storico svolge la sua vita, ha le proprie vicende individuali e fa la sua esperienza personale; e non ricorda altro - è bene che non ricordi altro; vedremo appresso quali danni possono derivare se se ne conserva il ricordo. Nel contempo però, lo Spirito, nel suo profondo, assimila tutte queste vite ed esperienze, le rassembla insieme, le ricorda tutte e si evolve.

A questa concezione si contrappongono, come detto, quelle non dualiste - prima fra tutte quella cristiana ortodossa - per le quali l'anima è indissolubile dal suo corpo, col quale fa tutte le sue esperienze, meriti e demeriti; le fa e li acquista in una sola vita e, alla morte, si tirano le somme.

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La rinascita non può portare a una vita animale (metempsicosi) perché non può essere perduta l'evoluzione acquisita (dal dipinto di Alberto Martini "Inferno Canto I, Nel mezzo del cammin di nostra vita...")

Il Karman

Queste successive e diverse esperienze, che lo Spirito conduce sulla terra reincarnandosi al fine di conoscere e capire, sono fermamente condizionate - secondo la visuale orientale e quelle di tipo teosofico che hanno ripreso da essa le proprie concezioni - dalla vita precedentemente condotta e dalle azioni che in essa il precedente individuo ha compiuto.

Tutto dipende da quello che egli ha fatto nella vita precedente, che gli porta i suoi frutti in quella successiva e lo immette, come sua ineluttabile conseguenza, in quella specifica individualità e nelle specifiche vicende che il nuovo, successivo individuo in cui si incarna dovrà avere nella nuova vita. Karman vuol dire azione che porta i suoi frutti e i suoi effetti nella vita successiva; e il karman di un individuo è il “destino” a cui lo portano la sua precedente vita e le correlative azioni in essa compiute.

Questo però non significa, come semplicisticamente per lo più si ritiene, che, se ho compiuto azioni cattive, ne sarò punito con una brutta vita nella mia prossima reincarnazione o, viceversa, che per le mie buone azioni sarò premiato con una buona vita in quella successiva. Sta solo a significare che se muoio con certe propensioni e inclinazioni, buone o cattive che siano, e con certi desideri, ne sarò psicologicamente condizionato anche nella prossima vita e ne verrà plasmata la mia successiva personalità. Le parole della Bhagavad Gita, più sopra riportate, sono illuminanti al riguardo.

Comunque, una tale concezione del Karman, che vede in una vita le conseguenze delle azioni compiute in quella precedente, anche se è la più diffusa non è l'unica possibile né è obbligatoria per rendere conto della reincarnazione.

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Dante Gabriel Rossetti "Paolo e Francesca da Rimini"

Uno Spirito potrebbe discendere sulla terra semplicemente per fare una certa esperienza (che gli è necessaria e che vuol avere), senza alcun legame o vincolo con quello che ha fatto nella vita precedente. Facciamo un esempio: un bambino, che viene gettato dalla madre in un cassonetto e muore appena nato, non necessariamente è stato, a sua volta, un assassino o un malvagio nella sua vita precedente, che lo ha portato a quel Karman, come il concetto del karman stesso sopra esposto porterebbe a pensare. Invece è da dire che anche nelle poche, crudeli ore di quella sua brevissima, crudele esistenza lo Spirito ha fatto pur sempre una esperienza: quella della mancanza dell'amore e del male e della sofferenza che questa mancanza provoca.

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Giuseppe Diotti "Il conte Ugolino nella torre"

Non è necessario quindi ipotizzare che egli, per subire una tale orribile sorte, abbia fatto qualcosa di male nella sua vita precedente da meritare un tal contrappasso. E' sufficiente che lo Spirito in lui incarnatosi debba e voglia fare, in quella sua incarnazione, quella particolare esperienza per la sua evoluzione; una volta che l'ha fatta, anche in quelle poche ore, ritorna "in alto" e si prepara a una nuova vita e a nuove vicende e esperienze.

Ancora: abbiamo visto che nelle concezioni orfiche e in quelle neoplatoniche non vi è alcunché da scontare (o meritare) in una vita; semplicemente la materia e il corpo sono una prigione e una tomba per lo Spirito. Vi è la sofferenza (data dalla limitazione, dalla separazione dall'Uno) per il semplice fatto di essere nella vita e in un corpo. Il mondo è di per sé male, creato non da Dio che è il Bene ma da un altro essere divino, subordinato e malvagio, il Demiurgo, secondo lo gnosticismo - e questo punto circa la creazione è un altro fondamentale motivo di opposizione del cristianesimo verso queste dottrine.

Dunque, il concetto di karman non è qualcosa di indispensabile per la teoria reincarnazionista.

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Ruota di un carro indiano riccamente decorata. La ruota è il simbolo del samsara, la "ruota delle rinascite"

Il Samsara

E' questa un'altra parola chiave nella ideologia reincarnazionista, secondo i parametri della concezione orientale, che oggi è quella maggiormente seguita, dato che orfismo, gnosticismo e neoplatonismo, pur propri del pensiero occidentale, si sono, almeno per ora, perduti, per così dire, nella notte dei tempi.

Samsara vuol dire "ruota delle esistenze" ovvero "catena delle rinascite". Finché l'uomo prova attaccamento alla vita e al desiderio delle cose che in essa può avere; finché è così vincolato psicologicamente (è così indirizzato come attenzione e desiderio), il suo sguardo resta fisso alle cose del mondo ("guarda in basso") e non si rende conto di quella che è la sua vera Essenza, di quella che è la Verità. Non "guarda in alto" e così non vede la luce, non è illuminato - Buddha vuol dire Illuminato e buddhità illuminazione.

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Il Bardo Tödol, nella bella edizione dell'orientalista italiano Giuseppe Tucci

Il Bardo Todol - il Libro dei morti tibetano - usa delle parole quanto mai significative al riguardo. Dice che nel Bardo – che è la “vita intermedia” fra una incarnazione e un’altra - dopo la morte, la luce brilla potentissima davanti agli occhi del defunto; ma questi non può reggerla, non la riconosce e fugge e si rifugia in un'altra luce, quella del desiderio di un’altra esistenza, a lui e ai suoi occhi più consona, più accessibile. E così si reincarna.

Anche questa del samsara è soprattutto una concezione orientale. Abbiamo visto che le altre ideologie usano concetti e parole diversi (tomba, prigione - questo è il corpo per lo Spirto - creati da un Demiurgo malvagio).

Nella sostanza, possiamo dire che in tutti i casi quello che opera è un atteggiamento psicologico, la psicologia è alla base di tutto. Finché l'uomo continuerà a dirigere la sua attenzione e il suo desiderio verso le cose della terra, finché non conoscerà altro che queste e non penserà ad altro che a queste, il suo stesso desiderio gli creerà attorno, dopo morto (nel piano delle illusioni), quel mondo similterreno che egli, nel suo desiderio, si immagina. E, durante tale sua permanenza nel piano postmortale, sono sempre questo suo desiderio e pensiero fisso, che lo indirizzeranno, nel dirigersi e nello scegliere la nuova vita, verso un mondo come quello che desidera, un mondo terreno, e che è il solo che conosce.

Altre forme di rinascita

L'ipotesi reincarnazionista maggiormente seguita e conosciuta e la tesi in proposito della maggior parte delle culture e religioni reincarnazioniste è dunque che, dopo la morte, l'uomo, o meglio il suo Spirito, torna a incarnarsi, a rinascere e ;a vivere di nuovo sulla terra con un altro corpo umano per condurre da uomo - come un altro e nuovo uomo - le sue nuove esperienze.

Vi sono tuttavia anche altre credenze, altre filosofie e religioni che propongono il tema del “ritorno” sotto altre forme e modalità. Vediamo di approfondire rapidamente il problema, senza dilungarci troppo; ma colo per la completezza dell'argomento.

