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MessaggioInviato: 14/12/2012, 16:44 
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7,16 della Genesi: "(Salpata l'arca) Yahweh chiuse la porta dietro di sé" (ovvero, entrò nella nave per ultimo, dopo gli uomini e gli animali, e chiuse la porta prima della partenza).


Questo Yahweh era proprio uno scroccone comunque eh haaahah -_-



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MessaggioInviato: 14/12/2012, 17:13 
mah , in realtà, sono andato a verificare, dice:

il Signore chiuse la porta dietro di lui.(ovvero di Noè)
ammetto che è un po' ambiguo [;)]

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 14/12/2012, 17:41 
Quindi Noè era "ospite" dell'Arca, anche se la costruì lui... è il padrone di casa infatti che chiude la porta quando l'ospite entra. [;)]



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MessaggioInviato: 28/12/2012, 10:40 
Altre info su Akakor

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=4553



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MessaggioInviato: 28/12/2012, 11:23 
Peccato solo in lingua spagnola [:(]

http://www.bibliotecapleyades.net/arque ... akor01.htm
http://www.bibliotecapleyades.net/arque ... akor02.htm
http://www.bibliotecapleyades.net/arque ... akor03.htm
http://www.bibliotecapleyades.net/arque ... akor04.htm
http://www.bibliotecapleyades.net/arque ... akor05.htm



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MessaggioInviato: 28/12/2012, 12:23 
Scusate il continuo "postaggio" [:D]

Ulteriori elementi di riflessione:

http://interferenzealiene.blogspot.it/2 ... -i-di.html
http://interferenzealiene.blogspot.it/2 ... ii-di.html
http://interferenzealiene.blogspot.it/2 ... ii-di.html
http://interferenzealiene.blogspot.it/2 ... iv-di.html
http://interferenzealiene.blogspot.it/2 ... -v-di.html
http://interferenzealiene.blogspot.it/2 ... vi-di.html
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MessaggioInviato: 28/12/2012, 12:53 
I tratti somatici di questo Tatunca Nara sembrano chiaramente europei; ed infatti qui
http://en.wikipedia.org/wiki/Tatunca_Nara
C'è scritto che il suo vero nome sarebbe Hans Guenther Hauck nato in Germania il 4 Ottobre 1941, guida tedesca e che sarebbe ancora vivo oggi a Rio Negro.
Tra l'altro alcuni turisti sotto la sua guida sarebbero scomparsi nella giungla, stando a quanto c'è scritto.


Ultima modifica di quisquis il 28/12/2012, 12:56, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/06/2013, 16:26 
Cita:
Messaggio di Thethirdeye


Riccardo Magnani - Paititi Eldorado Akakor: il mito diviene realtà

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=VzmmiYOT3Bs[/BBvideo]


http://www.paititi2013.com



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MessaggioInviato: 11/06/2013, 18:05 
Esattamente, Atlanticus.

Qui invece trovi la mappa di Kircher cui facevo riferimento, e il mondo sotterraneo.

Curioso notare l'assonanza del pavimento disegnato da Kircher con il canto delle sfere di questa donna Shipibo, o il volto di quest'altro indigeno, anch'esso della zona in cui ho localizzato il Paititi

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 200%2C1909


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Aggiornamenti su Akakor da altri thread! [;)]

Cita:
mauro ha scritto:

cari amici,
qui, tutto il volume di Athanasius Kircher
http://nausikaa2.mpiwg-berlin.mpg.de/cg ... step=thumb

dove si può trovare la mappa postata da Riccardo, ulteriormente ingrandita.
ciao
mauro


Cita:
Riccardo Magnani ha scritto:

Altrettanto curiosa è l'associazione tra il mondo sotterraneo descritto da Kircher con questo canto delle tele di una donna Shipibo, una tribù originaria della parte di foresta dove ho localizzato il Paititi:

http://www.youtube.com/watch?v=xvGq-KnPPKg


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... tagoga.jpg

Tutto ciò rimanda all'Ade di Orfeo, ancor prima al Duat, il mondo dei morti egizio, e dunque alla musica delle sfere, necessaria alla separazione tra corpo eterico e corpo materico nel rituale funerario di tutte le più antiche civiltà.

Direi al momento di fermarmi qui; ma ci tenevo a sottolineare come la ricerca del Paititi non può essere confinata a quanto fino ad oggi è stato fatto, laddove vengono presentate due rovine moderne e le si ammantato del mistero della Cidad Perdida per fare audience.




Cita:
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MessaggioInviato: 14/06/2013, 17:13 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Quindi Noè era "ospite" dell'Arca, anche se la costruì lui... è il padrone di casa infatti che chiude la porta quando l'ospite entra. [;)]


Beh non è escluso che YHWH abbia usufruito del mezzo che ha messo a disposizione (almeno dal punto di vista progettuale) del suo noè, sempre che davvero di una nave si stesse parlando. Magari l'arca era un enorme bunker...



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MessaggioInviato: 25/02/2014, 23:39 
Vorrei rilanciare questo thread sul mito (o realtà?) di Akakor e delle civiltà perdute dell'Amazzonia e del sudamerica.

Quelle civiltà che forse furono il punto di partenza della "Rinascita" nel continente sudamericano come i sumeri e ancora prima i fondatori di Gobekli Tepe furono per il medio-oriente.

Alla ricerca delle civiltà nascoste nell’Amazzonia

A guardare com’è oggi la foresta amazzonica è difficile immaginarla piena di persone. Negli ultimi decenni, però, gli archeologi hanno cominciato a trovare tracce di villaggi e forse persino città. L’estensione di questi insediamenti umani rimane molto dibattuta – in parte perché enormi regioni della foresta tropicale di 6 milioni di km² non sono ancora state studiate. Ora un gruppo di ricercatori ha costruito un modello che predice dove si possono trovare più probabilmente i segni dell’agricoltura precolombiana.

Immagine
(Crystal McMichael)

In un certo senso, l’archeologia nell’Amazzonia è ancora agli inizi. Non solo è difficile effettuare dei grossi scavi in mezzo a una foresta tropicale ma, fino a poco tempo fa, non si pensava che ci fosse molto da scoprire. Il suolo amazzonico è notoriamente di scarsa qualità – tutti i nutrieni sono immediatamente utilizzati dalla sbalorditiva biodiversità della foresta – dunque per molti anni, gli scienziati hanno creduto che un’agricoltura su larga scala necessaria a sostenere le città fosse impossibile. Le scoperte di terrapieni enormi e strade antiche, tuttavia, indicano che esistette una certa densità di popolazione per un lungo periodo. Il loro segreto agricolo? Arricchivano il suolo loro stessi, creando quella che gli archeologi chiamano terra preta.

La terra preta – letteralmente “terra scura” – è il suolo che gli uomini hanno arricchito per avere due o tre volte i nutrienti rispetto al normale, spiega Crystal McMichael, paleoecologista all’Istituto di Tecnologia della Florida a Melbourne. Sebbene non ci sia una definizione standard della terra preta, tende a essere più scura del normale e contiene carbone e frammenti di ceramica precolombiane mischiate. La maggior parte venne creata dai 2.500 ai 500 anni fa. Come i terrapieni, la terra preta è considerata un segno di un’antica occupazione umana.

Immagine
Ampie strade (in rosso) collegano antiche città (Science)

Immagine
Strade preispaniche nell’Amazzonia boliviana (Università della Pennsylvania)

Analizzando luoghi e ambienti dei circa 1.000 siti di terra preta conosciuti, McMichael e il suo team hanno trovato degli schemi della sua distribuzione. Gli scienziati hanno concluso che la terra preta si trova più probabilmente nell’Amazzonia centrale e orientale, sulle scogliere vicine ai fiumi che vanno verso l’oceano Atlantico. È meno comune invece nell’Amazzonia occidentale, dove l’inizio delle Ande tende ad aggiungere naturalmente dei nutrienti al suolo, e in regioni montagnose come Llanos de Moxos in Bolivia, casa di molti terrapieni precolombiani importanti. Studiando le condizioni ambientali più fortemente associate con la terra preta, il team è stato in grado di costruire un modello che individua i siti di terra preta più probabili. In tutto, si ritiene ci siano probabilmente circa 154,063 km² di terra preta nell’Amazzonia, cioè il 3.2% dell’area totale del bacino, scrivono su Proceedings of the Royal Society B.