Innanzitutto c'è l'ipotesi della metempsicosi, cioè la possibilità di reincarnarsi non solo in forma di uomo ma anche nel corpo di animali e addirittura di piante. Inutile riderne, personaggi e filosofie rispettabilissime ne hanno parlato - Pitagora e i pitagorici; la religione jainista in India; gli scritti cabbalistici e sufi sopra riportati; e così via.

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La metempsicosi è la dottrina che ammette la possibilità di rinascere anche in forma di un animale

Il totemismo, che troviamo presso tutti i popoli arcaico-primitivi e al quale più sopra abbiamo pure accennato, appare anch’esso, in un certo qual modo e in definitiva, collegato con questa idea di una continuità esistenziale della vita degli individui. È’ ben vero che il totemismo vede e propone questa continuità che supera il singolo individuo e la sua vita non in riferimento al singolo individuo stesso ma in termini di clan a cui l’individuo appartiene e la raccorda a un altro specifico animale o pianta, dei quali la discendenza di quel clan ha e dai quali trae la sua forza e il suo spirito. Quell’animale o quella pianta dunque rappresentano quel dato clan e tutti gli individui che nel suo ambito nascono. E dunque attraverso questa rappresentanza e comunanza l’unicità individuale viene superata e si arriva lo stesso a un concetto di essenza profonda allargata alla quale partecipano una pluralità di individui e di vite individuali. Una essenza comune profonda che sta pur sempre a significare quello Spirito superindividuale che trascende e riassume in sé i singoli individui che ne fanno parte, secondo un andamento e uno sviluppo evolutivo che nella reincarnazione classica è verticale e nel totemismo è invece orizzontale,

E’ dunque una visione ristretta quella che vede la reincarnazione solo nei termini semplicistici di una successione di vite umane su questa terra. La stessa patria della cultura e della tradizione reincarnazionista, il Tibet, e il libro principe in tema di reincarnazione, il Bardo Todol di cui si è già detto, parlano espressamente della possibilità di rinascita in mondi diversi da quello degli uomini e in forme diverse che non quella umana.

Abbiamo già accennato, e qui completiamo il discorso, che dopo la morte, se l'individuo non riconosce la pura Luce indiscriminata, cioè se non comprende che nulla E' se non la pura coscienza, allora davanti a lui compaiono successivamente diversi mondi e tante immagini illusorie, frutto della sua mente, delle sue propensioni carmiche, delle sue paure, dei suoi desideri, della sua ignoranza. Vede luci abbaglianti, nelle quali è la salvezza, ma non le riconoscerà nonostante le esortazioni del lama che gli parla vicino all'orecchio (e che egli sente telepaticamente). Avrà timore di tali luci - troppo forti, troppo potenti, numinose, incomprensibili per lui - e allora fuggirà e cercherà rifugio in altre luci, non abbaglianti, e in altre visioni, che troverà a sé più (psicologicamente) confidenziali e familiari, comprensibili e vicine. Scegliendo in questo modo, nonostante le esortazioni contrarie ("non scendere lì, in quei mondi, non scegliere quelle luci, altrimenti rinascerai") fattegli dal lama nel colloquio salvifico telepatico ma così vagando e fuggendo qua e là, non riconoscendo la vera Luce, si rifugerà in una di queste luci, in uno di questi Esseri inferiori ma più comprensibili e così si reincarnerà e precipiterà nel girone del samsara e continuerà per lui il ciclo delle rinascite.

Due sogni di Jung

Carl Gustav Jung è stato un grande psicologo, una mente veramente aperta e immensa. Era anche un sensitivo, qualità ereditata dalla madre, cioè aveva la dote e la capacità di entrare in sintonia e contatto con il mondo interiore e con 1'altra dimensione che, attraverso questa interiorità, comunica con noi; da esso traeva i simboli, le intuizioni, la comprensione, le illuminazioni, insomma, su quello che E'.

Ecco come - attraverso il racconto di due sogni da lui fatti riferiti da una sua allieva, Anela Jaffè, che ne raccolse e pubblicò i “Ricordi” – egli, a sua volta, rappresenta questa continuità essenziale superindividuale, in cui, in definitiva, si racchiude l’idea della reincarnazione

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"Lo spinoso problema delle relazioni tra l'Uomo eterno, il Sé, e l'uomo terreno che vive nello spazio e nel tempo fu lumeggiato da due miei sogni. In un primo sogno, che feci nel 1958, vedevo da casa mia due dischi a forma di lenti dai riflessi metallici che passavano veloci, compiendo una stretta parabola sopra la casa e finendo sibilando dentro il lago. Erano due dischi volanti. Quindi un altro corpo veniva volando direttamente verso di me: questo corpo appariva come una lente perfettamente circolare, come l'obiettivo di un telescopio ... Immediatamente dopo veniva un altro corpo...: ancora una lente con un dispositivo metallico che la collegava a una scatola, tipo una "lanterna magica ". A sessanta o settanta metri di distanza si fermava nell'aria e puntava direttamente verso di me. Mi svegliai con una sensazione di stupore. Nel dormiveglia ancora, mi passò per la testa: <Pensiamo sempre che i dischi volanti siano nostre proiezioni e adesso risulta che noi siamo proiezioni loro! Sono proiettato dalla lanterna magica come C. G. Jung. Ma chi manovra l'apparecchio?> (Aniela Jaffè Ricordi, sogni e riflessioni di C. G. Jung, Rizzoli, Milano,l981, pag. 380 e segg.).

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La meditazione crea immagini con il pensiero. Jung si pone la domanda se tutta la realtà non sia altro che delle immagini-pensiero di "qualcuno" che in un'altra dimensione medita

Il secondo sogno non è meno notevole del primo. “Già una volta avevo sognato del problema del rapporto tra il Sé e l'Io. In quel primo sogno, ero in giro per il mondo ... Giungevo a una piccola cappella situata al margine della strada. La porta era aperta e io entravo. Con mia sorpresa non c'era sull'altare un'immagine della Vergine né un Crocifisso ma solo una meravigliosa composizione floreale. Ma poi vedevo sul pavimento, davanti all'altare ma rivolto verso di me, uno yogi seduto nella posizione del loto, assorto in profonda concentrazione. Quando lo guardavo più da vicino, mi rendevo conto che aveva la mia stessa faccia... Poi mi ero svegliato con il pensiero: <Ah, ah! Allora è lui quello che mi sta meditando. Ha un sogno ed io sono quel suo sogno>. Sapevo che quando egli si fosse svegliato, io non sarei più esistito....

La figura dello yogi rappresenterebbe.... la mia totalità inconscia prenatale (il Sé; n.d.A.) ... Come la lanterna magica, anche la meditazione dello yogi <proietta> la mia realtà empirica terrena...”.

Dobbiamo allora ritenere, come sembra suggerire Jung col racconto di questi due suoi sogni, che la nostra esistenza - e dunque le nostre diverse vite; le successive rinascite - siano la proiezione del pensiero, realizzato e cristallizzato, ed il "cinematografo" di una Mente, di uno Spirito, di un Essere (che è il nostro Sé: il disco volante con la lente e la lanterna magica, nel primo sogno; lo yoghin, nel secondo) che in un'altra parte, in un altro piano, in un’altra dimnsione medita e in questo modo, con queste sue meditazioni, con queste sue "rappresentazioni cinematografiche" mentali, col suo pensiero, crea e proietta fuori della sua mente le sue diverse vite (le nostre vite terrene, realizzate mentalmente e illusoriamente in questo modo) di cui vuole fare esperienza? Potrebbe consistere in questo, potrebbe essere spiegato così il mistero delle rinascite?

In realtà resta il Mistero; mentre, al di là dei diversi modi e delle diverse forme in cui può essere concepita, il concetto di reincarnazione si sostanzia nell’idea di una Continuità ed Evoluzione che si esprime e si sostanzia attraverso una molteplicità di individui e le loro vite ed esperienze individuali; e che tuttavia trascende e riassume in sé tali singoli individui che ne fanno parte.

http://www.ricercapsichica.it/articoli/ ... zione2.htm


Ultima modifica di Atlanticus81 il 23/03/2014, 20:19, modificato 1 volta in totale.