Il modello fornisce agli archeologi “un punto di partenza” per gli scavi futuri, dice McMichael. “Dentro una foresta di quasi 6 milioni di km², è difficile determinare i siti da sondare”. Come il sempre più popolare LiDAR – che può rilevare sterramenti nascosti sotto la foresta ma non può scovare la terra preta – “queste metodologie statistiche restringono il numero di aree in cui cercare”.

Altri esperti dell’Amazzonia sono più scettici. Michael Heckenberger, archeologo all’Università della Florida di Gainesville, non coinvolto nello studio, fa notare una possibile discrepanza nei metodi di campionatura impiegati da McMichael. I siti di terra preta, dice, “sono semplicemente le aree dove ci sono state delle ricerche archeologiche”. Le aree senza questo tipo di terra, invece, erano state analizzate da ecologisti e geologi, spesso molto prima che qualcuno avesse cominciato a cercare la terra preta o altri segni di insediamenti precolombiani. Solo perché una regione è ritenuta senza terra preta, sospetta Heckenberger, non vuol dire che non ce ne sia. Significa solo che gli archeologi lì non l’hanno ancora cercata. La mappa di McMichael “serve come promemoria di ciò che non sappiamo” riguardo il passato dell’Amazzonia.

McMichael concorda che l’etichetta ‘senza terra preta’ non prova che gli uomini non abitarono mai una regione. La relativa mancanza di terra preta intorno a Llanos de Moxos dimostra che gli abitanti non arricchivano il suolo per forza, oppure lo facevano in modo diverso. “Penso che le culture si adattarono in modi diversi alle condizioni ambientali differenti”, creando terra preta dove il terreno era povero e modificando l’ambiente dove il suolo era già ricco.

McMichael spera di usare i suoi metodi statistici per registrare l’impatto umano sull’Amazzonia nel passato, cercando di trovare una correlazione con i diversi ambienti. Se gli indigeni hanno incoraggiato la diffusione di piante e animali utili a loro, per esempio, questo potrebbe riguardare la distribuzione delle specie nell’Amazzonia di oggi. Presto, gli scienziati potrebbero andare oltre i terrapieni e leggere la storia dell’Amazzonia nella foresta stessa.

http://ilfattostorico.com/2014/01/13/al ... amazzonia/



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MessaggioInviato: 26/02/2014, 10:10 
Cita:
MarcoFranceschini ha scritto:

La mia vocina mi dice che ciò che erroneamente si attribuisce alla Terra come evento di cataclisma globale alias "diluvio universale" (singolo o multiplo ?) ha in realtà interessato la "prima Terra" ovvero il primo pianeta abitato da una porzione di civiltà extraterrestre che per motivi conosciuti solo ad alcuni oggi intraprese un lungo viaggio partendo da un sistema stellare lontano da quello solare.
Ed il primo pianeta abitato non fu (milioni di anni or sono ovvero quanto basta ad aver totalmente alterato la memoria della progenie umana che da quella protoumanità discende) la Terra ma Marte.
La fatidica epoca situata intorno al 10/11000 a.c coincide con la data del grande abbandono...del grande esodo verso la seconda patria in questo sistema stellare...la Terra.
Ecco perché in moltissimi monumenti c'è la simbiosi tra l'epoca suddetta, tra Marte e le stelle.
Ed indovina un poco dove è la "tecnologica arca" che servì allo scopo ?
Si hai proprio indovinato...è ciò che costituisce la famosa Ararat anomaly...non un barcone di legno e pece ma ben altro...e sulla Terra oggi un gruppo oscuro di persone si è riappropriato della vera storia della specie umana...non autoctona della Terra...
Atlantide, Lemuria in questo contesto sono solo due nomi per i due primi insediamenti sulla Terra...
Uno di questi, Atlantide sicuramente giace con le sue meraviglie eretiche sotto la terra dei pinguini.
Ma ovviamente nessun documentarista né scrittore oserà mai tanto...
Sono anche sicuro che sulla Terra oggi esistono due grandi sottoinsiemi di ciò che definiamo umanità...uno discende più direttamente dalla protoumanità proveniente da Marte e l'altro discende dall'opera di costruzione genetica di un essere ibrido tra "Lei" e le creature più evolute sviluppate sulla Terra.
In tutto questo discorso si innesta sicuramente anche una correlazione tra il sapere e le conoscenze esoteriche e le più oscure società segrete...che se ci fai caso guardano sempre alle stelle ed a Marte come nostra origine.
Grazie.