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Nessuna teoria scientifica è insostituibile

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Tempo fa destò scalpore la notizia che al CERN si era dimostrata la possibilità da parte dei neutrini di superare la velocità della luce. Alcuni si affrettarono a commentare che è troppo presto per archiviare Einstein. Giustissimo, chi mai oserebbe negarlo? In effetti arrivò presto la smentita, la quale fornì ad altri l’opportunità di parlare addirittura di una “vendetta di Einstein”, aggiungendo che si può considerare la velocità della luce come limite invalicabile e che si deve continuare a usare la relatività come “teoria insostituibile”.

Vorrei tuttavia notare che il punto è un altro. Pure in quel caso, e per l’ennesima volta, la scienza dimostrò di essere un cantiere perennemente aperto, in cui non si dà mai per scontato alcunché. Anche quando si mette in gioco la reputazione di una teoria che ha tracciato per decenni i confini della ricerca fisica fornendo uno dei fondamenti della nostra attuale visione scientifica del mondo. Tale constatazione è molto importante, poiché conferma che il dogmatismo nella scienza non ha diritto di cittadinanza. Aveva dunque ragione Karl Popper quando affermava che le teorie scientifiche possono soltanto essere poste continuamente alla prova da tentativi volti a confutarle: ne deriva, tra l’altro, che una teoria è valida quando resiste ai tentativi di confutazione, e non lo è in caso contrario. Che cosa succede quando si rifiuta la confutazione introducendo ipotesi o definizioni ad hoc? Si fuoriesce automaticamente dall’ambito scientifico. In altre parole, non si deve aggirare la confutazione rifiutando di accettare l’attendibilità di risultati sperimentali che riteniamo scomodi o formulando le nostre teorie in modo ambiguo, poiché in tal caso non potremmo più qualificare le teorie stesse come “scientifiche”.

Il carattere provvisorio e sempre controvertibile della conoscenza scientifica è un dato prezioso. E’ sempre possibile che quanto conosciamo o riteniamo vero oggi si riveli, in futuro, falso, e la storia della scienza è piena di teorie che, ritenute valide e definitive in una certa epoca, si sono poi dimostrate inadeguate. Per esempio, la teoria di Einstein ha sostituito quella di Newton, la quale aveva a sua volta soppiantato quella tolemaica. Ma niente ci autorizza a credere che la teoria einsteiniana sarà valida per sempre. Questa strategia dovrebbe essere valida in ogni ramo della conoscenza, ivi inclusi gli ambiti di competenza della politica e delle scienze sociali. Popper ha espresso questa idea con lo slogan “la ricerca non ha fine”.

Non a caso il filosofo austriaco citava proprio Einstein quale esempio di scienziato sempre cosciente della possibilità di essere confutato. La natura ipotetica della conoscenza è inscritta, per così dire, nel DNA della scienza. E’ errato supporre che una teoria, per quanto utile e perfetta possa sembrare, abbia raggiunto la verità definitiva circa la struttura del mondo. Del pari errata è la credenza che la scienza ci conduca alla certezza di una spiegazione ultima e definitiva: il destino delle teorie scientifiche è quello di essere, prima o poi, superate. Popper si spingeva oltre, sostenendo che si deve accettare la falsificazione con gioia, poiché essa testimonia che abbiamo compiuto progressi nella conoscenza della realtà.

Si tratta forse di un’esagerazione, poiché a nessuno piace essere confutato (almeno di primo acchito); eppure questo è il modo migliore per non cadere nel dogmatismo. Crolli di questo tipo si sono verificati costantemente nel passato. Nessuno avrebbe osato dire che la teoria tolemaica o quella newtoniana erano fallaci nell’epoca in cui fungevano da paradigmi della ricerca. Ciò nonostante, delle personalità geniali e poco inclini ad adagiarsi sulle idee correnti trovarono il coraggio di contestarle alle radici, consentendo così alla nostra conoscenza del mondo di avanzare.

Senza un simile coraggio non saremmo ciò che siamo, e andrebbe perduta quella che è certamente la nostra principale caratteristica: l’apertura costante alle novità e l’ansia di scoprire l’ignoto. Gli altri esseri intelligenti che popolano il pianeta non ne sono dotati, ed ecco il perché solo gli uomini sono in grado di scrivere la propria storia. Non v’è dubbio che siamo in presenza di uno spirito di apertura purtroppo assente in altri ambiti dell’agire umano.

Michele Marsonet

http://blog.rubbettinoeditore.it/michel ... tituibile/



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MessaggioInviato: 27/03/2014, 23:03 
Cita:
Che cosa succede quando si rifiuta la confutazione introducendo ipotesi o definizioni ad hoc? Si fuoriesce automaticamente dall’ambito scientifico. In altre parole, non si deve aggirare la confutazione rifiutando di accettare l’attendibilità di risultati sperimentali che riteniamo scomodi o formulando le nostre teorie in modo ambiguo, poiché in tal caso non potremmo più qualificare le teorie stesse come “scientifiche”.


Andrebbe detto agli archeologi anche se visti i metodi (e la preparazione in molti casi) non riesco proprio a considerare scienziati -_-



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LO (STRANO) CASO DI CHARLES DARWIN
- di Marco Di Antonio -


Nelle più avvincenti inchieste poliziesche di ogni tempo, un elemento su tutti sembra indiscutibile: le forze dell’ordine cercano, con ogni mezzo, di individuare il colpevole del misfatto. Non può, dunque, non sorprendere la scoperta che, nel caso della teoria evoluzionista associata al nome del celebre naturalista britannico, tutto sia stato fatto dalle autorità per tentare di coprire esecutori e mandanti, fiancheggiatori e conniventi di quello che possiamo definire un “reato scientifico”. Ma andiamo con ordine. Nel 1859, Darwin pubblica la sua opera più importante, “On the origin of species”.

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In tredici capitoli espone una teoria dell’evoluzione che, al termine del volume, paragona, nei suoi effetti, a quella newtoniana: la legge della gravitazione universale formulata dal celebre Isaac non spiega le cause del fenomeno, ma nessuno può dubitare dei risultati che emergono dalla legge stessa. Purtroppo, però, la teoria dell’evoluzione non consente di effettuare esperimenti, cioè previsioni che ne confermino sperimentalmente la validità. Anzi, gli unici fatti che consentirebbero “previsioni” scientifiche sono costituiti dai reperti fossili, che mostrano chiari segni del contrario: la stasi delle specie attraverso diverse ere geologiche contraddice in modo evidente l’ipotesi del gradualismo dell’evoluzione che Darwin ha adottato da Lamarck.

Quanto, poi, al meccanismo di “selezione naturale”, è suggestivo notare che esso viene postulato come elemento basilare della teoria darwiniana, estendendo al regno naturale una teoria formulata alla fine del ‘700 dal connazionale Thomas Malthus nel campo dell’economia: suggestivo, perché proprio la teoria malthusiana aveva mostrato alla prova dei fatti i suoi limiti scientifici ancora prima che l’opera di Darwin venisse pubblicata. Perchè, allora, la Royal Society fece di tutto per legittimare la teoria di Darwin e il meccanismo della selezione naturale come la spiegazione ultima del funzionamento della natura? Tanto coriacea fu la difesa della teoria darwiniana che a Thomas Huxley, presidente della Royal Society, valse il titolo di “mastino di Darwin”. Una trama troppo misera per un thriller mozzafiato? Che ne dite del fatto che due nipoti di nonno Huxley – figli entrambi di Leonard – diventino uno il primo Direttore Generale dell’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e l’altro l’autore dell’inquietante romanzo fantascientifico “Il mondo nuovo”?

Per chi non si accontenta di risposte pre-confezionate, contenute nella propaganda e nei manuali scientifici forniti dalla scuola e dall’università, un viaggio pieno di spunti entusiasmanti per mettersi in cammino, sulle tracce della verità.

Riflessioni e considerazioni tratte dalla lettura di un libro che vi consigliamo e del quale avevamo già parlato brevemente, in una piccola intervista fatta all’autore, Enzo Pennetta: “Inchiesta sul darwinismo, Come si costruisce una teoria”.

Del resto, da grandi, si è più in grado di mettere in discussione ciò che, da piccoli, si è imparato. E in questo caso ne vale la pena.

Fonte: giorgiapetrini.me

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... es-darwin/



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MessaggioInviato: 14/04/2014, 11:36 
Consiglio a tutti di vedere questo documentario, definito come la prova che smonta definitivamente la teoria evoluzionista. [8]

Nonostante si possa obiettare che sia di chiaro stampo creazionista, ovviamente, come sempre, il consiglio e' quello di prendere tutto con le dovute cautele. [;)]

Ritengo comunque che le parti relative alla sedimentologia siano a dir poco strabilianti. Ne emerge infatti che tutta la datazione delle rocce sedimentarie e' completamente sbagliata. Per quanto mi riguarda, impressionante l'esempio dell'albero fossilizzato in verticale tra gli strati sedimentari. Non lo conoscevo e mi ha lasciato a bocca aperta. [:0] [:0]

Stesso discorso anche per la datazione con i radio isotopi e la loro idrosolubilita'. [:0] [:0]

Ne consegue che quanto riportato o e' clamorosamente falso e mistificato o altrimenti e' meglio cominciare a meditare seriamente sull'immane mole di baggianate che ci infilano in testa fin dalla piu' tenera eta'.



PS: Consiglierei anche di tralasciare le conclusioni sull'eta' della terra. Ovviamente il fatto che i metodi attuali di datazione non siano corretti automaticamente non consente di avvalorare altre speculazioni o ipotesi creazioniste.



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

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"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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Non ho ancora visionato l'importante documento caricato da zak... ma quel che ho visto mi basta per potere dubitare fortemente delle metodologie di calcolo delle datazioni. Un tema che toccai anche nel thread dedicato al C14.

Capirete che mettere in discussione la metodologia di datazione farebbe crollare in un istante tutto il fondamento storico-archeologico accademico ortodosso.

Urge un approfondimento serio sulla questione.

Grazie zak!

[:I]



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I Diversi Piani della Realtà

Secondo Jean Bale Colsale, docente di simbologia all’Università di Bangor, Maine, ci sono diversi piani di realtà.

Il piano 0 è costituito dal 60 per cento degli individui che non percepisce altra realtà che la casa in cui vive, la partita di pallone, e il sesso. Fin qui sarebbe una scelta legittima. Ma la degenerazione patologica di questo piano è costituita da quelli che si fanno la foto con dietro la nave Concordia che affonda, sorridendo contenti.
O di quelli che vanno a vedere la villa di Cogne solo per curiosità.

O di quelli che, a fronte della futura crisi economica, dicono: “E a me che mi frega? Basta che non tocca me”.

Agli altri piani c’è chi si occupa della vita e della realtà in cui viviamo.

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1) Ad un primo piano c’è la realtà ufficiale.

La seconda guerra mondiale è scoppiata perché Hitler voleva conquistare il mondo e l’America buona l’ha fermato.

L’11 settembre è scoppiato perché Bin Laden è cattivo e l’America ora ha dichiarato guerra al terrorismo.

L’Unione Europea è un normale processo di integrazione tra stati, che vogliono la pace tra di loro e vogliono evitare conflitti futuri.

La Concordia è affondata perché Schettino ha sbagliato.

Chi vive in questo piano crede praticamente a tutto, e il livello patologico di esso è costituito da coloro che, a fronte di una persona che si suicida con tre coltellate sul cuore, come il collaboratore campano di Di Pietro pochi anni fa, dicono: “Beh, ma se lo dice il magistrato sarà senz’altro un suicidio. Che c’è di strano in un Tizio che si da tre coltellate al cuore?”.

Altra manifestazione patologica di questo piano è costituita da coloro secondo cui Berlusconi non è riuscito a governare per colpa del complotto comunista, e quindi l’Italia è in questo casino per colpa dei comunisti ..


2) Ad un secondo piano c’è chi cerca una realtà più profonda e chi non si accontenta delle verità ufficiali.

La seconda guerra mondiale stata finanziata dagli stessi banchieri che hanno finanziato sia Hitler sia gli USA.
L’11 settembre l’hanno provocato gli americani per trovare una scusa per poi dichiarare le guerre e accelerare la spinta autoritaria sul loro territorio.

L’UE è una fregatura colossale.

La Concordia è affondata per interessi economici della compagnia.

Il livello patologico di questo piano è costituito da coloro che vedono sempre qualcosa dietro alla realtà. Se Tizio si fa prete, lo fa per interesse personale. Se un magistrato rischia la vita per combattere la mafia, lo fa per carrierismo. Se apri un blog complottista, lo fai per soldi o per metterti in mostra. Se un politico fa un discorso positivo, lo fa per conquistare elettori.

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Foto di gruppo di alcuni membri della Skull & Bones. Università di Yale 1800


3) Poi c’è un terzo piano di realtà, che è quello delle società segrete e del filo conduttore che unirebbe molte vicende mondiali.

Il filo conduttore fa scoprire che le prime guerre mondiali e la terza imminente erano programmate da tempo. Che l’11 settembre si inserisce con coerenza in questo scenario.E l’unione Europea anche.

Addirittura c’è un libro di Paolo Rumor, “L’altra Europa”, di cui ha parlato la rivista Fenix in un’intervista allo stesso Rumor, che parla di un’Unione Europea progettata fin da 2000 anni fa.

Qui, in questo terzo piano, entrano in gioco Templari, Rosacroce, società segrete, il conflitto tra Massoneria e Chiesa Cattolica, ecc.

Normalmente, approfondendo le cose in questo piano, ci si accorge sempre che i principali ideatori delle vicende umane appartengono tutti a società segrete rosacrociane, templari e massoniche.

E ci si accorge che queste persone non fanno nulla che non abbia un significato simbolico, e di conseguenza tutto quello che proviene da loro ha sempre, necessariamente, un significato simbolico ed esoterico.

Quando un evento non è provocato da loro, ma è casuale (ammesso che esista il caso, mi direbbe qualcuno), possono appropriarsi della vicenda, se questa ha un significato simbolico.

Ecco, attenzione allora a questo punto. Non è che non esista il caso. Ma quando esiste, l’evento può essere recuperato in chiave simbolica e veicolato come simbolo e come messaggio, se a loro fa comodo.

La degenerazione patologica di questo livello è di quelli che vedono simbologie occulte in ogni cosa.

Qualche tempo fa misi su facebook un link ad un sito di auto americane e già alcuni discutevano sulla simbologia occulta di questo sito, che invece era solo una pubblicità che facevo ad un mio amico.

Se Berlusconi viene beccato con le dita nel naso, sicuramente sta lanciando un messaggio dicendo che lo vogliono uccidere, dal momento che il naso serve per respirare, e il respiro richiama il soffio vitale.

Se il salumiere invece di un etto di prosciutto te ne da un etto e 13, alcuni sospettano che il salumiere voglia lanciare messaggi occulti.


4) Poi c’è un quarto piano di realtà. Quello di Malanga, degli ufologi, degli alienologi, che cercano di studiare l’intervento alieno sull’umanità e la sua storia.

Di fronte alla seconda guerra mondiale studiano il fenomeno dei dischi volanti nazisti.

Di fronte all’UE e all’11 settembre sostengono che fossero stati predetti nella Bibbia (in questo senso il recente libro “Codice Genesi” di Michael Drosnin).

Non essendo uno studioso di questo ramo, non posso distinguere il confine tra patologia e normalità, perché rischio di considerare patologico dalla mia ottica quello che invece è normale e che un giorno scoprirò essere la verità.

Mi limito a dire che mi fa un po’ sorridere quando sento dire che Schettino potrebbe essere controllato da un alieno, o quando sento parlare dei rettiliani di Icke. Ma in fondo so anche che non sono in grado di giudicare, e un giorno ciò che mi farà sorridere lo troverò forse normale.