Marco71.


Concordo sulla nostra "parentela" con Marte,ma che qualcosa di catastrofico sia successo mezzo milione di anni prima lassù,(forse un asteroide che ha letteralmente raso al suolo un emisfero del pianeta,spazzandone via buona parte dell'atmosfera e degli oceani,come dimostrato dalla sua geologia),con conseguente esodo in massa verso la terra
POI una volta stabilitasi qui,ci fu un'altro cataclisma nell'11/10.000 a.c.,(voluto forse proprio dai nostri ex-coinquilini [:)] o naturale) che pose una repentina fine alla glaciazione di Wurm con l'innalzamento dei mari e tsunami in tutto il mondo,(confermato dal fatto che durante l'era glaciale il livello dei mari e costiero era più basso di parecchi metri)
In conseguenza il disastro globale spazzò via le popolazioni che vivevano sulle coste,forse la gran parte dei centri urbani erano lì,dato che atlantide e lemuria erano proprio potenze marittime,sarebbe stato ricordato negli anni a venire come diluvio universale,(ma terrestre e non marziano,se no perchè nei miti si sarebbero dimenticati di menzionare il "complemento oggetto",ossia il pianeta rosso...?)


Ultima modifica di kenshiro1978 il 26/02/2014, 10:17, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 17/08/2014, 12:27 
Trovate nella giungla antiche città Maya

Una porta a bocca di mostro, templi piramidali in rovina e resti di un palazzo sono emersi dalla giungla messicana, quando gli archeologi hanno portato alla luce due antiche città maya. Situate nella parte sud-orientale dello stato messicano di Campeche, nel cuore della penisola dello Yucatan, le città erano nascoste nella fitta vegetazione e difficilmente accessibili.

Immagine

"Le fotografie aeree ci hanno aiutato a localizzare i siti," ha detto il capo della spedizione Ivan Sprajc, del Centro di Ricerca dell'Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti (ZRC Sazu). Sprajc e il suo team hanno scoperto gli imponenti resti esplorando ulteriormente la zona intorno a Chactun, una grande città Maya scoperta dall'archeologo sloveno nel 2013.

Nessun altro sito è stato finora localizzato in questa zona, che si estende su circa 3000 chilometri quadrati, tra le cosiddette regioni di Rio Bec e Chenes, entrambi noti per i loro caratteristici stili architettonici modellati durante i periodi Tardo Classico, tra il 600 e il 1000 d.C. Una delle città scoperte presenta una straordinaria facciata con un ingresso che rappresenta le fauci spalancate di un mostro della terra.

Il sito è stato effettivamente visitato nel 1970 dall'archeologo americano Eric Von Euw, che ha documentato la facciata e gli altri monumenti di pietra con disegni ancora inediti. Tuttavia, la posizione esatta della città, indicata come Lagunita da Von Euw, è andata perduta. Tutti i tentativi di ritrovamento non sono riusciti.

"Le informazioni su Lagunita erano vaghe e del tutto inutili," ha dichiarato Sprajc a Discovery News. "Nella giungla si può essere anche a soli 600 metri da un sito di grandi dimensioni e non avere nemmeno il sospetto che potrebbe essere lì; piccoli tumuli sono presenti in tutta la zona, ma ti danno la minima idea di dove possa trovarsi un centro urbano", ha aggiunto.

Lagunita è stata identificata solo dopo che gli archeologi hanno confrontato la facciata ritrovata e i monumenti con disegni di Von Euw. La facciata con bocca di mostro si è rivelata essere uno degli esempi meglio conservati di questo tipo di porte, che sono comuni nello stile architettonico Tardo Classico del Rio Bec, nella regione vicina al sud.

Immagine

"Rappresenta una divinità Maya della terra in relazione con la fertilità. Questi portali simboleggiano l'ingresso di una grotta e, in generale, al mondo sotterraneo acquoso, luogo di origine mitologica del mais e dimora degli antenati", ha detto Sprajc.

Trovati anche resti di una serie di imponenti edifici simili a palazzi disposti intorno a quattro grandi piazze. Un campo per il gioco della palla e una piramide tempio alta quasi 20 metri, 10 stele scolpite e tre altari con rilievi ben conservati e iscrizioni geroglifiche.