E so anche che, rispetto alla realtà propinatami da Vespa, Fede e Travaglio, mi pare più plausibile quella di Icke.


5) Ci sarebbe in realtà un quinto piano. Il piano spirituale della vita. Il piano divino sull’umanità.

E’ il piano dove il bene e il male iniziano a confondersi, dove tutto si perde in una volontà unica di Dio, di cui bisognerebbe cercare di percepire il fine ultimo. Dove un alieno conta quanto un terrestre, un cane, un topo, e un albero. Dove tutto ha un senso preciso che contribuisce al fine ultimo dell’esistenza: la tigre quanto l’agnello, la Rosa Rossa quanto la Carlizzi, Attivissimo come Massimo Mazzucco.

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La degenerazione patologica di questo piano è costituita da quelli che se gli dici “Osho è stato assassinato dalla Cia”, ti rispondono: “No, Osho ha lasciato il corpo quando la sua anima aveva terminato il suo compito in questa vita”; oppure da quelli che, quando gli dico che mi occupo di omicidi, mi rispondono che io sono un essere primitivo e devo ancora evolvere, perché “l’unico che può togliere la vita è Dio”. Il che è anche vero, ma è un po’ difficile portare questa argomentazione come prova in tribunale e convincere un giudice.

Purtroppo, normalmente, i ricercatori di ciascun piano non dialogano tra loro. Al massimo si dialoga con il piano immediatamente inferiore e superiore. Ma spesso neanche tra quelli.

E spesso molti non comprendono che non esiste una visione giusta e una falsa, un piano giusto e uno vero. Quelli del quinto piano sorridono compiaciuti di fronte ai discorsi fatti ai piani bassi, di fronte all’affanno con cui alcuni cercano la verità.

Quelli del terzo, quarto e quinto piano ridono di quelli del secondo, perché sanno che, se anche le torri le avesse buttate giù Bin Laden, comunque ci sarebbe stata una volontà precisa in tal senso da parte degli USA.

E quelli dei piani bassi ovviamente guardano come paranoici quelli dei piani alti. Oppure li guardano come gente che, semplicemente, si occupa di cose che a loro non interessano.

Ma la realtà è una sola, e non possono esistere piani di realtà separati.

Se gli alieni esistono, possono essere tirati in ballo, in teoria, per ogni vicenda e non mi stupirei di trovarli anche dietro a qualche personaggio politico di spessore mondiale (penso ad esempio ad un recente libro di Anne Givaudan, dove si racconta di una sensitiva dei servizi segreti vaticani che individua in un uomo politico un essere di un altro mondo).

La mancanza di dialogo è così forte che addirittura la gente litiga all’interno dello stesso piano.

Così al quarto piano i malanghiani discutono con i pinottiani e i forgioniani; al terzo ci sono i panrosacrociani come me (uso una definizione di Massimo mazzucco), i pangesuitici, i panmassonici, i pancattolici...

Al secondo piano c’è chi litiga tra coloro secondo cui l’11 settembre è stato causato da una serie di esplosioni interne all’edificio, chi dice che gli aerei sono degli ologrammi, chi dice che gli edifici sono collassati con delle armi a vibrazioni sonore, ecc.

Ognuno, insomma, ha la sua verità. E ritiene che gli altri sbaglino, eccedano, disinformino.

La realtà, però, non è fatta da piani diversi, ma è unica.

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E’ solo per incapacità, o per inclinazione naturale, che uno sceglie di vivere in un piano o nell’altro, e di occuparsi di uno di questi. Pochi sono quelli che si occupano di più piani contemporaneamente.

http://crepanelmuro.blogspot.it/2014/07 ... el+muro%29



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MessaggioInviato: 24/07/2014, 17:30 
Cita:
Chi vive in questo piano crede praticamente a tutto, e il livello patologico di esso è costituito da coloro che, a fronte di una persona che si suicida con tre coltellate sul cuore, come il collaboratore campano di Di Pietro pochi anni fa, dicono: “Beh, ma se lo dice il magistrato sarà senz’altro un suicidio. Che c’è di strano in un Tizio che si da tre coltellate al cuore?”.


uhuhdhasudsahusdahu questa non l'avevo mai sentita :°°°°°°°°°°°°

Cita:
il conflitto tra Massoneria e Chiesa Cattolica


Che avrebbe vinto la massoneria visto che a quanto si "legge in giro" sono ormai presenti decine di infiltrati anche ad ALTO livello...

Cita:
4) [...]
E so anche che, rispetto alla realtà propinatami da Vespa, Fede e Travaglio, mi pare più plausibile quella di Icke.


Mi duole un pò dirlo ma inizio a pensarla anche io così -_-


Ultima modifica di MaxpoweR il 24/07/2014, 17:35, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/08/2014, 18:22 
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Abbastanza eloquente direi...

[:p]



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Le 6 idee dominanti e limitanti su cui è modellata la nostra società

Rifacendosi agli studi di Ernst Friedrich Schumacher e al pensiero di Tiziano Terzani, Gloria Germani ha sintetizzato, nel libro "Tiziano Terzani: la rivoluzione è dentro di noi", una lista delle sei idee dominanti nella nostra educazione moderna, che plasmano la nostra società, le quali hanno un forte potere limitante e disfunzionale per la nostra visione del mondo e per noi stessi.

Cita:
1) l'idea di evoluzione, cioè l'idea che esista un processo automatico che porta dalle forme inferiori a quelle superiori. Questa idea è stata applicata, nell'ultimo secolo, a tutti gli aspetti della vita.

2 ) l'idea di competizione, di selezione naturale. È strettamente connessa alla prima, e spiega il processo automatico di evoluzione con l'idea della sopravvivenza del più adatto.

3 ) l'idea - di cui si è reso portavoce Marx - che tutte le manifestazioni superiori della vita umana, dalla religione alla filosofia, siano sovrastrutture erette per mascherare gli interessi economici e la lotta di classe.

4 ) l'idea freudiana che queste stesse manifestazioni siano il risultato di desideri non realizzati di incesto o comunque di frustrazioni sessuali.

5 ) l'idea generale del relativismo, per cui in nessun campo si possono raggiungere verità assolute.

6 ) l'idea del positivismo, per cui l'unica conoscenza valida può essere ottenuta attraverso i metodi delle scienze, ma pure che non è possibile alcuna conoscenza del senso e del significato complessivo della vita umana.


Cos' hanno in comune queste sei idee dominanti ? Senz'altro il fatto di ridurre tutte le forme di esistenza a un unico livello, quello materiale, negando che possano esistere livelli diversi o superiori.

Inoltre, introducono l'idea che la competizione e la forza siano le uniche regole dello sviluppo umano e quindi giustificano perfettamente quella che è la concezione moderna fondamentale della vita, anche se per pudore non la si ammette: la forza economica è ciò che guida il mondo.

Ogni uomo moderno si sente perciò inevitabilmente avvinto agli aspetti economici e alle condizioni materiali che crede di dover soddisfare.

Queste idee dominanti sono, tuttavia, dei presupposti non dimostrati, sono cioè dei « salti dell' immaginazione » .

Ciascuna di queste idee guida della civiltà occidentale moderna,quindi, può essere considerata fortunata, ma niente affatto vera.Sono idee che hanno preso forma in una determinata e ben precisa atmosfera culturale, quella tra Ottocento e Novecento.

Oggi, questi fantasiosi presupposti sulla competizione e la forza che domina la vita non sono più tesi formulate intellettualmente, ma sono diventati strumenti del nostro modo di pensare, sono cioè diventati parte di una eredità psichica subcosciente collettiva.

http://informazioneconsapevole.blogspot ... u-cui.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 19/09/2014, 13:02, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/01/2015, 00:16 
ESOTERISMO ED ERMETISMO
Il punto di vista del Progetto Atlanticus sull'Esoterismo, sulla Verità e sul modo di comunicarla


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Il Fugu (#27827;#35930;, #39954;, in katakana #12501;#12464;?), è un piatto tipico della cucina giapponese. Il fugu è il pesce palla, un pesce velenoso, ma con una corretta tecnica di preparazione il veleno non contamina la pietanza. La difficoltà di preparazione lo ha reso uno dei piatti più celebri del Giappone.

In Giappone dal 1958, in seguito all'elevato numero di morti (420 nel biennio 1956-1958), un cuoco, per poter preparare e servire i fugu, deve obbligatoriamente ottenere una licenza speciale rilasciata dal ministero competente, la fugu chorishi menkyo, concessa solo dopo un esame sia scritto che pratico, durante il quale fra le altre cose il candidato deve saper riconoscere oltre 30 specie della famiglia cui il pesce appartiene.

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L’esempio del Fugu mi permette di affrontare un tema molto caro al Progetto Atlanticus. Un argomento che consente di definire meglio anche il nostro approccio al mistero e all’esoterismo in senso generale.

Vi domanderete certamente cosa possa centrare il pesce palla con il mondo dell’esoterismo, dell’alchimia e della ricerca alternativa promossa dal Progetto Atlanticus...

Per capirlo dobbiamo tornare a un paio di settimane fa, quando mi imbattei in alcuni articoli pubblicati su un sito che si propone, come peraltro facciamo noi nel nostro “Le Stanze di Atlanticus”, di affrontare temi esoterici e misteriosi nel tentativo di approfondire e promuovere importanti argomenti che molto spesso rimangono confinati all’interno di ridotte nicchie di pubblico. Nicchie di pubblico caratterizzate da una certa curiosità e voglia di sapere quel che non viene raccontato dai canali ufficiali, quali che siano questi ultimi.

In questi articoli, nei quali gli autori descrivono loro stessi come persone ‘esoteriche’, viene duramente condannato il modus operandi proprio dell’ermetismo, ritenuto obsoleto, superato nella realtà contemporanea e persino dannoso nei confronti della Verità e irrispettoso di quel pubblico che si appresta, che desidera, e che necessita in un periodo difficile e complicato come il nostro, volere CONOSCERE.

Il punto di vista di questi autori è che la politica dell’ermetico nel XXI secolo sia tanto controproducente quanto sciocca se orientata alla prospettiva di realizzazione di un mondo migliore come sarebbe invece nell’auspicio degli stessi ermetici per definizione. Diventando l’esoterismo quasi un modo per detenere una sorta di potere sui propri “adepti” influenzandoli lasciando intendere di possedere informazioni più rare di quelle comuni snaturando di fatto il senso generale del termine.

Mi spiace dover contraddire questi amici, ma è al contrario proprio grazie al profondo senso di responsabilità nei confronti del prossimo che l’ermetico sente suo l’obbligo morale di non poter raccontare la Verità così palesemente come invece alcuni auspicano dovrebbe avvenire e come l’ermetico stesso vorrebbe.

Sembrerebbe a prima vista una contraddizione o addirittura un comportamento scorretto da parte dell’esoterico-ermetico nei confronti delle persone che si pongono le fondamentali domande cercando avidamente risposte, ma con un po’ di pazienza cercherò di dimostrare che così non è... e per farlo ci aiuterà infine il nostro amico pesce palla.

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Per iniziare alcune definizioni che ci faranno capire come l’esoterismo, al contrario di come l’opinione pubblica tenda a fare, non sia un termine relativo solo a indicare una serie di prassi magiche, riti di cartomanzia, calcoli cabalisti e altre forme di superstizione, cioè credenze di natura irrazionale.

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Stregoneria? L’Esoterismo non è questo

Esoterismo è invece un termine generale per indicare le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli iniziati, ai quali è affidata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto da cui comprendiamo di come gli studi esoterici siano gli studi sulla natura interna dell’uomo che riguardano quelle scienze che portano, attraverso l’introspezione, alla riscoperta di noi stessi, alla conoscenza della nostra "natura interna", della Verità.

Può anche significare un sapere naturalmente ristretto a un gruppo di iniziati, che detengono il potere di rivelarlo a chi vogliono. Si contrappone, quindi, a essoterico, parola che indica il sapere oggettivo, per sua natura aperto a tutti coloro che vogliono appropriarsene e sono eventualmente disposti allo sforzo necessario.

Nel 1992 Antoine Faivre, titolare della cattedra di "Storia delle correnti esoteriche nell'Europa moderna e contemporanea" all'école pratique des hautes études di Parigi, ha proposto la prima definizione storico-religiosa della nozione di esoterismo.

Secondo Faivre, il quale metodologicamente circoscrive la sua analisi all'ambito delle correnti moderne e contemporanee dell'Occidente, è esoterica ogni dottrina e forma di pensiero che si basi sui quattro principi seguenti:

1. l'esistenza di una corrispondenza analogica tra il microcosmo e il macrocosmo (l'essere umano e l'universo sono l'uno il riflesso dell'altro);
2. l'idea di una natura viva, animata;
3. la nozione di esseri angelici (o comunque spirituali), di mediatori tra l'uomo e Dio, ovvero di una serie di livelli cosmici intermedi tra la materia e lo spirito puro;
4. il principio della trasmutazione interiore.

A questi quattro principi fondamentali vanno aggiunti i due seguenti, considerati complementari:

5. la pratica della confluenza delle fonti dottrinali;
6. il principio della trasmissione iniziatica.

è evidente che a tali criteri corrispondono le maggiori espressioni di quello che comunemente viene chiamato "esoterismo" occidentale, quali l'alchimia, la cabala, l'ermetismo, la teosofia.

I criteri di Faivre però lasciano fuori dalla nozione di esoterismo la maggior parte delle correnti new age e neopagane, come pure le tradizioni massoniche e le tante correnti mistiche minoritarie, occidentali ed orientali, che hanno contribuito a fondare l'esoterismo contemporaneo.

Per tale motivo (cioè per il fatto che tali criteri siano poco "comprensivi"), la criteriologia di Faivre è stata criticata da altri storici delle religioni, per esempio Kocku von Stuckrad. Ciò nonostante, essa resta un punto di riferimento centrale per tutti coloro che si interessano seriamente di esoterismo e vogliono studiare quest'ultimo dal punto di vista storico-religioso.

Ogni autore di letteratura esoterica è detentore di una propria definizione del termine "esoterismo" (termine di coniazione piuttosto recente, dato che appare per la prima volta in una lingua moderna, il francese, nel 1828). Ognuno di essi identifica l'esoterismo con una nozione particolare, dilatandone o restringendone il campo semantico a seconda delle proprie esigenze.

Per Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), fondatrice della Società Teosofica (1875), l'esoterismo è una "dottrina segreta", una sintesi di tutte le filosofie, di tutte le religioni, capace di svelare gli arcani dell'Universo e dell'Assoluto.

Per Rudolf Steiner (1862-1925), fondatore dell'antroposofia, l'esoterismo è una "scienza spirituale", un'investigazione dei mondi soprasensibili attraverso le facoltà della chiaroveggenza.

Per René Guénon (1886-1951) l'esoterismo è innanzitutto la "tradizione primordiale", ossia una dottrina metafisica universale la cui trasmissione si effettua soprattutto attraverso il linguaggio dei simboli. Secondo Guénon il contenuto di tale dottrina metafisica è reperibile, sebbene in forma alterata, nelle varie tradizioni religiose della storia, e più precisamente nel loro versante "esoterico" (la cabala per l'ebraismo, il taoismo per la religione cinese, il sufismo per l'Islam).

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Per Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) lo scopo dell'esoterismo o scienza iniziatica è quello di insegnarci a trasformare i nostri desideri inferiori e di entrare in comunicazione con il mondo divino per perfezionarci e aiutare tutta l’umanità.

Secondo Aïvanhov, certe scienze quali l'alchimia, la magia, l'astrologia e la Cabala sono di difficile approccio e per capirle bene è consigliabile iniziare a studiarle nell'uomo, nelle sue attività quotidiane.