Secondo la lettura preliminare di Octavio Esparza Olguin epigrafista presso l'Università Nazionale Autonoma del Messico, una delle stele è stata incisa il 29 novembre 711 d.C. da un "signore di 4 k'atuns (periodi di 20 anni)."

Immagine

Purtroppo, il testo rimanente, che includeva il nome del sovrano e, forse, di sua moglie, è fortemente eroso.

"A giudicare dalle grandi opere architettoniche e dai monumenti con iscrizioni, Lagunita deve essere stata la sede di un relativamente potente sistema politico, anche se la natura del suo rapporto con il grande Chactun, situato a circa 10 chilometri a nord, rimane poco chiaro", ha detto Esparza Olguin.

Ugualmente imponente era l'altra città dissotterrata da Sprajc. In precedenza sconosciuta, la città è stata nominata Tamchen, che significa "pozzo profondo" in Maya Yucateco. Infatti, più di 30 chultuns sono stati trovati presso il sito. Si tratta di camere sotterranee a forma di bottiglia, in gran parte destinati alla raccolta delle acque piovane. "Molti chultuns erano insolitamente profondi, scendendo fino a 13 metri", ha detto Sprajc.

Come in Lagunita, le piazze erano circondate da edifici di grandi dimensioni. Questi includono i resti di un'acropoli con un cortile e tre templi sui lati. Sono stati portati alla luce anche un tempio piramide con un santuario piuttosto ben conservato sulla parte superiore, una stele e un altare alla sua base.

Immagine

Tamchen sembra essere stata contemporanea a Lagunita, anche se ci sono prove per la storia del suo insediamento che risalgono al Tardo Preclassico, tra il 300 a.C. e il 250 d.C.

"Entrambe le città aprono nuove questioni circa la diversità della cultura Maya, il ruolo di quella zona in gran parte inesplorata nella storia della pianura Maya, e le sue relazioni con le altre comunità politiche", ha detto Sprajc.

http://tycho1x4x9.blogspot.it/2014/08/t ... -maya.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Akakor, civiltà nascosta
MessaggioInviato: 18/08/2015, 00:59 
L'UBICAZIONE DI MANOA

I resoconti degli indios della Roraima , lo stato più settentrionale del Brasile, parlavano di un grande lago, Manoa(idioma Arawak) o Paribe (idioma Caribe), ove sorgeva una grande e ricca città di pietra.

In molti si sono cimentati nella ricerca del lago e della città perduta e cartografi, nelle loro mappe, disegnavano sia il lago che la città(celebre la mappa di Thomas Harriot del 1599).

Alcuni avventurieri, Domingo de Vera e Pedro Maraver nel 1593, e Laurence Keymis nel 1596, si spinsero fino all'attuale frontiera Venezuela Brasile rimanendo attoniti nel vedere indigeni adornarsi con grandi quantità d'oro.

Nessuno, finora, ha mai trovato ne il lago ne la città...

Ultimamente, però, l'esploratore cileno Roland Stevenson, coadiuvato da un'epuipe di geologi, ha potuto constatare come nella savana di Boa Vista vi sia un segno, a circa 120 metri sul livello del mare, che indicherebbe l'antico letto del lago.

Dai rilevamenti di Stevenson e della sua equipe, è emerso che il lago Manoa-Paribe fosse molto vasto, con un diametro di 400 chilometri e una superfice di 80000 chilometri quadrati, e che abbia iniziato a prosciugarsi nel XVI secolo.

Dai dati in mio possesso ho applicato il mio metodo di studio nel tentativo di ubicare la città perduta.

Dai rilevamenti da me effettuati, sulla frontiera Venezuela Brasile e più precisamente sul Rio Karwai, ho identificato due strutture rettangolari.

la prima struttura, ubicata alle coordinate di 5°21'34"N 61°54'40"O è di circa 15 ettari mentre la seconda ubicata alle coordinate di 5°22'00"N 61°55'50"O, è di circa 90 ettari.

L'enigma della città, di cui parlano i resoconti degli indios, è finalmente svelato?

Immagine

Immagine

Bibliografia: Yuri Leveratto "il futuro dell'Amazzona"

http://archeoundergrownd.blogspot.it/20 ... l?spref=fb



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