Nel cibo troviamo l'alchimia, nella respirazione l'astrologia, nella parola e nel gesto la magia e nel pensiero la Cabala. Lo studio dell'esoterismo, precisa questo autore, non può essere separato dalla vita quotidiana.

è a partire dal secondo dopoguerra che gli storici delle religioni iniziano a prendere in esame i diversi ambiti della tradizione esoterica occidentale, fino ad allora ignorata dalla ricerca accademica.

Vengono così forniti contributi scientifici di rilievo, grazie ai quali si inizia ad apprezzare l'importanza quantitativa e qualitativa del corpus esoterico occidentale.

Tra i maggiori artefici di questa svolta si devono menzionare Mircea Eliade per l'alchimia e lo sciamanesimo (Le Chamanisme et les techniques archaïques de l'extase, Paris, 1950; Forgerons et alchimistes, 1956), Gershom Scholem per la cabala ebraica (Major Trends in Jewish Mysticism, 1941), François Secret per la cabala cristiana (Les Kabbalistes chrétiens de la Renaissance, 1964), Frances Yates per l'ermetismo e il neoplatonismo del Rinascimento (Giordano Bruno and the Hermetic Tradition, 1964; The Occult Philosophy in the Elizabethan Age, 1979), Alexandre Koyré per la mistica e la teosofia tedesche (Mystiques, spirituels, alchimistes du XVIe siècle allemand, 1970), Charles Puech per lo gnosticismo e il manicheismo.
Tale fioritura di studi rese necessaria la creazione di una disciplina scientifica nuova, che si facesse carico di studiare l'esoterismo occidentale in quanto fenomeno storico-religioso a sé stante.

L'impulso alla costituzione di tale disciplina fu dato a Parigi, all'école pratique des hautes études, da François Secret, titolare fin dal 1964 della cattedra di “Storia dell’esoterismo cristiano”. A Secret successe nel 1979 Antoine Faivre, sotto la cui direzione la cattedra mutò nome, prendendo il titolo di “Storia delle correnti esoteriche e mistiche nell’Europa moderna e contemporanea”.

Nel 2002, con l’arrivo all’EPHE di Jean-Pierre Brach, il termine “mistiche” fu soppresso, e l’esoterismo divenne l’unico oggetto di studio della disciplina, i cui quadri concettuali portanti erano stati precedentemente definiti da Faivre in alcune importanti pubblicazioni.

La fecondità di tale indagine scientifica è confermata dalla creazione di numerose cattedre in altri paesi, tra cui quella di Amsterdam (1999) e quella di Exeter in Inghilterra (2006).

Esoterismo diventa anche sinonimo di nascosto, occulto, in quanto scienze esoteriche come l’alchimia (che doveva trasformare il piombo, ciò che è negativo, in oro, in ciò che è positivo, nell’uomo per fargli riscoprire la sua “natura interna”) dovevano nascondersi, rendersi occulte usando allegorie, per non subire le reazioni della Chiesa.

E qui arriviamo all’ermetismo. Ovvero, in sostanza a uno dei diversi modi di presentare (non raccontare), o meglio rappresentare, la Verità contenuta nell’esoterismo. Il modo, secondo il Progetto Atlanticus, più efficace e che peraltro ha permesso agli antichi saperi millenari di attraversare indenni i secoli e le istituzioni ostili attraverso diverse modalità come per esempio l’edificazione delle grandi cattedrali gotiche.

Le cattedrali gotiche francesi sono un insieme di chiese cattedrali in stile gotico, che sorsero in Francia a partire dalla seconda metà del XII secolo. Le principali di esse erano già edificate, o in corso di edificazione, agli inizi del XIII secolo.

Gli architetti erano scelti tra gli scalpellini ed erano coadiuvati da un mastro muratore, un mastro carpentiere, un mastro fabbro, un mastro idraulico, un mastro sultore e un mastro vetraio. Tutti questi artigiani si formavano con un apprendistato di più anni e con viaggi in diversi cantieri, dove potevano osservare le novità del mestiere.

Venivano applicate nella costruzione formule geometriche tramandate ai propri figli o apprendisti, che determinavano le proporzioni dell'opera, in continua evoluzione sulla base delle esperienze precedenti.

In accordo con il modello corporativo del tempo e con la necessità di tutelare e preservare i segreti professionali dell'ordine scalpellini e muratori si inserivano nel contesto delle società segrete di ordine massonico.

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Abbiamo parlato altrove del legame tra Templari e Massoneria. Vorrei ora concentrarmi su come l'eredità delle conoscenze possedute dai templari e confluite nell'universo massonico dopo la persecuzione e lo sterminio dell'ordine dei Templari viene tradotto nelle cattedrali gotiche europee, principalmente francesi, secondo un linguaggio prettamente simbolico-ermetico.

Innanzitutto partiamo dal nome, che erroneamente viene associato oggi alle antiche popolazioni germaniche conosciute come goti, da cui l'appellativo gotico per le cattedrali, utilizzato come dispregiativo, secondo la maggior parte degli storici dell'arte.

In verità esiste una ragione più oscura.

Secondo Fulcanelli la spiegazione del termine gotico va ricercata nell'origine cabalistica della parola che deriva da goetico, ossia magico.

La Cattedrale è pertanto un capolavoro di art gotique di Art Goth che per omofonia si trasforma in ARGOT. I dizionari definiscono l'argot come quel linguaggio utilizzato per scambiarsi informazioni senza che gli altri possano capire: un linguaggio quindi ermetico per definizione.

Con ermetismo o filosofia ermetica ci si riferisce a vari autori probabilmente greci, la più parte sconosciuti, che in lingua greca elaborarono durante il periodo della cultura ellenistica greca e romana, a cominciare dal II secolo d.C., un complesso di dottrine mistico-religiose e filosofiche alle quali si affiancarono teorie astrologiche di origine semita, elementi della filosofia di ispirazione platonica e pitagorica, credenze gnostiche e antiche procedure magiche egizie.

Il termine trae origine da Ermete Trismegisto (dal greco antico #7961;#961;#956;#8134;#962; #8001; #932;#961;#953;#963;#956;#941;#947;#953;#963;#964;#959;#962;, «Ermete il tre volte grandissimo»). Nell’atmosfera sincretica dell’Impero romano, al dio Ermes fu dato come epiteto il nome greco del dio egizio Thot. Entrambi erano gli dei della scrittura e della magia nelle loro rispettive culture.

Secondo Athanasius Kircher: «Gli Arabi lo chiamano Idris, dall'ebraico Hadores, i fenici Tauto, gli Egizi Thot ma lo chiamano anche Ptha e i Greci Ermete Trismegisto.

Tema centrale dei testi ermetici è dunque il rapporto tra l'uomo e un Dio che sfugge nella sua totale trascendenza all'intelletto umano. L'uomo può cogliere l'essenza divina tramite la gnosi, un processo di natura sovrarazionale dovuto all'illuminazione proveniente da Dio che conduce l'uomo all'estasi e al ritorno dell'anima al suo creatore.

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Un'altra via, indiretta questa, per la conoscenza di Dio è costituita dalle tracce, le vestigia, che Dio ha lasciato nella creazione della natura, in quel mondo materiale dove l'uomo per il suo peccato è caduto e da dove, per la sua natura originaria divina, può compiere la sua risalita verso il creatore. Ciò che si definisce struttura matematica dell’universo che trova nel fenomeno dei frattali e nell’equilibrio armonioso della sezione aurea la massima evidenza.

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E’ bene sapere che in tutte le religioni esiste un insegnamento pubblico (essoterico) ed uno riservato (esoterico).

Noi di Progetto Atlanticus, come già raccontato in altre occasioni, riteniamo che questa distinzione, questa caratteristica propria della religione, sia presente anche in moltissime opere d’arte e della letteratura, antica e contemporanea i cui autori, in perfetto stile ermetico, hanno desiderato inserire messaggi e significati in modo non così palese come invece gli amici a cui mi riferivo in apertura dell’articolo pretendono, attraverso il ricorso a archetipi, simboli da dover svelare da parte di chi osserva o legge.

Questo avviene anche nelle espressioni artistiche contemporanee siano essi opere cinematografiche o musicali.

E’ il caso dei contenuti espressi nei piani di lettura più profondi di film come Lucy o come Interstellar o ancora dei testi e videoclip di Lady Gaga, Micheal Jackson o dei 30 Seconds to Mars di Jared Leto. Solo per citare i casi più recenti, ma di esempi ce ne sono di moltissimi altri nella storia dell’arte, passata e contemporanea, così come abbiamo cercato di raccontare nella puntata numero 23 del nostro podcast “Atlanticast” intitolata appunto “I Messaggi Ermetico-Esoterici nell'Arte”.

La critica che viene mossa ai detentori, o presunti tali, di codesta Verità è il perché questi non offrano in modo chiaro e palese le risposte che da sempre attanagliano l’Uomo e del perché ci si ostini a nasconderla sotto il tanto vituperato velo di Maya schopenaueriano attraverso simboli, metafore, allegorie o archetipi propri del linguaggio ermetico, finendo erroneamente addirittura a maledire quelle scuole ermetiche grazie alle quali invece la Verità è stata preservata attraverso i millenni da quei nemici che, per un motivo o per l’altro, volevano distruggerla.

Se per assurdo io fossi uno di quei detentori della Verità voi certamente vorreste delle risposte da parte mia.

Se io fossi davvero un protagonista esoterico possessore della Verità sarei elevato al pari dei Player di cui ho parlato nel topic “La Scacchiera degli Illuminati” e certamente potrei essere tentato di utilizzare questo strumento per esercitare il potere di CHI SA nei confronti di CHI NON SA secondo la politica del Player C.

Purtroppo il mondo è pieno di cialtroni e la storia già ci ha insegnato come sia facile realizzare istituzioni di potere attraverso la strumentalizzazione e la mistificazione del messaggio salvifico esoterico ed essoterico contenuto nei testi religiosi e spirituali che abbiamo imparato a conoscere nel corso dei nostri studi.

Ma per non complicare la comprensione di questo testo con ulteriori esempi e non distogliere l’attenzione del lettore che invitiamo a consultare la teoria dei player all’interno del nostro blog “Le Stanze di Atlanticus” ipotizziamo di appartenere al Player B auspicando pertanto che l’Uomo giunga infine alla riscoperta dei segreti esoterici nascosti sotto il velo di Maya che permetterebbero il raggiungimento della piena consapevolezza del sè e dell’Universo. Una volta rivelare determinati segreti sarebbe costato la vita, il rogo, l’ostracismo sociale, ma oggi ritengono alcuni, quei tempi sono finiti e quindi sarebbe possibile e doveroso da parte di costoro rivelare la verità.

E’ un ragionamento il loro fin troppo ingenuo. Sappiamo per esempio di come Kubrick abbia pagato con la vita l’aver presentato nel film Eyes Wide Shut qualcosa che non doveva essere rivelato, come ad esempio il rito ierogamico che caratterizza alcuni riti praticati con consuetudine da parte delle famiglie elitarie dell’oligarchia sovranazionale al vertice della piramide che definisce il NWO.

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E qualora non si arrivasse da parte loro alla suddetta soluzione vi è sempre modo di sporcare talmente tanto una verità rivelata in modo così superficiale come vorrebbero fare gli amici di cui si parlava all’inizio da renderla inutilizzabile... praticamente bruciata, perché incomprensibile ai più.

Persino il diamante, ricoperto di sterco, non brilla più. O sbaglio?!

Ricordatevi, amici miei, che in un mondo in cui tutti pensano che 2+2 faccia 5 tu, che sai essere 4 il risultato, verrai ritenuto pazzo.

Eppure nella Verità dettata dalla matematica e logica è evidente, o quantomeno dovrebbe esserlo, il risultato dell’equazione sopraccitata.

Quel risultato, quel 4, corrisponde alla Verità posseduta dall’esoterismo.

Il modo in cui il maestro cerca di farti capire che 2+2 non fa 5 corrisponde invece all’ermetismo. Ovvero io preferisco non dire apertamente, per i diversi motivi appena accennati nell’articolo in questione, che 2+2 fa 4... ma cerco di farti capire, di darti gli strumenti per poterlo fare, che 2+2 non può fare 5 come invece ti hanno indotto a pensare!

Ma che farà 4, mio caro amico, lo dovrai capire tu, attraverso quegli strumenti che l’ermetismo ti ha messo a disposizione e attraverso lo sforzo di volontà, mosso dalla tua curiosità, che ti consentirà di giungere alla epifania del risultato dell’equazione.

Rassegnati, perché nessuno te lo dirà mai, perché è giusto che sia così!

D’altronde posso mai raccontarti un film... o un libro? Certo che posso... ma per capire cosa voglia davvero dire quel film o quel libro dovrai vederlo o leggerlo in prima persona forte degli strumenti che avrai appreso durante una ricerca autonoma e individuale.

E’ questo che chi maledice l’ermetismo non riesce a capire. Ovvero che l’ermetico non vuole rivelarti la verità, ma non perché ti vuole ignorante, anzi al contrario perché vuole offrirti gli strumenti necessari affinché tu la possa fare tua, quella Verità.

E’ una differenza sottile, ma fondamentale: non posso raccontarti la Verità... sei tu che devi comprenderla!

Quindi cosa può fare l’esoterico-ermetico (il nostro Player B) se non offrirti quegli strumenti affinché sia TU e solo ed esclusivamente TU a realizzare quel cammino, quel percorso di consapevolezza che ti porterà a comprendere quella verità che stai cercando facendola tua?!

Anche Dante Alighieri fu accompagnato da Virgilio e Beatrice in un lungo percorso attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, prima di poter vedere DIO, eppure i due avrebbero potuto raccontare subito a Dante la vera natura di DIO. Ma non l’hanno fatto!

Immagine

Pensateci.

E’ più efficace descrivere un quadro a un cieco? O cercare di fargli aprire gli occhi.

E’ più efficace descrivere il gusto di una pietanza? O spingere una persona a cibarsene?


Ma, nel caso del cibo, bisogna anche essere in grado di cucinarlo... e finalmente torniamo all’esempio del pesce palla.

Vi chiedo un ultimo ulteriore sforzo.

Sapendo che la carne del pesce palla è buona, buonissima, voi ve la sentireste di consigliarla a tutti i vostri amici e parenti di cucinarla e cibarsene sapendo che un taglio errato e inesperto delle sue parti molle potrebbe renderne velenoso e mortale il consumo?

Non cerchereste forse di preservare il segreto della ricetta comunicandolo solo a persone che hanno dimostrato volontà, capacità, curiosità e amore nella gastronomia, nella cucina, dimostrando quindi di essere in grado di maneggiare la carne del pesce palla al fine di tutelare i vostri amici e parenti dal suddetto rischio mortale?

La stessa cosa viene fatta con la verità. La verità se malintesa può essere estremamente pericolosa esattamente come la carne del Fugu. Pericolosa come una pistola carica in mano a un bambino.

Diffidate da chi vi dice di conoscere la verità e si propone di rivelarvela richiedendo la vostra accettazione per fede. E diffidate anche da chi pretende che la verità debba essere rivelata maledicendo gli ermetici per averla tenuta nascosta.

Perché se questo è stato fatto ringraziate gli ermetici, poiché è stato fatto per voi, affinché possiate conoscere e comprendere la Verità, autonomamente.

Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Fugu_%28gastronomia%29
http://postitmistery.altervista.org/wor ... soteristi/
http://it.wikipedia.org/wiki/Esoterismo
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermetismo_%28filosofia%29
http://www.viveremeglio.org/esoterismo/0_esoterismo.htm
http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... O_ID=10142
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12271
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12273

Ricordiamo il sito dell'autore
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E il podcast collegato
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